lunedì 28 novembre 2016

Ex amiche



Anno scorso eravate  amiche, con quella felicità che solo le bimbe riescono ad avere: lei era già una veterana dell’asilo, la mia Marghe era nuova in un ambiente nuovo, composto da molte bimbe grandi. Lei l’accolse e la rese felice, si scambiavano regali e si prestavano gioielli di plastica, con una generosità inaudita. Poi a lei fu cambiato asilo, all’improvviso, e diventò una bimba spaventata, almeno così io la sentivo, quelle poche volte che ci siamo ancora visti dopo quella separazione. Marghe non sapeva come spiegarsela, quella separazione violenta e ogni tanto, senza che ci fosse stato alcun riferimento a quella bimba, mi chiedeva:”Mamma, te la ricodi la mia amica Y?” Sì le rispondevo, perché? Lei non diceva molto altro, voleva solo spere se anche io la ricordavo e dietro a tutto questo io intuivo ancora un legame e un dolore. Il tempo è passato, adesso Marghe si è fatta una nuova amica del cuore e la vita continua. Poi, dal silenzio totale, riceviamo l’invito per andare al compleanno di Y. Io quasi sorpresa, credo che sia perché, in fondo, le fosse rimasta nel cuore quella mia Marghe. Lo dico ai gemelli, che ne sono felicissimi. Il giorno del compleanno non pensano ad altro, spontaneamente prendono foglio e pennarelli per scriverle un biglietto di auguri: Ema le prepara una mappa, a memoria di quella domenica passata insieme in un parco che è stato espolarto consultando una mappa, Marghe le fa il ritratto. Ogni poco mi chiedono se fosse iniziata la festa, emozionati di non perdersela neanche per un minuto. Tanto che arriviamo per primi. Ma come metto piede in quella casa capisco che le cose sono molto cambiate e che abbiamo proprio sbagliato ad accettare quell’invito. La bambina non è per niente contenta di vederci, strappa i regali di mano ai gemelli e non dice loro niente. Penso che sia l’emozione. Arrivano gli altri invitati, quelli della nuova scuola, e i gemelli si ritrovano a giocare con il fratellino piccolo dell’amica, esclusi da tutti. Ema insiste per darle almeno il biglietto d’auguri, la bimba non lo  vuole e lui si mette a piangere. La mamma di lei rimedia, dietro mia sollecitazione, a farlo nascondere nel letto della bimba, convenendo che in quella confusione non ci sia l’occasione per creare un momento intimo. Marghe aveva assolutamente voluto regalare i trucchi alla bimba, lei apre il regalo, si siede in cerchio con le nuove amiche e esclude Marghe che, ostinata nel recuperare quell’amica, le si siede dietro, ma fuori dal cerchio. Tutte si truccano ma Marghe non viene truccata. Ovviamente si mette a piangere. Al che, le altre bimbe, le chiedono quanto fosse piccola per comportarsi così. Le guardo tutte: fanno parte della scuola privata  che adesso va più di moda, sono tutte bionde, capelli lunghi lisci, vestite in cachemire grigio perla. Hanno 6 anni e sono già delle emerite stronze. Sì, anche se in quel modo non chiamo mai nessuno, nemmeno un grande, bisogna però in questo caso dare un nome alle cose, e il nome che si meritano tutte, compresa la bimba che è stata amica, è quello. Perché la costruzione delle bionde parte da piccole, passando per la scuola plurilingue con retta altissima e lista d’attesa esorbitante, finendo per non essere empatiche non nessuno, forse nemmeno con se stesse. Ho lasciato che Marghe ci provasse a tutti i costi a recuperare quell’amica, ho lasciato che capisse che la vita a volte riserva delle sorprese. Poi, quando l’ex amica ha dato uno schiaffo ad un’altra invitata, non una della nuova scuola ma una della vecchia scuola, compagna ed amica di Marghe, ho chiamato le cose come sono, noi non vestite di cachemire abbiamo salutato e quando siamo andate ho detto alla Marghe che la bimba non è più una sua amica, che la vita è fatta anche di questo e che è fortunata ad avere altre vere amiche. Ema, che esterna di più i suoi sentimenti, ha raccontato al babbo che il compleanno è stato bruttissimo, che la bimba è stata una bella birbona e che non sarà più sua amica. Ho chiesto a Marghe se le fosse dispiaciuto perdere quell’amica, lei, come sempre, non ha detto niente, si è limitata ad alzare le spalle come a dire non mi importa. Ma la notte ha fatto di nuovo la pipì a letto. Mia bella bimba fiorellina bianca, la vita insegna, io ti affiancherò ma non ti difenderò, anche  perché ho visto che te la sai ben cavare. Grazie per come sei sincera e allegra, doti che le bionde con i capelli lisci non hanno.