Si prospettava un fine settimana
solitario con i gemelli. Gangster no, tempo bigio, nessun appuntamento in
prospettiva, nessuna visita, nessuna ospitata, soltanto due giorni in cui stare
da sola con i due, e per di più senza più il pisolino pomeridiano, al quale
ormai avevo definitivamente rinunciato dal giorno prima, quando, tornati il
venerdì dall’asilo alle 14, con Marghe in tempesta per non so quale capriccio, che
non voleva dormire benché al fratello si chiudessero gli occhi in auto. Alla
fine sono riuscita a farli addormentare, lei nel mio letto lui nel suo, io
saltellando su e giù per casa per riuscire a non far sentire la solitudine né la
gelosia a nessuno. Conclusione, addormentati alle 15.30, ovviamente svegliati
un’ora dopo, trovati tutti sudati e stralunati, io riposata niente… ecco fatto,
addio definitivo dato al pisolino pomeridiano. Tranquillamente, perché tanto so
che l’abitudine rimane loro, visto che all’asilo dormono obbligatoriamente
tutti i giorni (eccetto il venerdì).
Per questo avevo paura, per
questo, con il Gangster che se ne andava contento e felice, nascondendosi
dietro quella grande scusa che è suo figlio maggiore, io mi sono sentita
abbandonata, sola con quei due pulcini, senza una mamma da cui andare a pranzo
la domenica, come fanno tutti.
Pensando lei e alla sua mancanza mi
sono intristita, ma pensando a lei e a quante volte deve aver provato lo steso
con noi, mi sono fatta forza e mi sono buttata.
Abbiamo iniziato con il nostro
appuntamento del sabato mattina, quella musica che ci piace perché la facciamo
insieme, perché ci piace il sorriso di Francesca, perché ci piace provare e
scoprire tutte le volte uno strumento musicale nuovo. In più Francesca mi
sottolinea, a conclusione della lezione, il ritmo musicale che ha Emanuele, e
io lì fiera di sentirmelo dire, che nemmeno se avesse vinto le olimpiadi di
matematica mi avrebbe reso così fiera, quel mio uccellino canterino.
Siamo tornati a casa a fare l’albero
di Natale, allegro e strampalato, i lavoretti con i colori luccicanti e le
forbici e la colla, come piace tanto a loro e, subito dopo pranzo, in
sostituzione dell’ora del pisolino, via tutti fuori, ai giardini, in quell’ora
di sole e aria che va catturata a dicembre, mentre tutti ancora stavano finendo
di pranzare forse, visto che eravamo gli unici insieme ad una mamma marocchina
con il suo bambino, che avevano tanto l’aria di senza famiglia come noi e, non
a caso, con quella mamma, ci siamo sorrise a lungo, da panchine lontane. Per fortuna anche, ci siamo telefonate con
Valeria, che da lontano sempre un po’ di casa e famiglia mi fa sentire.
Poi, con il coraggio preso a due
mani, prendo due mani dei bimbi, una a destra e uno a sinistra, e ce ne andiamo
al nostro primo cinema, con l’incognita della novità. Impossibile sapere la
reazione alla sala buia, ai suoni, alla durata del film. Ma proviamo! Il film è
Il viaggio di Ario e, a parte troppi combattimenti, genitori morti e sfortune
varie, alla fine è un cartone carino, anche se a noi ancora ci piacciono tanto
le varie principesse, molto più tranquille. Comunque, centrando il film giusto,
la missione cinema è una missione che funziona e ne sono fiera, visto quanto mi
piace andare a me al cinema! Usciamo e cerchiamo di intrattenerci un po’ prima
di affrontare la cena con pizza a taglio, che conclude la giornata. A casa
doccia e a letto, sfiniti tutti!
La domenica è umida e triste,
così perdiamo un po’ di tempo stando nel lettone, come piace adesso fare a
tutti nei giorni di festa. Sento che i piccoli mi chiedono, dal piano di sotto
dove dormono, se possono salire da me, mi fanno ridere per tanta educazione e
delicatezza e li accolgo ben volentieri nel caldo del lettone.
Però dopo aver pulito casa,
lavatrici e lavastoviglie in moto, loro che giocano tranquilli, via, tutti
fuori, che non sia mai dover passare tutto un giorno in gabbia. Il giardino
dell’Orticultura, benché ci accolga a tarda mattina, è solitario e umido, loro
un po’ giocano ma il motivo di sottofondo, in questo momento,è la loro
richiesta di andare a casa, come sorprendentemente dicono sempre loro adesso. Resistiamo
fino a quando in rosticceria aprono per comprare un croccante pollo arrosto, a
casa del mio babbo lui ci aspetta con le patate fritte e insieme uniamo le
nostre solitudini. Felici tutti di aver strappato un pranzo domenicale in
famiglia, in più con i bimbi che danno una gioia unica.
Saliamo a casa e viene a trovarci
una mia amica. In genere quando abbiamo ospiti i due mostrano il peggio di
loro, invece ci fanno prendere il caffè in pace e poi la accolgono anche sul
divano dove adesso passiamo la parte più ambita, dai gemelli, della giornata
libera: guardare un film in cassetta. Adesso c’è la turnazione anche per la
scelta di quale film, domenica toccava a Margherita che, perennemente, sceglie
sempre e solo Cenerentola. Quindi , tutti insieme, ci guardiamo quel film.
Gabriella va via poco dopo, il fine pomeriggio passa fra i giochi, nervosismi e
letture e, per fortuna, l’abbandono del pisolino pomeridiano anticipa di molto
la nanna della sera, la mia compresa.
Che dire, come sempre avevo paura di questi due giorni da passare da
sola con i miei bimbi, come sempre invece sono stati due giorni pieni e,
sinceramente, dovessi scegliere, anche due fra i più belli che ho passato con
loro. Perché adesso siamo una gruppo affiatato, loro si affidano molto a me e
si lasciano guidare fiduciosi, io li ascolto e li assecondo volentieri,
rendendo tutto molto sereno.