lunedì 18 dicembre 2017

Che mi serva da lezione

Siamo sempre di corsa, sempre a fare e a girare, benchè mi fossi imposta di fare il meno possibile per poter fare tutto con calma. Niente, questo è un mondo tritacarne e per ora ci sono in mezzo.
Premetto tutto questo forse per giustificarmi di qualcosa di ingiustificabile: aver trattato male i miei bambini adorati. Bravi come sono sempre entrambi, dove li metti e dove stanno, cosa dico loro di fare e cosa fanno, ieri era domenica, era un giorno tutto per noi ma niente, mi sono trovata strangolata dal dover fare ed è scattato il nervosismo. Dovevamo scrivere la lettera a Babbo Natale perchè eravamo in super ritardo, e mi sono  arrabbiata perchè scrivevano male e non rispettavano gli spazi (sanno scrivere da nemmeno un mese!) poi ci siamo concessi di fare l'albero di Natale, esclusiva che avevo io e che ho ceduto, solo dopo anni, a loro. Gioia incontenibile nel vedere che permettevo a loro di fare e addobbare il MIO albero, quello che per loro è sempre stato inavvicinabile... Ce la siamo goduta, ci siamo divertiti ma dovevamo poi studiare una poesia per il giorno dopo. Era tardo pomeriggio, ne avevamo già fatte abbastanza, eravamo tutto il pomeriggio chiusi in casa...... dovevo mettere in conto che non sarebbe stato facile memorizzarla di corsa prima di cena. No, mi sono innervosita, ho impaurito i bimbi dicendo che erano degli asini e che il giorno dopo a scuola la maestra li avrebbe brontolati, ho visto lei impaurita e lui testardo scappare a prendere il quaderno per imparala da solo, ho visto lui che mi veniva vicino e mi chiedeva perchè gli stavo dicendo quelle cose brutte, ho sentito lei che piangeva al buio perchè aveva paura di essere brontolata dalla maestra il giorno dopo. Ho cercato allora di recuperare, ho chiesto scusa a lui e abbracciato lei, ma la notte non ho dormito ricordandomi la faccia impaurita di lui, che mi chiedeva piangendo perchè.
Amore mio grande, perchè sono una gran sciocca a farmi prendere la mano da una vita che non voglio, da una foga di fare che non voglio più sia parte della mia vita, se deve trasformarmi in una mamma che non sa essere alleta dei miei bimbi. Mi sono sentita pessima. Stamani la prima cosa che avete fatto è stata recitare la poesia, che sapevate poi benissimo, ma io non mi sono rallegrata di questa vostra capacità, ma rattristata di quanto, ottenere questo risultato, sia costato in stima e fiducia.
Che mi serva da lezione e il tanto male che sto dentro è la giusta punizione per quello che ho fatto.

martedì 12 dicembre 2017

Il martedì, e guai a chi me lo tocca

Ci siamo conosciute che avevamo i bimbi in pancia, da allora ci hanno diviso solo due anni passati, da lei, a Varese.  Sempre in linea, quando eravamo vicine e lontane, sempre in contatto e, soprattutto,  in continua progettazione.
L'esilio è finito questa estate, il destino ha voluto che non fosse possibile mandare i nostri bimbi in classe insieme ma non importa, noi una soluzione la troviamo sempre, pur di stare inseme.
Per questo abbiamo indiviudato nel martedì il nostro appuntamento fisso: i nostri bimbi, provenienti da  scuole diverse, il martedì escono alle 14.30 e noi ci vediamo, obbligatoriamente, al giardino dell'Orticolutra. I bimbi a giocare da soli, in un parco che a quell'ora è tutto per loro, noi a sedere su di una panchina a chiacchierare fitto fitto di tutte le nostre cose.
Il martedì è diventato, con quel giorno fisso, giorno di boccata d'aria per l'anima. Ci sono cose che neanche i mariti possono capire, ci sono cose, per noi fondamentali, che agli occhi degli altri sembrano piccolezze. Ci sono cose che per noi, condividerle, diventa vitale. Per questo martedì scorso, quando sono andata a prendere i bimbi a scuola e ho trovato Marge in una stanzina da sola, seduta triste su di una sedia perchè si era fatta la pipì addosso, non ho demorso, ho messo la bimba  in auto seduta sopra una busta di plastica e ho iniziato a pensare. Impossibile rinunciare all'appuntamento del martedì, difficile anche passare prima da casa per cambiare Marge e poi andare al giardino, sarebbe stato troppo tardi quindi,..... lungo la strada, ho parcheggiato la macchina in doppia fila, ho sceso di corsa i bimbi e siamo entrati in un negozio e abbiamo comprato calzini, mutande e pantaloni puliti, ho fatto cambiare il mio fiorellino nel camerino e, con solo qualche minuto di ritardo, mi sono presentata all'appuntamento del martedì. Per questo oggi, martedì, che piove fisso dalla mattina e ci vede costrette a rinunciare al nostro appuntamento, questa pioggia mi rattrista come non mai, per questo quando guardo le previsioni del tempo mi accerto sempre delle condizioni meteo del martedì, per questo il martedì adesso è un giorno imprenscindibile. Grazie Vale, come sempre!

lunedì 4 dicembre 2017

Violinista per obbligo

Da quando gattonavate abbiamo frequentato corsi di musica, sempre divertendoci.
Con il tempo alle canzoncine abbiamo sostituito le note, sempre sotto forma di gioco, e il pentagramma per voi, già dallo scorso anno, non aveva più segreti. Per questo, seguendo il naturale andamento della scuola musicale che frequentiamo, da quest'anno abbiamo iniziato uno strumento. Violoncello per lui, violino per lei.
All'inizio è stato entusiasmante, con concerti stonati che animavano la casa. Poi sono arrivati i compiti e le esercitazioni serie da fare: arco dritto, gomito lungo e non piegato, polso mobile, arco lungo. Gli esercizi di musica, da fare a casa, hanno iniziato a rappresentare la parte più brutta della giornata. Tanto che, da esercitarsi tutti i giorni, siamo passati ad esercitarsi due volte la settimana, urlando (io) e piangendo (te).
Fino a quando, venerdì scorso, ti ho vista singiozzare come mai ti ho sentito, dopo che ti avevo brontolato così forte come  non l'avevo mai fatto. Mi sono fermata, mi sono ricomposta e mi sono presa un po' di tempo (sentendo sempre te che piangevi forte a calde lacrime).
E poi mi sono detta:"ma chi ce lo fa fare?" Ovviamente la scelta dello strumento forse non era così libera e spontanea, ma guidata da un susseguirsi di eventi, forse la scelta del violino per te non è stata così libera , ma come si fa a sapere se le scelte che fa un bambino di 5 anni sono razionali e ponderate? Forse sì ci tenevo, più perchè mi sembravate pronti che per avere una bimba violinista. Tutto questo però non poteva giustificare le tue lacrime e quel clima infelice che si crea in casa ogni volta che dico dobbiamo fare gli esercizi di strumento. Fate i compiti di scuola volentierissimo, dove vi porto e dove state, anno scorso siamo rimasti imbrigliati in quel corso di altletica che vi ha visto in pista con un freddo polare senza battere ciglio, ogni cosa che decido la fate senza brontolare, no, non poteva esistere che io caldeggiassi un momento così triste.
Per questo, mio fiorellino bianco, ho preso una decisione, ti ho avvicinato a me, mi sono abbassata per guardarti negli occhi e ti ho chiesto se ti piacesse suonare violino oppure se volessi smettere. Ho visto i tuoi polmoni rilassarsi, ti ho sentito prendere fiato e diventare leggera, finalmente sollevata da questo peso. Mai, per carattere, ti  saresti ribellata a me, ma proprio per questo dovevo essere io a fornirti una soluzione che non sapevi trovare: alle cose che ci fanno male deve avere la forza dire no.
Mi hai detto che tu avresti voluto suonare pianoforte, che violino non ti piaceva perchè troppo faticoso, che preferivi cantare nel coro, mi abbracciavi felice di potermi dire quello che pensavi.
La mattina dopo, arrivati a scuola di musica, per quella che pensavo fosse la tua ultima lezione di violino, tu ci hai stupito entrando a lezione senza di me, facendo lezione con la maestra e, decidendo con lei, di continuare violino, ma senza fare i compiti a casa.
Se son rose fioriranno, se sei violinista dentro vedremo.