venerdì 31 gennaio 2014

Due e un mese

Da quando abbiamo spostato le poltroncine dalla vostra cameretta al salotto, avete ancor più preso sul serio la vostra mission “piccolo lettore” e passate la fine del pomeriggio seduti composti sulle poltroncine a leggere i vostri libri. A volte proprio con la pancia in fuori, tipo il vostro babbo, altre invece appoggiando il libro sul divano stile tavolino. Ho fatto anche delle foto per immortalare questo momento, perchè mai avrei sperato di avere due bimbi divoratori di libri.
Ad onor del vero bisogna dire che Emino è quello che dei libri è fissato, mentre Mina lo fa più per imitazione che per altro, attratta invece molto di più dal movimento che dalla staticità. Come per la televisione, che guarda perché lo fa il fratello ma che la annoia poco dopo, anche se poi tv per loro adesso è solo ed esclusivamente sinonimo di Peppa, tanto che credo addirittura che pensino che alla televisione si guardi solo quel cartone e che non ci possono essere altre opzioni, perché quando vedono la tv accesa (rarissime volte, visto che io non l’accendo mai) urlano Peppa senza accettare compromessi.
State crescendo in altezza a vista d’occhio. Ricordo di avervi scoperto cresciuti qualche  giorno fa all’uscita dal nido, quando sono sicura di avervi accompagnato la mattina che eravate più bassi.
Continua la complicità e l’amore/odio fra di voi. Quando non siete insieme, chiedete sempre l’uno dell’altra, anche se poi vi rassegnate subito a non avere vicino il fratello o sorella. Ma adesso la sera, quando vi metto insieme nel lettino, prima di chiudere la porta e farvi dormire separati, mi dite “Mamma via” e “luce spenta” perché volete stare fra di voi nella penombra, a ridere e scherzare nel letto insieme, come due cuccioli di leone. E’ che alle volte devo venire a liberare la povera Mina dal pesante Emino il quale, come vince la battaglia con la sorella, le si siede sopra tipo trofeo vinto e la schiaccia facendola urlare. Ma la mattina appena svegli, la prima attenzione è per l’altro e non vi capacitate che lui o lei continuino a dormire mentre uno di voi è sveglio. Lei con lui è affettuosa e premurosa, previene i suoi desideri e cede le proprie cose per vederlo felice. Lui di lei è l’estimatore e la vede come mentore: quando lei fa qualcosa di nuovo lui ride entusiasta e se lui fa qualcosa di nuovo non è contento fino a quando lei non dimostra la sua approvazione. Adesso iniziano a fare i giochi di ruolo, fanno finta di passarsi il mangiare chiedendo gentilmente all'altro "vuoi?", l'altro prende e fa finta di mangiare e risponde poi "grazie", mentre divertentissimo è quando chiedo di sentire, ad uno dei due, se il fratello ha fatto la cacca. Quando tocca a lui, prende sul serissimo questo suo compito e si appiccica col naso all'altezza del pannolino di lei e, come un vero segugio, dopo che le ha alzato la maglia e tentato di abbassarle i pantaloni, l'annusa profondamente e urla sempre, anche se non è vero "Cacca puzza" e soffia finto inorridito. Lei invece tenta di rincorrerlo, perché lui non si presta quanto lei a farsi annusare, e se le chiedo se Emino ha fatto la cacca, lei risponde sempre no, a prescindere. Al che lui inizia ad abbassarsi i pantaloni e, per puro spirito di contraddizione, urla Ema cacca anche se non è vero, basta contraddire la sorella. 
Lui continua ad essere piagnone e bizzoso, se non riesce si arrabbia, se non ottiene si infuria. Lei invece è obbediente e responsabile tanto che spesso la carico di grandi responsabilità che so che assolverà alla perfezione. Ma se uno fa una cosa, è obbligatorio che l'altro l'abbia o la faccia uguale, impossibile accettare di avere o fare meno. Per questo a volte mi chiedo se andare in classi difese o in classe insieme, alla materna, sarà per loro un bene o un male.


martedì 28 gennaio 2014

Buon compleanno, mamma

Sei peggiorata tanto, da renderti, a volte, irriconoscibile. Ma io ti riconosco sempre, sai, anche se tu parli con parole che non esistono oppure non segui più quello che ti dico. Ho insegnato ai miei bimbi a portarti rispetto sempre, a salutarti con un bacio tutte le volte che vanno via e a darti la mazza per aiutarti a camminare, anche se ormai non cammini più, ma quando ti devi muovere, Emino ti dà la mano come a volerti aiutare e Mina ti brontola se non ti siedi sulla stessa poltrona, sulla quale tu ormai passi le tue giornate. Ti ho aiutato domenica scorsa ad alzarti e insieme siamo andate a fare una passeggiata per casa, da una finestra all’altra, per vedere se piovesse da entrambi i lati della casa e, anche nella tua evanescenza, mi sono beata di quei tuoi modi sempre gentili e di quella tua voce curiosa, che non sapeva dirmi quello che vedeva ma che io sapevo cosa voleva dirmi, visto che tu sempre mi hai raccontato cosa osservavi dalle finestre, a volte con lunghi racconti sulla biancheria tesa delle case davanti oppure sulle storie di chi passava, perché tutto per te era una grande storia, la storia di tutti i giorni.
Mi hai insegnato l’arte della pazienza, che io ho sempre combattuto, e l’arte della gioia delle piccole cose, che io ho sempre combattuto, fino a trovarmele, entrambe, tatuate dentro, benché le abbia sempre detestate. Io e te non siamo sempre andate d’accordo come sembrerebbe e come io adesso racconto grazie a questo tuo oblio, ti ho detestata proprio perché eri sempre calma e sempre gioiosa e quando io vivevo le età delle tempeste interiori, non riuscivo ad accontentarmi della tua quiete, avrei tanto voluto essere strapazzata. Ma tu non l’hai mai fatto, sei rimasta calma e mi hai dimostrato che è inutile arrabbiarsi, meglio è rendersi conto di quello che si ha, ed hai aspettato che quei semi che tu buttavi là dentro me, con il tuo esempio, germogliassero al buio di quel mio periodo nero.
Certo, poi, hai saputo anche capire i miei bisogni, mi hai per prima aiutata ad andare venendo con me, sei sempre stata l’artefice di tutte le nostre vacanze e il loro cuore, mi hai accompagnata, quando capivi che mi annoiavo, in piscina e a San Marino, ad Assisi con il pullman e al mare quando le vacanze, per noi, erano troppa campagna. Piccole cose, sembrano a raccontarsi così, e invece sono state la propedeutica per darmi il coraggio poi, di seguire quella mia voglia di vedere il mondo. Io, se sono andata la prima volta, giovanissima, in aereo, lo devo a te e a quel giorno in cui tu mi portasti a San Marino. Io e te, grazie a te e alle tue intuizioni sui miei bisogni.
Uso tanto il tuo ricordo per essere una brava mamma, passo volentieri del tempo con te insieme ai miei bambini perché voglio che rimanga loro, almeno il ricordo del tuo odore, quell’evanescente energia che la tua persona rilascia nell’aria, quel dimenticarti di tutto meno dei nomi di quei due tuoi nipoti, che hanno avuto solo la sfortuna di non potersi godere dei tuoi racconti e di quel modo affascinante che avevi di incuriosire i bimbi con piccole cose. Ma mi hai insegnato che la sfortuna non esiste, e così io a loro racconterò di quanto loro hanno avuto grazie a te, anche se fosse solo tramite me e la mamma che sono grazie alla mamma che ho avuto.
Fra tutti oggi, che è il giorno del tuo compleanno, voglio ricordare questo regalo che mi hai fatto, magari le prossime volte ricorderò di quanto mi hai fatto innamorare del racconto e delle parole, della curiosità e del commento, del non fermarsi mai e perché mai dovremmo?

Mi parlano delle possibili variabili sulla tua sistemazione futura, sull’incertezza di quello che ancora ti può capitare e sul totale oblio in cui puoi precipitare, per il quale dovremmo essere pronti a prendere una decisione. Io ti vedo con il viso trasformato, con l’assenza nei tuoi occhi e il peso del tuo accudimento che su di me ricade pochissimo a confronto di quello che fa il mio babbo e le mie sorelle. A volte mi auguro che finisca presto, ma sappi che, egoisticamente, spero ancora di poterti lisciare il dorso della mano a lungo e trovarti seduta in cucina tutte le volte che vengo a casa tua, perché sei, ancora e più che mai, la linfa vitale della mia vita.

domenica 26 gennaio 2014

Diario della settimana (dal 20 al 26 gennaio)

Lunedì 20 - San Sebastiano, mezz'ora abbiamo, dice il proverbio. Le giornate si allungano e continua a fare un caldo! Al lavoro, nella nuova stanza che sembra un ritiro spirituale, riesco a trovare i lati positivi anche di questa nuova assurda situazione: oggi mi sono documentata sulla dieta appropriata che devono avere i bimbi e mi sa che pecco per eccesso di proteine: certo che tutte quelle ricette che ho trovato per "nascondere" le verdure in qualche piatto invitante, poi vanno fatte, e io, si sa,  tempo per cuicinare non lo trovo mai. Dopo il nido andiamo al corso di musica, i bimbi oggi se lo godono, ridono felici quando si rincorrono e stanno pure un po' sdraiati che quasi sembrava che lo facessero per ascoltare la musica. In compenso poi a casa non hanno voluto mangare la frittata e io mi sono impuntata: o quello o a letto senza cena. Ecco, ha vinto la seconda. Ma loro erano tranquilli con i loro Peppa libri a leggerli nella penombra, prima di dormire e sembra che non abbiano accusato il colpo.
Martedì 21 - Vado all'Ikea questa mattina, per passare un po' il tempo e vedere gli spunti che posso prendere per la prossima cameretta dei bimbi, quando non staranno più nel lettino con i cancellini. Beh, speriamo il più tardi possibile. Nel pomeriggio, dopo il nido, un po' alla serra con il babbone e ci sono pure Vale e Martins. Incontriamo anche il gattino che ha graffiato Mina e di nuovo parte il racconto della storia da parte sua e da parte del fratello, ma oggi partecipa pure Martino al rimprovero del gatto. Cena con l'ormai odiata minestra di verdura ma questa sera la minaccia era se non la mangi chiamo il babbo e se la sono così mangiata tutta. Per fortuna che poi esco per andare al cinema con LGP a vederci un simpatico Moliere in bicicletta. Ci voleva, per l'uscita e per le chiacchiere a raffica che facciamo sempre.
Mercoledì 22 - Mi fa ridere svegliarli la mattina quando devo andare al lavoro e vederli passare in un attimo dal russare al saltare felici nel lettino pieni di voglia di fare. Peccato che poi questa mattina li ho dovuti lasciare al nido piangenti disperati perché si erano portati dietro il bambolotto nuovo della Peppa, uno ciascuno, ma al momento dell'andare in classe li ho costretti a lasciarlo nell'armadietto e entrambi si sono disperati per questa ingiusta separazione. Al lavoro sono stata con il cuoricino stretto per questa scena, anche se poi, scene di litigi lavorativi ai quali ho assistito, mi hanno fatto dimenticare ben presto il fatto. Dopo nido andiamo a casa di Martino e Valeria ci racconta la favola dei tre porcellini e i piccoli se ne stanno incantati a seguirla, cosa che proprio non mi aspettavo. E poi a giocare tutti insieme con quei giochi nuovi anche se Mina mi ha sorpreso quando ho pargheggiato la macchina e mi indicava lei, mentre stavamo raggiungendo la casa, quale fosse la casa di Martino! Eppure quest'anno ci siamo andati solo una volta per il compleanno di Martins! Mannaggia quella quante ne sa!
Giovedì 23 - Impegni vari per me, questa mattina, fra i quali anche un parrucchiere nuovo che mi ha levato la criniera leonina che ormai non sopportavo più di vedere, sempre così  scomposta. Alla fine pure il dentista e così mi è saltata la palestra ma, quando ormai i ristoranti stavano per chiudere, quindi più alle 15 che alle 14, ci siamo trovati con il Gangster per un pranzetto non organizzato ma buonissimo, alla Fiaschetteria di pesce. E poi via a prendere i bimbi con mio cugino, venuto a trovarci, anche se Mina faceva finta di dormire, come fa di solito, quando non vuol dar relazione agli sconosciuti o quasi. Siamo rimasti in casa a vedere la Peppa e, come succede spesso quando passiamo un po' di tempo insieme, anche a litigare. Però questo tempo esclusivo per noi mi serve soprattutto per capire e scoprire quanto sono cresciuti e quali dinamiche ci siano fra loro.
Venerdì 24 - Questa mattina abbiamo durato tutti molta fatica ad alzarci e io, quando sono tornata a casa dal lavoro, ancora stanca dalla mattina, mi sono messa un attimo a guardare la tv, c'era il film Vacanze Romane, e solo quando c'è stata l'interruzione del primo tempo, ho distrattamente guardato l'orgoglio e mi sono accorta che erano le 4,30, ora ultima in cui escono i bimbi dal nido. Ho praticamente volato, ovviamente erano rimasti gli ultimi e oggi i piccoli mi hanno accompagnato in garage, dove dovevo mettere l'auto per pulizia strade, e si sono incantati davanti al bandone che sale e scende con il telecomando. Poi in pasticceria a prenderci il biscotto di rito, spupazzamento dei due fra parenti vari e a letto molto presto (loro) perché io e il Gangster dovevamo uscire per una cena da Omero. Li abbiamo lasciati con Paula, rivista oggi dopo i saluti prima di Natale, e ho pensato che, lei ormai occupata quasi a tempo pieno ad insegnare spagnolo e pure inglese, nell'unico pomeriggio che le rimane, di chiederle di venire sempre, come un impegno o come un corso, a casa per parlare esclusivamente spagnolo con i piccoli, specie ora che sono spugne assetate di conoscere i nomi degli oggetti che li circondano.
Sabato 25 - La mattina dormono inaspettatamente fino alle 8,30 e io, solo per questo, mi illudo che sia una giornata fortunata, sorvolando sul fatto che è dalle 4 di notte che sono sveglia perché preoccupata per la gran tosse che ha Emino che era così stizzosa che pensavo sempre che avrebbe vomitato nel sonno, se non soffocato. Andiamo a musica che è sempre un'attività tanto carina, anche se sono già stanca di mattina e sogno quando, rinnovando l'iscrizione, mi dicono che per i gemelli ci sarà ancora un anno di Musica in Culla per poi passare, nell'anno successivo, alla vera e propria scuola di musica, con il primo anno esplorativo, in cui i bimbi provano i vari strumenti, per passare, nell'anno seguente, ad iniziare lo studio dello strumento prescelto.
Dopo pranzo, conto di dormire molto mentre loro dormono. Peccato che i due non chiudono proprio occhio, come li metto in camera al buio iniziano a ridere e scherzare fra di loro, chiacchierano per più di un'ora e poi iniziano a piangere disperati. Entro in camera, tento di dare loro il ciuccio per vedere se dormono ma niente, esco arrabbiata ma poi sono costretta a ritornare di nuovo, visto che Emino piangeva e tossiva disperato. Niente, svegli tutti e due.
C'era pure il compleanno di Greta oggi e, come li monto in auto per andarvi, crollano stecchiti a dormire. Così sono costretta a rimanere nell'auto parcheggiata per far fare loro qualche minuto di sonno, prima di affrontare la festa. Al compleanno però non danno segni di stanchezza anche se erano fra persone e bambini sconosciuti. Io, non distratta dalle chiacchiere delle altre mamme come succede di solito ai compleanni, perché lì non ne conoscevo quasi nessuna, ho guardato i miei bimbi nei loro atteggiamenti, specie nei confronti degli altri bambini sconosciuti. E ho avuto modo di capire, di nuovo, un po' del loro mondo e del loro carattere. Non per dire, ma loro sono troppo più simpatici di tutti!
Domenica 26 - E' una bella domenica di sole oggi, così saliamo tutti in auto e il babbone ci porta a Quercianella. Ci fermiamo a Livorno, alla Terrazza Mascagni, per fare una passeggiata e guardare il mare e poco dopo andiamo al ristorante in collina, dove mangiamo sempre bene e dove i bimbi sono stati bravi, pazienti a tavola, hanno mangiato addirittura il coniglio in porchetta, che loro chiamavano hamburger perché vedevano le fette tonde e pensavano che fosse uno dei tristi hamburger che fa loro la loro mamma... e quando invece hanno sentito quel buon sapore! Mmmm facevano, saltando quasi di gioia sui loro seggiolini. Poi non hanno disdegnato di mangiare un po' di nostri moscardini in guazzetto e quei dolci buonissimi che fanno lì. Siamo poi andati in spiaggia, per goderci quel bel sole, anche se Mina si è addormentata subito in auto e il Gangster si è visto "costretto" a rimanere in auto con lei e condividere con la bimba il pisolino pomeridiano, mentre io e Emino siamo andati in spiaggia come due innamorati: passeggiata mano nella mano, lui che mi segue ovunque vada, lui curioso che guarda gli schizzi del mare e ripete la parola nuova, lui che si affida a me per ogni proposta che gli faccio e vedo la gioia pura quando lo prendo in braccio e lo faccio saltellare e poi volare in alto, per tanto tempo, come mai era successo, come quando passeggiamo a lungo  sul muretto con il mare sotto, a goderci quel bel sole. Un nostro momento speciale e indimenticabile. Quando è arrivata Mina e il Gangster, però Emino è stato felice di vedere la sorella, lei ugualmente e entrambi si sono messi a raccogliere legnetti e buttarli in mare, salendo e scendendo uno scalino alto che si sono entrambi impegnati a fare senza cadere, perché io li incoraggiavo a farlo senza, appunto cadere. Ed era buffo e tenero vedere l'impegno che entrambi ci mettevano: prima di scendere e, soprattutto prima di salire, si fermavano concentrati per affrontare la grande prova, e ci sono sempre riusciti. Che benedizione che è il mare! Siamo anche passati un attimo da casa, dopo che c'eravamo stati l'ultima volta forse proprio a settembre, e quando ho chiesto ai bimbi dove fosse la loro cameretta sono andati a colpo sicuro e anche mi hanno indicato di chi  fossero i due lettini. E io che pensavo che si fossero dimenticati! Ma immaginati, quelli adesso hanno una mente dove tutto si incide indelebilmente! 

venerdì 24 gennaio 2014

Resta di stucco, è un Barbamimma

Ti svegli in un lampo la mattina, quando vengo a chiamarti e ti trovo addormentata. Basta che ti gratti un po’ la schiena che subito apri guardinga un occhio, stai un attimo a riflettere su quello che stai vedendo e poi zap, in piedi come una molla pronta a gridare "Buondondo", che più che un buongiorno sembra una contrazione di buongiorno mondo, soprattutto per l’entusiamo che metti nell'urlarlo al mondo intero.
Questa mattina invece hai durato fatica a tirarti su  dal tuo lettino e, ancora calda di sonno, ti ho ritrovato sul seggiolino al tavolo che stavi quasi dormendo. E lì, in quell'atteggiamento, non so perché, ma ho capito che ti stai facendo grande, anche se già l’avevo sospettato dal tuo viso che si trasforma, da quel doppio mento che ti è venuto che ti fa assomigliare sempre più al tuo babbo, dai pantaloni che ti stanno corti e dai modi di sognorina che sono adesso tipici tuoi.
Ieri mi hai fatto vedere, teatralmente, come sai starnutire bene. Fai un bel respiro, mandi la testa indietro e, fortissimo, parti con un eeeeeeetcì, che accompagna lo scuotimento del capo in basso. Ma prontamente fai dimenticare quella scena stile Bud Spencer, con il tuo portare composta, subito dopo, il fazzoletto al naso in un gesto delicatissimo di tamponamento, come tu  fossi la Principessa Delfina.
Ieri anche, cara Mimma mia, ci hai dato un’altra lezione delle tue. Con tuo fratello vi eravate divisi equamente (o per lo meno in un accordo tutto vostro dal quale il resto del mondo è escluso, ma che per voi vale come un patto segreto) un gioco che ci ha regalato Valeria per Natale. E’ una scatola contenente un flauto componibile in vari modi e con tanti pezzi: tu avevi la parte che suona, tuo fratello stava tentando di comporre, con la sua solita flemma da ingegnere, tutti gli altri componenti, che hanno una parte che si infila e una parte che va infilata, ad incastro, che per i bambini non è proprio facile da caprie, ma che lui si era messo lì a provare  e riprovare, anche con il mio aiuto. E tu fischiavi nel flauto allegramente, ignorando (pensavo io) quello che stava facendo lui. Poi lui ti ha dato, in quell’alternanza tacita che solo voi capite, quella parte del suo gioco per avere in cambio quella parte che avevi te. Lui, al contrario tuo, non sapeva fischiare nel flauto e glielo ho dovuto insegnare e mentre lo facevo, tu zitta zitta hai preso i pezzi da incastrare, li hai incastrati tutti senza chiedere niente e soprattutto senza mai sbagliare e, in più, li hai chiusi in una collana circolare. Resta di stucco, è un barbatrucco, oserei dire.
Lo stesso fai quando tuo fratello mi chiede tutti i nomi delle figure che vede nei suoi amati libriccini, vuol sapere e risapere, li memorizza e poi, dopo, ripete. Tu non guardi, non vuoi sapere, ma quando capiti lì davanti e io sto interrogando tuo fratello su quale nome corrisponda a quel disegno, tu butti lì il nome esatto, come se io te lo avessi insegnato anzi, come se tu lo avessi sempre saputo. E invece magari ti è capitato solo di sentirlo dire, senza guardare, mentre facevi altro.
E anche quando siamo andati due giorni fa a casa di Martino, dove tu eri stata quest’anno solo una volta, mesi fa, per il suo compleanno,  davanti a quel portone, in quella via dove mai passiamo, hai detto Martino qui, facendomi rimanere stupita per essere andata a colpo sicuro davanti a casa sua.

Io che posso dirti: che stai crescendo, che dal doppio mento che hai assomigli sempre più al tuo babbo ma che, per queste doti di imparare senza durare fatica, sei proprio come me, la tua mamma che ti ammira tanto e che tu fai tanto ridere. Sentivo oggi in televisione che, a seguito di vari esperimenti, geni non si diventa ma si nasce. Io non spero tanto per te, spero solo di farti libera, anche se fosse solo libera di non dover imparare, perché come succede a me, capisco e quello basta per sapere.

mercoledì 22 gennaio 2014

Pronto mimma ah

Sai paperina che bene infinito ti voglio?
Non avrei saputo immaginarti così, prima di conoscerti, anche perché non ho sperato mai in tanto, sai, bambina mia. 
Sei raggiante come il sole e indipendente come un ruscello d'acqua, sei responsabile come una signora e bella come un fiore di campo, con quegli occhi neri e furbi che raccontano quello che stai per fare prima che tu lo faccia.
Mi fai morir dal ridere quando ti chiami Mimma invece che con il tuo nome, e quando fai le telefonate con una pagina del librino di Barbabella. Chiami la maestra del nido, chiami i tuoi compagni di nido, chiami le zie e sei buffa perché ti presenti, dici: "Pronto, Mimma ah", poi racconti qualcosa, annuendo molto con quel ah, che forse mi imita perché non so chi te lo possa aver insegnato, e chiudi con un ciao!
Mi stupisci nella lealtà e responsabilità nei confronti di tuo fratello. Quando questa sera aveva perso il ciuccio in auto e si è messo a piangere, io come sempre gli ho spiegato che stavo guidando e che non potevo recuperarlo, ma lui, come sempre, ha continuato a piangere all'infinito. Mi sono fermata per raccoglierlo solo dopo che tu mi hai detto, quasi severa: "Mamma, ciuccio Mele", pensando forse che non avessi capito il motivo di tanto pianto. E  questo lo hai fatto anche se il giorno prima, allo stesso motivo di pianto del fratello in auto, tu hai tentato di consolarlo dandogli il tuo ciucccio in sostituzione del suo perso, ma lui birbone l'ha preso e te l'ha buttato in terra, facendoti piangere.
Sei il motore di questa famiglia, la gioia di tutti noi, sei energia e entusiasmo fatti bimba, sei un soldo di cacio dalle gambe lunghe e sei femmina felice e pure un maschiaccio che non piange mai. 
Sei un esempio per tutti noi, sei il regalo più bello che la vita mi potesse dare e dei tuoi buondondo gridati la mattina appena sveglia non potrei più farne a meno

domenica 19 gennaio 2014

Diario della settimana (dal 13 al 19 gennaio)

Lunedì 13 - Dopo il nido riprende Musica in fasce. Ci sono dei bimbi nuovi e quel corso, per quanto possa essere interessante, non cattura l'attenzione dei bambini, che hanno occasione di distrarsi. Diciamo che ci serve per avere un "rifugio" in questi lunedì piovosi invernali, ma non appena arriverà la primavera... ciao ciao musica. La sera con il Gangster ce ne andiamo al cinema a vedere, per fortuna, finalmente un bel film. E' il Fattore Umano di Virzì
Martedì 14 - Piove tanto oggi, per questo perdo la mia mattina libera in piccole incombenze e spreco un sacco di tempo prezioso. Per fortuna che riprende la palestra e poi, visto che è bagnato ovunque, dopo il nido sono costretta a rientrare subito a casa con i bimbi. Per fortuna che c'è un po' la Peppa da vedere in tv e i nostri amici libriccini che ci affascinano sempre e ci fanno arrivare all'ora di cena. Io poi vado al cinema con LGP e per fortuna, di nuovo, un bel film visto: Still life.
Mercoledì 15 - Sono sottotono per il lavoro, mi hanno spostato di scrivania, non si parla più di trasferimento, non so più che ne sarà di me. Come ho detto oggi ad una mia cara collega, in questo tipo di lavoro c'è un momento in cui stai bene, che dura un po' più di un batter d'ali, in cui al lavoro trovi un certo equilibrio fra incombenze e colleghi. Ma la caducità è nell'aria e dopo quel paio di mesi in cui stai bene, tutti si ingegnano per farti precipitare di nuovo nella mediocrità. Io ho già pronta la mia mail di protesta, di nuovo in postazione a combattere. Però certo che questo non fa bene all'umore e al tono. Vado a prendere i bimbi e, come loro si accorgono che anche oggi torniamo diretti a casa senza giardini né amici, mi scappano sul marciapiedi come a dire no, a casa nooo! Li convinco a vedere la Peppa dal nonno, passiamo lì un po' di tempo e poi ce ne torniamo a casa nostra, dove leggiamo libriccini prima di cena, con i gemelli buttati distesi sul divano a sbadigliare! E anche io, messi a letto loro, mi addormento poi sul divano, dopo aver rovinato la cena e aver assistito ad una enorme prova d'amore da parte del Gangster che si è visto rimediare un pasto all'ultimo minuto con degli avanzi tristi che c'erano nel frigo, e non si è arrabbiato anzi, ha avuto parole di comprensione per me.
Giovedì 16 - Con capelli crespi e umore sotto i piedi, in una bigia mattina libera, affronto di nuovo la mia attività preferita che è quella di andarmene a bighellonare in centro, anche se vorrei tanto essere trasparente oggi o meglio, se avrei tanto voluto starmene a letto tutto il giorno a guardare vecchi film. Ma ho comprato il vestito di carnevale per Mina e questo mi fa un po' contenta. Poi, per fortuna c'è la palestra e le chiacchiere con Valeria, che mi ridanno tono anche se, causa sempre tempo grigio, torno a casa diretta con i bimbi, dopo che sono andata a prenderli al nido e i due passano il tempo a litigare fra di loro, a strapparsi i giochi e a fare i capricci. Ci rimette alla fine Mina, che viene messa in punizione quando a cena butta in terra il mangiare. E la sento piangere disperata per l'ingiustizia subita. Così risolvo con un tutti a letto e luce spenta, che per loro però è solo un gioco, difatti li sento che parlano e ridono nel buio della loro stanzetta. Io poi mi addormento sul divano poco dopo che ho iniziato a vedere un film: sono cotta.
Venerdì 17 - Anche oggi i bimbi escono di casa con una borsetta in mano: vogliono imitarmi e così sono costretta a dare loro una borsa piccola di carta, che tengono come un bene prezioso e che al nido esibiscono come un vero trofeo. Piove a dirotto tutto il giorno, così dopo il nido lascio i bimbi a casa dei miei con mia sorella e io mi metto a dividere i giochi che servono da quelli inutili, libero un po' la casa e l'armadio di cose vecchie e desuete e, quando vado a riprenderli dopo un'ora e poco più, come sempre trovo due selvaggi, ribelli che credono che la vita sia un'anarchia come fa credere loro mia sorella Anna. A casa poi continuano con i litigi e le ribellioni, a me scoppia un gran mal di testa anche se cerco di mandarli a letto il più tardi possibile, sperando che domani mattina abbiano così più sonno e mi concedano un po' di tempo in più in queste mattine del fine settimana. In effetti tremo adesso all'idea di averli da sola per il weekend.
Sabato 18 - Come non detto, benché siano andati a letto più tardi del solito, questa mattina si svegliano prima del solito. Resisto fino alle 8 e poi mi alzo e li preparo. Anche perché devo andare velocemente a vedere una scuola materna vicino casa che oggi è aperta per la visita. Che tristezza! E' un asilo comunale, vecchio e triste, con due maestre anziane dentro e fuori. Quando confido a loro le mie impressioni, mi consigliano di andare a vedere anche altri asili, e poi mi ricrederò su quello, mi dicono. E così inizio a preoccuparmi per l'anno prossimo, quelle stanzone piene di bambini con una sola maestra, non più coccolati ma inquadrati in brutte strutture che ci devono pure piacere! No, spero che nelle prossime visite mi innamorerò di qualche altro asilo! Torno a casa veloce perché dobbiamo andare a musica, da oggi si è unito anche Milo, compagno di nido e come al solito l'ora passa piacevolmente "andando in barca" con un elastico a suon di musica e facendo un orologio con i foulard. E i bimbi sono sempre tutti molto catturati da quella fantasia. Per fortuna dopo pranzo dormono tanto e per fortuna che, benché il tempo sia molto nuvoloso, non piove, così, con mia sorella Grazia, prendiamo i gemelli e li portiamo fuori a piedi. Solita sosta per il caffè e il biscotto alla pasticceria vicina, poi ci avventuriamo anche al negozio per bimbi vicino casa, che, raggiunto a piedi per loro, è un bel viaggio. Tanto che, al ritorno, camminavano barcollando dalla stanchezza. Dopo cena di nuovo a letto, con la luce spenta molto dopo al solito, ma buoni in penombra a leggersi i librini della Peppa, ed erano proprio carini.
Domenica 19 - Le previsioni meteo promettevano tuoni e fulmini, per questo questa mattina abbiamo invitato a casa nostra Martino e Vale e l'invito era pure esteso agli altri gemelli che abitano vicino a noi, la cui mamma è una nostra amica comune, i quali però non sono venuti perché malati. La mattina è passata così in un attimo, fra quei tre nanetti indaffarati a sperimentare ogni gioco e ogni angolo della casa e con noi mamme a parlare incessantemente del nuovo cosmico problema: quale scuola materna? Nel pomeriggio arriva finalmente il babbone, il tempo si fa più incerto ma io non ho certo voglia di passare l'intera giornata in casa, così sfidiamo la sorte che, come proverbio dice, arride agli audaci, e ce ne andiamo alla serra dell'Orticoltura dove siamo stati proprio bene, soli in tutto quel bel giardino. Quando ci siamo spostati all'altalena non c'era anima viva e i due si sono finalmente affidati al loro babbo, che all'inizio guardavano con diffidenza causa prolungata assenza, e si sono fatti spingere fortissimo, cosa che li faceva schiantare  dal ridere. E poi rientro a casa, doccia per i due fatta dal babbo e io e lui finalmente di nuovo ad avere un po' di  tempo per noi, per le nostre chiacchiere e i nostri brindisi. In più adesso i nanetti non si addormentano subito ma, condividenti lo stesso letto, stanno là in penombra a leggersi la mitica Peppa, con la quale poi si addormentano, ovviamente ognuno però nel proprio lettino.

mercoledì 15 gennaio 2014

Ti piegherò per farti libero

Scusa te, piccolo ballerino del Bolshoi,
tu che indossi con disinvoltura i leggins blu di tua sorella, che a lei vanno grandi ma che a te stanno perfetti, perché fanno risaltare le tue gambe tornite, forti e muscolose, che portano in giro quelle tue spalle larghe e quei tuoi fianchi stretti. Tu che per questo sembri un ballerino di danza classica, anche se hai più i modi del rugbista.
Senti te, riccioli d'oro e voce d'angelo, cosa racchiudi dentro a quel tuo torace muscoloso, e cosa nascondi dietro quella tua faccina d'angelo?
Che ti passa per la testa in questo periodo, quando dici no affermandolo bene, in modo secco e deciso? Cosa pensi di fare quando scappi da me, liberandoti della mia mano con una spallata secca? Pensi di essere grande e forte? Pensi che sia giusto così? Pensi in questo modo di poter cancellare il ricordo di quando eri appena nato che piagevi così piano che non ti si sentiva? Oppure di farmi dimenticare i giorni di fisioterapia quando avevi il torcicollo e la tua testa ancora senza capelli aveva due profili diversi? 
Pensi che questa tua mamma che ti teneva in braccio stretta, che ti ha fatto dormire con lei la prima notte che sei tornata a casa, non si curi abbastanza di te, te che sei così prepotente adesso verso tutti e in special modo verso tua sorella? Tu che hai schiaffeggiato una bambina piccola solo per il gusto di farlo? Tu che adesso, dopo aver passato la fase del battere la testa per terra quando eri più piccolo e molto arrabbiato, ora alzi le mani verso di me per picchiarmi? Tu che mentre mi picchi mi guardi negli occhi per accertati che io veda bene quello che hai  il coraggio di fare, benché tu sappia bene che subito dopo ti metterò in punizione? tu che dopo la punizione vieni da me piangendo e abbracciandomi la gamba, ma che non ti pieghi a chiedermi scusa né a darmi un bacio come ti chiedo di fare per farti perdonare? 
Credi che non sappia come ti senta? Credi che anche io mi sia mai piegata a chiedere scusa? Sai cha ancora me lo ricordo, il mordente che provavo dentro che non mi faceva piegare davanti alla mia mamma? che neanche tutto il bene che le volevo, e l'evidente torto marcio che avevo, mi ha mai fatto inchinare verso di lei? 
Credi che non sappia come ti senti, quando mi vuoi tutto per te e per questo non sopporti tua sorella che ti ruba le mie attenzioni? Credi che anch'io non abbia provato quello che provi te, io terza figlia? E credi pure  che non sappia che a volte si ha voglia così, senza motivo apparente, di dare uno schiaffo a chi non si può difendere, perché la vita è anche questo, perché la vita te ne ha fatti prendere di schiaffi da chi non ci si poteva difendere? 
Credi che non conosca i tuoi occhi di sfida, quelli che io chiamo "lo sguardo d'albanese" che ti fa sembrare tanto un piccolo slavo arrogante? Ma credi che non combatterò per non farti pietrificare nei tuoi errori? Ti brontolerò finché non cederei, perché è bella la tua ostinazione, ma il tuo cedere lo sarà di più, perché ti farà forte e libero, libero anche di riconoscere che si sbaglia, che si deve ingoiare e si deve mediare, nella vita, che l'orgoglio non è la chiave giusta per aprire tutte le porte. Credi che non ti brontolerò fino a quando non ti convincerai che comportarsi bene vale più della sfida? Credi che non ti incoraggerò, quando avrai raggiunto i tuoi limiti, a sfidarmi di nuovo, per provare ancora una volta quella libertà che ora mi chiedi? E se ti piegherò, adesso, sarà per farti libero poi, in un continuo rincorrerci. 
E credi che, malgrado i terribili due anni che ci stanno facendo dannare, non ti ringrazi tanto lo stesso per i tuoi baci umidi che mi appiccichi sulla bocca, dopo tanto litigare? Perché in fondo, siamo sempre innamorati.

domenica 12 gennaio 2014

Diario della settimana (dal 6 al 12 al gennaio)

Lunedì 6 - Befana - Unico giorno delle vacanze natalizie in cui mi trovo spiazzata, più che altro sola. La giornata è bellissima ma io mi reputo già felice a poter andare a trovare una coppia di miei ex colleghi con i bimbi, giusto per passare un'ora diversa. I bambini portano felicità anche in quella casa e a me passa così la mattina. Peccato che dopo pranzo non ne vogliano saper di dormire, passano un'ora a piangere disperati tutte le volte che, entrata di nuovo in camera loro per brontolarli e dire loro di dormire,  chiudo la porta di camera loro e me ne vado, cosa che non succede mai. Ma mi scappa da ridere perché in una delle tante volte in cui sono entrata, ho sentito Mina che mi faceva il verso, diceva shhh nanna al fratello e a me è passato tutto il nervosismo, a sentire quella piccola suocera ... Non sapendo più che fare li monto in passeggino e li porto ai giardini vicino casa, anche se sono sola. Punto sul fatto che a quell'ora non ci sono bambini e così posso tenere entrambi i bimbi sotto controllo. Resistiamo un'ora e poi rientriamo, mentre penso che più passa il tempo e più si fanno grandi, perché anche andare ai giardini da sola con loro è un'altro scatto di crescita, nonché un'altra mia "ganzata" che mi fa sentire più forte e sperare che presto arriveranno i tempi in cui non ho bisogno di avere sempre qualcuno a disposizione per sentirmi tranquilla. E anche oggi, appunto, benché da sola, è andata.
Martedì 7 - Rientro al nido, senza manifestare alcun problema. Io mi godo la mattina con un Gangster stranamente libero anche nel pomeriggio, quando ci accompagna tutti ai giardini vicino casa dove incontriamo anche Vale e Martins. Resistiamo fino a quando possiamo anche se l'umido ci coglie. La sera, per concludere la giornata Gangster presente, ce ne andiamo pure al cinema, io e lui soli, naturalmente.
Mercoledì 8 - Rientro al lavoro e trovo una collega nuova, che prenderà la mia scrivania. Boh, speriamo che presto mi trasferiscano proprio, la situazione prospettata non mi piace per niente. Quando vado a prendere i bimbi al nido, vedo l'ambulanza là davanti e mi prende un colpo. Per fortuna non è successo niente ai bambini anche se è caduta malamente una nonna nello scivoloso vialetto d'ingresso. Noi ce ne torniamo a casa senza giardini, perché il tempo è troppo bigio, anche se arrivati a casa andiamo insieme a piedi a comprare il pane per il babbo, come dicono i bimbi contenti mentre mi camminano mano nella mano sul marciapiede. Che tenere queste nostre prime uscite! Ci fermiamo dai nonni a vedere la Peppa, che emoziona solo Emino mentre Mina, per niente interessata, si ingegna per dargli noia.
Giovedì 9 - Mattina libera e faccio ancora shopping per i bimbi, comprando mutande e canottiere per il prossimo anno, quando i bimbi non avranno più il body e i pannolini ma metteranno la biancheria intima. Che emozione! Poi a pranzo con il Gangster da Eataly, da poco aperto, e poi alla serra con i bimbi e Valeria e Martins, a goderci un pomeriggio caldo anche se coperto. Meno male che abbiamo scoperto quell'angolo del nostro giardino dell'Orticoltura che ci accoglie sempre al meglio. Oggi i bimbi facevano i turni a saltare dalla pedana, anche se saltare sono parole grosse, visto che al massimo facevano dei passi lunghi, ma la concentrazione che mettevano valeva il bravi che dicevamo loro. Quando torniamo a casa troviamo il Gangster e mentre preparavo la cena per i due,  mi sono commossa a scorgere i tre sul divano a leggere i librini, con Mina  sulle gambe del babbo che gli mette un braccio intorno al collo e Emino che saltella di gioia quando il babbone gli insegna parole nuove.
Venerdì 10 - Tempo bigio, così stiamo ai giardini vicino al nido, non appena i due escono, insieme a mia sorella, della quale oggi è il compleanno. Per festeggiarla poi andiamo alla pasticceria vicino casa, con i bimbi per mano, a far merenda con un cappuccino e due biscotti per loro, felicissimi. Gochi in casa e via, la giornata è andata.
Sabato 11 - Riprende Musica in Culla ed è una bella benedizione, perché è così carina! Poi adesso, che il corso non è più gratuito, siamo rimasti in tre e quindi è intimo e favorisce la concentrazione. Oggi abbiamo "giocato con la musica" mimando una gita al lago, troppo bella! Dopo pranzo i gemelli dormono pochissimo e io sono subito stanca, li porto un po' ai giardini insieme a mia sorella e poi mi trattengo fuori con loro, facendo un giro per negozi con il passeggino. Al rientro a casa, Emino va a casa di mia sorella mentre Mina sta con me mentre io stiro e, quando le dico di prendere la sua  poltrona per leggere dei libri vicino a me, lei brava ubbidisce e mi fa una tenerezza, avere quella ragazza vicino mentre facciamo "robe da ragazze". La sera c'è la cena per il compleanno di mia sorella e quando noi torniamo a casa Mina è sveglia e sta con noi sul divano a guardare Indiana Jones, dando dei dolci baci sulla bocca al suo babbone, che si intenerisce neanche fosse il primo bacio della fidanzatina, e poi lei, ad un cenrto punto, dice "piccino piccino", scende dal divano e va in camera a dare dei bacini al fratello che dorme, facendogli anche delle carezze sulla testa, e poi torna da noi. Finito il film, tutti a letto!
Domenica 12 - La mattina parcheggiamo la macchia lontana e andiamo a piedi a trovare l'anziana zia che abita in centro. I due non fanno una piega, camminano a lungo e fanno anche tutte quelle rampe di scale, sia all'andata che al ritorno. Sarà per questo che dopo pranzo dormono tantissimo, tanto che sono costretta a svegliarli perché dovevamo andare a trovare una bimba amica del mare, che si chiama come Mina. I gemelli si tuffano sui suoi giochi, glieli strappano di mano se la piccola prova a rimpossessarsene e Emino, cosa mai vista, non appena gli capita a tiro quella piccola, la schiaffeggia. Io non so che fare, soprattutto perché quella bimba è figlia unica, non viene mandata al nido né in ludoteca per paura delle malattie, non è quindi abituata alla vita dura della condivisione e sta molto perplessa a guardare quell'invasione di quei miei due piccoli maleducati, che mai si sono comportati così male come oggi. Al momento dei saluti sento aleggiare un sospiro di sollievo, suo ma anche mio. A cena deciso di dare ai due un veloce latte e biscotti e vedo Emino disperato, che chiede piangendo "cena" con le lacrime agli occhi e a me un po' mi scappa da ridere, a pensare a quel ragazzone messo "a dieta" da questa mamma scriteriata che non aveva voglia di cucinare! Povero piccolo, con la fame che ti ritrovi sempre, cenare con una tazza di latte fa proprio piangere, hai ragione!

lunedì 6 gennaio 2014

Il valore aggiunto

Molto prima che iniziassero queste vacanze natalizie, ho iniziato a lamentarmi per quanto fossero lunghe, per quanto fosse ingiusto che toccasse di nuovo sempre a me l'accudimento totale dei bimbi, per quanto fossi di nuovo impaurita nel passare tanti giorni con i piccoli.
Per questo avevo contattato baby sitter, fatto telefonate alle ludoteche per sapere gli orari di apertura, avevo addirittura buttato già un programmino sull'agenda, per vedere di non essere colta dal panico nel dovermi gestire i piccoli senza saper cosa inventare.
Come sempre, invece, loro hanno stupito me e direi che questa volta, sono stati loro a farmi compagnia, invece che io a loro. Perché adesso si sono fatti grandi, perché adesso sono solo divertenti, perché adesso sono la grande gioia di questa casa, con le loro voci squillanti e i loro entusiasmi.
Però, la vera differenza, durante queste vacanze, l'ha fatta il Gangnster. Restio come sempre a promettrmi che sarebbe stato con noi, a pianificare quando e come ci avrebbe accompagnato, me lo sono ritrovato vicino molto più di quanto pensassi. Soprattutto me lo sono ritrovato vicino di cuore.
Prima di queste vacanze di Natale abbiamo passato un lungo periodo a urlarci addosso, ognuno rinfacciava all'altro quanto questa vita familiare schiacciasse qualsiasi energia, qualsiasi libertà, quanto fossimo fonte di delusione l'uno per l'altro, persi come stavamo ad occuparci da soli della parte delle nostre responsabilità. Poi, come sempre ci succede, arriva un momento in cui ci fermiamo a parlare e, cuore in mano, vengono fuori le parole che ci aiutano a spiegarci e con loro ritorna la tranquillità, grazie alla quale riaffiora l'amore, quell'amore grande che ci ha portato fino a qui.
Questo è successo la sera di Natale, da allora siamo andati avanti come un treno peace and love.
Fra tutte le immagini che ho, di questi giorni lenti, una è quella della mattina a colazione, quando i gemelli hanno appena finito il latte,  io preparo il tè per noi grandi e loro sanno che quello è il momento di chiamare  il loro babbone dicendo, con quelle vocine Babbo tè, babbo sedia, come a dire se non scendi e ti siedi qua con non  non è veramente colazione. 
Anche è stato bello ascoltare i due maschi di famiglia che si raccontavano i loro nomi: il Gangster insegnava a Emino il suo nome e cognome, quello della sorella, mio e suo e il piccolo ripeteva tutto, pronto a memorizzare la genealogia di famiglia.
Indimenticabile anche quando siamo andati in libreria a comprare un libro per il fratello grande, in ritardassimo nei compiti natalizi, e il Gangster ha voluto comprare anche due librini per i piccoli, inaspettatamente, visto che mi brontola sempre quando voglio comprare qualcosa ai due, sicuro che hanno sempre tanto e troppo. Ma mi ha spiegato che adesso è entusiasta di vedere il suo Emino con quella passione per la Peppa, che vede come una bella forma di carattere, quello di avere le idee chiare su cosa gli  piace e vivere quello che gli piace come una gran passione. Come non avrei mai immaginato di vedere il suo cellulare dato volontariamente in mano alla sua bambina, lui così geloso di quelle sue cose, ma quel musetto e quegli occhi neri della piccola fanno cedere anche le più ferree convinzioni.
Adesso anche lui fa quello che fino ad ora facevo solo io: racconta a me quello che insieme abbiamo visto fare ai bambini. Sì, anche se c'ero anche io, come succede a me, sente anche lui il bisogno di ricordarlo, di tornare a raccontare quanto gli faccia ridere che Mina parli di se stessa chiamandosi Mimma invece che con il suo nome  e di come Emino passi il suo tempo a sfogliare il libri e a dire sempre Peppa mamma, Peppa, Peppa babbo.
Rifiuto sempre i complimenti che mi fa dicendomi che se i nostri sono bimbi tranquilli è grazie a me, perché so invece che è solo una gran fortuna, che siano come siano, ma mi piace che veda i miei sforzi, l'energia che ci metto e la passione con cui lo faccio e, la gioia che mi danno, è adesso la stessa che sente anche lui visto che ora mi dice ma che senso ha non potermeli godere, sono così belli e simpatici.
Io penso che un cuore come il suo sia come un'arancia: ha una bella buccia fuori, impermeabile, ma che basti un gesto deciso per intaccarla e far sgorgare quel succo dolce e frizzante che ne è racchiuso dentro. 
Sappiate bimbi che, quando la sera prima di salire in camera nostra, vi veniamo a vedere dormire, il babbo vi dice sempre: a Emino che è il suo gigante, a Mina beato chi ti sposa.

domenica 5 gennaio 2014

Diario della settimana (dal 30 dicembre al 5 gennaio)

Lunedì 30 - Secondo compleanno! La mattina parte laboriosa, perché la festa deve essere organizzata al meglio e io mordo il freno nel fare il giro in centro con il babbone e i due festeggiati, vogliosa come sono di poter organizzare tutto senza pensieri. Ma alla fine riesco a fare tutto: allestimento mangereccio salato, dolci bellissimi uno per ciascuno con simpatici cagnolini per lui e scarpette rosa ballerine per lei, parrucchiere per me e vestiti rossi per tutti loro. Aspettiamo i nostri amici da Wendy e la festa è animata da una gran confusione, ma una confusione allegra, dove vediamo i nanetti tutti passare da un gioco ad un altro e via. Tanto che sono riuscita pure a reggere le conversazioni con le altre mamme. Erano invitati gli amici di sempre più due amichetti del mare e dal mare è venuta pure la mitica Guenda baby sitter marina che ho fatto vestire da Babbo Natale e portare i doni ai bambini (che poi erano dei gadget donati dalla Fondazione Bacciotti per la quale abbiamo chiesto agli invitati un'offerta pari al costo del regalo che avrebbero fatto per i gemelli e al quale abbiamo rinunciato volentieri). La festa è stata piacevolissima, calda e accogliente e al momento delle torte, è stato bellissimo vedere come Mina ha aspettato che finisse la sua canzoncina per poter poi spegnere la candelina concentratissima, mentre Emino, come al solito, quando ha capito che si cantava a lui, ha fatto la sua buffa aria vergognosa, ma poi ha spento diligente anche lui la sua candelina. E mentre tutti poi si sono rimessi a giocare, i miei gemelli buongustai, sono rimasti a tavola a mangiarsi le loro belle fette di torta. Che bella sensazione regalare belle feste ai miei bimbi e ai loro invitati!
Martedì 31 - La mattina è caotica e scriteriata: non mi sono organizzata bene e giro su me stessa, con i piccoli a seguito. E' una bella giornata di sole ma io mi trovo a portare i piccoli al lavoro per una visita, dove, mentre devo dare relazione ai colleghi, mi accorgo che i due, benché non siano mai stati nel mio ufficio, si ambientano subito, impadronendosi di sedie e penne che poi, al momento dei saluti, restituiscono volontariamente neanche fosse logico, per due bimbi piccoli, privarsi di oggetti con cui giocavano. E capisco che, forse proprio per l'abitudine che ho dato loro di seguirmi ovunque, i piccoli si affidano completamente a me e, per questo, di ogni situazione nuova, non ne hanno paura. Nel pomeriggio ci raggiungono il babbo Gangster con il Frafratello e andiamo, insieme a Valeria e Martino, ai giardini vicino casa, deserti. Ce li godiamo finché possiamo, finché il freddo e l'umido non si fanno sentire e poi tutti a casa, a prepararsi per il Cenone! I gemelli vanno a letto alla loro stessa ora, mentre noi riceviamo a casa una coppia di amici con in quali ci frequentiamo sporadicamente perché  più che altro è il Gangster ad avere rapporti di lavoro con lui, anche se  con la moglie abbiamo un feeling che mi dimostra anche questa sera, portandomi quasi la cena pronta, sapendo appunto cosa voglia dire avere dei bimbi piccoli in casa. La cena è piacevole e passa lieve, arriviamo precisi a momento del dolce per fare il brindisi di mezzanotte e, via, proprio perché è una serata eccezionale, svegliamo i bimbi e li portiamo a tavola con noi. Emino socializza subito, Mina è un attimo più diffidente, ma basta poco perché entrambi portino gioia a quel nostro tavolo. Poi biberon di latte e a letto poco dopo, senza nemmeno lamentarsi. Che bella serata!
Mercoledì 1 - Neanche sapessero che oggi dobbiamo tutti dormire di più, perché ieri sera abbiamo fatto tardi, i piccoli ci stupisono non dando segni fino alle 9,30. Poi, quando vado a vedere in camera che combinano, capisco che, avendo preso il latte nella notte, non hanno la solita fame e in più, nel risveglio notturno, si erano pure portati a letto dei libri della Peppa che stavano ora leggendo tranquilli nei loro lettini. Santa Peppa! Ci prepariamo e andiamo al mare dalla nonna. Pranzo e io e il Gangster ce ne andiamo a farci una passeggiatona al mare lì di fronte perché la giornata è bellissima, che sembra più Pasqua che Natale. Poi torniamo a casa dai bimbi e rientriamo a Firenze.
Giovedì 2 - Il tempo è nuvoloso forte, provo a telefonare a qualche ludoteca ma nessuna mi risponde così mi balena in mente che posso portare i bimbi al baby parking dove abbiamo festeggiato il compleanno e, arrivati là, eravamo soli. Bellissimo, mi sono proprio goduta quel posto insieme ai miei bimbi, lì tutti intenti a giocare con la cucina giocattolo e con il fingere di fare la pappa, apparecchiando e cucinando con quei giochini. Nel pomeriggio lascio i bimbi alle mie sorella e io me ne vado con il Gangster a fare un giro in centro per i saldi di lui e, visto che ci siamo, anche per i piccoli. Come sempre mi sono avvantaggiata nel comprare i giubbotti per i prossimi anni e altre cose. Poi, al momento di andare in libreria per comprare un libro per il Frafratello, il Gangster ha voluto comprare anche due libiccini dell'amata Peppa per i piccoli e  lì, in quel momento, in quella libreria dove sempre ho comprato i libri per me, vedere mio marito che comprava un Gianni Rodari e dei libri colorti per i nostri piccoli, mi sono veramente emozionata, come se tanti giorni passati là dentro per me, avessero solo oggi, con quel momento, il loro vero senso. La sera, per chiudere in bellezza, ce ne andiamo a vedere quattro matti spagnoli al Teatro di Rifredi, che ci hanno fatto ridere.
Venerdì 3 - La mattina è di nuovo piovosa, per questo torniamo al baby parking dove siamo di nuovo soli e dove di nuovo ci godiamo la mattina tranquilla, non prima di essermi fermata in un negozio lì vicino (che poi era quello dove la mia mamma mi comprava i vestiti da piccola a me) a fare incetta di vestiti bellissimi per i due, compresi un impermeabile rosso fatto a cocomero per Mina e uno celeste con il cappuccio ad orsetto per Emino. Nel pomeriggio poi siamo andati a trovare Giacomo con Martino e Valeria e, tornando in quella casa faticosissima dopo molto tempo, mi sono goduta i miei bimbi diventati grandi, che adesso non devono più essere trasportati per quelle infinite scale con due turni velocissimi in braccio, ma hanno salito tutte quelle scale da soli tenendomi per mano! Grandi piccoli!
Sabato 4 - La mattina il Gangster porta i gemelli dalla nonna del mare e così io rimango sola tutto il giorno. Inizio facendo di nuovo shopping per i gemelli, oggi iniziano i saldi ufficiali e, anche se già mi ero portata avanti i giorni precedenti, oggi approfondisco e mi concentro sulle magliette a maniche lunghe taglia 4 anni. Sì, sembra un eccesso, comprare cose che metteranno fra due anni, ma ho visto che mi sono trovata bene ad acquistare in anticipo utilizzando i saldi. Decido che niente più Zara, dove le magliette hanno il collo poco rifinito e che sta tutto largo, lasciando quindi la gola sempre scoperta ai piccoli e torno ad un mio affezionato Benetton, dove con le maglie vado a colpo sicuro (e poi ho pure una commessa che conosco che è tanto carina, mi sceglie le maglie lei per misura e seleziona anche quelle per prezzo) Torno a casa e decido di riordinare tutto l'armadio dei piccoli, raggruppo per anni e per tipologia e metto pure dei cartelli sui raggruppamenti: passo praticamente  a fare quel lavoro tutto il pomeriggio, con un piccolo intervallo dall'estetista dove devo andare quando i piccoli non ci sono. Quanto la famigliola torna a casa ho appena finito quel lavorone dell'armadio e, anche se oggi non mi sono riposata per niente, sono contenta di aver fatto tutto quello che ho fatto. La sera poi passiamo con in Gangster del tempo dolcissimo a guardare le foto del recente Natale con i piccoli e anche ci avventuriamo in foto dei vari Natali che abbiamo passato al caldo, dove avevo un visino rilassato!
Domenica 5 - Piove e per questo forse, vedendo buio, i gemelli di nuovo dormono fino alle 9 e oltre. Così la mattina parte calma, colazione tutti insieme e il Gangster rimane sul divano con i piccoli a leggere i librini della Peppa mentre io stiro montagne di piccoli vestiti. E incredibilmente, stirare e sentire il resto della mia famiglia che legge libriccini, mi rende felicissima. Poi andiamo a pranzo da mia sorella Anna, dove stiamo sempre bene, festeggiamo di nuovo con le candeline sulla torta il compleanno dei gemelli e torniamo a casa per far dormire i piccoli e, perché no, anche i grandi. Quando ci svegliamo il pomeriggio è più che inoltrato e non ci rimane che stare un po'  sul divano a fare vari giochetti lenti, che questi cambi di orario frastornano sempre i cuccioli. Chiedono poi loro di cenare con il latte e vanno a letto cotti.

venerdì 3 gennaio 2014

Ventiquattro anzi, due

Di ventiquattro mesi adesso non si parla più, perché ora sono diventati due gli anni, e i bambini grandi di due anni non si misurano più in mesi.
Il compleanno è arrivato proprio al momento giusto, quando giusto giusto i piccoli si sono fatti grandi, grandi nei modi e nel pensare, soprattutto.
Adesso, da duenni, viviamo di parole e emozioni. 
Emino passa le sue giornate a parlare e a voler imparare tutti i nomi degli oggetti che ha vicino, nonché a voler assolutamente che gli si dica a quale parola corrisponde ogni disegno dei suoi infiniti libri, che formano una biblioteca squinternata, un po' come lo è la mia. Ha il libro grande dei pesci, ha il libro di Babbo Natale che suona, ha il libro dove i bimbi fanno gol e il libro dei Tre porcellini con le finestre che si aprono. Ma non disdegnamo neanche il libro dei cuccioli e quello dalle finestrelle che fanno vedere cosa c'è in casa. Ma ad essere sincera, benché tutti siano apprezzati e cercati, tutti quei libri sono niente al confronto della Peppa. Uuuuuuusignore! Ho fatto il grande errore di cedere alla moda, e un giorno ho comprato ai piccoli cinque libriccini della Peppa che entrano in un raccoglitore. Sono stati una rivelazione per Emino! Ovviamene sono diventati subito suoi, guai a chiedergli di condividerli con la sorella, e adesso passa i giorni a leggerli da solo dicendo, di continuo le stesse cose tipo Peppa mamma, Peppa, Peppa babbo, George. Avanti e indietro all'infinito. Quando invece è l'ora della Peppa in tv, che qua a casa io non faccio vedere loro, lui chiede a mio padre di accendere il televisore, quando è da loro, e insieme, il nonno con in braccio il piccolo, si guardano assorti mezz'ora di Peppa: Emino esclamando in continuazione di felicità, il nonno, inutile negarlo, quasi affascinanti come il piccolo da tali cartoni. E se me lo avessero detto che un giorno avrei visto il mio babbo così!
Mina invece la Peppa non se la fila per niente, l'unica cosa è che pretende, ogni tanto, è di tenere anche lei qualche libriccino della Peppa, solo perché interessa tanto al fratello e solo per fare un dispetto a lui. Così si instaurano fra di loro serrate trattative su chi tiene che cosa, in un loro tacito ordine di valori che quei librini  segretamente contengono.
Mina invece ama di più fare, suonare, cullare le bambole, cosa che pensavo non arrivasse mai per lei, visto che non l'ho mai abituata ad essere materna. E', a quanto pare, però, l'indole. Già lo faceva con il fratello, si preoccupa per lui se lo sente piangere e cerca di consolarlo anticipando i suo desideri, magari portandogli il suo giocattolo preferito. Lui, in cambio, quando vede il ciuccio di lei abbandonato, glielo prende e glielo porta, come a dire è impossibile che tu ne stia senza, visto che io non ne sto senza mai.
Fra loro c'è un segreto legame speciale, ho scoperto che addirittura a volte sono così solidali fra di loro da disobbidirmi, lui le tira i capelli e le botte in testa mentre lei lo morde, ma anche si tengono per mano quando camminano e giocano  come dei cuccioli di leone prima di andare a letto, non lamentandosi mai di quella loro infinita lotta. 
Io amo quelle manine calde che mi tengono per mano, quelle bocche umide che mi baciano sulla bocca e qui piccoli passi a battere che mi girano per casa. 
Credo che questi due anni siano stati il vero significato di tanto di quello che ho fatto nella mia vita.