lunedì 30 gennaio 2017

Se la chiami lei viene

Sabato sarebbe stato il tuo compleanno. Per fortuna non me lo sono ricordato. Ci ho pensato solo questa notte, in uno dei momenti in cui penso a te. Forse perchè ieri sera sembrava che anche il babbo stesse male, e io, anche se mi difendo molto da tutti questi dolori, sono dentro a te e a lui fino al collo.
Per il tuo compleanno, cara mammina mia, vorrei raccontarti di Marghe, di quando siamo andati un pomeriggio al cinema a vedere Oceania, lei vicina a me a chiedermi spiegazioni per una cosa che non capiva. Mi chiedeva come fosse possibile che la nonna di Vaiana, morta prima che lei partisse per oltrepassare la barriera, comparisse di nuovo a quella sua nipote coraggiosa, proprio in una notte in cui la ragazza il coraggio lo aveva perso. Le dico che  se anche  le persone care muoiono, come è morta la nonna Carla, se uno ha bisogno di lei può sempre chiamarla e sicuramente la nonna, dalla nuvoletta, scende in nostro aiuto. Marghe rimane silenziosa, forse incredula e il film continua. Poi entriamo in auto, il fratello, scosso dalle troppe paure avute durante il film, si addormenta di colpo russando e noi ce ne stiamo un po' in silenzio. In quel silenzio sento che Marghe chiama:"Nonna Carla" a voce alta, forse per provare se da vero, chiamando la nonna, l'avrebbe finalmente rivista.
Io mi sono emozionata, ma emozionata con tenerezza, senza tristezza, sicura che anche la mia mamma se la sarebbe risa di cuore. Sicura anche che la mia mamma, chiamata, sia venuta subito dalla nostra amata e dolce Marghe e abbia fatto il viaggio verso casa lì con noi, seduta fra la sua nipote riccia e il nipote russante.

venerdì 27 gennaio 2017

Nel corpo e nel cuore

I tempi degli amori, per voi, sono ancora lonatani. Ma io ogni tanto mi imbatto in qualche pensiero.
Quando ho visto al cinema  Capitan Fantastic sono rimasta colpita dal saluto del padre al figlio, che se ne andava nel mondo, che gli raccomanda, quando avrebbe trovato una donna, di amarla con rispetto. E questo è quello che vorrei insegnati a te, amore mio piccolo e maschio, che mi brami, mi stringi, mi baci con amore, con una fisicità, un trasporto e una passione che ti insegnano a confrontarti con un'amore, seppur adesso solo quello assoluto verso la tua mamma. Io penso che, lasciandoti gioire, coltivando questa tua emozione, chiamandoti amore e dicendoti quanto ti voglio bene anche io, ti insegni che l'amore, che prima o poi amplierà lo sguardo oltre di me, è fatto di emozione, di trepidazione di cuore, anche di trasporto fisico urgente che non ti farà ragionare, ma che deve rimanere collegato al cuore, in ogni tua scelta. Vorrei che con le donne tu fossi un gentiluomo, che tu non le ingannassi ma le rispettassi, orgoglioso di mostrarti forte e anche debole, onorato di fare il primo passo e anche di fermarti ad aspettarla, se lei ne avrà bisogno. Guardala negli occhi, attraverso il suo sguardo arrivale al cuore, prendila per mano e avanza insieme a lei. Spero ti sappia portare, spero che vi accomagnerete, spero che sia emozionante, spero che l'allegria sia del corpo e della mente, dell'andare e dello stare, di fare sul serio e di scherzare. Spero che in lei tu trovi l'emozione di buttarti, spero che lei sappia donarti l'emozione di riconfermarle l'amore tutti i giorni. Spero che lei sia una di molte, perchè nella vita si cambia, si prova e ci si esalta. Spero che poi, con Lei, tu ti fermi e costruisca. Ometto solido come sei, che ami regalare per il gusto di veder l'altro felice
Per te invece, mia farfallina che mi somiglia tanto, vorrei  attrezzarti ad avere con un carattere forte, che sappia affrontare le tempeste del cuore, che sicurmente ti capiteranno, così simile a me come sei da conoscere già quante lacrime e delusioni ti coglieranno Ti auguro di amare appassionata, di non cadere nella trappola delle prime promesse impossibili da mantenere, di gioire di quel che provi, nel fisico e nel cuore, nell'andare oltre a quello che si aspettano da te, in genere che tu sia brava, fedele e rassicurante. Una Donna non è quasi mai così, ha bisogno di provare, strappare e rinascere per essere felice. Ostinati a provare amore anche se fosse solo per una notte, ostinati a pretendere il meglio per te, anche se fosse solo per un mese, ostinati a cercare l'amore, perchè quello deve essere per tutta la vita. Non con il primo, con con il secondo, non con il millesimo, ma con quello che saprà leggere il tuo cuore, rispettarlo, lasciarlo libero come lo sono i tuoi capelli, adorarti nel tuo bel corpo e nelle tue risate, regalandoti  vicino  una persona calma che ti permetta per poter inciampare senza paura. Pretendete entrabi di essere felici.

giovedì 19 gennaio 2017

Separati ma infelici

Ieri giornata di gemelli separati. Emanuele aveva in programma una visita dal foniatra che lo e mi bloccavano a casa tutta la mattina, quindi Marghe è andata all'asilo da sola. L'ho accompagnata io, lasciando Emino a casa con il babbo. Io e lei da sole abbiamo chiacchierato in auto, con tutto il tempo e il silenzio a disposizione, senza quell'Ema che parla di continuo. Ci siamo anche concesse una colazione al bar, io e lei, sedute a tavolino come due amiche. Poi siamo andate all'asilo correndo e saltando, mano nella mano rosse di freddo e felici. Torno a casa e prendo Ema, ce ne andiamo insieme a fare la spesa, ce ne andiamo alla visita a piedi, pranziamo con la pizza nel nostro posto preferito. Poi a casa, stanchi e infreddoliti entrambi, ci siamo un po' guardati la tv insieme. Ma dopo avanzava ancora del tempo e Ema, sconsolato, mi chiede quando saremo andati a prendere Marghe. Le ho chiesto se le mancasse e lui ha detto sì, con gli occhi luminosi, pensando alla sua compagna di giochi. Gli ho chiesto se voleva fare qualcosa con me, approfittando di questa nostra solitudine, mi ha detto sì ma senza entusiasmo, più per far contenta me che lui. Quando siamo arrivati poi all'asilo, Marghe è corsa incontro al fratello e lo ha abbracciato forte forte, dimostrando così che per loro la lontananza è davvero un vuoto. Anche la sera, dopo la piscina, dopo la cena, prima di andare a letto, lei se l'è ancora abbracciato dicendo che le era mancato tanto quel suo fratellino. E lui le ha risposto con gli occhi e con un abbraccio ancora più stretto. E io che pensavo di aver regalato loro dei momenti felici da passare con me! Ma meglio così, sicuramente!

lunedì 16 gennaio 2017

Suonare i campanelli

Porto i gemelli ai corsi di musica da quando gattonavano. Penso che la musica sia allegria per l'anima e nutrimento per il cervello. Adesso, con l'inizio dello studio delle note, dobbiamo iniziare a scegliere lo strumento da suonare, ormai il prossimo anno.
Mentre sabato stiamo andando al corso, chiedo:
"Marghe, ma te cosa vorresti suonare?"
Lei risponde: "I campanelli"
Ah, ecco.

martedì 3 gennaio 2017

Odori segreti, amicizie deluse, prove delle vita

Ieri pomeriggio siamo rimasti a casa soli io e te, mentre Marghe era a fare la spesa con il babbo. Come sempre, quando siamo da soli, vuoi aiutarmi a fare qualcosa,  era il momento di stirare così mi hai aiutato a portare i vestiti stirati in camera. Li tenevi stretti ben in equilibrio, poggiandoci la testa sopra per non farli cascare. Poi,  quando li hai lasciati, come sempre ti sei annusato le mani. Questa volta però mi hai chiamato e mi hai detto che mi volevi dire un segreto, forse forte del fatto che eravamo soli io e te. All'orecchio, per paura che questo tuo segreto venisse sentito da qualcuno, anche se nessuno c'era oltre noi, mi hai detto: "Sai mamma che io sento gli odori? Sento i profumi e i puzzi, ma li sento tanto." E io ti ho rassicurato, dicendo che lo sapevo, che me ne ero accorta (come fare a non accorgersene, dopo ogni cosa che fai ti  annusi sempre le mani) e che era un dono speciale quello che avevi. Hai tirato un sospiro di sollievo, felice di avermi  potuto confessare quel tuo "potenziale", felice che qualcuno accogliesse quelle tue perprlessità.
Forse per questo, questa mattina, quando stavamo percorrendo il vialetto che porta alla piscina, per la seconda mattina dei centri invernali in piscina,  mi hai chiesto come si fa a diventare amico di qualcuno. Io ti ho detto che per  prima cosa bisogna chiedere il nome dell'amico, poi dire il proprio e chiedere se vuole diventare tuo amico. Hai ascoltato, come sempre, quando la cosa non ti torna mi chiedi ripetere per darti tempo di capire meglio e poi mi hai chiesto come fare se quell'amico non vuole essere tuo amico. In quel momento allora Marghe, che stava sentendo tutto, mi ha chiesto cosa lei doveva fare se un bambino non voleva essere amico del suo fratello oppure se litigava con suo fratello. Lì ho capito che non erano teorie quello che i due mi chiedevano, ma mi stavano chiedendo spiegazioni di qualcosa che hanno vissuto, forse proprio in piscina o forse con altri amici, e ovviamente, io ho risposto che devono cercare di trovare un accordo con l'ipotetico amico oppure cercare di fare la pace e dire amici come prima.
Tutto questo per raccontare quanto tu, mio ometto, sia impegnato a  capire il mondo, le delusioni, le perplessità, le modalità della vita e di come la sua sorellina ti tenga d'occhio.

lunedì 2 gennaio 2017

Compleanno numero 5

Abbiamo festeggiato i 5 anni al sole d'inverno, in un giardino freddo ma accogliente,  il 30 dicembre di mattina quando ancora tutti gli altri bimbi erano in casa. Ma la fortuna arride agli audaci, io sapevo che per il compleanno dei miei bambini ci sarebbe stato il sole, che l'avremmo festeggiato all'aperto come piace a me, che sarebbe andato tutto bene, come è stato. I bambini invitati erano solo gli amici stretti, 12 in tutto, il clown che ci ha animato la festa era uno sconosciuto consigliatissimo dagli altri clown che conosco bene e in effetti ci ha fatto morir dal ridere. Emanuele mentre si prestava a fare gli spettacoli con lui si schiantava dal ridere e Marghe che non ha voluto partecipare, se non alla fine in compagnia delle sue amiche,  si schiantava dal ridere a vedere il fratello. Tanto che quei video che ho fatto, che riprendeono i pezzi di spettacolo con Emanuele protagonista, li uso nei momenti di tristezza per strapparmi un  sorriso e li ho mandati agli amici più cari,come biglietto di auguri per un nuovo anno felice.
Di questo quinto compleanno ricordo il sole e le risate, ma ricodo anche la mattina presto, quando Ema è venuto nel lettone e io gli ho detto buon compleanno, stringendomelo forte a me e ho sentito quel suo corpicino magro che fremema dalla felicità, emozionato come fa lui che spalanca la bocca senza emettere suono e sprigiona gioia dagli occhi. Come ricordo Marghe che mi ha detto che quello era stato il giorno più bello della sua vita, lei che aveva criticato l'assoldamento di un clown per il suo compleanno, mentre invece adesso insisite che Giulivo venga tutti gli anni. Come ricorderò la felicità nei loro occhi quando hanno visto quelle torte che tanto volevano entrambi, ognuno con i prorpi personaggi preferiti e, anche, la gioia di vedere Ema che, appena finito di spengere le candeline, distribuisce spontaneamente i pupazzi dei Paw Patrol che aveva sulla torta, con generosità ad ogni amico, chiamandolo uno per uno mentre per contro (ad onor del vero va detto), Marghe ha insisitito a voler scegliere la fetta di torta con la sua Wings preferita, Stella, forte del fatto che la festeggiata fosse lei, lasciando poi che le altre bimbe scegliessero le preferite ma dopo di lei.
Io il giorno del compleanno dei gemelli mi emoziono ogni volta e ogni volta ripercorro quel giorno della loro nascita, quando sono venuti al mondo e forse, quella più spaesata e impreparata ero io. Poi, come sempre fanno, loro, i piccoli, mi hanno guidato e mi hanno aiutato a farli crescere, insegnando loro a me come fare. Grazie per questo  bel compleanno a voi, amori miei.