mercoledì 22 febbraio 2017

Si prevedono pomeriggi di fuoco



E finalmente è arrivata anche l’accettazione nella scuola richiesta, quella nella quale eravamo stati smistati dalla prima scelta. Ieri sera abbiamo ufficialmente brindato alla fine delle scuole private.
Tutto bene, tutto come il destino ha deciso, è solo che, giusto il giorno prima, il pomeriggio, tornati a casa dopo l’asilo, mi sono detta ma perché non approfittare di questo tempo libero per far fare i compiti di musica ai gemelli? Avevo preventivato giusto una mezz’oretta di tempo e dedizione, prevedendo una cosa veloce e intensa e…. invece lo scenario che mi si è presentato è stato di tutt’altro genere.
Ci mettiamo sul tavolo di cucina (nella sana mia illusione di poter, intanto che loro facevano i compiti, preparare la cena). Entrambi ai lati opposti, si fronteggiavano da lontano. Lei subito pronta, si posiziona con il foglio davanti e i pennarelli pronti (andava disegnata la scala a colori delle note prendendo, come riferimento, il disegno dell’omino della musica). Lei inizia, sceglie i colori e colora i cerchi, che rappresentano le note, dei colori giusti. Lui invece non ne vuol sapere di sedersi,  scappa, va richiamato e ricattato. Quando inizia, disegna così veloce da andare fuori dal cerchio e disegnare oltre i bordi. Lei, da lontano, gli dà una rapida occhiata e gli dice:”Brutto Ema, ma quanti scarabocchi fai!”. Lui, ovviamente, si offende e, con il broncio e quasi pronto a piangere, si alza e se ne va via. Allora io brontolo lei, le dico di pensare a quello che fa e di non guardare e criticare il fratello. Tento, a lungo, di recuperare lui che, alla fine, si fa convincere e torna. Intanto lei ha già finito, intanto lui fa così di fretta da sbagliare i colori. Glielo dico, lui si offende di nuovo e io decido di non essere indulgente: a settembre andrà alle elementari e che si plachi! Deve sforzarsi di concentrarsi su quel che fa. Intanto con lei cerchiamo di fare la chiave di violino (che non è certo uno scherzo!). Lui allora ricomincia dall’inizio e alla fine ci riesce. Passiamo allora a scrivere le note sul pentagramma. Lui si ricorda tutto della lezione di musica di sabato scorso e, senza indugio, posiziona le note nel posto giusto del pentagramma. Lei invece ha bisogno di studiarle di nuovo, prima di posizionarle deve ripetersele mentalmente, prendendosi dei secondi per decidere, cosa che permette a lui di suggerirle subito come fare. Ovviamente lei si umilia di questa sua lentezza che poi lentezza non è, deve solo studiare come facciamo tutti e non è necessario ricordare tutto sempre come fa lui. Per questo i ruoli si scambiano, adesso piange lei e lui la deride.
Alla fine riusciamo a scrivere le note giuste sul pentagramma e anche a leggere uno spartito semplice già scritto. Certo, ad onor del vero lui legge cantando il suono delle note, avendo già memorizzato tutto da tempo, mentre lei riesce a leggere lo spartito con un monotono. Io guardo l’orologio e mi accorgo che la mezz’oretta prevista… si è trasformata in un’ora abbondante, piena di scene madri, di fatica, di richiami e di un gran mal di testa. Tento di fare una cena veloce e, mentre sfornello vedo sconfortata come saranno i nostri pomeriggi del prossimo anno scolastico, quando i due andranno alle elementari e dovranno fare i compiti quotidianamente a casa  (per scelta mia di far fare loro il tempo corto). Si prevedono pomeriggi di fuoco, si annullano tutti gli appuntamenti, e si incrociano le dita.
Certo che, tornato a casa il Gangster, gli ho raccontato sconfortata l’accaduto, ma anche ho mostrato orgogliosa come i due leggessero senza indugio lo spartito.

mercoledì 15 febbraio 2017

Scuola primaria

E alle 12.08 e alle 12.15 ci hanno smistato in un'altra scuola. Il dato è tratto, il destino segnanto.
Le iscrizioni alla scuola primaria vengono fatte esclusivamente on line, anche se le telefonate non sono mancate, open day fatti, informazioni tipo 007 prese e anche carpite, stilato lista di pro e contro di ogni scuola possibile da scegliere, cronometrato orari e percosi, eventuali attività secondarie da incastrare, sentito umori e mormorii sui probabili docenti, ho pure una lista segreta, nel cassetto al lavoro, dei possibili bimbi avversari, quelli più papabili per rubarci il posto. E così è stato: 31 richieste per 25 posti disponibili nella scuola di nostra prima scelta. Noi, a punteggio zero perchè siamo ampliamente fuori dalla zonizzazione della scuola, siamo stati fra quelli esclusi e smistati. Smistati alla mia seconda scelta, altra scuolina pubblica di campagna, dove pare che la prima classe si formerà con soli 15 bambini, anche lì tempo corto, con due soli pomeriggi a scuola gli altri a casa con la mamma a fare i compiti, scuola su di una collina di Firenze, forse la più prestigiosa, uccellini che cinguettano, tutti si conoscono ad eccezione della futura insegnante, che dovrà essere di nuova nomina, con tutte le conseguenze del caso. Ma ormai il dado è tratto, il destino segnato e lassù andremo! Perchè nell'aria c'è già odore di scuola elementare anzi no, ops, scuola primaria, come si chiama adesso.

martedì 14 febbraio 2017

Buon San Valentino

A quanto pare mi ascolti attenta, anche se, svagata come sei, non sembra. Così, quando ti scoppia il cuore per il tanto amore che provi per me, sento che cerchi di ricordare e ripeti quello che ti dico sempre io, quando, ugualmente, mi scoppia il cuore di amore per te. Così ti ritrovi a dirmi, dopo che un "Mamma ti adoro" non ti basta più un: "Mamma, sono così orgogliosa di te" proprio perchè te lo dico sempre io. E io, per non essere da meno, una mattina in cui ce ne stavamo cinguettando amore e complimenti, ti ho detto: " Marghe, sono così innamorata di te. "E lì tu mi hai femato. Mi hai detto: "Eh no mamma, mi dispiace, ormai sei sposata con il babbo." E mi hai fatto ridere!
Buon San Valentino piccola apetta amorosa mia.

mercoledì 8 febbraio 2017

Grazie per la compagnia che mi hai fatto

Gemelli colpiti dall'influenza. Stiamo a casa tutti insieme per qualche giorno. Vista la febbre e la spossatezza che dà, la giornata era organizzata così: fino alle 11 noi tre rimanevamo  nel lettone in pigiama a guardarci Cartoonito, poi doccia ritemprante e rinfrescante, spremuta, vestiti e un po' di disegni. Pranzetto, lettura libri tutti abbracciati sul divano e poi tornava la febbre, che vedeva Ema stramazzare in un sonno profondo sul divano per tutto il pomeriggio, mentre Marghe, con la stessa febbre, si accomodava tranquilla nel suo lettino con il tablet sulle ginocchia, a cercare un po' di video che le piacevano. E in quello strano silenzio della casa, in quella strana quiete, li ho osservati, ho visto una bimba che mi sembrava un'adolescente, lì in cameretta sua da sola  con il tablet,  mentre  lui caldo di febbre e di sonno, mi ricordava tanto quando da piccolo si addormentava, nella stessa posizione, sul divano. Io che adoro alzarmi presto, mi sono goduta invece quelle lunghe mattine passate sotto le coperte tutti insieme, lì ad annusarci e a coccolarci. Tanto che quando la pediatra ci ha detto che sarebbero duvuti rimanere a casa per tutta la settimana, la decisione di portarli dalla nonna è stata sì inevitabile, perchè io, oltre al martedì, non potevo più rimanere a casa con loro. Però mi sono fatta triste, li ho salutati ieri sera, quando il loro babbo li ha accompagnati dalla nonna, con abbracci stretti e non potevo non dire loro che quello che ho detto ad entrambi mentre li abbracciavo uno ad uno: "grazie per la compagnia che mi hai fatto in questi giorni". Sono stati momenti magici.