domenica 21 settembre 2014

Quando ci sei te...

Siamo tornati dal mare e ci siamo fermati a salutare i nonni, che poi sono i miei genitori. 
Come sempre i piccoli hanno fatto baldoria e si sono esibiti nelle loro scenette comiche che fanno divertire e la mia mamma li osservava a volte distante a volte divertita. 
I piccoli poi l'hanno aiutata ad andare in camera a mettere il pigiama, tenendola per mano e tirandola anche un po', loro seri in quel loro compito importante, mentre le docile  si faceva  portare.
Poi è venuto il momento di salutare, i bimbi erano già per le scale e io sono rimasta sola in stanza con lei.
Mi ha preso la mano e se l'è  portata al viso, e a me si sono riempiti gli occhi di lacrime, anche se non volevo piangere. Poi lei, che adesso mi chiama con il nome di mia sorella, e che non fa più un discorso logico da tempo, mi ha detto "quando ci sei te è tutto più bello" e io avrei voluto dirti tante cose, mammina mia, avrei voluto dirti che mi manchi tanto, che mi sono trovata orfana di mamma senza neanche esserne accorta, che è così dura la vita senza di te, i tuoi consigli, le tue risate, il tuo prendermi in giro, il tuo tranquillizzarmi, il tuo carezzarmi.
Sai, a me manca il respiro a volte, spesso mi manca di sapere se faccio bene o meno, e mi attacco tantissimo ai ricordi che ho di te come mamma, per fare come hai fatto te, nell'incertezza di fare bene o male. 
Però questa sera poi non ho pianto, mi sono trattenuta a salutarti e ho osservato il tuo viso e quelle espressioni che hai, che sono le stesse di quando stavi bene. 
Per cui sappi che, anche se al mio cuore manca la tua compagnia, io ogni tanto ti annuso, ti carezzo e ti guardo, nella speranza che tu mi regali altri momenti come quello di stasera, altre parole dolci nei miei riguardi, che mi creano il subbuglio nel cuore, ma anche mi danno tanta forza nuova per andare avanti. 
Grazie per avermi di nuovo parlato.

giovedì 18 settembre 2014

Il secondo, il terzo e il quarto giorno

Il primo giorno l'ho già raccontato. 
Il secondo giorno le maestre mi hanno chiesto se i bimbi avessero detto che non volevano venire, all'asilo nuovo, e io ho risposto certo che no, volevano tornare anche ieri pomeriggio! Però Margheritina mia, al momento del distacco, mi si è attaccata alla gamba e non voleva che me ne andassi. Sono un po' rimasta lì con lei ma poi la maestra mi ha detto che quando ci sono i genitori è peggio, così io le ho confermato che ero pienamente d'accordo e mi sono alzata decisa ad andarmene, nonostante tutto. Abbiamo solo patteggiato che il fratello le stesse vicino, e mi sono avviata alla porta. Il tempo di varcarla, mi sono girata indietro per un ultimo sguardo, e già la bimba era serena. Quando sono andata a prenderli i bimbi mi hanno raccontato che oggi si sono guardati le mani e le hanno pure disegnate.
Il terzo giorno invece era il mio gran giorno lavorativo, sono uscita di casa che i bimbi ancora dormivano e mi sono diretta come un automa al nuovo posto di lavoro, quello che desideravo da anni.  Ma più il tempo passava e più i piccoli mi mancavano, soprattutto perché sapevo che sarei dovuta rimanere lì fino al tardo pomeriggio, e sicuramente rincasare all'ora di cena. 
I bimbi li hanno accompagnati  all'asilo il Gangster insieme a Guendalina, che poi mi ha raccontato che un po' di storie Marghe l'ha fatte anche stamani, e che al momento in cui è tornata a prenderli i bimbi si erano fatta la pipì addosso tante volte, cosa mai successa. Quindi li ha presi lei e se li è tenuti in casa fino al mio ritorno. Insieme hanno fatto la schiacciata, il pane e una torta salata che mi aspettava per cena, ma mentre io ricevevo informazioni in diretta dalla baby sitter, mi si stringeva sempre di più il cuore. Uuuu, quanto mi mancavano. Mi dicevo che non c'è lavoro che meriti di perdersi un loro risveglio, e che fortunata che sono stata a godermeli tanto tanto. Poi il lavoro è in effetti promettente, le colleghe molto meno ma questo lo sapevo, anche se speravo nel contrario. E quando sono tornata a casa, estenuata dalla giornata di presentazione dei progetti lavorativi, ho trovato i bimbi felici di vedermi, che mi saltavano addosso, che volevano che mi sdraiassi sul pavimento di cucina per prenderli sulle spalle, insomma, li ho visti fare cose che in genere non fanno mai, soprattutto manifestare così tanto la voglia di vedermi e di starmi appiccicata.
Sono andata così a letto spossata e decisa a godermi più che posso questi miei due nanetti allegri.
Il quarto giorno ero di nuovo a casa io, me li sono portati e andati a riprendere, nessuno ha fatto storie anzi, mi hanno raccontato che avevano visto tagliare gli alberi e che hanno cantato le canzoncine. Però all'ora di pranzo Emino mi è voluto stare seduto sulle gambe e ha voluto per tutto il giorno tanti di quegli abbracci, mentre Marghe mi cercava con le mani, sempre attaccata e tutto questo in maniera esagerata rispetto al solito, che manifesta così quanto bisogno abbiamo di stare comunque vicino.
Domani di nuovo li porterà e li riprenderà Guendalina, ma io mi riprometto di tornare presto nel pomeriggio per coccolarmeli un po' e soprattutto per farmi coccolare da loro. 
Io, la vera bisognosa.

lunedì 15 settembre 2014

Primo giorno di scuola materna

E' iniziata la scuola materna. Oggi, 15 settembre 2014.
Questa mattina abbiamo partecipato tutti a questo grande inizio, i gemelli con mamma e babbo si sono diretti insieme "in un posto nuovo" come chiamiamo tutte le nostre nuove esperienze. 
Da giorni dicevo loro che da Gianna non saremo più andati, perchè da Gianna andavano i bimbi piccoli, mentre loro adesso erano grandi e sarebbero andati in un posto nuovo, con tanti altri bambini che non conoscevamo.
Quando raccontavo loro questo, li sentivo che me lo  ripetevano tranquilli, come se avessero imparato la lezione. Ma avevo paura che poi, di fatto, non avrebbero accettato tanto serenamente questo cambiamento. 
Invece questa mattina, con i loro zainetti in spalla, fatte le foto, siamo andati all'asilo, o scuola materna o scuola dell'infanzia.
Siamo entrati che mi tenevano stretti per mano, come fanno sempre quando si affidano a me per andare in posti dove non sono mai stati. In classe c'erano pochi bambini più grandi e altri pochi bimbi nuovi, perchè l'inserimento inizia a piccoli gruppi. 
I gemelli sono rimasti vicino a me, e mi hanno seguito quando io mi sono spostata nella perlustrazione della stanza, mentre il Gangster ci guardava da lontano e, poi, vedendoci tranquilli, ci ha salutato. 
Nella stanza c'erano dei bimbi che giocavano con dei treni, e subito Emino, dopo un attimo di osservazione, si è buttato tranquillo a giocare con i suoi amati treni, insieme agli altri bimbi. Marghe è rimasta vicino a me a guardare, poi ha preso un treno anche lei e non l'ha mollato quando un bimbo tentava di prenderglielo di mano, ma non si è seduta con loro a giocare. Mi ha continuato a stare vicino e ogni tanto si girava a guardare delle bimbe più grandi che erano sedute a tavolino a fare dei disegni con i pennaralli. Le ho chiesto se voleva disegnare con loro ma non ha risposto, una maestra allora le ha preso una sedia ma lei ancora non si fidava a staccarsi da me per mettersi seduta da sola. Allora ho chiesto ad Emanuele se volesse disegnare anche lui con Marghe e lui ha accettato volentieri. Ho preso una sedia anche per lui e si sono seduti vicino vicino in capotavola, con Marghe finalmente tranquilla con la vicinanza del fratello, tanto che ha detto, tirando un sospiro di sollievo: "Il mio Mele qui" e entrambi hanno iniziato a disegnare tranquilli. 
Tutto questo sarà durato al massimo 10 minuti. Io li ho lasciati così, seduti a capotavola, vicini vicini, che disegnavano tranquilli. E in quel momento ho fatto loro un'altra foto, che sta girando fra tutti gli amici.
Poi sono uscita e ho aspettato con le altre mamme fuori, dopo aver detto ai bimbi che sarei stata là fuori a leggere. Ho aspettato un'ora circa, come al solito nessuno mi ha chiamato per dirmi che i bimbi piangevano e mi cercavano... così mi sono affacciata nel corridoio e, senza farmi vedere dai bambini, ho visto che le maestre li stavano portando a due a due a fare pipì in bagno. Ho aspettato di vedere i miei e ho visto Margherita che tornava dal bagno saltellando allegra dicendo "ho fatto pipì", con Mele dietro che correva felice in stanza mentre anche lui diceva "Pipì fatta" ridendo. A quel punto le maestre mi hanno detto che potevo andare via tranquilla.
Quando sono tornata a mezzogiorno ho sentito i bimbi che cantavano dal corridoio, mi sono avvicinata alla classe e li ho visti tutti seduti sulle panchine in circolo che stavano cantando. Quando i bimbi mi hanno visto, come al solito, mi sono corsi incontro con un sorrisone e mi si sono buttati  addosso per il nostro abbraccio con lancio in alto di bentrovato, e Ema mi ha detto che stavano cantando. 
Le maestre mi hanno confermato che è andata benissimo, i due sono stati tranquilli sempre e che erano andati pure in giardino. Così mi sono ripresa i miei bimbi per mano e insieme, nel tragitto per arrivare all'auto, entrambi mi hanno raccontato, come riuscivano, quello che avevano fatto la mattina. E io con quelle loro manine calde  nelle mie mani e ascoltando quei racconti di quei piccoli  fiduciosi, mi sono sentita in pace con il mondo, con me stessa e con il lavoro fatto fino ad ora e con la leggerezza che il mondo si affronta così, giorno dopo giorno, esperienza dopo esperienza e grazie tante ai miei bimbi, che sempre ce la fanno e che mi aiutano a farcela in tutto.

mercoledì 10 settembre 2014

Estate in libertà, come questo racconto

E quando scatteranno precisamente i due mesi e due giorni (cioè fra quattro giorni, precisamente il 14 settembre) rientreremo a casa e questa vacanza a Quercianella sarà finita. 
Anche se continuerà nei weekend. 
Anche se, ci siamo detti, perché poi questi weekend non farli diventare tanti  invece che interromperli  quando finirà il bel tempo. Ho colto pure il Gangster che diceva perché poi non ci trasferiamo addirittura qua.
Eh no! Ora, è vero che questa vacanza che sembrava all'inizio più che altro un esilio ed era partita come una prigione, poi alla fine è diventata bella, emozionante e pure riposante. E' vero che ho iniziato contando i giorni come un carcerato che aspetta la fine della pena e sto finendo strappando tutti i giorni utili per non farlo finire, questo ritiro dorato. E' vero che i gemelli si troveranno a tornare a casa loro di Firenze giusto il giorno prima che inizi la nuova esperienza della scuola materna, ma è anche vero che questo non mi preoccupa perché lo hanno fatto sempre i miei genitori con me, quella di partire il giorno dopo la fine della scuola e tornare il giorno prima che rincominciasse e io non ho ricordo di traumi subiti ma solo di lunghe estati piacevoli. 
Però è anche vero che la vita vera ci chiama. Che siamo rimasti in dieci soli sulla spiaggia e che io ho passato una notte d'inferno sognando che al nuovo lavoro non trovavo più la scrivania e che era pieno di stangone alte con i tacchi mentre io non avevo neppure una sedia dove nascondermi, che mi sentivo fortemente inadeguata e che ho sofferto tutta la notte, fino a quando non mi sono decisa a svegliarmi e a capire che ..... sì, era un sogno ma era anche giunto il momento di rientrare nei ranghi e tornare a casa. In più i gemelli stanno prendendo sempre più campo, il tanto tempo trascorso insieme li ha fatti diventare così spigliati con me che... si stanno prendendo delle brutte confidenze, diventando ribelli e testardi, cosa che deve rientrare con la ripresa delle routine quotidiane.
Certo è che questa estate è stata proprio bella, forse anche perché è stata fresca, perché ho lasciato perdere i sensi di colpa e ho lasciato i gemelli soli con Guenda mentre io facevo altro (più che altro questo è successo quando c'era il Gangster). Vero è che quando c'era il Gangster qua con noi la vacanza ha veramente svoltato, perdendo quella rigidità dei ritmi che io avevo imposto (in spiaggia alle 10 fino alle 12,30, rientro a casa per il pisolino fino a tornare in spiaggia dalle 16,30 alle 19,30, con un ritmo serrato che stancava prima me e poi i bimbi, ma che mantenevo perché da sola mi dava la certezza delle giornate). Invece nei giorni con il Gangster i risvegli erano lenti e anche i bimbi si sono adeguati subito, gli orari slittavano e anche il pisolino pomeridiano diventava per tutti lungo e ristoratore, perché tanto la sera poi andavamo tutti in giro a "fare tardi". 
Fare così mi ha fatto rifiorire, ha rafforzato la famiglia  che si è, come al solito, affidata al suo leader e questa ritrovata infomalità  ha spruzzato sui giorni una polverina magica di leggerezza. Tanto che, dopo i giorni tutti insieme, le mie giornata di nuovo sola con i bimbi hanno perso tutta la loro rigidità e sono diventate malleabili. Così stiamo finendo questo settembre rimanendo molto più a lungo in spiaggia la mattina, pranzando tardi e dormendo poi fino a pomeriggio inoltrato, non tornando in spiaggia ma accettando inviti dai compagni di ombrellone o da amici che ci vengono a trovare. Ricordo fra tutte la pizza con Valeria di Torino e la cena di chiusura estate a casa di Marghebaby, che ha la casa proprio dove guarda la terrazza della casa al mare che avevo prima. E se me lo avessero detto, che un giorno sarei andata con i miei pulcini a divertirmi come una matta con loro da una loro amichetta di spiaggia, proprio lì sotto, non ci avrei creduto.
Della prima estate passata a Quercianella con i due ricordo che mi ha salvato la birra Corona, che mi bevevo da sola in terrazza alla sera, quando le incredibili giornate erano finalmente terminate. Della seconda estate con i bimbi a Quercianella ricordo che mi hanno salvato i film di Sky che mi accoglievano nelle mie serate solitarie, finalmente arricchite da quei bei film che mi portavano in mondi dove mi potevo di nuovo affacciare. Di questa terza estate a Quercianella con i bimbi devo dire che, incredibilmente, mi hanno salvato i libri, che finalmente ho ritrovato e fra le cui pagine mi butto la sera quando mi fermo, ormai troppo tardi per guardare un film o bermi una birra. Per questo, pensavo oggi, avendo ritrovato tutte quelle parole fra quelle pagine che mi chiamano di nuovo a loro  come sirene, ho perso queste parole, quelle scritte, che mi sfuggono e non mi scorrono più tanto facilmente fra le dita. Ma pazienza, torneranno, anche perché, sinceramente, non ho voglia, dopo aver passato tutto il giorno, per tanti giorni, con i gemelli, passare anche le mie sere libere a scrivere di loro. 
Questo è quello che sono riuscita a tirare fuori di questa estate. Il resto forse si perderà nell'oblio o verrà comunque ricordato perché farà parte di quei passi fondamentali nella crescita dei bimbi, come l'aver tolto il pannolino, essersi affidati al mare, essere diventi affiatati fra di loro da essere una coppia pericolosamente stretta (lui la chiama in aiuto e lei gli dice "arrivo amore" e lui le risponde "coccolona"), essersi fatti grandi da lasciarmi andare via tranquilli oppure da volere andare via loro da soli, intimandomi di rimanere lì mentre loro si allontanano. Rimarranno i dolci e le schiacciate fatte con Guenda, i giochi e gli amici, i gangilli e granchi e il faro e il chiedere ai bagnini se potevano fare il bagno in mare prima di andare a farlo.
Grazie Quercianella, stessa spiaggia e stesso mare della mia vita

martedì 2 settembre 2014

Due anni e otto mesi

In questi mesi di "ritiro" al mare si sono uniti più  che mai e, crescendo, sono diventati un'associazione a delinquere.
Dove non arriva uno arriva l'altro. Per esempio Marghe non riusciva ad arrampicarsi sul divano della nonna, salendo dalla parte del bracciolo, e Mele allora l'ha spinta dietro dal sedere per farle fare quello che lui stava facendo: salire sul divano e lanciarsi. 
Lei gli chiede continuamente se vuole questo o quello, e  a volte la sopendo anche a sentire aggiungere un "amore", come dico loro io. Tipo: Uele, vuoi il libro amore? E se il fratello dice no ad una cosa, lei così ligia sempre al dovere, dovendo scegliere se ubbedimi o stare con il fratello, sceglie, senza esitare, il fratello.
Come quando lei, che sale e scende le scale con disinvoltura, e non ha certo bisogno di aiuto, adesso si pianta davanti al primo scalino e per scendere chiede la mano del suo Uele, rifiutando la mia. La cosa buffa è che lui, molto più in difficoltà di lei nel salire e scender le scale, si presta pure ad aiutarla, diventando così due pericolosi claudicanti per le scale. Sì adesso lui per lei non è più Mele ma Uele. E lui, ora che il Gangster ha insegnato a lei il suo lungo nome per esteso, non volendo essere da meno della sorella che è stata battezzata Maria Margherita Amelia, dice di se stesso che si chiama Emanuele Amelio, con grande risate della sorella.
Perché del  maschile e del femminile adesso sono padroni, anche troppo. Difatti dicono che Guenda è andata in Puglia e Davide, il fidanzato di Guenda, è andato in Puglio.
In questo ultimo mese è diventato di moda per loro  chiedere che fai. Di ogni cosa, a mitraglia, chiedono incessantemente cosa fai? lavandoti il cervello per la tenacia con cui  continuano a chiederlo  anche quando hanno avuto la risposta. 
In questo mese si sono innamorati del loro babbone, che ha condiviso tanti giorni con noi al mare e li ha portati a cercare i gangilli e i granchi e, addirittura, a fare il bagno nell'acqua alta, anche se solo sul canotto della Peppa. E anche il Gangster si è legato tanto a loro, tanto da tempestarmi di telefonate, quando è lontano, per sapere il suo Mele cosa faccia e la sua Principessa pure.
Adesso dicono no spesso spesso e anche con "cattiveria", mi disobbediscono volentieri e si allontanano tranquilli, dicendomi di aspettare lì che tornano subito. Io li vedo allontanarsi e li lascio fare, felice di vederli provare a staccarsi da me per intraprendere i loro primi piccoli viaggi della vita