Mi avevano detto che da quando i
bimbi hanno 5 anni non li senti più….. mmmm, forse ci sto credendo. Ora, sempre
con le dita incrociate per gli scongiuri di rito, mancano pochi mesi ai 5 anni
e, da un po’ , quando torniamo a casa, ogni gemello si organizza qualcosa da
fare senza che io dica niente. Ieri pomeriggio Marghe ha preso tutti i suoi pennarelli e si è messa a
disegnare sul tavolo di cucina. Ecco arrivare anche il fratello, con la solita
frase “mamma mi aiuti”, perché, se la
sorella produce disegni innovativi e espressivi, lui non va oltre qualche
scarabocchio frettoloso. Ok, avevo tempo e mi sono prestata. Ema, disegna piano, stai dentro le righe,
fai con calma, erano le frasi classiche che gli ho di nuovo ripetuto. Stranamente
mi è stato ad ascoltare, anche se vedevo che proprio è uno sforzo per lui
gestire il pennarello, calibrare la forza della mano e guidare i movimenti. Però,
diciamo, che Ema ha resistito e ha tentato di controllare l’incontrollabile ed
è venuto fuori un bel lavoro. Certo, dopo un disegno ha mollato ed è scappato a
fare altro, ma mi è sembrata comunque una grande conquista. Sono rimasta in
cucina con Marghe, lei continuava a colorare e voleva che facessi un disegno
con lei. Certo, piccola mia, non perché sei brava devo ignorati e così sono
rimasta lì vicino. Sentivo Emanuele che era in cameretta immerso in qualcosa
da fare, ma in uno strano, sospetto silenzio…. Mmmm, non prometteva niente di
buono. Mi affaccio e scopro che aveva aperto il cassetto contenente il
materiale per fare i vari lavoretti ed era tutto intento a costruirsi… un cane
al guinzaglio! Sì, aveva preso un tamburello musicale, aveva messo del nastro
adesivo sopra, a croce, dentro quel nastro ci aveva fissato un pezzo lungo di
stoffa tagliato da un sacchetto e … sembrava proprio un canino a guinzaglio! Piccolo
mio mancino, io che sono preoccupata per come tieni la penna, per come disegni
fuori dalle righe, per come non riesci a concentrarti e a controllare i tuoi
disegni……… e tu me ne vieni poi fuori con quella tua invenzione fatta di nastro
adesivo per niente facile da tagliare, di forbici della sorella e quindi non
per mancini, di applicazioni di ingegneria meccanica….Bravo, però sappi che
oggi pomeriggio ti aspettano disegni di pregrafismo con i quali esercitarti, che ti propinerò per farti migliorare in quello che ancora non sai fare bene. Perché
va bene essere creativi e inventare, ma tutto deve passare dal controllo delle
forze della mano e dal coordinamento occhio mano. Ogni ingegnere deve partire
da una bella scrittura.
"Sono due gemelli" fu il risultato dell'ecografia. Siamo stati per tanto solo in due, adesso siamo diventati quattro: MammaPi, BabboGangster, GemellaMina, GemelloEmino
venerdì 14 ottobre 2016
martedì 4 ottobre 2016
Rosh ha shanà
Venerdì,
come sempre, i gemelli escono dall’asilo portando a casa la loro bustina con la
challà e i vari regali che spesso sono caramelle. Questa volta però i doni sono
tanti e propiziatori per la prossima festa di Rosh ha Shanà. Ovviamente in
classe c’è stata una lunga spiegazione delle festa, visto che trovo i gemelli
preparatissimi nel sapere il perché si mangia il melograno, il miele, il grano
e tutto l’altro indicato nella lettera di accompagnamento. Quella sera, noi di
famiglia, decidiamo di andare a mangiare la pizza vicino casa. Prendo Emanuele
per mano e, mentre chiacchieriamo, lui mi chiede se stiamo andando alla festa
di Rosh ha shanà. No, amore, rispondo, stiamo solo andando a mangiare una pizza.
E allora quando mi porti alla festa con la melograna, vestiti di bianco, a
mangiare l’agnello e il grano come ha detto la maestra stamani?… Amore, noi non
andiamo a quella cena e non festeggiamo quella festa. Ma perché mamma? L’ha
detto la maestra che va festeggiato così il Capodanno. Amore, perché noi non
siamo ebrei. Ehhh? Ma che dici mamma? Non lo dire più neanche per scherzo! Sei
brutta se dici così, sei proprio birbona che lo dico al babbo e …… (si è
trattenuto per pensare a qualcosa di bruttissimo da dirmi, per contraccambiare
la cosa bruttissima che gli avevo detto, quella che lui non è ebreo) … io sai
cosa, non ti racconto più cosa sogno!
Abbiamo
poi mangiato la nostra pizza in
pizzeria, che era, in effetti, molto più triste della cena di Rosh ha shanà,
soprattutto perché ho realizzato di essere vittima di una discriminazione “inversa”
e di aver sottovalutato che, per un bambino preciso come Emanuele, sarà dura
avergli fatto fare la vita di ebreo per due anni e per poi dovergli dire che,
scherzavo, ebrei noi non siamo.
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