venerdì 14 ottobre 2016

Cane al guinzaglio



Mi avevano detto che da quando i bimbi hanno 5 anni non li senti più….. mmmm, forse ci sto credendo. Ora, sempre con le dita incrociate per gli scongiuri di rito, mancano pochi mesi ai 5 anni e, da un po’ , quando torniamo a casa, ogni gemello si organizza qualcosa da fare senza che io dica niente. Ieri pomeriggio Marghe ha preso tutti i suoi pennarelli e si è messa a disegnare sul tavolo di cucina. Ecco arrivare anche il fratello, con la solita frase “mamma mi aiuti”, perché, se la sorella produce disegni innovativi e espressivi, lui non va oltre qualche scarabocchio frettoloso. Ok, avevo tempo e mi sono prestata. Ema, disegna piano, stai dentro le righe, fai con calma, erano le frasi classiche che gli ho di nuovo ripetuto. Stranamente mi è stato ad ascoltare, anche se vedevo che proprio è uno sforzo per lui gestire il pennarello, calibrare la forza della mano e guidare i movimenti. Però, diciamo, che Ema ha resistito e ha tentato di controllare l’incontrollabile ed è venuto fuori un bel lavoro. Certo, dopo un disegno ha mollato ed è scappato a fare altro, ma mi è sembrata comunque una grande conquista. Sono rimasta in cucina con Marghe, lei continuava a colorare e voleva che facessi un disegno con lei. Certo, piccola mia, non perché sei brava devo ignorati e così sono rimasta lì vicino. Sentivo Emanuele che era in cameretta immerso in qualcosa da fare, ma in uno strano, sospetto silenzio…. Mmmm, non prometteva niente di buono. Mi affaccio e scopro che aveva aperto il cassetto contenente il materiale per fare i vari lavoretti ed era tutto intento a costruirsi… un cane al guinzaglio! Sì, aveva preso un tamburello musicale, aveva messo del nastro adesivo sopra, a croce, dentro quel nastro ci aveva fissato un pezzo lungo di stoffa tagliato da un sacchetto e … sembrava proprio un canino a guinzaglio! Piccolo mio mancino, io che sono preoccupata per come tieni la penna, per come disegni fuori dalle righe, per come non riesci a concentrarti e a controllare i tuoi disegni……… e tu me ne vieni poi fuori con quella tua invenzione fatta di nastro adesivo per niente facile da tagliare, di forbici della sorella e quindi non per mancini, di applicazioni di ingegneria meccanica….Bravo, però sappi che oggi pomeriggio ti aspettano disegni di pregrafismo con i quali esercitarti, che ti propinerò per farti migliorare in quello che ancora non sai fare bene. Perché va bene essere creativi e inventare, ma tutto deve passare dal controllo delle forze della mano e dal coordinamento occhio mano. Ogni ingegnere deve partire da una bella scrittura.

martedì 4 ottobre 2016

Rosh ha shanà




Venerdì, come sempre, i gemelli escono dall’asilo portando a casa la loro bustina con la challà e i vari regali che spesso sono caramelle. Questa volta però i doni sono tanti e propiziatori per la prossima festa di Rosh ha Shanà. Ovviamente in classe c’è stata una lunga spiegazione delle festa, visto che trovo i gemelli preparatissimi nel sapere il perché si mangia il melograno, il miele, il grano e tutto l’altro indicato nella lettera di accompagnamento. Quella sera, noi di famiglia, decidiamo di andare a mangiare la pizza vicino casa. Prendo Emanuele per mano e, mentre chiacchieriamo, lui mi chiede se stiamo andando alla festa di Rosh ha shanà. No, amore, rispondo, stiamo solo andando a mangiare una pizza. E allora quando mi porti alla festa con la melograna, vestiti di bianco, a mangiare l’agnello e il grano come ha detto la maestra stamani?… Amore, noi non andiamo a quella cena e non festeggiamo quella festa. Ma perché mamma? L’ha detto la maestra che va festeggiato così il Capodanno. Amore, perché noi non siamo ebrei. Ehhh? Ma che dici mamma? Non lo dire più neanche per scherzo! Sei brutta se dici così, sei proprio birbona che lo dico al babbo e …… (si è trattenuto per pensare a qualcosa di bruttissimo da dirmi, per contraccambiare la cosa bruttissima che gli avevo detto, quella che lui non è ebreo) … io sai cosa, non ti racconto più cosa sogno!
Abbiamo poi  mangiato la nostra pizza in pizzeria, che era, in effetti, molto più triste della cena di Rosh ha shanà, soprattutto perché ho realizzato di essere vittima di una discriminazione “inversa” e di aver sottovalutato che, per un bambino preciso come Emanuele, sarà dura avergli fatto fare la vita di ebreo per due anni e per poi dovergli dire che, scherzavo, ebrei noi non siamo.