giovedì 25 febbraio 2016

Impegni



Ieri pomeriggio, seduti al tavolo di cucina, a disegnare.
Momento di serenità, Ema inizia a parlare sull’argomento preferito ultimamente: come sono usciti dalla mia pancia, chi è nato prima. 
Dice: “Mamma, io dalla tua pancia sono scivolato giù così, vero? E poi sono nato dopo Margherita, sai perché? Perché avevo da fare” . 
Ah, ecco, dico io: “E che cosa avevi da fare Ema?”. 
Risponde serio: “Avevo una riunione”.

mercoledì 24 febbraio 2016

Il compleanno del Re del Buthan festeggiato dalla famiglia del Mulino Bianco



Mentre torniamo a casa dall’asilo penso a quante cose avrei da fare. Entriamo in casa e lascio che i bimbi scelgano, senza proporre alcun suggerimento che sicuramente li porterebbe a fare l’opposto, per principio. Ecco, bravi, insperatamente scelgono subito di vedere Cenerentola. La milionesima visione di quel film li affascina e li cattura come se fosse la prima volta che lo vedono. Io, intanto, ne approfitto per fare la lavatrice, mettere a bollire il brodo, preparare la torta di mele e amalgamare l’impasto dei crostini. Nel frattempo è finita la lavatrice, mille calzini taglia 28 da stendere, mille canottiere e magliette e felpe e pantaloni da stendere. Mentre lo faccio penso che potrei avvantaggiarmi sulla cena di domani. Ecco che, nel frattempo, la torta di mele si è cotta e il forno è caldo per metterci i crostini. Ecco che dal divano non arrivano segni di spazientimento perché proprio non mi hanno vista lì vicino a loro per tutto il tempo, cosa che invece in genere, succede. Chiedono la mia presenza solo quando, finto il film, iniziano a fare il puzzle, quello grande e complicato, che ancora (ma ancora per poco) non riescono a fare tutto tutto da soli. Ok, vado, tanto la cena è fatta, la tavola apparecchiata e la doccia e capelli lavati ad entrambi già al momento del nostro arrivo a casa, visto che Marghe, mi ero accorta in auto, si era fatta la pipì addosso all’asilo.
Ceniamo tutti insieme, il Gangster gongola della tripla portata e dell’armonia di quella tavola, Emanuele chiede educatamente  al suo babbo il permesso di alzarsi per venire a darmi un bacio e non ci sembra vero: siamo diventati la famiglia del Mulino Bianco? No, ci sono giorni, come quello di ieri, che sono particolarmente fortunati. Forse perché era il 23 febbraio, un giorno speciale, compleanno del re del Buthan e di tanti altri che ormai vivono lontani

giovedì 18 febbraio 2016

Invito a cena, senza delitto



E’ stato un invito a cena fatto all’improvviso. Per farmi un favore questa famiglia di amici, con bimbi piccoli coetanei dei gemelli, passava da casa nostra prima di cena a portarmi delle cose, così mi sembrava obbligatorio di invitarli a cenare con noi. Come succede sempre, ho maledetto il momento in cui l’ho fatto,  perché il Gangster non c’era, perché mentre preparavo pensavo che, diversamente, a quell’ora avrei già finito di cenare e messo a letto i gemelli, perché immaginavo quattro bimbi in casa, all’ora critica della cena e del sonno che delirio sarebbe stato…… e invece sono stati bravissimi. Praticamente non si conoscevano, praticamente sono diventati amici da subito, praticamente hanno mangiato tutto, chiesto il bis, finito due torte, mentre noi ci godevamo la compagnia. Al momento delle nostre chiacchiere, sono spariti da tavola e si sono messi a giocare alla Bella addormentata, con Marghe che indossava l’abito adatto, sopra il pigiama che si era messa da sola, e aspettava che i due cavalieri la baciassero a turno, scegliendo di volta in volta chi premiare con il suo risveglio. Questo mentre la bimba più piccola disegnava da sola sulla lavagna.
Questa mattina, la prima cosa che hanno chiesto, è quando tornano gli amici. E anche come si chiamassero, visto che nel loro mondo quel che conta è giocare bene, le presentazioni possono aspettare.

lunedì 15 febbraio 2016

Acquarello, forse staineriano



Domenica, pioggia battente, siamo senza auto perché ci hanno spaccato il vetro nella notte. Il Gangster è dalla sua mamma al mare. Si prospetta una intera domenica in casa da soli. Ovviamente sveglia dei gemelli alle 7 di mattina, come se dovessimo andare all’asilo. Resistiamo nel lettone fino alle 8 , poi qualcosa, dopo colazione, dobbiamo inventare.
Propongo di fare i lavoretti, come li chiamano loro. La mattina facciamo il collage. Via di forbici e ritaglio qui e là, incollo qui e là, mi stupisco che Marghe, con lo schotch , faccia un insieme che appiccica in alto del foglio dicendo che quelle sono le nuvole, rendendo bene l’idea e l’effetto. Dopo pranzo tutti a letto, ma il pomeriggio è ancora lungo, da passare in casa da soli. E allora via, sapendo bene che il gioco libero alla lunga produce litigi, eccomi a sorprendermi nel proporre loro di fare gli acquerelli. Grembiule cerato per tutti, incrocio le dita e metto le scodelle con l’acqua a disposizione, insieme ai colori e ai pennelli. Funziona (a parte il rituale di nervosismo di Ema, che non regge ancora l’attenzione così a lungo) inzuppiamo il pennello di qui e di qua, colore e acqua, faccio il cielo, l’arcobaleno, le frecce tricolori, foglio dopo foglio mi dico ma sì, perché non unirmi a loro e lasciare da parte il ruolo del guardiano? Prendo un foglio anche io e faccio i palloncini colorati. Colore dopo colore ricordo il corso, dei tempi in cui sfornavo corsi per riempire la mia curiosità, di acquerello staineriano.  Così lascio che i colori mi guidino, i palloncini diventano fiori e colori e fantasie. Ci lasciamo andare e Marghe inizia a dipingere con le mani, Ema ci prova solo con un dito (lui odia sporcarsi). Produciamo una collezione di fogli colorati e, mentre operiamo, penso a quanto bello sia, con quel pennello in mano, prendersi tutti del tempo per noi, anche per stare in casa tutto il giorno di domenica.

giovedì 11 febbraio 2016

Prove di vera amicizia



Stravedono l’una per l’altra. Racconti narrano che l’altra adora pettinare i capelli di Margherita, anche se la scena non so immaginarmela, visto che Margherita, con i suoi riccioli, è impettinabile.
Lei, la nuova amica, le porta da casa regali che mi mettono in imbarazzo, tanto che ne ho parlato con la sua mamma. Yael è più grande di un anno e anche di testa, è molto protettiva con Marghe e ne è molto appassionata. Marghe si sente accolta e sospinta ad osare dove forse lei, piccola, non oserebbe, sentendosi così grande, forte e sicura. Quando l’amica è venuta a casa nostra ho osservato due bambine che giocavano da vere amiche, condividendo il vestito di Elsa, i giochi, i calzini, e gli spazi, e anche quando ognuna di loro giocava ad un gioco diverso, si percepiva una calda e calma amicizia.
Ho visto che a Marghe era finito il dentifricio a scuola. Le ho chiesto perché non me lo avesse detto subito, che glielo avrei ricomprato, e lì ho scoperto che la mia bimba non ha detto niente perché così usa quello di Yaia, che ha il dentifricio che frizza. Come si fa da adolescenti quando si scambiano i vestiti e i trucchi.