Domenica, pioggia battente, siamo
senza auto perché ci hanno spaccato il vetro nella notte. Il Gangster è dalla
sua mamma al mare. Si prospetta una intera domenica in casa da soli. Ovviamente
sveglia dei gemelli alle 7 di mattina, come se dovessimo andare all’asilo. Resistiamo
nel lettone fino alle 8 , poi qualcosa, dopo colazione, dobbiamo inventare.
Propongo di fare i lavoretti,
come li chiamano loro. La mattina facciamo il collage. Via di forbici e
ritaglio qui e là, incollo qui e là, mi stupisco che Marghe, con lo schotch ,
faccia un insieme che appiccica in alto del foglio dicendo che quelle sono le
nuvole, rendendo bene l’idea e l’effetto. Dopo pranzo tutti a letto, ma il pomeriggio
è ancora lungo, da passare in casa da soli. E allora via, sapendo bene che il
gioco libero alla lunga produce litigi, eccomi a sorprendermi nel proporre loro
di fare gli acquerelli. Grembiule cerato per tutti, incrocio le dita e metto le
scodelle con l’acqua a disposizione, insieme ai colori e ai pennelli. Funziona
(a parte il rituale di nervosismo di Ema, che non regge ancora l’attenzione
così a lungo) inzuppiamo il pennello di qui e di qua, colore e acqua, faccio il
cielo, l’arcobaleno, le frecce tricolori, foglio dopo foglio mi dico ma sì, perché
non unirmi a loro e lasciare da parte il ruolo del guardiano? Prendo un foglio
anche io e faccio i palloncini colorati. Colore dopo colore ricordo il corso,
dei tempi in cui sfornavo corsi per riempire la mia curiosità, di acquerello
staineriano. Così lascio che i colori mi
guidino, i palloncini diventano fiori e colori e fantasie. Ci lasciamo andare e
Marghe inizia a dipingere con le mani, Ema ci prova solo con un dito (lui odia
sporcarsi). Produciamo una collezione di fogli colorati e, mentre operiamo,
penso a quanto bello sia, con quel pennello in mano, prendersi tutti del tempo
per noi, anche per stare in casa tutto il giorno di domenica.