martedì 30 aprile 2013

Sedici

Mi sembra un numero esagerato il 16. Sedici mesi sono quasi un anno e mezzo, sedici mesi è roba da bimbi grandi. E in effetti si fanno più grandi ogni giorno di più. Emino mette su centimetri e testa, ha un bel viso largo e spalle solide che lo fanno sembrare molto più grande della sorella, che invece sarà più bassa di lui di un paio di centimetri, solo che lei ha le gambe affilate e la vita stretta che sembra una farfalla vicino ad un toro. Adesso è lei che ama la musica e ballare, mentre fino ad ora era lui che cercava tutto quello che suonava e scattava subito a dondolare a tempo. Lui ora è un lavoratore instancabile: dalla mattina che si sveglia a quando è ad aspettare la cena, apre e chiude le scatole, inscatola oggetti e giochi, compone piramidi e costruzioni, studia attentamente l'assemblamento di libri e oggetti. Lei invece ama le chiacchiere: se vede sue signore che parlano fitto fra di loro rimane lì davanti rapita ad invidiare tutti quei vocaboli o tutto quel saper dire e scruta felice quel gioco, vogliosa di partecipare anche lei e quando parlo a telefono si mette anche lei la mano sull'orecchio e inizia a parlare. Lei adesso ripete  tutta una sequenza di scherzi che ci siamo inventate: mi prende il naso piano per non farmi male e aspetta che le dica ahi, poi si mette un mio dito in bocca e chiude piano e aspetta che io lo divincoli e dica ahi, poi prende pezzi di cibo in mano e fa finta di buttarli in terra, aspetta che le dica no e solo allora lo mangia, ridendo dello scherzetto che mi ha fatto. Lui adesso vuole essere preso in braccio e appoggia subito la testa sulla mia spalla, cantando lieve una litania di piacere e di coccola come non ha mai fatto, poi si alza improvvisamente per guardarmi da vicino e ridermi felice, come a dire che bello quando siamo così stretti stretti. Lei sa che giochi ama fare lui, così quando vuole distrarlo da un gioco che lei ha ma che vorrebbe prendergli lui, lei va di corsa a prendere un gioco da lui preferito, glielo porta e si prende in cambio il gioco che piace a lei. Però da pochissimo si porgono i giochi per scambiarseli, e questo mi fa un piacere, che condividano le cose fra di loro! Con i nuovi sandali con gli occhi si sentono ben piantati in terra, così iniziano a sperimentare la posizione eretta molto più a lungo, cercano appigli e camminano così reggendosi da un posto ad un altro, che mi fa pensare che ormai manchi poco a staccarsi e camminare, anche se questo sono quattro mesi che lo dico e che ancora non è successo. La mattina recitano il rito del farsi pettinare, entrambi mi porgono la testa aspettando la spazzola e dicono con me aaaaah bella/bello, facendomi ridere di quanto sono vanesi. Sanno cosa vuol dire mettere a posto: quando finiamo il pomeriggio con i giochi, metto nel centro della stanza la cesta e piano piano tutti e tre noi iniziamo a riporre dentro i vari giochi (che mi sembra una sana e santa usanza). Continuano a mangiare tutto volentieri, anche le minestre isipide che propino loro, ma se queste si ripropongono per più sere di fila, scattano le proteste con il loro dito puntato verso il frigorifero come a dire apri quello scrigno e tira fuori qualcosa di molto più buono. Adesso il punto di maggior curiosità è quello della preparazione della loro cena: li metto sui seggiolini in cucina e io inizio ad aprire e chiudere i cassetti, a prendere pentole e ingredienti e loro stanno a guardare quel mio balletto rapiti, come se stessi preparando una pozione magica di cui assolutamente non vogliono perdere neanche un passaggio. Io con questo spererei che i due diventassero dei cuochi eccellenti, proprio perchè hanno una mamma che propina spesso loro minestra di verdura e gnocchetti al pesto o cena picnic composta da pane, formaggio morbido e prosciutto cotto. E così se vorranno schiodarsi dai miei soliti manicaretti, spero che impareranno vogliosi nuove ricette  che così un giorno  scambieremo  questo ruolo e io mi siederò in cucina a guardare loro mentre preparano la cena. 

domenica 28 aprile 2013

Diario della settimana (dal 22 aprile al 28 aprile)

Lunedì 22 - Nella notte Mina ha un 39,5 fisso di febbre, benchè le dia la tachipirina ogni 5 ore. Povera piccola mia, tutta accaldata e con una faccina mogia. La pediatra dice che potrebbe essere la sesta malattia, intanto la bimba  ha delle occhiaie che fa spavento. Rimaniamo sole dopo che ho portato al nido un Emino felice di rivedermi dopo il weekend londinese, che mi dà occhiate maliziose come a direo dire sei tornata eh, lo sapevo sai, che sono proprio irresistibile! che mi fanno morir dal ridere. Con Mina passiamo una mattina calma, con lei che più che giocare ciondola da un gioco all'altro intervallato dall'appoggiarsi spesso sulle mie gambe per raccogliere le mie carezze. Mangia e dorme molto, tanto che quando vado a svegliarla insospettita, ha di nuovo la febbre alta. Torna il fratello dal nido e riprende vigore, anche se ha un faccino sofferente, povera piccina. Iniziano i soliti giochi di forza fra loro, le loro risate, ma crollano entrambi presto presto. Anche se Mina si sveglia spesso urlando e io non posso far altro che tenermela in braccio e stare in silenzio entrambe sul divano a veder le foglie dell'albero muoversi al vento, proprio come piace fare a me. Tale madre tale figlia.
Martedì 23 - Porto Emino al nido e torno a casa a prendere Mina, per andare insieme a farci il nostro giretto nei negozi di zona. Colazione da Caffè d'Orzo, io e lei, come ai vecchi tempi, visite nei negozi amici che si riducono sempre di più, già in due sono chiusi, rispetto ad anno scorso. Mina è un po' affranta, anche se la febbre non ne ha più da ieri sera. Però mangia un incredibile piatto di pasta al pesto e va a letto di filato per il pisolino pomeridiano. Ma lei è così brava che, svegliata da un rumore durante il sonnellino, si riaddormenta brontolando solo un po' e poi quando si sveglia, sta buona ad aspettare che vada a prenderla, mugolando solo fra di sè. Penso che se avessi solo lei sarei proprio una regina, brava come è! Poi ci concediamo un'oretta sole sul divano, lei che mi guarda da vicino felice, mi prende il naso, si mette un mio dito in bocca e mi fa sentire tutti i premolari già grandi e vive così felice il suo giorno da figlia unica. Ma le 4 arrivano in un attimo ed è ora di andare a prendere Emino al nido. Lei gli ride felice di vederlo, quando si incontrano, lui invece non la guarda neppure, come ho capito che ormai fa quello dei due che è stato senza mamma tutto il giorno. I soliti giochi fra loro, ma adesso di nuovo c'è che Emino placca Mina per farle cara (o qualcosa del genere, a volte penso  che siano più  schiaffi che carezze..) ma sono stanchi entrambi e così tutti a letto presto.
Mercoledì 24 - Ancora Emino da solo al nido, dove mi intrattengo un po' a parlare con la maestra che mi dice che i gemelli sono molto più avanti rispetto agli altri bimbi per il lavoro minuto con le mani (prendono piccole catenine e riescono a metterle in piccoli fori, fanno le costruzioni con precisione e lavorano molto di fino) per questo, pensa, avendo più sviluppato questa abilità, sono rimasti indietro nel camminare, anche se non è niente di allarmante. Con Mina avevamo progettato un giretto in centro ma il babbo ha portato la nostra auto dal perito così ci accontentiamo dei soliti giretti in zona. Quando è l'ora di andare a prendere Emino, vista la bella giornata, ho la sventurata idea di montare Mina nel passeggino, andare a piedi fino al nido a prendere Emino e da lì andare a piedi a Music Together, che sono in zona ma non sono proprio vicini. In più è molto più caldo di quanto immaginassi, così tutti e tre siamo investiti da una caldata incredibile, stanchi e distrutti arriviamo al corso di musica appena in tempo, perdendoci le preliminari chiacchiere con le altre mamme che sono fondamentali e fanno parte del corso. E lì vedo i due gemelli ritti in piedi che quasi tentanto di camminare (giusto le ultime parole famose della maestra). Rientriamo a casa a piedi, latte e biscotti e tutti a letto e mentre aspetto il Gangster per cena penso che andrei volentieri a letto anche io, con i gemelli, da quanto sono cotta. Per fortuna hanno inventato le docce che ristorano e ridonano vita.
Giovedì 25 - Festa oggi, ed è pure una bella giornata. Così tutta la famigliola al completo se ne va a Lucca, ormai appurata città amica dei gemelli, con il solito ristorante veloce e accogliente e poi la classica passeggiata nel verde delle mura di Lucca. Ma fra il ristorante e la passeggiata oggi intervalliamo con una sosta nell'area giochi: altalena per entrambi, corde intrecciate su cui tentare di arrampicarsi anzi, tentare di aggrapparsi per rimanere in piedi e poi un girellino dove i due si aggrappavano per deambulare. Ci siamo seduti sopra pure noi e, quando il Gangster e Emino scendono, io tento di fare altrettanto con Mina mentre il girello stava ancora girando, Ho così contemporaneamente frenato il girello e preso in braccio la bimba e vai, è fatta: uno strappo incredibile alla schiena che mi ha fatto urlare al Gangster di venire subito, che vedevo le stelle. Alla meno peggio abbiamo rinfilato i due nel passeggino, io dal dolore avevo gli urti di vomito e non riuscivo a stare dritta in piedi. Poi, piano piano, alla velocità di una formica, ci siamo diretti verso una farmacia, dove ho preso due antidolorifici e massaggiato una pomata sul punto vita dolorante, poi, sempre piano piano per aspettare che il dolore attenuasse grazie all'effetto delle pasticche, ci siamo incamminati sulle mura perchè stare ferma per me era peggio che andare e così siamo riusciti a farci la nostra passeggiata con calma, che il clima era tiepido e areato, gli alberi tutti in fiore ed era un peccato perderci quella giornata. Certo che, tornati a casa, è toccato al Gangster fare il bagnetto ai piccoli e trasportarli da un posto ad un altro, io non ero certo in grado di alzare alcun peso. Poi, messi a letto i due, siamo andati dalla Guardia Medica che era una giovane dottoressa brava che mi ha prescritto un mix di due iniezioni che mi ha fatto subito e che devo continuare a fare anche nei prossimi giorni. Fortuna ha voluto poi che fosse specializzata in osteopatia e così mi ha fatto in contemporanea una manovra (dolorosissima) sciogli muscoli contratti che mi ha fatto stare un attimino meglio. Certo che il pensiero è tanto, se mi fermo io qua siamo del gatto!
Venerdì 26 - La mattina sono costretta a lasciarvi alle cure di  mia sorella Anna, che vi lava e vi veste perchè io non posso tenervi in braccio e anzi,  devo scappare dall'osteopata che mi dà una  portentosa sascricchiolata alla schiena e, con una mossa da contorsionista del circo, mi rimette al mondo. Nel pomeriggio approfitto del fatto che devo stare a riposo e così sparisco di nuovo, vado dal parrucchiere che mi tiene in ostaggio molto più del previsto perchè mi fa shatoosh, ho scoperto oggi che è una nuova tecnica costosissima, mai avevo speso quella cifra dal parrucchiere! Torno a casa che avete già cenato, e siete quasi già a letto, mando finalmente a casa vostra zia e a me non rimane che tenere un po' in braccio Emino che piangeva nel suo lettino senza il ciuccio, e dopo un po', quando torno in cameretta per accertarvi che non abbiate troppo caldo, prendo in braccio Mina che era lì sveglia e silenziosa, e quando la porto con me al buio sul divano, sento che fa un sospirone come di pianto, come a dire quanto mi sei mancata! Piccola mia, sapessi quanto mi sei mancata tu, è dura ormai starvi lontano!
Sabato 27 - Questa mattina niente allenamento ginnico all'aria aperta, visto il mio strappo muscolare che però sta migliorando. Così ormai avevo fissato per far venire la baby sitter e con lei andiamo a Music Together. Dopo pranzo i due dormono poco, molto a causa di Emino che cova qualcosa perchè oggi ha proprio una giornata storta. Piove e siamo costretti a stare il pomeriggio in casa. Con l'occasione ho chiamato una nuova baby sitter, questa volta spagnola, solo per conoscerla e vedere l'effetto che fa. E' più vivace della baby sitter greca e così viene assoldata anche lei, che non è sempre libera il pomeriggio ma è più libera dell'altra per la sera. Insomma, di due ne facciamo una e con due lingue diverse, che vedo come una ricchezza più che confusione, per i bimbi. La sera con il Gangster usciamo per andare a mangiarci una pizza inaspettatamente  tanto buona nel ristorante di moda di adesso, Neromo.
Domenica 28 - La domenica non promette niente bene, si apre con il cielo piovoso e la decisione di andare dalla nonna del mare così almeno non stiamo in casa tutto il giorno e poi al mare ci sta che non sia così piovoso. Si smonta la baracca e via, direbbe Renato Zero, perchè per spostarsi ci vogliono un sacco di annessi e connessi, compresa una cacca di Emino giusto quando eravamo pronti tutti in auto per partire, che fa subito litigare me e il Gangster. Pranziamo tutti insieme a tavola, parliamo del nonno che manca, i piccoli si strafogano di polenta al sugo di cinghiale, tutto procede bene e come al solito, quando siamo là, i gemelli non mettono il naso fuori di casa, benchè la casa sia proprio di fronte al mare. Un po' sarà che devono essere goduti dalla nonna e dagli zii, un po' sarà perchè con loro si divertivano, un po' sarà perchè il Gangster voleva fare una passeggiata solo con me e il cane, un po' sarà che questo argomento è tabù, perchè è così vero che quando siamo là non facciamo altro che stare tutto il tempo chiusi in casa che non se ne deve parlare. Ripartono i fraintendimenti insieme a noi, che  ripartiamo tutti per casa con sosta a Livorno, per goderci un po' di sole e di profumo di mare. Ma oggi questo privilegio non ci è dato, così quando faccio presente al Gangster che è ormai tardi per pensare di trattenerci tanto là e che la sua improvvisa voglia di cenetta con ostriche sul lungomare saltava perchè i piccoli già non avevano dormito di pomeriggio e avevano il diritto di cenare alla loro ora e andare a letto di filato, scoppia di nuovo la bomba, risaliamo tutti in auto nervosi, dopo neanche dieci minuti d'aria (e guarda caso se non è vero che quando andiamo a casa al mare dei nonni non vediamo mai il sole) e il viaggio si fa con il muso lungo. Poi certo a casa si chiarisce, ma l'energia rimane bassa, io mi sento con le spalle scoperte e un buco nello stomaco e questa notte vorrei tanto dormire in mezzo ai gemelli, sentire il loro lieve russare e farmi, per una volta, coccolare io da loro. Meno male che loro, malgrado tutto, hanno sempre continuato a ridere per tutto il giorno.

venerdì 26 aprile 2013

Da farfalla a farfalla


Due giorni fa, quando la mattina  ero a passeggio sola con Mina, abbiamo dirottato dal nostro solito percorso e ci siamo ritrovate in una via laterale a cercare l'ombra per tornare a casa. Mentre cammino mi sento chiamare e vedo spuntare da un negozio di parrucchiera una testa con il colore in posa che mi dice: "capisco che così non mi puoi riconoscere... " ma  quella voce mi porta a riconoscerla subito. Era la mia compagna di banco del corso di scrittura autobiografica che ho fatto quando ero incinta. 
Il tempo libero che quella gravidanza mi donava mi permetteva finalmente di seguire ogni mio sogno e aspirazione, così ho atteso i bimbi portandoli con me nella pancia a fare tutto quello che più mi piaceva: ceramica, yoga, piscina, canto e, ovviamente, scrittura, la mia passione. Mi ritrovai così a conoscere questo bel gruppo di donne che si trovavano il martedì pomeriggio e che leggevano quello che a casa avevano scritto, sullo stesso argomento, raccontando ognuna di loro quel pezzo di vita, come lo avevano vissuto, come si sentivano, cosa significava. Vennero così fuori delle storie incredibili, doni di esperienze personali che venivano tirate fuori da quei quaderni e lette alle altre neanche fossimo amiche da sempre. Lì ho imparato il rispetto e la stima per molte di loro anzi, per tutte, e la grande sorpresa (anche se questo sempre l'ho saputo) che ogni vita può regalare nello scrivere il suo romanzo. Io, forse per caso, forse per destino, mi sedetti vicino all'unica altra che aveva i capelli ricci, era una giovane signora vivace che sprigionava un'energia sorda, anche se era tutta compressa in quei suoi piedi piantati in terra, che la faceva sembrare così concreta ma che, vivendole a un palmo di naso, la faceva vibrare così tanto che io mi nutrivo di quell'esplosione di energia, e i miei bambini con me. Ci siamo volute bene in silenzio, che a volte lega di più di tante parole, e esserci perse, è stata sicuramente una sconfitta. Temporanea, visto che il destino ormai ci aveva legate e ha fatto in modo che io passassi da quella strada dove non passo mai e che lei fosse lì a farsi i capelli, che mi vedesse passare davanti alla vetrina con un passeggino gemellare, che facesse velocemente due più due, che poi scoprissi che insegna yoga a 200 metri da casa mia.... sì, il destino non vuole che ci dividiamo. Ora, gli orari di yoga sono un po' ostici per me, ma credo che l'universo intero farà sì che tutto si metta a posto perchè io possa aver la forza di uscire la sera e andare a frequentare il corso che lei tiene. Intanto, visto che qua vorrei che rimanesse traccia di tutto quello che ha interessato i bimbi, attacco le mail che ho mandato da prima a tutto il gruppo di scrittura autobiografia, poi le due mail che ci siamo scambiate proprio con lei, la mia compagna di banco, perchè le trovo tenere e non vorrei che si perdessero.

10 gennaio 2012 (inviata da me al gruppo di scrittura autobiografica)
Carissime,
pensandovi domani riunite intorno al tavolo, a raccontarvi che farfalla siete, vi vorrei raccontare della nascita dei gemelli.
Contro ogni aspettativa, contro ogni minimo segnale, forte di una gravidanza passata benissimo, in cui i cuccioli crescevano forti e sani nella pancia, la sera del 24 dicembre ho iniziato a spaventarmi per le gambe gonfie che avevo, così gonfie da perdere sensibilità nei piedi. Ho stretto i denti e ho resistito giusto fino all'indomani, il giorno di Natale, per aprire   i regali e fare il pranzo di Natale ma subito dopo sono andata alla Maternità a farmi vedere e mi hanno immediatamente ricoverato. Avevo la pressione alta, una sofferenza renale e una forte anemia, provocata dal sovraccarico dei gemelli nel mio corpo. Da essere ricoverata a trovarmi l'anestesista in fondo al letto che mi preparava per un cesareo d'urgenza è stato tutt'uno, io allibita dalla catastrofe di eventi che si stavano susseguendo, continuavo a dire no, è troppo presto, i bimbi sono piccoli, io resisto, non voglio farli nascere. Per fortuna le analisi che mi hanno fatto durante la notte e il giorno successivo hanno fatto rientrare il cesareo d'urgenza, ma ho solo acquistato un po' di giorni, il mio corpo veniva stabilizzato per affrontare un cesareo programmato per il 30 dicembre. E così è stato. 
Il parto per cesareo credo che sia uno degli eventi più violenti che una donna debba subire, dura pochissimo, e lo si deve affrontare da sole in una sala operatoria invece che in un posto accogliente dove mettere al mondo due vite, momento che ritengo sia un evento sacro. Non c'è niente di magico in quella sala operatoria, solo gente disinteressata che fa il suo lavoro senza coinvolgerti, il tempo di addormentarti la parte inferiore del corpo e i bimbi ti vengono estratti dalla pancia e fatti sparire, io sentivo le voci dall'altra parte del telo che mettono per non farti vedere quello che succede, e quel affaccendarsi in maniera vorticosa (i bambini vengono estratti in un attimo, massimo 3-4 minuti e vengono fatti uscire e sparire) e non capivo quel che succedeva, se andava tutto bene, quello vederli sparire subito per essere visitati mi ha devastato, ho passato il tempo del cesareo a piangere e pregare, con estranei alle mie spalle che parlavano dell'ultimo dell'anno, con quei bimbi che venivano al mondo in un ambiente così violento, senza essere accolti da canti e da angeli come mi sarei immaginata e nemmeno dalla loro mamma, che li ha potuto solo baciare sulla bocca un secondo, quando me li hanno riportati lavati e vestiti giusto per farmeli vedere, due bacetti in bocca ad ognuno e via, non li ho rivisti fino al giorno dopo. Poveri angeli strappati dal loro mondo che non hanno trovato la loro mamma a rassicurarli. Credetemi, è stato veramente bruttissimo.
Per fortuna poi dal giorno successivo sono potuta andarli a trovare nel reparto di neonatologia che sta allo stesso piano di Ostetricia, ho pianto tutto il tempo che li ho visti, così disperata perchè non potevo rassicurarli con la mia presenza costante, ma loro si sono dimostrati forti e, nel giro di un paio di giorni si sono fatti forti e belli. Alla nascita erano kg 1,900 lui e 2,100 lei, adesso sono entrambi 2,400, io sono stata dimessa da una settimana mentre loro sono ancora a Careggi, dove si rimpolpano di giorno in giorno e dove ogni giorno mi regalano sorprese. I primi giorni aprivano solo un occhio e sporadicamente, adesso mi guardano con quegli occhioni blu innamorati entrambi, mi sorridono e fanno le smorfiette e io sono innamorata pazza di loro. La bimba è già una protagonista, piange forte che sveglia tutti, ha i riccetti neri e gli occhi blu e pretende di essere sempre la prima ad essere considerata. Il fratello invece è buffissimo, ha un visino tondo che sembra una ciliegia, aspetta paziente che la sorella faccia i capricci, gli passi avanti nelle poppate, non si lamenta mai se lo devo mettere giù per consolare la sorella, e quando dorme si vede cosa sogna dalle faccette che fa. Andare a trovarli il pomeriggio è la parte più bella della giornata. Aspetto ovviamente con ansia che li mandino a casa, hanno solo bisogno di finire il biberon che prendono senza stancarsi (adesso a metà biberon sono esausti e si addormentano) ma tutti i giorni fanno progressi e quindi conto di averli presto a casa. Averli a casa per ri-nascere, iniziare tutti, io e loro, una nuova nascita cercando di superare la brutta esperienza della prima loro venuta al mondo. 
Io, care farfalle, vi saluto con gioia, con la gioia che queste due vite donatemi mi ha avvolto.


Martedì 10 Gennaio 2012 (Inviato dalla mia compagna di banco a me)
Oggetto: da farfalla a farfalla
Carissima,
leggerti è stato toccante, l'esperienza del cesareo è un vero trauma per tutti, proprio ieri una mia allieva mi ha inviato un video di un parto in acqua, e guardandolo, ho pensato che quello è il solo modo di venire al mondo, con quei tempi quella dolcezza, ma purtroppo siamo nel xxi secolo, mi domando come hanno fatto con i gemelli prima, eppure sono nati lo stesso, la natura sa fare il suo corso è l'uomo che non sa ascoltarla.
Ma gira pagina, pensa a come sarà eccezionale quando li avrai con te, viviti in pieno questa avventura unica, assapora ogni momento, anche perchè è un tempo cosi veloce che devi trattenerlo, scriverne, per te, per loro.
Ti abbraccio forte ed aspetto una foto anche via mail dei tuoi bimbi
Sandra


19 gennaio 2012 (invitato da me alla mia compagna di banco)
Cara Sandra compagna di banco,
fermati un attimo, lascia perdere l'agenda, le penne e i quaderni da riordinare e concediti un attimo per me.
I gemelli sono tutti e due a casa da lunedì. Prima mi hanno ridato lei, e dopo tre giorni è arrivato anche lui. L'ostetrica mi ha consigliato di farli dormire insieme e in effetti li porto fuori nella stessa carrozzina e anche la notte e il giorno dormono insieme nella stessa carrozzina, vicini vicini e mi sembra che stiano benissimo, al caldo del corpo l'uno dell'altra. E come mi ha fatto notare ancora l'ostetrica, i gemelli si parlano! Sì, emettono suoni come due delfini, (io in effetti mi ero accorta di questi strani gemiti, tanto che ridendo dicevo che ho i gemelli che cigolano) e facendoci caso, questi gorgoglii che emettono, che sono gli stessi che facevano in pancia, sono un linguaggio segreto fra di loro, tanto che se uno li emette l'altro risponde o si innesca nel pianto. Mi sembra tutto così magico e stupefacente!
Stiamo recuperando un po' il tempo perduto, i giorni i separazione e lontananza dell'ospedale, la bimba è più tranquilla e ormai si fida di me, il bimbo invece vedo che ancora mi guarda con sospetto, stupito dal fatto che mi ritrovi tutti i giorni. Ieri con l'ostetrica abbiamo fatto il bagnetto ad entrambi e poi lei me li ha messi tutti bagnati addosso a me che ero nuda, ci siamo così chiusi dentro il mio accappatoio pelle contro pelle come non abbiamo mai avuto occasione di fare ed è stato commovente. La bimba si è subito addormentata scaturendo un calore incredibile, io e il bimbo invece abbiamo iniziato a piangere, io ricordavo tutte le lacrime che ho versato durante il cesareo, la paura che ho avuto per loro e per quel momento di violenza, il bimbo tremava tutto, forse anche lui ricordava quell'essere stato strappato da me. Ma ci ha fatto a tutti bene, anche se nella notte io e il piccolo non abbiamo mai dormito, lui agitatissimo io in pensiero per lui. E oggi siamo ancora tutti frastornati.
Oggi per la prima volta poi ho chiesto aiuto, io che volevo fare l'invincibile e fare tutto da sola, mi sono ritrovata mia sorella in casa e volentieri le ho ceduto un bimbo da coccolare mentre io mi facevo la doccia e mangiavo. In effetti mi sono sentita sollevata, e sono andati via anche i miei sensi di colpa che non ero capace di accudirne due, che forse non ero proprio la mamma perfetta che quei due bimbi si meritavano ( io perdo i loro ciucci, mi intreccio nel cambiarli, sbatto con la carrozzina, ma è il mio essere così, io sono maldestra e poco pratica per natura, come potrei essere una mamma diversa?) e mi sono detta che se anche non sarò una mamma pratica regalerò loro tutte le mie storie inventate e le mie canzoncine in rima che canto loro per farli rilassare, e che se anche non avranno torte e manicaretti profumati, avranno tante parole in testa con cui nutrirsi e vestiti colorati con cui vestirsi. Dovranno fare i conti con me e con il mio essere e spero che presto si innamorino di me come io mi sono già innamorata di loro.
Saluta le altre signore "autobiografiche" da parte mia, io riesco ad accendere il computer ogni .... non so nemmeno più quando è accaduto la volta prima, volteggio fra biberon e pannolini ma vi penso e mi manca tanto non aver il tempo per scrivere. Ti eleggo così a mia messaggera.
Ma ti invio solo a te un abbraccio speciale, mi manca quella tua energia che sentivo che scaturiva da te quando mi sedevo a tuo fianco.
Ma sulle farfalle poi cosa è venuto fuori?  Io, se avessi avuto tempo, avrei scritto meglio quello che ti ho detto, del fatto che ai gemelli è capitata una mamma farfalla che sbatte la loro carrozzina negli angoli e che li assembla male quando li veste, ma d'altra parte .....che bei colori che ha una mamma farfalla!
Ah, in ultimo, ma una tua allieva di cosa? Cosa insegni? Mi sono persa questa tua attività, sempre parlavi di essere l'unica donna in una azienda di uomini..
smack, a presto
20 gennaio 2012 (inviato dalla mia compagna di banco a me)
CARISSIMA,
SONO CONTENTA CHE FINALMENTE AI TUOI BIMBI CON TE, ADESSO INIZIA IL GRANDE VIAGGIO, TUTTO NUOVO, TUTTO DA SCOPRIRE.NON TI FOSSILIZZARE SUI CANONI MATERNI, TU SARAI LA MADRE CHE SAPRAI ESSERE E SONO CERTA AL MEGLIO DI TE STESSA, ANCHE SE NON PREPARERAI DOLCETTI, NON SONO IMPORTANTI, CI SONO OTTIME PASTICCERIE.ACCETTA L'AIUTO DA CHI SENTI SINCERO, NON PENSARE DI POTER FARE TUTTO DA SOLA, LASCIATI AIUTARE, SE POI E' UNA SORELLA ANCORA MEGLIO.
SAI SULLE FARFALLE RIFLETTEVO, TI RICORDI NE AVEVO DUE, ED E' VERO SONO DUE, UNA VOLA ALTA LIBERA NON CONOSCE IL VOLO ORIZZONTALE, E' SEMPRE AL DI SOPRA PERTANTO VEDE SCRUTA ED E' TUTTO CHIARO, L'ALTRA NON SI STACCA DA TERRA, NON RIESCE, HA LA TESTA PESANTE, COLMA DI DOVERI, SENSI DI COLPA, SENSO D'INADEGUATEZZA.
QUANDO LE MIE DUE FARFALLE VOLANO INSIEME IO RAGGIUNGO IL MIO BENESSERE, MA PURTROPPO QUESTO NON VIENE RECEPITO ALL'ESTERNO.
SONO STATA 27 ANNI RESPONSABILE AMMINISTRATIVO, HO MOLLATO TUTTO NEL 2007, ED INSEGNO YOGA. ANCHE SE VORREI TROVARE UN LAVORO CHE MI OCCUPASSE TRE QUATTRO ORE AL GIORNO PER POTER CONTINUARE A VERSARE CONTRIBUTI E NON MERCIFICARE LO YOGA, PERCHE' LE PASSIONI NON SI DEVONO MERCIFICARE.
IL GRUPPO E' RIPARTITO, ED IO MI SENTO ORFANA, TU NON CI SEI, DESERTO.
MANTIENIMI AL CORRENTE, E QUANDO SEI PIU' STABILE CON ORARI E GESTIONE, VENGO A TROVARTI A CONOSCERE I PICCOLI.
UN ABBRACCIO FORTISSIMO


18 febbraio 2012 (scritto da me a lei)
Carissima compagna di banco
ti chiedo scusa per aver lasciato passare tanto tempo nel risponderti ma capisci bene che , a volte, non ho tempo neanche per bere. Con questo non voglio certo dirti che i gemelli mi hanno sconvolto la vita, perchè stranamente non mi sento schiacciata da loro, nè alienata nè oppressa, come tutti mi dicevano che sarebbe successo. Ovviamente ho tanto da fare, non ho modo di fare quello che facevo prima ma, sinceramente, è bello fare questo in questo momento. 
Forse la maturità dell'età fa sì che tutto il frastuono che hanno portato questi due bimbi nella mia vita non mi abbia shampato il cervello, è venuto tutto naturale, vivo a ritmo di biberon e pannolini ma non è così stressante anzi, mi nutro di questi bimbi che tutti i giorni mi regalano sorprese: occhi aperti e curiosi, teste dritte che mi guardano, braccine forti che mi abbracciano gambette sguaiate che scalciano e vocine tonanti che pretendono di essere ascoltate. Hanno un mese e mezzo e hanno fatto passi da gigante, anche fisicamente, non entrano più nelle tutine da piccoli! 
Ti allego delle loro foto per farti vedere che ciliegine che sono e per farti venir voglia di venirci a trovare.
E te come stai? Raccontami raccontami raccontami...... che io bramo conversazioni che escludono biberon e pannolini...
Un abbraccio stretto

martedì 23 aprile 2013

I wanna live, love & laugh in London

A Londra ti ho comprato una Mini giocattolo, blu e con la bandiera inglese su tutta la carrozzeria. Te la darò quando capirai, quando capirai che pegno è quel modellino di auto per me nei tuoi confronti.
Il giorno prima che io e il tuo babbo ci risposassimo in Chiesa, battezzandovi anche voi, tuo fratello Emino ha dato il peggio di sè, come in quel periodo riusciva a fare,  piangendo stizzoso tutto il giorno tanto che, durante la cerimonia del giorno successivo, ancora forte l'arrabbiatura che  mi aveva provocato quel suo atteggiamento, volli tenere in braccio te e non lui, anche se il giorno dopo era un angioletto incredibilmente buono come faceva regolarmente  il giorno dopo delle sue bizze colossali. Ricordo che quel giorno (che era il 13 giugno, mentre ci siamo spostati il 14 giugno, giorno del nostro anniversario) tu neanche ti sei fatta sentire, paziente come eri diventata dal momento in cui lui si faceva prepotente, tanto che la sera prima della cerimonia(ancora dormivate nel lettino insieme vicino al mio letto) ti ho guardato negli occhi, e ti ho detto grazie, grazie per come ti sei comportata bene in quseto giorno che precede la festa, per la pazienza che hai avuto tutto il giorno a vedermi ostaggio dei pianti di tuo fratello mentre te stavi buona a passare il tempo da sola senza lamentarti. Io ricordo, e lo ricorderò per sempre, che ti ho promesso che quel giorno non lo avrei dimenticato per come eri stata brava e come ti eri comportata da bambina grande, e per questo ti promettevo che da grande ti avrei comprato la Mini.
La Mini perchè, cara Mina, rappresenta un po' tutto quello che vorrei per te: una macchina allegra e divertente come vorrei che fosse la tua vita, una macchina inglese per trasmetterti la mia passione per Londra, per una città che mi ha visto felice nel mio primo viaggio da sola (che poi non era il mio primo viaggio e non ero da sola, ma da Londra è partito tutto, sono sicura, tanto che considero quello il viaggio miliare della mia vita). Con Londra  è partita  la mia voglia di andare e conoscere, la scoperta che altrove è sempre meglio di qua, la passione per la moda, per il diverso, per il frizzante senza pura, per gli aerei che portano lontano e anche vicino, il conoscere e rispettare tutto quello che è diverso e nuovo, la voglia di tradizioni diverse dalle mie e anche di respirare aria di mondo intero in una sola città.
Io, quando ho saputo di essere incinta di voi, a parte la pazza felicità, confesso che ho avuto contemporaneamente anche il pensiero " e ora chissà quando posso tornare a Londra", come dire sapevo bene quello che la vita mi regalava e anche a cosa avrei dovuto rinunciare, e il primo pensiero è stato dovermi allontanare da Londra.
Con il tuo babbo ci siamo andati spesso e volentieri, in quella città, e non a caso abbiamo scelto proprio Londra come primo weekend da passare da soli senza di voi.  Tutte le volte che io e il GAngster siamo stati in quella città ci siamo promessi di scoprire un posto nuovo, un locale diverso, un nuovo quartiere emergente e così tutte le volte non è mai stato tornare nella stssa città. Anche questa volta è stato diverso, benchè di nuovo abbiamo visto poco perchè abbiamo avuto voglia di rivedere la città classica, con i suoi monumenti, i suo negozi e i suo parchi, come a voler accertarsi che la nostra Londra fosse sempre lì, che fosse sempre quella e che la lontananza non ce l'avesse modificata. Di diverso questa volta però era stare in quella città pensando a voi, pensando al quasi obbligo che avrete di viverci, almeno per un po', almeno per la famosa esperienza da curriculum, almeno per un percorso scolastico, fosse solo per la lingua. Ci guardavamo in giro e studiavamo i ragazzi stranieri che ci lavorano, ci vivono e ci studiano. La grande marea che sono, l'energia che hanno, la volontà che insegna a tutti che se si vuole ci si può fare, anche lontano da casa e che anzi, lontano da casa è meglio, si cresce prima e si cresce più forti e indipendenti. 
Io Mina ti voglio con gli occhi liberi di quei ragazzi, padroni del loro futuro che là ha ancora le porte aperte e fa sognare come è giusto fare a 20 anni. Là le ragazze non sono vestite tutte uguali come qua ma si inventano cosa mettersi e come pettinarsi, là gli amici che si frequentano non sono quelli del quartiere ma sono cittadini del mondo, là piove ma non si apre l'ombrello, là fa freddo ma si vivono i parchi, si vive civile e si ascolta tanta musica nuova e diversa. E là vorrò venirti a trovare, bambina mia. 
Sappi che nel mio delirio di acquisti durante gli ultimi saldi invernali, dove confesso mi sono portata avanti per voi anche negli anni, che ti ho comprato una maglietta taglia 5/6 anni che ha questa scritta davanti "I wanna live, love & laugh in London". Che, unita al modellino di Mini che adesso è sulla libreria vicino al tuo lettino, stanno là come ha dire, hai il destino segnato, piccola mia 

domenica 21 aprile 2013

Diario della settimana (dal 15 al 21 aprile)

Lunedì 15 - Vi vengo a prendere con il passeggino e sono soffocata dal caldo incredibile. Vi trovo sporchi in una maniera indecente, oggi vi hanno portato in giardino e, ovviamente, non camminando, gli avete dato di ginocchia, tanto che le tute che avete neanche provo a lavarle, le butto via direttamente. E, visto che eravate già sporchi, rientrando a casa alla svelta, visto che in ogni giardino c'è il sole cuocente a picco sul cervello, vi facciamo salire le scale a modo vostro: Emino gattonando tipo marines, una mano poi un ginocchio poi l'altra mano e poi su di ultima gamba, Mina invece vuole essere sorretta e fa il passo proprio per fare il gradino. Un'altra esperienza della vita. Vi lascio alle zie e io vado a fare il Corso di primo soccorso infantile all'ospedale pediatrico Meyer, dove, ovviamente, capiamo che ogni casa è fonte infinita di pericolo, ogni viaggio in auto è uno sfidare la sorte, per non parlare della bici (io difatti non ci penso proprio a portavi in bici con me), per finire con le manovre anti soffocamento che, statistica canta, sono causate spesso da pezzi di banana. Ossignore se Emino se ne ingoia di pezzi grandi così! Diciamo che caramelle assolutamente mai ed è priobito pure guardare cucinare (tanto con me non è che correte grandi pericoli...). Io conto molto sull'assistenza del vostro Angelo Custode.
Martedì 16 - Detto fatto, abbiamo chiamato l'Angelo custode e lui è arrivato. La giornata procede normalissima, nido e giretti per me, pranzo ebraico con il babbo Gangster, che promette di arrivare a casa in tempo per la cena. Vi vengo a riprendere al nido con il passeggino ma fa così incredibilmente caldo che rincasiamo quasi subito, voi siete rossi accaldati che mi fate spavento. Il Gangster arriva con il solito ritardo e ci trova già con la minestra in tavola, così quando è il momento della banana gli cedo il posto e io mi metto a fare altro, sempre in cucina dove ci siete voi. A un certo punto bang, Emino cade a terra in picchiata con la sedia e il suo seggiolino alzasedia, lui piange disperato e noi stiamo tutti impauriti. Lo prendo in braccio e lo consolo, lo porto in bagno e gli faccio il solito bagnetto e gli metto il pigiamino e in quel momento penso che il bimbo ha battuto la testa, che forse mi dovrei preoccupare e torno in cucina per far rivivere "la scena del crimine" a Mina. La adagiamo sulla sedia a terra, e scopriamo che dal seggiolino rimane fuori un bel pezzo di testa, che Emino quindi ha sbattuto contro il pavimento. Non so che fare, chiamo la pediatra che non risponde, chiamo l'ospedale pediatrico che mi dice di portarlo lì, chiamo il 118 che mi dice veniamo subito con l'ambulanza. Ecco, è stata l'emergenza che ho sentito nell'operatore del 118 che mi ha veramente messo paura. Arriva l'ambulanza a sirene spiegate, ci portano la pronto soccorso pediatrico (io legata sulla barella mentre Emino libero in braccio a me...) visitano il piccolo, che nell'attesa gattona per i corridoi felice, gioca con i giocattoli a disposizione, ride e fa il cascamorto con le altre bimbe, e i medici mi dicono che la parte che ha battutto dove adesso ha un bel bozzolo, è la parte della testa più pericolosa, che lo dovrebbero tenere lì in osservazione ma che il bimbo si vede che sta bene quindi che torni a casa con me e lo tenga io in osservazione per tre giorni, spiegandomi quello a cui devo stare attenta. Io la notte dormo sul divano invece che al piano di sopra di camera mia, ogni ora mi alzo per verifacare che il bimbo dorma e non sia svenuto, che non abbia vomitato, che il bozzolo sulla testa sia duro e non molle. E ringrazio l'Angelo custode che ha impedito il peggio.
Mercoledì 17 - Emino sta bene, ma va tenuto d'occhio così rimane a casa con me, mentre Mina va al nido da sola e per la prima volta nella loro vita i due sono divisi. Io e Emino la mattina andiamo in giro e incontriamo zia Laura Gp, altre amiche mamme e ci godiamo il caldo intenso, pranziamo da soli come due innamorati e poi andiamo a prendere Mina al nido e ce ne andiamo a Music togheter che riprende con  il terzo e ultimo ciclo. Certo che sono cambiate le cose da quando abbiamo iniziato eh? Adesso siete due piccole pesti, mi state in piedi appoggiati sulla spalla entrambi, scappate e giocate a nascondino rincorrendovi dietro alla colonna, cantate a voce alta.... vi state facendo porprio grandi!
Giovedì 18 - Io e Grazia ce ne andiamo a camminare sulle colline cinguettanti di fiori, come è ormai tradizione il giovedì mattina. Per voi oggi niente nido per assemblea, così rimanete a casa con l'altra mia sorella Anna. Appena torniamo, alle 11, il tempo di farmi una doccia e farvi pranzare tipo picnic con panino formaggio e prosciutto cotto, che gradite molto, arriva il babbo Gangster e ci porta tutti di corsa (come sempre facciamo con lui) alla casa nuova del mare per scegliere le mattonelle, sbirciamo invidiosi il bel mare e le persone che hanno il tempo per goderselo, che ci rinfila subito in auto e ce ne andiamo a comprarvi le scarpette primaverili da Balducci a Montecatini: sandali con occhi per entrambi, Mina con le ciliegie rosse mentre Emino celestie chiaro e scuro. Prezzo: due paia al costo di uno. Torniamo di corsa per una strada secondaria per evitare la coda che il Gangster aveva un appuntamento che ci ha impedito di goderci il negozio di scarpe (comprate due paia in un nano secondo, essendo anche riusciti a farvene provare altre paia). Noi andiamo un attimo ai giardini vicini per salutare Valeria e Martino e raccontare loro le nostre avventure degli ultimi giorni e poi cena e a letto, che oggi siete tutti sballati, come al solito quando vi sballottiamo di qui e di là. Io mi metto a far la spesa, la cena, la valigia, in ordine la casa, le ultime lavatrici perchè domani si parteeee!
Venerdì 19 - Vi porto entrambi al nido, chiedo pure alla maestra se succederà qualcosa in loro in questi giorni di mia assenza, lei risponde che noi abbiamo tutto il diritto di divertirci e che i bambini mi aspetteranno. La mattina ce l'ho libera (a parte un breve passaggio dal parrucchiere) ma, sentendomi in colpa, la passo a rimettere a posto il vostro armadio, via i vestiti invernali e ormai piccoli, che si faccia posto a quelli più leggeri e anche più grandi. Partiamo con il Gangster per Londra all'ora di pranzo, ormai gli aeroporti e i voli mi sono estranei, mi faccio trascinare dal Gangster in un limbo non più mio. Arriviamo a Londra   che già mi mancate, e il distacco è una cosa sorda di pancia, come una parte del mio corpo che mi è stata asportata. E' stranamente più fisico che di testa. Comunque a Londra siamo e ne approfittiamo: inizia il pomeriggio con un bel tè inglese all'Orangerie di Kengstinton, passeggiata nel parco e subito un po' di shopping per voi e per me (velocissimo tuffo da Harrods, molto peggiorato in stile). L'albergo ci offre una camera enorme (cosa stranissima per Londra) e il Gangster mi regala una  cena romantica in un divertente ristorante francese vicino, dove brindiamo con un buon vino e ce ne torniamo a letto, perchè la giornata è stata lunga e magica.
Sabato 20 - Londra ci sveglia con un bel sole tondo, io mi sveglio con la sorpresa di aver dormito fino alle 8,30 del mattino senza pensieri alcuni, neppure quello del vostro latte mattutino. Ovviamente telefono subito a casa, dove è tutto tranquillo e ce ne usciamo per il nostro vagabondaggio nella città. Partiamo da Cadmen town, molto più pulciosa che nei nostri ricordi e dove ci fermiamo solo per comprarmi ben due paia di originalissime scarpe da Irregular Choise, promesse da tempo dal Gangster a me di cui un paio, quelle rosse con tacco altissimo e fiocchetti, scelte da lui perchè per me ormai sarebbero inservibili con voi, ma gli  prometto che me le metterò solo per lui. Poi ci spostiamo a Coven Garden, dove lo shopping si fa serio per il Gangster che, ormai appagato, accetta pure che io entri convulsamente in tutti i negozi di abbigliamento baby che presentano i saldi di mezza stagione (usanza santa e giusta che dovrebbe attaccare pure qua da noi) e così il risultato sono pantaloni, numerose magliette, due abiti e 4 pigiami divertentissimi per le prossime notti e i prossimi anni per voi. Pranzo addirittura all'aperto al sole,  concludiamo gli acquisti con il tè da Fortun &Mason, poi stanchi e appesantiti da tante borse torniamo in albergo giusto in tempo per vedere la rielezione del Presidente della Repubblica Napolitano, e usciamo per una birra in un pub e poi a cena. Dopo cena giro breve a Soho e a letto stremati, oggi ne abbiamo disperse di energie! Le notizie però da casa non sono rassicuranti, dopo pranzo Mina aveva la febbre a 38 e a cena aveva ancora febbre alta. Speriamo bene, piccina mia!
Domenica 21 - Ci sveglia il messaggio di mia sorella che dice che nella notte Mina aveva un 39,5 stabile, pare che nella mattina la febbre sia sparita ma io comunque sono preoccupata. A Londra c'è di nuovo tanto sole e pure la Maratona, che ravviva il Tamigi. Noi ce ne andiamo a vederci la Londra classica, il caro vecchio Big Bang, il Tamigi, pranziamo al sole all'ultimo piano di Oxo e poi è ora di rientrare, che alle 16 ci parte l'aereo. Ma Mina ha di nuovo la febbre alta così io dall'aeroporto di Londra chiamo l'ospedale pediatrico di Firenze e fisso un appuntamento per la sera stessa per farla vedere da un pediatra, che un'altra notte con oltre 39 non voglio che la passi. Quando arriviamo a casa Mina è giusto tornata dall'ospedale, pare che non sia niente di preoccupante ma deve iniziare gli antibiotici. La bimba mi si appiccica addosso come fosse un koala, è caldissima che le faccio le pezze bagnate sulla fronte, che lei accoglie volentieri. La coccolo un po', arriva anche il fratello, svegliato da tutto il trambusto, che mi sorride felice, metto tutti a letto e controllo Mina regolarmente. Adesso c'è la mamma e passa tutto, piccina mia. Non che con le zie non siano stati bene, figuriamoci, e pure con la nuova baby sitter, che si è trovata oggi a dover fronteggiare questa emergenza di Mina che andava all'ospedale con mia sorella e lei che rimaneva sola con un Emino piangente ... povera ragazza!

mercoledì 17 aprile 2013

Figlio unico

Oggi, per la prima volta (se non si contano quei tre giorni in cui sei rimasto da solo all'ospedale subito dopo che sei nato), hai vissuto un giorno senza sorella e, soprattutto, da figlio unico.
Dopo che ieri sera ti sei catapultato dalla sedia violentemente indietro, battendo la testa e facendoci scappare subito all'ospedale, hai avuto il tuo momento di gloria, il tuo momento di unicità. 
Pensavo che ti saresti preso paura e che non saresti  più voluto ritornare sopra quella sedia dalla quale sei caduto, invece oggi, quando ti ho rimesso al tuo posto a tavola (anche se gli alzasedia sulla sedia erano immediatamente spariti ed erano ritornati i cari, vecchi, sicuri seggiolini da viaggio) ci sei ritornato proprio volentieri, pensando sicuramente che quella caduta avesse cambiato magicamente in meglio la tua vita.
Da quando ti ho visto bello disteso a terra, un attimo dopo aver sentito per prima quel tonfo che mi ha raggelato, ti ho preso in braccio e non ti ho più mollato, cosa che non penso sia mai successa da quando sei nato, costretta come sono a dividere le mie attenzione verso entrambi. 
Abbiamo chiamato l'ambulanza con te che mi eri ormai appiccicato in collo, siamo saliti sopra e siamo stati abbracciati tutto il tempo che ci è voluto per arrivare al pronto soccorso, mentre ti visitavano ti cantavo le canzoncine, mentre aspettavamo fuori che ci chiamassero per la visita vera eravamo io e te a giocare, ti ho lasciato andare per i corridoi e tu eri felicissimo di esplorare nuove mete, ed eri sorpreso nel vedermi sempre là dietro te  pronta ad accertarmi come stavi e che non ti mettessi di nuovo nei guai. Lì poi hai capito che bastava che tu accennassi ad alzare le braccia verso di me che io correvo subito a prenderti in collo, che io non mi stancavo di giocare a cucù dietro l'acquario, che io non brontolavo se tu mi volevi stare tanto e ancora in braccio, a volte con la testina adagiata sulla mia spalla, altre a guardarmi da vicino, altre ancora a ridere. 
Sì, perchè ieri sera, benchè l'ora fosse per te tarda e il posto sconosciuto, eri sovreccitato, ridevi felice, mi saltavi su e già, scappavi e giocavi con tutti i giochi disponibili senza minimamente accusare il colpo. Tanto che poi quando ci hanno richiamato per la vista seria, mi hanno chiesto se avessi visto in te qualcosa di anormale, io ho solo detto che di diverso c'era che non ti avevo mai visto così allegro e ridanciano e sopra le righe del suo carattere che  è, a volte, ombroso, improvvisamente irascibile, stizzoso, contro un cuore allegro e ilare come quello che avevii ieri sera. Eri la massima espressione di felicità e quel non sentire la stanchezza mi ha fatto pensare che stessi un po' festeggiando qualcosa tipo l'ultimo dell'anno, tentando di andare a letto il più tardi possibile per fare in modo che quella festa non finisse. La festa di avermi tutto per te.
Poi questa mattina abbiamo mandato Mina al nido con il babbo Gangster e io e te siamo rimasti  da soli, ridevi di nuovo felice e parlavi con i giocattoli, me li portavi e stavi a lungo vicino a me in piedi a guardarmi, come a chiedermi che caspita fosse successo per avermi così tanto e a lungo. Poi, non appena ti prendevo in braccio, subito ti adagiavi con la testa sulla mia spalla, in un gesto tenero come a dire aaaah mamma che vita sarebbe questa, io e te stretti stretti. 
Anche per me sai Emino è stata un'esperienza incredibile, averti da solo e poterti gustare. Abbiamo pranzato come due innamorati, vicini vicini, guardandoci negli occhi. Ti lasciavo giocare, ti lasciavi imboccare, chiacchieravamo e ridevamo, cinguettando come due rondini che scoprono la  primavera. Anche io sai ho pensato che bello avere un bimbo per volta, potermi dedicare interamente a lui, avere tempo di perderci tempo, invece che dividermi costantemente verso tutti e due, facendo ugualmente tutto ma facendolo sempre in fretta, dedicando rocambolescamente tempo un po' a uno e un po' all'altro. Ho un po' invidiato chi ha un figlio solo a cui si può dedicare visceralmente, anche se di voi sono così fiera che non mi importa se  ancora non sapete fare bene i versi degli animali come fanno gli altri bimbi, però sapete ridere fra di voi e cercarvi per giocare, che questo non è poco, al confronto di che saper fare miao e bau.
Quando poi sono andata a riprendere Mina al nido e ci siamo riuniti, lei non ti ha filato per niente, neanche guardandoti, forse intuendo che avevi goduto di un privilegio che ancora lei non aveva avuto, e te un po' mi hai guardato perplesso come a dire adesso che è tornata questa è tutto finito fra di noi?  Ma quando io ti ho cercato con lo sguardo dallo specchietto retrovisore mentre eravamo in auto per andare a Music Together,  tu mi hai dato uno sguardo esplicativo che voleva proprio dire ormai quello che c'è stato fra di noi entrambi non lo possiamo dimenticare, anche se da ora in poi tornerà tutto come prima, capito bambola? E così abbiamo chiuso questa nostra parentesi rosa con una tacita e segreta storia d'amore vissuta solo fra noi e per noi.

lunedì 15 aprile 2013

Vorrei che tu sapessi

Vorrei dirti che mi manchi, farfallina mia, in serate come queste, quando sono qua sola sul divano a pensare a quanta voglia avrei della tua compagnia, dei tuoi piedi lunghi da mordere che ti fa tanto ridere vedere sparire le tue ditina del piede dentro la mia bocca, dei tuoi ah che sottolineano gli sguardi perplessi, del tuo arricciare il naso quando ridi, della tua nuca arrossata dal sole di oggi, dei tuoi capelli spettinati che quando pettino  subito ispezioni per accertarti che non ti abbia messo una mollettina a tradimento, della tua pancia tonda che sovrasta le tue gambe lunghe, della tua carne morbida e delle tue guance ruvide. 
In giornate come queste, dove ti ho appena visto perchè ti ho portata al nido e siamo state insieme giusto un po' per tornare a casa e poi io sono dovuta uscire e ti ho ritrovata a letto, vorrei che tu sapessi che mi manchi tanto e mi manca  perdermi anche un solo  giorno della tua vita, perdermi un tuo sguardo curioso, un tuo alzare la testa insospettita per qualsiasi rumore, un tuo allungare le braccia verso di me che mi apre il cuore saper che vuoi essere presa in braccio per un po' delle mie coccole. 
Sappi che ieri sera ero inspiegabilmente triste e così sono venuta a vederti dormire e piangendo per l'emozione ti ho detto sei la cosa più bella che la vita mi potesse dare, sei il regalo pazzamente più grande che mi si poteva fare, sei molto molto molto di più di come ti potevo immaginare perchè sei la mia farfallina bianca che vola felice nel cielo azzurro. Credo che sia stato per farmi un regalo che questa notte alle tre ti sei svegliata piangendo, tu che non lo fai mai, e che mi hai fatto correre in cameretta tua e farti trovare ritta in piedi nel lettino pronta ad essere presa in braccio. Ti ho tenuta stretta e ti ho portato con me sul divano e  nel buio mi guardavi da vicino, toccandomi il viso come a volerti accertare che ero io. Poi, rassicurata, hai appoggiato la tua guanciotta ruvida ma soffice sulla mia guancia e ti sei rilassata, affidandoti al mio respiro e profumando di me mentre io mi inebriavo di te. 
Vorrei che tu sapessi che quando oggi nel passeggino hai pianto tanto con delle lacrimone grosse che poche volte ti vedo, perchè eri indispettita perchè ti avevo portato via dalle altalene troppo presto ma faceva troppo caldo con quel sole a picco sulla testa per rimanere più a lungo, io ti avrei assolutamente voluto prendere in braccio e portarti stretta a me fino a casa, ma sai che non mi è possibile farlo perchè nel passeggino c'era anche tuo fratello e non ce la faccio a tenere uno di voi in braccio e spingere l'altro, così ti ho dovuto lasciar piangere con il cuore in pezzi, ma ti ho cantato subito nella vecchia fattoria che so bene che ti distrae e così hai imparato che nella vecchia fattoria c'è toro seduto che fa aug con la mano in fronte, che c'è una minestra profumata che fa con il dito indice sulla guancia a vite, che c'è il nativo d'America che fa aaaa con la mano davanti alla bocca, che c'è invece l'indiano che fa namastè con le mani giunte davanti al viso, che c'è volante uno a volante due con la mano ad imbuto a simulare una radio, e per fortuna quando avevamo finito le invenzioni eravamo finalmente  vicino a casa e le tue lacrime erano lontane. 
Vorrei che tu sapessi che sono severa con te perchè so che mi capisci,  che il tuo carattere esuberante ti metterebbe troppo nei guai, per questo ti piacciono le regole e per questo te le dò, perchè tu hai molto e per questo da te pretendo molto, pretendo che tu offra i tuoi doni agli altri e a te stessa, perchè tu sorridi sempre pronta a tutti e alla vita e io ti devo insegnare a non buttare via quanto tu bella sei, dentro e fuori, con quegli occhi neri che bruciano e quella tua voce dolce che imita tutto e quella bocca a cuore che bacerei di continuo. 
Buonanotte e buono tutto, amore mio bellissimo, domani mattina ci rivediamo e non vedo l'ora. Questo vorrei che tu sapessi questa sera.

domenica 14 aprile 2013

Diario della settimana (dall'8 al 14 aprile)

Lunedì 8 - Dopo la giornata sballata di ieri e, sopratutto, dopo la vecchia fattoria cantata ininterrottamente per tutta la sera, questa mattina siamo tutti distrutti, tanto che neanche ci riusciva alzarci  dal letto. Temporeggiamo tutti e pazienza del ritardo. Al lavoro c'è ancora il riscaldamento acceso che mi lessa il cervello, come vengo a prendervi al nido (dopo, ovviamente, essere rincasata un attimo per fare le lavatrici e preparato cena che quando ci siete voi poi non si fa più niente) bisogna scappare a casa  perchè arrivano gli amichetti Martino e Matilde con le relative mamme. Tutti sul nostro tappeto con il caos creato dalla schiacciata all'olio che tutti vogliono e tutti spiaccicano sul pavimento, a volte anche mangiandola dopo che l'hanno ben pestata, chiacchiere con le mamme e poi via, voi a letto di corsa che oggi al nido avete dormito pochissimo, io a trovare 5 minuti di pace sotto la doccia che ne avevo proprio bisogno, grazie anche a  tutta la schiacciata spiaccicata ovunque, vestiti e capelli compresi. Ceno prima del Gangster che arriva giusto in tempo per salutarmi perchè io scappo che ho il mio appuntamento del lunedì con Laura per il nostro cinemino. Questa sera tocca a Richard Gere con La truffa che ci piace proprio (più Richard che il film ma non ci lamentiamo, dopo tutti i film brutti che abbiamo visto) e anche con LauraGommapane è un frastuono di chiacchiere (ci vediamo apposta prima per raccontarci a raffica mille cose). Così quando torno a casa mi sembra un sogno poter andare a letto e stare un po' in silenzio.
Martedì 9 - Piove di nuovo ma io non rinuncio al mio giro in centro con relativo acquisto per Emino, questa volta: una maglietta azzurra a mezze maniche con la S di supermam! Pranzo con il babboGangster alla Vecchia Bettola e ci siamo dati appuntamento lì perchè vi abbiamo comprato, nel negozio in zona, due alzasedie per mangiare a tavola e buttare via i vostri seggiolini da viaggio.
E dopo il nido altro colloquio con una nuova baby sitter: questa volta è una signora che abita qua vicino, è persiana, è stata educatrice di nido, è laureata in pedagogia, verrebbe per fare l'educatrice più che la baby sitter, ha portato il curriculum e due ovetti per i bimbi. A Mina è piaciuta tantissimo, le ha riso da subito (anche se, va detto, Mina ride a tutti da subito) e la guardava raggiante. Emino invece ha pianto tutto il tempo, voleva solo starmi in braccio e guai a mollarlo. Così sono un po' frastornata: da una parte so che non è la solita ragazzina che viene a fare la baby sitter come ripiego perchè non trova altri lavori,  e questa signora verrebbe a giocare proprio con i bimbi in maniera costruttiva, da un'altra parte io ho bisogno di questo fino ad un certo punto, sicura di aver più bisogno di qualcuno che mi aiuti ai giardini a correre dietro ai bimbi quando cammineranno e quando il tempo ci permetterò di andare ai giardini, più che di una educatrice. Ma, vedremo, intanto domani abbiamo  un altro colloquio.
Mercoledì 10 - Vado al lavoro, vi porto al nido e vi vengo a riprendere a piedi con il passeggino, che da oggi iniziano le belle giornate e almeno un po' all'aria aperta bisogna stare. Rientriamo perchè abbiamo l'ennesimo colloquio con una nuova baby sitter. E' carina anche se minutina (con i gemelli bisogna avere tanto fiato) però è ben educata, tiene la conversazione, fa danza e studia storia dell'arte, con i bimbi non è proprio entrante ma credo che contil'emozione della prima volta, ha l'auto, va al cinema e ha esperienza con un'altra bimba piccola. E poi chiede un onorario basso. Ok, uso la tecnica del Gangster e prendo una decisione una volta per tutte, valutando velocemente gli utili uniti al tempo che passa: assoldata. Sabato inizierà. E speriamo che Emino sia più socevole, visto che da lei non voleva farsi consolare quando ha iniziato ininterrottamente a piangere. Eppure è anche una ragazza carina... speriamo che sia stata solo stanchezza.
Giovedì 11 - giornata della camminata oggi. Vi accompagno al nido e io me ne vado a passeggio per le colline inondate da margherite e ciliegi in fiore, con pure qualche timido fiore di pesco nuovo nuovo. E la mattina passa così, ascoltando suoni e annusando odori della natura. A pranzo con il Gangster al ristorante ebraico e poi, incredibilmente, il padre di famiglia arriva in tempo per andare a prendere i piccoli al nido e tutti insieme ce ne andiamo a passeggio alla Cascine, che se fosse ben tenuto sarebbe un signor parco. Ma intanto godiamoci quello che abbiamo che è tanto: il bel tempo, i prati in fiore e soprattutto la famiglia riunita addirittura dal pomeriggio
Venerdì 12 - Vengo a prendervi al nido e ce ne andiamo direttamente al solito raduno del venerdì. Questa volta azzardiamo un giardino dell'Orticultura, con spettacolo dei treni che passano che interessano tutti gli altri bambini meno che i gemelli, e poi a casa di Giacomo per la merenda, che oggi consiste nel gelato e che voi vi mangiate proprio volentieri (e ci credo, con quanto vi tengo a stecchetto, non l'avete in pratica mai mangiato se non solo per assaggiarlo). Al raduno partecipano, oltre a Valeria e Emma, anche una mamma che non conosco e nel sentir parlare dei nomi e delle nazionalità, faccio due più due e scopro che la mamma sconosciuta altro non è che la precedente datrice di lavoro della nostra nuova baby sitter! Della serie Firenze è poco più di un paese! Torniamo a casa che siete, ovviamente esausti, dopo un lungo giorno interamente passato a giocare (ma siete anche bravissimi, vi ambientate subito e non vi scoraggiate mai) e io e il Gangster ce ne andiamo a cena al ristorante greco, ripensando a tutte queste strane coincidenze di oggi (abbiamo anche scoperto che la nuova baby sitter è italo greca, noi ceniamo al greco e voi siete stati concepiti in Grecia).
Sabato 13 - Arriva Valentina, la nuova baby sitter. Le chiedo di parlare in greco con i bimbi, così da collegare lei con la lingua diversa ed è un piacere ascoltarla. Mina, dopo un lungo discorso in greco, ha replicato a modo suo con un tono come dire certo che capisco cosa dici. Sono stata un po' con  i bimbi e la baby sitter, entravo ed uscivo dalla stanza senza vedere i bimbi turbati, così ho annunciato che uscivo e ho visto gli occhi di Valentina impauriti. Le ho chiesto se avesse paura e lei mi ha detto che non sapeva cosa fare se piangevano entrambi, io l'ho tranquillizzata che non sarebbe successo e che se succedeva, che li lasciasse pure piangere, se non riusciva a consolarli. Però me ne sono andata al mio allenamento ginnico all'aperto del sabato mattina con il cuoricino stretto, pensando che sono stata troppo precipitosa nel lasciarla sola con i bimbi e non mi sono goduta niente, nè la ginnastica nè il tempo bellissimo, non vedevo l'ora di tornare a casa per vedere che fosse tutto a posto. E quando sono rincasata era tutto a posto (non dubitavo, i gemelli hanno una capacità di adattamento fenomenale) così Valentina mi ha aiutato a dare da mangiare ai due, a cambiarli e a metterli a letto. E anche questa è fatta. Nel pomeriggio un po' ai giardini sulle altalene e poi alla festa nel negozio di articoli da bambino qua vicino, con tanti altri bimbi e mille giochi nuovi che hanno reso felici i gemelli.
Domenica 14 - Questa mattina ci ritroviamo soli, il babbo è al mare dalla nonna e la zia Grazia viene chiamata al lavoro. Così facciamo una giratina in zona ma a me mi viene una tristezza....anche se vi guardo e penso che siete le cose più grandiose che la vita poteva darmi. Per fortuna che nel pomeriggio avevamo fissato con Valeria e Martino all'Orticultura. La giornata è splendidamente calda così sperimentiamo il giardino un anno dopo, con voi che adesso gattonate invece che stare sdraiati sulla coperta come facevate anno scorso. Devo dire che pensavo peggio. Ho steso la nostra mitica coperta a quadri sul prato, vi ho messo sopra e voi siete stati buoni lì a giocare con le chiavi e a guardare Martino. Certo, ogni tanto gattonavate fuori a toccare i sassi e a lanciarli in alto, ma nella vita bisogna sperimentare così non ho detto niente (e soprattutto poi tanto c'è la cara amica lavatrice che pensa a tutto). E poi, forti delle scarpe nuove, quelle vere adesso e non più le pantofoline morbide, oggi vi abbiamo fatto camminare sorreggendovi, ed eravate felicissimi. Ovviamente con me c'era Grazia, io da sola non ce la farei a tenervi d'occhio entrambi. Però è stato un bel pomeriggio rilassante, quel giardino ci piace sempre tanto, la compagnia è ottima e oggi me la sono proprio goduta e poi, constatato che ce la faccio con voi e visto che la baby sitter l'abbiamo trovata, adesso mi sento più tranquilla nel saper che ai giardini vi posso portare anche io. E non è poco, aver di nuovo scacciato l'ennesima paura.

mercoledì 10 aprile 2013

Lui, lei, l'altra e l'altro, e anche i due.

Quando ci siamo conosciuti il Gangster aveva un bambino di 10 mesi che adesso ha 10 anni.
Per quel figlio abbiamo aspettato molto ad andare a vivere insieme, cercando di rispettare i tempi e le sensibilità di tutti, compresa quella della  mamma del bimbo che si è vista un Gangster, ovviamente non innamorato di lei, andarsene con una donna della quale si era improvvisamente innamorato pazzamente e della quale non poteva più fare a meno dal primo giorno in cui l'ha vista. 
A volte questa  situazione ci è sfuggita di mano, l'impeto del nostro amore era così forte che indubbiamente il bimbo ne ha risentito, avendo il babbo strappato da lui da questo amore invincibile. Indubbiamente, come in tutto, potevamo fare meglio, ma abbiamo fatto il nostro meglio, e questo ci fa stare mediamente tranquilli. 
Ormai abbiamo messo il giusto tempo in mezzo e, essendo già passati dieci anni,  pensavo che la vita, unita al tempo, attenuasse molte cose, compreso,  il rancore della mamma del bimbo nei miei confronti. Che invece non è calato di un millimetro. Non ci siamo mai viste, parliamo, ormai per abitudine, l'una male dell'altra, cercando però, almeno, di non mettere i figli nel mezzo. Che per non stare nel mezzo, non si frequentano. 
Diciamo che l'ago della bilancia che abbiamo (il Gangster, appunto) non è, a mio avviso, dei più acuti. Lui  dovrebbe dirimere le gelosie e le invidie di noi due donne ma, nel tentativo di pacificare tutto, getta, almeno per quello che mi riguarda, un fitto alone di mistero su quello che succede e su quello che prova per la mamma del suo primo bimbo. E, a quanto deduco dal rancore ancora pungente di lei, diciamo che con l'altra non è riuscito a fare  meglio visto che, da come si comporta, ancora lei pensa che il Gangster sia il capofamiglia della sua famiglia, non  tenendo conto che ormai è il marito di un'altra e che ha addirittura due gemelli. 
Diciamo che viviamo tutti in un armistizio precario che non salta solo perchè abbiamo un minimo di ragionevolezza, non certo perchè il Gangster sia un grande stratega. 
Per questo non mi vergogno a dire del grande piacere che mi ha fatto la telefonata del Gangster di oggi, che mi ha chiamato inondandomi di complimenti perchè mi voleva dire che era ogni giorno più convinto di aver fatto la scelta giusta nello stare con me, che sono una donna brava e pratica, che è stupito positivamente da come mi so organizzare con i bimbi e il lavoro, con il mio tempo libero e con l'educazione dei piccoli. Specie quando ho capito che mi diceva tutto questo confrontando  come si comporta la mamma di suo figlio per il bimbo, paragonato a quanto riesco a fare io con i gemelli. 
Con questo non voglio dire che lei non sia una buona madre anzi, ha cresciuto un figlio nella difficoltà di non avere un compagno in casa, ed è riuscita a far diventare il bambino un ragazzo educato e tranquillo. Certo che non ha investito su quel bambino, rendendolo così timido, insicuro e senza ambizioni per la sua vita. Ha cresciuto il figlio senza fargli frequentare altri bimbi che non fossero i due cugini, lasciandolo sempre così al sicuro della famiglia, tenendolo sempre in compagnia di adulti che l'hanno illuso di essere un bimbo invincibile e perfetto, come fanno, sbagliando, tutti gli adulti adulando e viziando i bambini, credendo così di risparmare le sconfitte della vita che prima o poi suoneranno il campanello di casa e che troveranno il bimbo privo degli strumenti per affrontarle, se non quello dello scappare via lontano dalle frustrazioni, cosa che è stata insegnata a fare a lui fino ad ora, impedendo  così a lui di sperimentare nuovi modi di pensare e comportarsi, raffrontare varie tipologie di vita e ambientamento. Non ha stimolato il bimbo alla lettura nè alla passione dei viaggi e del conoscere lingue nuove per viaggiare, non ha buttato il bimbo nella mischia di uno sport dove si deve imparare il gioco di squadra, il sacrificio e la sconfitta, proteggendolo ancora una volta nel risparmiargli ogni momento di sconfitta ritirandolo dal gioco o addirittura assecondando la volontà del bimbo di non provare attività nuove, come invece è giusto che faccia un bimbo di quell'età, anche se, ovviamente, all'inizio dirà che preferirebbe stare a guardare la tv a casa invece che andare a camminare con un gruppo sconosciuto di  scout.
Io invece, che ne ho due di figli insieme e un marito ugualmente inesistente, mi spacco la schiena nel non risparmiare ai bimbi nessuna attività formativa e aggregante che serva a loro per crescere imparando, non mi risparmio di caricarli in auto e portarli nelle varie case del gruppo di mamme che abbiamo creato per stare insieme anche quando il tempo non permette di andare ai giardini, non mi risparmio di tenere vivi i rapporti con le altre mamme, chiamarle e scrivere loro per fare in mondo che i bimbi abbiamo un gruppo di loro pari con i quali confrontarsi sia nei giochi strappati di mano come nelle risate di gruppo. Io non mi risparmio accendendo la tv e parcheggiando i bimbi lì davanti ma anzi,  la televisione l'avranno vista accesa quattro volte  quando sono con me,  e invece ho comprato ai bimbi tanti librini colorati che leggiamo insieme, anche al rovescio e dalla fine all'inizio, tanto per imparare il gusto di star seduti a vedere cosa succede nella pagina successiva di un libro. Io non mi risparmio nel cercare di far stare i bimbi all'aria aperta, in compagnia, e nell'essere pronti e fiduciosi nell'affrontare l'imprevisto, come poi la vita chiederà di fare loro con un gruppo nuovo di sport da conoscere o con i nuovi compagni di campus estivo o di vacanza all'estero.
Tutto questo non per denigrare il fratello grande dei gemelli, che ha come unica colpa quella di avere dei genitori che pensano di farlo crescere felice risparmiandogli i colpi della vita e libero di scegliere di non studiare inglese o imparare a cavalcare, quando poi sarà la vita che selezionerà chi ha resistito a ginocchia nude con gli scout in inverno e chi è padrone dell'inglese e anche del cinese, ormai, ma per appendermi oggi, cosa che non faccio spesso, una piccola medaglia al merito per non risparmiarmi nell'attrezzare i bimbi ad affrontare la vita, senza farne dei piccoli geni, assolutamente, ma dei bambini liberi e curiosi e per questo felici.

domenica 7 aprile 2013

Diario della settimana (dal 1 al 7 aprile)

Lunedì 1 - Lunedì dell'Angelo. Previsto tempo brutto,  che ci ha ingannato,  così non avevamo organizzato niente se non stare a casa a vedere piovere. E invece c'è il sole, che ci vede andargli incontro con un mattiniero giro in altalena e poi al supermercato alla ricerca urgente di latte, che qua ne va via a fiumi. Il pranzo era giù dai nonni con zie e zii, ma voi non avete dormito più di 40 minuti, come fate regolarmente quando tutta la famiglia conta di mangiare in pace tanto voi dormite. Siamo arrivati a malapena al dolce, il caffè ce lo siamo fatti con i vostri pianti in sottofondo. Così uggiosi e uggiolanti, non mi restava che mettervi sul passeggino e via, andare ad annusare la primavera al nostro giardino preferito, quello dell'Orticultura, dove c'è ancora un bel pantano ma in contemporanea le margherite sono fiorite e profumano di nuovo. Emino è stramazzante sul passeggino con un occhio aperto e uno chiuso, Mina invece è stata con me sulla panchina a guardare dei ragazzi giocare a frisbee chiamandoli ad ogni lancio. Cena con le lasagne avanzate del pranzo, e ve le siete spolverate!
Martedì 2 - Come ridolini mi muovo questa mattina! Piove e così non posso portarvi a fare la spesa con me, come avevo programmato, e vi devo lasciare ai nonni, con un cuoricino piccolo piccolo. Ma riesco a fare tutto velocemente in un'ora, anche se mi verrà un infarto se continuo a fare questa vita. E Mina la mattina l'ho trovata  vomitosa nel letto, quindi c'è da aggiungere un completo cambio di tutto con lavatrice urgente. Per fortuna che dopo pranzo dormite tanto e io pure, così siamo pronti poi a ricevere tutti i nostri amichetti ospiti che oggi pomeriggio vengono a fare merenda da noi. E si vede che era tanto che non ci vedevamo con le mamme dei bimbi, perchè c'è stato un bombardamento di chiacchiere. E i bimbi anche che buffi, a fare girotondo e ad ascoltare le storie. Oggi c'erano Martino, Arianna e Giacomo, con le loro relative mamme amiche. E così anche oggi abbiamo risolto la giornata senza nido, che per fortuna riprende domani.
Mercoledì 3 - Terzo aprilante quaranta durante e speriamo che si riferisca solo al tempo metereologico, che oggi è bello che sembra finalmente primavera. Nella notte io ho il maremoto, una nausea costante che non mi fa dormire e la mattina, in netto ritardo, quando riesco ad alzarmi spossata, scopro che Mina ha di nuovo vomitato e così via, latte, cambiarli e vestirli tutti e anche la lavatrice da fare! Arrivo al lavoro solo con 20 minuti di ritardo, e la cosa mi fa capire che ormai ho i superpoteri.  Certo che al lavoro ciondolo molto, ma pazienza. Per fortuna nel pomeriggio viene al Gabry che mi aiuta a prendere i gemelli dal nido e condivide con noi il tappeto e i giochi e i due, al contrario di quanto fecero la volta scorsa con lei, sono stati bravissimi, a giocare indipendenti lasciandoci chiacchierare e a fare i bene educati e gli obbidienti, come è il sogno di ogni mamma quando ci sono ospiti. Cena con latte e biscotti (un classico ormai) ma neanche viene finito, perchè pare che lui oggi non abbia voluto pranzare al nido, segno che il virus sta lavorando di nuovo in questa casa. Incrociamo le dita!
Giovedì 4 - Temperatura che sembra primavera, finalmente, così con la zia Aci vi accompagnamo al nido e io e lei ce ne andiamo a farci una lunga passeggiata in collina, giro di Cercina da parte a parte, fra magnolie in fiore, olivi da potare, baccelli che aspettano di essere colti e cani che abbaiano quando ci sentono passare davanti alle ville. Uno spettacolo. E pensavo di essere più fuori forma, era così tanto tempo che non camminavo per sentieri che pensavo di non esserne più capace, invece non ho sentito minimamente la fatica, grazie a voi, che mi tenete in costante allenamento! E con mia sorella abbiamo passato tutto il tempo a sognare di portavi a fare il cammino di Santiago. Ed ero così contenta che mi sono pure fermata in un negozio di giocattoli a comprarvi un nuovo gioco da comporre, bicchierini a forma di topolino che avete apprezzato il giusto, ritornando sempre ai vostri cari bicchierini Ikea. E nel pomeriggio sul tappeto ho pure contattato quattro baby sitter, a cui solo a due ho fissato appuntamenti per conoscerle perchè una (spagnola) già impegnata, un'altra parte per Londra per cercare lavoro. E speriamo di trovare quella giusta.
Venerdì 5 - Nido e  lavoro, questo facciamo entrambi. Siete spossati quando vi vengo a prendere al nido perchè pare che oggi nessun bambino abbia dormito, così state tutti prostrati sul tappeto e mi venite addosso per farvi lisciare e accarezzare, rintontiti da tanta stanchezza. Vi riprendete solo quando arriva la prima baby sitter di una lunga seria di baby sitter da me contattate. Oggi conosciamo lei che abita qua vicino ma che ci piace così così, lavora già e non è sempre libera e soprattutto con voi non è espansiva ed entusiasta, anche se voi la guardate innamorati e sorridenti, specie Emino che le butta certi sorrisi con gli occhi dolci... Vedremo le prossime. A letto con un accenno di frittata con la mozzarella, troppo elaborata per la vostra stanchezza, quindi banana sempre gradita e via, shampoo e bagnetto, pigiama e dormite già.
Sabato 6 - Da oggi inizio ad allenarmi all'aria aperta con un corso di ginnastica che si tiene di sabato mattina, mentre i bimbi stanno con il loro babbo a casa. Quando torno sono felicissima di essermi sgranchita i muscoli e chiedo come sia andata la mattinata, ma non è dato sapere. Il racconto paterno è che i bimbi sono stati tranquilli nel giocare fra di loro tanto che lui ha pututo fare tutte le sue cose. Che tradotto nel linguaggio materno vuol dire i bimbi li ho lasciati a giocare fra di loro e che facessero quel che vogliono, perchè io avevo da fare. Dopo che hanno dormito nel pomeriggio arriva un'altra baby sitter da conoscere. Referenziata, scopriamo che è una grande bufala: non ha espeirenze concrete, vuole doppi soldi perchè sono doppi bambini, non è coinvolgente e avvolgente verso di loro. Bocciata. Quindi scappiamo subito in centro tutti insieme, con un caldo bellissimo e un Emino che abborda le varie commesse con i suoi migliori sorrisi e dà occhiate sufficienti a quelle brutte, come a dire con te non mi ci perdo. Poi la sera stanno a casa con la zia mentre noi facciamo un pellegrinaggio fra ristoranti: alla salmoneria appena aperta neanche alzano la testa per accoglierci e quindi noi ce ne andiamo senza salutare, al Convivium aspettiamo in una sala triste 20 minuti prima che ci portino il menù senza in contempo veder servire nessuno degli altri tavoli, così salutiamo e ce ne andiamo anche di lì, troviamo poi un fortunato tavolo da A modo mio, dove notoriamente si mangia bene, mangiamo bene ma torniamo a casa che manca poco a mezzanotte, e io inizio a vedere le stelle per la stanchezza dell'allenamento di questa mattina.
Domenica 7 - Ce ne andiamo al mare dalla nonna perchè sembra arrivata l'estate. Emino oggi è in splendida forma, ride felice a tutti e gioca con il cane Nemo facendogli risate grasse, mentre il cane scappa non appena lo vede. Proviamo a metterli a letto nei lettini da campeggio nella cameretta che fu del babbo ma non ne vogliono sapere di cedere al sonno in una camera sconosciuta, così stanno tutto il pomeriggio svegli, con gli occhi rossi dal sonno ma battaglieri e ridanciani. Anche quando andiamo a trovare gli amici che hanno tante figlie, Emino si esibisce in un accerchiaggio da latin lover mentre Mina mi fa prendere un colpo perchè pensavo che si fosse messa in bocca un pezzo di vetro. Rincasiamo in ritardo e Mina piange per tutto il viaggio: un'ora e mezzo di urla come solo lei fa, placate solo se le tenevo la mano e le cantavo Nella vecchia fattoria. Il Gangster, mentre subiva alla guida le urla di lei e la vecchia fattoria della sottoscritta, ha sentenziato che è proprio contento che domani sia lunedì. Dopo cena, con gli occhi rossi dalla stanchezza come non gli ho mai visto neanche quando lavora 18 ore al giorno, ha detto "quei due ti sfiniscono".... A me lo dici!

mercoledì 3 aprile 2013

Testone Capricorno con la voce d'angelo

Ehi tu, quello che era piccolo, quello che in pancia la sorella gli prendeva tutto il posto e tu stava nello spazio che rimaneva non avendo neanche modo di girarti. Quello che quando è nato pesava meno di lei e che è rimasto più a lungo in ospedale, reagendo agli stimoli con più calma della sorella. Quello che appena nato neanche mi accorgevo che piangeva perchè lei piangeva fortissimo che assordava mentre lui miagolava sottovoce.
Quello che poi ha deciso di tirare fuori il carattere dopo aver subito l'urlatrice nella stessa carrozzina, che lo attaccava ciucciandogli la guancia quasi fosse un ciuccio umano, tanto che lui ha avuto costantemente sul viso il segno della di lei saliva cristallizzata.
Quello che poi, come ha capito che era considerato il più debole, da finto debole quale è, ha approfittato a piene mani di questa sua nomea e ci ha preso tutti per il naso, piangendo con una costanza e con una perseveranza che solo un Capricorno testone riesce a fare. Quello che pigramente non girava la testa da un lato, tanto che siamo stati dalla fisioterapista carina che, non appena vedevi, giravi la testa a destra e a sinistra senza resistenza, pur di farle gli occhi dolci. E da lì abbiamo capito che ci stavi tutti prendendo molto in giro, che non eri debole e neppure malato. Eri solo un testone. 
E la tua bella testa grossa ce l'hai, tanto che non ti entrano le maglie della tua taglia, dalla testa.
Come hai fatto a diventare quello che sei non lo so, solo la pediatra mi profetizzò, alle visite di misurazione e pesamento, che da neonato eri quello che rimaneva indietro, ma vedrà poi come ci mette poco a sorpassare la sorella, mi disse. E in effetti adesso hai spalle larghe e forti, muscoli torniti, bacino stretto e gambe muscolose e affilate, con dei bei piedi a panettoncino (proprio uguali a quelli del tuo babbo) che tieni costantemente aperti in prima posizione di danza (uuuuuh come mi piacerebbe che tu diventassi un ballerino classico!!!) 
Eri quello che non appena la sorella iniziò a gattonare la guardavi disteso sulla schiena, quando lei iniziò ad alzarsi  la guardavi piantato a sedere, poi un giorno hai preso il pinguino primi passi, ti ci sei attaccato e hai iniziato a camminarci dietro neanche l'avessi sempre fatto, mentre la sorella, che ancora non lo faceva, ti guardava stupita, come tutto il resto della famiglia, d'altra parte. Questo sei tu, un gatto sordo che un giorno prende e parte, lasciandoci tutti di stucco. Adesso sai a memoria la grandezza dei cilindri per fare le costruzioni e mi brontoli se ne salto uno, adesso sei alto più della sorella e mangi molto più di lei, mentre quando abbiamo iniziato lo svezzamento lei si buttò curiosa sul cucchiaino mentre te hai schifato tutto quello che era solido per molto. 
Adesso sei castano dorato con riflessi biondi che non si sa proprio a chi somigli, hai occhi neri che sorridono prima del tuo sorriso e denti aguzzi che servono ad aiutarti a tenersi in equilibrio sul divano, quando le mani sono occupate in altro. Adesso, dopo aver passato i tuoi primi mesi a piangere e a non ridere mai, ridi felice a crepapelle, a volte lasciandoci stupiti tutti perchè non capiamo cosa ti fa così ridere, ma la tua risata è contagiosa e ci fa ridere tutti, tua sorella compresa. Adesso dei due sei diventato tu il leader dominante, dopo che hai subito per tanto l'altra, nella vostra tacita e segreta alternanza di relazione. Adesso ti piace che scherzi con te, che ti morda il ditino e ti gratti la pancia, che ti dia i baci sulla nuca che mi offri come segnale quando mi vieni vicino e ti prostri su di me di spalle, che ti carezzi i capelli arruffandoteli e che ti baci il nasino arrivandoci lentamente, mentre tu mi fissi negli occhi innamorato. Adesso quando ti metto ritto sul fasciatoio, che sei finalmente alla mia stessa altezza, mi scruti e mi studi da vicino, con un sorriso con  otto denti che mi fa innamorare. Adesso accetti che ti brontoli, non sfidi più la mia autorità con il tuo pianto ostinato ma anzi, aspetti che ti dia delle regole, alle quali non sempre ubbidisci, se non no saresti il mio testone Capricorno del mio bambino con la voce d'angelo. Quanto ti voglio bene amore mio, mi piccolo grande uomo.