martedì 30 aprile 2013

Sedici

Mi sembra un numero esagerato il 16. Sedici mesi sono quasi un anno e mezzo, sedici mesi è roba da bimbi grandi. E in effetti si fanno più grandi ogni giorno di più. Emino mette su centimetri e testa, ha un bel viso largo e spalle solide che lo fanno sembrare molto più grande della sorella, che invece sarà più bassa di lui di un paio di centimetri, solo che lei ha le gambe affilate e la vita stretta che sembra una farfalla vicino ad un toro. Adesso è lei che ama la musica e ballare, mentre fino ad ora era lui che cercava tutto quello che suonava e scattava subito a dondolare a tempo. Lui ora è un lavoratore instancabile: dalla mattina che si sveglia a quando è ad aspettare la cena, apre e chiude le scatole, inscatola oggetti e giochi, compone piramidi e costruzioni, studia attentamente l'assemblamento di libri e oggetti. Lei invece ama le chiacchiere: se vede sue signore che parlano fitto fra di loro rimane lì davanti rapita ad invidiare tutti quei vocaboli o tutto quel saper dire e scruta felice quel gioco, vogliosa di partecipare anche lei e quando parlo a telefono si mette anche lei la mano sull'orecchio e inizia a parlare. Lei adesso ripete  tutta una sequenza di scherzi che ci siamo inventate: mi prende il naso piano per non farmi male e aspetta che le dica ahi, poi si mette un mio dito in bocca e chiude piano e aspetta che io lo divincoli e dica ahi, poi prende pezzi di cibo in mano e fa finta di buttarli in terra, aspetta che le dica no e solo allora lo mangia, ridendo dello scherzetto che mi ha fatto. Lui adesso vuole essere preso in braccio e appoggia subito la testa sulla mia spalla, cantando lieve una litania di piacere e di coccola come non ha mai fatto, poi si alza improvvisamente per guardarmi da vicino e ridermi felice, come a dire che bello quando siamo così stretti stretti. Lei sa che giochi ama fare lui, così quando vuole distrarlo da un gioco che lei ha ma che vorrebbe prendergli lui, lei va di corsa a prendere un gioco da lui preferito, glielo porta e si prende in cambio il gioco che piace a lei. Però da pochissimo si porgono i giochi per scambiarseli, e questo mi fa un piacere, che condividano le cose fra di loro! Con i nuovi sandali con gli occhi si sentono ben piantati in terra, così iniziano a sperimentare la posizione eretta molto più a lungo, cercano appigli e camminano così reggendosi da un posto ad un altro, che mi fa pensare che ormai manchi poco a staccarsi e camminare, anche se questo sono quattro mesi che lo dico e che ancora non è successo. La mattina recitano il rito del farsi pettinare, entrambi mi porgono la testa aspettando la spazzola e dicono con me aaaaah bella/bello, facendomi ridere di quanto sono vanesi. Sanno cosa vuol dire mettere a posto: quando finiamo il pomeriggio con i giochi, metto nel centro della stanza la cesta e piano piano tutti e tre noi iniziamo a riporre dentro i vari giochi (che mi sembra una sana e santa usanza). Continuano a mangiare tutto volentieri, anche le minestre isipide che propino loro, ma se queste si ripropongono per più sere di fila, scattano le proteste con il loro dito puntato verso il frigorifero come a dire apri quello scrigno e tira fuori qualcosa di molto più buono. Adesso il punto di maggior curiosità è quello della preparazione della loro cena: li metto sui seggiolini in cucina e io inizio ad aprire e chiudere i cassetti, a prendere pentole e ingredienti e loro stanno a guardare quel mio balletto rapiti, come se stessi preparando una pozione magica di cui assolutamente non vogliono perdere neanche un passaggio. Io con questo spererei che i due diventassero dei cuochi eccellenti, proprio perchè hanno una mamma che propina spesso loro minestra di verdura e gnocchetti al pesto o cena picnic composta da pane, formaggio morbido e prosciutto cotto. E così se vorranno schiodarsi dai miei soliti manicaretti, spero che impareranno vogliosi nuove ricette  che così un giorno  scambieremo  questo ruolo e io mi siederò in cucina a guardare loro mentre preparano la cena. 

Nessun commento:

Posta un commento