lunedì 30 giugno 2014

Emozioni, cambiamenti, novità e rotture

Oggi nido nuovo. Perché con la fine di giugno i nidi comunali chiudono il loro compito istituzionale e  a luglio ne rimangono aperti solo alcuni  per un servizio accessorio, tipo centri estivi, che vede raggruppare il minor numero di bambini iscritti in nidi in strutture che possono essere diversi da quelli frequentate.
Anno scorso il nostro nido ha ospitato i bimbi di un altro nido, oltre che a tenere i nostri bimbi, ovviamente, quest'anno invece,  che avevo deciso di usufruire di questo servizio, il nostro nido chiude e veniamo ospitati in uno diverso. 
Per questo questa mattina, quando i gemelli non mi hanno visto percorrere la stessa strada per a andare al nido e perplessi mi hanno chiesto se non andassimo da Gianna, ho spiegato loro che il Madama Dorè è chiuso ma che veniamo ospitati al Nuvolamaga, dove troveremo però gli stessi amici e le stesse educatrici di sempre. 
Forti di questa novità ripetevano per tutto il viaggio MadamaDorè chiuso, adesso andiamo al Nuvolamaga. Quando però abbiamo varcato la porta e visto un ambiente tutto nuovo....... meno male che c'era la Gianna e altri amichetti ad aspettarci! Emino in verità si è seduto subito a tavolo a leggere dei libri, Marche invece è dovuta stare un po' vicina a Gianna per ambientarsi un po' e quando sono uscita li ho visti tranquilli. Tranquilli anche quando sono andata a riprenderli, li ho trovati che dipingevano e Marche aveva addirittura un paio di occhiali sulla testa, come se fosse tornata da poco dalla spiaggia e mi hanno assicurato che non si sono fatti intimorire dalla novità.
Siamo poi andati, come sempre, ai giardini con Martino. Emino ha fatto la pipì all'albero come Martino e anche Marche ci ha provato. Insomma, era tutto tranquillo o sembrava....
E' che quando siamo tornati a casa, al momento della cena, Mache ha piantato una bizza colossale che è durata più di un quarto d'ora. Era tutta rossa congestionata, gonfia di pianto, sudata e impiastricciata di moccio, urlante e tuonante come mai l'avevo sentita. Come mi avvicinavo si dimenava, non voleva essere toccata, l'ho un po' ingnorata e poi assecondata, perché ero proprio impaurita da quella crisi che mai avevo visto. L'ho dovuta togliere dal seggiolino a forza, visto che mi picchiava e non mi voleva. Ho pure chiamato il fratello per chiedergli se lui sapesse che cosa aveva la sorella, perché io non la capitvo. Lui è venuto a vederla come se fosse il dottore, mentre le si avvicinava diceva vediamo che ha Marche (come la chiama lui, con la c invece che con la g) ma non ha saputo dare nessuna risposta. Poi, ma molto poi, la piccola si è calmata naturalmente, si è fatta fare la doccia e ha dormito stecchita subito dopo.
Ora, sarà stata solo tanto stanca. Sarà stata forse anche l'emozione del nido nuovo. O forse mi chiedo io, con il cuore ancora a pezzi per il litigio con le mie sorelle (anche se continuo ad essere sicura che la decisione di allontanarle dalla mia famiglia sia stata la migliore), se questo cambiamento non tocchi le emozioni dei bimbi come tocca le mie.
Cara Marche, sappi che dopo la doccia, pulita e fresca, con il pigiamino rosa con la rana, ti ho abbracciata stretta stretta, ti ho baciato sulla guancia e ti ho detto chiesto scusa per non essere riuscita a capirti, e ti ho rassicurata che quando hai qualcosa che non va, a me puoi dirla.Poi ho detto che ti voglio tanto bene e anche te mi hai risposto tanto bene, e le nuvole sembravano passate.

venerdì 27 giugno 2014

Mamma andiamo da Gianna?

Questa mattina ho accompagnato i gemelli al nido per il loro ultimo giorno di Madama Dorè. Ho percorso quel viale alberato che introduce al nido, sapendo che sarebbe stata l'ultima mattina dopo due anni passati là. Come sempre, appena lasciato il viale alberato e vedendo sullo sfondo, da lontano, il giardino del nido, i bimbi hanno esclamato "Mamma Gianna" felici. Perché loro non vanno al nido la mattina, ma vanno da Gianna, la loro maestra di riferimento. E tutte le mattine, questa compresa, sono stati stupiti e felici di ritrovare quel posto. 
Ma è stato quando sono andata a prenderli,  che mi sono veramente emozionata. Sono entrata e ho trovato i bimbi nell'ingresso insieme agli amici rimasti, tutti seduti a cantare una canzoncina con Gianna. Come sempre mi sono corsi incontro felici saltandomi addosso, ma  oggi però dovevo andare a prendere i loro vestiti di cambio, così li ho lasciati ancora un attimo lì e mi sono addentrata velocemente nelle stanze dove hanno passato questi anni. 
In quel breve tratto e in quei pochi minuti, mi è arrivato forte tutto il profumo e l'energia che i bambini hanno lasciato lì, in quelle stanze e in quegli oggetti. E ho avuto un tuffo al cuore. 
Come quando, usciti, ci sono stati i saluti con le altre mamme, anche con quelle degli altri gruppi, ormai tutti diventati una grande famiglia, che mi hanno fatto emozionare quando mi ricordavano  come fossero passati veloci questi anni, che sembra ieri che mi vedevano correre nel vialetto d'ingresso su e giù perché prima portavo un bimbo e poi subito correvo a prendere l'altro lasciato in auto. 
Due anni sono niente in una vita, ma tantissimo in quella breve di questi miei bimbi di due anni e mezzo. Tanti viali alberati sono stati percorsi e tanti vialetti d'ingresso sono stati varcati, prima di corsa e poi per mano e poi di corsa da soli.
Ricordando quei primi momenti, attacco qui sotto una cosa scritta in quei giorni, per riunire i ricordi di un prima e di un dopo.
Intanto concludo questo percorso con un  grazie tante Madama Dorè e grazie a Gianna, Paola, Chiara grande, Chiara piccola, Joshua, Elia, Milo, Emanuele Rapicavoli, Tobia, Andrea, Giorgia, Margherita Pampaloni, Emma, Silvia, Lorenzo, Sara e Silvia. Siete stati tutti ottimi amici e educatrici, siete stati la famiglia e la compagnia con cui varcare la soglia dell'infanzia. Siete stati tanto e ci avete regalato tanto tanto.

MARTEDÌ, 4 SETTEMBRE 2012

Se me lo avessero detto non ci avrei creduto

A volte, anni fa, quando la furia dei pensieri mi dominava e mi impediva di ragionare, oppure quando la noia dei giorni sempre uguali mi ammuffiva il cervello, aprivo la porta di casa e via, giro a piedi nei dintorni, senza una precisa meta ma alla ricerca di una calma che solo camminando mi arrivava o alla ricerca di qualche stimolo che solo andando trovavo.Questo succedeva anni fa.Ieri ho percorso le stesse strade di allora, quelle dietro casa, che comprendono quel bel viale alberato dove sempre andavo a finire in quei giorni degli anni passati, per andare  invece, questa volta, all’incontro con il personale del nido dove i gemelli inizieranno ad andare da ottobre.Se me lo avessero detto allora, quando la furia mi spettinava il cervello o quando la polvere me lo otturava, che presto sarebbero arrivati due piccoli a farmi passare di là, non ci avrei creduto.Ieri però non ci ho creduto a dover poi lasciare i bimbi al nido, a parlare di inserimento, a rendermi conto che altre persone daranno la pappa ai piccoli, che i piccoli si affezioneranno a loro, che dormiranno in un posto che non conoscono, che si vedranno strappare i giochi di mano da altre manine, che ce la faranno anche senza di me, anche se questo mi sembra già che avvenga: hanno una mamma che sta loro tanto simpatica me che volentieri lasciano andare via, senza mai fare una lacrima, contenti di aver comunque qualcosa da fare, studiare i giochi, studiare il mondo, imparare nuove cose. Poi, quando la mamma torna, sì, le vengono regalati sorrisi sdentati a profusione, ma la scoperta del mondo deve continuare e così via, subito  si rimettono al lavoro per  studiare le manine, il pavimento, le gambe della sedia, le foglie che si muovono attraverso la finestra.Se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto.

mercoledì 25 giugno 2014

Domàti

Dopo la fase capriccio infinito, siamo rientrati nei ranghi.
Soli con la loro mamma, i gemelli sono stati di nuovo domati e da due piccoli esseri capricciosi, sono diventati due apette laboriose.
Per inventarci cosa fare, ho chiesto loro, visto che io da fare ce l’avevo davvero in casa, e in quelle occasioni in genere li mando dai miei genitori al piano di sotto oppure da mia sorella (soluzioni ormai non più praticabili), di aiutarmi nei compiti domestici. Dovevo togliere i loro vestiti dallo stendino, e ho chiesto così la loro collaborazione. Come due apette laboriose, vogliosi di fare quello che fanno i grandi, hanno accettato volentieri questo loro nuovo ruolo e ognuno di loro scuoteva bene i propri vestitini asciutti per raccoglierli dove poi andranno stirati, senza buttarli tutti spiegazzati come facevano all’inizio. Poi ho dato loro ad ognuno una spugna e si sono messi a pulire i mobili di cucina con alacrità e celertà, felici di farlo. Addirittura ieri, andati dalla mia zia in campagna, sono stati incantati in cucina a vedere preparare le polpette, felici quando poi mia zia ha fatto provare anche a loro a farle. E al momento in cui dovevamo apparecchiare la tavola, entrambi hanno posizionato i vari piatti e bicchieri in un susseguirsi operoso.
Quando poi nel pomeriggio siamo andati ai giardini, sono stati tranquilli e leggiadri, hanno bevuto cento bicchieri dell’acqua che aveva comprato loro il loro babbone che ci ha raggiunto lì al laghetto delle paperine e alla sera si sono addormentati con serenità. Come con serenità si sono svegliati questa mattina.
Io di tutta questa situazione credo di essere nel giusto. Come dice il Gangster, mio fido consigliere, devo circondarmi di persone che mi fanno star bene, e in queste situazioni le mie sorelle non mi aiutavano affatto. Anzi, visto che io la maggior parte del tempo sono da sola con i gemelli, devo mettermi nelle condizioni di essere una famiglia  serena  e anche disciplinata, perché diversamente non si sopravviverebbe.
E poi adesso la mia famiglia sono loro, e sono veramente, tutti e tre, gli esseri più importanti sulla terra. E  anche io sono l’essere più importante sulla terra, e quindi sono obbligata ad essere egoista e felice.

lunedì 23 giugno 2014

Demoralizzata

Demoralizzata.
Ecco come mi sento.
Potevano essere tre giorni di mare tra lo stancante e il divertente, come alla fine è sempre con i bimbi.
Invece si sono conclusi in anticipo e sono stati un crescendo di delirio.
Tanto tanto sabato, quando a Quercianella con i gemelli e mia sorella abbiamo affrontato le difficoltà del mare sotto casa, invece che della stessa spiaggia stesso mare, con un sorriso. Nessun momento tranquillo sdraiate sul lettino, ma un incessante su e giù nell'acqua fra bagni e secchielli da riempire. Ma i gemelli hanno fatto il loro dovere sperimentando di nuovo  l'acqua, le onde, i sassi invece che la sabbia e pure le Crocs nuove, con le quali dovevano affrontare tutto questo lungo elenco.
Poi domenica siamo andati dal Gangster che era dalla sua mamma al mare, con lui, mia sorella e i gemelli siamo stati tutti insieme sulla spiaggia, ma già lì mi ero accorta che se io dicevo no, se scattavano i capricci e le mie conseguenti brontolate, subito mia sorella accorreva in aiuto dei nipoti, distogliendoli dalle mie sgridate. In un nanosecondo i due hanno capito come funzionava e da quel momento non sono più stata padrona dei miei figli.
Lasciato il Gangster dalla sua mamma e tornati noi a Quercianella, oggi è iniziato il delirio mamma no, solo zia, perché lei fa lo scatto per entrare prima in camera quando piangono, perché lei parla loro incessantemente giocando su tutto, perché per lei è sì quando per me è no. Ovviamente io, alla luce di ciò, sono sparita dall'elenco delle loro persone preferite, precipitando in un ultimo posto sicuro, se non in un ancora più triste non ti vedo proprio.
Ho ingoiato tutta la mattina, ci ho riprovato nel pomeriggio ma poi non c'ho visto più: all'ennesimo capriccio sul colore del cucchiaino del gelato, ho preso i bimbi a forza per mano, siamo tornati a casa invece che andare al mare e via, da Quercianella a Firenze con la furia nel cuore.
Ad aspettarci c'era l'altra mia sorella, il tempo che io ho messo a scaricare le borse dall'auto lei aveva già preso i bimbi e dato loro aranciata con opzione scelta di cannuccia, con relativi capricci. Sempre più furiosa li ho presi e portati a casa, di forza ovviamente, visto che i due urlavano disperati i nomi delle zie, un mito per loro, visto che li annegano di vizi.
Ho messo mezz'ora per farli calmare, hanno riprovato con me a fare i capricciosi, piangevano disperati e a me si strizzava il cuore, ad essere la loro mamma e a non poter cedere. Ma sono stata più forte, ho vinto sui loro capricci e io so che questo loro alla fine lo apprezzano tanto. Abbiamo così passato il pomeriggio a fare lavatrici, loro che mi passavano le mollette per stendere i panni bagnati, e che mi aiutavano a caricare la nuova lavatrice. Poi siamo andati a comprare il latte fresco e abbiamo cenato con calma. Da sola ho fatto loro la doccia e li ho preparati per la notte. Si sono addormentati con la loro mamma che baciava le loro manine e diceva ad entrambi che voleva loro tanto bene. E avevano il sorriso, e io pure.
Ho parlato con il Gangster di questa situazione, ammetto che io non sono capace di affrontare le mie sorelle direttamente per dire loro che i figli sono miei e che decido io su come ci si deve comportare con loro, anche se dovrei farlo. Ma c'è in me un misto di dovere e senso di colpa nei loro confronti perché non hanno avuto figli, perché comunque vogliono un infinito bene a quei bambini, perché comunque ho bisogno di loro. Ma parlando con il Gangster tutto questo bisogno non è venuto fuori, ho preso coscienza che devo e so farcela da sola e che la mamma sono io, niente interferenze. 

venerdì 20 giugno 2014

Loro fanno le pentole, ma io i coperchi

Ogni tanto se ne inventano una.
Ogni tanto, con queste trovate, si mettono nei guai. Anzi, per essere precisi nei guai mettono me.
L’ultima anzi, ormai la penultima, visto che velocemente si rinnovano, è stata quella di scoprire che dentro ai loro lettini a cancelli potevano andare ovunque. Con il lettino, intendo.
Sì perché ho scoperto che si siedono sul materasso, mettono fuori le gambe dalle sbarre, riescono ormai a toccare il pavimento con i piedi e via, pattinano a destra e a sinistra per tutta la camera.
Me ne sono accorta  una sera quando, lasciati al buio della loro cameretta tranquilli a fare la nanna (almeno così fingevano, i furbi) ho sentito dopo poco bussare forte alla loro porta. Ovviamente mi sono impaurita, visto che i loro letti sono ben lontani da quella porta. Ho pensato subito che fossero riusciti a scavalcare le sbarre del letto e fossero scesi, invece no, quando sono andata a vedere, ho trovato tutti i letti in giro.
Mi sono illusa che fosse un episodio sopradico, invece la mattina dopo mi sono svegliata sentendo lui che chiedeva a lei se volesse la luce accesa o spenta, con il conseguente rumore clic clic dell’interruttore che si accendeva e spengeva. Sono scesa in camera loro come una furia, pensando solo alla luce che accendevano, ma la sorpresa era ben peggiore: lui sì accendeva e spengeva la luce alle 6 di mattina, ma lei era riuscita ad arrivare ai vestiti, che aveva fatto volare tutti per aria e nella stanza sembrava che fosse scoppiata una bomba.
Dovevamo correre ai ripari. Abbiamo così chiamato il muratore per fissare i loro lettini al muro con delle viti lunghissime.
I gemelli non si sono scomposti, quando hanno provato di nuovo a spostarsi con i letti e non ci sono riusciti, hanno solo detto “eh no, è rotto” e….. no, non si sono rassegnati, sono solo passati a fare altro.
La mattina successiva dei letti fermi al muro, ho sentito lui che diceva a lei che aveva fatto la cacca, ripetendolo più e più volte e ripetendo che lei no, non aveva fatto la cacca. Quando sono scesa in camera loro, li ho trovati entrambi nudi, senza pigiama e soprattutto senza pannolino. Ma il fatto che lui avesse fatto la cacca, voleva anche dire che c’era cacca in tutto il letto ovviamente, visto che era senza pannolino.
Un colpo di nuovo. Di nuovo a pensare come poter fare ad impedire loro questo momento autonomia in cui si tolgono pigiama e pannolino da soli.
Ieri sera così ho messo loro il pannolino chiudendoglielo con un bel pezzo di scotch da pacchi.
Pensavo di averla vinta, invece, quando sono entrata in camera loro per controllare, mentre già dormivano, ho trovato lui di nuovo tutto nudo e senza pannolino, con il pezzo di scotch da pacchi sprezzantemente buttato da una parte.
Ossignore. Così, non dandomi per vinta, ho rimesso a lui il pannolino e glie l’ho fermato con un doppio giro di scotch da pacchi tutto intorno alla vita e l’ho fatto anche con lei.
Questa mattina era  tutto tranquillo.
Ma adesso è una lotta fra di noi: loro se le inventano e io devo essere pronta ad inventarmele di migliori.

giovedì 19 giugno 2014

Cronaca di una giornata sgangherata

Mandando ieri il Gangster a prendere i piccoli al nido, mi perdo una comunicazione importante che è quella che oggi c'è sciopero. 
Così questa mattina arrivo davanti alla porta del nido e trovo tutto chiuso: l'unica dipendente che si è presentata in servizio mi dice che forse alle 8.45 arriverà una supplente part time e quindi, forse, potranno prendere massimo 6 bambini fino alle 12,30.
Mi prende un colpo. Già ieri sera sono andata a letto disperata dal mal di testa e da dolori diffusi similinfluenza, già questa mattina mi sono svegliata con gli occhi preoccupantemente gonfi tanto che dal sinistro non ci vedevo, già che questa mattina quando ho aperto la porta della loro camera ho trovato Emino completamente nudo, che si era tolto anche il pannolino spandendo la cacca ovunque, che sognavo di tirare il fiato facendo lo sforzo di pulire tutto e preparare i piccoli e consegnarli al nido e poi via, tornarmene a letto... ecco che ogni sogno svanisce.
Non mi dò per vinta, con i bimbi in auto proseguo e vado a fare colazione in una buona pasticceria lì vicino. I piccoli stanno seduti a tavolino tranquilli, aspettano dei pezzi di brioches mentre guardano incantati le auto che si fanno la doccia nell'autolavaggio là davanti. Arriviamo così alle 8.20. 
Rimonto i bimbi in macchina e ritorno davanti al nido, dove trovo già un bimbo che aspetta e dove scopro che, essendo i terzi, ci rientriamo ad essere presi. Dopo noi tre non arriva più nessuno, per cui i bimbi stanno da soli insieme all'amichetto tutta la mattina, io torno frastornata a casa e in un attimo arriva l'ora di andarli a riprendere.
Devono pranzare, ma per fortuna, passando davanti a casa dei miei genitori, mio padre ci invita ad entrare per pranzare con loro: io non ho fame ma i piccoli corrono a prendere il loro tavolino e le loro sedie e, concentrati, si fanno fuori una piattata di patatine fritte dicendo buoneeeee (e ci credo, sono le loro prime patatine fritte della loro vita, io non gliele faccio certo!)
Poi cedono al sonno e nel pomeriggio, con il Giardino Stibbert chiuso per turno settimanale, Valeria e Martino all'Elba, siamo orfani di tutto e di tutti, quindi decido di sperimentare un giardino nuovo, quello dei Partigiani, come lo chiamo io, anche se invece avrebbe tutt'altro nome. E' spoglio e brullo, pieno solo di "partigiane" signore anziane sulle panchine a discorrere e a giocare a carte. Noi ci arrangiamo un po' inventando qualche gioco: i due raccolgono susine selvatiche, riuniscono i ramoscelli per fare il fuoco, grattano le panchine con un sasso. Ma dopo un po' non sappiamo più che fare, quindi andiamo via. E' ancora presto per tornare a casa, così decido di andare a fare cena nel negozio di alimentari vicino casa: ci sediamo a tavolino e i gemelli si mangiano schiacciata con mortadella e succo con la cannuccia, io schiacciata con le verdure. Quando inzia a scatenarsi l'infermo anche lì, torniamo a casa, qualche gioco nervoso sul divano tipo tirarsi dietro tutti i libri e poi via, finalmente a letto.
Finalmente oggi è finita, finalmente un altro giorno è passato che ci avvicina a farvi grandi. Perché così piccoli, in giornate come queste, siete proprio impegnativi.

mercoledì 18 giugno 2014

Che sia una bellissima esperienza

Prima riunione alla scuola materna. Chiamo il Gangster a raccolta, perché di quello che vedrò oggi non voglio la responsabilità piena: dobbiamo vedere insieme e insieme valutare.
Questa scuola materna l'avevamo scelta subito di cuore, quando l'abbiamo visitata durante  l'Open day di gennaio: ci erano piaciuti gli ambienti, la maestra, le sole due classi, la mensa che sembra un bar e il giardino circostante  grandissimo e cinguettante. Vista e quasi presa, visto che siamo stati, per tutto il periodo delle iscrizione, i primi due esclusi. Per fortuna rientrati l'ultimo giorno utile.
Di contro c'è la zona dove è ubicata, gli abitanti non proprio raccomandabili, e quindi l'atteggiamento dei genitori e la conseguente aggressività dei bimbi.
Questo era l'unico punto interrogativo, su questo volevo che anche il Gangster vigilasse con me.
Sono andata a quell'appuntamento trepidante come una sposa, sembrava che da quella impressione dipendesse la mia vita. In effetti, non dipende la mia vita ma quasi, visto che i gemelli sono un'emanazione di me e per ora devo io giudicare per loro.
L'impressione è stata positiva, di  nuovo mi è piaciuta tantissimo la dolcezza della maestra che toccherà ai gemelli, di nuovo mi sono innamorata di quelle stanze a misura di bambino e quell'ambiente raccolto e appartato dove cresceranno per i prossimi tre anni.
Sui genitori che dire: confesso che mi aspettavo molto peggio. Siamo entrati con una coppia giovanissima di - suppongo - polacchi, vestiti di cartadizucchero e timidi nella loro estraneità. Con loro portavano il bimbo che si è rivelato educatissimo, poi altre coppie molto normali, altri personaggi caratteristici, alcune mamme troppo truccate, altre troppo musone, altre con bimbi maschi con nomi da tv e capelli lunghi. 
Ma che importa, tanto i bimbi non giudicano da quello. Anzi, non giudicano proprio e vivono con il cuore aperto.
Che sia una bellissima esperienza, è l'unica e sola cosa che vi auguro, bambini miei. Dal prossimo 15 settembre.

martedì 17 giugno 2014

Grazie tante nido, ma ora dobbiamo andare

Oggi festa del nido. Festa di fine anno e per noi festa anche di fine di quel percorso. 
Nido più, da settembre scuola materna. 
Oddio, qualche altro giorno rimane, continueremo ad andarci fino alla fine  di giugno e ci siamo iscritti anche per i primi 15 giorni di luglio, ma oggi a nido riunito, tutti insieme anche al gruppo dei grandi e dei piccoli, siamo andati a festeggiare in un parco.
La festa è stata banale e noiosa, il solito picnic dove i bimbi pestano il cibo e i grandi sgomitano per passare avanti e mangiare. Giochi poco e niente, confusionari e disorganizzati.
Ma al momento dei saluti ho visto i bimbi scambiarsi  grandi e ripetuti abbracci, ho visto i gemelli difendersi e fare i prepotenti, ho vissuto quella festa con distacco e con una nuova voglia di tuffarsi in un ambiente nuovo. Ora basta bimbi piccoli, si passa ai grandi. E quel clima un po' troppo da piccoli che si respirava oggi, ci ha aiutato come vento alle spalle a pensare che ormai è finita, grazie tante ma la vita ci chiama.

lunedì 16 giugno 2014

Io detto e io decido, per fortuna.

Ci siamo conquistati un altro pomeriggio dalle paperine, dopo che la notte e la mattina ci avevano spaventato con tanta acqua. 
Ci aspettavano all'ingresso del nostro giardino preferito, dopo tanto tempo di lontananza da febbre e da impegni vari, gli amici fidati Vale e Marti, che oggi indossava una corona di alloro che sembrava Dante.
Ma come si presenta il vialetto che porta al lago, Mimma Petita inizia a dire in collo, senza nemmeno provare a camminare un po'. Patteggiamo con un po' di acqua, mentre lei beve vedo che si distrae e cammina, capisco così che il suo non voler camminare è un capriccio, e non un suo bisogno.
Lottiamo quindi all'andata, e soprattutto al ritorno, fra questo suo voler stare in collo e il mio no assoluto. Ho la prova dei miei sospetti quando, abbandonata al suo capriccio, lunga distesa sul vialetto, in fondo in fondo, da sola, mentre noi tutti ci stavano allontanando lasciandola lì, la piccola  invoca la zia Anna. 
Sì cara la mia piccola, l'avevo capito e l'altra mia sorella me l'ha confermato oggi, raccontandomi che in questi due giorni la nostra sorella maggiore ha viziato i due gemelli a più non posso, facendo fare loro di tutto, anche ciò che è proibito e pericoloso, ma soprattutto tenendo sempre Petita  in braccio, senza mai farla camminare. 
Per questo il non voler camminare di Petita era solo voler continuare ad essere viziata, sollevata da ogni fatica, accontentata in tutto. 
No, piccola mia, così non ti voglio, perché questo non è volerti bene (anche se a te sembra) ma volerti male, abituarti a non faticare e a non conquistarti niente, a non patteggiare con le frustrazioni, a non abbattere i limiti e andare oltre gli ostacoli.
Per questo oggi ti ho fatto piangere a lungo e ti ho tenuto poco in braccio. Ma quando ti ho preso in collo, ti ho tenuta stretta stretta, e ti ho sentito sospirare, come dire ora sì che mi hai capito, ma anche ora sì che sto bene, qua al sicuro con te e ti sei abbandonata grata sulla mia spalla.
Per questo questa sera, quando ormai esausta eri a letto e cercavi due ciucci, addirittura, quando già uno mi sembra eccessivo, ti ho detto no, di ciucci te ne tocca uno solo e l'altro, il secondo che pretendi contemporaneamente, ti ho mentito dicendo che lo aveva preso la zia Anna.
Come a dire la mamma toglie per insegnare, ma la zia Anna, che non toglie, è molto più birbona, perché ti fa sembrare possibile cose impossibili da ottenere nella vita.
E per fortuna che i miei bimbi me li posso guardare da sola e decidere io i limiti e le regole, i regali e gli affetti.
Per questo quando durante questo ultimo weekend passato a Vienna, in un nostro momento "testamento", mi ha fatto un piacerissimo infinitissimo sentire il Gangster  dirmi, di sua spontanea volontà e stupendomi molto, che se succedesse qualcosa a me lui lascerebbe tutto e si occuperebbe direttamente dei bimbi, senza permettere a nessuno di sciupare tutto questo lavoro fatto e tutte queste nostre belle intenzioni con i bimbi. Bimbi felici di trovare le coccinelle in un prato, invece che di avere due ciucci, i nostri.

domenica 15 giugno 2014

Undici anni d'amore, due anni di matrimonio, tre giorni a Vienna

Siamo partiti venerdì.
Perché era il 13 giugno, il giorno prima del nostro anniversario.
Anniversario dell'inizio dell'amore mio e del Gangster.
Per questo siamo partiti. E ovviamente siamo andati da soli.
I gemelli venerdì mattina  sono stati accompagnati al nido, anche se Mimma si meritava un altro giorno di casa.
Ma si sa, il 13 giugno è il giorno in cui lei deve portare pazienza. Come la portò due anni fa, il giorno prima del nostro secondo matrimonio nonché loro battesimo, quando suo fratello pianse tutto il giorno e io non abbi modo di stare nemmeno un po' con quella bimba paziente, che solo la sera tardi mi guardò con due occhioni a punto di domanda, che mi dicevano ci sarei anch'io. E io ricordo, e l'ho già ricordato, e gliel'ho ricordato anche al Gangster durante questa nostra vacanzina, che io misi a letto quella mia bimba paziente e le parlai, lì in quel lettino che era ancora in camera nostra vicino al mio letto, e la ringraziai per la pazienza che aveva avuto quel giorno e le promisi che non me lo sarei mai scordato, come difatti continuo a non scordarmi e che le promettevo che da grande le avrei comprato la Mini, per sdebitarmi. 
Anche il 13 giugno di quest'anno andata così: lei al nido non mi avrebbe mai lasciata e io me la sono strappata di braccio per darla ad una maestra, ho girato le spalle e sono andata via, anche se poi, da lontano, ho controllato che fosse tranquilla.
Ma dovevo e volevo andare. Con il Gangster siamo volati a Vienna, dove abbiamo abbandonato i 37 gradi di Firenze e ci siamo trovati in una città fresca e ventilata, in una città ordinata e accogliente, piena di verde, che ci ha permesso di passeggiare a lungo, di visitare il più possibile, di bere buona birra, di mangiare male quando ci siamo fatti tentare da ristoranti austriaci, ma anche bene quando invece abbiamo ceduto alle birrerie austriache, come abbiamo fatto la sera del nostro anniversario, il 14 giugno, con una cena divertente in una birreria allegra. I festeggiamenti sono iniziati facendo colazione all'Hotel Sacher e proseguendo di castello in castello, di visita in visita, di parco in parco, fino a ritrovarci esausti in camera a parlare di questo giorno tutto nostro che ci vide cenare per la prima volta insieme 11 anni fa, quasi per caso. E abbiamo ricordato che quella sera, in cui ci scoprimmo amici prima che innamorati, concludemmo la serata dicendo che ci sarebbe piaciuto fare una vacanza insieme. Altro che vacanza, da allora iniziò la vita, ma quel nostro amore ha fatto anche in modo che le vacanze fossero dei punti fermi, dei momenti importanti, per questo bisognava festeggiare questi undici anni di amore con una vacanza, anche per ricordare che, due anni fa, abbiamo scelto questo giorno per risposarci in Chiesa e per battezzare i nostri bimbi, al mare, al nostro mare di Quercianella.
Questi giorni a Vienna sono passati benissimo, mai come questa volta ho lasciato i bimbi così volentieri, non ne ho avuto nostalgia se non quando li sentivo per telefono e li scoprivo grandi nel raccontarmi che cosa facevano, mai come questa volta mi è dispiaciuto tornare. Ma il legame con il Gangter aveva bisogno di qualche giorno di concentrazione su di noi, e questo abbiamo trovato e ci siamo regalati: noi due e solo noi due.
Poi certo è vero che, non appena tornati, mi sono commossa quando i bimbi sono corsi entrambi ad abbracciarmi stretto, più e più volte e entrambi cercavano anche quel loro babbone al quale sono così affezionati. Ed è anche vero che in quelle poche ore in cui abbiamo riordinato tutti e quatto insieme una casa impazzita grazie allo scarso rigore delle mie sorelle che erano state con i piccoli,  con i bimbi che ci aiutavano a mettere a posto e a pulire la cucina, che si sono fatti fare la doccia e si sono lasciati addormentare subito, sì, in quelle poche ore ho pensato alla grande fortuna di avere loro che mi aspettano, ma anche ho pensato che c'è da pazientare ancora un po' , 4/5 anni ancore e poi via, i gemelli se ne andranno a farsi qualche vacanzina da soli e io potrò godermi quei giorni con mio marito. 
Perché tutti insieme siamo una forza, ma anche io e il Gangster da soli siamo una potenza. 

giovedì 12 giugno 2014

Antipatici e coalizzati

Oggi è uno di quei giorni in cui mi stavano proprio antipatici, i miei gemelli.
Inutile, quando sono capricciosi e coalizzati fra di loro nel fare birichinate, che li fanno ridere pure, unito al temporale che ci ha impedito di andare ai giardini, e il post temporale che ha fatto scoppiare un caldo umido incredibile, ecco fatta. Ah, no, c'è da aggiungerci pure la mia febbre e il fatto che ero solissima con loro.
Cronologicamente questa mattina porto lui al nido, io e lui in auto come due innamorati a cantare guli guli, mentre lei rimane a casa con il Gangster. Poi vado dal parrucchiere e quando torno la monto in auto per andare a fare delle commissioni: sono felice di avere accompagnato un  bimbo innamorato e di avere ora quella bimba brava che mi segue ovunque per mano, anche se fa caldo anche se dobbiamo salire e scendere dall'auto di continuo.
Poi cambia lo scenario. Dopo pranzo dormiamo entrambe, io con tachipirina, mentre lei si sveglia urlando con diarrea. Da allora è stata ribelle e distante. Vado a prendere il fratello, questa volta non si abbracciano quando si vedono ma anzi, si picchiano, e da lì sospetto  che la giornata non sarà  facile. Stiamo un po' amorevolmente tutti e tre a leggere i librini sul divano, finisce il temporale e scoppia un sole incredibile, così via, non appena i due iniziano a litigarsi libri e mamma, tutti fuori.
Ci sediamo a tavolino dal fornaio vicino casa, loro mangiano schiacciata e bevono succo incuriositi dagli altri avventori tipici della zona, che fanno merenda con schiacciata con la mortadella e bicchiere di vino. Tutti le persone stanno incantate a guardare il balletto dei gemelli: le bricole della schiacciata le mettono nel sacchetto per dare agli uccellini, dove versano il succo puliscono con una salvietta e buttano poi tutti i rifiuti nel cestino. Tutti a dire che bravi, io invece capisco, da quel loro andirivieni continuo, che hanno la giornata provocazione. Usciamo e c'è fuori il camion dei Pompieri che stacca dei calcinacci. Ci fermiamo ad esplorarlo tutto tanto che entrambi diventano neri come due spazzacamini e poi chissà chi li convince a venire via.
Lotto con loro fino a casa, per la doccia e per la cena, per la nanna pure visto che messi a letto sento che bussano alla porta e mi prende un colpo: per fortuna non hanno scavalcato il letto ma lo hanno solo spostato spingendosi entrambi fino alla parete opposta.
Urlo loro mai più e penso che non ce la posso fare.

mercoledì 11 giugno 2014

Cronaca di un giorno di molte febbri

Alle una di notte mi sono svegliata, quasi richiamata naturalmente dalla fine dell'effetto della tachipirina sulla mia bimba malata. L'ho trovata con 40,5 di febbre, calda come mai l'avevo sentita. Quindi subito tachipirina e pezze fredde sulla fronte con l'aggiunta del ghiaccio sul corpo. Sono stata lì con lei quasi un'ora, in quell'andirivieni del bagnare le pezze e spostare il ghiaccio. Ma non le scendeva la febbre. Così l'ho presa di peso e l'ho messa nel lavandino di cucina, più grande e più comodo, seduta con i piedi a bagno e lei da sola si bagnava tutte le gambe e le braccia, come a dire questo sì che mi fa bene. E mi ha fatto una tenerezza..... Quando ho visto che la febbre rientrava sui 38 sono tornata a letto, ho continuata a sentirla lamentare e così dopo un'ora, di nuovo sono scesa a controllarla. Praticamente non ho mai dormito. Perché anche se l'ho infine sentita tranquilla, non è possibile riprendere a dormire come se niente fosse.
Ovviamente ero sola, ovviamente anche al Gangster è venuta la febbre a 40, ovviamente la mattina la piccola mi reclamava tutta per sé al momento in cui dovevo lasciarla per andare ad accompagnare al nido il fratello.
Ho fatto più veloce che potevo, l'ho poi messa sul passeggino e siamo andate a fare la nostra colazione, con lei distrutta e io che ciondolavo dal sonno e dal gran caldo già alle 9 di mattina. Siamo poi state un po' ai giardini ma io non mi sono alzata dalla panchina e lei non si è allontanata da me, abbattuta come mai. Per fortuna che alla fine è arrivata l'ora di andare dalla pediatra che l'ha visitata bene bene e le ha trovato la gola infiammatisisma: antibiotico subito!
E' che quando sono tornata a casa e lasciata la bimba fra le braccia del Gangster e io sono andata in farmacia, sentivo di non farcela, mi sono dovuta sedere e, arrivata a casa, avevo la febbre alta anch'io.
Così tachipirina per tutti, tanto sonno per tutti e io e la mia bimba siamo rimaste a casa mentre il Gangster è andato a prendere Emino. Loro due maschi insieme sono andati a mangiarsi un gelato e a fare altre commissioni, mentre io e lei ciondolavamo sul divano fra un po' di tv e foto sul cellulare.
Ma quando abbiamo sentito l'auto che parcheggiava sotto casa, non abbiamo resistito e siamo scese ad aspettare i nostri uomini: i gemelli si sono di nuovo abbracciati stretti come se si fossero ritrovati dopo tanto tempo.

martedì 10 giugno 2014

Con la febbre

Ieri sera, prima di andare a letto, come sempre entro nella cameretta a controllare il sonno dei miei bimbi. 
Era una serata così calda che mi è sembrato normale trovare Emino tutto sudato, mentre il caldo che emanava lei era strano. Mmmmm mi sono detta, fammi un po' vedere... in effetti era caldo da 39,5 di febbre.
Ecco perché non voleva mangiare e neppure camminare.
Ha preso la medicina con concentrazione, e anche i seguenti cucchiai di acqua, li ha presi proprio come se dovesse, dicendomi solo al quinto, ora basta mamma, con quella manina in avanti a vigile come fa lei quando proprio non ne può più.
La mattina ha aspettato a casa con il suo babbo mentre io accompagnavo al nido un Emino spaesato dal non avere la sorella dietro. Anche gli altri amichetti di nido mi hanno circondato chiedendomi dove fosse Marghe.
Poi con lei siamo andate a fare colazione da Caffè d'Orzo, come abbiamo fatto il nostro primo giorno passato insieme, quando lei uscì per prima dall'ospedale rispetto al fratello.
Oggi però lei è voluta scendere dal passeggino e sedersi sullo sgabello alto vicino a me. 
E io ho avuto un tuffo al cuore nel vedermela grande seduta vicina, come se fosse una mia pari, come se fosse una mia amica, come se fosse già diventata la mia bimba grande.
Poi ha avuto di nuovo 39,5 di febbre prima di pranzo, poi sono andata a prendere il fratello che mi sembrava ancora più bello del solito, e siamo rimasti un po'  noi due da soli a parlarci a vicenda, come piace fare tanto a noi.  
Ma quando i due si sono incontrati, era palpabile l'emozione e la loro contentezza, tanto che si sono abbracciati stretti stretti.
Poi sono andata all'ultima riunione del nido. Ultima e triste riunione perché per metà di noi questo è l'ultimo mese di nido, per l'altra metà chi se ne importa, problemi loro. E' che alle riunioni non dovrebbero venirci i babbi, che oggi erano la maggioranza, perché stanno tutti zitti e impacciati a guardare in basso e a non capire perché noi ci facciamo così tanti problemi, con i nostri bimbi.
Per me è stato un bene: sono contenta che ci stiamo staccando lentamente e nettamente, perché quella non sarà presto più casa nostra ma voleremo di là dal giardino, dove si fa sul serio, dove non sarà più un nido ma una materna.
E quando sono tornata a casa la piccola aveva 40 di febbre, ha preso la medicina con voglia di guarire  e le ho fatto le pezzette di acqua fredda sulla fronte e sul corpo, troppo caldo con questo caldo.
Mentre lui le diceva Marche nanna no, un po' deluso di aver ritrovato quella sua compagna di giochi che non aveva voglia di giocare e di nuovo si è addormentato cantando.

lunedì 9 giugno 2014

Lei, lui e forse le pecore

Lei non si sarebbe proprio svegliata, questa mattina.
Lui invece era subito pronto a saltare su, quando sono entrata in camera loro, presto presto.
Lei ha continuato a dormire, anche quando ho aperto la finestra e tirato la tenda e fatto entrare un sole già caldo alle 7 di mattina.
Lui è voluto subito scendere dal letto e andare al letto di lei, a guardarla dormire.
Poi si è inginocchiato per guardarla negli occhi, che rimanevano chiusi, e così ha iniziato a carezzarle i capelli e a dondolarle un pochino la spalla
Lei si è rassegnata ad aprire gli occhi, anche se non l'avrebbe proprio voluto fare, ma come si è accorta che lui era così vicino, si è alzata in un balzo ed è voluta scendere dal letto.
Per andare da lui, felici come sempre sono entrambi di ritrovarsi tutte le mattine.
Come se fossero due fratelli che non si vedono da tanto.
Questa è la storia di questa mattina, che si è ripetuta altre mattine.
Oggi però lei avrebbe tanto voluto dormire tutto il giorno, perché ai giardini non ha voluto camminare e nemmeno muoversi dalla panchina, l'ho dovuta trascinare in collo per tutto il tempo e a cena ha mangiato a malapena una pesca e una fetta di pane, chiedendomi ripetutamente se ora, finalmente, facevamo la nanna.
Come l'ho messa a letto non l'ho più sentita.
Neanche quando lui le chiedeva Mache ciao ciao?, incitandola a cantare con lui nel buio dei loro lettini.
Di lei non ho sentito più che qualche sospiro.
Di lui ho sentito che si è rassegnato a stare a letto da solo ingannando il tempo contando. Che già conti le pecore per aspettare il sonno?

domenica 8 giugno 2014

Primo giorno di mare, prima pipì dal pisello

Primo giorno di mare per i gemelli.  Primo giorno per questa estate, visto che al mare quasi ci sono cresciuti.
Era troppo caldo per rimanere in città, così questa mattina presto presto, non appena ho sentito Mina che chiamava Mele alle ... 6,30, sono scattata in piedi come una molla, preparata e preparati, via in auto di corsa a raggiungere il babbo Gangster e il Frafratello al mare dalla nonna del mare.
Tutta la famiglia è arrivata così in spiaggia presto, con il fratello grande che guardava i fratelli piccoli e loro che contraccambiavano estasiati. Come erano estasiati di nuovo del mare, felici di quelle onde che arrivano e scappano, entrambi lì davanti a ridere di quell'andirivieni verso il quale, e contro il quale, scappavano. 
Poco è cambiato dall'anno scorso: Mina il bagno meglio di no, Mele il bagno bisogna togliercelo a forza, perché trema tutto dal freddo.
Quel che ho visto oggi è di nuovo un grande affiatamento fra i due: inventano i giochi, si chiamano per  farli, ridono molto delle trovate l'uno dell'altro e soprattutto ho visto che la loro gestione, via via che crescono, migliora, proprio perché si fanno di giorno in giorno più indipendenti.
Ho scoperto anche un Mele pronto per togliersi il pannolino. Con solo il costume, quando ha fatto la prima pipì addosso, io l'ho esortato a dirmelo, quando aveva bisogno di fare la pipì, così avremmo fatto come fa Martino, la pipì con il pisello. Dopo un paio di prove fallite, ecco che invece ha iniziato ad avvertirmi, e si tirava giù il costume per vedere uscire la pipì. L'ultima volta ha pure chiamato la sorella dicendole: "Marche vieni a vedere la pipì dal pisello" facendo ridere tutti, ovviamente.
Peccato che non sia ancora pronta io, per iniziare il percorso senza pannolino, così mi dispiace caro Emino, dovrai aspettare il nostro trasferimento al mare per rivedere la pipì dal pisello

sabato 7 giugno 2014

Il primo taxi

Oggi pomeriggio eravamo invitati al secondo compleanno di Corso, amichetto di spiaggia.
La festa si tiene nella casa dei nonni, che abitano praticamente di fianco al Giardino di Boboli, dove è impossibile arrivare in auto.
Per questo, vista la giornata caldissima, che già alle 9,30 eravamo distrutti e strutti dal caldo ai giardini vicino casa, mi sono detta ma chi me lo fa fare di farmi la ztl a piedi con i due nanetti? Così ho parcheggiato fuori dal perimetro interdetto al traffico e ho chiamato un taxi che ci ha portato fino all'abitazione. 
I gemelli sembravano fruitori di taxi da sempre: sono saliti sopra senza timore, prima uno, poi io, poi l'altro e via, a guardarsi in giro. Anzi: all'andata raccontavano al tassista che stavano andando al compleanno di Corso, al ritorno ripetevano Torino 7 di continuo, che sembravano i centralinisti della centrale taxi.
Durante la festa ho visto con piacere che Emino difende la sorella con tenacia: allontanava un bimbo grande prepotente sfidandolo a viso aperto, per permettere a Mina di salire sullo scivolo senza la minaccia di quel bimbo. Mentre Mina, interessatissima come sempre al tavolo del buffett, prendeva due patatine  per volta e, una se la mangiava e l'altra l'andava a portare al fratello.
Così mi piacete, a proteggervi l'uno l'altra. Grandi gemelli!

venerdì 6 giugno 2014

Ancora sui tigli

Questa mattina abbiamo colto un rametto di fiori di tiglio, non appena scesi dall'auto parcheggiata fuori dal nido. Uno per ciascuno, i gemelli hanno esibito fieri quel loro trofeo profumato, chiamando gli altri due loro compagni già arrivati, a raccolta. 
Li ho salutati che se ne stavano tutti e quattro in piedi in circolo ad annusare quei rametti profumati, come se fosse la trovata più geniale del mondo.
In effetti i tigli che profumano sono una delle trovate più geniali del mondo.
E io mi sono commossa nel vedere quei miei bimbi non ancora alti 90 cm, apprezzare, condividere e regalare quel profumo agli altri bambini.

giovedì 5 giugno 2014

I giorni dei tigli

C'è un momento speciale dell'anno, in genere il 10 giugno, in cui improvvisamente apri la porta di casa e ti senti pervaso dall'odore di tigli.  Sembra che tutti i tigli in coro si siano decisi a fiorire nello stesso giorno. E' un odore entusiasmante, particolare, quasi agro e sicuramente inebriante.
Quest'anno è anticipato di qualche giorno, perché già da questa mattina era chiaro che il giorno dei tigli, che si stava preparando da un po', era oggi. 
E se il profumo di gelsomino preannuncia l'estate, quello del pitosfero caratterizza Quercianella, quello dei tigli mi ricorda questo quartiere e non mi fa venire voglia di allontanarmi. Forse, forse, in altre zone di Firenze ci sarà lo stesso profumo, ma io non lo so, perché quando i tigli improvvisamente esplodono, io so dove andare ad annusare, qua in zona, e non lascio queste strade per giorni, per la paura di perdermi questo profumo che dura pochi giorni.
L'odore dei tigli lo abbiamo sentito anche questa mattina, imboccato il vialetto d'ingresso del nido, dove il giardino ne è pieno, e ci siamo fermati ad annusare. 
Avevamo già imparato ad annusare il profumo dei fiori a marzo, quando la mimosa che ombreggia la porta d'ingresso del nido aveva iniziato a profumare tutto il giardino, e i miei piccoli stavano, stimolati da me, a naso in su ad annusare. Tirando su con il naso si riempivano i polmoni di odore, con quei gesti plateali che piace fare a loro quando imparano a far qualcosa.
Anche oggi li ho fermati e ho chiesto loro di annusare. Perché i giorni dei tigli sono questi e questo è il profumo di casa nostra, di questo nostro quartiere.

mercoledì 4 giugno 2014

Di estate in estate

Dovevo e volevo andare al mare oggi. Così ho trovato il giorno e la scusa giusta e sono andata da sola a Quercianella. 
Ho aperto tutte le finestre di casa, ho fatto entrare il sole e il profumo di gelsomino, ho ascoltato il silenzio e il canto degli uccellini, ho aperto gli armadi, ho tolto tutto quello che serviva anno scorso ma che ora non serve più e mentre volteggiavo per la casa pensavo che fortuna. Che fortuna che è stato trovare quella bella casetta spaziosa, dove c'è posto per tutti e per tutto, dove il sole batte forte ma anche con parsimonia, dove il silenzio c'è anche se va conquistato, dove i profumi entrano basta aprire tutto, dove tutto intorno è verde, anche se si sente il treno e si vedono le auto.
Poi sono andata a fare una passeggiata fino allo stabilimento balneare, sono stata qualche ora al nostro ombrellone e anche lì ho pensato che fortuna. Che fortuna quell'ombrellone spazioso davanti al mare, quei vicini pittoreschi ma ben educati, quell'angolo di mare profumato di sale e di roccia e di macchia mediterranea che ci aspetterà tutti gli anni. 
Per vedervi crescere. 
Io spero che sappiate apprezzare tutto quello che avete. Io mi metterò d'impegno per farvi crescere così gioiosi come siete, e vogliosi di aspettare di nuovo un'altra estate a Quercianella.
Proprio come ho fatto per tutta la vita io, di estate in estate fino a riuscire a condividere quel posto con voi.
E grazie babbo Gangster che non ci fai mancare nulla, soprattutto l'entusiasmo di vederci entusiasti di aver quell'angolo del mondo tutto per noi.

martedì 3 giugno 2014

Da oggi e di oggi

Mamma basta! Come dicono i bimbi, mettendo la mano in avanti, tipo vigile.
Questo è il motto di oggi, e da oggi per non so quanto tempo. 
Basta diario della settimana, che mi è servito per tessere la fila dei giorni, e capire quanti pezzettini di mollica ci volevano, per uscire dalla strada buia dei bimbi piccoli.
Adesso piccoli sono ancora, i gemelli, ma non così più preoccupantemente piccoli da pensare di non farcela.
Ho scritto con rigore, tutto quello che abbiamo fatto insieme, come per attaccarmi ad un ritmo e ad una magia di tempo che passa, nonostante tutto e malgrado tutto. Ho scritto perché volevo che rimanesse questa testimonianza di quanti giorni e di quanti giri e di quante idee e di quante invenzioni e di quante trovate abbia avuto bisogno per sentirmi più tranquilla e riuscire a guadare il ruscello dei bambini piccoli.
Adesso non ho più voglia di raccontare i passi e gli spostamenti, adesso ho voglia di raccontare, di ogni giorno, la sua storia. Anche se è una piccola storia, un aneddoto, un fatto.
"Che bella ideaaa" ho insegnato a dire ai piccoli, per ogni nuova iniziativa, per ogni nuovo luogo, per ogni nuovo gioco. E così voglio che sia questa: una bella idea.
Da oggi il racconto sarà così  e di oggi racconto che, davanti al laghetto dello Stibbert, c'erano delle signore che rastrellavano via le foglie davanti alle panchine dove stiamo. Emino si è messo seduto sulla panchina a guardare e poi, ad un certo punto ha detto: "Eh no, una foglia" prendendo una foglia abbandonata sulla panchina vicino a lui e andando a portarla alla signora. Che ha riso e che gli ha detto che facendo così la faceva licenziare. Mmmmm, ho raccontato di quanto il piccolo sia preoccupantemente preciso, di come a casa guardi il pavimento controluce per cercare le macchie e come ne scorge una dice, appunto: "Eh no" e corre a prendere lo scottex per pulire. Come anche quando vede le scarpe di sua sorella non perfettamente allineate alle sue e alle mie, dice sempre:"Eh no" e corre ad allinearle bene. E che con quel suo Eh no, ci metta tutti in riga.

lunedì 2 giugno 2014

Diario della settimana (dal 26 maggio al 1 giugno)

Lunedì 26 - Nido loro, lavoro io. Arriva la nuova dirigente, che conoscevo già, e non resisto: le faccio vedere la foto dei gemelli. Poi Stibbert con Marti&Vale, borsette con il pane, Mina che se lo mangia la maggior parte. Al momento della doccia, entrambi hanno voluto lavarsi da soli il sedere, ultima roccaforte a mio carico. Bene, adoro i loro moti di indipendenza.
Martedì 27 - No e no, Mina non si vuol mettere la maglia a mezze maniche e diventa una furia. Tutta rossa congestionata, il naso che le cola, i singhiozzi disperati che non le permettono di respirare, si butta in terra come un'ossessa. Io più testarda di lei insisto perché se la metta e fra noi due si instaura una lotta all'ultimo sangue anzi no, all'ultima maglietta. La piccola è costretta a cedere perché, mentre è in terra arrabbiata, io le infilo, tipo camicia di forza, una camicetta che si abbottona dietro. Lei è costretta a subire ma poi continua a dire no e a tentare di strapparsi quella camicia. La porto in macchina a forza e anche lì continua a piangere e urlare disperata. Anche il fratello non sa più che fare, inizia con dirle Marche birbona, stai zitta, ma la sorella si arrabbia ancora di più, così quando le infilo la camicetta, lui tenta di rabbonirla andadole davanti e dicendole bellaaaa, tentando di convincerla a tenerla. Io sono frastornata (ovviamente sono sola questa mattina) e quando sono in auto evito per un pelo un incidente causato da me, che mi sono fermata e ripartita senza guardare mentre arrivava un'auto. Sto tutto il giorno frastornata, con quelle urla che mi rimbombano nella testa e quella mia bambina che ho dovuto lasciare disperata al nido. Poi mi fermo un attimo a riflettere e mi do della scema, visto che potevo benissimo fare con calma, lasciarla calamare a casa  invece che infuriarmi per averla vinta su di lei. Il pomeriggio il tempo è incerto e ventoso, ma ovviamente Mina, mentre siamo ai giardini, non ne vuol sapere di tenere il giubbotto e se ne sta a mezze maniche.... Giusta mia punizione.
La sera per fortuna cinema con LGP, a vedere Come il vento dove ci doveva essere pure Filippo Timi in persona... invece, ovviamente, non è potuto venire.
Mercoledì 28 - Stessa scena questa mattina: Mina non vuole la maglietta a mezze maniche. Il Gangster è pronto a cedere per riparare su una maglietta a maniche lunghe ma io sono inamovibile: comandiamo noi e se diciamo mezze maniche quello deve essere. Alla fine si rassegna solo perché le metto la crema sulle braccia scoperte ma la mattina poi diventa fredda e ventosa e io la passo a pensare a quel mio fiorellino con quella maglietta leggera a mezze maniche.....Oggi pulizia delle strade proprio nel pomeriggio in pieno in orario di giardino, quindi niente Stibbert ma ripariamo nella nostra cara vecchia serra dell'Orticoltura. Ci sono le coccinelle piccole piccole appena nate e i soliti giochi che si inventano i tre.
Giovedì 29 - Colazione al Four Seasons, io e il Gangster da soli, a goderci un po' di pace e quel parco incantato. Poi ce ne andiamo pure a fare un giro nel parco della villa che il Gangster amministra, dove cammino a piedi nudi sull'erba e mangio le ciliegie dall'albero e penso che bello sia vivere all'aperto. Poi appuntamento con la coordinatrice pedagogica del nido, per il problema morsi e spinte che furoreggiano adesso al nido. Lei parla di una classe problematica e noi caschiamo dalle nuvole, poi aggiunge che Mina sa togliersi dai conflitti mentre Emino ci sguazza, anche se spesso soccombe. Ma comunque rassicura che non c'è nessun problema vero e che i gemelli, se non le dicevano che erano gemelli, lei non se lo sarebbe mai immaginato, visto che giocano uno da una parte e una dall'altra. L'unica cosa che li caratterizza entrambi però è quel loro grande bisogno di fare e provare, sembrano due api laboriose e questo glielo confermiamo appieno. Bene, capitolo chiuso. Finiamo giusto in tempo per andare a prendere i bimbi al nido, li troviamo tutti insieme, grandi piccoli e medi, a tavola in giardino ed è una bella gioia, vedere quelle belle scampagnate. Poi il Gangster ci saluta e noi andiamo al giardino del Ventaglio, visto che oggi è giovedì e lo Stibber è chiuso, a cercare le paperine in quel laghetto e a fare altri giochi, fra i quali ricordare la scarpa di Mina finita nel tombino, cosa di cui lei si vanta a lungo, sottolineando che è stata lei me a buttarla dentro.
Venerdì 30 - Al momento di andare a prendere i bimbi al nido scoppia un fragoroso acquazzone. Quindi niente giardino e niente paperine. Mi faccio coraggio e oso. Andiamo al vivaio a comprare un roso da portare domani in regalo. Mentre vado mi chiedo se avrò fatto bene e se ce la farò con loro due da sola, per questo quando li scendo dall'auto li avverto: qui bisogna stare per mano alla mamma. Loro capiscono e ubbidiscono: il posto è nuovo, ci sono tante piante e loro sono affascinati da queste novità. Per questo si fanno guidare mano nella mano, io dico loro il nome dei fiori e ci soffermiamo ad annusarli. Così viaggio per quel grande vivaio con quelle due manine calde fiduciose nelle mie. Operazione conclusa con successo. A casa poi andiamo a comprare il pane e la commessa regala ai piccoli due pezzi di schiacciata con le olive. Gradiscono molto ma Mina, che ha un'oliva sopra il suo pezzo, mi chiede che cosa sia quella palla e me la dà schifata. Poi, ovviamente, mangia tutta la schiacciata.
Sabato 31 - Tutta la famiglia ospite di una coppia di signori di cui lui è un collaboratore del Gangster: hanno una magnifica pazienza e anche un bellissimo giardino dove pranziamo lì e passiamo tutto il pomeriggio, con i bimbi che scorrazzano fra le rose e gli altri fiori, giocano a fare i muratori e anche i giardinieri, piantano i noccioli delle ciliegie e vanno in bici. I nostri ospiti sono incredibili e stanno dietro ai bimbi permettendoci di riposarci un po' (a dirla tutta l'unico che veramente si è riposato tanto è, ovviamente, il Gangster, sprofondato in una poltrona al fresco dove si è schiacciato un sonoro pisolino mentre intorno a lui i gemelli facevano di tutto) e così la giornata è passata benissimo, andando via di là con i bimbi addirittura già in pigiama perché siamo andati diretti a Quercianella.  Là ci aspettava la mitica Guenda che è rimasta in casa mentre noi siamo usciti, anche se abbiamo avuto la malaugurata idea di andare la cinema a vedere Le Meraviglie che ci ha un po' tanto fatto addormentare.
Domenica 1 - Sveglia alle 7 perché i gemelli non ne vogliono sapere di dormire di più. Noi approfittiamo dell'ora mattiniera per scappare subito dalla nonna del mare, dove lasciamo i due, mentre io e il Gangster ce ne andiamo là di fronte all'Isola d'Elba, in quella caletta meravigliosa dove tre anni fa, qualche giorno dopo oggi, abbiamo annunciato per primi, a degli amici, di aspettare i gemelli. Mentre oggi abbiamo brindato al fatto che, tre anni fa precisi, fatte le analisi, abbiamo saputo di aspettare ..... un bambino, anche se in realtà la ginecologa, leggendo i valori delle analisi, preannunciò la possibilità che fossero gemelli. Noi ovviamente non le credemmo............ Ma per fortuna invece aveva ragione: adesso non saprei che fare senza uno di loro: sono troppo una coppia perfetta. Tornati dalla nonna del mare ci raccontano che i bimbi hanno mangiato, come sempre, come due piranha, che quando sono andati al baretto davanti al mare a mangiarsi il gelato, c'era pure un'orchestrina che faceva le prove e i bimbi sono rimasti incantati. Siamo tornati a Quercianella che i due dormivano profondamente, li abbiamo messi a letto, ci siamo dati il cambio con la baby sitter e io e il Gangster siamo andati a farci un bel giretto a Castiglioncello, finemente di nuovo pieno di persone.