lunedì 9 giugno 2014

Lei, lui e forse le pecore

Lei non si sarebbe proprio svegliata, questa mattina.
Lui invece era subito pronto a saltare su, quando sono entrata in camera loro, presto presto.
Lei ha continuato a dormire, anche quando ho aperto la finestra e tirato la tenda e fatto entrare un sole già caldo alle 7 di mattina.
Lui è voluto subito scendere dal letto e andare al letto di lei, a guardarla dormire.
Poi si è inginocchiato per guardarla negli occhi, che rimanevano chiusi, e così ha iniziato a carezzarle i capelli e a dondolarle un pochino la spalla
Lei si è rassegnata ad aprire gli occhi, anche se non l'avrebbe proprio voluto fare, ma come si è accorta che lui era così vicino, si è alzata in un balzo ed è voluta scendere dal letto.
Per andare da lui, felici come sempre sono entrambi di ritrovarsi tutte le mattine.
Come se fossero due fratelli che non si vedono da tanto.
Questa è la storia di questa mattina, che si è ripetuta altre mattine.
Oggi però lei avrebbe tanto voluto dormire tutto il giorno, perché ai giardini non ha voluto camminare e nemmeno muoversi dalla panchina, l'ho dovuta trascinare in collo per tutto il tempo e a cena ha mangiato a malapena una pesca e una fetta di pane, chiedendomi ripetutamente se ora, finalmente, facevamo la nanna.
Come l'ho messa a letto non l'ho più sentita.
Neanche quando lui le chiedeva Mache ciao ciao?, incitandola a cantare con lui nel buio dei loro lettini.
Di lei non ho sentito più che qualche sospiro.
Di lui ho sentito che si è rassegnato a stare a letto da solo ingannando il tempo contando. Che già conti le pecore per aspettare il sonno?

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