Incollo qua un carteggio che ho avuto con una "nuova amica" diciamo così. Per lavoro seguo un progetto sulle discriminazioni di genere e, come sempre, pensavo che riguardasse i figli degli altri.
Poi è successo quello descritto qua sotto, alla mia Margheritina, da parte del fratello e dell'amico. Vorreir precisare che, a discolpa dei due maschi, va detto che quello che è uscito dalla bocca di Martino non era farina del suo sacco, visto che Valeria si è rammaricata che il figlio frequenta all'asilo un bimbo che insegna agli altri bimbi a non giocare con le femmine e neppure con i neri, abominio assoluto di insegnamenti da parte di genitori che, ancora oggi, si sentono liberi di dire ad un bambino dell'asilo tali cose. A difesa del fratello posso dire che probabilmente non capiva, come Martino, quello che stava facendo, per questo poi è andato subito a prendere sua sorella, quando l'ho brontolato.
A difesa di Margherita, che si è lasciata condizionare, devo dire che è la prima volta, penso, che le fosse successo di essere discriminata per il genere, per questo ha solo incassato.
Io invece ho accusato il colpo, e ho scritto subito alla responsabile del progetto sulla discriminazione di genere, che ho scoperto come una amica preziosa che pazientemente ascolta i miei sfoghi e le mie paure riguardo ai figli, e che in precedenza mi aveva consigliato e spalleggiato sulla mia decisione di cambiare asilo ai miei figli. Ecco cosa ci siamo dette. A testimonianza.
Buongiorno Eleonora,
vorrei iniziare la giornata raccontandoti un episodio che mi ha colpito in
maniera, direi, incredibile.
Domenica pomeriggio ho portato i miei
bambini al giardino del museo Stibbert, dove andiamo sempre, e insieme a noi
c'era la mia cara amica Valeria con il suo bambino che ha un mese più dei
gemelli e con il quale stiamo sempre sempre insieme.
Abbiamo lasciato i bimbi giocare fra gli alberi, come piace a noi, mentre noi
due mamme stavano chiacchierando sedute su di una panchina. A un certo punto è
venuta Margherita da me dicendomi, a bassa voce, che gli altri due bimbi (il
fratello e l'amico) non la volevano fare giocare perchè è una femmina. Io ho
avuto una botta al cuore e al cervello, mi sono alzata di scatto e ho fatto una
bella ramanzina a i due maschi, pensando di aver risolto. Dopo poco mi sono
girata e ho visto che i due maschi continuavano a giocare mentre Margherita li
guardava da lontano seduta in disparte su di un tronco. Non ci ho visto più!
Vedere la mia bambina emarginata perchè femmina come mi ha colpito! L'ho presa
per mano, ho detto ai due che mai più si provassero a dire che lei non poteva
giocare perchè femmina, che è una cosa molto brutta dire quelle cose,
specialmente perchè le femmine valgono più dei maschi! E poi ho detto a
Margherita che non la voglio più vedere seduta in disparte, che quando le
dicono che lei non deve fare qualcosa perchè femmina, che urli forte come sa
fare lei, e che poi dica che femmina è meglio di maschio. Al che il fratello è
andato a prendere la sorella per mano e l'ha portata a giocare, mentre l'altro
bambino si è giustificato dicendo che l'amico dell'asilo gli dice che le
femmine non devono giocare con loro.
Aaaaah, guarda, mi sono di nuovo fermata anche la sera a parlare con Margherita
e a ribadirle che lei, prima cosa, deve urlare forte, quando le dicono quelle
cose, e poi farsi le sue ragioni.
Perchè secondo me urlare forte fa bene, visto che tendiamo molto ad ingoiare.
Grazie, come sempre, per la pazienza con la quale mi ascolti.
Ti devo una bella colazione in pasticceria
Carissima,
grazie di questo racconto, davvero!! Quanto mi narri è del resto in
linea con quello che – ben sai – cerchiamo disperatamente di impedire che
avvenga con il nostro lavoro: purtroppo (come hai tristemente esperito)
accadono episodi simili e tu hai FATTO BENISSIMO ad intervenire subito,
come sei intervenuta: cercando di rinforzare Margherita, responsabilizzando
Emanuele, chiarendo la cosa con l’altro bambino, spiegando quanto fosse assurda
la marginalizzazione della piccola e dando a lei la forza di essere sempre
combattiva e orgogliosa di se stessa…
Mi domando cosa accada in tutte quelle occasioni nelle quali (e sono
tante) una madre non interviene come hai fatto tu…
Mi domando cosa pensasse la mamma dell’altro bambino del comportamento
del suo piccolo…
Mi domando cosa accade negli asili, dove spesso le maestre rinforzano
queste dinamiche…
Per tutto questo dobbiamo lavorare, affinché ogni Margherita giochi con
chi crede, senza distinzioni di sesso!!
Grazie per questa preziosa testimonianza, dunque, e
anche di come hai reagito!!! Vorrei lo facessero tutte le mamme!!
Ti abbraccio forte intanto, e ovviamente è benvenuta una colazione con
te, sempre!!
A presto, cara, da
Eleonora!