mercoledì 20 maggio 2015

Un giorno senza di voi è un giorno perso



Ieri intervento dal dentista per me. Mi mette tre punti e mi costringe ad essere malata. Ok, penso, incarico la baby sitter di andare a prendere i bimbi e di portarli a scuola di circo,  poi a casa le faccio fare le cose più pesanti come doccia e lavaggio di capelli, poi magari, quando devono cenare, la mando a casa e faccio io. Peccato che invece non è stato così, perché mi è venuta la febbre e non ce la facevo a scendere dal letto. Così ho sentito i bimbi rientrare a casa, che si lavavano, che guardavano i cartoni e che cenavano con quel gelato finale in premio come succede adesso il martedì, quando il maestro di scuola di circo ci dà l’ok per mangiarlo, che vuol dire che i bimbi sono stati bravi (i bimbi, poi si tratta solo di Emanuele, che fa il disobbediente tanto e che invece, con questa cosa della ricompensa, si è dato una regolata). Dal piano di sopra della mia camera sentivo quelle vocine allegre, sentivo le parole “nostre” che la baby sitter non capiva, sentivo i loro modi di stare insieme, con quella brava ragazza che ci mette tanta passione nel stare con loro. Sentivo che raccontava la storia per addormentarli, che hanno cantato insieme una canzoncina e che -  un classico - come ha chiuso la porta e spento la luce, entrambi dovevano fare la cacca. Ho lasciato che lei se ne andasse, ho fatto una doccia, sono risorta dalle mie ceneri e sono scesa nel buio del piano di sotto. Mi sono affacciata in camera per vederli dormire e invece ho visto una testina che si è alzata, quella di Marghe, che felice mi ha chiesto come stava il mio dente. L’ho presa in braccio, le ho detto che non ce la facevo sai, mio piccolo fiorellino bianco a non salutarti perché mi mancavi tanto e lei si è emozionata. Allora si è svegliato anche il fratello, mi ha detto per prima cosa che Zeus era andato a Roma (gergo nostro) e anche a lui, quando l’ho preso in braccio, ho detto che mi mancava oggi e lui mi ha risposto anche te. E poi mi hanno raccontato della visita che hanno fatto alla Mukki, lei felice per aver bevuto il latte al coccolato, come lo chiamano loro, anche se dispiaciuta di averselo un po’ buttato sulla maglietta, lui invece felice di Veronica, l’hostess bionda che li ha accolti. Mi hanno raccontato dello scuolabus che hanno preso, dello spettacolo che hanno visto e hanno voluto sentire, toccandomi la guancia esterna, che il mio dente non facesse più male, come se dal tocco si potesse sentire il dolore.
Ci siamo baciati, ci siamo stretti, hanno voluto che raccontassi loro quello che loro avevano raccontato a me e, finalmente, siamo potuti andare tutti a letto tranquilli.
Che un giorno senza di voi, pulcini miei, è un giorno perso.

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