mercoledì 6 maggio 2015

Avrei voluto ma non ho voluto



Piccolo fiorellino bianco mio,
scusa per ieri. Quando siamo arrivati a Scuola di circo, in un pomeriggio afoso che non vi aveva visto dormire dopo pranzo, che ci ha visto dirottare la scuola di circo nel piazzale accaldato, ha fatto scoppiare il nervosismo a molti.
A tu fratello che non voleva levarsi la maglietta benché fosse rosso congestionato dal caldo, a me che sognavo quell’ora in cui voi state a fare scuola di circo per bermi qualcosa di fresco al bar e chiacchierare con le amiche, a te che non volevi toglierti la maglietta, non volevi veder piangere il fratello, non volevi staccarti da me. E io, che non voglio abituarti ad averle vinte, proprio perché so quanto sia controproducente crescere una figlia dandogliele vinte (io ne sono l’esempio) ho insistito perché tu rimanessi con il gruppo a giocare, invece che venire con me come piangendo mi chiedevi. Ti ho visto arrabbiata, desolata e anche infuriata, forse anche delusa da questa mamma che ti brontolava perché tu dovevi andare, a tutti i costi, senza farmi impietosire da quel tuo visino accaldato e addolorato. Abbiamo litigato, ci siamo ricattate, blandite e poi abbiamo patteggiato un tuo abbandono su di una sedia, là a guardare i tuoi amici fare le attività, mentre io me ne andavo.
Sappi che quando l’ho fatto avevo il cuoricino piccolo, sappi che ti avrei voluto tanto tenere con me e andare insieme al fresco del bar a berci qualcosa di fresco, a farci compagnia come ci siamo sempre fatte dal primo giorno. Sappi che non mi sono piaciuta nel lasciarti lì seduta su quella sedia e non mi sono piaciuta quando ti brontolavo perché volevo che ti staccassi da me, sappi che mi ricordo e mi ricorderò di quel momento, ma sappi anche che le mamme hanno il diritto e anche il dovere di essere egoiste. Perché nessuno, nemmeno il più bel fiorellino bianco del mondo, deve tenere in pugno nessuno, perché nessun figlio deve avere il potere di vita e di morte su di una madre, che ogni donna ha il diritto di rivendicare i suoi bisogni e i suoi spazi. Quello mio di ieri era il diritto e il bisogno di starmene con la mia amica Valeria a parlare di voi, di noi, di niente e di tutto. E so che tu già sai che questo è una gran cosa, visto che quando siamo ai giardini tu spesso stai seduta con noi sulla panchina a sentirci chiacchierare, invece che andare a giocare con tuo fratello e Martino. Prime prove di conversazioni fra signore.

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