Piccolo fiorellino bianco mio,
scusa per ieri. Quando siamo
arrivati a Scuola di circo, in un pomeriggio afoso che non vi aveva visto
dormire dopo pranzo, che ci ha visto dirottare la scuola di circo nel piazzale
accaldato, ha fatto scoppiare il nervosismo a molti.
A tu fratello che non voleva
levarsi la maglietta benché fosse rosso congestionato dal caldo, a me che
sognavo quell’ora in cui voi state a fare scuola di circo per bermi qualcosa di
fresco al bar e chiacchierare con le amiche, a te che non volevi toglierti la
maglietta, non volevi veder piangere il fratello, non volevi staccarti da me. E
io, che non voglio abituarti ad averle vinte, proprio perché so quanto sia
controproducente crescere una figlia dandogliele vinte (io ne sono l’esempio)
ho insistito perché tu rimanessi con il gruppo a giocare, invece che venire con
me come piangendo mi chiedevi. Ti ho visto arrabbiata, desolata e anche
infuriata, forse anche delusa da questa mamma che ti brontolava perché tu
dovevi andare, a tutti i costi, senza farmi impietosire da quel tuo visino
accaldato e addolorato. Abbiamo litigato, ci siamo ricattate, blandite e poi
abbiamo patteggiato un tuo abbandono su di una sedia, là a guardare i tuoi
amici fare le attività, mentre io me ne andavo.
Sappi che quando l’ho fatto avevo
il cuoricino piccolo, sappi che ti avrei voluto tanto tenere con me e andare
insieme al fresco del bar a berci qualcosa di fresco, a farci compagnia come ci
siamo sempre fatte dal primo giorno. Sappi che non mi sono piaciuta nel
lasciarti lì seduta su quella sedia e non mi sono piaciuta quando ti brontolavo
perché volevo che ti staccassi da me, sappi che mi ricordo e mi ricorderò di
quel momento, ma sappi anche che le mamme hanno il diritto e anche il dovere di
essere egoiste. Perché nessuno, nemmeno il più bel fiorellino bianco del mondo,
deve tenere in pugno nessuno, perché nessun figlio deve avere il potere di vita
e di morte su di una madre, che ogni donna ha il diritto di rivendicare i suoi
bisogni e i suoi spazi. Quello mio di ieri era il diritto e il bisogno di
starmene con la mia amica Valeria a parlare di voi, di noi, di niente e di
tutto. E so che tu già sai che questo è una gran cosa, visto che quando siamo
ai giardini tu spesso stai seduta con noi sulla panchina a sentirci
chiacchierare, invece che andare a giocare con tuo fratello e Martino. Prime
prove di conversazioni fra signore.
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