mercoledì 30 luglio 2014

Quando piove e torna il sereno

Giornate grigie, di pioggia e di malumore.
Ieri dovevano venirci a trovare i nostri cari amici Valeria e Martino, ma le previsioni meteo hanno sconsigliato la partenza e così flop, il tanto agognato giorno di mare insieme è saltato e per me si è presentato subito male. Le previsioni si sono perfettamente avverate, ieri il tempo era tuonante e il mio cuore pure. La mattina è iniziata con una serie di prove di forza fra me ed Emanuele, con i suoi no che mi irritavano come mai e mi prostravano. Così, visto che di spiaggia non se ne parlava, ho risolto facendo stare Guendalina in casa con i bimbi e io me ne sono andata a fare un giro a Castiglioncello, con le lacrime agli occhi e una tempesta in corso nel mio cuore, sferzata anche dal Gangster che mi urlava che non sono mai contenta, che avevo voluto la casa al mare e lui me l'ha comprata, che ho voluto la baby sitter e ce l'ho, che sto al mare invece che a Firenze e mi lamento, che se e se,  che devo essere io l'artefice di me stessa. Io un po' ho ingoiato e mi sono aggirata per Castiglioncello con la faccia di un funerale, mentre il mio cuore sanguinava ma il mio cervello pensava e pensava. 
Sì, è vero, devo essere io l'artefice di me stessa. 
Così torno a casa, i bimbi avevano raccolto le mele in giardino e fatto la pasta di sale in casa, loro sono stati benissimo e io, vista la pioggia che era diventata battente, decido che non mi farò schiacciare da quella situazione e decido che, non appena si sveglieranno dal pisolino, li porterò da mia suocera dove c'è pure il Frafratello. E così sia. 
Usciamo di casa con la pioggia che sferza, arriviamo là invece che non piove. I bimbi stanno con il fratello e altri amici a giocare sotto casa con le bici e il monopattino, io mi eclisso per una breve giratina. Torno poi che sono molto più serena, mi godo i miei bimbi e loro finalmente si godono questa mamma che era stata molto presente fisicamente ma molto assente con il cuore. 
Facciamo tutti pace, compreso con il Gangster che arriva in tarda serata per cenare con noi. Torno a casa a Quercianella con i piccoli stanchi e dormienti, la strada è pericolosa con la pioggia e portarli in casa dall'auto impegnativo, con loro che dormono e io da solo con un piccolo ombrello. Ma la giornata è andata e, da come era partita, si è risolta proprio bene.
Oggi invece tutta questa pioggia non me l'aspettavo. Pioveva così forte questa mattina che uscivano i rivoli per la strada, ma io in casa non ci posso stare, soprattutto con i bimbi e così alle 9 già eravamo in auto con direzione casa di Guendalina, dove avevo fissato di lasciarli mentre io me ne sarei andata a fare un giro per i negozi di Livorno. Mentre guidavo sul Romito mi sono presa spavento, una bomba d'acqua si stava riversando su quella strada pericolosa e io mi domandavo se ero una mamma snaturata, a portare i miei cuccioli in giro con quel tempo. Ma ormai eravamo in ballo e ho ballato. 
Li ho lasciati a casa di Guenda sereni come se andassero sempre lì, io sono rimasta di nuovo bloccata in auto per l'eccesso di pioggia ma poi ho detto, come ieri, machisenefrega, e sono uscita e, pur bagnandomi, ho girellato per i negozi. E sono stata proprio bene. 
Quando sono andata a riprendere i piccoli li ho trovati felici che mi correvano incontro con un sacchettino in mano pieno di biscotti che avevano fatto a casa della baby sitter. Bravi bimbi e brava Guenda, che non si scoraggia mai. I biscotti erano buonissimi, e dopo pranzo i due hanno dormito tanto tanto tanto che alle 4 mi sono dovuta impegnare per svegliarli. Il tempo era ancora troppo umido per andare in spiaggia, anche se c'era il sole, così via di nuovo in auto direzione Livorno, con l'aiuto di Guenda. Siamo stati sulle giostre, con grande felicità di Marghe e inquietudine di Mele, poi nei giardinetti lì vicino abbiamo trovato uno scivolo sul quale dovevamo scavalcare per salire, tipo prova dei pompieri, e poi pure delle parallele per arrampicarsi dove Emino è salito senza fatica né paura fino in alto in alto, mentre Marghe lo ha fatto solo per imitazione, ma non importa, l'importante è che l'abbia fatto pure lei. E visto che poi era così scoppiato il caldo e l'Acquario di Livorno era lì alle nostre spalle..... siamo entrati a visitarlo nuovamente. Il solito entusiasmo nel vedere i pesci, anche se questa volta sono stati catturati dalle murene invece che dalla tartaruga gigante. Poi a casa dove abbiamo cenato tutti insieme e dopo la doccia è stato un attimo vederli addormentati.
Io oggi mi sento molto più serena e tranquilla rispetto a ieri, quando dubitavo della mia lucidità e capacità di gestione dei piccoli. Oggi invece ho preso le redini di queste giornate e non mi sono fatta schiacciare. La vita è una e va goduta, i bimbi sono i miei e me li devo godere, invece che subire, e questa nostra cenetta di stasera, intorno al tavolo, tutti insieme a scambiarci i piatti e le cose da mangiare, mi ha rimesso al mondo. 
Grazie giorni di pioggia, ci volevate proprio per sferzarmi il cuore.

lunedì 28 luglio 2014

Stanca, e non parlo d'altro ormai.

Siamo tornati a Firenze ieri, dopo che il sabato aveva piovuto al mare e Guendalina aveva provato l'animazione in casa per i gemelli, con risultato poco entusiasmante, come avevo ben intuito quando sono tornata a casa e ho visto la sua faccia, con quell'espressione che conosco bene, di delusione e frustrazione quando provi, con entusiasmo, a far fare qualcosa ai bimbi mentre loro sognano solo di correre e saltare. Avevano fatto le tempere, con immersione totale delle mani e di altra parte del corpo. Io non ho battuto ciglio, ho lavato al meglio i due e o congedato la ragazza, convenendo con lei che le prossime volte forse è meglio organizzare un torneo di atletica leggera, invece che lavoretti al tavolo. Intanto era uscito il sole, e così ho pensato bene di portarli in spiaggia, ormai da sola. E lì ho apprezzato, proprio quando non ce l'hai, il grande lavoro della baby sitter. Lei si mette al pari loro e fa passare ai due delle ore piacevoli, liberandomi un po'. Io invece in quel fine pomeriggio avevo solo tanta voglia di stare tranquilla e godermi il tramonto, ma che non sia mai! Così mi è toccato organizzare i turni dei due nell'alternarsi con una cariola rubata ad un ombrellone disabitato, seguirli nel percorso e sudare quanto non ho mai sudato in questi giorni di mare. Poi si era fatto tardi, i bimbi avevano fame e sonno e io mi sono ritrovata a casa disorganizzata. Hanno cenato piangendo e io avrei voluto tanto piangere con loro, doccia veloce e a letto stremati. Io pure. Peccato che poi Emino si sia svegliato ogni mezz'ora in preda agli incubi chiedendo del babbo. Non mi è rimasto altro che portarlo a letto con me e aspettare che si rilassasse lì e dormisse sodo, prima di riportarlo nel suo lettino. 
Poi la domenica siamo, appunto, tornati a Firenze, perché avevo voglia di interrompere il mare e anche voglia di rivedere i miei genitori e far vedere loro i piccoli. Abbiamo pranzato tutti insieme con pollo di rosticceria e patate fritte dal mio babbo, Emino è voluto stare in collo al nonno per tutto il pranzo, con grande felicità di tutti e credo che quello sia uno dei momenti che ricorderò/ricorderemo, con grande dolcezza e nostalgia.
Poi sonnellino, l'aria condiziona non funzionava in casa così io non sono riuscita a dormire. Siamo andati al laghetto dello Stibbert per il reincontro con Martino e Valeria, l'arietta era piacevolmente fresca e anche i tre moschettieri si sono ritrovati nei loro giochi segreti. Però io sono stanca, e mi sono accorta che in effetti non parlo d'altro, anche con Valeria, e all'ora di cena non ne potevo di nuovo più. Ho messo a letto un Emino bizzoso senza neanche salutarlo e, ho appena sentito rientrare il Gangster da quanto ero stanca. E' che poi, alle 4 di notte, mi sono svegliata con l'incubo di non aver sentito la sveglia e di non essermi presentata al lavoro così, proprio per quella paura, non sono riuscita più a dormire. Perché oggi era il grande giorno: prendevo servizio nell'ufficio nuovo. Carini tutti (o quasi), gentili nell'aspettarmi nella mia aspettativa e congedo, si prospettano incarichi interessanti. E' che io oggi ho vissuto il clima e la tensione del primo giorno di lavoro. Per questo poi, finito, ero frastornata, sono tornata a Quercianella ad aspettare che il Gangster mi riportasse i gemelli che lui aveva portato dalla sua mamma al mare, e io di nuovo, a quest'ora che precede la cena, sono di nuovo tanto stanca.
O la stanchezza è vera, ho covo qualcosa. 
Intanto domani si riparte con la routine quercianelliana: 42 giorni all'alba.

giovedì 24 luglio 2014

Poi è successo

Confesso che il terzo giorno di monotona vita di mare mi cascavano le lacrime senza piangere. Così, mentre stavo seduta su di una panchina nei micro giardini con giochini di Quercianella, ad appena le 8,30 di mattina, perché tanto i gemelli  si erano svegliati prima delle 7 e in casa che ci fai, se non combinare guai,  mentre aspettavamo tutti fiduciosi che passasse un treno, e sai quanti treni passeranno da Quercianella… ecco che, senza piangere, mi cascavano le lacrime al pensiero che eravamo solo al terzo giorno, e che quindi alla fine di  tutto questo, mancavano "solamente" altri due mesi meno tre giorni, roba tipo 57 giorni appena.
Poi è successo che il quarto giorno è arrivato il Gangster, ha portato il sorriso sul mio viso e ha rischiarato tutte le nuvole, lasciandomi piangere nella notte, facendomi sfogare, dicendo che mi capiva, rincuorandomi con i complimenti. Non che sia cambiato niente, c’erano sempre ancora 56 giorni  da affrontare, ma almeno qualcuno mi capiva.
Perché ormai avevo capito che sembra proprio brutto lamentarsi di stare al mare con i propri bimbi, di avere casa, ombrellone, auto, baby sitter e quant’altro,  e se continuavo a lamentarmi in giro vedevo visi sospettosi sulla mia attitudine e abilità di mamma. Peccato che io abbia ancora il cervello sano, ed è vivo in me il  ricordo di quella che sono, quella che sono stata e quella che voglio essere, e quindi annullarmi per far respirare iodio a quei due miei cuccioli, sì, certo, un attimino mi pesa, anche se lo faccio volentieri e per il loro bene.
Poi è anche arrivata la notizia che finalmente mi hanno concesso il traferimento al mitico ufficio che volevo,  il Gangster ha fatto fare il bagno nell’acqua alta ai piccoli e li ha ipnotizzati nel cercare granchi e chioccioline per loro, con grande gioia di Marghe e inquietudine di Mele che non sopportava quelle chioccioline che camminavano, anche se invece il maschietto ha aprrezzato molto quel suo babbone che lo portava nell’acqua alta. 
Poi la sera siamo andati tutti insieme, compresa Guenda e il fidanzato, alla festa di paese sopra Quercianella. I bimbi hanno mangiato pappardelle al cinghiale al tavolo con le panche tipo festa dell’Unità, e poi, sorprendentemente, si sono buttati in pista a ballare il liscio. Al ritmo del fox trox, halli galli (o come si scrive), valzer, tango, chachacha, i due, in preda alla febbre del ballo, si sono lanciati spericolati in corse e salti, balli e cadute tipo brack dance, piroette più soavi lei, battute di tamburo lui. Erano le 22,30 che ancora ballavano, loro che vanno a letto alle 20,30.  Poi, certo, ad un certo punto Emino ha detto Mamma salutiamo, ha fatto il giro della pista, ha salutato tutti felice e poi è salito in auto e si è messo a russare.
Poi è successo che il giorno dopo siamo tornati a cena lì, che entrambi i bimbi hanno accettato di mangiare solo se rassicurati che dopo avrebbero ballato, e a me si è allargato il cuore a saperli e scoprirli ballerini che a settembre scatterà sicuramente il corso “gioco danza”.
Poi domenica il Gangster è arrivato il pomeriggio, il tempo era incerto e ha detto no, al mare non torniamo, tutti in auto al Forte dei Marmi. Lì, mentre tutti scappavano perché pioveva, noi abbiamo fatto un giretto perlustrativo e, mentre tutti erano in fila per rientrare in città, è smesso di povere e il padre di famiglia ha portato i bimbi sul calessino tirato dal pony Birilla e poi sulle auto elettriche, prima una rosa delle Wings e poi su quella rossa dei Pompieri, alternando i gemelli alla guida. Ovviamente io ho ripreso tutto, che il Gangster sulla corvette rosa Wings è imperdibile! Poi ancora Marga è voluta salite sulla giostra fatta ad auto che saliva e scendeva, ed è andata da sola perché il fratello aveva paura, ha affrontato quell’esperienza con la concentrazione tipica sua, tanto che poi il fratello si è fatto coraggio e si è unito a lei. Poi ancora abbiamo cenato con una pizza e i piccoli si sono comportati benissimo, a due anni e mezzo composti seduti a tavola al ristorante.

Poi è di nuovo tornato il lunedì, quando la mattina presto il Gangster è andato via io gli ho detto che questi giorni sono stata benissimo ma che, lo stesso, non vedo l’ora che sia il primo ottobre. 
Poi di nuovo è tornata la routine, i giorni da passare erano sempre più di 50 ma piano piano mi si annebbiava sempre di più il cervello e la routine di Quercianella si impossessava di me, sedandomi un po’.
Certo, poi è successo anche che è  arrivato un po' di piacevole brutto tempo, le persone in spiaggia erano poche e tutta quella pace mi è iniziata a piacere, anche se spesso passo il tempo a telefono per tenere un filo con la vita reale, mentre i bimbi giocano laboriosi e concentrati a travasare l'acqua dal secchiello all'annaffiatoio alle formine insieme all'amata baby sitter Guenda. 
Poi sì, c'è stata anche una giornata movimentata (quella di ieri) in cui nello stesso giorno ho chiamato il 113 all'ora di pranzo e i Vigili urbani a mezzanotte, per cercare conforto e giustizia rispetto a dei vicini di casa per i quali il poliziotti hanno potuto fare ben poco, se non giocare un po' con i gemelli e assistere ad un Emino che picchiava la sorella senza motivo (tanto che forse avrebbe dovuto chiamare lei, il 113) e per calmare i lavoro di scavo del condominio davanti al nostro che perduravano fino a mezzanotte.
Poi il Gangster è arrivato nella notte, come ama fare lui, e oggi ce ne siamo scappati dalla sua mamma al mare, mollati i gemelli a lei e alla zia del Gangster, noi via, a farci un bel percorso trekking in riva al mare, una lunga passeggiata nel bosco fresco e ventoso intervallato da qualche bagno in mare. E ci voleva proprio, una bella sana giornata di attività fisica, sempre stanziale come sono nella vita di bagno. E quando siamo tornati è stato anche tanto bello vedere i miei bimbi che giocavano con delle bimbe più grandi, che hanno preso i miei figli a ben volere, che se li contendono l'una con l'altra e i due cuccioli se ne stanno beati a farsi portare di qui e di là da quelle ragazzine, e  quando sono andata a giocare con loro, mi è gioito il cuore quando quelle bimbe mi hanno chiesto se saremmo tornati anche il giorno dopo, felici proprio di rivederci. Per questo alla fine del pomeriggio ho concluso mettendo tutti quei bimbi in cerchio, abbiamo giocato un po' al nostro "antennine" e ho voluto concludere con i saluti e un abbraccio collettivo, proprio per ringraziare quelle bambine del bene che vogliono ai miei figli.
E domani si riparte: il Gangster riparte per Firenze, io riparto con la mia routine.

giovedì 17 luglio 2014

Il futuro prossimo lo vedo meglio

Invece ci sono giorni come questi, dove per esempio la giornata terribile di ieri, con Marghe che ha pianto ininterrottamente tutto il giorno disperata, e con il nostro rientro a casa con lo sfratto dei rumorosi inquilini del piano di sopra in corso,  con la pizza la sera ma insomma un po' seduti no? ... in cui, invece appunto,  tiro un sospiro di sollievo.
Oggi si sono svegliati con calma, sono riuscita a prevenirli e quindi prima che loro fossero liberi ho organizzato il pranzo e la borsa del mare, ho trovato al bar di Quercianella un signore con la barba che mi ha aiutato a "sistemare" i gemelli birboni, troppo sfrontati per stare seduti, che si è calato nel ruolo del Guardiano (che notoriamente, per i gemelli, ha la barba) e che li ha brontolati bene bene, facendoli calmare. Poi in spiaggia neanche si sono sentiti, tutti assorti a fare le loro trasfusioni di acqua dal secchiello all'annaffiatoio alla sabbia alle formine, poi siamo tornati a casa per il pisolino e loro hanno dormito tanto tanto, così tanto che sono stata costretta a svegliarli. Poi siamo tornati in spiaggia dove di nuovo sono stati bravissimi, dove di nuovo hanno ripetuto la loro nuova "abilità" nel fare la pipì dal pisello lunga lunga e dalla passerotta tanta tanta, cosa che li ha e mi ha emozionato e non poco. Poi abbiamo cenato con calma in spiaggia, urlato sì per farsi fare la doccia, ma poi tornati a casa loro si sono messi tranquilli a leggere i libriccini nei loro lettini mentre io mi facevo la doccia e cenavo. 
E anche se è sempre tardi per godersi la serata, almeno oggi mi sono goduta la giornata e il futuro prossimo non mi spaventa più così tanto.

martedì 15 luglio 2014

Partenza, via!

Eccoci al primo giorno di mare. E' appena finito e io sono convinta che questi ritmi non posso tenerli. Anche se c'è Guendalina che si presta felice a fare i castelli di sabbia e mi aiuta tanto con i bimbi in spiaggia. 
Ma ad ore è facile, a giornate intere no.
Si sono svegliati alle 7,30 senza possibilità di patteggiare. Abbiamo fatto la lavatrice e spazzato per non uscire proprio proprio alle 8, ma resistere fino alle 8,30. Ho fatto colazione mandando giù pezzi grossi di brioches perché avevo i due piccoli avvoltoi vicini che stavano calmi e fermi solo si condividevo la brioches con loro, sono arrivata in spiaggia carica di borse perché c'era da portare proprio tutto, e la cabina me la daranno solo da domani. 
C'era da stare dietro a loro e preoccuparsi che  la presenza di Guendalina fosse di nuovo ben accetta, intanto c'era da fare pubbliche relazioni con gli innumerevoli vicini di ombrellone che non vedevamo da un anno. Poi il bagno in mare, il pranzo in spiaggia, il pisolino pomeridiano che è durato un'ora scarsa che io non ho fatto neanche in tempo ad accorgermene, e di nuovo si sono svegliati urlanti e di nuovo non c'era possibilità di patteggiare. 
Così alle 2,30 ho stirato mentre loro si litigavano un gioco tirandoselo in testa, poi lo yogurt no e poi sì e poi di nuovo in spiaggia. Di nuovo bagno in mare, cena e doccia. Ma arrivati a casa alle 8 non ne volevano sapere di dormire, così ho cenato senza masticare e ho fatto la doccia con il cuore stretto sentendoli ancora svegli. Poi ovviamente avevano fatto la cacca e andavano lavati di nuovo e il sacco della spazzatura buttato via. 
Adesso sono qua a scrivere veloce perché almeno un film vorrei vederlo in santa pace, e chi se ne importa se non leggo le ultime notizie. 
No, questo non può essere il ritmo da tenere per due lunghi mesi.

venerdì 11 luglio 2014

Ieri, oggi, domani

Ieri:
se un giorno di tanti anni fa, magari all’aeroporto di Fiumicino, in procinto di partire per l’Oriente, o anche nel momento di tornare dall’Oriente, avessero chiesto di me: che diventerà, quella lì, fra qualche anno? Mamma di gemelli oppure astronauta? Credo che l’aeroporto intero,  tutti tutti, anche le hostess Alitalia e i noleggiatori Herz, avrebbero scelto per me l'opzione astronauta.
Invece ieri, che il tempo si faceva minaccioso, il Giardino dello Stibbert era chiuso per riposo settimanale, ho preso i gemelli all’uscita del nido e sono andata a far tagliare a zero i capelli a Emino e poi via, alla Stazione Statuto (che credo non esista neanche nei piani ferroviari, da come è piccola) dove avevamo appuntamento con Martino e Valeria, e tutti insieme siamo stati ad aspettare che passasse Frecciarossa, Regionale Veloce, anche Italo (o meglio Litalo, come lo chiama Ema) sperando addirittura che qualche macchinista dal cuore tenero, vedendoci lì con i bambini, suonasse al suo passaggio, e esultando addirittura nel passaggio insperato di un treno merci. E mentre ero lì su quella panchina, in quella stazioncina che non esiste, ho mentalemtne ringraziato tutti quelli che in quel giorno immaginario, dovendo prognosticare il mio futuro, fra mamma di gemelli o astronauta, avevano scelto astronauta. Grazie per la fiducia cari, sì lo so, era molto più verosimile allora che diventassi astronauta piuttosto che mamma di gemelli, ma mi dispiace, il binario è cambiato e mi ha portato proprio lì, davanti a quei binari morti a sperare che qualche treno passasse.
Perché non sempre le previsioni si auto adempiano.
Oggi: 
il nido è finito, gli amici che ci hanno accompagnato in questi due anni non ci accompagneranno più e nemmeno le educatrici, nostri punti di riferimento, saranno più i nostri punti di riferimento. Ho pianto quando ho salutato Gianna, abbracciandola nell'abbraccio che dava ad i miei  bimbi e l'ho ringraziata dicendole che se li ho mandati tranquilli in questi due anni è perché sapevo che c'era lei. E non ho avuto il coraggio di correggere ancora Emino che salutava tutti dicendo Ciao, a lunedì. Un po’ ci ho provato a dirgli no, oggi il nido finisce per sempre e lunedì ce ne andiamo a Quercianella. Lui mi ha ascoltato, ha memorizzato a modo suo e ha continuato a dire Lunedì a Quercianella, ciao a tutti a lunedì. E allora …… addio lo dico io, e grazie tanto. Mi raccontava Gianna che sembrava che i piccoli lo capissero durante il giorno, che oggi finiva, perché l'hanno abbracciata tanto tanto e lei si è presa del tempo per salutarli. Mamma mia, come passa il tempo e come cambiano le cose. In più oggi abbiamo anche salutato i nostri compagni d'avventura Valerio e Martino: se non ci vengono a trovare al mare staremo lontani per due mesi. Entrambe noi mamme avevamo il cuore stretto, sembrava che fosse un addio lungo per un viaggio lontano, ma in effetti è come salutare una parte di questa famigliona che siamo diventati. E anche Martino sembrava che lo capisse, che si stava preparando una separazione, perché oggi come mai mi è stato vicino e mi ha abbracciato e anche baciato. A presto cari, vi aspettiamo

Domani: 
armi e bagagli, i gemelli mi porteranno al mare per due mesi. Dove passerò il mio tempo a vedermeli crescere, a combatterci, a sedimentare in  loro che questa mamma c’è, e che è veramente una ricchezza che ci sia e che sia così tanto a disposizione, ma che sarà bello anche quando arriverà il momento che a Fiumicino vadano loro, per partire per l’Oriente estremo, vicino oppure per la Sicilia, non importa. Che io tanto ci sono, e loro potranno sempre trovarmi, ma che non importa star tutti così appiccicati  per tanto tempo come invece è improtante farlo adesso. Perché una base sicura è ora fondamentale per costruire le partenze sicure di domani.
Incrociamo le dita e via, si gira pagina e una nuova avventura ci aspetta.

martedì 8 luglio 2014

Menomalechecisei

Il Gangster mi ha mandato i muratori in casa proprio questa settimana, l'ultima in cui stiamo in questa casa, invece che prendere tempo e posticipare di qualche giorno, visto che dalla prossima settimana noi ci trasferiamo al mare e loro avrebbero potuto fare tutto quel che volevano (soprattutto tutto lo sporco che volevano) e a noi non ci avrebbe riguardato.
Invece sono venuti ieri, sembrava che fosse un lavoretto da poco sostituire i condizionatori e invece è diventato un lavorone, con il controllo e ripristino dell'impianto. Fatto sta che quando sono tornata a casa nel pomeriggio ho trovato il deriliro: la casa ricoperta da una polverina nera ovunque, tutto nel mezzo, niente in funzione e, soprattutto, non riuscivano a finire in giornata. Mi veniva da piangere ma ho stretto i denti e ingoiato, sono andata ai giardini con i bimbi e quando sono tornata a casa dopo le 19,  ho preparato loro cena, ho pulito alla meglio il tavolo che sembrava quello di un calzolaio, ho cambiato in fretta le lenzuola dei loro lettini polverosissimi , ho spazzato come ho potuto, ho lavato e messo il pigiama ai piccoli... e a me non è rimasto che dormire sul divano, visto che la mia camera era inutilizzabile. Nel frattempo avevo fissato per il pomeriggio del giorno dopo con la signora delle pulizie, sognando così, oggi, di poter tornare in una casa funzionante e pure pulita.
Ma questa mattina nessuno si è presentato alla mia porta. Il Gangster aveva pensato bene di andare ieri in Svizzera e di rimanerci, così io sono diventata furiosa, specie dopo aver visto Marga svegliarsi con il visto sporco di polvere. 
Pur consapevole che il Gangster a Lugano stava decidendo del suo futuro lavorativo, mi sono attaccata al telefono e l'ho chiamato ininterrottamente per 16 volte di seguito. Poi, quando si è deciso a rispondere, gliene ho dette di tutte. Da lontano l'ho costretto ad organizzare quello che non aveva organizzato, ha fatto venire gli idraulici il pomeriggio a finire il lavoro e, quando lui se ne è tornato a casa alle 7 di sera, tutto vestito di blu con la cravatta, mentre noi cenavamo, lui si è messo in mutande e ha dato l'aspirapolvere ovunque e pure lavato i pavimenti, nonché aiutato me nella doccia dei gemelli.
La furia mi è così passata, abbiamo cenato alle 9 in una casa decente, e mentre a me si chiudevano gli occhi dalla stanchezza, lui mi parlava del suo futuro lavorativo, delle sue preoccupazioni ma anche della mia mamma e di come organizzarle al meglio questa sua vita con la demenza senile. 
Io ho ascoltato tutto, e nel cuore avevo il subbuglio del giorno di rabbia piena nei suoi confronti, che mi lascia sempre sola e nelle peste ad organizzare tutto il quotidiano con quei due nanetti, ma anche avevo la dolcezza della sua preoccupazione e la tenerezza della sua apprensione per i miei genitori, il suo voler sapere per filo e per segno che cosa avevano fatto quei suoi due gemelli ai giardini, e quella sua incessante voglia di baciarmi. Io, che di parole ne scrivo tante e tante ne ho sempre in testa e nel cuore, non sono riuscita  dire altro che menomalechecisei.

lunedì 7 luglio 2014

Adios, Paula

Luglio tempo di saluti, a quanto pare. 
Nido Madama Dorè chiuso, a giorni saluteremo anche le educatrici e i compagni di avventura del nido che per ora continuiamo a frequentare in un nido diverso, fine del passeggino gemellare rosso, dalla prossima settimana lavoreremo per dire addio anche al pannolino, e allora, con tutti questi saluti e addii, non potevamo dimenticare di salutare Paula, la baby sitter spagnola che ci ha accompagnato negli ultimi due anni.
La prossima settimana tornerà in Spagna e così finirà la nostra frequentazione. 
Di baby sitter i gemelli ne hanno avute diverse, molte passeggere, molte inaffidabili, alcune bravissime. Paula è stata,  fra le tante, quella che più si è prestata e che più ha frequentato i bimbi, specie l'anno scorso, quando abbiamo iniziato ad andare ai giardini tutti i giorni e, con i gemelli che ancora non camminavano da soli, ma che avevano voglia di fare tutto quello che avrebbero fatto se avessero camminato. Per questo era indispensabile essere in due visto che dovevamo  guardare a vista e accompagnare ognuno di loro personalmente.
Paula ha il sorriso dolce e il carattere forte, la voglia di lavorare che solo le straniere fuori casa hanno, un senso del dovere e della dedizione (anche nei confronti del suo fidanzato) che mi ha fatto chiedere che mamma avesse per essere così. Quando glielo domandai, lei mi raccontò che le era morta da anni. Glug, ho fatto io, e da allora un po' me la sono sentita figlioccia mia, quella mia quasi omonima con quel suo bell'accento spagnolo e quella sua voglia di dimenticarselo, lo spagnolo, in quell'ostinazione del parlare italiano fra italiani. 
Aveva iniziato questo inverno a venire a casa per stare con i gemelli un'oretta e parlare spagnolo con loro, non è durato molto perché poi i suoi impegni di insegnante ci hanno costretto a interrompere e lei è stata possibile continuare a chiamarla solo la sera, quando io e il Gangster uscivamo, visto che di giorno ormai insegnava a tempo pieno spagnolo e inglese.
Ieri, durante il picnic organizzato fra noi mamme amiche allo Stibbert, è venuta a salutarci lì, perché lei ha fatto anche un po' da baby sitter ad un'altra bimba delle mamme amiche. Si è emozionata e stupita nel trovare i bimbi cresciuti, specie il suo "Guapeton" come chiamava Emanuele, che lo ha trovato bellissimo e anche.... chiacchierone.
Ci siamo salutati con una foto sua con i gemelli, che rimarrà di ricordo per sempre, come quella sua presenza leggera, costante e sorridente, nonostante tutto. Proprio come piace a me.
Hasta luego, Pauleta.

domenica 6 luglio 2014

Ciao passeggino rosso, nostro fido destriero.

Doveva essere ieri, ma poi l'abbiamo fatto diventare oggi, l'ultimo giorno con il passeggino gemellare rosso. Rosso, perché ne abbiamo anche uno blu, molto più stretto e scomodo ma molto meno ingombrante, che abbiamo usato solo per fare brevi tratti e che da tempo non usiamo più.
Il Passeggino, con la p maiuscola, è stato il nostro passeggino gemellare rosso. Un mito. Anche un treno, direi.
E' stato un po' il primo incubo di quando eravamo neo genitori, perché andava smontato e caricato in auto e non era proprio una piuma. Però era ammortizzato e maneggevolissimo, i sedili dei piccoli si potevano direzionare guardando entrambi in avanti, entrambi verso chi spinge (come lo sono stati per la maggior parte del tempo) oppure che i bimbi si guardasse a vicenda, come venivano messi la prima estate in spiaggia per dar loro modo di sdraiarsi entrambi e dormire lì, in quel passeggino, sotto l'ombrellone. 
Fido destriero ci ha portato ovunque. Per tanto tempo davanti è stata Marga, perché quando erano piccoli lui stava bene anche dietro, dove si estraniava e si godeva il passaggio, mentre lei interagiva con me contenta. Poi è arrivato il momento del predominio del maschio e allora lui è voluto stare ostinatamente sempre davanti e lei cedeva, sorprendentemente docile, il suo posto per andare dietro. Poi è arrivato il momento dei litigi per chi volessi andare davanti o dietro, con turni serrati e monitorati e anche grandi pianti. 
Ultimamente lei faceva lo scatto per salire per prima davanti e lui non faceva una piega quando si accorgeva che gli rimaneva sempre il posto dietro.
Ieri e oggi, la mattina, siamo andati ai giardini vicino casa. E perché non cogliere quell'occasione per usarlo un'ultima volta e salutarlo, quella nostra carrozza rossa che ci è stata utilissima in questi due anni e mezzo? Ho fatto anche una foto, per ricordare l'ultimo giorno sul passeggino rosso. Passeggino che andrà in regalo ad un amico del Gangster che aspetta due gemelli per settembre.
Noi intanto ci siamo attrezzati e ho comprato un passeggino singolo con sedile reclinabile (per eventualmente schiaffarceli dentro tutti e due) e pedana dietro.
L'idea era quella di mettere Marga seduta sul passeggino e Emino in piedi sulla pedana. Così è stato la prima volta, ma poi, per loro tacita decisione, si sono scambiati il posto e, invece che la solita Marga seduta comoda, si siede volentieri lui, davanti, mentre lei sta tutta concentrata e tesa in piedi su quella pedana nuova. 
Così da ora in poi parte una nuova era, che sarà sicuramente quella di tanto cammino a piedi per mano, ma al momento del bisogno so che ho anche un passeggino a cui affidarmi.

sabato 5 luglio 2014

I terribili due

In genere quando si parla dei "terribili due" ci si riferisce ai terribili due anni. Quei due anni di età in cui il bambino scopre di essere una persona, di avere potere di decidere e per questo dice no a tutto, anche quando vorrebbe dire sì, e per questo è battaglia su tutto, visto la potenza che gli dà quel no detto verso il mondo.
Pensavo di averli scansati, visto che già siamo a due anni e mezzo, ma invece mi sa che ci sono piombati addosso all'improvviso.
Però, dicendo "i terribili due"  potrei abbandonare gli studi di pedagogia e riferirmi semplicemente ai terribili due....... gemelli. Sì, non ai terribili due anni, ma a quei due bambini miei.
Perchè giovedì abbiamo dato la colpa di tanto nervosismo al giardino dell'Orticoltura che offre troppi stimoli e che non è adatto a bambini mediamente piccoli come sono i miei. Venerdì abbiamo dato la colpa al caldo che era soffocante nella sua cappa infernale che ci appiccicava tutti e  grandi e piccini, e ci hanno poi raccontato pure i cani, erano e eravamo nervosi e  deliranti.
Oggi potrei dare la colpa al giorno di festa passato da soli, niente nido e niente amici, ma ugualmente si è ripresentato un giorno pieno di no, botte, e anche di mamma birbona.
Per cui diciamo semplicemente terribili due, e con questo ho detto tutto.

giovedì 3 luglio 2014

E stasera pizza!

Il giovedì il giardino Stibbert è chiuso. Così oggi abbiamo ingenuamente ripiegato sul caro e vecchio giardino dell'Orticoltura, che ci ha ospitato da quando i bimbi erano appena nati fino a tutto questo inverno, anche se in modo e luoghi diversi.
Oggi siamo tornati lì, certi che lì avremmo trovato riparo sicuro ma, a parte tanti ricordi e tante emozioni che si sono presentate in vari momenti, come quando ho cercato parcheggio vicino e ho ricordato il sali e scendi del passeggino con i gemelli, la coperta stesa nel prato, le mamme amiche con cui parlare e confrontarsi, la prima altalena, l'inverno a vedere passare i treni. Ma indubbiamente quel giardino è andato benissimo fin quando lo abbiamo frequentato ma per questo momento non è più adatto. Uuuu che fatica oggi! I bambini ci hanno frastornato, chi voleva fare una cosa chi un'altra, chi andava di qui, chi si metteva nei guai di là, tanto che non ci siamo potute riposare un attimo.
Per fortuna poi, e per fortuna tanta, avevamo deciso di rimanere per mangiare una pizza, ovviamente noi con Martino e Valeria e in più si è aggiunto un Gangster in prevedibile ritardo.
Tutti insieme siamo abbiamo preso un tavolo grande, il ristorante aveva per l'appunto tre seggioloni e abbiamo ordinato pizza per tutti. I bimbi sono stati bravissimi (soprattutto quando è finalmente arrivata la pizza), hanno mangiato con voglia, da soli, e con concentrazione. La serata è passata piacevolmente fra chiacchiere e bocche sporche di pomodoro, boccucce vogliose di quella novità e bimbi piccoli che si sono dimostrati grandi nell'affrontare una situazione nuova. Sembravamo una grande famiglia. E più che sembravamo, ormai lo siamo, una grande famiglia.
Che fortuna avervi incontrato SuperVale e SuperMartins! E che bella serata indimenticabile questa: una delle pizzate più tenere e divertenti della mia vita. E che grandi ormai che si sono fatti questi nostri tre bambini.

mercoledì 2 luglio 2014

Due e mezzo

Due anni e mezzo
C’è stato un cambiamento di ruoli, ultimamente. Da dominante lui a subente lei, come era diventato nell'ultimo anno, adesso la piccola si è svegliata o meglio, è tornata in sé, visto che è nata sveglia e lo è stata sveglia più di lui per tutto il periodo in pancia. 
Adesso lei, che non usa la forza fisica per sopraffare il fratello, come invece ha fatto fino ad adesso lui, usa l’ingegno e, da brava femmina, lo aizza senza spostare un dito. Solo con dei comandi verbali, dei quali solo loro conoscono il codice e il senso, lo istiga all’azione, non lo fa stare tranquillo e lo obbliga, quasi, a mettersi nei guai. Ovviamente lui, da maschio, ci casca alla perfezione e, altrettanto ovviamente, passa da birbone mettendosi nei guai.
Lei adesso non lo cerca più col bisogno del leader e della sua approvazione anzi, spesso lo rifiuta, gli rifiuta la mano e anche gli abbracci. Lui invece adesso è più dolce con lei e molto meno aggressivo. Mentre lei, quando vuole qualcosa parte all’attacco e… morde. Da dei morsi secchi che danno il capogiro, ne so qualcosa perchè giorni fa mi ha infilzato con solo i due incisivi e mi ha fatto vedere le stelle.
E' anche migliorata molto nel parlare. Prima borbottava lunghi discorsi incomprensibili a noi umani (l’unico che la capiva era il fratello) mentre adesso scandisce le parole e si riesce a capire quel che dice. Lui parla sempre tanto, così tanto che è fin troppo ripetitivo e petulante. Di qualsiasi cosa vuole saper il nome, lo ripete e vuole la conferma e via di nuovo da capo, in un incessante litania (specie quella sui treni, suoi oggetti misteriosamente preferiti). Il Gangster dice che è la mia maledizione:  ho spesso rimproverato a mio marito di non parlarmi abbastanza e così il Cielo mi ha ascoltato e mi ha mandato un figlio che non sta zitto un attimo, facendomi rimpiangere i miei momenti di silenzio.
Che sono cresciuti si vedi perché se ne stanno da soli a giocare, non richiedono più la mia presenza e anzi, mi mandano via, vogliosi di fare da soli e per conto loro. L’unico momento in cui invece mi cercano con entusiasmo è quando mi vedono indaffarata nelle faccende domestiche, atti per loro affascinantissimi, e allora mi circondano chiedendomi se possono aituarmi. Così adesso ho sempre fra i piedi due apette laboriose che mi aiutano a levare i vestiti dalla lavatrice, li prendono accuratamente uno per uno e li sbattono scuotendoli, forse perché lo hanno visto fare a me, e me li passano per stenderli. Lo stesso fanno con i vestiti asciutti, che aspettano che io passi loro dallo stendino (anche se a volte li prendono in un lampo da soli, con il rischio che crolli tutto) e anche quelli li sbattono forte e dicono perbene, mentre li accomodano sulla poltrona in attesa che vengano stirati. Anche adorano aiutarmi a cucinare passandomi gli ingredienti (parole grosse queste, sinceramente mi aiutano solo  nel passarmi i tortellini che io butto nell'acqua che bolle) oppure adorano mettere a posto le cose, aspettando che io dica loro dove devono essere portate, indicazioni che tutte le volte  li fa rimanere sempre un attimo perplessi,  si bloccano pensandoci poi ripetono il luogo che io ho indicato loro e infine, colti da improvvisa illuminazione, partono spediti.

Speriamo che duri.