venerdì 11 luglio 2014

Ieri, oggi, domani

Ieri:
se un giorno di tanti anni fa, magari all’aeroporto di Fiumicino, in procinto di partire per l’Oriente, o anche nel momento di tornare dall’Oriente, avessero chiesto di me: che diventerà, quella lì, fra qualche anno? Mamma di gemelli oppure astronauta? Credo che l’aeroporto intero,  tutti tutti, anche le hostess Alitalia e i noleggiatori Herz, avrebbero scelto per me l'opzione astronauta.
Invece ieri, che il tempo si faceva minaccioso, il Giardino dello Stibbert era chiuso per riposo settimanale, ho preso i gemelli all’uscita del nido e sono andata a far tagliare a zero i capelli a Emino e poi via, alla Stazione Statuto (che credo non esista neanche nei piani ferroviari, da come è piccola) dove avevamo appuntamento con Martino e Valeria, e tutti insieme siamo stati ad aspettare che passasse Frecciarossa, Regionale Veloce, anche Italo (o meglio Litalo, come lo chiama Ema) sperando addirittura che qualche macchinista dal cuore tenero, vedendoci lì con i bambini, suonasse al suo passaggio, e esultando addirittura nel passaggio insperato di un treno merci. E mentre ero lì su quella panchina, in quella stazioncina che non esiste, ho mentalemtne ringraziato tutti quelli che in quel giorno immaginario, dovendo prognosticare il mio futuro, fra mamma di gemelli o astronauta, avevano scelto astronauta. Grazie per la fiducia cari, sì lo so, era molto più verosimile allora che diventassi astronauta piuttosto che mamma di gemelli, ma mi dispiace, il binario è cambiato e mi ha portato proprio lì, davanti a quei binari morti a sperare che qualche treno passasse.
Perché non sempre le previsioni si auto adempiano.
Oggi: 
il nido è finito, gli amici che ci hanno accompagnato in questi due anni non ci accompagneranno più e nemmeno le educatrici, nostri punti di riferimento, saranno più i nostri punti di riferimento. Ho pianto quando ho salutato Gianna, abbracciandola nell'abbraccio che dava ad i miei  bimbi e l'ho ringraziata dicendole che se li ho mandati tranquilli in questi due anni è perché sapevo che c'era lei. E non ho avuto il coraggio di correggere ancora Emino che salutava tutti dicendo Ciao, a lunedì. Un po’ ci ho provato a dirgli no, oggi il nido finisce per sempre e lunedì ce ne andiamo a Quercianella. Lui mi ha ascoltato, ha memorizzato a modo suo e ha continuato a dire Lunedì a Quercianella, ciao a tutti a lunedì. E allora …… addio lo dico io, e grazie tanto. Mi raccontava Gianna che sembrava che i piccoli lo capissero durante il giorno, che oggi finiva, perché l'hanno abbracciata tanto tanto e lei si è presa del tempo per salutarli. Mamma mia, come passa il tempo e come cambiano le cose. In più oggi abbiamo anche salutato i nostri compagni d'avventura Valerio e Martino: se non ci vengono a trovare al mare staremo lontani per due mesi. Entrambe noi mamme avevamo il cuore stretto, sembrava che fosse un addio lungo per un viaggio lontano, ma in effetti è come salutare una parte di questa famigliona che siamo diventati. E anche Martino sembrava che lo capisse, che si stava preparando una separazione, perché oggi come mai mi è stato vicino e mi ha abbracciato e anche baciato. A presto cari, vi aspettiamo

Domani: 
armi e bagagli, i gemelli mi porteranno al mare per due mesi. Dove passerò il mio tempo a vedermeli crescere, a combatterci, a sedimentare in  loro che questa mamma c’è, e che è veramente una ricchezza che ci sia e che sia così tanto a disposizione, ma che sarà bello anche quando arriverà il momento che a Fiumicino vadano loro, per partire per l’Oriente estremo, vicino oppure per la Sicilia, non importa. Che io tanto ci sono, e loro potranno sempre trovarmi, ma che non importa star tutti così appiccicati  per tanto tempo come invece è improtante farlo adesso. Perché una base sicura è ora fondamentale per costruire le partenze sicure di domani.
Incrociamo le dita e via, si gira pagina e una nuova avventura ci aspetta.

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