Si inseguono le feste ebraiche,
noi le festeggiamo rimanendo al mare, anche se quest’anno il freddo è arrivato
presto e non ci permette più tanto di goderci la spiaggia. Così abbiamo passato
un po’ di tempo nella casa di Quercianella, noi tre soli perché il Gangster
lavorava. L’aria frizzantina, unita al tempo libero, ci ha regalato un nuovo
rito, quello del “facciamo il cimena” che vorrebbe dire guardiamo la
televisione, la sera, con le luci spente, proprio come succede al cinema, che
loro ancora chiamano cimena. Visto che l’ora diventa tarda, rispetto ai nostri
standard di buonanotte, perché aspettiamo la prima pubblicità del film cartone
per andare a letto, e cioè stiamo svegli fino alle 21.30, cerchiamo di
resistere al sonno e alla stanchezza, e anche a quel buio in casa che concilia
la nanna, stando sdraiati sul divano. Io e Marghe sdraiate dalla stessa parte,
lei davanti ed io dietro, che l’abbraccio tutta. Felici entrambe di questa
nostra nuova intimità, lei che mi chiede se vedo, lei che ogni tanto si gira
per dirmi mamma sai che sei bellissima,
per la felicità di “dormire insieme” come dice lei.
Anche te sei bellissima, rispondo io, mentre mi godo quel calduccio
del suo corpo steso davanti a me, vicine vicine come poche volte abbiamo tempo
di fare.
Ema intanto saltella seduto
accanto a noi, prova a sdraiarsi sopra di me, ma l’equilibrio è instabile, poi
lui soffre il caldo e tutto quel calore lo avvampa e così sta un po’ seduto, un
po’ in piedi davanti a noi (ovviamente per dare noia…) un po’ anche lui mi
prende il viso per baciarmi, per dire, anche lui, ma senza parole, di quanto
sia bello stare lì tutti insieme.