venerdì 30 maggio 2014

Due e cinque


Confabulate molto fra di voi e io non sono più il centro della vostra attenzione. Preferite star da soli e, soprattutto, far da soli. Chiamate gabbia i vostri lettini a cancelli, come in effetti vi sentite in gabbia a stare là dentro, ormai pronti ad esplorare il mondo da soli.
C’è stato un momento in particolare in cui ho capito che ormai vi eravate fatti proprio grandi, che è stato quando, tornati a casa, io sono andata in cucina a preparare la cena mentre voi siete scappati in salotto, dove non vi ho più sentito. Insospettita, mi affaccio e vi vedo tranquilli seduti sul divano, a giocare con la trottola, pronti ad aspettare il proprio turno per passarvela fra di voi. Lì ho capito che ormai i moti di indipendenza vi hanno portato ad organizzarvi come meglio credete.
Come quando vi ascolto in camerina vostra, che vi siete appena svegliati oppure quando è il momento di dormire, che cantate da soli le vostre canzonicine o le canzoni che io canto e le ripetete tutte benissimo, con tanto di parole, strofe, ritornelli, come due cantanti affermati. Capisco così che memorizzate tutto, e quello stare sempre attenti fa parte di questa vostra grande voglia di imparare.
Adesso dite sempre più spesso no, perché adesso non volete veramente fare quella cosa, e non più per capriccio ma per volontà ed è sempre più difficile convincervi. Adesso sempre più vi allontanate per esplorare, dite mamma via e vi cercate fra di voi per farvi compagnia e combinare i vostri guai.

Io, ora, quando mi chiedono di voi, dico che siete diventati grandi e anche birboni, ma non sono difetti, sono due complimenti.

domenica 25 maggio 2014

Diario della settimana (dal 19 al 25 maggio)

Lunedì 19 - Dopo il nido ce ne andiamo allo Stibbert, con ognuno un sacchetto di pane per darlo alle paperine. Osservazione accurata degli animali, paperine bianche, germani grandi e piccoli, c'è pure un airone cenerino e i piccioni da scacciare. Oggi, in più giocavano ai falegnami, grattando con un sasso una panchina di legno. Se ne inventano di tutte, quelle piccole tre api laboriose.
Martedì 20 - La mattina compro una borsetta per Emino, per mettere il pane per portare poi alle paperine. La commessa mi chiede se lui si renderà conto che quella è una borsetta da donna, io rispondo per fortuna no e difatti, al momento di andare ai giardini, per Mina c'è pronta la borsa della Peppa che le aveva comprato il Gangster la settimana scorsa, mentre per Emino c'è la nuova borsetta nera e rossa, entrambe piene di pane, che rendono felici i due. Con le borsetta a tracolla passano il pomeriggio caldo, con Mina che è stranamente tutta rossa in viso benché questa mattina abbia dato ad entrambi protezione 50 in volto. Che sia solo il sole?
Mercoledì 21 - La mattina faccio indossare le maglietta a mezze maniche ai bimbi, visto che è prevista per oggi un'onda di calore. Non l'avessi mai fatto: entrambi piangono disperati per quelle braccia scoperte e tentano insistentemente di tirarsi giù quelle maniche corte. Risultato: mi tocca portarli al nido con la felpa. Quando però arriviamo ovviamente gliele levo quelle felpe calde, Emino accetta le mezze maniche ma Mina no, che urla disperata neanche fosse nuda in mezzo a tutti i bimbi vestiti. Sono costretta a lasciarla in lacrime. Poi vado con il mio babbo e il Gangster alla pubblicazione/lettura del testamento della zia: che grande amarezza i risvolti presi, credo che nessuno dovrebbe mai fare testamento, perché quando muore quel che rimane se lo devono dividere i vivi, a seconda delle loro esigenze, emozioni e bisogni, e non sottostare ai voleri altrui, anche se quell'altrui è il proprietario dei beni, che però non si porta dietro. Oggi siamo senza Martino e Valeria, fa un gran caldo ma decido lo stesso di andare allo Stibbert: borsette piene di pane, per fortuna condividiamo la panchina con altre gemelle, una delle quali ha problemi fisici dalla nascita, per questo mi passa ogni tristezza e penso che la vita va bene così come ce l'ho, guai a lamentarmi.
Giovedì 22 - Questa mattina accompagno il Gangster a farsi l'operazione agli occhi per levarsi la miopia e quindi gli occhiali. Fatto e fatto bene. Rientriamo a casa dopo pranzo e lui si accascia spossato a dormire per tre ore, mentre io sento i bimbi che rientrano perché oggi andavano le mie sorelle a prenderli al nido, visto che noi non sapevamo come poteva evolversi l'operazione. Sto un po' da sola in casa ma ormai non mi riesce più, stare senza far niente e stare senza loro, così finisco per scendere anche io nel giardino di mia sorella per veder i bimbi.
Venerdì 23 - Inizia a piovere dopo pranzo, così decidiamo, con Valeria, di ritrovarci a casa nostra, per passare insieme quell'ora e mezzo dopo il nido. Ovviamente poi, quando siamo in casa, esce il sole, ma intanto i tre danno fondo a tutti i giochi e il tempo passa in compagnia.
Sabato 24 - Ultima lezione di musica in culla. Gran finale, con una lezione diversa, in cui i genitori erano parte attiva e si confrontavano con i bimbi. Bella bella, come tutto il corso. Gli insegnanti hanno fatto i complimenti anche al bel gruppo che si è formato, chiedendoci di proseguire l'anno prossimo per fare un corso ponte fra i piccoli e i grandi. Vedremo. Per ora ciao ciao, è stato proprio bello e ci siamo lasciati con un po' di bel magone. Nel pomeriggio ce ne andiamo nel campo di Maria, dove annusiamo l'erba tagliata e aiutiamo anche un po' Maria a tagliarla, ce la tiriamo in testa, mangiamo le ciliegie dall'albero, buttiamo i fichi secchi via, facciamo fischiare l'erba, sentiamo le campane e il verso degli uccellini: insomma un pomeriggio bucolico e, soprattutto incantato.
Domenica 25 - Giornatona oggi, ricca di nuove esperienze. La mattina ce ne andiamo a fare colazione al nuovo locale aperto alla Cascine, il Fosso Bandito, dove c'è pure un'area giochi per bimbi con uno scivolo che imita un po' le prove da pompiere, con tanto di discesa dal palo e due buffi imbuti distanti nei quali parliamo e ci sentiamo, con i quali ho giocato con stupore con i bimbi. Poi, visto che la mattina era lunga e da lì davanti passa la tranvia, ideona: tutti sopra per farci un giro in "treno" come la chiamano loro. Stupore e meraviglia, l'arreggersi al palo, le tante persone diverse, il poter star poi seduti, il lungo viaggio con prima tappa alla Stazione Centrale dei treni, dove siamo andati a vedere partire qualche Frecciarossa, e poi via, di nuovo in tranvia fino al capolinea e poi ritorno! A pranzo poi eravamo invitati da mia zia Lucia, nella sua bella terrazza all'ultimo piano. I bimbi si sono comportati bene a pranzo, ma poi hanno iniziato ad accusare la stanchezza della mattina e del caldo e siamo riusciti a stare in terrazza fino alle 5, quando poi siamo dovuti fuggire perché i gemelli erano troppo frastornati e birboni. Ovviamente in auto si sono addormentati subito russando. Però non volevo che dormissero già da quell'ora pomeridiana, così siamo andati addirittura ad un rinfresco di una Comunione di un figlio di una amica di mia sorella. Siamo stati giusto il tempo di far fuori tutto il vassoio delle pizzette, i gemelli sembravano risorti da quanto erano di nuovo vispi, ma una volta a casa sono poi crollati subito a letto alle 19,30.

domenica 18 maggio 2014

Diario della settimana (dal 12 al 18 maggio)

Lunedì 12 - Dopo il nido ce ne andiamo al nostro angolo di pace del giardino Stibbert. Commentiamo  con Valeria un po' la festa di ieri e, con i bimbi, spaziamo dal dare da mangiare alle paperine a fare le capriole nel prato. Prato dove c'è il tavolo dove ieri era allestito il buffet. Ovviamente tutti e tre hanno chiesto la schiacciata, memori di tanta abbondanza ieri. Ma oggi no. Addirittura oggi pare che Emino abbia accettato la nuova regola che il ciuccio non si tiene ai giardini ma solo in auto e per la nanna. Speriamo.
Martedì 13 - Oggi escono prima i bimbi dal nido, alle 15. Andiamo diretti al giardino dello Stibbert dove siamo i primi. Approfitto che ancora ci vorrà un bel po' di tempo prima che arrivino Martino e Valeria per andare ad esplorare un po' quel parco. Mi porto dietro i gemelli fiduciosi i quali, mano nella mano, si fanno guidare e guidano curiosi, dicendo di qua e di là, come a voler dire conosco la strada (anche se è la prima volta che tutti noi passiamo da quelle parti). Annusiamo le piante, guardiamo i merli e i piccioni e saliamo e scendiamo le varie collinette con una curiosità e voglia di vedere che mi commuovono: così vi volevo bimbi miei, due piccoli esploratori curiosi. Io, con quelle vostre manine fiduciose nelle mie, andrei fino in capo al mondo. Facciamo merenda al tavolino e vediamo passare dei piccoli anatroccoli baldanzosi. I gemelli vorrebbero accarezzarli ma la mamma papera è  severa e li richiama subito. Però che bello vederli! Dopo poco che arrivano i nostri amici si alza un vento freddo che ci fa tremare e siamo costretti, dopo poco, ad andarcene via. Come arrivo sotto casa, scaricata Mina dall'auto, faccio scendere Emino e, in un attimo di distrazione, gli chiudo la mano dentro allo sportello. Io urlo più di lui, sicura, con quella botta, di avergli troncato le dita. Quando gli guardo la mano vedo che le dita sono ancora attaccate, che le piega anche se ha una riga di pressione dove è stato schiacciato. Non capendo più nulla salgo in casa, gli metto il ghiaccio e ringrazio il cielo che non è successo niente. Ho solo perso altri dieci anni di vita. La sera cinema con LGP, vediamo Locke e, soprattutto (ci voleva) chiacchieriamo e scherziamo.
Mercoledì 14 - Oggi rimango tutto il giorno al lavoro, e i bimbi stanno con le mie sorelle. Quando vado a prenderli nel giardino di mia sorella, li trovo, al solito, ribelli e capricciosi, come imparano subito a fare quando hanno troppe persone intorno che li viziano. Ci vuole un po' a ristabilire l'ordine quando riesco a portarli a casa (ovviamente non volevano venire, visto che lì stavano proprio bene), ma concludiamo la serata dicendoci a turno ti voglio tanto bene e io penso a quanto sono fortunata ad avere tempo libero per stare con loro, immaginandomi il delirio nell'affidar la loro educazione ad altri.
Giovedì 15 - Si svegliano alle 6,20  e non se ne parla di dormire più. Alle 7,35 eravamo già al nido, alle 8,30 avevo già fatto la spesa. Ma non è questo l'evento memorabile di oggi, perché ai giardini del Ventaglio è successo l'impensabile. Parte come un normale fine pomeriggio ai giardini, studiamo le nuove piante e le foglie di bambù che scrocchiano, poi i bimbi iniziano nella loro pellegrinazione e, nel loro vagare, li perdo un attimo di vista, ma solo un attimo. Vengo richiamata da Mina che mi chiede dove sia una sua scarpa. La guardo e scopro che ne ha una sola, quando le chiedo dove sia l'altra, mi indica un tombino fatto a pozzo, dove dentro non si vede altro che un gran buio da quanto è profondo. Quindi capisco subito che non c'è niente da fare: l'ha buttata là dentro e quindi fine, non ci resta che andar a comprare un paio di scarpe nuove. La piccola è un po' mortificata, tenta con un legnetto di ripescare la scarpa ma quando sente dire scarpe nuove scatta in piedi tutta felice. Con una scarpa e un calzino nel piede senza scarpa, ce ne andiamo in direzione del negozio di scarpe per bimbi. Compriamo un bel paio di scarpe a gabbietta d'argento e il problema è così risolto. in più oggi cambio di pigiama, metto loro quello più leggero che è nuovo e i bimbi sono felicissimi di vedersi lui vestito da Tigro, completamente tigrato e lei con il pigiama tutto bianco con Tigro davanti. Sono emozionati come mai, urlano bello e si fanno i complimenti a vicenda, volgono anche andare a vedersi allo specchio e mi si commuove il cuore a vedere quanto apprezzano le cose, piccole e grandi e quanto entusiasmo e felicità usino per accogliere tutto. La sera c'è poi l'incontro per il testamento della zia morta da poco: una gran brutta sorpresa. Che va ad unirsi  alle voci di un possibile, terribile, già conosciuto, nuovo direttore che arriverà presto al lavoro: ecco così un'altra notte insonne.
Venerdì 16 - Trovo Mina in un lettino di sangue, questa mattina. A quanto pare le ha sanguinato il naso questa notte e il sangue si è sparso dappertutto. Che brutta paura! Al lavoro saluti da parte del direttore precedente che, nel suo ultimo giorno di lavoro, mi dice che gli è dispiaciuto che non sia riuscito a trasferirmi. Sì, immagino quanto gli sia dispiaciuto! Gli auguro buona fortuna con il tono di voce che vuol dire ne avrai bisogno, dagli accidenti che ti mando e via, si riparte:incrociamo le dita e vediamo quel che succederà. Il pomeriggio ai giardini dello Stibbert con Martino per la prima volta senza pannolino (ossignore non ci posso pensare che a breve dovremo affrontare anche questa!) e anche Antonella con la piccola Greta. Passa anche velocemente LGP che poi accompagnamo a casa perché dobbiamo darle tre scatole di vestiti da piccoli ormai piccoli che suo marito spedirà in Senegal in questi ospedalini sperduti dove body, maglie e pantaloni dei gemelli saranno un toccasana.
Sabato 17 - La mattina musica, dove i gemelli sono indisciplinati e mi fanno penare. A loro discapito va detto che oggi c'era, come insegnante, un ragazzo nuovo che non riusciva a catturare l'attenzione, per questo ho capito che fortuna che abbiamo avuto ad incontrare quel corso e quelle brave insegnanti. Con altri sarebbe stato (e lo è stato) diverso e non così entusiasmante. Oggi dormono senza problemi dopo pranzo e, quando ci svegliamo, andiamo (Gangster compreso e, ovviamente là troviamo anche Martino e Valeria) alla Caserma dei Vigili del Fuoco per  Pompieropoli, festa dei Pompieri che invitano oggi i bimbi a provare dei percorsi che imitano le loro azioni. Molti di questi sono per bimbi grandi ma alla fine arriviamo ad uno indicato per i più piccoli. Mentre facciamo la fila mi chiedo se i gemelli accetteranno di affidarsi a degli sconosciuti, anche se Pompieri, per fare quel percorso da soli. Confesso che sono stata quasi sicura che, non appena mi avrebbero lasciata, piangeranno disperati. Invece parte Martino per primo, i gemelli indossano le loro pettorine da baby pompieri e partono fiduciosi dopo l'amico. Prima Mina, che scala una piccola parete attrezzata e poi scende dall'altra parte degli scaloni, è tutta seria e concentrata, come fa sempre lei, e non batte un ciglio nel farlo, poi parte Emino che fa lo stesso e non si perde d'animo, anche se è difficile ma si affida ai Pompieri che lo aiutano. Dopo devono passare da un ponticello in equilibrio e poi entrare in un grande tubo lungo, a carponi e, fuori da quello, andare a spengere un incendio con una mini pompa d'acqua. Non hanno perso un colpo e io mi sono emozionata, nel vederli fare e fare bene, nel vederli così concentrati e disciplinati che mi sono tanto emozionata. Ovviamente poi li aspettava il loro bel diploma che incorniceremo e attaccheremo in cameretta del mare. Braviiiii. Dopo quella grande emozione, partiamo per il mare, dove ci aspetta ormai un classico: cena con pizza e torta di ceci e poi a casetta per pigiama, nanna loro, Guenda che viene a fare la baby sitter e noi che ce ne andiamo al cinema a vedere la Principessa Grace. 
Domenica 18 - Emino si sveglia alle 6,20, svegliando anche la sorella e, benché il Gangter provi la mossa portiamoli nel lettone per vedere se si addormentano, l'operazione è nettamente fallita, così non ci rimane che alzarci tutti e preparaci. Credo che saremo usciti di casa verso le 8,20, e arrivati dalla nonna del mare prestissimo. Stiamo un po' sotto casa con il monopattino e poi ce ne andiamo pure un po' a fare una gratina sul mare, sempre con il monopattino, dove Mina è bravissima ad andare mentre Emino ci va per due spinte e poi corre dietro alla sorella trascinando il monopattino. Pranziamo presto così io poi ho la possibilità di andare al mare lasciando tutti a casa, mi prendo un lettino e dormo al sole. Torno dopo un paio di ore per stare con i gemelli al compleanno di una bimba vicina di casa, che lo festeggia all'aperto. Emino è innamorato di quelle bimbe di 6/7 anni che un po' se lo coccolano e un po' lo ingnorano (come deve abituarsi che fanno le donne) e mi chiede, timido, di andare insieme dalle bimbe quando loro fanno gruppo grande in lontananza e lui si sente escluso. E che non farebbe una mamma per suo figlio... così mi invento un gioco e faccio giocare le bimbe grandi con il piccolo, vedendolo felice come mai, contornato da tutte quelle fanciulle. Mina invece si dedica, in quel momento di distrazione, alla prova di tutte le bici di quelle bimbe grandi, che mentre  le proprietarie giocano con noi, restano abbandonate e lei ci si tuffa su ognuna. Ad ognuno le sue passioni!

venerdì 16 maggio 2014

Grazie

Grazie
Per l’entusiasmo che ci mettete nel fare tutto.
Ieri vi siete svegliati così presto che era inutile correre, così vi ho lasciati liberi di farvi gli scherzi e fare il pizzicorino l’uno all’altra, in un alternanza di pripiri e risa che mi ha fatto subito ridere e, come amate fare voi, quando rido io, ridete di più e più forte.
Poi, ai giardini, Margherita ha buttato una sua scarpa in un tombino, un po’ per gioco e un po’ per distrazione, e si è  disperata quando ha capito che non l’avrebbe più riavuta in dietro, da quel tombino, neanche se tentava di ripescarla con un legnetto. Piccolo fiorellino mio bianco, non ti preoccupare, la mamma ti risolve il problema. Così l’ho tranquillizzata dicendo che non si doveva angustiare perchè saremmo andate subito a comprare un paio di scarpe nuove. Subito mi si è affidata con quella sua manina nella mia mano e, con in un piede una scarpa e nell’altro solo il calzino, ha camminato fino alla macchina, senza lamentarsi. Ha gioito felice poi di quel suo paio di scarpe nuove tutte d’argento, raccontandolo come fa lei, con quel suo discorso lungo pieno di borbottamenti incomprensibili che finiva sempre con scarpe nuove d’argento. E quando se le è levate a casa, ha voluto chiudere il laccetto a modo suo (ancora non ci riesce con la fermatura a fibbia) chiudendolo senza infilare il perno, ma chiudendolo, come a dire deve stare tutto a posto, in queste scarpe nuove.
In più ieri sera abbiamo cambiato i pigiami: via quelli pesanti, ecco che arrivano quelli più leggeri nuovi. Inizia Emino indossando una tuta tigrata di Tigro, effetto tigre totale e già quando gli infilavo le gambe ecco che entrambi uralvano belloooo, vedendo quei colori inusuali che si contendevano nell’indovinare fra il giallo, arancio e rilanciando pure con un “a righe”. Emino, indossato per intero quel pigiama tigrato, si  è mostrato in piedi in tutto il suo splendore vergognandosi un po’ come fa sempre lui di tanti complimenti e quando l’ho portato a vedersi allo specchio, ugualmente emozionato, si copriva la faccia in quel suo moto di pudore.
Poi l’ho messo a lei, il suo pigiama è tutto bianco con Tigro sulla pancia. Tutta vestita di bianco sembra una piccola principessa, si carezzava Tigro urlando belloooooo con quel suo vocione profondo e io mi beavo di quegli entusiasmi, di quelle dimostrazioni di felicità assoluta che solo due piccole bombe di energia positiva, come sono loro, riescono a fare.
Grazie, per la felicità con cui affrontate tutto, per il bello che trovate in ogni cosa e per la voglia che avete di fare e provare, di scoprire e esplorare, come due piccole api sempre laboriose, indaffarate ad imparare la vita, ma sempre con un sorriso in bocca e un esplosione di bello nel cuore.

Così vi volevo, grazie.

mercoledì 14 maggio 2014

Ohibò

Ohibò, canti con il tuo babbo.
Ohibò mi dico io adesso, guardandoti stupita.
Hai iniziato ad essere ragionevole da domenica mattina, quando hai lasciato salire tua sorella sul posto davanti del passeggino, dicendo “aspetta davanti, io dopo” che mi ha fatto capire che capivi il senso della turnazione e dell’aspettare.
Mi hai fatto stupire quando, davanti al laghetto dello Stibbert, dopo che il giorno prima avevi lanciato il tuo ciuccio dentro, mi hai chiesto “un pochino, un pochino solo il ciuccio, mamma” e io ti ho detto no, il ciuccio ai giardini non si tiene più, solo in auto e per la nanna. E tu hai un po’ pianto ma poi ti sei fatto serio e hai detto “aspetta ciuccio, a dopo”.
Perché alle cose adesso parli, soprattutto le inviti ad aspettare quando non le puoi avere.
Adesso chiedi anche scusa. Prima picchi, sempre, che il non picchiare ancora non ti è entrato in testa, però lo abbini, subito dopo, ad un cambio di voce e ad un “scusa” dolce e remissivo che scalda il cuore e che ti fa perdonare tutto.
Ancora sei serio e responsabile, paladino dell’ordine e della disciplina. Un po’ mi dispiace di questo, perché già dobbiamo sopportare i deliri di ordine del Gangster, che se ti ci metti anche te… però, d’altra parte, vivere con una mamma disordinata come la tua, e una sorella che sicuramente, almeno per ora, sul fronte ordine promette proprio male… ecco che ti devi ancorare al rispetto dell’ordine per stare tranquillo. Allinei le tue scarpe quando te le togli e torni indietro a verificare che tua sorella abbia fatto altrettanto. E visto che lei proprio altrettanto non fa mai, ti concentri e ti impegni per proseguire l’allineamento scarpe mamma, scarpe Mele, scarpe Petita, e guai se escono dalla riga. Questa mattina poi sei venuto da noi inorridito perché avevi trovato per terra un pelo e sei corso a buttarlo via subito, facendo ridere tutti.
Anche quando vedi tua sorella disobbedire proprio non vuoi e non riesci a capire perché lo faccia. Le urli Marghe no, come un fratello maggiore, e lei, buffa, si adegua all’ordine oppure continua a disobbedirti, proprio come si fa ad un fratello maggiore.

Anche però hai sempre il sorriso pronto, l’entusiasmo di fare le cose che conosci e la tenacia di imparare a fare quello che non riesci. Adesso piangi molto meno e ridi tantisismo, adesso non ti devo più chiamare per chiederti un abbraccio forte forte, ma ti vedo che mi cerchi per darmelo, stringendomi come se mi volessi stritolare e quando hai finito mi guardi negli occhi innamorato, pensando quello che sicuramente anche io penso di te: sei il più bello del mondo.

domenica 11 maggio 2014

Festa della mia mamma

Avrei voluto scriverti a lungo, raccontare di te e della mamma che sei stata. Ma poi oggi sono stata a pranzo da te e dal babbo e mentre aspettavamo che il babbo finisse di cuocere le bistecche, mi sono seduta accanto a te e ho appoggiato la mia testa sulla tua spalla. Come usavo fare sempre e come invece ho smesso di fare. Tu hai fatto come facevi sempre, ti sei messa a parlare di varie cose, delle tue cose semplici, anche se adesso usi parole che non esistono e frasi senza senso, ma io, anche se non capivo cosa dicevi, sapevo che mi stavi trattando come quando stavi bene e la tua demenza senile era lontanissima. Mi raccontavi con calma e lasciavi che io mi riposassi su di te. Ti ho annusata e ti ho anche ascoltata, confesso che mi mancava capire i tuoi racconti e le tue carezze, ma ancora non ti ho persa e quel che rimane di te, quel tuo odore della mia mamma, ancora c'è e io voglio godermelo fino in fondo.
Grazie mamma, ti voglio tanto bene.

Diario della settimana (dal 5 all'11 maggio)

Lunedì 5 - Cuocente delusione al lavoro: chiedo un appuntamento con il capo per parlare del mio trasferimento, che sembrava di nuovo certo, e invece lui è sparito per quasi fine incarico. Se ne riparlerà con il nuovo capo che arriverà, e quindi di nuovo colloqui, di nuovo blablabla, di nuovo tanta perdita di tempo. Che tristezza! In più oggi, finito il lavoro, di corsa al funerale della zia Rina, che per fortuna era già chiusa nella bara e che quindi ricorderò solo da viva. E anche l'omelia del prete me l'ha fatta ricordare, con quel suo carattere forte e testardo e quel volere donare alla Chiesa la statua di Padre Pio sì, però  con la targhetta con il nome della sua donatrice. E poi un'altra nipote che l'ha vista l'ultimo giorno, mi ha raccontato che l'aveva scambiata per me e che chiedeva dei gemelli. Sarà strano adesso passare da quella strada in centro e non andarla più a trovare. Per fortuna che ci sono i bimbi che mandano la vita avanti. Oggi grande raduno con Martins e Vale che non vedevamo da un po' di giorni, racconti della Scuola di Circo mentre esploravamo di nuovo il giardino dello Stibbert, fresco e comodo con le sue panchine davanti allo stagno con le paperine.
Martedì 6 - Piange Emino quando lo lascio al nido, disperato per il distacco. Io poi frullo fra passeggiata in collina e riordino casa. E da oggi via body, si passa alle canottiere come i bimbi grandi (era l'ora!). Dopo il nido andiamo a fare un'altra lezione prova di Scuola di Circo, questa volta con i bimbi della scuola materna. Parte subito male perché Emino, non appena vede la stanza affollarsi di genitori che accompagnano i bambini dentro, scappa fuori infuriato e deciso a non entrare. Quando lo prendo in braccio con la forza, mi dà addirittura un pugno, come non ha mai fatto. Così accettano entrambi di stare dentro ma lontani dai bimbi e vicini a me. Piano piano, incuriositi, riesco ad avvicinarmi e ad entrare nel cerchio del gruppo e, alla fine, fanno pure qualche esercizio tipo far girare un cappello su di un'asticella. Ci provano a modo loro, ma la lezione è per bimbi grandi, loro non riesco a fare niente di tutto quello che fanno gli altri e così via, per ora quel corso non fa per noi. La sera poi, mai successo, Emino sta sveglio fino alle 22,30. Inizia con il non voler dormire, continua con il tirare il ciuccio contro la porta quando spengo la luce e continua con il piangere ostinatamente tanto che, quando arriva il Gangster, non gli pare il vero di andare "a salvare" il suo bimbo e portarlo sul divano con noi. Ovviamente da lì non vuole più tornare al letto, tanto che vado prima io di lui e lascio soli i due uomini di casa.
Mercoledì 7 - Al lavoro ormai è una tristezza infinita, per fortuna che poi mi sveglio quando vado a prendere i bimbi e li porto al giardino dello Stibbert con Valeria e Martino. Paperine, coccinella, rocce da cavalcare e auto rosso bordeaux da trovare per strada, questo è il nuovo colore che abbiamo imparato oggi. La sera si ripete la stessa musica per dormire per Emino, ma questa volta interviene il Gangster all'ora giusta, non lo prende ma lo fa solo addormentare e così l'ordine è ristabilito.
Giovedì 8 - Mi telefonano dal nido per dirmi che oggi Mina è stata morsa da un bambino. Queste continue baruffe hanno raggiunto il limite e così telefono alla coordinatrice pedagogica (che non c'è) per fissare un appuntamento, quando torna, ovviamente. Dopo il nido andiamo all'Orticoltura dove ci incontriamo con Martino e Vale e pure Chiara con Andrea e Giada. Stiamo all'ombra della serra e ci godiamo la compagnia l'una dell'altra, mentre i nostri bimbi giocano. Mina prende subito possesso della bici di Andrea, è di quelle senza pedali e lei stenta a starci in equilibrio, ripetendo continuamente è grande. Però, testarda come è, prova e riprova, alzando la bici pure di peso per farla tornare indietro. Emino invece freme per andare a vedere i treni ma io non ho voglia di accompagnarlo. Poi, annoiato, prende la bici a Mina e, contro ogni aspettativa, ci monta sopra e va, come se ci fosse sempre andato. A volte stupiscono proprio! La sera con il Gangster andiamo a cena fuori, perché è una seratina calda primaverile.
Venerdì 9 - La mattina mi aspetta la maestra al nido, per chiedermi se oltre al problema botte, ci sono altri problemi. Io le dico che già le botte mi sembrano abbastanza, visto che questa mattina abbiamo scoperto un segno di morso sulla coscia di Emino e oggi ha pure un livido sotto un occhio. Poi incontro fuori la mamma del bimbo che picchia arrabbiata perché a me telefonano per dirmi che i bimbi vengono picchiati mentre a lei non dicono niente. Boh, vedremo. Oggi poi i bimbi escono alle 13,30 per un concorso ai nidi. I gemelli non apprezzano la novità e Mina, dopo qualche urlo accetta di dormire, mentre Emino piange disperato e dorme solo 15 minuti. Ce ne andiamo poi allo Stibbert, dove i piccoli, con Martins, esplorano e oggi imparano a scivolare in discesa da seduti, mentre Mina si adagia sul passeggino di Martino e sta lì seduta ad aspettare che il fratello o l'amico la spingano da qualche parte. Poi, sul finire, Emino ha la brillante idea di tirare il suo ciuccio in mezzo al lago. Mi prende un colpo: non posso pensare di passare un fine settimana senza quel suo ciuccio che è più che altro un oggetto feticcio per lui. Così scavalco la ringhiera e tento di recuperarlo, ma è troppo lontano. Per fortuna che c'è ancora il babbo di Martino che si toglie una stringa dalla scarpa e la usa per legare due bastoni e con quelli riesce a "ripescare" il ciuccio con l'elefante. Pericolo scampato!
Sabato 10 - Riprende musica del sabato mattina, finalmente! Forse lo stop di 3 settimane ha fatto bene ai bimbi, o forse è solo che sono cresciuti ma comunque oggi non hanno più fatto i timidi e i vergognosi ma si sono lasciati andare a suonare il tamburo, a cantare a squarciagola e a starmi lontano quando i genitori dovevano ballare al centro della sala e i bimbi dovevano stare fermi su delle bolle ai lati. Bravissimi! Quando siamo tornati a casa ci è venuta a trovare Guendalina con il suo ragazzo. I bimbi ormai non se la ricordano quasi più, quella cara baby sitter del mare, e facevano tutti i vergognosi. Poi, piano piano si sono scaldati mentre noi chiacchieravamo (e nel frattempo Emino è andato dalla nonna a farsi tagliare i capelli dalla parrucchiera che viene a casa della mia mamma). Sarà stato questi cambio di programma, queste emozioni, all'ora del pisolino non ne volevano di nuovo sapere e sono stati un'ora in camera a fare baraonda. Quando poi alla fine sono intervenuta per ristabilire l'ordine, hanno poi dormito ma era già molto tardi, così poco dopo sono dovuta andare a svegliarli, per non sballare tutti gli orari della giornata. Nel pomeriggio siamo andati al maneggio sulla collina di Serpiolle, dove ci sono i cavalli ma anche i maialini, le oche, le carpette, le galline, vari cani. All'inizio dei cavalli dicevano che erano cani grandi, poi si sono convinti che erano cavalli e li hanno pure accarezzati. Anche se quello che affascinava più di tutti Emino erano i canoni mentre Mina non si staccava dal vedere i cavalli "fare la doccia", nel punto dove venivano rinfrescati con l'acqua. Un'altra bella esperienza arricchente.
Domenica 11 - Siamo soli oggi, e la giornata inizia presto. Andiamo a prendere il caffè con il nonno al bar, poi ce ne andiamo ai giardini vicino casa, dove siamo soli per la prima ora e con poca compagnia per la seconda, visto che il tempo è coperto e quasi minaccioso. Però è caldo e ai giardini si va comunque. I bimbi sono bravissimi, giocano nella casetta, scivolano da soli, salgono e scendono dai dondoli a molla. Mi sembra di non averli anche se, per fortuna, ce li ho. E da lontano (nel senso da seduta su di una panchina, dove fino ad ora non sono mai riuscita a stare) li guardo e li vedo meravigliosamente belli e allegri. Con il pisolino del dopo pranzo fanno le solite storie, ma questa volta mi arrabbio, entro in stanza furiosa e li brontolo forte che devono dormire. Si buttano giù silenziosi e non fiatano più. Dopo pranzo andiamo al giardino dello Stibbert perché abbiamo un picnic con le altre mamme amiche per festeggiare questa nostra festa della mamma. Che viene proprio bene. Anche perché a sorpresa arrivano il Gangster e il Frafratello, per il quale i gemelli vanno matti e gli si appiccicano tutto il tempo, e poi via via arrivano tutte le altre mamme e formiamo proprio un bel gruppone. Ovviamente i gemelli, non appena si è aperto il buffett, hanno smesso di giocare e si sono dedicati ad ingollarsi schiacciata, pizzette, popcorn e soprattutto tre succhi di frutta di gusti diversi. A letto senza cena e anche senza fiatare.

martedì 6 maggio 2014

Ciao a te, ometto con le mani in tasca

Ciao Paperino mio topolino,
è tanto che non ti scrivo. Adesso sei diventato il fratello maggiore, quello responsabile dell'ordine e del rispetto delle regole. Adesso tua sorella si affida a te, dopo che ha passato il primo anno della vostra vita ad assalirti e a farti da apripista. Adesso tu hai preso in mano il comando, adesso tu hai il volto del bambino grande e, con le mani in tasca, ti aggiri a cercare come e dove metterti nei guai. 
Tu che ancora non sai scendere da solo gli scalini, e corri in maniera buffa dietro i piccioni, hai quegli occhi neri allegri che ridono prima delle tue risate, che sono contagiose.
Nel mio cuore sei sempre il mio piccolo bambino fragile, anche se adesso le tue mani grandi e forti mi afferrano e mi guidano nella vita. E in fondo adesso io un po' vado dove tu mi porti.
Anche quando piangi e dici Mamma arriva

domenica 4 maggio 2014

Diario della settimana (dal 28 aprile al 4 maggio)

Lunedì 28 - Ormai il cambio delle scarpe è stato deciso e fatto, quindi anche se oggi piove, proseguiamo con i sandali con gli occhi, che poi non sono proprio sandali con gli occhi ma "a gabbietta" praticamente scarpette con degli inserti aperti sui lati. Lui, abitudinario come è, piange perché vuole le sue vecchie scarpe blu (che in realtà erano verdi) e non vuole quelle nuove (che sono blu ma lui non apprezza la finezza), mentre lei è innamorata delle sue scarpe nuove con le bolle (che in realtà sono solo dei pallini colorati). Non appena arrivano però al nido, passa tutto, perché la maestra li mette tutti seduti davanti a sé e legge loro il libro di Spotty, e vedo i miei due piccoli lettori subito incredibilmente catturati da quella lettura. Io pranzo con il Gangster, dopo aver affrontato una mattinata piovosissima che neanche a novembre se ne sono state viste di simili, e ci ritroviamo al secondo piano del Mercato di San Lorenzo, che vorrebbe tanto sembrare Convent Garden ma che è invece un mix di disorganizzazione. Ma noi riusciamo a trovarci la nostra isola felice lo stesso e a goderci il momento. Per la pioggia poi nel pomeriggio rincaso subito, i bimbi stanno un po' con i nonni mentre io preparo loro la pizza che mangiamo insieme a mia sorella. Bocche rosse di pomodoro ma sono felici di questa cenetta in compagnia.
Martedì 29 - Che dire, mattina tranquilla, c'è scappato pure l'acquisto di alcuni costumi per i bimbi a 3 euro, c'è scappato pure il pranzo con il Gangster dove, con il piatto davanti, vedo che mi chiamano dal nido. In un nanosecondo penso a chi dei due può essersi ammalato, che questa mattina erano in formissima, che proprio oggi avrei tante di quelle cose da fare... e mi dicono che Emino è cascato perché  spinto da un altro bimbo mentre correva. Aggiungono che non è niente di grave ma ha battuto il labbro che adesso è gonfio. Con il Gangster ci facciamo un sacco di domande, su come li guardano questi bimbi e se sia il caso o meno di arrabbiarsi, visto che anche ieri Emino aveva un graffio sul naso e che il graffio profondo che una bimba ha fatto a Mina molto tempo fa, ancora è lì sul viso della mia bimba. Quando vado a prenderli, trovo entrambe le maestre ad aspettarmi, probabilmente impaurite, che mi raccontano che Emino, dopo la caduta, è stato coraggioso e si è subito consolato con lo zucchero messo sulla ferita per fermare il sangue (non sapevo di tale sortilegio). Lui non ne vuole parlare, mentre è la sorella che mi racconta tutto.Visto il tempo ancora ballerino, fissiamo alla Sazione vicino casa con Martins e Vale, per passare un'oretta a vedere passare i treni, attività che cattura la totale attenzione di Emino mentre Mina e Martins insomma, proprio non ci vedono tutta questa magia in quell'andirivieni di treni. Si emozionano solo quando qualche macchinista, che vede i bimbi tutti schierati, suona e fa fischiare il treno mentre ci passa davanti.
Mercoledì 30 - La mattina appena arrivati al nido, non faccio in tempo ad aprire la porta della stanza, che loro corrono felici dentro verso la maestra e gli altri bimbi, tanto che non è proprio necessario che io faccia altro e, senza neppure varcare la soglia, vado via. Che sogno vederli sempre così ben disposti! Dopo il nido andiamo da Valeria e Martino, perché  il tempo è ancora incentro e benché Emino sia antipatico e abbia il suo momento no, manifestato da un picchiarmi continuamente, a un certo punto sparisce con Martino nella camerina dell'amico e, quando andiamo a controllare, li ritroviamo che si sono tolti entrambi le scarpe e sono sul letto, a giocare a fare la nanna. Ovviamente lo fa subito anche Mina e i tre si divertono tantissimo in quel gioco, tanto che Martino ad un certo punto dice a me e a Valeria di andare via e quando lei gli chiede chi farà la cena, lui risponde il babbo. E così noi due mamme sogniamo un lontano momento, che prima o poi arriverà, in cui i "tre gemelli" potranno fare il loro primo pigiama party, e magari, perché no, con pure solo un babbo che si occupa di loro.
Giovedì 1 - E' festa oggi e proprio per questo Emino si sveglia alle 6,30 e chiama la sorella per nome e cognome, visto che lei, come me, avrebbe tanta e tanta voglia di dormire ancora e fa finta di non sentirlo. In breve, alle 8 siamo già tutti pronti e vestiti, colazionati pure e non ci resta che perdere un po' di tempo prima di uscire. Passeggino e via, ai giardini vicino casa dove, ovviamente siamo quasi i primi e nella solitudine stiamo benissimo. Soprattutto io che ho una fiacca da sonno, approfitto di quella pace per stare seduta sulla panchina a guardare i bimbi da lontano e, per la fatica, li esorto a fare tutto da soli. Diciamo che questo però li ha stimolati a salire da soli sui giochi a molla, dove ho visto una Mina spericolata a cavallo di una moto, ritta in alto sui pedali, che sembrava un'amazzone del circo quando cavalcano in piedi sulle staffe. Eh sì, scuola di circo sarà assicurata il prossimo anno! Emino pure si arrangiava, alternando le sue buffe corse per scacciare i piccioni alla scalata dei giochini. Dopo pranzo, al momento del pisolino, hanno dormito loro e io pure, 1 e un quarto di filato. Poi, tempo bigio, siamo andati alla Stazione vicino casa a vedere passare i treni, che sono sempre una grande emozione... se dura poco. Difatti dopo un'ora eravamo stufi tutti, così siamo tornati a casa a piedi giocando allo scappa scappa, con Mina davanti che faceva la gazzella e Emino dietro che faceva il ghepardo. Soprannomi che sono poi durati tutta la sera. Diciamo che la sorpresa di quel lungo rientro a piedi è stata che nessuno dei due si è sognato di chiedermi di venire in braccio perché stanco della camminata: che bello, sogno di avere due piccoli camminatori come sono io! E quando li ho messi a letto, confesso che ho pensato che bello che è passata anche questa giornata di festa!
Venerdì 2 - Incredibile ma vero questa mattina lascio tutti e vado dall'osteopata che mi dice che forse tutti questi torcicolli continui possono dipendere dal fatto che non ci vedo e che mi ostino a non mettere gli occhiali. I gemelli e il Gangster passano la mattina da soli con il Frafratello, in una grande armonia, a quanto raccontano. Io invece passo anzi, spreco la maggior parte del tempo in fila al supermercato ma non importa, l'importante è che tutto sia andato bene e tutti siano stati felici. Da ripetere. Dopo pranzo, sotto la pioggia, andiamo a casa di mia sorella Anna dove i bimbi bevono per la prima volta il succo con la cannuccia, cosa che fino ad adesso non avevano ben capito come usare. E sono felicissimi, e io pure, nel vederli sperimentare e riuscire nella loro crescita. Oltre al succo c'era pure la schiacciata, così niente cena, ma doccia e a letto. Che giornata di simil riposo, anche se, va detto, le mamme non si riposano mai, perché il pensiero è sempre in continua attività.
Sabato 3 - Cambio di programmi oggi, causa pioggia battente. Invece che partire per il mare, ce ne andiamo a fare una prova di Scuola di Circo, tutta la famiglia insieme. I gemelli si inseriscono in un gruppo già avviato da tempo, ma questo non sembra turbarli. L'insegnante è brava e pure lei gemella, per questo mi dice che è abituata a guardare, con un occhio speciale, i gemelli. Iniziamo con dei cerchi da fare girare prima in un braccio e poi nell'altro, poi nelle gambe e poi bisogna saltarci dentro, non appena vengono messi tutti in terra schierati. I gemelli fanno tutto diligentemente, e al momento di saltare finiscono il percorso e subito lo rifanno, divertiti. Come quando devono salire su una pedana mobile dove si devono tenere in equilibrio. Arriva poi il momento dell'asse per l'equilibrio: ce n'è una bassa e larga, una bassa e stretta, e una stretta e in salita. I gemelli capiscono subito cosa fare, si affidano e fanno e rifanno tutte le volte che possono tutte quelle prove, con Mina che vuole essere tenuta solo con una mano invece che con entrambe. Mi lasciano stupiti per come sono volenterosi e vogliosi di fare e, soprattutto, bravi. Così, quando finisce la lezione, l'insegnante ci dice che sono pronti anche per fare il corso con i bimbi più grandi, che il gemello dominante è lui, anche se poi mi dice che nel corso della vita si alterneranno. Mi fa i complimenti per come sono due bimbi fiduciosi e propositivi e, quando io le chiedo di organizzare un corso di scuola di circo all'aperto, sicura che io le troverei un gruppo di bambini, lei è stupita e entusiasta di questo nuovo progetto. Incrorciamo le dita e speriamo che sia fattibile. Torniamo a casa ma i bimbi non dormono proprio niente, ma nemmeno 5 minuti anzi, fanno solo una gran confusione in camera tanto che sono poi costretta a toglierli e così prendiamo e partiamo per il mare, e ovviamente, durante il viaggio, crollano di sonno. Ci fermiamo a Livorno dove Mina fa le giostre con il Gangster, vincendo anche una corsa perché riesce a staccare la coda ad un gatto giocattolo che sta in alto, mentre Emino non ne vuol sapere di giostre e così insieme ce ne andiamo a prendere delle moto elettriche a noleggio. Lui inforca una moto Ducati rossa che guida con prudenza e senza sapere bene quel che sta facendo, mentre quando arriva Mina, cavalca subito una moto rosa e, tutta seria e concentrata nella guida, la manda con criterio a destra e a sinistra, gira e evita gli ostacoli, come se fosse sempre abituata a guidare. Sì, lei è proprio una appassionata di due ruote. Poi, come se per oggi le emozioni non bastassero, ce ne andiamo tutti a mangiare la pizza e torta di ceci. I bimbi seduti a tavola con noi tranquilli e curiosi, mangino certi pezzi da paura e, addirittura, bevono la spuma (con l'acqua però). Sono felici e sereni perché, come dice il Gangster, sono da bosco e da riviera. Arriviamo finalmente a Quercianella giusto in tempo per prepararli per la notte, che arriva Guenda e noi possiamo andarcene al cinema. Che giornatona!
Domenica 4 - Dopo poco che siamo svegli, arriva a Quercianella la telefonata del mio babbo per dirmi che è morta mia zia. Un po' ce l'aspettavamo tutti, ma è comunque una notizia che mi segna, perché è una parte della mia vita che se ne va. E anche di quella dei bimbi, ai quali era tanto affezionata e loro pure a lei, felici tutte le volte di salire tutte quelle scale di casa sua per andare a conquistarsi... delle belle fette di pane, che sembrava che da lei fossero speciali, per quanto lo mangiavano felici, quel suo pane. Parlando della zia, facciamo il viaggio fino alla nonna del mare, lasciamo i bimbi lì e io e il Gangster decidiamo di andare all'Elba con lo scooter. Approfittiamo così per andare a vedere la casa venduta e il paese dove l'avevamo e farci un giro nell'Elba tutta in fiore.