domenica 31 marzo 2013

Diario della settimana (dal 25 al 31 marzo)

Lunedì 25 - Capodanno fiorentino, ma non è per questo che oggi siamo tutti a casa. Il motivo sono le bolle sulla bocca che hanno colpito anche Mina, che non è presentabile, e mandarla al nido così mi pare brutto, anche se non è prescritto l'isolamento per la malattia maniboccapiedi. Stiamo a giocare e, come cosa nuova, oggi imparano a mettersi a sedere e alzarsi dal panchettino bianco. E lo fanno così concentrati  che neanche fosse un'abilità da circo! A me, non appena li metto a letto, mi cascano addosso una valanga di dolori e di brividi e mi sento la febbre (che non mi posso permettere) così niente cinema del lunedì, ma tachipirina.
Martedì 26 - Spero tutto il giorno che voi non abbiate la febbre che ho io, perchè non sarei in grado di starvi dietro. Io ho un 38 fisso che non scende neanche con la tachipirina, tanto che la sera, inutile fare la salutista che guarisce da sola, inizio l'antibiotico, spossata. Da segnalare che ho chiesto aiuto a mia sorella Anna per il dopo nido, ma come al solito è peggio che meglio e  ho di nuovo creduto che il Gangster tornasse per le 17,30, come mi aveva assicurato, per aiutarmi con i bimbi perchè io oggi non ce la faccio neanche a tenerli in braccio, invece si è presentato alle 19. Appena è arrivato lui sono andata a letto io.
Mercoedì 27- Emino canta e piagnucola nella notte, con il soccorso biberon però smette e spero sia scongiurata l'influenza che ho io. Anche se ancora un po' febbricitante vado al lavoro lo stesso, perchè è tanto che manco e mi sento in dovere di farmi rivedere, mentre i piccoli sono al nido per l'ultimo giorno prima delle vacanze pasquali. Come tutti i mercoledì, Music Together, oggi ultima lezione, poi riprenderemo qualche settimana dopo Pasqua, e il clima era proprio quella di fine corso, con tutti i bimbi che scappavano di qua e di là ad arrampicarsi per tutto il negozio dove si tiene il corso. Ed è stata una bella lezione, perchè il gruppo è corale, in tutti i sensi. Poi loro a letto con latte e biscotti, io a letto subito dopo cena con antibiotico e tachipirina e anche io latte e biscotti.
Giovedì 28 - Basta, sono malata e devo farci i conti. Così chiamo il dottore per rimanere a casa mentre i bimbi, da oggi a casa per le vacanze pasquali, vanno un po' sulle altalene con la zia Grazia, mentre io mi godo per un'ora la casa vuota che riempio di lavatrici e lavastoviglie (abbandonate per malattia) e il pomeriggio di nuovo tutti sul tappeto dove scoprio che Mina accarezza i capelli di Ema e lui, con l'atteggiamento dell'uomo duro che non deve far vedere che gli piace, sta fermo con aria indifferente a farsi fare le coccole, anche se gli si legge in faccia che pensa beh, non sono male queste smancerie. E mi ha fatto un piacere vedere quella scena!
Venerdì 29 - Ancora malaticcia, con un tempo fuori che non alletta affatto, stiamo in casa tutto il giorno. Per fortuna che nel pomeriggio viene a  trovarci LauraGommapane (che scopriamo aspirante dipingitrice di magneti di ceramica), e il pomeriggio così passa svelto per me, con le chiacchiere con lei e voi, bravissimi, che vi accorgete che io ho da fare e fate altro da soli. La sera con il babboGangster ce ne andiamo al cinema a vedere l'ultimo di Almodovar ma era meglio se andavamo a letto presto.
Sabato 30 - La mattina la famiglia a completo parte baldanzosa per Lucca, per una gita fuori porta. In autostrada la leggera pioggia che ci accompagnava è diventata un bel temporale, ma non abbiamo desistito e, messe le cappottine trasparenti sul passeggino, e noi immersi in due ombrelli, abbiamo fatto un giro della città. Ma Mina era arrabbiatissima, si levava le scarpe, scalciava la cappottina, lanciava i suoi urli acuti. Come mai non si sa, forse non le piace la pioggia. Invece al ristorante, seduti entrambi a tavola con noi come si fa solo al ristorante (a casa ancora loro mangiano prima da soli e noi molto dopo la loro cena delle 18,30...) erano felicissimi sui loro seggioloni a controllare chi entrava e usciva e a mangiarsi la farinata lucchese. Rientro a casa subito dopo pranzo, ma i due non ne hanno voluto sapere di dormire un altro po' dopo che avevano dormito in auto e così hanno ciondolato per tutto il pomeriggio. Per fortuna che è venuta a trovarci Floriana dall'Elba, che con la sua conversazione brillante ha fatto innamorare i due, che le ridevano felici. Ovviamente a letto presto con latte e biscotti, anche se c'è da dire che oggi Emino rideva a volontà, di tutto e tanto, come poche volte fa ed è bellissimo quel bimbo quando ride, scalda il cuore.
Domenica 31 - Pasqua al mare. A Quercianella a trovare il sole, anche se spazzato dal libeccio. Emino è già abbronzato, grazie a quella sua pelle da marinaio, Mina invece tutte le volte che viene colpita da un raggio di sole urla arrabbiata. A pranzo nel ristorante sul mare dove abbiamo festeggiato il matrimonio e battesimo, i bimbi di nuovo felicissimi di essere a tavola con noi grandi e oggi poi si sono comportati proprio da grandi, tanto che ritrovarci tutti così, in questo giorno di festa, a tavola sereni, con loro cresciuti, ci ha fatto emozionare. Passeggiata sul mare e visita della nostra casetta nuova, tutta vuota e ancora maleodorante, ma oggi abbiamo sognato di come sarà rimessa, quando inizieremo a frequentarla con assiduità. La nostra Quercianella. A letto con il giorno (grazie all'ora legale) ma gli orari di oggi erano tutti sballati e quindi siamo ricorsi ad un classico latte e biscotti, bagnetto e pigiama e tutti a letto felici. Anche se Emino ha continuato a cantare le sue melodie per un bel po', ma forse continuava ad essere felice per aver avuto il suo babbo vicino a tavola per tutto il tempo che lo accarezzava, ci giocava, lo imboccava e gli ha pure fatto leggere la carta dei vini chiedendogli consiglio. Ne è proprio innamorato, di quel suo babbone Gangster!

sabato 30 marzo 2013

Quindici mesi

Questo mese mi è sfuggito, passando fra vicende varie che hanno distolto la mia attenzione dal presente, anche se rimango sempre impregnata di quotidiano. Tanto che mi sono accorta da poco che avete adesso 15 mesi, mentre io continuavo a dire 14, ignara del tempo che passa.
Il fatto che siete piccolini un po' porta a non enfatizzare i mesi, ma questa è la vostra natura e la vostra taglia e non sareste voi se foste dei giganti, come scopro essere altri bimbi ben più piccoli di voi.
Camminare ancora non se ne parla, vi serve sempre una mano o qualche appoggio, per procedere spediti nella vostra conquista dello spazio ma, se fino a poco tempo fa me ne facevo un cruccio, adesso vedo che siete comunque agili come grilli, che se aiutati camminate proprio bene, così mi sono messa tranquilla ad aspettare che quando sarà il vostro momento camminerete.
Per adesso siete diventati grandi in altre cose. Avete imparato a riconoscere il bene e il male, quello che vi è permesso e quello che non si può fare e lo applicate a tutte le nuove esperienze, anche dove non avete avuto la possibilità di memorizzare i miei sì e i miei no. Così quando entrate in una stanza nuova bene sapete che le cose in alto non si tirano giù perchè se cascano addosso fanno male, ma che ci si può attaccare ai mobili per mettersi in posizione eretta. Fino ad adesso aspettavate che ve lo dicessi io, quello che si poteva fare o non fare. Quando uno dei due osa avventurarsi in un campo dove non sia chiaro se io voglio o non voglio che quella cosa venga fatta, l'altro si gira verso di me e aspetta la mia sentenza, mentre quello che lo fa lo fa e basta, pronto a pagarne le conseguenze pur di sperimentare. E quando uno dei due si mette nei guai, lo capisco più dall'altro che viene a guardarmi dritto negli occhi come a dire beh, sto aspettando, non gli dici niente? 
Adesso mi hanno spiegato al nido che bisogna rispettare chi stava giocando per primo con un gioco e quindi brontolare il fratello prepotente se strappa di mano il gioco all'altro (mentre fino ad adesso lasciavo che se la vedessero fra di loro). Da quando lo faccio è finita l'anarchia, il prepotente accetta (inaspettatamente, con mia grande sorpresa) di desistere e di mettersi a giocare con qualche altra cosa. Anche capite i turni che dovete accettare per starmi in braccio: prima faccio ballare uno e dopo un po' dico cambio e prendo l'altro. Quello posato ovviamente un po' brontola ma poi si mette tranquillo a fare qualcosa, oppure sta a guardarci ma senza piangere, cosa che invece avveniva quando eravate più piccoli.
Vi tenete d'occhio come non mai, quando inizia a bere uno beve anche l'altro, se smette di bere l'uno smette di bere immediatamente anche l'altro, se uno parte verso la libreria anche l'altro lascia tutto quel che sta facendo e via, a raggiungere l'altro, come se fosse impensabile fare giochi diversi in posti diversi della stanza. Ma questo un po' l'avete sempre fatto, quello che vi distingue adesso è che Mina, visto una sola volta come ho fatto ad accendere lo stereo e a far partire il cd, ha memorizzato subito i tasti da premere e la loro giusta successione, Emino invece li preme tutti indistintamente rovinando così il lavoro fatto dalla sorella. Che va detto, però, parte avvantaggiata perchè a lei, spesso e volentieri, dà il latte la mattina il Gangster, che se la sistema seduta vicino, le attacca il biberon e poi inizia a leggere il giornale sull'IPad, cosa che lei tiene costantemente d'occhio, crescendo così a biberon e Apple. Emino invece riesce a mettere le costruzioni perfettamente in fila, incastrandole una sull'altra con una sola mano, cosa che lei non riesce a fare, molto più furiosa di lui nel procedere.
Vi chiamate fra di voi, lui la chiama Ata e lei lo chiama Dedo, vi ridete quando vi capita di guardarvi negli occhi da vicino e da pochi giorni ho scoperto Ata che fa caro a Dedo, lisciandogli i capelli. Dedo, da vero uomo duro, non ride, ma si ferma immobile e sporge un po' la testa in avanti come a dire continua pure, che queste carezze mi piacciono proprio, anche se non posso darlo a vedere. E vedere che si vogliono bene mi scalda il cuore.

giovedì 28 marzo 2013

Di te, little Mag, in arte Mina

Di te ammiro l'indipendenza e l'allegria, quello svegliarti sempre con il sorriso e quel saper aspettare che ti venga dato quello che ti spetta, che siano attenzioni, il latte, o l'essere presa e portata.
Di te apprezzo che tu protesti per le ingiustizie, piangendo in un modo diverso dagli altri pianti, perchè quando non accetti l'accaduto stranamente ti si schiaccia il naso, nel pianto, a distinguere quel pianto da altri pianti. Ti ribelli con tutti i tuoi polmoni quando ti faccio aspettare troppo senza mangiare, quando vedi che prendo in braccio tuo fratello solo perchè lui piange di più e sempre, quando devi stare a lungo nel passeggino e invece vorresti scendere e girarti il mondo a modo tuo, e con quel naso che ti si schiaccia  vuoi dire no, questo non lo posso accettare, perchè io sono buona ma sono giusta e le ingiustizie non le voglio subire.
Altre volte piangi da grande attrice, senza lacrime, mimando una disperazione che mi fa ridere perchè finta, specie quando vedo che mi scruti di nascosto per vedere se ti guardo, un po' come fanno i calciatori quando esasperano un fallo e guardano se l'arbirto li guarda.
Ti te apprezzo la tanta voglia che hai di starmi in braccio, come a dire quando ci sei mamma io ti devo sentire e devo recuperare tutto il tempo che non ci sei. Quando sei in braccio a me lasci giocare tuo fratello con tutti i giochi, anche se lo controlli attentamente, ma non ti fai irretire da quel che fa, pur di rimanermi in braccio.
Di te apprezzo come ci sai fare con tutti, elargisci sorrisi da gatta e tieni banco quando siamo fuori e ci fermano sconosciuti, come se tu parlassi e fossi un'esperta in salotti.
Di te mi piace che sei sempre stata grande fin da piccola, ami la conversazione fra signore, controlli i colori dei vestiti e anche i capelli miei e altrui, capisci quello che si può fare e dove doversi fermare, non ti perdi e non ti metti nei guai, anche se sei sempre la prima a provare tutto.
Di te mi piace come sei felice a tavola, apprezzi tutti i sapori nuovi ma mangi anche una scipita minestra di verdure.
Di te amo la passione che metti nel buttarti a capo fitto in tutte le esperienze nuove, non hai mai paura e sei curiosa di tutto.
Di te vorrei coltivare questa tua voglia di fare, di vedere, conoscere, godere, ridere, socializzare.
Di te amo come sei tutta, dal nasino che arricci quando ridi, alle risate grasse che solo a volte concedi, agli occhioni che fai per farti capire, alle vocine che provi a fare, al mammama di protesta quando mi brontoli, aggiungendo un ma al mamma, come a voler dire mamma no, alla tua pelle soffice che ti fai grattare, a quei piedi a ricciolo che mostri fiera la mattina dopo averti sganciato il pigiama, a quella boccuccia a cuore che mi tira i baci, a quel tuo sorriso sempre presente che è una tua bellissima costante.
Di te sono proprio innamorata e grata, little Mag, come ti chiama il babbo.

domenica 24 marzo 2013

Diario della settimana (dal 18 al 24 marzo)

Lunedì 18 - Alle 5 di mattina arriva la telefonata che annuncia la morte del nonno del mare. Il Gangster scappa via e io rimango stordita a non saper che fare nè che pensare, tanta è la sorpresa e il dolore. Quando i bimbi si svegliano provo a dir loro cosa è successo, ma ancora pensano solo a ricevere il primo biberon caldo della giornata e così, solo quando poi li cambio singolarmente, facciamo a turno un applauso per il nonno, per salutarlo là nel cielo. Nido e poi  raggiungo il Gangster all'ospedale di Viareggio, dove è deceduto il nonno, per fargli compagnia e cercare di tirarlo in salvo non appena sprofonda. Rientro per andarli a riprendere al nido, dove la maestra mi dice che Emino oggi è stato uggioso e per niente voglioso di fare il laboratorio con il cibo dove si doveva manipolare il cous cous, le zucchine lesse, la pasta, e altri cibi. Io le racconto della perdita del nonno e lei allora crede di capire il nevosismo del piccolo, che  può essere una spiegazione anche se, sinceramente, conoscendolo, mi sa che lui non aveva proprio voglia di inzuppar le mani in tutte quelle cose appiccicose, schifiltoso per principio come è. A casa sono due angioletti, lui sta da solo a leggere tutti i librini oppure a fare le sue costruzioni, lei al solito saltella qua e là e oggi, con le scarpette leggere nuove, mi è sembrato pure di vederla stare in piedi staccata. All'ora di cena però arriva il delirio: lui non vuol mangiare per principio, lei non vuol mangiare perchè vede non mangiare lui, io mi fermo là nel mezzo e guardo il muro, aspettando che la tragedia inscenata dai due finisca. Lei cede e si fa imboccare, lui va di filato a letto senza cena.
Martedì 19 - Presto ci prepariamo per uscire e accompagnare i bimbi al nido e troviamo anche un nanosecondo di tempo per dare  il regalo al babbone nostro che oggi, malgrado tutto, è la sua festa. Al nido la maestra mi dice che è un piacere accudire i gemelli che sono sempre così curati e profumati (e in effetti, anche se sono curati e profumati come tutti gli altri bambini, una piccola medaglia al merito me la voglio godere, ogni tanto, dopo tanto fare per prepararli sempre tutti a puntino). Poi la giornata passa fra la firma del contratto della casa di Quercianella, le telefonate con il Gangster che è tornato a vegliare il suo babbo e che alterna serenità a disperazione, i bimbi che rincasano subito dopo il nido perchè, anche se oggi era una bella giornata, avevo voglia egoisticamente di passare tutto il tempo che rimane con loro (oggi particolarmente breve, visto che sono andati a letto alle 18,30), noi tre sul nostro tappeto a fare quel nuovo gioco che è costruire torri (che io chiamo fari) e, alla posa dell'ultima pedina in alto, la più piccola, via, tutti mani al cielo a dire evviva (che dico solo io, per ora, l'unica del trio a parlare italiano) mentre loro fanno un aaaah ridendo con le braccine su.
Mercoledì 20 - Come al solito andate al nido, e siete pure in perfetta forma. Tanto che mi stupisco di ricevere la telefonata dopo pranzo, da parte della maestra, che mi chiede di andare a prendere Emino perchè ha 38 di febbre e Mina ha la diarrea. Mannaggia, salta Music Together, che ci aiuta a non pensare, e la febbre sparisce subito dopo una dose di tachipirina. Da segnalare però che gli avvistamenti misteriosi continuano: mentre eravamo sul tappeto, e c'era pure mia sorella Grazia che può  testimoniare, vediamo Mina che si sporge come fa quando vuol veder meglio qualcuno, tanto che mia sorella le chiede chi guardi. E poi Gilbertoilcamiondeipompieri, che suona le sue canzoncine solo se gli vengono premuti  i tasti, lontano da tutti, ha iniziato improvvisamente a suonare. 
Emino a letto senza cena, ha brontolicchiato basso ma costante per molto, ma io non ho ceduto, niente latte e biscotti di consolazione o di sostituzione di una cena non voluta.
Giovedì 21 - Povero Emino, non ha voluto cena ieri sera perchè non si sente niente bene, ha brontolato tutta la notte per dei suoi malesseri fisici, tanto che mi sono alzata nella notte per accertarmi di come stava e se aveva la febbre. Così tachipirina e latte e abbraccione di consolazione. Ma la mattina obbligatoriamente al nido, anche se lui si sarebbe meritato una giornata di riposo, con quella facciana bianca. Ma io dovevo raggiungere il Gangster al mare, dove proprio oggi venivano restituite le ceneri del nonno. Al mare era primavera che sembrava estate, e la malinconia di questa perdita adesso ci invade con la paura di poter mancare noi e lasciare i piccoli. Ossignore, speriamo che passi presto questo periodo. Quando siamo tornati a casa i cuccioli erano già a letto, ma Emino me lo sono un po' svegliato per controllarlo meglio.
Venerdì 22 - Oggi tutti a casa, Emino non si presenta proprio bene con quella bocca piena di bolle rosse (pare sia esclusa la sindrome mani piedi bocca perchè lui ha solo bocca e quindi si incolpano i denti). Giretto in passeggino la mattina, e mentre lo facevo pensavo a che brillante idea mandarvi al nido, non potrei immaginare di fare questa vita tutti i giorni, anche se le nostre giratine di mattina mi piacciono tanto, ma sono belle quando sono eventi eccezionali.
Il pomeriggio raduno mamme/bimbi a casa nostra, che cade proprio a fagiolo, visto che ci risolve una giornata senza nido. Che confusionari che stanno diventando i piccoli, tanto che quando si coordinavano sul silenzio tiravamo tutte un sospiro di pace. Però che bello vederli crescere tutti insieme eaver formato questa comune di bimbi coetanei con mamme amiche!
Sabato 23 - Music Together di mattina, come al solito, che ci mancava, avendolo saltato mercoledì. Adesso Emino sta tutto da solo ad ascoltare quello che fa Debora, Mina invece intervalla la curiosità con l'esplorazione. Nel pomeriggio poi alla vendita primaverile del campionario Benetton, dove per fortuna sono sempre invitata, e così supershopping per Emino, con felpe, jeans, magliette a mezze maniche e a maniche lunghe e anche due camicie a quadri. Per Mina, purtroppo, non c'era niente. Pazienza, ci rifaremo altrove. E, visto che eravamo in zona, visita alla super prozia 93enne. La sera mamma e babbo a cena fuori, in un posto consigliato ma che non valeva molto, Pane e vino, si chiama, dove il Gangster mi raccontava la dispersione nel mare dell'Elba delle ceneri del nonno, avvenuta la mattina.
Domenica 24 - Giornata calda anche se coperta, la mattina tutta la famiglia fuori per il solito giro in centro per un caffè che ci svegli e poi, inaspettatamente, siamo inciampati in un mercatino di prodotti mangerecci e ci siamo fatti un bel panino con la porchetta e un cannolo e una cassata. Poi di corsa a casa a far pranzare i piccoli e a letto per il pisolino. Nel pomeriggio, quando ormai pioveva, sono venuti a trovarci la nonna del mare e il Frafratello che guardate fra lo stupito e l'incuriosito, visto che non lo  vedete mai.  E anche questa è una bella storia. Siete proprio capitati in una famiglia particolare, cari miei, ma noi ci bastiamo da soli, la famiglia ce la facciamo con gli amici che frequentiamo e le feste le passeremo viaggiando, come ho sempre fatto io. E mi sembra che non sia niente male, come prospettiva.

martedì 19 marzo 2013

Festa del papà con un sogno regalato e una presenza certa

Tante cose si intrecciano in questi giorni, fra la vita che si ferma e la vita che va avanti. 
Fra i vari appuntamenti della vita che va avanti, questa mattina abbiamo firmato il contratto della casa al mare. Adesso in borsa ho le chiavi di casa mia a Quercianella, comprata da un anziano signore che la deteneva da 40 anni, precisamente quanto ho intenzione di andarci io. Festeggiare l'ulteriore "regalami un sogno" che il  Gangster mi ha avverato, verrà rimandato a data da destinarsi, come la festa del papà di oggi, festeggiata in un nano secondo, strappandola con i denti, prima di uscire tutti di casa, con i piccoli in piedi nel loro lettino già con i giubbotti addosso, e il Gangster in mezzo a loro colto dal regalo preparato da tempo, come si deve fare per regalare una camicia fatta su misura, che doveva essere pure accompagnata dalle camicie anche per i figli, ma che era troppo elaborato presentare in questo contesto, che è stato gradito, guardato il giusto, e lasciato lì per goderselo poi, quando gli animi saranno quelli giusti per festeggiare. 
Che strana la vita, anno scorso la festa del papà l'avevo organizzata alla grande, con una forte premeditazione, facendo stampare sulle magliette dei piccoli, del Gangster e del Frafratello una foto che li ritraeva tutti e quattro e facendogliele indossare a tutti per tutta la cena. Quelle maglie restano, quel ricordo resta (e pure qualche foto, che sono andata prontamente a riguardare, con un Emino piccolissimo immerso in una maglietta enorme taglia 2 anni che adesso gli entra a mala pena..) e resta anche qualcosa nell'aria di questa casa, con io che vedo luci e ombre, con Mina che oggi, mentre era sul tappeto, si guardava in giro come non aveva mai fatto, come se seguisse una persona e che chiamava come quando vuol chiamare qualcuno, con quel dede di richiamo, tanto che le ho chiesto chi vedesse, se c'era il nonno lì con noi.
Come sono sicura c'era ieri sera, quando io e il Gangster eravamo a letto al buio a parlare abbracciati, io che gli raccontavo che era tutto il giorno che vedevo delle luci nell'aria, che sentivo piangere un bambino per le scale, che scendendo dalla camera nostra alla camera dei bimbi avevo visto ombre di pesci, che appunto era tutto il giorno  che mi dicevo che Piero era ancora lì con noi, che ancora non era andato nella sua pace ma stava indugiando lì con quei nipoti, forse anche a cercare suo figlio per aiutarlo a consolarsi, e appunto, in quel momento, si è accesa la luce del televisore, come se qualcuno fosse passato lì davanti. Il Gangster, in genere sempre avverso ai miei racconti di avvistamento fantasmi e di energie e voci, ha invece voluto sapere che voleva dire, perchè pensavo che suo babbo fosse ancora lì, dove poi doveva andare, e allora gli ho raccontato delle energie che siamo, che anche se smette la vita del corpo tutta quell'energia rimane, come il profumo del pane nel forno, che impermea le mura anche quando il pane non sta cuocendo. Gli ho anche detto che i racconti di tutti quelli che sono stati dichiarati morti ma che poi sono tornati in vita concordano con questa grande luce e pace che si vede, che il suo babbo sono sicura che vede anche lui ma che aspetta ad andarci per lasciare che i suoi cari si abituino all'idea di non averlo più, e forse anche lui stesso è stato colto così all'improvviso da quel trapasso che  forse anche lui ha voglia di salutare meglio e a suo modo si aggira ancora fra questi suoi nipoti, per salutarli come non ha potuto fare,  inciampando in una nuora che avverte questa presenza. E forse anche mia figlia ha questo dono, tanto che oggi, sono sicura, giocava con il nonno.

lunedì 18 marzo 2013

Nonno del mare

Il nonno è mancato, che è molto più indicativo del dire il nonno è morto. Perchè quel nonno mancherà a tutti i suoi nipoti, anche se non importerebbe specificare, ma basterebbe dire che mancherà a tutti. 
Ha passato Natale e il suo compleanno all'ospedale e non ce l'ha fatta ad arrivare alla festa del papà che ogni nonnobabbo si meriterebbe di festeggiare, con suo figlio e con i nipoti. Ma i disegni del Cielo sono inspiegabili e sul destino di ognuno non si possono fare illazioni, quindi lasciamo che sia così, che quel nonno del mare sia mancato e che ci manchi tantissimo.
Se n'è andato questa mattina, quando ancora la notte doveva finire.
Non ha lasciato che la malattia che aveva scoperto solo 4 mesi fa lo sfinisse, ha accolto con un sorriso, che gli è rimasto stampato in viso, il fermarsi del suo cuore, che non poteva più sopportare di stare rinchiuso in quegli ospedali, lui uomo di mare. La nonna del mare l'ha vestito proprio così, con il maglione da lupo di mare e gli ha pure messo la camicia sotto, come si metteva lui quando aveva freddo, dice, come a volerlo proteggere da quel freddo che è diventato il suo corpo, ormai di cera, domani di cenere.
La telefonata nella notte non ha sorpreso il Gangster, che lo aveva accompagnato in tutta questa sua malattia, ma ha sorpreso tanto me, che mi sono trovata a non poterlo salutare, a non poter andare a portargli i bambini, come ci teneva tanto lui, non appena fosse uscito da quell'ospedale. A quel suo aggrapparsi alla vita ci avevamo creduto tutti, aspettando così, quasi certi, che si rimettesse in forze per tornare a casa e godersi un po' questi due nipotini, anche se il tempo che gli rimaneva era contato, ma non contava per noi.
Non abbiamo avuto nessuno questa possiilità, se ne è andato sereno e in silenzio, senza dar noia e per conto suo, proprio come era il suo carattere, e così ci aggrappiamo ai ricordi che abbiamo.  Per esempio il giorno del compleanno del Frafratello, che era a fine estate e che abbiamo passato al mare, a casa dei nonni, con i piccoli che iniziavano a muoversi e che il nonno faceva giocare con una corda sul tavolo del bar sopra il mare a Salivoli, con il Gangster contento di avere lì, in quella brezza estiva, in quella giornata calda, davanti al loro mare, il figlio grande che compiva 10 anni, i due piccoli che impazzivano già per quel nonno, il suo babbo che per lui, come dice sempre,  è il suo migliore amico, e la moglie.
Io voglio ricordarlo con l'inizio e la fine. La prima volta che lo vidi era sopra una barca che attraccava vicino al nostro gommone all'Isola d'Elba e fui colpita da quel suocero giovanile e dal cuore aperto, anche se poi ho scoperto in lui un ostinato brontolone dal cuore d'oro. E l'ultima volta, quando già debole gli ho portato i piccoli a casa e,  non ce la facendocela a tenerli in braccio,  li ha messi seduti sul tavolo davanti a sèi, con Mina che gli rideva con quegli occhioni di gatta, facendolo di nuovo innamorare di lei, e Emino che prendeva dal portafrutta i kiwi e li buttava in terra per sentirne il suono, facendoci ridere tutti.
Già ci manca ma, come dice il Gangster, ancora non ce ne accorgiamo. E  sarà questa estate veramente dura senza di lui anche se faremo un bagno in quel suo mare dove uno dei prossimi giorni, tutti i suoi amici e suo figlio, gli renderanno onore con una cerimonia per spargere  le sue ceneri fra le onde di quel mare che porterà sempre il suo ricordo.

domenica 17 marzo 2013

Diario della settimana (dall'11 al 17 marzo)


Lunedì 11 - Piove così forte questa mattina che quasi quasi sono tentata di inventare una scusa per non uscire di casa, ma poi penso all'intero giorno con i bimbi e opto solo per tornare un po' a letto e arrivare in ritardo al lavoro, niente più. Adesso devo anche pensare a come fare ad ostacolare il raduno che si crea il pomeriggio a casa mia, con le zie e i nonni che assediano le scale pronti a scattare e stazionare in casa mia con i gemelli. Per oggi ho fatto fare ai piccoli una breve sosta a casa dei nonni, con le zie presenti, e poi ho inventato una visita della mia amica LGommaPane (che in realtà ci poteva essere) per portare poi i piccoli in casa senza che nessuno che mi seguisse. In effetti preferisco far da sola che fare male in troppe persone.
Martedì 12 - Sarà la malattia del suo babbo a farlo riflettere sull'importanza di quello che ha piuttosto che di quello che deve fare per avere, sarà che io gli sto vicina ma in punta di piedi e lui questo lo apprezza tantissimo, sarà che i bambini adesso danno più soddisfazioni ed è un piacere star con loro, sarà che anche in tanto da fare c'è bisogno ogni tanto di tirare la mano fuori e dire mi prendo un po' di tempo per me e i miei cari, insomma, sarà quel che sarà ma questa mattina pioveva ancora tanto, i bimbi vanno al nido accompagnati da entrambi i genitori e il Gangster mi dice ma sai che, annullo tutto, facciamo colazione insieme con calma e andiamo pure a cercare la lavastoviglie nuova? Così la mattina l'abbiamo passata a fare le cose che fa una normale famiglia ma che noi non abbiamo praticamente mai fatto, con lui che ha sempre da fare e che io faccio per lui. E nelle cose semplici stiamo apprezzando questa costruzione della nostra famiglia.
Nel pomeriggio, dopo il nido, avevamo fissato a casa nostra un piccolo raduno di mamme con bambino anzi, con bambine. Così quando Emino si è ritrovato con sua sorella e altre tre bimbe, ha preso i suoi bicchierini e si è messo da una parte, spalle voltate a tutte quelle femmine, a fare le sue costruzioni. Mina invece teneva conversazione con aperitivo, che come ha visto le schiacciatine sul tavolo credevo che volesse iniziare a camminare proprio oggi, giusto per non dover dipendere da me per averne una e poi un'altra. Carino il raduno, poi questo non era con le solite mamme che frequentiamo e tutte e tre avevano in comune solo me, fra di loro non si conoscevano, così sono venute fuori le storie e le chiacchiere con  delicatezza e l'argomento di oggi era l'impedimento che fa il lavoro nella voglia di stare con i bimbi. Ovviamente, appena andate via tutte, ai gemelli non rimaneva che fare una cena veloce con latte e biscotti e fiondarsi a letto, distrutti da tanta comunanza e dall'ora tarda......suonavano le 19!
Mercoledì 13 - Usciamo di casa sotto la pioggia battente e ritorniamo giusto per la vostra cena: io rimango al lavoro fino a quando non vi devo venire a prendere al nido e poi da là andiamo direttamente a Music Together, un classico del mercoledì. Abbiamo notato, con Valeria, che quando durante la lezione c'è il momento ballo a coppie, Mina capisce subito e fa uno scatto velocissimo per essere presa in braccio da me per ballare io e lei e Emino rimane così a terra, prontamente preso dall'insegnante. E diciamo che il ragazzo si rassegna volentieri, ormai è abituata a quell'abbraccio e si adagia subito sul quel seno prosperoso che non ha la sua mamma ma che l'insegnante americana ha, e si appoggia subito ad esso con occhi sognanti. Ovviamente io e Valeria ci schiantiamo dal ridere e ovviamente appena raccontato al Gangster, il babbone ha iniziato ad elogiare il piccolo uomo tutto suo padre!
E oggi abbiamo anche il Papa nuovo, direttamente da Buenos Aires. Un giorno vi racconterò dei miei viaggi in quella terra, bambini miei.
Giovedì 14 - I piccoli solita routine, nido e casa, mentre io e il Gangster ci siamo dati appuntamento al solito ristorante ebraico, che ospitava una quinta elementare preannunciata come "terribile". Mentre aspettavamo che arrivassero, pensavo a quanto influisce il gruppo che ti trovi in classe e, se sei sfortunato, a quanto può privarti di possibilità di imparare e dare campo alla curiosità e voglia di conoscere di quell'età. Ma quando la classe è arrivata era invece un bel gruppo allegro e per niente chiassoso, molto uniti l'uno con l'altro, simpatici e sereni. Così mi sono tranquillizzata: in effetti i ragazzi hanno una grande capacità di adattamento e di buon umore che li fa affrontare con successo le prove che noi adulti riteniamo troppo arudue per loro, ma che i ragazzi affrontano con  tutta quella loro bella e sana energia, lasciandoci di stucco. E per continuare i pensieri sui piccoli che diventeranno grandi, quando vado loro a fare il bagno la sera mi accorgo che tanto piccoli non sono più,  ho tolto ad entrambi i vestiti a fatica, segno che quelli sono tutti abiti da accantonare. E via, si passa alla nuova taglia! Per cena mi hanno fatto arrabbiare perchè non hanno voluto i ravioli e ho urlato loro che è una vergogna piangere con il mangiare nel piatto, ma sentendo un tono diverso della voce, che li brontolava risoluta, ridevano invece che preoccuparsi, pensando forse che fosse un nuovo esercizio vocale, tipo cantare, fischiare, schioccare la lingua. E invece no. Poi con Mina ci siamo riappacificate facendoci le coccole prima del pigiamino, le ho massaggiato tutta la crema sul corpo e lei rideva, cosa strana visto che non ama farsi massaggiare.
Venerdì 15 - Giornata lunghissima questa. Nido, lavoro, spesa ed è già il momento di andarli a prendere al nido senza neanche passare dal via, ma andiamo direttamente a casa del piccolo Giacomo per un piccolo raduno di mamme con bimbi coetanei dei gemelli. Eravamo in 4 mamme e al solito, quegli incontri di comunanza fanno bene, chiacchieriamo libere dei nostri argomenti preferiti, che sono sempre obbligatoriamente riguardanti i bimbi anche se stasera toccava al lamentarci delle suocere. Certo che tenere la conversazione e controllare i bimbi è dura, e sarà sempre più dura. Io, quando li ho messi in auto per tornare a casa, ho detto ai gemelli avete visto la mamma ce l'ha fatta anche a superare questa prova, che riuscire ad arrivare in quella casa non è uno scherzo da poco, si devono affrontare tre rampe di scale senza ascensore, lasciando la povera Mina da sola in un posto che non conosce a piangere. Ma quando siamo uniti, si fa tutto. Uniti e felici di riuscirci (e questa cosa mi ricorda tanto la mia mamma, quando faceva un certo sorriso che voleva dire avete visto ce l'ho fatta a farvi fare quella certa cosa).
Il tempo poi di arrivare a casa, cena con latte e biscotti che è un classico quando si superano le 19 ora già tarda per i due, bagnetto e pigiamino, e via di corsa ad ingoiarmi un panino e scappare al cinema, dove mi aspetta l'amica LGP, per recuperare l'appuntamento cinema del lunedì saltato. Abbiamo visto Il lato positivo, che doveva essere un film  spettacolare e invece era solo carino, anche se originale. Quando sono tornata a casa, mi sono fatta la doccia e messa a letto, ho tirato un sospirone di sollievo, finalmente finiva quella lunga giornata che, va detto però, mi vedeva stanca ma felice.
Sabato 16 - Music together di mattina dove, per fortuna, eravamo in pochissimi causa manifestazione anti mafia a Firenze, che bloccava la città. Affronto, con una mamma, il problema scuola materna, che a noi riguarderà fra due anni, ma siamo già ad interessarci, perchè l'argomento non può trovarci impreparate. Lei mi dice che l'asilo è diverso dal nido, c'è meno cura verso i bimbi, se non c'è la maestra li smistano nelle altre classi, oppure supplenti su supplenti tanto che lei, l'ultimo anno, manderà la bimba al privato, togliendola dall'asilo statale. Ossignore, sono già preoccupata!
Pomeriggio assolato anche se freddino, usciamo per andare ai giardini vicino casa e farsi un giro sull'altalena. Cena con frittata con robiola e agretti, spolverata da Mina mentre Emino, estremamente irritato, ha voluto solo latte e biscotti, indicando ripetutamente il biberon. Che dire, spero che tutte queste cene latte e biscotti facciano bene!
Domenica 17 - Di nuovo classica uggiosa domenica con cielo coperto e pioggia finale. Breve giro la mattina nei dintorni, giusto per permettermi di fare colazione e comprare il latte che va via a fiumi, ultimamente in questa casa. E il pomeriggio scopro che Decathlon è aperto e così andiamo a comprare delle scarpette ai gemelli che sono praticamente un misto fra un calzino antiscivolo e delle scarpe. Mi hanno detto le altre mamme che funzionano, non fanno quell'effetto odioso calzino che esce dal piede e non danno il senso di costrizione della scarpa ai piedi. Proviamo così con quelle a vedere se finalmente i due accettano un inizio di scarpe ai piedi, per ora totalmente rifiutate. Oggi c'era orata di Orbetello per pranzo, che ha solo un po' mangiato Emino mentre Mina proprio niente, ma io non ho ceduto e li ho messi a letto senza pranzo, che non voglio che prendano l'abitudine di vedermi pronta a sostituire quello che c'è di pronto e buono nel piatto. Per cena ho riproposto loro lo stesso pesce ma questa volta neanche Emino ne voleva sapere e Mina lo sputava proprio schifata, e allora ho ceduto, non potendo lasciarli tutto il giorno senza mangiare e... sì, di nuovo cena con latte e biscotti.
E arrivano sempre più brutte notizie sulla salute del nonno del mare. E' un grande dispiacere.

giovedì 14 marzo 2013

Le farò sapere, la vendetta


Questa mattina colloquio di lavoro, per lo stesso posto per il quale  avevo fatto un colloquio a ottobre, quando c'era allora un'altra capa, e dove venne fuori che ero già partita male a chiedere con precisione che cosa volevo fare di lavoro invece che lasciare a lei la scelta (che ovviamente era ben lontana dalla mia richiesta). Mi fu detto, fra le tante cose, ma questa è stata particolarmente significativa, che  l'ufficio nel quale volevo andare a far parte non aveva urgenza di vedere un'altra persona assegnata (e da novembre ad ora, quindi in pochi mesi, invece sono state messe ben altre due persone......Che dire,  nemmeno Pinocchio era tanto spericolato con le bugie) .
Di quell'incontro l'ho già raccontato altrove, ma per raggruppare un po' l'altrove (o il prima di questo blog dedicato dei gemelli)  appiccico qua di seguito il testo, a memoria. 
Si intitolava "Le farò sapere" e portava la data del 24 ottobre 2012.

Va tutto bene in questo idilliaco momento, fischietto felice fin dal mattino anche se sono stanca e dolorante, ho due piccoli puffi profumati che mi aspettano e con loro mi passano tutti i dolori e soprattutto mi passano le giornate, che passano spesso spesso cantando. Non mi manca nulla, ho pure il superfluo e mordo questo bel momento conscia che è uno dei momenti più belli della mia vita. Con una sola ombra. Ovviamente non mi va giù che una parte della mia vita sia una macchia nera per me, e così, pur sopportandola, cerco come al solito di migliorarla…. cambiandola. Da quando sono tornata al lavoro dopo la pausa gemelli, visto il mio esiguo orario di lavoro (doppio allattamento, doppio congedo) hanno pensato bene di mettermi  in uno scantinato a fare non si sa cosa, a volte poco, a volte a tratti, a volte robe confuse che io faccio senza capire perchè devo interrompere questo periodo idilliaco della mia vita andando a fare una cosa con la quale io non c’entro nulla. Ma tutti mi dicono che dovrei essere felice, il posto di lavoro post gemelli è vicino a casa e soprattutto vicino al nido, come se metterci un minuto ad andare al lavoro mi  obblighi a provare felicità. Non domata da questo ragionamento generale, mi guardo in giro e mi propongo, con il mio curriculum che io ritengo un signor curriculum e nel quale non risparmio di elencare nessuna mia esperienza lavorativa, ad uno dei pochi uffici rimasti che farebbero proprio al caso mio, in cui andrei a fare il mio lavoro, in cui non sentirebbero la sofferenza della nuova arrivata alla quale va insegnato a fare tutto perchè già lo sa fare e pure bene (eh sì, quando ci vuole ci vuole). Fisso il colloquio con il super responsabile di quell’ufficio,un’ attempata e acida signora alla quale capisco, come mi siedo, che sto già antipatica prima di conoscermi. Il motivo? In 18 anni ho cambiato ben sei lavori, quasi un record, tiene a ribadire lei. Io rimango sbalordita, e pensare che mi sembrava di essere una noiosa stanziale che  ha perso tempo nella vita nel fare spesso lavori noiosi e ripetitivi e che, per fortuna per ben sei volte, come ha puntualmente contato lei, li ha un po’ alternati. Ovviamente la risposta è stata che non c’è posto per i sognatori, le necessità di  lavoro da quelle parti sono rivolte esclusivamente a lavori concreti, in cui girano fatture e conti, in cui si debba chinare la testa e stare a fare quadrare i conti invece che a progettare fiori all’occhiello.
Così mi vedo ahimè costretta a rivalutare Flavio Briatore, che una sera con il Gangster abbiamo distrattamente visto in tv mentre faceva un programma in cui selezonava del personale per una eventuale collaborazione nel suo staff e che rimbrottava ben bene una ragazza che a 24 anni ancora non sapeva bene cosa fare della sua vita, dicendole che lui, a 24 anni, aveva già cambiato 10 lavori. Ossignore, penso io, dalle mie parti lo manderebbero in giro con il cappello dell’asino, invece, nella vita reale, chi si rimette in gioco, che è curioso di conoscere e apprendere cose nuove, chi vuole non annoiarsi ma essere propositivo e innovativo non viene visto come il gatto nero che nessuno vuole ma viene visto come un audace al quale, come dice il proverbio, la fortuna arride.
Ah, per tranquillizzare, e anche per un po’ di lieto fine in questa giornata così amareggiata, poi alla fine, dopo avermi conosciuto, un po’ sono piaciuta alla signora, che mi ha detto addirittura che …… mi farà sapere!

Oggi invece mi sono trovata davanti un altissimo signore arrivato a fare il capo lì da 10 giorni, al quale avevo inoltrato di nuovo il mio curriculum un nano secondo dopo aver saputo di quell'avvicendamento al vertice, e  che mi aveva addirittura chiamato lui per fissarmi subito un appuntamento. Mi sono presentata, mi sono fatta pubblicità  e lui  mi è stato ad ascoltare, mi ha detto che è ben contento di accogliere una persona così motivata, che è pronta a buttare all'aria quella nicchia tranquilla in cui si è rintanata (o è stata rintanatata, concordando con me che se anche il lavoro che faccio adesso, pur non essendo niente di che, mi piace, è perchè me lo sono fatto piacere) ha condiviso con me le perplessità che derivano da tutte quelle persone che si accontentano di fare un qualsiasi lavoro basta che sia vicino casa soprattutto perchè, come ha detto lui facendomi ridere, non abitiamo a Calcutta ma a Firenze, dove al massimo, l'altra parte della città, sono 5/6 km. Gli ho raccontato così che io, attualmente abito e ho il nido dei bimbi a 2 minuti di numero di auto da casa, mentre se mi dovessi trasferire lì ce ne metterei 20 in più, ma che faccio tutto questo per inseguire il sogno di fare un lavoro che mi piace e che so fare. 
Scottata dal colloquio precedente, ho chiesto rassicurazioni sul fatto che, se andasse bene il mio spostamento lì,  mi sia garantito di andare a fare quel tipo di lavoro, e che non venga sbattuta invece nell'ultimo ufficio oberato da assurde pratiche. Ha fatto un gesto come dire, se lo dico è parola data, e così mi sono pure sentita tranquilla di dirgli che io ho i bimbi piccoli e che ancora non sono rientrata a tempo pieno ma continuo a prendere congedo due giorni la settimana. Lui mi ha ringraziato per averglielo detto ma ha detto che era quasi superfluo, è un mio diritto e che faccia come credo, tanto poi i bimbi crescono e le cose si sistemano.  Sono uscita ringraziandolo e lui ha detto grazie a lei per avermi permesso di conoscerla.
Ecco, che dire. Basterebbe questa frase per sapere che, benchè la macchina spostapersone sarà lenta e dura a muoversi, che non è detto che da questo colloquio poi derivi un reale lavoro lì, che non saranno rose e fiori, ma con quell'incontro ho rivalutato (finalmente)  il mio mondo lavorativo.

mercoledì 13 marzo 2013

Legàmi

Ammetto che un po' me ne approfitto, del fatto che siete in due e che quindi vi fate compagna, per defilarmi, o meglio, per fare con calma, tanto uno guarda l'altra. Succede specialmente le mattine del fine settimana, quando obbediamo al vostro richiamo del latte delle 7 ma poi, senza mai accendere la luce, vi rinfiliamo a letto, sperando di arrivare alle 8,30 senza troppi pianti.
Ultimamente ho notato che, rimanere soli in camera,  non  vi crea più allarmismo anzi, accettate di sdraiarvi e provare a dormire ancora. A volte ci riuscite, ma quando il sonno è finito,  non vi perdete più d'animo e vi alzate in piedi nella direzione dell'altro, iniziando a chiamarvi e a fare i vostri giochi da lontano.
 I giochi che fate ognuno nel proprio lettino, quando non ci siamo, non è dato sapere, è solo che dalla nostra camera sentiamo un dialogo fra di voi fatto di gorgheggi, intonazioni diverse di voci, richiami e, ultimamente, anche grosse e grasse risate. Suppongo, ascoltando attentamente come si svolge il dialogo, che sia Mina che parte a fare la buffona, buttandosi da in piedi a sdraiata nel letto e affacciandosi poi dalle sbarre, per far ridere a crepapelle il fratello, ridendo poi anche lei, perchè lui ride. E lui ride di nuovo perché lei ride, con quelle risate allegre che sono contagiose. Inutile dire che stiamo a sentire quel teatrino, quasi un po' invidiosi di non essere presenti, ma anche tranquillamente rilassati per cercare di strappare un'ora in più alla quiete della mattina.
Ultimamente il legame fra di voi si è affinato, vi controllate continuamente e se uno cambia gioco o posizione nella stanza, l'altro lascia quello che stava facendo per andare a fare la cosa  che fa l'altro. Che poi vuol dire prendere di prepotenza quello che l'altro ha in mano per farlo suo. Anche quando  ognuno gioca con i propri giochini, state tranquilli solo se siete a contatto, anche se non vi vedete, e vi basta essere di  spalla  contro spalla o schiena contro schiena, bisognosi di stare vicino anche in una grande stanza vuota.
Quando uno di voi diventa più abile dell'altro a fare una cosa, "l'imbranato"  piange indispettito, poi studia attentamente quello che fa l'altro, immagazzinando informazioni e tecniche e, incredibilmente, il giorno dopo lo fa uguale se non meglio.
Ho letto che fra i gemelli c'è questa continua sfida che li porterebbe a parlare prima, a muoversi prima, a fare tutto molto più in fretta per battere il gemello.  Sinceramente non mi sembra che siate più avanti degli altri, siete solo fortunati ad affrontare questo percorso di vita insieme, specchiandovi continuamente l'uno nell'altro e usando questa presenza costante come molla per imitare e fare di più e meglio. Il legame che avete è prezioso e sarà una delle vostre ricchezze nella vita.
Io per ora mi arrangio a dare il meglio di me nel non far disuguaglianze, anche se questo mi fa fare strani equilibrismi per tenervi tutti e due avvinghiati a me quando partite insieme (ovviamente) per venirmi in braccio, oppure quando sono seduta vicino a voi e vi appoggiate, voi in piedi, ognuno con una mano sulla mia spalle e iniziate contemporaneamente a guardarmi da vicino, studiandomi bene, iniziando a tirarmi il naso (Emino),  i capelli (Mina), ad osservarmi la bocca mentre parlo quasi a scrutarne i segreti (Emino), a buttarmi i baci se io dò  qualche bacio (Mina).
Dovrete condividere tanto, fare a metà di molto, ma avrete anche sempre un fratello o una sorella nel letto vicino o nella camera vicina, oppure vicino nella vita, via via che vi farete grandi, perchè questa comunanza non si spezzerà neanche con le distanze o con le esperienze diverse della vita.

domenica 10 marzo 2013

Diario della settimana ( dal 4 al 10 marzo)

Lunedì 4 - Parte  male questa giornata, che finisce anche peggio. Intanto niente nido per broncospasmo di Emino,  il quale  adesso ha iniziato anche l'antibiotico. Chiedo a mia sorella di stare qualche ora con i bimbi e, come esco di casa, mi accorgo dai sacchi che stanno aspettando di essere buttati via, che il Gangster ha cestinato, arbitrariamente, cose mie e dei bimbi. Rientro in casa come una furia e da allora sono alterata per tutto il giorno, con un livore che mi fa tremare. Come torno a casa trovo Mina che, grazie a mia sorella che le permette di fare tutto, mi si rigira ostile, come a dire non ti voglio perché io faccio cosa mi pare. Addirittura non vuol mangiare e vedo che mia sorella la prende in braccio per imboccarla. Quella è la goccia che fa traboccare il vaso. Mando via mia sorella, lascio che Mina pianga pure quanto vuole e si rassegni a mangiare quello che c'è nel piatto, come le ho insegnato, metto a letto entrambi per il pisolino pomeridiano ma ho giusto il tempo di mangiarmi un piatto di pasta che, dopo un quarto d'ora, Emino è sveglio e attacca a piangere disperato. Mi impongo di non dargliela vinta, di lasciarlo piangere fino a quando non si riaddormenta e, facendo così, piange ininterrottamente per un ora e tre quarti, quando telefono al Gangster per dirgli che sono disperata, che oggi, per la prima o forse seconda volta in 14 mesi, proprio non ce la faccio. Lui accorre, sgrida entrambi, diamo loro la merenda ma ormai io sono irrimediabilmnente arrabbiata con tutti loro. Per fortuna che è bel tempo, per fortuna che ai giardini incontriamo Valeria e Martino, per fortuna che ci sono anche altre mamme che mi fanno apprezzare quanto sia preziosa l'amicizia con Valeria, per fortuna che anche se i bimbi non camminano in qualche modo riesco a passare anche io il pomeriggio ai giardini fra un giochino e un altalena, per fortuna che il Gangster torna presto per dare loro la cena, per fortuna che siamo entrambi coalizzati contro di loro e i loro capricci, per fortuna che questa sera niente cinema che non ce l'avrei fatta e per fortuna che finalmente su Sky c'era un film decente, "Buonanotte signor Lenin" che ci guardiamo con il Gangster cercando di vincere questa giornata terribile.
Martedì 5 - Niente nido, ma per l'ultimo giorno, domani raffreddore, bronchite, neve o tempeste, niente mi fermerà per portarli in quel posto meraviglioso dove loro stanno bene e io pure. Approfittiamo del tempo libero per farci un bel giro nei nostri negozi amici, ci sono i saldi al 70% da Benetton e così, con poca spesa, compriamo magliette a mezze maniche per entrambi. Dopo il pranzo con una ghiotta frittata con la mozzarella, che si spolverano, durante il pisolino si alternano entrambi a piangere, passando così due ore insonni a turno. Io faccio finta di non sentirli, anche se li sento, ma i due hanno imparato la lezione e piangono ma senza disperarsi, rassegnati alle nuove regole che quando si deve dormire si dorme e basta, niente sconti e niente coccole. Si addormentano alle 15, per mezz'ora e passiamo il pomeriggio in casa, perché di nuovo piove, fra ciondolamenti e punizioni sul gradino, perché i fili no, non si toccano e le regole vanno rispettate.
Mercoledì 6 - E via, tutti al nido e al lavoroooo. Mai stata tanto felice. Trovo pure la scrivania sistemata in un'altra stanza e, dopo aver convissuto per 18 anni con varie persone che si sono alternate come miei colleghi e che avevano tutti figli, e dopo essermi sorbita 18 anni di problemi di figli altrui, di cui non me ne importava nulla, adesso che ho i bimbi io e dei quali vorrei parlare tutto il giorno, sono stata messa in stanza con le uniche due che non hanno bimbi e che, come era per me, dei miei non gliene importa assolutamente nulla. Però mi hanno chiamato per fissarmi un colloquio all'altro lavoro, quello che mi piacerebbe tanto. Vediamo, anche perché adesso (ovviamente) il lavoro che faccio mi piace e quindi spostarmi per allontanarmi vorrebbe proprio dire seguire un sogno, il sogno di fare il mio lavoro.
Con i gemelli, dopo il nido, andiamo a Music Together, che ci piace proprio tanto tanto, sia il gruppo che il corso. Scopro che Martino capisce l'italiano (a domanda di Valeria risponde, cosa che i gemelli non fanno assolutamente) e Emino sta tutto il tempo da solo indipendente, senza piangere mai, anzi. Mina al solito fa la sua vita, come sempre. Così abbiamo fatto pace e il periodo di sfida litigio è finito.
Giovedì 7 - Siamo da soli questa mattina, preparo i gemelli con calma e con calma andiamo al nido. Quando siamo solo noi tre è paradossalmente tutto più tranquillo, loro fanno meno scene di isterismo, come se lo sapessero che tanto io posso occuparmi di loro solo uno per volta e quindi si rassegnano. Io spreco il giorno a fare cose  inutili fra cui anche contattare una ragazza finlandese per proporle il babysitteraggio dei due, ma non ci troviamo sugli orari e anche sul punto interrogativo, nel senso che abbiamo passato la telefonata ad aspettare sue risposte a mie domande che lei invece pensava fossero mie affermazioni, tipo dove abiti? --- silenzio. E anche il supplente che c'è al nido adesso, al quale avevo proposto il lavoro di babysitter durante il tempo in cui non fa il supplente, ringrazia molto ma rifiuta. Peccato, perchè mi piaceva così tanto quel ragazzo, sempre sorridente e propositivo, e poi finalmente un uomo in questo mondo di donne che circondano i cuccioli! Quindi a baby sitter siamo ancora sotto zero. I gemelli oggi pomeriggio si sono comportati benissimo, niente scene di gelosia, risate felici per i miei giochi, tranquilli  nelle solite dispute fra loro, mai pianti isterici anzi, occhi dolci e sorridenti. Tanto che c'è da chiedersi a cosa può servire la baby sitter con simili angioletti.... ma io so bene cosa si cela dietro a quelle facce d'angelo.....
Venerdì 8 - Piove, nido, mammografia e lavoro. Questa è la mia mattina, da sottolineare (ormai era diverso  tempo che non succedeva) quanto mi piaccia andare al lavoro. Ho pure messo una pianta gialla sulla scrivania e mi piace di nuovo la pausa caffè (adesso spartanamente preso in una macchinetta autocomprata che teniamo nascosta in un armadio). Imparare a fare sempre cose nuove appaga una parte del mio carattere anche se, appena imparata la cosa nuova di oggi, ho pensato immediatamente sai che palle farla sempre .... Oggi c'era da aspettare notizie dal Gangster sull'operazione del nonno del mare. Non hanno potuto fare gran che e quando la sera è tornato il Gangster e sconfortato mi ha chiesto come fare ad affrontare questa prova, non ho saputo altro che dirgli di vivere al meglio con il suo babbo quello che rimane e non pensare a quello che viene  tolto ma a quello che ha avuto.
I gemelli oggi sono stati bravissimi, siamo tornati a casa quasi di nascosto perchè avevo voglia di stare da sola con loro (è un incubo ormai la gente che mi arriva in casa quotidianamente senza avviso, sicura che tanto con i gemelli mi fa piacere avere sempre gente che affolla la stanza, ma non è affatto così) e ho usato con mia sorella e i miei genitori la scusa dell'operazione dell'altro nonno per rispedirli tutti a casa propria. Io oggi, in  questa giornata particolare, avevo solo voglia di stare a giocare con i miei bimbi. Che adesso iniziano a capire cosa chiedo loro, mi portano il giornale, i librini perchè glieli legga, mi spostano le ciabatte e aspettano il mio grazie, ridono quando facciamo cucù, non si fanno più mettere in punizione perchè (pare) abbiano capito la lezione. Insomma, un quadretto da libro Cuore. E sì, vi leggerò anche quel libro, quando riuscirete a stare concentrati su qualcosa di più complesso che il librino di Marco che va al parco.
Sabato 9 - Santa Music Together di sabato mattina anche oggi. Praticamente facciamo doppio turno o doppio corso, non so. Quel che so è che serve tanto a impegnarci la giornata divertendoci. Oggi poi c'erano dei bambini nuovi, due deliziose bimbe americane vestite uguali,  un povero bimbo tartassato da una coppia di nonni che strappavano gli strumenti musicali agli altri bimbi dicendo no, questo è di nostro nipote.... mmmm povero bimbo! Grande fortuna che hanno i gemelli a non avere nonni da cui essere cresciuti! E a proposito di nonni, il Gangster oggi torna inaspettatamente prima dall'ospedale del nonno e ci porta a fare un giro in centro, benchè piovesse, ma cappottina trasparente sul passeggino, noi con il babbone andiamo ovunque, anche a mangiarci i panini tartufati del Procacci con un buon prosecco Antonori! E la sera addirittura cinema, a vedere la Cuoca del Presidente con la nonna del mare che guarda i piccoli.
Domenica 10 - Tempo temporalesco così ci ritroviamo tutti sul tappeto di casa, il babbo Gangster che indugia con noi prima di andare dal suo babbo all'ospedale, e i bimbi che gli saltano addosso felici di quel babbone a loro disposizione lì sul tappeto. E' stato proprio un bel momento. Poi Mina non ne vuol sapere di mangiare il pesce buonissimo per pranzo (che mangia Emino tutto da solo, un parago di mezzo chilo - da intero, intendo, ma sfilettato sarà stato 300/400gr....) e lei slurpa invece pane integrale e robiola imboccata dal mio babbo. Il pomeriggio segregati in casa mentre fuori infuriano vari temporali con toni e lampi, ma il Gangster anche oggi torna prima a sorpresa e si dedica ai suoi bimbi, che lo accerchiano e lo assediano felici, specie quando si mette il fermaglio di Mina nei capelli, che fa sbellicare dal ridere tutti. E la sera poi, dopo una frittata con pane e olio, due banane e una pera, i piccoli mangioni vanno a letto, arriva mia sorella Grazia a guardare la tv sul nostro divano e noi possiamo andarci a mangiarci Pata Negra Joselito per Taste, ormai per noi una tradizione questa rassegna gastronomica. E un po' ci manca la nostra Espana.

giovedì 7 marzo 2013

Non sono tutte rose e fiori

Ogni tanto ci penso, al fatto che quando scrivo qua è solo per raccontare quanto sia bello avere due gemelli. E non c'è giorno e non c'è ora del giorno che non lo creda, che sia bellissimo.
Penso pure che sono stata fortunata e che quei due bimbi siano degli angeli bravi, tanto che è vero quel che mi disse la pediatra, e cioè che  Dio vede e provvede, riferito al fatto che i gemelli, in effetti,  ci mettono molto del loro per farmi riuscire a star  dietro ad entrambi, senza tutto quella corte di persone che mi erano state preventivamente consigliate quando sapemmo che stavo aspettando due gemelli.
E' una gioia vederli e vederli crescere, spiare le dinamiche che si creano fra di loro e entusiasmarmi per il bene che mi vogliono, per essere la loro figura di riferimento, la prima persona alla quale buttano le braccia al collo per essere presi.
E' difficile che siano ostinati e ostili nei miei confronti, stanno buoni dove li metto e anche quando proprio il posto o la situazione non è adatta a loro, non si innervosiscono mai anzi, se vedono che io ci sono e sono tranquilla, anche loro si mettono buoni. Spesso mi hanno stupito per quanto sono capaci di adattarsi, fiduciosi in maniera assoluta in questa loro mamma.
Certamente si ribellano pure, a volte manifestano uno scontento che è inspiegabile, altre volte hanno un nervosismo e un uggia che non sai cosa farci e come fargliela passare, ma sono più le giornate in cui stanno tranquilli a girarsi i  loro giochini che altro.
Però, nell'insieme, va ricordato che io sono la loro mamma e che quindi, per contratto, non ho diritto neanche a un giorno di riposo. Sì, ci sono stati giorni (rarissimi) in cui non li ho visti dalla mattina al tardo pomeriggio e durante la settimana stanno dalle 8 alle 16 al nido e quando tornano a casa vanno a letto alle 19 quindi non è che ho da starci a lungo con loro. Ma le mamme non vanno mai in permesso e anche se  non hanno i bimbi sotto mano hanno comunque la loro responsabilità e il pensiero costante a quegli esserini, anche se sono libere per un giorno di stare dal parrucchiere, a leggersi un libro o a farsi un giro da sole.
Inutile sperarci, le mamme non hanno un giorno di ferie.
Per questo, messi insieme 14 mesi di questa vita, ci sono giornate in cui si è particolarmente usurate e ipersensibili. Ci sono giornate in cui basta che salti un pisolino, quell'ora di riposo pomeridiano dei piccoli che io uso per ricaricarmi le pile, oppure che qualcuno si svegli di notte magari un paio di volte  per qualche notte di seguito, o che le malattie impediscano di andare la nido e quindi ci ritroviamo ore e ore in casa a inventarci il da fare, quel fare con i piccoli che è usurante per un cervello adulto, che l'accumulo di giorni a tempo pieno fa salire subito il livello di guardia e i nervi cedono.
A me è successo lunedì, quando sono uscita di casa già alterata con il Gangster, sono tornata a casa che ho trovato due bimbi involuti nelle regole e nell'educazione che avevo dato loro grazie al permissivismo di mia sorella, e, ovviamente, è bastato che Emino non dormisse nel pomeriggio, piangendo a squarciagola per 1 ora e 40 minuti, lavandomi il cervello con quel suo pianto ostinato, per farmi saltare i nervi e essere tentata di scappare. Poi scappare non sono scappata (perche anche se ti distruggono, quel bene che vuoi loro ti è tatuato così indelebilmente nel cuore che mai li abbandoneresti)  e ho telefonato affranta al Gangster,  singhiozzando che non ne potevo più, come non avevo mai fatto. Devo essere stata particolarmente convincente perchè me lo sono vista  arrivare subito ed è pure tornato presto nel pomeriggio per dare loro cena, eventi più unici che rari, soprattutto se capitano nella stessa giornata.
Ero estenuata, ero paralizzata dal rintronamento di quel pianto che mi trapanava il cervello, quella sfida nei miei confronti e se  anche mi ero imposta di non darla vinta e non entrare in camera fino a quando quel pianto non fosse finito, perchè non dovevo cedere a nessun evidente ricatto, non è detto che non lo sentissi anzi, lo sentivo bene e sentivo tutto il tempo che passava e che da breve diventava lungo, lunghissimo. Altre volte li ho lasciati piangere, sicura di stare nel giusto, ma non sempre le ferree convinzioni sono così ferree da non piegarsi, e sentire quanto un esserino così piccolo ti possa sfidare con quei suoi polmoni ti fa pensare a un mucchio di cose, rivivi tutti i tuoi pianti di bambina, il buio, la paura, la solitudine e, anche se sai che stai facendo la cosa giusta, e cioè non darla vinta e insegnargli a farcela da solo a consolarsi, come si deve fare nella vita, sei sempre la sua mamma e lui è sempre il tuo cucciolo. Per questo piangevo, perchè avrei tanto voluto che smettesse, perchè io ormai non potevo più tornare indietro e andarlo a salvare, anche se avrei tanto voluto, perchè non avrei fatto il suo bene. E parallelamente pensavo anche  a quanto lui non mi capisse, a quanto ostinato fosse nel volermi far dannare.
Ricordo che solo un'altra volta mi è successo qualcosa di simile. I gemelli erano piccolisismi, avranno avuto un paio di mesi, e Mina aveva già un temperamento da leader e un tono di voce che le è subito meritato il suo primo soprannome che è stato Maria Callas. Quando voleva il latte non la convincevi con nulla a tranquillizzarsi, anche se era passato troppo poco tempo dal biberon precedente. Ricordo che quella sera lei ha iniziato a piangere a mezzanotte e aveva preso il latte appena un'ora prima. Io ricordo che ero così stanca e affranta che ho pensato che non ce l'avrei mai fatta a resistere a quei pianti fino all'ora della poppata successiva, che doveva essere dopo due ore. Ero sicura che non avrei potuto sentire quel pianto  arrabbiato per altre due ore. Ricordo di aver pianto e di essere scappata di camera, singhiozzando al Gangster che ci pensasse lui, io alzavo bandiera bianca e me ne andavo. Il Gangster mi ha ricorrso per le scale, quelle scale che dalla camera dove eravamo tutti portano verso il piano basso della casa. Mi ha parlato con parole dolci e comprensive, come ha fatto lunedì, e mi ha ricondotto alla ragione. E Mina si è  miracolosamente zittita.
Io un po' mi sono spaventata di questa mia ultima reazione, tanto che oggi, entrando in auto, in un'ora in cui i gemelli sono già da tempo al nido, mi è sembrato di sentire un pianto che veniva dai seggiolini dietro e mi sono girata impaurita a controllare che non avessi dimenticato i gemelli nella macchina, come a volte è successo ad altri genitori sotto pressione. 
Tranquilli tutti, non c'era ombra di bambino in auto, solo il suono del loro pianto ormai indelebilmenente impresso nella mia testa.

domenica 3 marzo 2013

Diario della settimana (dal 25 febbraio al 3 marzo)

Lunedì 25 -  Questa mattina ho deciso di lasciarvi a casa, siete pericolosamente raffreddati che, ormai l'esperienza insegna, so per certo che se sfido la sorte e la pioggia come c'era questa mattina, circondata dalla neve sulle prime colline, quel vostro raffreddore si trasforma in febbre e allora addio al viaggio a Roma di domani, al quale ci tengo tanto tanto. Così oggi mi sacrifico e vi tengo a casa e io lì con voi. E' impegnativo ora starvi dietro, con Emino che cammina spedito attaccato al pinguino primi passi e Mina che contemporaneamente si butta in terra facendo scene di gelosia fragorose perchè sto dietro al fratello ingnorandola. Ossignore che periodino che si sta preparando.... Per fortuna la sera si replica nell'appuntamento classico del lunedì al cinema con LauraGP. Anna Karenina, scenograficamente divertente peccato che della mia eroina Anna Karenina, i cui tre tomi di libro lessi in adolescenza bevendomeli anche di notte, tanto ero innamorata di quella donna appassionata, mio giurato modello di vita, neanche l'ombra in quel film!
Martedì 26 - Quarto anniversario di matrimonio, passato a Roma con il babbo Gangster. Al nostro ritorno i gemelli sono già a casa con le zie, e non danno segno di particolare turbamento ad essere stati così a lungo senza di me. Fino alla messa a letto, quando entrambi non riescono a prendere sonno come fanno al solito e devo stare là in camerina a carezzare la pancia e la testa di entrambi. Ammetto che mi hanno fatto piacere entrambe le cose: che riusciate a stare tranquilli anche se non mi vedete, che poi vi manchi tanto tanto che urlate per recuperare. E, come vi ho detto questa mattina quando vi ho svegliato, ma chi pensava quattro anni fa che oggi mi sarei ritrovata con questi due piccoletti bellissimi!
Mercoledì 27 - Il giorno faccio un insieme di cose che mi piacciono, come regalo per il mio compelanno. Niente lavoro, un bel giro in centro, i bimbi al sicuro al nido. Ma fino a quando non incontro il Gangster il giorno non decolla. Un po' perchè stiamo insieme, un po' perchè pranziamo al ristorante ebraico che quando sono lì mi sembra tanto di stare all'estero, con quel coacervo di stranieri o anche di fiorentini che sono stranieri alla città e poi sì, finalmente vado a prendere i pippi al nido e voliamo a Music Together. Neanche lo sapessero, che oggi mi dovevano fare un bel regalo, sono stati entrambi bravissimi, tranquilli e indipendenti, mai un pianto, neanche se stavo con uno e lasciavo un'altro, Emino appassionato a quei ritmi, Mina curiosa di quei suoni, ridevano quando lanciavamo i foulard in aria e ricadevano sulla loro sulla testa, e così mi si è proprio aperto il cuore. E poi cena a casa nostra con sorelle e cognati, con i pippi nella stanza accanto che non hanno battuto ciglio per le voci o i rumori. Grazie bella famiglia.
Giovedì 28 - La mattina scorre dietro ai miei vari impegni (ceretta, manicure, pulizia viso..sì sono una donna impegnata) e la sorpresa è ... tornare al ristorante ebraico con il Gangster, in un appuntamento fortuito dell'ultimo minuto. Che sgranchimento di mente provo quando sono lì con lui! E quando vado a prendere i pippi al nido la maestra mi dice che Emino ha una fame incredibile, che secondo lei dorme poco dopo pranzo perchè si sveglia con i morsi di fame e io le racconto che la notte fa lo stesso e che anzi, la notte, subito poco che ha finito di cenare si risveglia e non si placa che con un biberon pieno di latte e biscotti. In più oggi lui ha una tosse preoccupante, tanto che telefono alla pediatra e mi consiglia una curettina lampo per la notte, sperando che non gli venga la febbre, dice lei. O no, urlo io, la febbre nooooooo
Venerdì 1 - Appena arrivata al lavoro chiamo la pediatra perchè Emino rantolava in maniera preoccupante, questa mattina. Ovviamente la pediatra mi sgrida per averlo mandato al nido, e mi chiede di portarglielo a vedere. Risultato: niente di preoccupante, è solo che lui  non tossisce bene per questo gli rimangono i catarri fermi e annaspa nel respiro. Ma se mangia come ha mangiato oggi (al nido raccontano di tre piatti di ravioli spolverati) vuol dire che non sta poi tanto male... Colgo l'occasione per condividere con lei quello che ci siamo dette al nido oggi con una maestra riguardo al fatto che là Emino è bravissimo e non piange mai invece a casa è tutto un capriccio e un pianto. E che quando non accorro subito sbatte la testa. La maestra del nido mi dice che così punisce se stesso perchè non può punire me, e che per i capricci devo lasciarlo perdere, non devo cedere ai suoi pianti anche se sono insistenti e prolungati. La pediatra dice lo stesso e, ovviamente, forte di questo, mi approccio in maniera diversa ad Emino che, riovviamente, capisce immediatamente che è cambiato vento e quindi non piange più in maniera ossessiva. Mannaggia quanto siete furbi!!!
Sabato 2 - Mattina soleggiata ma con tanto vento, così decido di portarvi a Music Together del sabato, invece che fuori in giro. Al ritorno troviamo la parrucchiera che ci aspetta: Emino capelli di nuovo tagliati, ma questa volta molto più corti, che sembra un angioletto mascalzone (e in effetti ha pianto per tutto il tempo del taglio) Mina anche lei via tutti i riccioli e adesso sembra quasi un maschio, ma io prontamente le avevo comprato una farfalla rosa che le appunto leziosa su quel poco di ciuffo rimasto e lei se la tiene come se sapesse che adesso deve supplire ai capelli mancanti (Mina non ha mosso ciglio quando le hanno tagliato i capelli, come una veterana dell'acconciatura).
Pranzo con ravioli e orata e pisolino brevissimo, tanto che, saltando quello, siamo tutti nervosi. In più c'era la festa di Maria Vittoria che ci saluta e se ne torna a Roma, e i gemelli hanno resistito solo un po', poi Emino si è messo a sclerare di stanchezza anche se l'ho posizionato nel passeggino tentando di farlo addormentare. Mina invece, grazie ai biscotti, è stata in conversazione con gli altri bambini e mamme per tutta la festa, è un vero animale da palcoscenico, lei! A casa con cena con latte e biscotti, la cena tipica della stanchezza e anche io sono infinitamente stanca. Devo trovare una brava baby sitter che mi aiuti.
Domenica 3 - Sole, anche se ancora l'aria è un po' fredda, ma tempra e così tutti fuori, di buon ora, perchè adesso i gemelli, con il sole che splende, si svegliano al più tardi alle 7, se non alle 6,30. Emino non sta bene, ha gli occhi di febbre anche se non ha febbre, respira sempre male e quando partiamo con il passeggino si mette a dormire per tutta la super giratina, quasi dormendo anche quando lo monto, insieme alla sorella, sull'altalena del giardino dell'Orticultura. Però quando lo spingo e ci scherzo ride, come fa pure lei, che dell'altalena è innamorata. Il pomeriggio il babbo a sorpresa ci porta a fare un'altra giratina, andiamo in centro, che è pieno di persone da non passare,ma il babboGangster è tanto triste per il suo babbo, con quella brutta malattia che ha. E non si gode neppure il benvenuto a casa quando Mina, con il nuovo taglio corto corto di capelli che sembra Audrey  Hepburn con pure la farfalla rosa nei capelli, lo accoglie camminando di corsa attaccata al pinguino primi passi. Speriamo che questo brutto periodo passi, e si riesca a goderci la nostra famiglia unita, ne avrei tanta voglia.