martedì 19 marzo 2013

Festa del papà con un sogno regalato e una presenza certa

Tante cose si intrecciano in questi giorni, fra la vita che si ferma e la vita che va avanti. 
Fra i vari appuntamenti della vita che va avanti, questa mattina abbiamo firmato il contratto della casa al mare. Adesso in borsa ho le chiavi di casa mia a Quercianella, comprata da un anziano signore che la deteneva da 40 anni, precisamente quanto ho intenzione di andarci io. Festeggiare l'ulteriore "regalami un sogno" che il  Gangster mi ha avverato, verrà rimandato a data da destinarsi, come la festa del papà di oggi, festeggiata in un nano secondo, strappandola con i denti, prima di uscire tutti di casa, con i piccoli in piedi nel loro lettino già con i giubbotti addosso, e il Gangster in mezzo a loro colto dal regalo preparato da tempo, come si deve fare per regalare una camicia fatta su misura, che doveva essere pure accompagnata dalle camicie anche per i figli, ma che era troppo elaborato presentare in questo contesto, che è stato gradito, guardato il giusto, e lasciato lì per goderselo poi, quando gli animi saranno quelli giusti per festeggiare. 
Che strana la vita, anno scorso la festa del papà l'avevo organizzata alla grande, con una forte premeditazione, facendo stampare sulle magliette dei piccoli, del Gangster e del Frafratello una foto che li ritraeva tutti e quattro e facendogliele indossare a tutti per tutta la cena. Quelle maglie restano, quel ricordo resta (e pure qualche foto, che sono andata prontamente a riguardare, con un Emino piccolissimo immerso in una maglietta enorme taglia 2 anni che adesso gli entra a mala pena..) e resta anche qualcosa nell'aria di questa casa, con io che vedo luci e ombre, con Mina che oggi, mentre era sul tappeto, si guardava in giro come non aveva mai fatto, come se seguisse una persona e che chiamava come quando vuol chiamare qualcuno, con quel dede di richiamo, tanto che le ho chiesto chi vedesse, se c'era il nonno lì con noi.
Come sono sicura c'era ieri sera, quando io e il Gangster eravamo a letto al buio a parlare abbracciati, io che gli raccontavo che era tutto il giorno che vedevo delle luci nell'aria, che sentivo piangere un bambino per le scale, che scendendo dalla camera nostra alla camera dei bimbi avevo visto ombre di pesci, che appunto era tutto il giorno  che mi dicevo che Piero era ancora lì con noi, che ancora non era andato nella sua pace ma stava indugiando lì con quei nipoti, forse anche a cercare suo figlio per aiutarlo a consolarsi, e appunto, in quel momento, si è accesa la luce del televisore, come se qualcuno fosse passato lì davanti. Il Gangster, in genere sempre avverso ai miei racconti di avvistamento fantasmi e di energie e voci, ha invece voluto sapere che voleva dire, perchè pensavo che suo babbo fosse ancora lì, dove poi doveva andare, e allora gli ho raccontato delle energie che siamo, che anche se smette la vita del corpo tutta quell'energia rimane, come il profumo del pane nel forno, che impermea le mura anche quando il pane non sta cuocendo. Gli ho anche detto che i racconti di tutti quelli che sono stati dichiarati morti ma che poi sono tornati in vita concordano con questa grande luce e pace che si vede, che il suo babbo sono sicura che vede anche lui ma che aspetta ad andarci per lasciare che i suoi cari si abituino all'idea di non averlo più, e forse anche lui stesso è stato colto così all'improvviso da quel trapasso che  forse anche lui ha voglia di salutare meglio e a suo modo si aggira ancora fra questi suoi nipoti, per salutarli come non ha potuto fare,  inciampando in una nuora che avverte questa presenza. E forse anche mia figlia ha questo dono, tanto che oggi, sono sicura, giocava con il nonno.

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