E come dire, tanto tuonò che
piovve.
Un po’ me lo sentivo, anche se
non se ne parlava. Molto lo intuivo e tantissimo l’ho visto, quando mi sono
fermata ai giardini vicino all’asilo e i bimbi della classe dei gemelli, in
libertà, hanno dato libero sfogo ai loro legami, dinamiche, attrazioni e
predisposizioni. Non avevo visto momenti costruttivi in quei giardini, avevo
assistito a bimbi abbandonati a se stessi che facevano il bello e molto il
brutto tempo, che si esibivano in giochi violenti e pericolosi senza essere
fermati, genitori molto diversi da me con cui poco o niente avevo da condividere
anzi, che mai avrei frequentato se non fosse che i nostri bimbi sono in classe
insieme, tanto che mi ero fatta le mie notti insonni e, dopo quelle esperienze
brevi (ovviamente mi ero giurata che mai più avrei portato i miei bimbi in quei
giardini) avevo preso al decisione di
cambiare scuola ai gemelli il prossimo anno.
Sembrava, tale decisione, frutto
di una mamma apprensiva, altezzosa, che non voleva far testare ai propri figli
le dure leggi della vita. Bene, se la dura legge è essere spinto dallo scivolo
o giocare a darsi le botte o a picchiarsi con un ramo di albero, no, non credo
che siano esperienza in cui dei bimbi di tre anni vadano lasciati da soli.
Un po’ mi sono sentita anche in
colpa, facendo subito dopo la pace con me stessa ammettendo che sì, sono
razzista, le famiglie di rumeni che hanno occupato un condominio lì vicino e
che frequentano l’asilo, non sono amicizie adatte a me. Come non lo sono neppure
chi, all’uscita di classe, porta per merenda ai bimbi le Cipster oppure le
merendine al cioccolato. Va bene, mi sono detto, sono diversa io e ne sono
cosciente.
Poi ieri pomeriggio c’è stata la
riunione di classe dei genitori e insegnanti. Le maestre diplomaticamente
dicono che in classe ancora non sono riuscite a raggiungere il rispetto delle
regole, della disciplina e a spezzare
delle dinamiche che ci sono fra i bimbi. Hanno chiesto se, guardando i bimbi ai
giardini, ci siamo accorte di qualcosa e se abbiamo visto i bimbi in qualche
modo peggiorati. Ecco: io ho detto sì a tutto, ho detto che è evidente che ai
giardini qualcosa non funziona, per questo io non ce li porto più e che ho
trovato i gemelli molto più rabbiosi, con attacchi di rabbia che non sanno sfogare
se non con pizzicotti nervosi e scatti di ira. E io avevo dato la colpa al
fatto che stanno crescendo, per questo stanno diventando sempre più
disobbedienti perché cercano e capiscono il bisogno dell’affermazione
personale, anche se si capiva che dietro c’era la rabbia di un giorno passato
fra bambini, diciamo così, indisciplinati. Poi emerge che le maestre hanno
anche chiesto aiuto psicologico esterno, per avere una consulenza sulla
gestione di tanti personaggi messi insieme, che loro, a quanto pare, non
riescono a gestire. Anche il momento della conversazione, che è una tappa di
questo anno, non riescono a portarla avanti perché ci sono questi bimbi
difficili. E poi e poi, un sacco di altre scoperte, tipo che il mangiare della
mensa è pessimo, passato di ceci pieno solo di bucce e minestra di verdura con
fili di sedano e fagiolini, porzioni scarse e, addirittura capelli dentro i
piatti. Poi che anche l’insegnante di religione aveva dato dei problemi, poi e
poi…… Non l’ho detto che io l’avevo detto, ho solo detto che queste cose mi
piacerebbe averle sapute per tempo, non quasi a fine anno, per questa mancanza
di comunicazione tra insegnati e genitori.
Così un po’ mi sono sentita
sollevata per aver preso la decisione giusta nel cambiare scuola ai miei bimbi,
un po’ mi sono sentita truffata nell’aver solo dovuto intuire ,da una lettura
attenta che ho dei miei bimbi, di quello che succedeva dietro quella porta.
Da settembre, per fortuna, si
cambia.