martedì 31 marzo 2015

L'avevo detto io, anche se non l'ho detto



E come dire, tanto tuonò che piovve.
Un po’ me lo sentivo, anche se non se ne parlava. Molto lo intuivo e tantissimo l’ho visto, quando mi sono fermata ai giardini vicino all’asilo e i bimbi della classe dei gemelli, in libertà, hanno dato libero sfogo ai loro legami, dinamiche, attrazioni e predisposizioni. Non avevo visto momenti costruttivi in quei giardini, avevo assistito a bimbi abbandonati a se stessi che facevano il bello e molto il brutto tempo, che si esibivano in giochi violenti e pericolosi senza essere fermati, genitori molto diversi da me con cui poco o niente avevo da condividere anzi, che mai avrei frequentato se non fosse che i nostri bimbi sono in classe insieme, tanto che mi ero fatta le mie notti insonni e, dopo quelle esperienze brevi (ovviamente mi ero giurata che mai più avrei portato i miei bimbi in quei giardini)  avevo preso al decisione di cambiare scuola ai gemelli il prossimo anno.
Sembrava, tale decisione, frutto di una mamma apprensiva, altezzosa, che non voleva far testare ai propri figli le dure leggi della vita. Bene, se la dura legge è essere spinto dallo scivolo o giocare a darsi le botte o a picchiarsi con un ramo di albero, no, non credo che siano esperienza in cui dei bimbi di tre anni vadano lasciati da soli.
Un po’ mi sono sentita anche in colpa, facendo subito dopo la pace con me stessa ammettendo che sì, sono razzista, le famiglie di rumeni che hanno occupato un condominio lì vicino e che frequentano l’asilo, non sono amicizie adatte a me. Come non lo sono neppure chi, all’uscita di classe, porta per merenda ai bimbi le Cipster oppure le merendine al cioccolato. Va bene, mi sono detto, sono diversa io e ne sono cosciente.
Poi ieri pomeriggio c’è stata la riunione di classe dei genitori e insegnanti. Le maestre diplomaticamente dicono che in classe ancora non sono riuscite a raggiungere il rispetto delle regole, della  disciplina e a spezzare delle dinamiche che ci sono fra i bimbi. Hanno chiesto se, guardando i bimbi ai giardini, ci siamo accorte di qualcosa e se abbiamo visto i bimbi in qualche modo peggiorati. Ecco: io ho detto sì a tutto, ho detto che è evidente che ai giardini qualcosa non funziona, per questo io non ce li porto più e che ho trovato i gemelli molto più rabbiosi, con attacchi di rabbia che non sanno sfogare se non con pizzicotti nervosi e scatti di ira. E io avevo dato la colpa al fatto che stanno crescendo, per questo stanno diventando sempre più disobbedienti perché cercano e capiscono il bisogno dell’affermazione personale, anche se si capiva che dietro c’era la rabbia di un giorno passato fra bambini, diciamo così, indisciplinati. Poi emerge che le maestre hanno anche chiesto aiuto psicologico esterno, per avere una consulenza sulla gestione di tanti personaggi messi insieme, che loro, a quanto pare, non riescono a gestire. Anche il momento della conversazione, che è una tappa di questo anno, non riescono a portarla avanti perché ci sono questi bimbi difficili. E poi e poi, un sacco di altre scoperte, tipo che il mangiare della mensa è pessimo, passato di ceci pieno solo di bucce e minestra di verdura con fili di sedano e fagiolini, porzioni scarse e, addirittura capelli dentro i piatti. Poi che anche l’insegnante di religione aveva dato dei problemi, poi e poi…… Non l’ho detto che io l’avevo detto, ho solo detto che queste cose mi piacerebbe averle sapute per tempo, non quasi a fine anno, per questa mancanza di  comunicazione tra  insegnati e genitori.
Così un po’ mi sono sentita sollevata per aver preso la decisione giusta nel cambiare scuola ai miei bimbi, un po’ mi sono sentita truffata nell’aver solo dovuto intuire ,da una lettura attenta che ho dei miei bimbi, di quello che succedeva dietro quella porta.
Da settembre, per fortuna, si cambia.

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