lunedì 29 luglio 2013

Diario di due settimane (dal 15 al 28 luglio)


Lunedì 15 – La mattina vado al lavoro e i gemelli rimangono con le mie sorelle. Quando torno a casa, sapendo che i due dormono, mi fermo un attimo dai miei genitori e trovo la mia mamma sul letto, per un riposino nel caldo pomeriggio. Mi stendo lì con lei e facciamo le nostre vecchie chiacchiere, con lei che mi racconta varie cose, anche se adesso lo fa a modo suo, ma è sempre un grande piacere ascoltarla e condividere quell’intimità. A modo suo mi riempie di complimenti per i gemelli, per come sono tranquilli e sereni grazie a me. Oh cara mamma, come mi piacerebbe che tu avessi ancora le tue parole per sentirmele regalare. Ma sono felice anche di quello che riesci a darmi lo stesso. Sei la mia grande gioia, sei la mia grande maestra. Poi partiamo per il mare, i gemelli, io e mia sorella Aci e arrivando nel tardo pomeriggio, andiamo ai giochini nel paese, a fare l’altalena da grandi e lo scivolo da grandi, ormai senza paura. La sera ci raggiunge pure il babbone, che mi porta fuori a cena vicino casa, dove ci danno il tavolo più bello davanti alla balaustra che incornicia un tramonto viola, peccato che io ho un mal di denti terribile e vorrei usare quella romantica balaustra per batterci il capo, più che per godermi il panorama.
Martedì 16 – La mattina andiamo in spiaggia, ma visto che c’è mia sorella ci concediamo il lusso di fermarci a Quercianella paese per fare colazione al bar. Sulla spiaggia ci raggiunge poi il babbone che si prende i piccoli per far fare loro il bagno, ma solo Emino è felicissimo di provare l’acqua e di sperimentare i braccioli, estasiato dal suo babbone che si prende cura di lui. Mina invece preferisce stare con me e giocare nell’acqua bassa. Nel pomeriggio lasciamo i piccoli con la zia e io e il Gangster andiamo a fare gli ultimi folli acquisti, tipo le tende per le finestre di casa, una spesa gigante e internet per la casa al mared. Al nostro ritorno portiamo di nuovo i bimbi ai giochini, dove Mina mi si attacca come una cozza, sicuramente gelosa del fatto che Emino, non camminando, ha bisogno sempre della mia assistenza. Ma oggi approfittiamo che c’è la zia e lo lasciamo a lei e io e la bimba stiamo sulle panchine come due amichette, sempre per mano che è una gioia per entrambe.
Mercoledì 17  La mattina sento Emino che si sveglia piangendo in maniera strana, non è il solito lamento da risveglio con voglia di coccole e soprattutto di latte, ma è un pianto sordo e disperato, che mi fa (fortunatamente )a accorrere a vedere cosa abbia. Nel buio della camera lo trovo seduto nel lettino invece che in piedi come di solito sta ad aspettarmi, lo vado per prendere e non viene su. Aveva un laccio intorno al collo che lo stava strozzando! Dieci anni di meno di nuovo in un attimo! Praticamente il lettino da campeggio dove dorme al mare ha, all’esterno, uno zainetto porta pigiama che si aggancia con uno strap. Lui l’aveva tirato dentro, questo non si era sganciato e quindi si era passato uno spallaccio intorno al collo che gli tirava da strozzare. L’ho portato in salvo tra le mie braccia, quello zainetto è volato via e io mi sono tenuta stretto stretto a me il mio bimbo con un segno di corda sul collo. Povero piccolo mio che spavento che devi avere avuto.! Il piccolo mi stava tutto spossato addosso, come a dire sapessi come me la sono vista brutta! Per fortuna che tutto è passato e oggi arriva un altro giorno al mare, mattina e pure pomeriggio questa volta, con pranzo e cena sulla spiaggia (cena per i piccoli, con orario da piccoli alle 18.40) e poi doccia calda e pigiama, sempre allo stabilimento balneare e rientro a casa giusto per mettere a letto loro e cenare noi. Oggi Mina sfoderava un frangipane rosa nei capelli e una maglietta dello stesso colore che la faceva ancora più bella.
Giovedì’ 18 - Mare con bagno spettacolare per Emino, che è felicissimo dell’acqua e dello sguazzarci dentro. Mina invece preferisce proprio la riva e i giochetti di travaso acqua. In più i due hanno scoperto il bar e la musica che c’è  lì, così ci passiamo delle ore: Mina perché vuol sentire la musica e ballare, Emino perché si è innamorato della biondina del bar e come la vede sputa il ciuccio per sembrare grande, si aggrappa ad una sedia per non fare vedere che ancora non sa camminare e le lancia i suo sguardi di traverso, con il bicipite in bella vista. Mannaggia che dongiovanni! Il pomeriggio non torniamo in spiaggia ma ce ne andiamo a Castiglioncello a vedere che c’e di nuovo. Tentiamo anche dei giochini che ci sono in pineta ma sono solo pericolosi, così finiamo per fare la spesa alla Coop e via a casa.
Venerdì  19 – La mattina mi sveglio prestissimo per prendere il treno da Quercianella a Firenze, perché devo rientrare al lavoro per interrompere l’aspettativa. Al lavoro di nuovo lavoro un sacco per fare tutto prima delle ferie, così non sfrutto neanche quelle ore lontano dai gemelli per riposarmi un po’. Torno al mare nel pomeriggio con il Gangster, dove troviamo i gemelli e mia sorella (che li ha tenuti da sola per tutto il giorno) e ci prendiamo un gelato tutti insieme, anche per far la pace con Mina che neanche mi guarda, arrabbiata per averla lasciata sola, suppongo. E ai giardini lei non vuole assolutamente stare con il suo babbone e mi si appiccica per tutto il tempo. Emino invece saluta felice i treni che passano, le moto e i cani, le tre sue passioni.  E il babbone va ad una cena al Forte dei Marmi e ci lascia dopo poco.
Sabato  20 – La mattina in spiaggia e  pure il pomeriggio dove, per permettere loro di fare il bagno, li facciamo saltare la merenda. Poi decidiamo di andare in spiaggia a piedi, io mi prendo una mezza insolazione e quando arriviamo in spiaggia ci passa la voglia di far fare loro il bagno, anche perché stavano buoni e tranquilli a giocare con la sabbia e sul mare c’era un bel vento. E’ solo che saltare la merenda ha fatto sì che Emino iniziasse alle 5 a dire pappa, ad innervosirsi e smaniare per mangiare, tanto che abbiamo dato loro merenda tardi e dopo un’ora cena, che hanno voluto così così. Solita doccia sul mare e pigiama e si torna a casa con il passeggino, e per tutto il viaggio Emino smania di nuovo con questa pappa. Tanto  che arrivati a casa faccio loro due biberon di latte e biscotti che gradiscono molto. Mamma mia che lupetti affamati che sono!
Domenica  21-  La mattina andiamo in spiaggia con Mina vestita a festa: ha un delizioso pagliaccetto a righe arcobaleno che le avevo comprato a Parigi e un fermaglio con una farfalla viola nei capelli. E’ la bimba più bella di tutta la spiaggia. Emino invece sfoggia, al momento del bagno in mare, un costume a mutanda alta con il nano Cucciolo che incornicia le sue belle chiappette. Dopo pranzo dormono di nuovo pochissimo che io non ho neanche il tempo di riposarmi, visto che ho dovuto passare quell’oretta a stare dietro ai vigili e a quel cretino che aveva parcheggiato davanti al nostro cancello e che ci ha impedito di entrare nel parcheggio di casa.  Subito dopo pranzo parte mia sorella Grazia, che mi fa venire voglia di piangere o meglio, piango proprio. Adesso sono proprio sola con i due. Così mi faccio coraggio e alle 15,30 me li carico in auto e ce ne andiamo a Castiglioncello, a prendere il gelato al porto nuovo dove ci coglie la pioggia e poi facciamo una passeggiata sul lungomare che vede i due interessatissimi da tutta quella gente in spiaggia, li guardano proprio sorpresi e poi facciamo la spesa alla Coop e per cena nasello, che mangiano tutto e volentieri, compresa Mina che a casa non mangia mai il pesce.  E faccio le 9 prima di rimettere a posto tutto, e potermi fermare a cenare. Che ferie del cavolo.
Lunedì 22 – La notte la passo agitata, per il pensiero di affrontare oggi il mare con le baby sitter. Non so se piaceranno ai gemelli, non so se piaceranno a me. Per fortuna che quella della mattina è proprio brava, arriva in anticipo, prende subito in mano la situazione, mi lascia andare a fare il bagno in mare senza spaventarsi, gioca con entrambi e soprattutto stabilisce subito un feeling con Mina, che adesso è quella diffidente che non vuole gente sconosciuta in giro. Fatto, sono amiche e io mi sento sollevata, sapendo che su questa ragazza posso contare, e anche molto. Il pomeriggio è invece lunghissimo, Emino si sveglia urlando dopo nemmeno un’ora di pisolino e io mi trovo i gemelli già svegli alle 14,  quando io ancora non ero riuscita a riposarmi. Sono disperata forte, più che altro sconfortata da questa vita in cui non c’è respiro. Facciamo un po’ di giochini, molto rovistano per casa e poi, miracolosamente, riusciamo ad arrivare alle 16 ora in cui avevamo fissato ai giardini con la baby sitter del pomeriggio. Questa è una ragazza giovane che ha fatto  ora la maturità, è timidina e non cattura i gemelli con nessun gioco  né con nessuna passione. Così il pomeriggio ai giardini si rivela noiosamente lungo, con Emino che dopo un po’ si spazientisce del solito giro scivolo-altalena-cavallino a molla e spazia per tutti i negozi del paese, preferendo ovviamente il ferramenta e il negozio di costumi, dove fa incetta di mutande e dove va portato via a forza. La sera solita scena madre di Mina per fare la doccia, soprattutto poi i due sono sfiniti, non dormendo il pomeriggio, e io di più. Ossignore speriamo che passi presto questa estate!
Martedì 23 – La mattina al mare  e mentre aspettavamo la baby sitter Emino rimane solo sulla spiaggia, un po’ lontano da me e, non avendo aiuto, si alza in piedi da solo! Praticamente a quattro zampe alza il sedere e si tira su con il busto rimanendo in piedi e cascando subito dopo, ma io lo applaudo e gli dico bravo, così lui e prova e riprova felice, e io più di lui. Mina invece a fare il bagno in mare, visto che c’era l’alta marea e quindi poca spiaggia, si abbarbica sullo scoglio più lontano dal mare nella piscinetta naturale per i bimbi, come a dire qui il mare proprio non arriva, finalmente. Sì, per lei bastano i giochetti con l’annaffiatoio e il secchiello, mentre Emino è un pesce impazzito, in acqua, da quanto gli piace! Oggi dormono un po’ di più dopo pranzo (ma non superano le 14,30, contro le 15,30 di Firenze)  e io ho modo di riposarmi un attimo. Partiamo poi di nuovo per il mare dove ci aspetta la baby sitter del pomeriggio, che però non ci piace proprio, soprattutto al mare, dove non gioca con i bimbi mai né  con la sabbia né con l’acqua, sta lì come un fantasma e io decido che con domani finirà la sua carriera: non posso non avere un aiuto attivo.  Poco bagno in mare il pomeriggio, ma per fortuna c’è la cena e la doccia e pigiama in spiaggia, così arrivo a casa che loro sono già sistemati e io posso respirare.
Mercoledì 24 – La mattina Caterina baby sitter fa scoprire ai due le formine con la sabbia. I piccoli ne sono catturati ed entusiasti come se fosse l’invenzione più ganza del mondo. Emino  poi in spiaggia mi viene incontro per qualche passo da solo, felice di riuscirci e di potermi abbracciare le gambe e godersi i miei complimenti e incitamenti: che emozione! Il pomeriggio finalmente dormono un po’ di più e anche io riesco a risorgere. Andiamo in spiaggia, ma con quella baby sitter è tutto un po’ triste, e vedo loro che si aspetterebbero di nuovo di fare le formine con la sabbia, che alla fine faccio io . Per questo  saluti e baci alla tata pesce lesso che non vedermo più.
La sera mannaggia, il film su Sky cult non mi piace (in genere li guardo a scatola chiusa, perché la programmazione di quel canale è l’unica che mi piace sempre)e così mi compro un film su Sky, perché quella del film serale, tipo cinema, è un rito e un appagamento al quale non posso rinunciare, in questi giorni in cui sono sola al mare.
Giovedì 25 – La mattina conosciamo quella che dovrebbe essere la futura nuova baby sitter n.2 dei gemelli. Mi aveva parlato di lei la proprietaria della pizzeria di Quercianella, notoriamente poco affidabile. Io notoriamente credulona, l’ho chiamata fiduciosa per far fare a lei il turno pomeridiano con i gemelli. Ossignore, si presenta subito male e parlandoci peggiora. E’ una donna adulta semplice di paese, per niente adatta alle mie esigenze. Sconfortata vado in spiaggia dove la baby sitter brava della mattina mi risolve la questione: si rende disponibile lei a stare con i due anche qualche sera dopo cena, e quando non c’è lei chiamerà una sua amica che conosco anche io. Benissimo, mi sento sollevata.
I gemelli passano la mattina con lei (e anche con me, ma lei la cercano per i giochi, mentre a me per le coccole) e nel pomeriggio, dopo di nuovo un breve pisolino, niente spiaggia ma monto i gemelli in auto e ce ne andiamo all’Ipercoop, cosa che ho sempre visto fare alle famiglie e ho sempre disprezzato. E invece adesso benedico i centri commerciali: c’è l’aria condizionata, tanti negozi tutti insieme che non devi salire e scendere i due dall’auto o dal passeggino, io faccio finalmente un po’ di shopping e compro duemila mollettine con fiori, cuori, bottoni, pon pon, fiocchetti per Mina che, per festeggiare, si leva il fiocchetto giallo nuovo che ha sul ciuffo e se lo nasconde in una scarpa, come a dire proprio no, questi orpelli non sono per me. Però le compro anche una borsetta,  accessorio che adesso lei adora tanto che, appena può, agguanta sempre la mia e se la vuole tenere in spalla come vede fare a me. Quando oggi lei capisce che quella che avevo comprato era prorio per lei, vedo i suoi occhi scintillare come se fosse il regalo più bello in assoluto che lei proprio neanche sperava di avere. Emino invece è felice di mangiarsi un bel gelato. Rincasiamo giusto per mangiare la frittata e andare a letto loro, a stirare e pulire la casa io (la signora delle pulizie inizierà dalla prossima settimana) perché domani sera arriva il Gangster e la casa deve essere presentabile. Però, malgrado questo, che bello non tornare a casa accaldati e appiccicosi ma freschi e puliti grazie al centro commerciale invece che alla spiaggia! Sì, sono proprio cambiata!
Venerdì 26 – Sveglio i gemelli presto per partire per Firenze, dove mi aspetta un giorno di lavoro e per questo ho deciso di portare anche i piccoli a casa con me per rivedere i nonni e le zie. Durante il viaggio Mina si libera pericolosamente delle cinghie del seggiolino e la vedo volteggiare nel sedile posteriore, facendomi decidere che quei seggiolini vanno assolutamente regolati in giornata. Quando arriviamo vicino casa i due riconoscono subito la via e iniziano a chiamare nonno nonna, guardando alla finestra giusta sperando di vederli. E i nonni sono proprio alla finestra ad aspettarci e i piccoli hanno un impeto di gioia: si buttano al collo dei miei genitori facendo balzi per andare ad abbracciarli. E questo rende tutti felici. Io vado al lavoro dove ascolto le lamentele dei colleghi che non hanno altro impegno nella vita che quello di venire a lavorare, e penso a quanto sono fortunata ad avere una mia bella famiglia che mi distrae dai problemi inutili. Dopo il lavoro vado diretta dal parrucchiere perché ormai in spiaggia non ero più presentabile e invece devo essere una bella mamma. Il trattamento che mi fa è lungo e perdo un sacco di tempo, in più decido di andare al negozio per farmi aggiustare i seggiolini e anche lì ci vuole un sacco di tempo e così rischia di saltare l’appuntamento con Martino e Valeria. Che non salta ma, si contrare molto, giusto mezz’ora ai giardini. Mina quando si accorge che la sto portando ai nostri giardini storici ha di nuovo un impeto di gioia, saluta Martino e Valeria ma ha vergogna di Chiara che non frequentavamo spesso e quando la vede si blocca sullo scivolo, che però oggi sale non a quattro zampe ma dritta in piedi. Emino fa la solita altalena. Sudati, esausti, chiacchieriamo un po’ e ci salutiamo dopo poco, però questo incontro era un bel regalo che ci siamo voluti fare e poi a casa a berci un bel biberon di latte e pigiama e via in auto dormendo subito per il ritorno a Quercianella, dove ci aspetta il babbo Gangster. Io sono distrutta dal caldo e dalla tensione e anche dal mal di denti. Mannaggia!
Sabato 27  - Oggi niente baby sitter così i gemelli toccano al Gangster e a me. Arriviamo in spiaggia tardi perché dobbiamo aspettare la nuova signora delle pulizie, il Gangster è frastornato dai piccoli e poco pratico nella loro gestione in spiaggia e lo vedo spesso sparire per andare a farsi un bagno, cosa che mi innervosisce molto. Però facciamo insieme il bagno ai piccoli in mare ed è un momento molto carino. Il pomeriggio i due finalmente dormono un po’ di più, io con loro e il Gangster va a fare una super spesa. Torniamo in spiaggia alle 5 passate, dopo un bel nervoso di Emino che ci sfinisce e che fa dire al Gangster che rimpiange il lavoro e che mi dovrebbero fare santa. Ma in spiaggia il pomeriggio i due sono due angioletti, stanno all’ombra a giocare e facciamo fare il bagno in mare al loro molto tardi, proprio prima di cena. Cena che mangiano felici, facendo fuori a piene mani un bel trancio di nasello dell’Elba. Va segnalato poi che Emino, al momento del bagno in mare, era così felice di inseguire due bimbi grandi che si schizzavano, che camminava da solo nell’acqua! Che buffo.
Domenica 28 - Quando c'è il babbone è così: niente programmi e se programmi devono essere, prevedono sempre di andare molto lontano. Per questo oggi che avevamo deciso niente mare ma  di andare a prendere il fresco in montagna, la montagna si rivela lontana 3 ore di auto, che sommate alle tre ore di ritorno, fanno l'intera giornata in macchina, per fortuna al fresco dell'aria condizionata. In giornate come queste si capisce quanto bravi siano i bimbi, che non si lamentano mai di nessuna prova eccezionale che viene chiesta loro: dove li metti e dove stanno. Di fresco ne abbiamo preso poco, perchè a pranzo morivamo di caldo ma siamo stati bene, con i due a tavola con noi nel seggiolone che mi faceva emozionare, come succede tutte le volte che li vedo grandi che mangiano le portare del menu, e niente pasta al pomodoro come si fanno fare molti per i bimbi piccoli come loro. Al rientro al mare in tarda serata, che ci vede dare latte e biscotti ai piccoli e metterli subito a letto, ci aspetta la baby sitter che sta a vegliare i gemelli mentre io e il Gangster ce ne andiamo a Castiglioncello riarsa dall'afa anche la sera dopo cena, a prenderci un aperitivo davanti al mare, a fare delle passeggiate e al cinema all'aperto a vedere il Grande Gatsby. 

sabato 27 luglio 2013

Vai, e torna quando vuoi

Mi sono accorta che ce la facevi perché una mattina, uscendo dalla casa al mare, ognuno di voi per mano a me, tua sorella si è liberata dalla mia mano ed è scappata nel vialetto. Istintivamente ti ho lasciato la mano per andarla a prendere e mi sono accorta che eri rimasto in piedi da solo, brontolando di paura, ma che ce la facevi, a stare in equilibrio senza nessun appiglio. Poi siamo andati in spiaggia e tu, seduto sulla sabbia, ti sei messo a quattro gambe e ti sei alzato da solo in piedi, cascando subito dopo, ma stavi comunque ritto in piedi in equilibrio, senza alcun appiglio. Quando me ne sono accorta ho avuto un tuffo al cuore di gioia, ti ho incitato e applaudito, e tu felice provavi e riprovavi, elettrizzato dalla novità e anche dalla mia felicità. Ho visto la contentezza pura sul tuo volto, l’estasi di riuscirci da solo. Credo proprio che si elettrizzante il brivido dello staccarsi e del rimanere in piedi da solo.
Il giorno dopo poi ti ho lasciato in piedi sulla spiaggia senza più la mia mano di sostegno  e io mi sono spostata di qualche passo e tu mi sei venuto incontro felice, forse più felice di prendermi le gambe che di camminare, ma eri felice di vedermi così felice, emozionata come ero nel vederti muovere da solo.
Oggi poi quando abbiamo fatto il bagno in mare vedevi due bambini più grandi che si schizzavano e tu ridevi felice di quel gioco che volevi fare anche tu, con loro, e non te n'è più importato di sentire la mia mano, hai iniziato a camminare nell'acqua da solo per andare incontro a quei tuoi amichetti, a quegli scherzi con l'acqua che ti elettrizzavano, per la voglia di stare con altri bimbi, ma che mamma e mamma ormai!
Sai piccolino mio, tu sei quello che fa le cose sempre dopo, o per lo meno questo pensiamo ormai di te, anche se sei un bambino sveglio e intelligente, propositivo e birbone, ma ormai sei il bimbino piccolo che piange piano e tanto, quello che ha bisogno di maggiori giorni, quello che dall’ecografia signora non so se lui ce la farà. Eccome se cel’hai fatta e ce la fai. Ce la fai e molto bene, come questa volta nel camminare, anche se hai quasi 19 mesi.
Paperino mio biondo, tutto abbronzato come sei in questi giorni di mare, con quei capelli corti corti color del sole, con quegli occhi neri innamorati della tua mamma, con quel nasino a ricciolo sempre imperlato di sudore, con quei muscoletti torniti, con quella tua voglia di acqua e di mare, con quei tuoi piedini a paperino, con quelle tue manoni forti, con quel tuo bisogno di essere preso in braccio, con quella tua felicità per il tuo ciuccio con l’elefante, con quella tua vocetta a trombetta quando fai il verso del cane, con la contentezza di sentire e vedere le moto e quel tuo imitare, con le mani, la sgassata dei motorini, con quel tuo salutare il treno e aspettare che finisca per dire più mettendo  le manine con i palmi rivolti verso l’alto e la testa piegata, con la felicità per la schiacciata, con quel tuo profumo di bambino di latte umido di sudore, con quei tuoi occhi che mi guardano e si illuminano quando io riguardo. Sei il mio piccolo ometto bello, come ti chiamo io in questi giorni. Buoni passi nella vita amore mio pulcino, la tua mamma ti aspetterà sempre per prenderti fra le braccia, ma solo quando tornerai da lei, che adesso che cammini è giusto e santo che tu le vada lontano.  

domenica 14 luglio 2013

Diario della settimana (dal 8 al 14 luglio)

Lunedì 8 - Vado al lavoro solo per tre ore, perchè mia sorella non può stare con i bimbi a lungo. Li trovo di nuovo nervosi e urlanti, tanto che mi chiedo cosa possa essere cambiato in loro in questi giorni. Anche se la risposta sembra facile: nido finito, loro sballottati di qui e di là a stare un po' con questo e con quello, anche se tutte persone di fiducia e che conoscono, ma si sa che i bambini hanno bisogno della routine e digeriscono male tutte le nuove emozioni. Forse anche per questo che questa notte Mina alle 2 si è messa ad urlare senza motivo, sembrava solo un incubo quando sono scesa a consolarla, e forse anche per questo che durante il pisolino pomeridiano passa la prima ora a svegliarsi ogni dieci minuti e a piangere disperata. Povero fiorellino mio. In più, nel pomeriggio, devo portare Emino a fare l'ecografica di controllo per la sospetta ernia inguinale e lei sono costretta a lasciarla da sola ai giardini con Paula baby sitter. Emino non ha l'ernia ma forse una cisti da tenere sotto controllo. Terminata la visita andiamo a raggiungere Mina ai giardini e stiamo un po' là anche noi. Lei la trovo tranquilla, in più arriva anche Barbara con la piccola Ari e la cara amica Barbi mi consola quando le confido le mie preoccupazioni a stare da sola con i gemelli al mare, lei mi dice ce la farai, ce l'hai sempre fatta e poi anche lei, come il Gangster, mi suggerisce di esagerare con le baby sitter, giusto per potermi fare anche io un bagno ogni tanto. Cara Barbarella, amica di sventure, grande donna in tutte le prove della vita, grazie a te ho ritrovato il mio coraggio. Salutiamo Paula perchè con oggi finisce il suo lavoro con noi, e apprendo con terrore che tornerà in Spagna e forse rientrerà in Italia a settembre inoltrato (oh no, mi serviva già da fine agosto e assolutamente tanto dall'inizio di settembre!!! Mannaggia!) I gemelli cenano con voracità spolverandosi le polpette e vanno a letto tranquilli, rimanendo con Elisabetta dei poponi. Il Gangtster e io ce ne andiamo a Fiesole a vederci il concerto di Tommy Emmanuel. Al nostro ritorno troviamo i gemelli svegli, come mai è successo a parte quest'ultima settimana di trasformazione, ed è un vero dramma rimetterli a letto. Quando alla fine decido di farli piangere da soli in camera e farli addormentare così, dopo un'ora di sonno Emino urla di nuovo disperato e mi tocca accorrere. Ossignore no, i pavel notturni no!
Martedì 9 - La mattina ce ne andiamo in giro nei negozi amici, come ai vecchi tempi, e facciamo pure un po' di shopping per i piccoli. Grazie ai saldi compriamo costumini nuovi e abiti da mare e, ovviamente, iniziamo le scorte per il prossimo autunno inverno, come da tradizione nell'usare i saldi per avvantaggiarsi con l'abbigliamento per la stagione successiva. Nel pomeriggio vi affido di nuovo alla zia Anna e io me ne vado da sola a fare shopping per i saldi in centro, ma il tempo che mi concede mia sorella è poco così faccio tutto di corsa, senza riflettere troppo, prendo manciate di cose che intuisco vi possano servire e via, rientro a casa. Abbiamo ancora un'oretta a disposizione e così vi monto nel passeggino e andiamo alla Coop, dove incontriamo la  maestra mora di nido, alla quale confido il grande peggioramento dei gemelli da quando il nido è finito, e anche lei mi rassicura dicendo passerà. Poi là incontriamo pure la mia amica Lauragommapane, che Mina proprio non sopporta sicuramente per gelosia, perchè quando incontro lei trascuro i gemelli e inizio a parlar fitto fitto con la mia amichetta. Così la piccola, tutte le volte che la incontra, chiude gli occhi come a dire prorpio a te neanche voglio vederti. Emino invece è esaltato dall'insegnamento che gli ho dato questa mattina e cioì che si saluta tutti e si tirano pure i baci. Così la saluta e la inonda di baci e in un negozio fa pure il buffone prendendo un paio di mutande dallo scaffale e mettendosele in testa come un cappello. Io compro due asciugamani a poncho per i piccoli e quando usciamo suona l'allarme. Gli antitaccheggio me li hanno tolti e così non capiamo cosa suona, fino a quando non troviamo le famose mutande nascoste nel passeggino: Emino!!!  Dopo aver dato cena ai due, come sempre porto Emino in bagno per la doccia e il pigiamino e lascio Mina in cucina, dove lei sempre si balocca da sola  aspettando il mio ritorno. Questa volta però sento che piange in una maniera allarmante: vado a vedere e perdo altri 10 anni di vita. Si è alzata sul seggiolino in piedi, dalla parte dello schienale, ed è lì in bilico impaurita che non sa come scendere. La prendo in braccio e penso che sono proprio una scema io, a non legarla perchè lei piange quando la lego! Però meglio che pianga di bizza che piuttosto perchè ha battutto la testa. Quando il Gangster torna trova la sottoscritta stanca e distrutta, per fortuna che mi porta a cena fuori all'aperto,  dove si complimenta con me per il grande esempio che sono anche per lui, oltre che per i piccoli, per questo mio fare incessante senza mai stancarmi nè lamentarmi. Grazie mille, mi ci voleva proprio questo bel complimento!  Poi a Fiesole a vedere il bel concerto di Ginevra di Marco con l'Orchestra di Piazza Vittorio: chissà ad Emino come sarebbero piaciute tutte quelle percussioni! La notte passa di nuovo (finalmente ) tranquilla.
Mercoledì 10 - La mattina dormirei tanto volentieri, con quella brezza fresca che c'è tenendo le finestre aperte neanche fosse primavera. Invece devo andare al lavoro dove mi gingillo molto, pensando ai preparativi per andare al mare. Torno a casa che dormite e nel pomeriggio ci aspetta il campo di Maria. Vi monto in auto e, come stiamo arrivando, inizia il diluvio universale che vediamo parcheggiati in macchina, io con un cuoricino stretto vedendo quelle folate di vento e quella pioggia battente sapendo che l'unico riparo che vi posso offrire in quel momento è il tetto di latta dell'auto. Faccio finta di non aver paura e vi intrattengo nei seggiolini posteriori, sperando che passi il prima possibile. Un po' ci vuole perchè la bufera si acquieti, così cambiamo i programmi (ovviamente niente campo) ma ci ritroviamo a casa di Maria anche con Elisabeth. Le due vi viziano subito con il gelato che voi mangiate dentro un mini cono cialda, felici di quella novità. Capito così che le due sono amiche, iniziate ad esibirvi felici dando il meglio di voi, e così mi fioccano i complimenti per come vi ho educato bene e per come vi ho reso felici. Io incasso volentieri, pur sapendo che sarà pure merito mio ma molto lo mettete voi, e anche io concordo sul fatto che, come dicono loro, mai mi avrebbero fatto così materna. E invece.....
Giovedì 11 - Doveva essere il giorno X oggi, quello della partenza per il mare invece abbiamo desistito. La mattina procede tranquilla, giretti e poco ai giardini, e all'ora di pranzo telefona mia sorella dicendo che non può venire al mare questo we, come usa fare abitualmente lei quello di prendere gli impegni e poi si tira indietro. Così ci penso un attimo (dopo esseremi bene bene arrabbiata) e penso chi me lo fa fare di partire per stare in una casa nuova da sola con i piccoli per ben quattro giorni, visto che il Gangster è partito questa mattina per Londra e non apparirà al mare fino a lunedì se non martedì. Così scarico le le borse dall'auto e passo tutto il pomeriggio in casa con i gemelli, rinchiusi in salotto come ai vecchi tempi, perchè fuori minaccia pioggia e non è il caso (e nemmeno l'umore giusto) per uscire. I due sono buonissimi: lui ha una giornata ridanciana, ride per nulla e cerca il pizzicorino per ridere di più, tenta addirittura di dare i baci a lei che non li vuole perchè si gira e dice no (mmmm che smorfiosa che è diventata!), poi dopo però lei si mette a passare a lui gli anelli del giochino da infilare nel palo, in una compartecipazione che non avevo mai visto. E sono stati così buoni e bravi che mi hanno commosso. Io rimango con un po' di amaro in bocca per aver avuto paura a stare al mare sola con loro, ma penso che razionalmente sia stata la scelta giusta.
Venerdì 12 - La mattina, di nuovo avendo da inventare la giornata da passare con voi, decido di portarvi in centro, tanto vi svegliate presto che arriviamo là che neanche sono le 9! Così facciamo con calma colazione ai tavolini fuori del Cibreo, Mina vuole scrivere sul cartoncino del conto, Emino apprezza la briosche e il viavai di persone e io posso godermi lo stesso i miei 10 minuti di colazione in pace. Facciamo vari giri, non è per niente facile entrare e uscire dai negozi con il passeggino doppio, ma chi se ne importa, dove possiamo andiamo, dove non riusciamo.... ciao ciao. Per festeggiare la bella mattina, che in effetti scorre bene, i due piccoli sono sempre un amore, visto che dove li porto e dove stanno, mi compro un bel vestito bianco, con balza ricamata in oro, di TwinSet, che è lo stile che piace a me per le gornate di mare. Torniamo a casa e voi fate pochissimo pisolino e la cosa mi prostra, come sempre. Così aspettiamo che passi il caldo in casa, facendo i soliti giochini davanti al divano e poi con Grazia ce ne andiamo all'Orticultura, per passare un'ora in un giardino diverso dal solito vicino casa. Quanti bei ricordi in quel giardino, e che bel fresco che c'è. Incontriamo Giacomo che salutiamo per l'estate e a casa per cena, voi stremati, io accaldata, aspetto il Gangster che torna da Londra con un bel po' di ritardo.
Sabato 13 - La mattina ce ne torniamo in centro con Grazia, facciamo gli ultimi acquistucci e rientriamo di corsa, perchè voi ormai siete annoiati di stare nel passeggino e arriviamo in tempo per far tagliare di nuovo i capelli ad Emino, che ora li ha proprio rasati ma che mi riprometto di non tagliare più per tutta l'estate. Dopo pranzo per fortuna dormite di nuovo tanto e ce ne andiamo ai giardini vicino casa, con Paula che per fortuna è disponibile. Fa un caldo incredibile e io così decido che domani, visto che siamo ancora in città, non vi porterò fuori perchè ormai non è più il caso. Difatti poi a casa, appena messo a letto, Emino ha una super crisi di pianto che dura due ore e forse più, e mi si stringe il cuore a non poterlo soccorrere come il cuore di mamma farebbe, ma preso su in braccio una volta, portato via dalla camera e poi rimesso a letto,  quella deve essere la volta definitiva, non ci possono essere appelli. Anche se lui non demorde!
Domenica 14 - Alle 8 di mattina, non tenendo conto che è domenica, siete come al solito già indispettiti di dover aspettare a letto senza il mio soccorso (vi svegliate regolarmente alle 7 ma poi chiacchierate e scherzata fra di voi, così non c'è bisogno del mio intervento immediato, ma passata un'ora così, vi spazientite e volete il latte) Prendete il latte da soli nei seggiolini al tavolo (è finito il tempo di tenervi in collo e  tenervi il biberon, adesso siete diventati grandi e il biberon lo prendete da soli, lasciandomi così il tempo per fare le cose in casa). Vi lavo e vi vesto e sono solo le 8,30 e io mi chiedo che ci faccio in casa tutto il giorno con voi, visto che oggi poi siamo solo noi e basta. Così inizia l'avventura: decido di infrangere il proposito di ieri di non uscire e andiamo a fare colazione e a comprare le ultime cose per voi con i saldi e alla Coop, tutto questo vicino a casa. Rientriamo che è presto (e ci credo, eravamo già fuori alle 8,30!) e vi porto giù in giardino nella nuova casetta di plastica. Là stiamo benissimo, c'è ombra e vento e mi sento meno desolata che a stare fuori in una città abbandonata come sembra in questa domenica estiva. Per fortuna dopo pranzo dormite molto, io pure, e il pomeriggio lo passiamo scoprendo i giochi che il babbone vi aveva portato da Londra (ovviamente quello che era per Mina piace ad Emino e quello che era per Emino piace a Mina) e poi, quando il solleone è calato, scendiamo di nuovo in giardino. E quando vi metto a letto penso che se sono riuscita a passare  questa giornata non devo avere più paura di niente : non era per niente facile, questa mattina, inventarsi questo giorno da sola con voi. E invece anche oggi è andata.

sabato 13 luglio 2013

Biondo, ostinato, occhi neri che innamorano.

Stai vivendo un periodo felicissimo, come raramente ti ho visto passare, caro Emino mio. 
Tu che per principio piangi e poi ragioni, tu che sei ostinato neanche fossi uno slavo, tu che sei spesso ostile e testardo, irascibile che non ti lasci convincere con niente. Tu che poco tempo fa chiamavamo "l'albanese", grazie a quel faccino biondo che ti guardava con sfida e disprezzo, che si accertava di esser visto bene quando provocava e trasgrediva, con quell'aria strafottente come a dire voi dite no e proprio per questo io lo faccio. 
Adesso invece sei bello come il sole (sei sempre stato bello, anche quando facevi l'albanese, ma quando ridi sei meravigliosamente bello) con quegli occhi neri furbi e dolci che mi guardano con infinito amore, con quel nasino a ballotta che hai imparato a stringerti per scherzo e con quella bocca che hai sempre avuto bellissima, larga e piena di dentini bianchi che risplendono nel sorriso. Adesso cerchi qualsiasi occasione per elargire risate, tanto da venire a cercare il solletico, pur di ridere di gusto e a crepapelle. Perchè la tua risata è grassa e di pancia, perchè quando ridi ti scuoti tutto e ti arrendi, perchè quando ridi è di nuovo ostinazione, ostinazione nel cercare il riso e il divertimento.
Oggi ai giardini ti guardavo camminare, tu che ancora non ti sei staccato e hai bisogno del mio dito nella tua manina per andare, opporti a questo tuo blocco e cercarmi per andare, voler camminare anche se ancora non sai farlo da solo, ma questo non ti ferma: volevi esplorare i giardini e sei riuscito a farlo, anche se io ti dovevo aiutare. Hai fatto un bel tratto di strada, piano piano con quel piedino destro che mandi a 90 gradi, con quei sandalini celesti che si sono consumati in punta perchè spesso ci gattoni, invece di camminare, e via, con quella testa di nuovo rasata, andare a vedere che succede più in là, oltre i soliti giochini. Siamo arrivati ad una panchina lontana, ci sei salito su forzando sulle braccia perchè oltre che gambe muscolose hai spalle forti da ginnasta, hai esaminato le foglie della pianta là dietro e poi sei voluto ripartire, fermandoti a prendere un pinolo in terra, piegandoti con il busto tenendo le gambe dritte (che tutto legato così mi ricordi tanto il tuo babbone!) e di nuovo via,  perchè hai deciso che quel pinolo doveva essere buttato oltre la ringhiera che sta in fondo ad una ripida discesa, ma che importa, la missione era quella e via mamma, dito, che io  devo andare, quel prezioso pinolo deve essere gettato. E così, mentre in una mano tenevi il mio dito, nell'altra stringevi il prezioso pinolo, hai fatto da caparbio una scesa non facile neanche per chi sa camminare bene, solo grazie alla tua ostinazione. Poi il pinolo l'hai gettato ma era appiccicoso che ti rimaneva attaccato alla mano e quando sei riuscito a farlo cadere non è andato lontano e tu via, di nuovo, piedi a 90 gradi puntati, il mio dito nella mano e l'altra da usare per gettare via quel pinolo che si ostinava a rimanerti vicino. Uuuu quanto è durata quella lotta, avrebbe fatto desistere anche il più testardo del pianeta ma te no, non hai desistito, hai provato e riprovato, perchè sei testardo e devi fare assolutamente quello che hai in testa. Per questo poi, quando ci sei riuscito, ho preso i tuoi 80 cm e li ho tirati su alla mia altezza e ti ho detto, guardandoti in quegli occhioni neri, che sono fiera di te e di come vuoi riuscire, che per i mezzi che hai sei bravo come un bambino che cammina indipendente, che ti ammiro tanto perchè non demordi mai. 
Forse anche per questo poi questa sera, messoti a letto alla stessa ora, hai piantato una grana che non è da te, fiducioso come sei ad addormentarti subito dopo che ti metto a letto e ti faccio i massaggi sulla pancia. Questa sera no, hai pianto per più di due ore, senza motivo apparente, forse solo per dimostrarmi quanto sei testone ostinato, come ti ho detto quando mi sono complimentata con te. 
Ti ho lasciato piangere un bel po', poi sono venuta in camera e mi sono seduta vicino al tuo letto per cercare di tranquillizzarti e vederti dormire, ma tu hai iniziato a giocare e allora ti ho portato via dalla camera, per far riposare tua sorella e ti sei messo a giocare in salotto neanche fossero le 8 di mattina invece che di sera e siccome non volevo darti il segnale che se piangi io ti salvo e ti porto a giocare, ti ho rimesso a letto, promettendomi di non venire più a prenderti, che quella doveva essere la volta definitiva. 
Hai pianto per così tanto che ho perso il conto, che ho fatto la doccia sentendoti piangere e sono scesa che piangevi ancora, che sono venuta fino sotto la tua porta con l'intenzione di infrangere il mio proposito e prenderti di nuovo ma per fortuna non l'ho fatto, mi sono morsa labbra e mani per forzarmi a non salvarti e tenerti stretto stretto a me tutta la notte, come piacerebbe fare tanto a questa tua mamma, sai Emino amore mio. Ma non l'ho fatto, perchè la tua ostinazione è la tua fortuna ma anche il tuo nodo, e così devi avere una più ostinata di te che ti tenga a bada e ti domi, e quella purtroppo sono io.
Ma sappi che la tua mamma è innamorata di te per il bello che sei, per come la guardi innamorato che mai nessun uomo l'ha mai guardata così, incondizionatamente, per il bisogno che hai di me e io di te, per quando mi alzi le braccia verso di me che vuol dire prendimi un po' in braccio e quando ti prendo adagi la tua testa sulla mia spalla e lascia andare un sospiro di sollievo come a dire solo qua con te io sto bene che a me fai passare tutti i malumori, sentendo quel tuo calore e appagamento. 
Sappi che adoro questo tuo momento in cui ridi felice, in cui mi osservi e impari tutto, in cui hai l'entusiasmo per le canzoni e i battiti di mani, per gli scherzi che ti faccio e per i complimenti che ricevi, per le tue manie appiccicose che mi prendono il naso e mi fanno cara sua capelli, per  tuoi gorgheggi di felicità quando metti le mani nell'acqua e per il tuo sguardo attento quando carico la lavastoviglie, per come tenti di metterti da solo i calzini e le scarpe  e per come vuoi agganciarti la cintura del seggiolino, per il profumo che sai e per il corpo tonico che hai, con quelle cosce tornite e gli addominali tosti, le spalle muscolose e il viso largo e lo sguardo d'amore e di riso. 
Sappi che non ci sarà tuo pianto ostinato che farà venire meno l'amore che provo per te, nè che ci sarà mai sguardo e sorriso più bello di quelli speciali che rivolgi a me. 
Buonanotte e sogni d'oro, mio angioletto biondo dalla testa dura.

venerdì 12 luglio 2013

Una sana paura

Alla fine poi la partenza per il mare è stata rinviata a lunedì, per inconvenienti organizzativi, si potrebbe dire per essere diplomatici, per paura della sottoscritta, si direbbe per essere sinceri. Anche se, bisogna darle merito,  a questa sottoscritta che scrive, che gli inconvenienti organizzativi la lasciavano sola al mare per tre giorni, i primi tre giorni, e lei proprio non se l'è sentita di partire così, sperando solo nella buona sorte. 
Anche se, confessa la sottoscritta, che un po' le brucia aver rinunciato, perdere dei giorni di mare, e non assaporare la vittoria certa di farcela lo stesso, con i due, da sola. 
Ma per questa volta ha scelto la prudenza, e anche un po' di riposarsi. 
Intanto si è ricordata che anche anno scorso aveva avuto paura, a partire, e lo aveva scritto altrove, dove scriveva anno scorso, e che ricopia qui, quel testo, per tenere un ricordo e una certa continuità.


SABATO, 26 MAGGIO 2012
Ricordo la paura quando mi dissero che erano gemelli. Pensai in un nanosecondo: dove li metto e come faccio a mandarli all’università. Sì, mi passò davanti come un lampo la loro vita, almeno quella parte che della loro vita di cui io avrei avuto piena responsabilità. Poi la paura è passata, un posto dove metterli l’ho trovato e per l’università… ci stiamo arrivando piano piano.
Poi ho avuto paura quando sono arrivati a casa tutti e due, pianti e biberon ogni tre ore che ci potevi rimettere l’orologio: paura di non reggere. Ho retto e adesso le notti dormiamo e i pasti sono incredibilmente diventati quattro, neanche fossero bambini grandi.
Ancora. Il primo giorno in cui avevamo un appuntamento imperdibile: essere presentati al corso di yoga che avevamo frequentato quando loro erano in pancia, mi vide insonne la notte a pensare, con paura, a come avrei fatto a scenderli di casa e metterli in auto, a come avrei fatto a sganciare gli ovetti dall’auto e portarli al primo piano del centro yoga, a chi dei due avrei dovuto lasciare per un attimo in auto da solo per prendere l’altro… Andò tutto bene, erano così piccoli che non importava sganciare l’ovetto, stavano tutti e due in braccio e per quella prima volta il problema lo risolsi così. Poi ho imparato a sganciare gli ovetti, a metterli in braccio come due brosette, ad andare ovunque in auto con loro.
Poi avevo paura di non farcela a chiudere e mettere in auto quell’accidente di passeggino pesante. Senza nemmeno fare le prove un giorno l’ho montato in auto, ho preso i gemelli e siamo andati a farci un giro in centro. Tutto ha funzionato: la solita mia fortuna di trovare parcheggio comodo, con calma ho fatto tutte le manovre di alta ingegneria che il passeggino richiede e via, anche quella fatta.
Adesso ho paura che non ce la farò questa estate a stare da sola con loro al mare. Stanno diventando grandi e tenerne a bada due di cuccioli è un lavoro incessante, specie se fuori di casa. Ma guardandomi indietro e ridendo di quelle mie prime paure che sembravano montagne e che si sono rivelate topolini, affronto fiduciosa la prossima sfida, ringraziando quei due piccoli uccellini canterini (sì, la nuova abilità è il gorgheggio e così adesso condivido il divano con due solfeggiatori) che hanno fatto di me una donna forte e coraggiosa, per loro e grazie a loro pronta a tutto. E ogni tanto cedo e domando loro se si rendono conto di quanto è forte questa mamma, che ormai non ha più paura di niente.

mercoledì 10 luglio 2013

Tutto è bene quel che finirà bene, anche questa volta


Domani partiamo per il mare. Io e voi due da soli.
Sappiate che la cosa mi fa paura, perché adesso siete impegnativi e pure pericolosi per voi stessi, così curiosi da mettervi nei guai e così testardi da impegnarmi tanto.
Sono finiti i tempi in cui bastava un librino per catturarvi e un piccolo spazio per farvi giocare: adesso siete degli esploratori e la vita per voi è tutta un’avventura.
Adesso siete anche due contro uno, dove quell’uno sono io.
Sappiate che altre volte ho avuto paura. Ricordo la prima volta che avevo deciso di portarvi a yoga avevate appena un mese, la notte prima non ho dormito preoccupata dal caricare e scaricare i vostri ovetti dall’auto, dal dover lasciare uno di voi in macchina mentre scendevo l’altro, dalla remotissima possibilità che l’auto non si chiudesse, che ci fossero i ladri appostati alle mie spalle che spiassero le mie mosse e vi rubassero mentre io venivo distratta,  dal fatto che comunque non era possibile che ce la facessi, era troppo impegno trasportare due gemelli! Ricordo invece che andò tutto alla perfezione, il parcheggio era comodo e spazioso e voi due leggeri tanto che ho inforcato ovetto sul braccio destro e ovetto sul braccio sinistro e via, sono salita per le scale come se avessi due borsette. E da allora i viaggi in auto si sono succeduti e io vi ho fatto volare e svolazzare dove e quando ritenevo giusto. Prima avventura che si è conclusa con il nostro classico motto: anche per oggi ce l'abbiamo fatta e tutto è bene quel che finisce bene.
Come quando avevo paura anno scorso nel tenervi al mare per tutta l’estate: la casa era al primo piano, il passeggino rimaneva giù nell’ingresso e per arrivare a quell’ingresso c’era da fare una ripida salita. Risultato, dopo la paura iniziale: vi ho portato fuori, anche più volte al giorno, per tutti e quattro i mesi estivi e vi ho gestito ugualmente in spiaggia per tutto quel periodo.
Ricordo anche il primo viaggio in auto con voi e il Gangster, voi girati nel senso opposto della guida, entrambi nell’ovetto sul sedile posteriore che non potevamo vedervi, e a metà strada, il Gangster e io abbiamo deciso di fermaci per controllare se andava tutto bene, preoccupati  perché non vedevamo né sentivamo nulla e vi abbiamo trovato dormienti e tranquilli.
Ricordo che il primo giorno di nido pensavo di farvi un grande dispetto, a portavi lì e non tenervi a casa con me. Il senso di colpa mi lavorava dentro, sordo come sempre, e  mi sono forzata e sforzata di credere che sarebbe stato per il vostro bene. Come è stato, benché anche allora avessi una gran paura di far male. Invece mai avrei potuto offrirvi stimoli e divertimento come poi avete trovato lì. E anche lì tutto è bene quel che finisce bene.
Sappiate che a volte sono sconfortata perché sono sempre sola con voi ma questo poi è anche la mia forza e quindi la nostra forza: siamo tutti e tre così abituati a cavarcela che alla fine siamo i più forti. Voi perché sapete aspettare il vostro turno e imparate a rispettare le esigenze dell’altro, io perché tutte le montagne che mi si presentano davanti, prove che a volte ritengo insormontabili, riesco a scalarle e ogni volta mi sento più brava.
E così sarà anche questa volta. Domani partiamo per il mare per passarci tutta l’estate e sarà di nuovo un’incognita, un’altra montagna da scalare. Ma sappiate che insieme a voi e voi con me, siamo e saremo sempre in grado di fare tutto.





lunedì 8 luglio 2013

Diario della settimana (dal 1 al 7 luglio)

Lunedì 1 - Ci svegliamo a Quercianella, io e il Gangster da soli, ma io mi alzo molto presto, eccitata di aver passato la prima notte nella nostra casetta (e da soli!) e mi metto a guardare tutto, a segnarmi cosa manca, a studiare cosa si potrebbe migliorare, a sognare ad occhi aperti. Ma al momento della colazione nel quasi unico bar del paese, scappiamo a casa perchè per telefono le zie ci informano che Emino ha avuto tutta la notte la febbre a 40 di nuovo, così lo faccio portare dalla pediatra d'urgenza, che gli riscontra la gola infiammata e si parte con l'antibiotico. Ho una gran voglia di vederli, i miei cuccioli e il mio Emino caldo caldo passa il pomeriggio ciondolandomi in braccio, mentre Mina quasi è arrabbiata con me per non avermi visto per tanto tempo e poi, tutte quelle attenzioni particolari che richiede oggi il fratello febbricitante, la irritano ancora di più, tanto che fa degli scatti da centrometrista per venirmi  in braccio prima di lui. E come cammina adesso! Emino la sera a letto con 40 di febbre di nuovo.
Martedì 2 - La mattina i gemelli stanno con la zia Anna ad oltranza, visto che io e il Gangster dobbiamo sbrigare ancora mille cose per la casa di Quercianella: ormai decisi finiamo di ordinare il mobile mancante per la parete del soggiorno e sfrecciamo senza indugio, abbattuti da tante spese, a comprare le lampade all'Ikea. Dove arriva la chiamata di mia sorella che mi chiede di tornare subito perchè Ema, nel primo pomeriggio, ha di nuovo 40 di febbre. Con il cuore in gola torno a casa e trovo il mio bimbo caldo e abbattuto, chiamo la pediatra che mi dice che potrebbe essere la sesta malattia, che dà queste febbri alte per tre giorni. Non c'è altro che aspettare, andare avanti con la tachipirina e l'antibiotico. Nel tardo pomeriggio andiamo comunque ai giardini con Paula e Martino e Valeria, ma Emino mi sta in braccio tutto il tempo come un piccolo koala, mentre Mina si esibisce nelle sue nuove camminate da sola, allontanandosi anche! La sera Emino ha 40,7 di febbre e gli faccio le pezzette bagnate sulla fronte.
Mercoledì 3 - La mattina colazione al "nostro" bar Caffè D'Orzo, questa volta con Martino e Valeria, per salutarci per le lunghe vacanze estive che ci vedranno separati. Con l'occasione Mina sopporta anche un fermaglio nei capelli, dopo aver litigato con me per tutto il tragitto perchè proprio non lo voleva tenere. Ma quanto è bella così! Ci raccontiamo le ultime vicende (come succede sempre con le buone amiche, anche se ci vediamo tutti i giorni, abbiamo sempre qualcosa da raccontarci) e ce ne andiamo ai giardini soliti. Emino oggi non ha febbre, per fortuna, ma è irascibile e nervoso, mentre Mina si esibisce da sola sull'altalena e nelle sue passeggiate. Al momento di rientrare a casa ci scambiamo abbracci forti con i due amici, che ci hanno fatto tanta tanta compagnia dalla nascita ad oggi. E chissà come saranno grandi i piccoli quando si rivedranno a settembre. Nel pomeriggio torniamo ai giardini con la zia Grazia, ma Emino è preoccupantemente piagnoso, si tocca dentro la bocca e sospettiamo nuovi denti che spuntano (che mai lo hanno fatto piangere) o ancora mal di gola, o una candida dovuta agli antibiotici. Ossignore che cuoricino stretto che mi fanno diventare quando stanno male! Poi la sera a Fiesole io e il Gangster a vedere Memorie di Adriano, che non è lo spettacolo teatrale ma musicale, e al nostro ritorno abbiamo trovato Emino bello sveglio che giocava con Paula. Ci ha raccontato la baby sitter che piangeva disperato nella notte, come non fa mai perchè lui dorme di filato, e così lo ha preso per paura che svegliasse la sorella, ma lui si è tutto intirizzito quando l'ha vista, non voleva andarle in braccio perchè non si aspettava di vederla di notte, così lei lo ha rassicurato dicendogli ti ricordi di me, guapeton, come lo chiama sempre lei ai giardini. Gli ha dato il latte e lo ha portato a giocare davanti al divano. E io l'ho messo poi a letto senza problemi.
Giovedì 4 - Tutta la famiglia salta in auto presto di mattina, carica la macchina di nuovo all'inverosibile e parte in dirizione mare. Prima fermata a Quercianella dove vengo lasciata sola a mettere a posto la casa, in previsione del nostro trasferimento. Però prima sperimento come posso fare per portare i gemelli in casa: parcheggiamo vicino all'ingreso, scendo Emino e lo metto a sedere sullo scalino del vialetto che porta a casa, scendo Mina e la faccio camminare fino ad Emino con l'intenzione poi di proseguire dritti a casa ma no, visto che lui era seduto sullo scalino, ha voluto sedersi anche lei, che non sia mai che quello che fa uno non faccia l'altro e solo allora siamo potuti ripartire, uno per ogni mia mano, li ho fatti salire i quattro scalini che portano al portone e poi camminando sempre per mano a me via fino a casa. E che emozione esserci tutti e quattro là dentro! Dopo poco, i gemelli e il babbone mi lasciano lì e  proseguono in direzione mare della nonna dove si intrattengono in varie gare di schiacciata, palle e giochi vari. Poi passano a riprendermi nel tardo pomerigigo e torniamo a casa, dove i gemelli si accasciano a letto senza neanche passare dal via, nel senso che un po' di latte l'hanno preso per cena ma con un occhio aperto e uno chiuso. Il Gangser ed io,  immediatamente dopo, come se non bastasse, ce ne torniamo a Fiesole per un altro concerto, dal quale veniamo via prima della fine per stanchezza esausta di entrambi.
Venerdì 5 - Io al lavoro voi con la zia Anna. E quando torno trovo Mina già sveglia così non c'è neanche il tempo di riposarsi un po' che iniziamo a caricare di nuovo l'auto all'inverosimile, entrambi i gemelli ormai svegli e la zia Aci e partiamo per il mare: destinazione nuova casa di Quercianella.  Apperna arrivati facciamo un giretto in passeggino per il paese, poi torniamo a casa dove voi sembrate proprio a vostro agio, ormai padroni del vialetto d'ingresso e andate dritti e sicuri verso la porta di casa. Cena e poi a letto, ma qua non è più automatico come a casa, perchè la camera è nuova e sconosciuta così non appena esco vi mettete ad urlare all'inverosimile, spaventati da tanto nuovo. Rimango in camera con voi un bel po', mi metto seduta e non prendo in braccio nessuno, solo vi faccio vedere la mia presenza. Vedo Emino che inizia a tentarmi con il gioco del cucù come ad invogliarmi a giocare con lui  per farmi avvicinare, vedo Mina che mi ride e mi tende le braccine, ma io resisto, anche se, sappiate bene, che avrei tanto e tanto voluto accontentarvi e passare la notte abbracciata a voi a rassicurarvi, ma questo non serve per farvi imparare ad essere autonomi e fidarvi della casa nuova, così aspetto che vi addormentiate sicuri della mia presenza. Io poi passo la serata a mettere a posto la casa, in um misto di sovreccitazione e stordimento e dormo, finalmente nella camera della casa al mare con finalmente il materasso arrivato, godendomi il letto e la mia nuova camera.
Sabato 6 - Il delirio. Io e mia sorella, disorganizzate,  sperimentiamo il mare con i gemelli. Ci attardiamo a svegliarci finchè non si svegliano i bimbi (errore gravissimo), poi ci mettiamo a preparare il pranzo per loro da portare in spiaggia (altro errore gravissimo) poi ovviamente dobbiamo preparare loro e noi e pure le borse (altro errore gravissimo) e ci dirigiamo in pasese per fare colazione al bar (altro errore gravissimo) non troviamo posto per l'auto, dobbiamo scendere e salire il passeggino e i gemelli, io poi mi ero scordata la crema protettiva così dobbiamo pure andare in farmacia, ricarichiamo tutti in auto e ripartiamo alla volta dello stabilimento balnerare che sono quasi alle undici (errore infinitamente grave) con un caldo che ci fa struggere e con un primo giorno di stessa spiaggia e stesso mare che ci obbliga  a ricervere e salutare. Così mentre le varie signore ci fermano o vengono all'ombrellone, vedo Mina che butta la sabbia nei capelli ad Emino, e già lì capisco che quest'anno sarà veramente dura. Con il caldo non riusciamo a contenere i gemelli all'ombra, loro sono tutti presi dalla novità del pavimento tutto di sabbia e se la mangiano, se la tirano e se la spiaccicano sul ciuccio e in bocca. Io sono accaldata e affranta, penso che così proprio non posso farcela. Andiamo a fare il bagno in mare, Emino è felicissimo dell'acqua e degli schizzi e dello starci seduto dentro. Mina invece alza un piede come a dire non voglio essere bagnata e quello che è obbligato a tenere in terra lo tiene di punta, proprio per essere contaminata il meno possibile. Poi piano piano si scioglie e anche lei accetta la notivtà. E' che l'acqua è fredda stecchita e dopo un po' siete gelidi. Così decidiamo di farvi la doccia calda. Ovviamente non avevo il gettone (altro errore grave) e perdo tempo nell'andare a chiederlo ai bagnini. Poi (ancora un errore gravissimo) nella fretta vi facciamo la doccia con il costume: risultato, vi rimane tutta la sabbia nel sedere e siamo costrette a rifarvi la doccia. Vi incappucciamo di accappatoio e vi riportiamo all'ombrellone, dove non avevamo predisposto all'ombra nè sedie nè lettino per darvi da mangiare. Iniziamo così ad aprire i vostri termos con la pasta calda fatta la mattina. Non è che vi piaccia molto e parte la schiaffate in terra. Distrutte, vi rivestiamo e mettiamo in auto (che ovviamente è al sole) e vi portiamo a casa dove vi buttiamo a letto (questa volta fate poche storie perchè siete stanchi morti) e io e mia sorella ci diciamo che siamo così stanche e accaldate e demoralizzate che non abbiamo neanche voglia di mangiare e ci abbattiamo sul divano distrutte. Per fortuna che arriva il Gangster, che mi porta a mangiare un tramezzino al bagno vicino casa, dove potremmo arrivarci in 3 minuti ma nel quale non andiamo perchè ha gli ombrelloni appiccicati l'uni agli altri e perchè è vecchio e vetusto. Con lui ce ne andiamo a comprare un mobile per il terrazzo e pure (grazie alla gentile concessione di mia sorella che si tiene i bimbi in terrazzo) a fare un bagno al mare. Ah che bello è stare in acqua, nuotare spensiaerati e pure asciugarsi al sole! Ma quel che è bello dura poco, così devo tornare a casa dai piccoli, il Gangster prosegue per il mare della sua mamma e io e mia sorella portiamo fuori i due, ai micro giardinetti dove ci sono giusto due altalene da grandi e uno scivolo da grandi, che però i gemelli non disdegnano per niente. A casa, a letto, dove di nuovo un po' piangete e avete bisogno del mio intervento, e poi a letto anche noi, distrutte.
Domenica 7 - Questa mattina l'organizzazione è moto diversa e molto più efficiente. Non ci facciamo trovare inpreparate e riusciamo ad uscire per le 9, potenodci così anche concedere il lusso di fermarci a far colazione al bar, visto che ancora non è arrivata la ressa dei vacanzieri della domenica.  Anche sotto l'ombrellone va meglio: con secchielli e palette passate un po' di tempo, nell'acqua poi oggi siete felicissimi: vi piace sedervi nell'acqua alta e anche camminarci e farvi dondolare, proprio come due pesciolini felici. Pranzo molto più pratico con pane e prosciutto cotto, lavati e cambiati, via in auto e a casa per il pisolino. Che però dura poco, dopo un'ora siete svegli e nervosi e noi pure. In casa non avete pace, vi annoiano subito i giochini, in giardino pure, dopo un po' di lanci di sassolini imboccate il vialetto di casa per rientrare. Siete sempre più irritabili, specie Emino, tanto che vi facciamo cenare presto, bagnetto e pigiama e via in auto per rientrare a Firenze. Peccato che, addormentati subito in auto, vi risvegliate quando arrivate a casa, sopresi di ritrovare le vostre cose e soprattutto i nonni, che guardate felici e stupiti, e anche un po ' frastornati da tutti questi cambiamenti. In più ospitiamo anche Eli dei poponi e questo vi eccita. Così non c'e modo che dormiate e urlate fino alle 22, 30 e solo dopo aver preso entrambi il latte accettate di tornare a letto. E mentre Mina lo prendeva il biberon diceva nanna, affranta dall'ora piccola che stava facendo. E io sono seriamente preoccupata di dover passare un mese e mezzo in queste condizioni.

martedì 2 luglio 2013

Diciotto

Un anno e mezzo. Diciotto mesi. 
La prossima volta che farete 18, sarete maggiorenni. 
Un anno e mezzo: roba da bambini grandi. E in effetti mai siete cresciuti tanto come in questo mese, o forse avete utilizzato tutta l'esperienza accumulata nei precedenti mesi, per sbocciare in questo diciottesimo.
Adesso avete i corpi alti e snelli, sarà perchè siete definitivamente passati alla posizione eretta, che contribuisce ad ossigenarvi più il cervello, o qualcosa di simile. Perchè le esperienze che si fanno su due gambe non sono neanche paragonabili a quelle che si fanno a quattro gambe: tutta quell'altezza può e dà alla testa.
Mina da una settimana cammina da sola, parte da seduta, pianta i piedi ben in terra e si alza di sedere puntando le mani vicino ai piedi, dandosi uno scatto per partire. La mia piccola Frankestein caricata a molla, questo sembra e così la chiamo adesso. Mi viene incontro felice, ridendo della velocità con cui riesce a camminare e godendosi quasi il vento nei capelli e, ovviamente, come è la sua caratteristica, ride tutto il tempo della camminata, fino a prendermi le gambe in un abbraccio con risata felice per l'incoraggiamento che riceve sempre.
Emino ha ancora bisogno della mano, per andare, ma va ben veloce e non è più pigro tipo "non mi farai camminare tutto il giorno anche oggi, vero?" espressione che vedevo spesso nei suoi occhi quando, i primi tempi, lo stimolavo ad andare. Adesso ha ben chiaro cosa vuole e dove vuole andare, e pure l'andatura da tenere, così parte da seduto, butta le mani in alto con una sua tipica espressione  che indica la pretesa  di essere tirato su, punta i piedi e si alza in un balzo, tutto legato come è, tale e quale al suo babbo. Adora correre e quando si avvicina a quel che vuole, batte i piedi veloci sul posto dalla gioia.
Adesso più che l'altalena, che ormai loro reputano un gioco da piccoli, piace ad entrambi lo scivolo. Mina sale da sola in posizione eretta i primi due scalini tenendosi ai corrimano, poi prosegue gli altri a quattro zampe. Arriva alla piattaforma in alto e si mette seduta arrangiandosi in qualche modo come sa fare lei, fa penzolare le gambe sullo scivolo e aspetta che io arrivi per tenerla per mano e darle il via con uno due e treee, segnale che l'autorizza a scivolare senza freni. Arriva in fondo con un sorriso a 14 denti e riparte da sola per andare a riconquistarsi la salita.
Emino invece sale da solo le scale subito a quattro zampe, tipo marines come è stato tipico tutto il suo gattonamento, e quando arriva in cima non ci pensa neanche a buttarsi giù (non so proprio perchè) ma rimane seduto sulla piattaforma in alto a godersi la vista a destra e a sinistra, spesso spiando dai buchi che ci sono nelle pareti, ridendo felice di quell'appostamento. Scivola di malavoglia solo se obbligato da me, mentre per scendere torna in dietro sugli scalini, mossa altamente pericolosa che mi vede costretta ad intervenire.
Ad onor del vero va detto che a lui l'altalena ancora piace, soprattutto quella a cesto comune, dove può così filare con le altre bambine, toccando loro la pancia e il ciuccio, e lanciando loro trilli di gioia e di giubilo, roba proprio da impunito, come è il mio piccolo play boy.
Lui adora ancora la musica ma adesso non balla più dondolandosi come faceva prima, ma batte le mani, muove la testa e cerca sempre di inventarsi o di imitare gesti nuovi che tengano il ritmo, mentre è felicisimo di esibirsi con i gesti giusti per ogni canzoncina che gli canto.
A lei piace invece ballare ma in braccio a qualcuno: appena sente la musica ti si attacca alle gambe come una cozza, con le braccia in alto come a dire prendimi e vuole fare in braccio mille giri di valzer, tip tap, tarantella e acrobazie varie, particolarmente con la testa indietro, che le fanno scattare il sorriso.
Emino di notte si sveglia sempre alle 4 e, come succede a me, usa quel tempo sveglio per ripassare. Io in genere ripenso alla giornata, lui forse a modo suo fa lo stesso, perchè sento che nel silenzio della notte ripassa le parole nuove che ha imparato facendo l'appello: mamma, babbu, nonnu, nonna, scarpe, grazie, acqua, ciuccu. Sì, non è un errore di scrittura questo, e non abbiamo neanche discendenze sarde, ma il piccolo adora finire le parole con la u, omettendo l'accento finale anche nel cucù, che diventa cucu.
Lei adesso è una fucina di apprendimento: ripete tutto, anche se poi le viene così così, ma non c'è suono che non imiti le parole che sente. Per esempio non sa dire uno due e tre come faccio io quando la preparo per scivolare, ma comunque ripete il ritmo delle parole con un mm, m, mmm, tale e quale al ritmo dell'uno due e tre. Però di tutte le parole che sa (che poi sono più o meno quelle del fratello) mi fa particolarmente ridere quando le chido il verso del cane e lei erompe in un fortissimo bababauuuuuu, come a dire certo che lo so! Come quando è particolarmente felice, lei che felice è sempre ma ci sono momenti in cui quella sua felicità è esponenziale, e scoppia così con un tono altissimo di voce in delle melodie che sono delle varie vocali attaccate, che proprio sembrano dire tutta questa felicità e energia che ho dentro non mi sta più e la devo far uscire da qualche parte!
Adesso entrambi indicano in alto con il dito quando chiedo loro dove è la zanzara, poi si tirano su la maglia a cercarsi l'ombelico quando chiedo dove sia. Se lo toccano felici tutte le volte, stupiti di trovarlo sempre allo stesso posto della pancia e spesso fanno anche un accertamento sull'ombelico dell'altro fratello, che non si sa mai fosse venuto a mancare. Quando hanno entrambi appurato che anche il fratello ha ancora l'ombelico nel solito posto, puntandoci il dito dentro, ridono felici. 
Poi si suonano il nasino e fanno caro (ognuno sulla propria testa, che quella dell'altro viene vista come testa rivale e il caro si trasforma spesso e volentieri in qualche forte pacchina). 
La mattina fanno volentieri il rito delle scarpe mettendosi a sedere nelle poltroncine che ci sono in fondo ai loro lettini e controllano con criticità che all'altro gemello io metta bene sia calzino che scarpe. Spesso, nell'attesa, chi deve aspettare tenta di infilarsi le scarpe da solo, con spirito di buona volontà ma con pessimi risultati. Ma l'importate è avere voglia di provarci sempre a fare tutto da soli. 
Da un paio di giorni anche, dopo il bagnetto, tentano di asciugarsi da soli e così io do loro un piccolo asciugamanino con cui tentano di stropicciarsi da qualche parte a caso, anche se spesso finiamo per usarlo per giocare al nascondersi e trovarsi con cucùùù.
Continuano a schiantarsi dal ridere per cose che in apparenza non fanno ridere, come toccare gli orsetti che decorano le pareti di camera loro oppure buttare la testa indietro quando sono seduti sulle poltroncine o ancora quando si chiamano dal passeggino uno dietro e quello davanti, spogendosi per vedersi e ridendo a crepapelle quando riescono a darsi la mano.  Come la mano si la danno quando facciamo in tre il girotondo e vederli cercarsi le mani per tenersi per mano poi mi fa una tenerezza.......
Anche se, sempre ad onor del vero, diciamo che Mina ha dei modi perentori con il fratello, lo brontola a modo suo con il dito indicandogli cosa deve fare e dove deve stare, proprio come una suocerina, e lui, di tutta risposata. le gira le spalle facendole spallucce come a dire ma stai un po' zitta!
Però entrambi mi buttono i baci, mi pettinano i capelli la mattina e mi fanno cara e quando è il momento di andare a letto mi stringono forte in braccio e appoggiano la testa sulla mia spalla, gesti che a me fanno sciogliere tutta, come quando li metto giù nel lettino per la nanna e loro mi guardano fiduciosi come a dire con questa tua visione io ora posso dormire tranquillo anche da solo.

lunedì 1 luglio 2013

Diario della settimana (dal 24 al 30 giugno)

Luendì 24 - E' festa oggi, per San Giovanni Patrono di Firenze. Una festa particolarmente sentita da me, forse perchè sono stata per tanto appassionata di Calcio in Costume. Fino al culmine massimo di due anni fa, quando illusa che lavorarci, per l'organizazione di tale evento, fosse una fortuna che capita a pochi nella vita, sono caduta nella trappola che preannuncia il detto "Quando Dio vuole punirti esaudisce i tuoi desideri". Difatti facevo il lavoro più bello del mondo, ma ero rinchiusa in prigione in una torre medievale con persone cattive che mi hanno fatto passare i quattro mesi più brutti negli ultimi dieci anni. E' stato un inferno dal quale mi liberai proprio in questo giorno di culmine di festa. E anche oggi lo ricordavo al Gangster, di quando due anni fa per San Giovanni ce ne andammo a vedere Via Tornabuoni pedonalizzata proprio in quel giorno, poi me andai al lavoro e ci trovammo per pranzo da Borgo San Jacopo, poi tornai al lavoro, dove i colleghi perfidi mi regalarno una pianta per festeggiare il mio ultimo giorno di lavoro lì e io, non appena il Gangster venne a prendermi all'uscita, portai insieme a lui quella pianta sull'altare di Orsanmichele, come dono per la Grazia ricevuta, la grazia di aver avuto il trasferimento e non essere più costretta a lavorare con quella gente. Poi ci fu la partita del Calcio storico, dove io mi ingegnavo a stare seduta il più a lungo possibile, visto che già sapevo di essere incinta dei piccoli, e poi, con il Gangster, ce ne andammo a cena e a vederci i fuochi d'artificio sul Lungarno. Quest'anno invece la giornata è stata un accozzaglia di eventi, come succede sempre quando il Gangster è con noi. La mattina lui è rientrato dal mare all'ora di pranzo, abbiamo poi fatto tutti una pennichella tranquilla e poi, alla vista di contanta bella giornata, ce ne siamo andati ai giardini, non prima di aver dovuto lavare l'auto che il Gangster assolutamente non poteva più vedere tanto sporca. Tempo di arrivare all'Orticultura che il cielo era cambiato in peggio. Però ci siamo un po' goduti quei giardini vuoti per minaccia di pioggia ma, termine mezz'ora, un tuono in lontananza unito ad un lampo chiaramente minaccioso, ci ha fatto scappare via e non ci ha dato neanche la possibilità di arrivare all'auto che era vicino: la tempesta ci ha colpiti. Così abbiamo approfittato dell'ora libera e siamo andati a comprare i seggiolini nuovi per l'auto. Il Gangster, mentre confabulava con la commessa circa il loro montaggio, mi ha lasciata sola con le due piccole pesti che hanno distrutto il negozio, fino al momento in cui mi è venuto in mente che in borsa avedo dei taralli. Come i due hanno visto da mangiare, zap, silenzio religioso, mani piene e bocca pure. La sera poi, fiduciosi che tanto brutto tempo non poteva durare all'infinito, abbiamo chiamato Paula baby sitter per stare a vegliare il sonno dei piccoli e noi ce ne siamo andati a cena in centro e poi a vederci i fuochi d'artificio in piedi vicino al Ponte Vecchio. E questi mi sono sembrati  più belli di quelli che vedemmo due anni fa.
Martedì 25 - Dopo aver accompagnato i due al nido io me ne vado a farmi la mia camminata di due ore a Cercina, anche se adesso è ormai troppo caldo. Poi corro dal dentista sperando che mi risolva questo incredibile e persistente mal di denti e finisco giusto in tempo per prendere i bimbi alla chiusura del nido. La maestra mi dice che Mina fa finta di non saper camminare e invece lei l'ha vista che si è fatta un bel pezzo a piedi da sola. Con di nuovo un tempo minaccioso, usciamo lo stesso per andare ai giardini vicino casa dove abbiamo fissato con Martino e Vale, che non vediamo da tanto causa loro viaggetto.  Impensabile mancare a quell'appuntamento con loro per aggiornarsi sulle ultime chiacchiere. E oggi abbiamo scattato una foto bellissima che coglie Martino su un triciclo con dietro al suo seggiolino anche Mina, che si reggeva stretta tanto che sembravano nella scena in vespa di "Vacanze romane". Che teneri e che buffi.
Mercoledì 26 - Abbiamo marinato la scuola oggi. Ma solo io e il Gangster, i piccoli sono stati accompagnati presto presto al nido, poi io avevo un appuntamento mattiniero con il dentista e il Gangster era incredibilmente senza appuntamenti così ce ne siamo andati a comprare un po' di vestiti per lui (la mia presenza è obbligatorio per non fargli combinare guai e farlo sempre così apparire al meglio) e poi abbiamo deciso di approfittare di quella mattinata libera per adarcene a pranzo in collina a Cercina, in quel ristorantino all'aperto che si affaccia sugli olivi ed è abitato dagli uccellini e dove tante tappe della nostra vita sono passate di là. Poi a casa a preparare delle incredibili scatoloni per l'imminente trasloco a Quercianella e a prendere i piccoli al nido, oggi finalmente uno per mano, senza più tenere Emino in braccio come facevo di solito, mentre Mina mi stava per mano camminando. Oggi invece hanno camminato entrambi e, arrivati all'auto, Mina si è messa seduta in terra per aspettare che mettessi Emino nel seggiolino e poi mi occupassi di lei: che bimba coscienziosa! Ai giardini con i soliti Vale Marti e baby sitter Paula e oggi Mina si è innamorata di una lavagnetta magnetica che disegna e cancella e ci ha passato il pomeriggio (anche Paula mi ha detto che adesso la bimba impara subito tutto) mentre con Ema ho fatto una lunga corsa verso Martino che si era allontanato  e il mio piccoletto si schiantava dal ridere, andando così forte, che lo voleva fare e rifare.
Giovedì 27 - Vi lasciamo al nido e con il Gangster scappiamo a Quercianella a scaricare scatoloni pieni di cose per la casa, da là scappiamo dalla nonna del mare dove nel garage ci sono altri scatoloni per la casa al mare, ci fermiamo di nuovo a Quercianella a scaricare anche queste cose e ci accorgiamo che non faremo mai in tempo per venirvi a prendere al nido. Così telefono a mia sorella e mando lei. Ma io e il Gangter poi torniamo al volo giusto per prendervi e portarvi ai giardini, dove ci aspettano Martino e Valeria e dove il Gangster si delizia nella sua ora di babysitteraggio, mettendo Emino nel cesto altalena e facendolo dondolare velocissimo senza rendersene conto perchè ovviamente era a telefono. Ma Emino ha molto apprezzato questa velocità e guardava rapito il suo babbone. Poi il babbone ha permesso a Mina di sperimentare da sola lo scivolo, senza la paura della sottoscritta mamma, che si è vesta una bimba alta 80 cm salire le scale dello scivolo alla bene meglio da sola, mettersi seduta nella piattaforma in alto e preparasi per scivolare (questo aiutata dal babbo) Poi, come era scesa, CAMMINAVA DA SOLA verso le scalette e via di nuovo. Ecco a cosa servono i babbi: a non aver parua che il tuo bimbo cada ma anzi, ad incoraggiare i bimbi a fare cose spericolate. La sera poi, quando i due sono a letto, arrivano tutte le zie e gli zii per festeggiare il compleanno di mia sorella Anna
Venerdì 28 - Ultimo giorno di nido: e neanche questa mattina tralasciamo assolutamente di andare a salutare la cuoca, come usa fare Mina tutte le mattine da quando cammina. Poi io vado al lavoro e avrei tanta voglia di scrivere di te, cara Mina, di quell'immagine di ieri in cui ti vedevo camminare da sola dallo scivolo alla scaletta, in cui ti vedevo salire e scendere senza mai paura, come è il tuo carattere. E poi, al momento di venrivi a prendere al nido, ero emozionata come se fosse il primo giorno: emozione per un ciclo che si chiude con questo ultimo giorno. Ciao ciao nido, grazie tante di tutto. Ai giardini poi, di nuovo con Mina a sperimentare lo scivolo e con Emino a cercare il gattino e a fare cara alla bimba nella casetta che gli piaceva proprio tanto.
Sabato 29 - Partenza  per il mare nativo del Gangster, dove i gemelli sono aspettati a gloria dalla nonna e dalla zia del babbone che gareggiano fra di loro nel far camminare i due piccoli, nel tenerli in braccio e, soprattutto, nel farli mangiare. Tanto che quando io e il Gangster siamo tornati (ci siamo presi il giorno per noi e ce ne siamo andati al mare a Baratti, anche se il tempo era molto ventoso) e ho fatto il bagnetto ai piccoli, Mina ha fatto un rutto supersonico come a dire proprio non ce la faccio più con tutta questa schiacciata, pesce a pranzo e bistecche a cena, dolce fatto in casa a volontà e pure le banane, mentre Emino ha poi fatto una super cacca puzzolente color rosso ruggine! E lui poi non ha mai dormito, neanche durante il viaggio di ritorno quando in genere iniziano il sonno, e anche nel lettino non si è addormentato se non dopo le 11, ora tardissima per loro.
Domenica 30 - Io e il Gangster dobbiamo andare prestissimo a Quercianella perchè finalmente ci portano i mobili per la casa nuova (dopo molto litigare si sono mossi addirittura di domenica) e lasciamo i piccoli a casa con le zie. A Quercianella approfittiamo della mattina libera in cui ci sono gli operai in casa per conoscere le nuove baby sitter dei piccoli (quella di anno scorso ha trovato lavoro in un ristorante e così, in così poco breve tempo di preavviso, ho trovato solo una sostituzione doppia, una brava ragazza qualificata  che è libera solo la mattina, e una ragazzetta ben educata per il pomeriggio). Con il Gangster pranziamo davanti al mare brindando alla casa che oggi sarà completa e torniamo verso casa chiedendoci come sarà dormire sul nuovo materasso. La sorpresa è che non hanno portato il materasso (il letto sì) e neanche il tavolo di cucina! Comunque ci buttiamo a capofitto in quella selva di scatole piene di cose da mettere a posto e praticamente passiamo un pomeriggio a disimballare e riordinare una intera casa. Distrutti, la sera ce ne andiamo a provare un nuovo ristorante (dove adesso lavora la baby sitter di anno scorso) e passiamo la prima notte nella nuova casetta.... dormendo nel divano letto). E da casa (ovviamente) arriva la notizia che Emino ha la febbre a 40 da ieri sera e per tutta la notte.