martedì 2 luglio 2013

Diciotto

Un anno e mezzo. Diciotto mesi. 
La prossima volta che farete 18, sarete maggiorenni. 
Un anno e mezzo: roba da bambini grandi. E in effetti mai siete cresciuti tanto come in questo mese, o forse avete utilizzato tutta l'esperienza accumulata nei precedenti mesi, per sbocciare in questo diciottesimo.
Adesso avete i corpi alti e snelli, sarà perchè siete definitivamente passati alla posizione eretta, che contribuisce ad ossigenarvi più il cervello, o qualcosa di simile. Perchè le esperienze che si fanno su due gambe non sono neanche paragonabili a quelle che si fanno a quattro gambe: tutta quell'altezza può e dà alla testa.
Mina da una settimana cammina da sola, parte da seduta, pianta i piedi ben in terra e si alza di sedere puntando le mani vicino ai piedi, dandosi uno scatto per partire. La mia piccola Frankestein caricata a molla, questo sembra e così la chiamo adesso. Mi viene incontro felice, ridendo della velocità con cui riesce a camminare e godendosi quasi il vento nei capelli e, ovviamente, come è la sua caratteristica, ride tutto il tempo della camminata, fino a prendermi le gambe in un abbraccio con risata felice per l'incoraggiamento che riceve sempre.
Emino ha ancora bisogno della mano, per andare, ma va ben veloce e non è più pigro tipo "non mi farai camminare tutto il giorno anche oggi, vero?" espressione che vedevo spesso nei suoi occhi quando, i primi tempi, lo stimolavo ad andare. Adesso ha ben chiaro cosa vuole e dove vuole andare, e pure l'andatura da tenere, così parte da seduto, butta le mani in alto con una sua tipica espressione  che indica la pretesa  di essere tirato su, punta i piedi e si alza in un balzo, tutto legato come è, tale e quale al suo babbo. Adora correre e quando si avvicina a quel che vuole, batte i piedi veloci sul posto dalla gioia.
Adesso più che l'altalena, che ormai loro reputano un gioco da piccoli, piace ad entrambi lo scivolo. Mina sale da sola in posizione eretta i primi due scalini tenendosi ai corrimano, poi prosegue gli altri a quattro zampe. Arriva alla piattaforma in alto e si mette seduta arrangiandosi in qualche modo come sa fare lei, fa penzolare le gambe sullo scivolo e aspetta che io arrivi per tenerla per mano e darle il via con uno due e treee, segnale che l'autorizza a scivolare senza freni. Arriva in fondo con un sorriso a 14 denti e riparte da sola per andare a riconquistarsi la salita.
Emino invece sale da solo le scale subito a quattro zampe, tipo marines come è stato tipico tutto il suo gattonamento, e quando arriva in cima non ci pensa neanche a buttarsi giù (non so proprio perchè) ma rimane seduto sulla piattaforma in alto a godersi la vista a destra e a sinistra, spesso spiando dai buchi che ci sono nelle pareti, ridendo felice di quell'appostamento. Scivola di malavoglia solo se obbligato da me, mentre per scendere torna in dietro sugli scalini, mossa altamente pericolosa che mi vede costretta ad intervenire.
Ad onor del vero va detto che a lui l'altalena ancora piace, soprattutto quella a cesto comune, dove può così filare con le altre bambine, toccando loro la pancia e il ciuccio, e lanciando loro trilli di gioia e di giubilo, roba proprio da impunito, come è il mio piccolo play boy.
Lui adora ancora la musica ma adesso non balla più dondolandosi come faceva prima, ma batte le mani, muove la testa e cerca sempre di inventarsi o di imitare gesti nuovi che tengano il ritmo, mentre è felicisimo di esibirsi con i gesti giusti per ogni canzoncina che gli canto.
A lei piace invece ballare ma in braccio a qualcuno: appena sente la musica ti si attacca alle gambe come una cozza, con le braccia in alto come a dire prendimi e vuole fare in braccio mille giri di valzer, tip tap, tarantella e acrobazie varie, particolarmente con la testa indietro, che le fanno scattare il sorriso.
Emino di notte si sveglia sempre alle 4 e, come succede a me, usa quel tempo sveglio per ripassare. Io in genere ripenso alla giornata, lui forse a modo suo fa lo stesso, perchè sento che nel silenzio della notte ripassa le parole nuove che ha imparato facendo l'appello: mamma, babbu, nonnu, nonna, scarpe, grazie, acqua, ciuccu. Sì, non è un errore di scrittura questo, e non abbiamo neanche discendenze sarde, ma il piccolo adora finire le parole con la u, omettendo l'accento finale anche nel cucù, che diventa cucu.
Lei adesso è una fucina di apprendimento: ripete tutto, anche se poi le viene così così, ma non c'è suono che non imiti le parole che sente. Per esempio non sa dire uno due e tre come faccio io quando la preparo per scivolare, ma comunque ripete il ritmo delle parole con un mm, m, mmm, tale e quale al ritmo dell'uno due e tre. Però di tutte le parole che sa (che poi sono più o meno quelle del fratello) mi fa particolarmente ridere quando le chido il verso del cane e lei erompe in un fortissimo bababauuuuuu, come a dire certo che lo so! Come quando è particolarmente felice, lei che felice è sempre ma ci sono momenti in cui quella sua felicità è esponenziale, e scoppia così con un tono altissimo di voce in delle melodie che sono delle varie vocali attaccate, che proprio sembrano dire tutta questa felicità e energia che ho dentro non mi sta più e la devo far uscire da qualche parte!
Adesso entrambi indicano in alto con il dito quando chiedo loro dove è la zanzara, poi si tirano su la maglia a cercarsi l'ombelico quando chiedo dove sia. Se lo toccano felici tutte le volte, stupiti di trovarlo sempre allo stesso posto della pancia e spesso fanno anche un accertamento sull'ombelico dell'altro fratello, che non si sa mai fosse venuto a mancare. Quando hanno entrambi appurato che anche il fratello ha ancora l'ombelico nel solito posto, puntandoci il dito dentro, ridono felici. 
Poi si suonano il nasino e fanno caro (ognuno sulla propria testa, che quella dell'altro viene vista come testa rivale e il caro si trasforma spesso e volentieri in qualche forte pacchina). 
La mattina fanno volentieri il rito delle scarpe mettendosi a sedere nelle poltroncine che ci sono in fondo ai loro lettini e controllano con criticità che all'altro gemello io metta bene sia calzino che scarpe. Spesso, nell'attesa, chi deve aspettare tenta di infilarsi le scarpe da solo, con spirito di buona volontà ma con pessimi risultati. Ma l'importate è avere voglia di provarci sempre a fare tutto da soli. 
Da un paio di giorni anche, dopo il bagnetto, tentano di asciugarsi da soli e così io do loro un piccolo asciugamanino con cui tentano di stropicciarsi da qualche parte a caso, anche se spesso finiamo per usarlo per giocare al nascondersi e trovarsi con cucùùù.
Continuano a schiantarsi dal ridere per cose che in apparenza non fanno ridere, come toccare gli orsetti che decorano le pareti di camera loro oppure buttare la testa indietro quando sono seduti sulle poltroncine o ancora quando si chiamano dal passeggino uno dietro e quello davanti, spogendosi per vedersi e ridendo a crepapelle quando riescono a darsi la mano.  Come la mano si la danno quando facciamo in tre il girotondo e vederli cercarsi le mani per tenersi per mano poi mi fa una tenerezza.......
Anche se, sempre ad onor del vero, diciamo che Mina ha dei modi perentori con il fratello, lo brontola a modo suo con il dito indicandogli cosa deve fare e dove deve stare, proprio come una suocerina, e lui, di tutta risposata. le gira le spalle facendole spallucce come a dire ma stai un po' zitta!
Però entrambi mi buttono i baci, mi pettinano i capelli la mattina e mi fanno cara e quando è il momento di andare a letto mi stringono forte in braccio e appoggiano la testa sulla mia spalla, gesti che a me fanno sciogliere tutta, come quando li metto giù nel lettino per la nanna e loro mi guardano fiduciosi come a dire con questa tua visione io ora posso dormire tranquillo anche da solo.

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