venerdì 29 giugno 2018

Centri estivi con il mal di mare

Settimana di centri estivi. Stesso centro estivo dello scorso anno. Pensavo che ormai i gemelli non facessero una piega, invece hanno piagnucolato. Il primo giorno Emino perchè gli era toccato giocare con le femmine, visto che i maschi che giocano a calcio non lo facevano giocare.  A  metà settimana è toccato a lei  inventarsi un fragoroso mal di pancia, subitamente dimenticato davanti a 4 bignè al cioccolato. Trovo, in tutto questo, che chiudere le scuole per 3 mesi e non chiudere in contemporanea il lavoro dei genitori sia assolutamente contro natura. Quando li consolavo e cercavo di trovare il modo per lasciali tranquilli ai centri estivi per poter scappare al lavoro, mi sono chiesta che senso avesse dovermeli strappare dalle braccia per consegnarli ad una insegnante di nuoto sconosciuta. Certo, sono i primi approcci della vita, certo che anche stare sempre inseme non va bene, certo che prima o poi bisogna diventare indipendenti, certo è che non è questo il modo: scuole chiuse e genitori al lavoro, qual è il senso? E io che sono fortunata nel poter sare con loro quasi tutta l'estate.....

martedì 19 giugno 2018

Quando sarà il momento giusto

Al ritorno dall'Isola d'Elba vi abbiamo lasciati dalla nonna. Solo per pochi giorni. Ieri sera Emino telefona e ci chiede, con la sua voce da ragioniere, quando li andiamo a prendere. Chiede poi se possiamo andare prima. Perchè? Chiediamo noi. Mi passa allora una Marge piangente e singhiozzante che dice che vuole me. A me si attorciglia il cuore a sentirla così, ma anche mi si scalda il cuore a sapere che il suo fratellino vuole salvarla da quel pianto. Sono due ciliegie legate dallo stesso gambo. E poi certo che lui la capisce, lui che non può vedermi allontanare, lui che se mi allontano troppo, piuttosto smette di giocare ma mi segue, e se lo brontolo o lo rassicuro che sono vicino e torno subito, lui non demorde, si nasconde e mi spia e quando mi vede tornare gli brillano gli occhi come se non mi vedesse da una vita, anche se sono passati solo due minuti.
E come se vi capisco entrambi, anche io provavo lo stesso verso la mia mamma. Per questo vi lascio fare, per questo vi tengo con me, perchè ancora non è il tempo di divisioni, ma di stare insieme per sentirsi tranquilli. Solo facendo così ve ne andrete sicuri nel mondo. Quando sarà il momento giusto.

mercoledì 13 giugno 2018

Perchè la scuola è finita mentre il lavoro no?

Scuola finita. Lui continua a svegliarsi sempre presto, benchè la sera abbiamo iniziato a fare tardi. Lo saluto per andare al lavoro e lui mi chiede come mai la scuola sia finita mentre il lavoro no.
Ci sono domande alle quali non so rispondere oppure alle quali è meglio non rispondere.
Sicuramente però alla fine della scuola ci si abitua subito e bene. Per fortuna per un po' sono finite le corse, il muovetevi è tardi, il rincorrere tutto e tutti. Keep calm.

venerdì 8 giugno 2018

Prima elementare sullo skateboard

Oggi ultimo giorno di prima elementare. Ieri ho fatto loro un discorsetto, ringraziandoli per quanto sono stati bravi e volenterosi, sempre contenti di fare i compiti, vogliosi di fare bene. Per questo ho detto loro che si meritavano proprio un bel premio e che avevano ieri e oggi di tempo per sceglierlo. Due minuti dopo (al massimo) era già deciso che entrabi volevano uno skatebord. E skateboard sia! Oggi lo andremo a comprare, perchè è stato un anno bello e producente, che ha portato bei risultati (Emino mio la maestra lo ha chiamato in quarta per farlo leggere davanti ai bambini grandi, perchè lui legge meglio di loro!)
Non so se i primi giorni ci avrei scommesso, su questi risultati. Diciamo che avevo un piano in mente che ho applicato con perseveranza e volontà e cghe ha portato i risultati sperati. Forse solo un poì per  il mio rigore ma soprattutto per il terreno fertile che ho trovato nella voglia di imparare dei miei bambini.
I primi giorni di scuola  ero molto spaventata, un ritmo nuovo da imparare e da mettere in pratica, ci voleva molto più tempo di quanto avessi previsto nello stare a fare i compiti, il gruppo classe era nuovo e non avevo riferimenti. Abbiamo rinunciato a molte attività, a volte anche alla compagnia di qualcuno, ma l'importante, pensavo, era dar loro un metodo di elaborazione e rielaborazione e che capissero che, nella scala dei valori, al primo posto ci sono i compiti da fare. La voglia di far bene che hanno dimostrato non è merito mio, è una loro prerogativa, Marge è una bambina precisa e ben inquadrata che preferisce che tutto sia fatto in ordine, Emino invece è un volenteroso ostinato che se si prefigge un obiettivo ci arriva a tutti i costi.
Per questo dei 9 1/2 che trovo nel registro io di merito mi prendo solo il mezzo, solo perchè ho insegnato loro a non rassegnarsi nella difficoltà ma nell'andare avanti e provare.
Che la gioia di apprendere vi accompagni sempre e che dei nostri pomeriggi con i libri sul tavolo di cucina vi ricordiate la fucina di menti che stavamo producendo. Il resto non importa, non vorrei vedere bei voti che accompagnano bambini tristi, ma bambini allegri che hanno voglia di fare e per questo riescono a fare.


venerdì 1 giugno 2018

Uniti anche nelle punizioni

Lui le rompe un gioco perchè era arrabbiato con lei perchè era stata scelta dal babbo per accompagnarlo in scooter. Lui viene messo in punizione in cameretta, e non importa quanto pianga, lì deve stare perchè ha fatto veramente una cosa brutta. E' l'ora di cena e lei chiede  come lui farà a mangiare se deve stare in punizione in camera. Non cena, è la risposta degli adulti. Lei allora piange disperata perchè non vuol stare senza il suo fratellino, piuttosto non cena neanche lei ma non può vederlo da solo. Dice anche che non le importa se lui le ha rotto un gioco, vuole il suo fratellino. Patteggiamo che lui possa cenare con noi ma zitto muto come se non ci fosse. Lui mangia e piange in silenzio (e il silenzio per lui, grande chiacchierone, è il massimo della punizione). Lei non approfitta del fatto che potrebbe essere la protagonista assoluta della cena, ma parla solo per chiedere quanto e come sarà la punizione del fratello. Le viene risposto che dopo la cena lui non guarderà i cartoni ma starà in cameretta a leggere. Lei si dispera (e anche lui), ribadisce che la rottura del suo gioco non è importante ma che è importante il fratellino suo. Mangiano tristi entrambi e meditano. Lei finisce la cena dicendo che non guarderà la televisione neanche lei, ma che starà con lui in cameretta a leggere. Lui si alza e l'abbraccia, lei lo riabbraccia dicendo fratellino mio caro. Inutile, sono gemelli, uniti anche nelle punizioni.