domenica 30 dicembre 2012

Il primo compleanno

Oggi facciamo un anno, io e loro, insieme. 
Un anno di questa nostra storia d'amore. Io e i miei due gemelli ciliegia, con quei loro visini tondi che sembrano due miniature perfette.
La festa è iniziata da subito, sveglia con grande pipì nel letto di Emino che porta bene, poi colazione con i nonni e gli zii qua a casa, brioches per tutti, compreso i bimbi che hanno enormemente gradito. Apertura regali fra un caffè ed un tè, tutti pieni di sorrisi per festeggiare  questa prima candelina. 
I festeggiamenti li ho voluti spezzare, forte dell'esperienza delle altre feste di compleanno a cui ho partecipato in precedenza, che vedevano pericolosamente mischiati gli adulti con i bambini,  così ho deciso che con i parenti stretti sarebbe stato solo un piccolo privè di mattina, che a me piacciono tanto le colazioni...
Poi però ci aspettava, nel pomeriggio, la grande festa. Alla quale la mamma sottoscritta si è pure preparata con un salto dal parrucchiere aperto oggi straordinariamente e fortunatamente di domenica, con un look giovanile ricercato che ha lasciato a bocca aperta il babbo Gangster, con una fulminea preparazione della stanza che ci ospitava con l'allestimento mangereccio che è venuto proprio bene e poi via, dopo il pisolino tutti a vestirsi per la festa! 
Mina aveva un abitino rosso di maglia senza maniche con un lezioso fiocchietto su di una parte, maglietta sotto bianca e calze rosse con i fiocchetti, Emino invece era in pantaloni e maglietta rossi con topolino e bandiera inglese. Due piccoli babbi Natale, immersi nel rosso scacciaguai che io ci credo al malocchio.
La festa è stata emozionante, perchè vi hanno partecipato le amichemamme fidate di sempre, la quasi sorella Valeria con Martino che per l'occasione era pure andato dal parrucchiere e con quel taglio di capelli sembrava molto più grande del solito, le altre mamme yoga e anche mamme che ho conosciuto con la pancia, chi faceva il corso preparto in piscina con me, chi ho ritrovato vicina di culletta termica quando i piccoli sono nati e rimasti in terapia neonatale, chi ha fatto i primi tentativi con me di socializzazione al centro gioco, un'amichetta del nido, un compagno di giardini, la mia amicona LauraGommapane, il Frafratellone, insomma, il meglio del meglio, anche chi non mi aspettavo venisse e che ho rivisto con immenso piacere. 
Avevo pure chiesto all'insegnante di Music Together di venire a fare una lezione con noi, così dopo i saluti iniziali e qualche pizzetta e schiacciata alla mortadella siamo passati tutti nell'altra stanza a cantare guli guli, con le solite sorprese che riserva quel corso: facce stupite, bambini perplessi, altri invece felici e ballerini, chi si è scoperto cantante, chi non ne voleva sapere. Noi ci siamo prevedibilmente divertiti e avevamo proprio voglia di offrire un po' di nusica a tutti i bambini partecipanti e spero che tutti abbiano apprezzato il gesto, sia a chi è piaciuto che a chi no.
Io guardavo l'orologio, perchè volevo cogliere le 18.20,  l'ora in cui sono  nati loro anno scorso e il momento è cascato giusto quando abbiamo portato le torte con le candeline:  per Mina una torta rosa piena di margherite bianche, per Emino una torta azzurra con i pesciolini rossi e un pesce Nemo sopra. All'ora in cui loro sono nati un anno fa,  quest'anno abbiamo spento le nostre prime candeline, passando sopra a quel brutto giorno di anno scorso e festeggiando oggi tutti questi bei giorni che hanno composto quest'anno incredibile.
Grazie gemelli per avermi scelto come mamma, ne sono profondamente onorata.

sabato 29 dicembre 2012

Quel che successe un anno fa

Fui ricoverata in maternità la sera di Natale, dopo che erano un paio di giorni in cui non mi sentivo niente bene, soprattutto perchè mi si gonfiavano le gambe a dismisura, e uno lo sente quando c'è qualcosa che non va, anche se le gambe sempre mi gonfiavano un po', nell'ultimo periodo. Ma in quei giorni non bastava più stare a riposo, passare la notte sdraiata perchè sgonfiassero, no, erano edemose sempre, per questo decisi che Natale, scartati i   i regali la mattina con i parenti e fatto il  pranzo in famiglia poi sarei andata subito dopo a farmi vedere. All'accettazione della Maternità  mi ricoverarono subito senza neanche permettermi di tornare a casa a prendere la borsa. Riuscii solo a scongiurare il cesareo quasi immediato quella sera stessa, ma non scampai al destino di molti gemelli: rientrati nella norma i miei valori sballati, qualche giorno di degenza dopo mi fu programmato il cesareo per il primo giorno della 35esima settimana, che era appunto il 30 dicembre, senza poter sindacare sull'opportunità, per i bimbi, di aspettare qualche giorno in più, anche se tutti i giorni, forse dovuto al clima festivo del periodo, cambiava medico al giro visite e con lui cambiavano le cure e le teorie: c'è chi mi avrebbe fatto partorire subito, chi chiedeva perplesso perchè  mi avessero fissato il cesareo così presto. Comunque quella era una decisione presa e su quella non si tornò più indietro.  
Quel venerdì  30 dicembre dovevo essere la prima della lista per il cesareo, ero attesa in sala operatoria per la mattina alle 8.30. Quindi digiuna, di cibo e di acqua, dalla mezzanotte precedente. 
Quella notte, fra il 29 e il 30, la passai quasi interamente sveglia, preoccupata di quel parto alle 35esima settimana, di quel cesareo fatto per me e non per loro, di quel loro nascere senza che loro se lo aspettassero o lo avessero chiesto, di cosa sarebbe successo il giorno dopo, del parto in sala operatoria dove non poteva stare nessuno con me, nemmeno mio marito, contro il clima tranquillizzante che si crea intorno ad un parto naturale.
E poi loro, la paura che fossero svegliati da un sogno, tolti dalla mia pancia in un baleno, io parlavo loro durante quella notte e spiegavo ai piccoli che non dovevano avere paura, che il giorno dopo sarebbero nati perchè il giorno dopo era il loro compleanno e dovevamo festeggiare, dovevamo conoscerci, che io ero tanto tanto curiosa di vedere le loro faccine, di tenerli stretti stretti e abbracciati a me, di iniziare la vita insieme che, assicuravo loro, sarebbe stata tanto divertente.
Tutto questo lo facevo per non farli nascere perplessi, come pare siano tutti i bimbi nati con taglio cesareo, soprattutto un cesareo per non rimediare al loro input di nascita mal riuscito, ma per farli nascere quando loro ancora non davano segno di voler nascere. Non so se sono riuscita a tranquillizzarli quella notte, a spiegare bene loro cosa sarebbe successo, perchè forse quello che successe dopo era inspiegabile proprio perchè non me lo aspettavo così, e tutti e tre, sono sicura, abbiamo subito quella giornata, là in sala operatoria. 
Alle  8,30 non mi chiamarono e neanche dopo, così dal reparto fu chiamata la sala operatoria dove dissero che avevano delle emergenze e che sarei andata là più tardi. Fino alle 12.30 non fui trasferita di là, ovviamente accadde proprio nel momento in cui il Gangster, che era arrivato presto la mattina per accompagnarmi, aveva deciso di andare un attimo fuori a mangiare qualcosa. Per fortuna me lo fecero chiamare, riuscimmo a salutarci e io fui preparata per l'operazione. Ma il gran via vai che c'era mi fece capire che c'erano altre emergenze che mi passavano ancora avanti, fra cui la mia compagna di camera e così, io sempre digiuna di cibo e sopratttuto di acqua, fui fatta accomodare in una sala di attesa (per fortuna con il letto) e per fortuna questa volta insieme al Gangster. Il tempo passava e noi lì da soli stavamo abbracciati, un po' chiacchieravamo, un po' non facevamo niente, per fortuna riuscimmo anche a  farci un pisolino, e ci passò un po' il tempo senza accorcercene, fino a quando non si affacciò il chirurgo che disse che le dispiaceva molto ma anche il mio ritardato appuntamento delle 16, quello spostato che sembrava l'ultimo, era saltato perchè mi passava avanti l'ennesima urgenza. Se ne sarebbe riparlato fra altre due ore, verso le 18.
Il giorno fu lungo ma non interminabile, con il marito vicino passavano le ore ma non saliva la paura, per fortuna, avevo solo tanta sete. 
Poi in un attimo arrivò il momento, andava fatta una flebo di corsa, via in sala operatoria che l'ora era tarda, era cambiato l'anestesista, c'era da fare la puntura fra le vertebre e io sentivo male, male che tutti pensavano che sentissi solo perchè ero nervosa ed estenuata per il lungo aspettare, ma io invece sentivo male veramente. La sala operatoria non aveva niente di privato nè di nido come mi avevano illuso tutte le ostetriche che mi avevano fatto il corso per parto: era una fredda sala aperta con un gran via vai di gente, tutti che passavano dietro alle mie spalle e parlavano fra loro. Ovviamente l'argomento in voga era cosa fare la sera successiva, quella dell'ultimo dell'anno. Io odiavo quella gente irrispettosa e quei discorsi, ero irritata dal poco rispetto per la sacralità del momento, per quel luogo in cui stavano per venire al mondo due piccoli, che andavano accolti con un soffio di voce e con poca luce, invece che sotto i fari abbaglianti di una sala operatoria dove tutti si permettevano di passare e conversare del più e del meno. Io stavo per partorire e nessuno  si occupava di me, se non la specializzanda in anestesia e quella santa dottoressa di anestesista, che portò pazienza con me fino all'ultimo,  forse anche un'ostetrica, ma le infermiere e la chirurga assolutamente no. 
Da fare l'anestesia a vedersi mettere il telo verde davanti alla  pancia fu un attimo, iniziò il mio parto senza che mi fosse detto, senza che me ne rendessi conto se non per la puzza di bruciato della mia carne che veniva tagliata con il bisturi. La chirurga ricordo che diceva questa signora come è dura di muscoli non riesco a scollarle la pancia, io allora chiedevo ma hanno già iniziato? che non sapevo nulla e non vedevo nulla. L'unica che si occupava di me era la specializzanda in anestesia, l'unica, insieme all'anestesista, che stavano dalla mia parte del telo verde, tutto l'altro personale stava dalla parte opporsta a vedere quello che succedeva. Poi la chirurga ricordo che disse no, non devi uscire te, rimettetegli le gambine dentro al maschio, prima deve uscire la bambina, datemi un forcipe. A quella parola, che evoca grandi disgrazie e pericoli, io ho iniziato a piangere per la paura, volevo sapere se andava tutto bene, che stava succedendo, mi dovevano dire. L'anestesista si affacciava al di là del telo e mi diceva, senza troppa convinzione, guardi che questa è la prassi normale, non succede niente di diverso da qualsiasi cesareo. Tempo due minuti è uscita la bambina, senza che mi fosse detto niente e io l'ho vista passare con la coda dell'occhio dal mio lato sinistro, ho visto un corpicino bianco lungo che come una nuvoletta passava evanescente, poi, si sono rimessi subito al lavoro e allora io ho urlato ma  è già nato? perchè non ho sentito piangere? dove è andato? Penso, senza esagerare, dopo massimo  due minuti, ma secondo me anche meno, è uscito anche il bimbo e io, ricordandomi il percorso della prima, sono riuscita a girarmi per tempo per vederlo passare, anche lui lungo e bianco e via, sparito. Io urlavo come stanno? dove sono? dove vanno? E già mi ricucivano. Nessuno mi ha tranquillizzato che stavano bene, sentivo solo frasi di finta prassi, io lì immobile in quel letto operatorio e i bimbi non si sa dove. 
A un certo punto poi un po' ci ho voluto credere che fosse andato tutto bene, che veramente (come veramente stava succedendo) i bimbi erano solo a fare i controlli,  e dopo poco tempo, mentre stavano ricucendomi la pancia, è venuta una pediatra neonatale con la bimba in braccio, me l'ha fatta vedere che era tutta già vestita e con il cappello, piangendo le ho detto sei bellissima e le ho dato un bacio sulla sua bocca grande e carnosa e veramente era bellissima che me la ricordo ancora, poi l'hanno riportata subito via, doveva andare in incubatrice e a ruota mi hanno portato anche Emino, era bellissimo anche lui con il suo cappello e le sue occhiaie e ho fatto in tempo a dargli il primo bacio sulla bocca e a strappare anche il secondo bacio. Mi hanno detto che stavano bene, che era andato tutto bene ma che i bimbi, essendo nati prematuri, venivano messi quella notte in incubatrice per tutelare i polmoncini.
Mi hanno spostato dal letto operatorio e mi hanno portato da mio marito in un'altra stanza, sempre nella sala operatoria, dove di prassi ti tengono con il bimbo appena nato, anche se da cesareo. Noi eravamo invece  soli, il Gangster mi ha raccontato che ha visto passare i bimbi e che è riuscito a fare la foto solo al maschietto, che erano bellissimi entrambi e che aveva parlato  con i medici che gli avevano detto che era andato tutto bene. 
Io gli ho raccontato le brutture di quel parto, ma con lui poi mi sono rilassata, non sembrava nemmeno vero che avevo partorito, da quanto era stato tutto veloce e senza avere i bimbi con noi  dava all'accaduto solo le sembianze di un brutto incubo passato. 
Invece quello è stato il nostro parto, questa è la nostra storia.
Questa sera, dopo aver fatto il bagnetto ai bambini e messo loro il pigiamino, ho chiesto a ciascun di loro, quando li tenevo in braccio e li stavo portando al lettino per la messa a nanna, se si ricordavano di anno scorso, di quando erano nati. Nessuno dei due mi ha risposto, nessuno dei due ha voluto cogliere la voce emozionata della loro mamma che li voleva riportare a quel momento. Sono sicura che è stato brutto anche per loro, quanto per me, ma che per loro, come per me, lo stare insieme ci ha fatto dimenticare di come siamo venuti in contatto e domani, il loro primo compleanno, faremo una bella festa allegra, che solo il loro giorno di nascita è stato brutto, tutti i giorni a seguire sono stati uno più bello dell'altro.

mercoledì 26 dicembre 2012

Anche oggi i nostri guai ma guai a chi ce li toglie

Ma vogliamo privarci del racconto della giornata di Santo Stefano?
Solito lusso festivo: colazione da soli con il babbo Gangster mentre i gemelli venivano  momentaneamente (poi diventato prolungatamente) parcheggiati dai nonni del piano di sotto. Nell'euforia di essere da soli, i genitori dei gemelli si sono avventurati a trovare una signora che ha fatto la storia, sua e della nostra famiglia, e che ora confonde il Gangster per suo marito ma che, gentilmente, mi ha invitato a stare con loro. Vedo il ben di Dio che ha, un parco senza fine come il suo un vuoto di memoria e penso che nella vita non ci si deve proprio risparmiare, che il dopo non è assicurato e chi ha tanto (non solo in soldi ma anche in energie, iniziative e volontà) debba obbligatoriamente fare tanto, come ha fatto lei. E con lei lì davanti mi sento appagata del moto perpetuo che mi impongo e che impongo anche ai piccoli. Così, fra una chiacchiera e un'altra, l'ora è diventata incredibilmente tarda e ci siamo ritrovati a telefonare a mio cognato perchè non perdesse tempo e preparasse subito i tortellini a sugo per i gemelli, che stavamo arrivando a pranzo da loro. Mio cognato, un po' al di fuori dal repentino cambiamento dei piccoli, passati dal semolino alla pizzaiola in un attimo, ha pensato che stessimo scherzando e quasi quasi non ci credeva che facevamo sul serio. E invece lo abbiamo stupito con effetti speciali: tortellini a sugo finiti, anche se Mina non era in forma e non ne ha voluti proprio, ma Emino invece ha gustato il piatto, spolverandosi i suoi e anche quelli della sorella. 
A pranzo era il raduno per le feste della mia famiglia, con le sorelle e i miei genitori, con il Gangster e la sua mamma che è sempre sola perchè il nonno del mare continua a stare all'ospedale. I gemelli hanno assistito pazienti al nostro scambio dei regali e, quando è arrivato il loro regalone, neanche  lo sapessero,  ci si sono buttati sopra: hanno il babbo Natale fiuto incorporato!
Mina stava sempre peggio, tutta mogia mogia con le guanciotte rosse e, come fa sempre quando è malata, non voleva fare altro che stare in braccio a me, tutta bella rossa nel viso e nei vestiti (oggi indossava un total look red, con tanto di collant rossi con i cuori, scamiciato di velluto rosso e lupetto rosso con fiocchetti). Ma  dopo il pranzo e il sonnellino non potevamo non andare al  compleanno di altri due gemelli, nati la notte di Natale di anno scorso, perchè con la loro mamma abbiamo condiviso il corso perparto e poi il parto anticipato, passando appunto in ospedale, anno scorso, sia il Natale che l'ultimo dell'anno e a quei due gemelli sono troppo legata, così anche se i miei piccoli erano tutti malaticci, siamo comunque passati a salutare e a portare loro un regalino, che i legame di nascita non va trascurato. Ricordo quanto anno scorso ero spaventata quando mi ricoverarono in Maternità la notte di Natale che, quando vidi che c'era lei nella stanza di fronte, con già i bambini fatti e fatti bene, mi tranquillizzai tantissimo e io, della sua ospitalità e delle sue parole di conforto di quei giorni, gliene sarà sempre riconoscente.
Ovviamente la Mina poi a casa aveva la febbre a 38, e io e il suo babbo l'abbiamo ringraziata per la pazienza che ha portato oggi, sopportare un pranzo fuori e pure il compleanno, tutto con la febbre, senza mai piangere o lamentarsi. Le fa proprio onore quel suo bellissimo carattere che dove la metti sta, fiduciosa in noi e mai lamentosa, anche quando ne avrebbe tutti i suoi bei motivi. 
Emino invece, dopo cena aveva da fare tutta la sua terapia medica, così ce lo siamo portati in salotto e quell'evento inaspettato (in genere cena e va a letto diretto) unito al fatto che stranamente c'era pure il suo babbone, lo ha sovreccitato e così ci ha fatto ridere passando una mezz'ora ad esibirsi davanti a noi, impazzito gattonava, camminava, si alzava e scendeva, apriva e chiudeva la porta, si avventurava ovunque, bussata da tutte le parti, tutto questo sempre girandosi a controllare che il suo babbo, il suo eroe, lo guardasse per quante cose sapeva fare. 
Posso dire una cosa che ultimamente dico sempre in questi giorni di festa? Grazie a tutto questo ho passato il Santo Stefano più bello della mia vita.

martedì 25 dicembre 2012

Adesso sì che è Natale

Abbiamo iniziato Natale con calma, i gemelli si sono svegliati molto più tardi del  solito e già questo doveva insospettire, che loro ancora non fanno regali di Natale concedendoci qualche ora in più i giorni di festa. Difatti Mina aveva vomitato di nuovo nella notte e quando l'ho  trovata questa mattina con il vomito secco nei capelli e sul viso l'ho pure bonariamente sgridata, dicendole che lei è troppo accomodante, non si lamenta mai, e invece quando si sente male la deve chiamare la sua mamma, invece che fare da sola. 
Emino invece respirava male, tanto catarro e tanta spossatezza che non si svegliava con niente, lui che è il gallo della casa.
Ho dato il latte ai due e sono pure tornata a letto, tanto erano abbattuti che si sono rimessi a dormire volentieri entrambi, e io in quel lettone ho detto al babbo Gangster che quello era il Natale più bello della mia vita, pur con il vomito e i pannolini puzzolenti, ma avere quei tre bei regali non aveva paragoni. Così io e lui ci siamo scambiati i regali prima che arrivassero tutti, ci siamo abbracciati e ci siamo concessi la colazione in pasticceria. Ma mentre il marito Gangster andava a prendere l'altro suo figlio, fratellone di 10 anni dei gemelli,  mi sono accorta che Emino respirava proprio male, con affanno costante tanto da preoccuparmi, io che per la loro salute mi preoccupo sempre poco, pronta come sono a temprarli alle sfide della vita. Così ho  telefonato all'ospedale pediatrico Meyer, per fissare un appuntamento con la guardia medica, ma dalle informazioni ricevute per telefono ho ritenuto opportuno non aspettare il pomeriggio, quando mi avevano dato appuntamento, e ho portato Emino subito al Pronto Soccorso. 
Codice giallo,  ci hanno quindi fatto passare subito. Con puf di aerosol mirati e costanti lo hanno rimesso in sesto, anche se la febbre era arrivata a 39, ci hanno dimesso 3 ore dopo con antibiotici e cortisone da continuare a casa e io e il mio ometto abbiamo passato il pranzo di Natale digiunando al Meyer, ma abbracciati stretti l'uno all'altra, con un Emino remissivo che mi si addormentava in braccio e che accettava tutto quello che gli facevano, arreso alle braccia della sua mamma. 
Inutile dire che, se non fosse stato per la Mina che era rimasta sola a casa con la nonna del mare, il fratellone Fra e il babbo Gangster, quello è stato il pranzo di Natale più bello della mia vita, io e il mio cucciolo a cantare farfallina e guli guli, senza mangiare entrambi, ma stretti stretti al calduccio dei nostri corpi. Non ero mai stata da sola così tanto tempo con il mio Emi, io e lui, come un primo appuntamento, come il vero regalo di Natale. 
Siamo tornati a casa e io mi sono mangiata le lasagne riscaldate, il cucciolo è stato messo un po' a letto e, senza di lui, come ormai succede sempre nei momenti cruciali (durante il battesimo si addormentò così profondamente che abbiamo fatto tutte le foto senza di lui...) abbiamo aperto i regali per tutti, con Mina che voleva solo stare in braccio a me, forse spaventata per essere stata lasciata sola tutto quel tempo, forse perchè voleva anche lei il suo Natale speciale con me. 
Abbiamo animato il momento regali con tanti scherzi, con regali incrociati e inaspettati e, ovviamente, la bimba ha apprezzato soprattutto ... la carta regalo e i fiocchi dei pacchetti, che i giochi contenuti in essi insomma, sono meno divertenti che il rumore che fa la carta da strappare. 
Poi Emino è risorto, felice di incontrare finalmente il suo Frafratello e tutti e tre hanno giocato fra di loro, felici di quella triangolazione strana, che si ricongiunge pochissimo. 
E intanto Mina, sempre e solo in braccio a me, aveva la febbre. Quindi di nuovo tutti a letto con la tachipirina e con Emino che cantava nel suo lettino proprio perchè quella tachipirina lo aveva fatto tornare in forma e voleva la sua dose di attenzioni, annullate da un pomeriggio passato a dormire per ritemprarsi. 
Oggi è stato faticoso e preoccupante, ma non ho mai avuto paura, solo dispiacere per vedere i piccoli malaticci e fare il classico pranzo di Natale  standard sarebbe in effetti stato molto più noioso di come l'ho passato io. 
In effetti ero molto più preoccupata per loro il  Natale di anno scorso, quando incoscientemente aspettai di aprire i regali e  fare il pranzo di Natale per poi andare solo dopo all'accettazione della maternità per farmi vedere, che  era un paio di giorni che non mi sentivo per niente bene, con quella panciona piena di gemelli. E difatti, vista e presa: neanche mi mandarono a casa a prendere le cose per l'ospedale, mi ricoverarono direttamente e anzi, appena ebbi il letto, mi ritrovai l'anestesista ai piedi del letto a farmi la classica intervista per l'anestesia e io lì preoccupata da quel frastuono, da quel passare dal sentirsi sempre bene  al ritrovarmi la sera di Natale per la prima volta ricoverata in un ospedale, le dicevo no, io non faccio i gemelli questa sera, non sono pronta, loro sono troppo piccoli per nascere e io non sono preparata per accettare tutto questo, loro dovrebbero nascere fra un mese e vedrà che li faccio allora. L'anestesista mi salutò scrollando la testa e dicendomi che ci saremmo viste dopo in sala parto. Io ebbi la fortuna di capitare in un turno medici ragionevoli, che forse furono commossi da quel mio "non essere pronta", forse furono consigliati dal mio ginecologo privato, insomma, mi dettero un'altra possibilità e mi fecero fare accertamenti e analisi durante tutta la notte. I valori rientrarono, la mia pressione divenne più stabile e mi fu programmato il cesareo... giusto qualche giorno dopo, ma quei 5 giorni in più mi fecero venire a patti con la realtà e con quel parto che andava fatto.
E anno scorso appunto non mi sarei immaginata che sareste nati proprio come vi volevo: entrambi simpatici, che belli si sa che è inutile dirlo, tanto ogni bimbo è bello per la sua mamma!
Buon Natale e grazie di tutto, bellissimi bimbi miei, adesso sì che è Natale!!!

lunedì 24 dicembre 2012

Il 24 dicembre più bello della mia vita

Questa  mattina sono andata presto presto al lavoro, giusto per risparmiarmi un giorno di ferie e approfittare a pieno dell'orario ridotto, che durerà ancora pochissimo. E' stata dura alzarsi presto perchè la notte l'abbiamo  passata quasi svegli, con Emino che ha pianto fino alle 2 di notte e poi di nuovo si è svegliato alle 5.30, e io non sono più abituata alle notti insonni per i bimbi e anche, con Emino ormai ometto, non siamo più attrezzati per le consolazioni notturne: sul divano stavamo scomodi e freddi, e il nostro abbraccio che doveva essere consolatorio si è rivelato solo momentaneamente piacevole perchè e stato di breve durata, vinti dalla scomodità. Meno male che c'è sempre il biberon di latte che fa passare tutto. Uuuu Emino, scommetto che sei stato sveglio per tenermi compagnia, non riuscivo a dormire ieri sera e, telepatici come siamo, tu lo sentivi che io avevo bisogno di te e hai fatto finta di avere te bisogno di me per chiamarmi e regalarmi quegli abbracci nella notte che non abbiamo mai avuto prima, perchè neanche quando eri piccolissimo ti lasciavi consolare in un mio abbraccio e forse neanche io mi permettevo di viziarti con gli abbracci.
E poi c'è stato, a metà mattina, l'incontro con Martino per scambiarci i regali. Emino un po' bruciava, ma era solo un 37 di febbre, e nella pasticceria dove io e Valeria ci siamo incontrate per brindare con due caffè, faceva caldo e i gemelli hanno pianto tutto il tempo e lo scambio doni è stato un po' fugace anche se, nello scomodo, ho visto che Valeria ha apprezzato il regalo per Martino fatto con le mie mani: un album di foto con le foto dei momenti che i gemelli hanno condiviso con Martino, con tanto di didascalie scritte da me che formavano una storia, la storia dell'amicizia dei piccoli tre.
Dopo pranzo abbiamo dormito tutti molto, chi per febbre chi per stanchezza (anche la Mina era provata da una notte passata a condividere l'insonnia del fratello, mentre lei avrebbe tanto voluto dormire, proprio come piace a lei) e poi finalmente ci è venuta a trovare la zia Lauragommapane, che è zia non di parentela ma di feeling, un'altro di quegli incontri magici avvenuti negli ultimi anni, quando ormai le amicizie storiche mi avevano abbandonato e quando in cambio, per mia grande fortuna, sono apparse nuove splendide donne che mi hanno fatto l'onore di diventare mie amiche. Con lei, che ha condiviso, pur conoscendomi da pochissimo e male a quei tempi, il matrimonio con il babbo Gangster in Belize, e poi i tentativi di rimanere incinta e poi la grande sorpresa di aspettare voi, due gemelli, abbiamo passato il pomeriggio a ricordare stupite che giusto l'anno scorso oggi, proprio la mattina della vigilia di Natale, ci eravamo incontrate al mitico Caffè d'Orzo per scambiarci i regali e abbiamo passato la mattina discutendo sulla vostra eventuale data di nascita, che ci sembrava così lontana perchè durante gli ultimi controlli mi avevano detto che,  solo dopo le festività natalizie, ci sarebbe stato da programmare il cesareo con calma, e noi abbiamo passato quella mattina di anno scorso a trovare una data che ci suonasse bene, una data che vi facesse nascere Acquario e non Capricorno, come assolutamente non volevo io. Difatti poi, il giorno dopo, giusto la sera di Natale, avete rischiato di nascere, anche se poi ci siamo concessi tutti qualche giorno in più per abituarci all'idea. 
Emino questo pomeriggio quasi delirava dalla febbre, gli era presa una febbre canterina, là in collo sul divano a vocalizzare il suo mal di gola con infiniti e lunghissimi gorgheggi, che ci facevano ridere più che compatirlo e non l'avevo mai sentito così loquace, sembrava più brillo che malato. 
E poi la cena ad ora tarda perchè c'era da aspettare il babbo e la nonna del mare che tornassero da trovare il nonno all'ospedale e mentre cuocevano i polpi ci siamo accorti che Mina stava dormendo in un letto di vomito, così abbiamo dovuto cambiarla e lavarla tutta, lei e il suo lettino. E io ho benedetto il fatto che non avevamo fissato di andare da nessuna parte, a nessuna cena, a nessun ritrovo, che per me la vigilia di Natale non è mai stata festa, era (ed è) solo una sera in cui tutti trattengono il respiro e non fanno rumore perchè nella notte arriva Babbo Natale, anche se veramente arriva il Bambin Gesù. E visti tutti questi acciacchi, scelta non è mai stata più giusta. Emino poi si è preso pure una dose di tachipirina per cercare di buttar giù la febbre e passare una notte dormendo.
Così fra una lavatrice e una doppia lavastoviglie, con un'imperdibile puntata dei Ragazzi del Coro che mi appassiona tantissimo in tv e che mi incolla il lunedì (e questo non ha fatto eccezione, neanche se era quasi festa) su Rai 5, ho passato la vigilia di Natale più bella della mia vita, perchè non ci sono stati cenoni, nè inviti, ma solo la mia famiglia da accudire, e non mi sembra vero che anno scorso eravate ancora in pancia.
Buon Natale mia bella famiglia.

domenica 23 dicembre 2012

Diario della settimana (dal 17 al 23 dicembre)

Lunedì 17 - Solito sfalsamento di orari al nido, lui non dorme più di 20 minuti e così me lo riporto di corsa a casa alle 14, lei invece resiste come gli altri bimbi fino alle 15. Ora dico, conoscendo i miei polli, mi sa tanto che Emino ha già capito che non importa dormire al nido, tanto c'è la mamma che accorre e mi porta pronta nel mio lettino..... Bene caro Emino, giusto perchè questa è l'ultima settimana di nido prima delle vacanze di Natale, che non ti esaspero tenendoti lì a scardinare queste tue certezze di vita facile, ma da gennaio, che tu dorma o meno, il tuo lettino non ti salverà e la tua mamma non accorrerà da te, così, prima o poi, ti dovrai rassegnare. E  questa sera a cena è venuta di nuovo la nonna del mare, che c'era già stata anche venerdì ma voi dormivate già, invece questa sera vi ha colto... con il prosciutto cotto in mano! E' stato commovente vedere la nonna che trascorre i giorni in ospedale con il vostro nonno e che poi si ferma un attimo a cena da noi, con gongolamento del babboGangster che ama questa sua famiglia riunita. Brutta cose la malattia.
Martedì 18 - Visita di controllo dei 12 mesi dalla pediatra. Dovevano triplicare il peso della nascita e l'hanno abbondantemente quadruplicato: lui è più alto di lei e pesa di più (e me n'ero accorta, è un piombo quel bambino!) Adesso possono mangiare di tutto escluso fragole e frutti di bosco, cioccolata, crostacei e funghi. Intanto questa sera si sono spolverati una sogliola da soli, mangiata interamente con le loro mani, anche se la pediatra dice basta sogliole, passiamo alla rostinciana e alla bistecca! Poi ha dato via libera anche al pandoro, ma su quello ci eravamo già portati avanti...
Mercoledì 19 - Al lavoro non conosco nessuno, sono arrivata in quel nuovo posto che avevo appena scoperto di essere incinta e me ne sono subito stata a casa, così, adesso che sono tornata, anche se molto sporadicamente, si aggirano intorno a me persone misteriose (e che in verità mi incuriosiscono ben poco). Tre piani di ignoti, eccezion fatta per l'altra mitica madre di gemelli, dico mitica perchè tutte le mie richieste/diritti/astensioni sono state ben testate su di lei prima che su di me e ad ogni mia richiesta mi veniva prontamente detto certo, anche l'altra mamma di gemelli l'ha fatto!  Così io non ho resistito e un giorno sono andata a cercarla, l'altra mamma di gemelli e, ovviamente, è iniziato il "gemellaggio". Consigli, racconti, confidenze di un mondo che solo le mamme di gemelli conoscono. Se non che, adesso, si è verificato un ulteriore legame: lei ha scoperto questo blog e solo dopo averlo letto ha intuito che ero io e stamani, quando ci siamo incontrate, mi ha detto "di te sono aggiornatissima perchè ti leggo nel blog, anche se mi fa strano conoscere in carne ed ossa una persona che scrive un blog,  che in genere sono tutte figure immaginarie". In effetti è strano, anche per me, che questo blog lo conoscono in pochi, avere una delle poche colleghe che conosco pure lettrici. Saluti cara Petra del 72
Giovedì 20 - Nel pomeriggio, ormai tardo, ci ritroviamo a casa di un amichetto dei giardini con il quale, ovviamente, non ci siamo più visti da quando ai giardini non andiamo più causa inverno. Mina era l'unica femmina e forse per questo ha disdegnato tutti gli altri bambini suoi coetanei stando fissa appiccicata a me e alle altre mamme, puntando vergognosamente la torta di mele che ha divorato direttamente sopra i miei stivali (di camoscio, quindi ....) mentre Emino, invece,  si è appartato con gli altri maschi per giocare...sì, a pallone! Zitti zitti il piccolo padrone di casa ha iniziato a lanciare la palla e a gattonare per rincorrerla e piano piano si sono affacciati anche gli altri cuccioli e alla fine si sono ritrovati tutti e quattro a rincorrere la palla gattonando, ognuno con la propria tecnica, facendo, credo così, la loro prima partita di pallone.
Venerdì 21 - Benchè annunciata, oggi niente fine del mondo Maya, che mi sarebbe dispiaciuto, adesso che vi ho conosciuto, cuccioli miei, che finisse tutto così presto. Poi, mi hanno raccontato le maestre, che è arrivato anche babbo Natale al nido, che ha ben spaventato tutti i bimbi..... tranne voi che, stando sempre ai racconti - visto che l'evento era privato - eravate gli unici  due bambini a stare tranquilli fra le sue braccia.  E intanto noi abbiamo fatto il regalo solo alla maestra che, finchè ha potuto, ci ha accompagnato alla macchina, contravvenendo alle regole. I piccoli grandi gesti vanno riconosciuti e ricompensati.
Sabato 22 - Nebbia fitta oggi e siamo riusciti a strappare un'ora di gioco al babbo Gangster, situazione questa che Emino adora, difatti quando c'è il suo babbo esibisce tutta la sua temerarietà cercando sempre lo sguardo e l'approvazione del genitori. In più da oggi, sempre grazie a babboneGangster, via i seggioloni e si mangia direttamente a tavola con i seggiolini fermati al bordo tavola. E vederli mangiare i ravioli è stato uno spettacolo!
Domenica 23 - Il giorno della prima volta. Pranzo con la prima volta di bracioline alla pizzaiola, mangiate tutte in un soffio, capperi compresi, teglia finita. Pomeriggio a prendere il tè inglese al Four Seasons: la prima volta degli scones per i due che spero sia la prima di una lunga serie, visto che su i loro futuri  soggiorni a Londra punto molto, anche se ci sarà tempo prima di accompagnarli all'aereo.

sabato 22 dicembre 2012

Valecompleanno, le mamme, lo yoga

Ieri sera cena per gli auguri di Natale fra mamme, le altri mamme scelte, quelle che fra noi ci chiamiamo mamme yoga.
Ci siamo conosciute grazie al corso preparto organizzato da un centro yoga, dove l'insegnante, diventata poi amica di tutte noi nonchè punto di riferimento indispensabile durante le nostre gravidanze, si è inventata questo filone geniale di radunare le puerpere e farle incontrare per parlare del mutamento che affrontavano, lasciare spazio ai loro pensieri e preoccupazioni, interregandole con le parole e con il cure, accompagnandole nella voglia di capire, di essere diverse, di essere capite, cosa che spesso riuscivamo a fare solo fra di noi, sconcertate da quel grosso cambiamento in corso che il pancione ci dava. Siamo diventate un bel gruppo, lì riunite a svelarci i segreti di quella pancia e di quella mente con la pancia, segreti che spesso non uscivano neanche con i mariti o con le amiche, che solo chi è nella tua stessa condizione può capire.
Lì ho conosciuto donne coraggiose e determinate, sensibili ed evanescenti, lì ho ascoltato e raccontato senza giudizio, lì ho conosciuto delle guerriere camuffate da sognatrici e delle grandi donne, prima che delle allegre mamme.
Finita la pancia siamo passate a fare il  corso yoga con i piccoli, li portavamo con noi che avevano pochi giorni e ce li siamo visti crescere in quell'appuntamento settimanale che era diventato imperdibile. Fino all'inizio dell'estate, quando ci siamo salutate con la scuola di yoga ma per fortuna non fra di noi, ritrovandoci spesso ai giardini, negli sms e nelle telefonate e, con l'inizio della brutta stagione e i primi acciacchi dei bimbi che ci impedivano di frequentarci, è partito un prezioso  giro di mail tipo giornalino di classe, in cui ognuna raccontava alle altre quello che aveva nel cuore: le notti insonni, le inappetenze, l'inserimento al nido, le suocere, i mariti, i compleanni, il lavoro. Ci siamo aggrappate le une alle altre in un bisogno fatto di parole, emozioni, ritrovarsi nei gesti delle altre, nel bisogno di consigli e di consigliare, nel condividere questo percorso che da sole sarebbe stato una grande fatica.
A yoga in gravidanza poi ho conosciuto Valeria, la mamma di Martino, che ho trovato amica da sempre, anche se le nostre vite si sono intrecciate solo con la pancia. Siamo uguali in tanto, fin nei particolari a volte, e siamo anche diverse e rispettose di questa diversità, sicuramente complici e bisognose di condividere la crescita dei nostri bimbi che, per fortuna loro o per loro condanna, grazie a questa amicizia di mamme, si troveranno a crescere insieme come fossero .... tre gemelli.
Oggi è il suo compleanno ed è una data speciale in questo nostro diario di crescita.
Buon compleanno all'amica (che) Vale, mamma con il passeggino che vola, senza di te e il tuo sorriso sarei stata una mamma triste, non avrei fatto crescere i miei bimbi all'aria aperta, non avrei affrontato allegra, in tua compagnia, i nostri corsi e i nostri esperimenti. 
Cento di questi guli guli!

mercoledì 19 dicembre 2012

Ex amici

Dovevano venire a trovarci le ex colleghe, al solito però sono apparsi  i rituali fraintendimenti e gli improvvisi impegni e allora si potrebbe spostare a .... dopo che sono più di due mesi che dovevamo vederci e che è tutto uno spostare data. 
Bisogna mi rassegni al fatto che con loro, ex colleghe che erano soprattutto amiche, accade la stessa cosa che è successa con tutti i vecchi amici, ormai diventati tutti ex amici: da quando ci sono i bambini, incredibilmente non sono più io che non posso fissare appuntamenti (e che ne avrei di buon motivi per farlo, con i doppi bimbi) ma sono gli altri, presi in un vortice di da fare dal quale ormai sono esclusa. Bisogna che mi rassegni a deprogrammare tante voci dalla casella amici e a metterne di nuovi, che per fortuna sono tanti e che rimpiazzano queste incredibili storie di defezioni da parte di persone fidate, da parte di chi ha condiviso con me parti importanti della vita, da chi era felice della nascita di questi bimbi, da chi mi aveva promesso che .... Tutti spariti. 
Ragionevolmente penso che ormai non sono più allettante, forse gli altri pensano di essere di troppo e pensano che non possa più fare la vita di prima, che sia diventata un'ameba domestica, che non abbia più voglia di andare al ristorante o al cinema. E pensare che invece io anelo inviti, serate diverse, chiacchiere fuori dal circuito pannolini e dentini, come mi piacerebbe comunque rimanere partecipe alle vite degli altri, di quelli che, fino ad un anno fa, mi chiedevano consigli, mi raccontavano la loro vita, ridevano e sognavano con me, trattandomi da persona unica e speciale. Improvvisamente sono diventata trasparente.
Per fortuna che adesso ci sono le nuove amiche mamme, con le quali cantileniamo un monotono monotema "tuttobambinomintoperminuto" ma che permettono di alleggerire questo guscio in cui si rischia di chiuderci quando devi stare immancabilmente 24 ore su 24 con la testa ai bambini.

martedì 18 dicembre 2012

Tre gioielli che valgono un 30% di stipendio

Poco dopo aver saputo di essere incinta, zap, appena sono riuscita a trovare il ginecologo giusto che si prendesse la responsabilità di seguirmi nella gravidanza, ritenuta  troppo a rischio per gli altri suoi colleghi da cui ero stata i quali, alla notizia di una prima gravidanza gemellare allargavano le mani e dicevano bella sì, ma io no eh, provi con il dott....  ecco appunto, appena trovato il temerario che accettò di seguirmi senza batter occhio, anzi, tifando per me, scattò subito il certificatone che mi esonerata dall'attività lavorativa e mi metteva in maternità anticipata. 
Era luglio e io sono rientrata al lavoro a maggio, appena finito il periodo di astensione obbligatoria, benchè avessi, come mamma di gemelli, doppia aspettativa da prendere. Ho ritenuto che fosse meglio così perchè sarebbe stato uno spreco usare quel congedo in quel momento,  tanto con i gemelli avevo doppia riduzione dell'orario di lavoro per l'allattamento e quindi rientravo al lavoro, a giorni alterni, per solo due ore, fino al compimento del primo anno dei bimbi. 
Che sarà tra poco e che mi vedrà, per legge, tornare ad orario pieno. Se non fosse per quella magica aspettativa doppia che il parto gemellare mi ha regalato e che io, tornando furbescamente al lavoro subito, tanto neanche me ne accorgevo di quelle due ore ogni tanto (considerato che avevo pure l'estate in mezzo con ancora le ferie di due anni  da prendere...) mi sono conservata ancora mesi e mesi di astensione facoltativa al 30% di stipendio da prendere, che ho deciso che prenderò da anno nuovo, cercando così di alleggerire quella minaccia di orario pieno che mi incombe sulla testa come una condanna. 
Ho deciso (con qualche incertezza breve come un lampo), che dopo la Befana lavorerò solo il lunedì e venerdì, i restanti 3 giorni ... aspettativa! Anche se questa cosa ha un prezzo economico, non è una ragione valida per rinunciarci, soprattutto dopo una giornata come questa, che mi ha visto accompagnare i bimbi al nido e tirare un respirone, perchè con quel cancello chiuso si apriva la via ad una giornata tutta mia, con un pranzo con il marito Gangster che ci ha visto divertiti e allegri, in un nostro veloce appuntamento per provare un ristorantino nuovo che va di moda come piace a noi, che ci ha colto allegri e leggeri come ai vecchi tempi, che ci ha visto scappare con il motorino e prenderci in giro e quindi - scusate il francesismo - chissenefrega del 30% di stipendio.
Queste cose, fare con calma la mattina con i bimbi, avere il mio tempo libero e ritrovarsi spensierati con il marito -  non hanno prezzo.
Anche perchè il prezzo è già pagato, il lavoro del marito Gangster lo porta fuor di casa dalla mattina alle 9 alla sera alle 20, permettendogli di divertirsi lavorando, guadagnando giustamente per quanto lavora e quel lavorare tanto implica anche che guadagna pure per me, visto che io lavoro anche per lui occupandomi da sola dei gemelli durante tutto il giorno. Per questo i conti tornano e non c'è prezzo di nuovo per niente: sono speciali questi momenti, da approfittarne a piene mani perchè, come saggezza popolare dice, e adesso pure la mia esperienza personale, non tornano e io me li voglio godere tutti tutti tutti, questi miei tre gioielli che compongono la mia famiglia.

lunedì 17 dicembre 2012

Mangiare

Quando i gemelli sono nati sono rimasti all'ospedale oltre la mia dimissione perchè, con il parto prematuro, ancora non avevano sviluppato l'istinto di suzione, per questo non riuscivano a prendere il latte dal biberon. Veniva supplito a questo  sparando loro il latte direttamente in pancia con un sondino.
Quei giorni, che mi sembravano interminabili, li ho passati andando all'ospedale a trovarli per tutto il tempo che mi era permesso, per dare io loro il latte ad ogni poppata e per sorvegliare i loro pasti. Ogni poppata era un terno al lotto, ogni 4 ore era tutte le volte un trattenere il fiato sperando che almeno quel biberon lo succhiassero. Spesso andava male, a volte iniziavano a succhiare ma poi si addormentavano e così le infermiere, per completare la loro alimentazione, passavano al nutrimento forzato con il sondino. Io subivo perplessa questo mistero e chiedevo a tutti informazioni su come e quando avrebbero iniziato a mangiare normalmente, sicura che quella scorciatoia del proporgli subito il latte in pancia non li aiutasse a progredire. I medici mi rispondevano pazienti: vedrà che prima o poi iniziano a succhiare, non si può insegnarglielo, devono arrivarci da soli, e questo solo il tempo può farlo. E a me quei 13 e 16 giorni in cui sono rimasti all'ospedale solo per quel motivo, mi sembravano interminabili, mi sembrava che quel tempo non passasse mai e che loro non sarebbero  mai riusciti a prendere un biberon da soli. E invece avvenne, iniziò la bimba a mangiare tutti i suoi biberon, per questo fu dimessa prima, e poi a ruota lui, che tornò a casa tre giorni dopo.
Da allora non hanno più smesso di mangiare. Quegli uccellini con il becco pigolante, che appena nati erano così frastornati da non sapere neanche mangiare, hanno poi magicamente iniziato a finirsi tutto il latte con regolarità, aumentando la dose e crescendo a vista d'occhio. Ancora ricordo come un incubo quell'incessante riempire e svuotare i biberon ogni 3 ore e mezzo, notte e giorno, con quell'estenuante  monotono ritmo mangia, pannolino, sonnellino e via, di nuovo biberon, pannolino, sonnellino, a ruota continua.
Fino a quando non è arrivato il momento dello svezzamento. Io un po' mi ero ancorata a quel loro essere nati prematuri, anche se solo di un mese, per ritenerli sempre piccoli per provare così nuove esperienze, come mi sollecitava di fare la pediatra, che non voleva starmi a sentire quando le ripetevo che sì, lo svezzamento si deve iniziare a 5 mesi e mezzo ma loro di età corretta sarebbe di un mese meno quindi..... Grrr mi ruggiva lei, non c'entra nulla, inizi e basta. Allora io ho iniziato intimorita, quei due scriccioli mi sembravano ancora così imberbi per il cucchiaino che.... gemella Mina appena lo ha visto la prima volta me l'ha strappato di mano con voracità e si è entusiasmata talmente tanto al primo omogeniezzato di frutta che se l'era spalmanto tutto sul viso (e per fortuna che ho una bellissima foto che immortala il momento). Gemello Emino invece al primo alimento semisolido ha storto  la bocca, faceva le smorfie come a dire questo schifo proprio non lo voglio, che mi fece capitolare e rimandare le merende a base di frutta di un mese. Insistere mi sembrava di fargli un dispetto (ma quelli erano i momenti in cui gemello Emino mi dominava, adesso che ho capito la sua strategia non lo rifarei). 
Dopo questa pausa siamo ripartiti con lo svezzamento (solo perchè mi vergognavo davanti alle altre mamme  che ormai avevano già iniziato tutte, e perchè non avrei saputo cosa inventare alla pediatra alla vicina visita di controllo) anche se con il solito ritardo dovuto al fatto che bisognava passare alle pappe in momenti tranquilli e invece nel mezzo c'era il matrimonio/battesimo con relativo viaggio di nozze, e certo non potevo iniziare in albergo!  Ed eccoci così al primo fine settimana di luglio, eravamo al mare quando ho fatto il primo brodo di verdure, loro che  mangiavano solo una parte, sputandone molta altra e io che avevo il cuore stretto perchè avevo paura che non riuscissero a mangiare abbastanza. Ma non mi sono persa d'animo, ho iniziato a fare le mie interviste alle altre mamme della spiaggia, e ho captato rassicuranti non ti preoccupare vedrai che mangeranno e dritte sul fare il minestrone in grandi quantità con la pentola a pressione e poi surgelarlo, sul non stare dietro a dosi e quantitativi, sul fare ad occhio e senza preoccupazione, che tanto prima o poi tutti abbiamo mangiato. 
Così  il cucchiaino non ci ha fatto più paura e dalle prime sbobbe risputate, non so più nemmeno quando, siamo passati a voraci piatti di semolino e verdure con omogeneizzato di carne, finite in un batter d'occhio tanto che venivano anche dagli ombrelloni più lontani a vedere la proverbiale voracità dei gemelli. 
Io nel frattempo ero diventata altamente indipendente, uscivo di casa la mattina con due thermos belli carichi di minestrone caldo e con tutto il kit occorrente per la costruzione istantanea sulla spiaggia delle pappe, così potevo permettermi di fare fuori sia il pranzo che la cena e godermi l'intera giornata al mare.
Adesso, con i primi denti, siamo passati al cantuccio di pane da sgranocchiare per far rodare appunto quei bei dentini aguzzi e dal semolino ormai siamo arrivati da tempo alla pastina, con pesce vero dentro tutto sminuzzato ma neanche troppo e poi alla banana fatta a pezzi che rigorosamente ora entrambi vogliono solo in mano, che basta essere imboccati, per arrivare alla prima fetta di prosciutto cotto fatta a pezzetti che si sono mangiati questa sera come se fossero dei grandi. Ma che siano già diventati grandi? Sì proprio quei pezzettini che non riuscivano a bersi il latte.

domenica 16 dicembre 2012

Diario della settimana (dal 10 al 16 dicembre)

Lunedì 10 - Questa mattina zap, il dentista mi toglie  un dente dolorante e ormai in fin di vita da tempo. Così meno male che c'è il nido, posso starmene un po' a crogiolare nel mio dolore post estrazione. Ma al nido non si dorme quasi per niente, così devo andare a prendere i gemelli praticamente alle 14. Non poco brontolando, i due accettano di rimettersi a dormire a casa. E dormono fino alle 17 (lei fino alle 17.30 e giusto perchè l'ho svegliata io). Pensavo che sballassero loro tutti gli orari e invece alle solite 19 la cena è pronta e siamo di nuovo stanchi per tornare a letto. E stasera, ironia della sorte, io un dente in meno e loro hanno mangiato il primo dentice fornito ieri dai nonni del mare. Per quanto riguarda i loro denti, Mina ha quattro denti sopra e due sotto, Emino due sotto e sopra stanno apparendo due anche se ancora  non si vedono.
Martedì 11 - Un freddo questa mattina che facevano male le orecchie! Loro al nido, io a godermi la libertà. Oggi le maestre del nido hanno tentato un'altra tattica per farli dormire di più là, pare che li abbiano addormentati in una stanza da soli invece che con gli altri bambini, ma si sono ugualmente svegliati. E questa volta non si sono riaddormentati a casa, così erano nervosi come pochi, così al solito li ho montati sul passeggino e tutti fuori che tanto fuori passa tutto, a me e a loro. E abbiamo girellato con Martino e la sua mammacheVale, il freddo era accettabile, e il pomeriggio è passato. Certo che ci ho potuto giocare poco, e quando li ho messi a letto ho detto loro che oggi mi erano proprio mancati.
Mercoledì 12 - Speranzosa, sono andata a prendere i piccoli al nido portandomi dietro un libro, sicura che oggi avrebbero dormito e quindi avrei dovuto impiegare il tempo di attesa del loro risveglio in qualche modo. Il "presentimento Maya"( oggi è l'ultima data gemella per questo secolo - 12.12.12) non si è avverato e così di nuovo siamo tornati a casa a fare il pisolino del dopo pranzo. E a questo punto, conoscendoli, mi sa che hanno già capito che se non dormono lì nessuno insiste a farglielo fare e c'è anzi in cambio il loro lettuccio caldo della loro cameretta che li aspetta.
Giovedì 13 - Sono triste oggi bambini, bigia come il tempo. Anche se quest'anno il freddo non mi dà così noia come gli altri anni, perchè ci siete voi a farmi muovere e a non farmi più lamentare di niente. Mi piace tutto da quando ci siete voi. Ma a rimettere a posto l'armadio oggi non ce l'ho fatta, anche se ci ho provato, perchè non ho trovato alcuna motivazione. Descrive bene quello che provo Salman Rushdie, nel libro che sto leggendo adesso mentre voi dormite, quando racconta che, nel momento  in cui tutto nella sua vita andava bene e lui avrebbe dovuto essere solo felice "ma i suoi pensieri erano dominati dagli assilli della vita interiore, dai ripetuti fallimenti nell'essere, o diventare, uno scrittore di romanzi decente e pubblicabile". Bambini miei, l'armadio della mamma è in disordine perchè è in disordine il dentro della mamma, quella parte che non vi tocca ma che riguarda solo lei e le sue aspirazioni tarpate. Vi insegnerò a scegliere le vostre passioni con cura, e assolutamente farne un lavoro.
Venerdì 14 - Doveva essere questo il giorno delle risposte lavorative per me e invece niente. Intanto oggi ho stirato quelle poche cose che sono riuscita a mettere a posto ieri nell'armadio, e non mi sembra una cosa da poco. In più oggi la piccola ha resistito più del piccolo nel sonno al nido e quindi ho portato a casa prima lui e poi  ho aspettato a casa che lei si svegliasse (telefonavo al nido ogni 20 minuti) per tornare a prendere lei. Questo ovviamente mi impedisce di riposarmi almeno nel momento in cui loro dormono, ma stiamo seminando per il futuro. Ovviamente questo spezzare il sonno li rende nervosi tutto il pomeriggio, quindi anche oggi ho adottato la tecnica "tutti fuori" che nel passeggino passa tutto e insieme siamo andati a comprare il regalo di Natale per babboGangster.
Sabato 15 - La mattina avevamo appuntamento con Music Together natalizio, un extra corso di musica in inglese con tutte le canzoni di Natale che a me (e quindi anche a loro) piacciono tanto. Eravamo pochi e tutti estranei ma si è formato  un bel gruppo. Ho conosciuto Kimberly mamma doppia che mi ha fatto i complimenti per l'energia che metto con i gemelli e questo mi ha un po' commosso, a volte anche io ho bisogno della mia medaglia di riconoscimento. Così le ho chiesto se conosce qualche baby sitter madrelingua inglese che possa venire dai gemelli ogni tanto a giocare con loro parlando inglese. Perchè nella vita i due che facciano  pure l'idraulico e la parrucchiera, ma l'inglese lo devono sapere!
Domenica 16 - Questa mattina siamo andati al Four Seasons che apriva i suoi meravigliosi cancelli del suo meraviglioso parco nel centro di Firenze, per un evento di beneficenza. I cuccioli hanno dormito per tutto il tempo, o quasi, e non si sono potuti beare di quel bel vedere, con il silenzio che quegli alberi secolari donano in quell'enorme giardino. Voglio insegnarvi il gusto del bello, dei parchi e del dare a chi non è così fortunato, come appunto l'opera che svolge l'Istituto degli Innocenti, ente a cui era devoluta la beneficenza.

sabato 15 dicembre 2012

Contagiata

Grazie Emino per aver iniziato a ridere da questa mattina. Per esserti svegliato così di buon umore da avermi messo addosso un buonumore assoluto, perchè vederti ridere mi fa passare tutto, anche se non ho niente, e mi fa urlare dentro un grazie infinito alla vita. Ultimamente non ridevi spesso, diciamo pure che la tua base era il pianto e il lamento, per qualsiasi cosa partivi dal mugolamento per arrivare al pianto congestionato, non ti potevo lasciare solo un minuto, non sopportavi di non vedermi, non ti piacevano gli ambienti nuovi, di qualsiasi cosa prima piangevi e dopo ci ragionavi. 
Oggi invece ridevi felice, addirittura con quelle risate grasse che sono uniche e contagiose, che ti illuminano quel viso bellissimo da rubacuori. 
Ci siamo fatti lunghe coccole con calma al cambio di pannolino del mattino, ti ho insegnato a farmi le carezze dicendo cara mamma e tu eri eccitatissimo, estasiato dal fare le carezze invece che riceverle, galvanizzato a tal punto che hai unito tutte le tue abilità e così impazzito facevi cara mamma, ciao ciao con la mano e poi battevi le mani, e di nuovo da capo: carezza cara mamma, ciao ciao con la mano, appaluso! 
Poi siamo andati alle canzoni di Natale e tu eri canterino più che mai, forse eri il bimbo più piccolo ma l'unico che seguiva cantando le melodie, facevi ridere pure l'insegnante! Sei il mio uccellino canterino, il mio usignolo bravo dai riccioli morbidi. Abbiamo pure ballato insieme, ti ho stretto a me e ti ho fatto girare in un valzer dolcissimo, io e il mio piccolo uomo innamorato. E mi ridevi, mi ridevi felice tutte le volte che incontravi il mio sguardo, mi facevi gli occhi dolci a gatto come mi facevi nei nostri giorni d'oro, quelli proprio di amore spudorato.
Sai che mi mancavano tanto i tuoi baci e  i gorgheggi d'amore che m facevi quando ti baciavo lenta quando eri piccolissimo e poi, da un po', non hai più fatto. Ma io ti aspettavo paziente, sapevo che il nostro amore non poteva interrompersi, era solo manifestato in altri modi. Per questo oggi, ancora diverso, l'ho festeggiato facendoti ballare con me sulle musiche di Natale, in un abbraccio tutto nostro, con il tuo profumo di nuovo che mi inebria e il tuo capelli morbidi da passare sulle mie guance come un piumino di un pulcino. 

mercoledì 12 dicembre 2012

Prove tecniche di movimento

Lei ha iniziato a gattonare prima, felice di spaziare per il mondo anche fosse solo una stanza, e non aveva paure di sorta, a parte l'iniziale fermarsi quando la stanza finiva e girarsi a controllare che ci fossi prima di varcare la porta. Lui la guardava ammirato, ancora ancorato a terra, ma per guardarla meglio ha capito presto che doveva girarsi a pancia sotto e tirarsi su con le braccia, così avrebbe allargato il suo spettro visivo e da allora ha iniziato a gattonare anche lui, che più che gattonare lui sembra un marines che va all'attacco notturno. Poi lei ha iniziato ad alzarsi in piedi, prima solo esortando gli altri  a tirarla su, poi in maniera autonoma e ricadendo a terra senza paracadute, con tutte le sue belle zuccata prese che la vedevano piangere, ma solo di rabbia per non esserci riuscita più che per il dolore provato. Lui l'ho scoperto da poco una mattina ritto in piedi ai cancellini del suo lettino, ancora non capisco come faccia ma lo fa, quello che non fa è buttarsi senza paracadute, una volta che è su piange perchè non sa scendere. Lei adesso sa anche abbassarsi, oltre che alzarsi e questo le ha semplificato la vita non di poco. Adesso è un continuo alzarsi in piedi e cautamente ridiscendere, senza un motivo, forse solo per testardaggine di imparare bene come si fa. Lui quando è libero in terra scappa veloce nel posto più proibito della stanza, girandosi a vedere se lei lo segue e chiamandola, a modo loro, se lei è distratta. Lei a volte lo segue e a volte no, spesso lo guarda come dire quel giochetto ormai non mi interessa più, anche perchè sa che sulla forza fisica vince lui mentre lei deve giocare d'astuzia. Attualmente lei ha capito che è molto più agile di lui nell'alzarsi e nel ridiscendere, così quando conquista a lui qualsiasi cosa, malignamente corre a metterla al sicuro in un posto alto, e si gira a guardarlo come dire "e ora prova a prenderlo, polentone". Lui invece usa una tecnica da guerra per vincerla, quando scappano gattonando con la preda fra le braccia, lui la spinge fino a stringerla all'angolo e così riesce a strapparle le cose di mano, che uomo con più forza è. 
Lei oggi è entrata nel tunnel di plastica dopo che ha visto Martino farlo, senza paura si è infilata dentro anche lei, dopo che per un po' era rimasta titubante, anche se io ero dal lato opposto a chiamarla. Lui invece stava in ginocchio davanti ad un tavolino con mille pulsanti sonori a farli suonare tutti, a mandare su e giù le girandole e i pomelli che sembrava proprio un dj che mixa con i piatti e neanche si è girato a guardare la sorella, per niente ammirato di quel suo coraggio, che quando c'è la musica per lui non esistono tentazioni a distrarlo.

martedì 11 dicembre 2012

Il babbo Gangster

Il babbo Gangster torna tardi la sera quando i  piccoli sono già a letto da tempo che quando lui entra in camera per guardarli, loro neanche se ne accorgono.
Il babbo Gangster si sveglia tardi la mattina, perchè si concede almeno quel lusso, in una giornata che per lui non ha tregua, regolarmente lascia scendere prima me per dare la colazione ai piccoli e aspetta di essere chiamato per dare il latte al secondo gemello anche se sente piangere forte.
Il babbo Gangster adora la sua bambina, che lo cerca e gli sorride appena lo vede, gli fa gli occhi dolci e gli corre incontro (per quanto può correre una bimba che gattona) e questo, come usa dire spesso lui, fa sì che lei sappia già come levargli le mutande.
Il babbo Gangster parla del suo gemello bambino pensando al suo futuro, che nel presente non apprezza molto   quando il bimbo piange senza motivo anche se, con il suo babbo, Emino piange proprio poco anzi, lo aspetta ammirato e si mette là tranquillo con il suo babbone in una posa buffa, come a dire "noi uomini, finalmente".
Il babbo Gangster non c'è mattina che non guardi innamorato sua moglie la sottoscritta MammaPi, aspetta che lei si alzi, si lavi,  esca dal bagno e si tolga la camicia da notte per dirle come sei bella, anche se lei poi così tanto bella non è più, con quella sua pancetta e fianchi morbidi e quella cicatrice del taglio cesareo che non vuole che nessuno tocchi e neanche guardi, tanto che non lo fa ancora neppure lei.
Il babbo Gangster si chiama così perchè di tutti i lavori che fa, sempre i soldi appiccicati gli rimangono, che lui condivide generosamente con tutti noi, facendoci fare una vita tranquilla che direi che non è per niente roba da poco.
Il babbo Gangster ha i suoi bei difetti, ha una vita parallela e misteriosa quando va dall'altro suo figlio e la di  lui mamma, al cui riguardo dice spesso bugie con le gambe corte, che irritano non poco la sottoscritta.
Il babbo Gangster è nato e cresciuto sotto il segno del leone, è un accentratore ma anche un super pigro, ma è pure un ossessionato dall'ordine e dalla pulizia e quindi è costretto a rinunciare alla sua proverbiale pigrizia per sostituirsi a me se vuole che venga spazzato in sala da pranzo e che venga rifatto il letto bene la mattina, contro il mio  tirar su le coperte. E direi che mai nessuno avrebbe scommesso sul Gangster dalla scopa in mano e dal letto perfetto.
Il babbo Gangster legge di nascosto quello che scrivo, che è solo per i bimbi, e si lamenta quando trova delle critiche su di lui e sui suoi genitori, ma io, reporter intransigente, non posso che scrivere la verità e già ometto delle belle cosette per il buon per la pace.
Il babbo Gangster adesso che ha il suo babbo che non sta molto bene mi dice che riesce a sopportare tutto questo grazie ai suoi bimbi e quando torna a casa e li trova svegli glielo dice, anche se loro non reagiscono.
Il babbo Gangster, quando sono particolarmente arrabbiata perchè lui non c'è mai a darmi una mano, accetta il supplizio di fare il bagnetto ai bimbi e di mettere loro il pigiamino, mettendoci una vita a farlo perchè si ingarbuglia spesso in body, automatici e maniche che si sfilano, ma i bimbi stanno là pazienti a farsi fare di tutto, che secondo me ridono sotto i baffi, come faccio io, della sua imbranataggine.
Il babbo Gangster odia tutto quel che è condivisione con gli altri genitori delle attività ricreative dei bambini: si giustifica dicendo che io me la cavo così bene che lui non importa che ci sia e quando è evidente che lui importa che ci sia, dice io sono un libero professionista e non mi posso mettere a disegnare le borsine al nido, vacci te punto e basta.
Il babbo Gangster guarda i piccoli e dice loro non vedo l'ora che siate grandi, così mi parlate, venite in giro con me, vi porto al mare, vi porto qui e là e mi farete tanta compagnia, che ora insomma, non so cosa dirvi e voi non sapete dirmi e così non c'è gusto.
Il babbo Gangster mi parla del futuro dei gemelli raccontando con precisione del carattere che vede in ogni bimbo e di quello che questo carattere lo porterà a fare nel futuro. Emino sarà un ingegnere perchè è un bambino testardo e tenace, dietro tutti quei suoi pianti per averla sempre vinta si nasconde un carattere deciso e quadrato e poi, se proprio vorrà seguire quella sua dote innata del canto e del ballo che faccia pure, ma nel suo tempo libero. Mina invece farà il medico, che è curiosa e precisa, non accetta distrazioni e sa farsi voler bene proprio per quanto protesta quando subisce un'ingiustizia e per quanto è arrendevole quando sa aspettare  il suo turno, come una grande.
Il babbo Gangster non si capacita ancora di avere tre figli, si sente molto responsabile anche se non ci gioca insieme, e quando ci gioca insieme sembra lui il più piccolo dei tre, con quella vocina strana che mima quella di un bimbo piccolo ma che sembra più che altro un bimbo scemo, tanto che i gemelli lo guardano come se dovessero avere pazienza con un bimbo un po' ritardato.
Il babbo Gangster è la trave maestra della casa, la porta d'ingresso che si chiude alle spalle del mondo e che ci protegge da tutto, è la forza e la benzina di tutto quello che abbiamo.
Grazie babbo Gangster, mio marito due volte e babbo due volte.

domenica 9 dicembre 2012

Diario della settimana (dal 3 al 9 dicembre)

Lunedì 3 - I cuccioli continuano a non stare bene, così chiamo la pediatra che mi annulla la diagnosi fatta dalla sua sostituta venerdì, quindi niente sesta malattia ma un forte mal di gola. Ecco perchè la Mina mineggia tutte le volte che tossisce: ha la gola infiammatissima. Intanto il freddo gelido preannunciato ha regalato una giornata di sole terso, neanche troppo fredda, che ci vede uscire uscire uscire.
Martedì 4 - Pioggia annunciata pioggia arrivata, così che fare con i piccoli in alternativa al rimanere tutto il giorno chiusa in casa? Quello che mai mi sarei immaginata di fare e cioè passare la mattina al centro commerciale. Benedetto centro commerciale che ci ha accolto per due ore al calduccio e al riparo dai monsoni, che ci ha fatto fare spese (ovviamente), che ci ha fatto incontrare gente, distrarsi, arrivare all'ora del pranzo senza nemmeno accorgersene.
Se me lo avessero detto, io che ho sempre criticato tanto quegli orribili posti, non ci avrei mai creduto che un giorno sarebbe stata la mia oasi in un giorno di pioggia e, in ordine, ci sono rimasti appiccicati alle mani due cappelli rossi di pile con ciuffetti sulla testa tipo capelli di Burt Simpston (che raramente metteremo), due pigiamini al prezzo di un che proprio ci servivano, due maglie a lupetto, anche queste due al prezzo di un che proprio non ci servivano.
Mercoledì 5 - La mattina approfittiamo del passeggino già in macchina per andare in centro. Ci avevano assicurato che sarebbe stato un mattino di sole, e invece era una mattina grigia. Anche il babbo Gangster ci aveva assicurato che sarebbe stato con noi, almeno per la colazione, e invece si è perso nella nebbia, rendendo tutto molto più grigio. Poi i gemelli hanno dormito per tutto il giro in centro, e la mamma dei gemelli, con il cuore già spezzato dal ritardo rituale del marito, che l'ha fatta indignare e andarsene in giro da sola con i due, non ha potuto mostrare loro neppure una vetrina natalizia, e pensare che ci era andata quasi apposta, a fare quel giro, per iniziare quello che vuole che sia un bel rito di Natale per i tre (il babbo Gangster lo eliminiamo da subito, perchè tanto ci delude sempre e a noi, specie per Natale, non ci piacciono le delusioni)
Giovedì 6 - Oggi pomeriggio c'era il laboratorio di Natale al nido, dove ogni genitore doveva decorare una borsa per il proprio  bambino (quindi io due!) che servirà per mettere il libro preso in prestito che fa parte del progetto "Nati per leggere". Oggi mi sentivo stonata per non dire proprio triste, ci sono quelle giornate in cui vorresti fare come i gatti e scappare da tutto, ma non si può e in più dovevo pure andare a disegnare.... Ma quello che si fa per i bambini! Ovviamente, fra gli altri genitori, c'è chi sente la competizione anche in questo, chi ha portato dei materiali da casa perchè quelli forniti dal nido non soddisfacevano, chi ha disegnato davanti e dietro, chi ha riempito di disegni e colori la borsina, chi, come me, aveva i minuti contati e due borse da fare. Credo che i miei bimbi apprezzeranno quanto sono riuscita a fare con il poco tempo per organizzare la decorazione. Risultato: per gemella Mina tanti fiori rossi  dipinti da me negli angoli della borsa e un nastrino a cornice pieno di una cascata di cuoricini  che al centro forma pure un fiocchetto; gemello Emino ha un orsetto blu che si affaccia al  lato destro della borsa mentre su lato sinistro ho scritto Emino e ci sono due nastri celesti con orsetti posti in due linee parallele, a sottolineare il nome e ad che abbelliscono il tutto. Soddisfatta, ed è passata tutta la tristezza.
Venerdì 7 - Questa mattina tutti pronti per uscire e..... nevica! Ops, mi sono detta, che si inventa adesso? Ho lasciato un po' fioccare la neve ma poi, via, che in Finlandia chi ha i bimbi piccoli, mica starà sempre in casa quando nevica! Così ho messo la copertura trasparente al passeggino, io avevo il cappuccio del piumino e tutti fuori! In effetti fuori, dell'età dei gemelli, c'erano solo i bimbi degli zingari. Ma noi ci siamo comprati delle bellissime pantofole misura 19 (bordeaux con fiorellini arancio per lei e beige con coniglietto con orecchie vere per lui) per tenere caldi i piedini quando siamo fuori alle intemperie (beh, si fa per dire, è smesso di nevicare subito!)
Sabato 8 - Al mattino siamo andati alla pasticceria americana a ordinare i dolci per il compleanno dei bimbi: sarà una bella sorpresa! A pranzo eravamo invitati dalla mia sorella con tutti i miei parenti (marito, sorelle, cognato, genitori, zii e cugini). Incredibilmente i gemelli hanno accettato di dormire nel passeggino e in una camera sconosciuta (anche se gemella Mina ha urlato tantissimo la sua disapprovazione di dover star legata lì invece che in conversazione con noi) ma questo ci ha permesso di pranzare con calma e i due si sono svegliati giusto in tempo per i dolci, che hanno gradito assai. Poi siamo andati con babbone Gangster in centro per mischiarci alla folla e farci ammirare nei vari negozi dove abbiamo fatto spese: la prima volta della mia bimba da Hermes! E la sera pure cinema, ovviamente solo per noi genitori e io sono così concentrata sui piccoli e quindi fuori da ogni altro pensiero critico che quasi mi vergogno a non saper che pensare del film visto. L'unica cosa che  penso è   che, se fossi sempre stata in questo stato, nessuno mai si sarebbe innamorato di me. E invece in passato, ricordo bene, avevo il mio bel cervello. Attualmente sepolto da pannolini e sederini rossi da impomatare.
Domenica 9 - Giornata dai nonni del mare, parto sempre con il patema d'animo per i continui confronti che là fanno fra i bambini "perchè Emino non vai veloce come Mina? Perchè te piangi mentre lei ride? Lei sì che è forte, lui invece.." Grrrr, tutte le volte mi brucia il fegato a sentire la sfiducia verso il mio piccolo campione aleggiargli sopra la testa come una nuvoletta nera. Per questo ho accettato di andare solo perchè il babbo Gangster mi aveva promesso di difendere i suoi bimbi dai suoi genitori. Ovviamente il Gangster si è defilato dopo due minuti e dopo una timida e inutile esortazione a non fare differenze fra i bimbi. La giornata è andata molto meglio di come mi immaginavo, anche perchè io sono molto attenta a sottolineare quello che il bimbo fa a discapito di quello che lei non fa (scusami tanto fiorellino bianco, ma lo sai che lo faccio solo per il tuo caro fratellino e so che tu mi capirai). L'unica cosa che io proprio non riesco a capire (oltre a questo far le differenze) è perchè tutte le volte che andiamo dai nonni del mare, che si chiamano così perchè hanno la casa di fronte al mare, stiamo sempre in casa. Oggi, che era una giornata spettacolare, siamo stati al sole e all'aria di mare forse un'ora, le altre volte spesso spesso non usciamo neanche di casa. E pensare che qua, senza avere la casa davanti al mare, andiamo fuori sia che nevichi che ci sia il sole che brucia.

mercoledì 5 dicembre 2012

Music together

Hello everybody I'm so glad to see youuuuu cantiamo all'inizio di ogni ora di musica in inglese, che fa parte del progetto internazionale denominato Music Together, che ormai frequentiamo da tempo tutti i mercoledì e che con oggi e il prossimo mercoledì di recupero lezione persa, sta per concludersi.
Le mamme che conoscevamo e che erano andate prima di noi alla lezione prova non erano rimaste soddisfatte, ci raccontavano di una gran confusione o di una lezione inconsistente, per cui siamo andate (ovviamente con l'inseparabile Valeria e l'amichetto Martino) un po' prevenute e invece...... Ossignore come ci siamo appassionate!
La prima lezione poi è stata indimenticabile: Martino che si allontanava dalla sua mamma perplesso, piangeva da lontano e cercava aiuto dalle altre mamme e, in particolare dall'unica nonna che c'era, perchè credeva la sua mamma impazzita, a cantare così felice in coro. Il gemello Emino è stato tutta la sua prima lezione a piangere a squarciagola, colpito da quella "confusione" e anche lui dalla disattenzione della sua mamma che era così intenta a divertirsi cantando. Gemella Mina invece stava tranquilla in mezzo alla stanza a seguire tutto interessata (che tanto quella ormai lo sappiamo che lei non ha paura di nulla e che è curiosa di tutto). 
La lezione consiste nel cantare tutti insieme, mamme e bimbi, delle canzoni in inglese, che sono canzoni animate dal battito delle mani, da suoni e vocali che si alzano, da mani che si alzano, da guli guli con le mani a ventaglio sulle orecchie, da balli e dal suono di  strumenti musicali per bambini, da foulard da lanciare in cielo che mimano le farfalle, dal riprodurre il rumore  della pioggia e il verso degli uccellini. dal rituale di salutarci tutti per nome sia come benvenuto che come arrivederci, ovviamente cantando e sempre tutto rigorosamente in inglese. 
Abbiamo visto passare tante mamme con bambini che hanno fatto solo la lezione prova e che se ne sono andate, adesso siamo rimaste lo zoccolo duro di chi in quel progetto ci crede proprio, di chi in quei canto trova uno sfogo, in chi vede che, anche se i bimbi sono piccolissimi, quasi neonati alcuni (non che i miei siano molto più grandi) il beneficio che fa quella lezione di musica. Emino specialmente ripete a casa le sillabe cantate, balla subito appena sente la musica e oggi anche accompagnava con il battito di mani alcune canzoni. Gemella Mina, che si chiama non a caso Mina (ma solo in questo blog, il suo nome vero è ben più bello) riesce a seguire, con la sua potente voce, i cambi di tono ed è felice e curiosa di stare a sentire tutta quella bella caciara, proprio come è il suo carattere. Io finalmente ho trovato un posto dove posso cantare, e chi se ne frega se mi riesce bene o meno. In più dividere il divertimento di quella buffa lezione anche con Valeria, che è la prima a ridere fra tutte, mi fa proprio stare bene e i miei bimbi di conseguenza.

martedì 4 dicembre 2012

Chi semina vento raccoglie tempesta

Ci sono momenti speciali, che ripagano di tanti momenti ordinari e, ultimamente anche dei momenti sub ordinari, dovuti alla romantica diarrea che colpisce i due gemelli, in particolare la fiorellina bianca, e che mi aggiunge, oltre alla normale routine delle lavatrici quotidiane,  con cambio di pannolini e crema sul sederino, unita i lavaggi di naso, anche un doppio turno di lavatrice, cambio lenzuola del lettino quasi quotidiano, pigiamini mai da rimettere per due notti di seguito e spesso, body da buttare direttamente nella pattumiera, irreparabilmente (e schifosamente, aggiungo io) sporchi. Ma poi, appunto, arrivano i momenti speciali, come quello di poche ore fa, quando i gemelli erano entrambi sul letto dei miei genitori e io mi sono stesa là con loro, con i piccoli che mi sono venuti subito entrambi addosso, gemella Mina che si alza in piedi e mi si aggrappa come se fossi l'albero della sua sicurezza e gemello Emino che contemporaneamente mi si buttava tutto sopra, mi prendeva il naso e rideva felice quando scherzosamente lo spostavo e si metteva a fare le risate grasse perchè era steso là vicino vicino a me. Questi momenti  rimangono nel cuore, e non stai a chiederti se i bimbi ti si buttano addosso perchè sono diventati dei mammoni, come prontamente ha criticato (ovviamente per gelosia, suppongo) mia suocera ieri, perchè nessuno dei due  voleva stare in braccio a lei  e, appena li prendeva, entrambi tendevano le manine verso di me. Che vai a dire ad una nonna che vedono una volta al mese per un quarto d'ora, che non è affatto vera la critica che i bimbi li ho fatti diventare dei mammoni? La prova è che stanno con tutti: quando vanno al nido neanche si girano per salutarmi da quanto sono contenti che li lasci lì, quando andiamo in ludoteca esplorano il mondo ignorandomi bellamente, quando ci sono gli altri bambini con le loro mamme giocano con tutti e si fanno coccolare dalle altre mamme che conoscono, si illuminano loro gli occhi quando arrivano le mie sorelle e  cercano affannosi entrambi i miei genitori quando li porto a casa loro, chiamando la mia mamma se a volte si attarda ad arrivare e hanno amato  qualsiasi baby sitter con la quale li abbiamo lasciati. Che le spieghi, che la parentela non conta se non c'è complicità? Che passare 11 mesi come ha fatto lei a confrontare i pregi e i difetti di uno contro l'altro, non semina fiducia ma anzi, frena gli slanci dei bambini, che si buttano su di me perchè riconoscono in me la loro prima fan, l'albero della fiducia e dell'amore, la sicurezza che qualsiasi cosa facciano è una conquista, anche se arriva dopo due mesi rispetto alla sorella che lo ha fatto prima o al fratello che lo fa mentre lei no. I due bimbi sono degli esploratori del mondo, che devono affrontare sentendosi sicuri e non criticati, perchè anche se sono piccoli il clima lo sentono, che sia di fiducia e di sfiducia. E chi semina vento raccoglie tempesta, come è stato quando la nonna del mare è andata via dicendo che li avrebbe portati volentieri con sè, ma voluto  puntualizzare che non sarebbe mai successo perchè io non li avrei mai mandati. Ma mandati dove e con chi? Ma i bambini piccoli non devono stare con la loro mamma? Ma la famiglia non siamo io e il babbo Gangster e i nonni sono invece solo parenti? 
Che condanna per me essere cresciuta con una mamma che aveva sempre il sorriso ed era sempre contenta di tutto, la prima a gioire delle piccole cose della vita e a vedere solo il bello e il positivo di tutto, e dover difendere i miei bimbi da chi vuol loro sicuramente bene, ma che non sa rapportarsi positivamente mai con niente, se non che con quello che non c'è, piuttosto che con il bello di averli e basta. Pazienza, mi dispiace per lei, noi siamo di un'altra specie. E per questo ce ne stiamo spesso spesso per conto nostro. E babboGanster sappi che ti apprezziamo tantissimo per come sei, al di sopra di quello che ti è stato insegnato.

domenica 2 dicembre 2012

Diario della settimana (26 novembre - 2 dicembre)

Lunedì 26: nel pomeriggio vado dall'osteopata, che mi elogia i benefici del sonno per le ossa e, nel parlare, capisco che non ho le allucinazioni alla mattina, quando regolarmente mi affaccio nel lettino di Emino e ogni volta lo vedo sempre così cresciuto da farmi sobbalzare: con il rilassamento dei muscoli che avviene mentre si dorme, le ossa hanno la possibilità di crescere, per questo si cresce di notte e si cresce anche con la febbre, ma solo perchè stiamo più a letto.
Martedì 27: prova di pisolino dopo pranzo al nido. Hanno retto poco, e hanno dormito molto a casa, per recuperare. E' bellissimo quando la casa si fa silenziosissima mentre fuori la vita è frenetica, mentre in casa si fermano i respiri, i movimenti, i suoni, e questo mondo interno sembra che vibri al ritmo deil sonno dei gemelli. E poi oggi fuori piove tantissimo, lampi e fulmini, il fiume in piena e bimbi miei benediciamo la fortuna di avere una casa calda che ci protegge.
Mercoledì 28: riproviamo a dormire al nido. Lì hanno dormito un'ora e poi svegli, alle 14.30 sono accorsa, più che corsa, e li ho portati a casa, dove pensavo di ripetere il pomeriggio di ieri con un lungo sonno pomeridiano, tanto tempo per me, bel risveglio rinfrancati dal sonno per loro, piacevole fine pomeriggio per tutti. Invece: a casa avranno dormito sì e no 20 minuti, si sono svegliati uggiolanti per non dire uggiosissimi, ho provato di tutto: di nuovo a letto, prima a letto uno poi l'altro, frutta, cambio pannolino, giochi vari, in collo, sdraiati, zia, nonni, babboGangster corri subito, gemella Mina che mi ha pure vomitato addosso. Un altro di quei rari pomeriggi che mi mandano fuori di tesa. Risultato: loro cena anticipata di un'ora. Alle 6 iniziamo a preparare la pappa, poi bagnetto e pigiamino, alle 18 e 40 già dormivano spossati. Io spossata e basta.
Giovedì 29: come tutti i martedì e i giovedì niente lavoro, così approfitto del nuovo orario prolungato dei gemelli al nido che mi permette di allontanarmi per più tempo, invece che rimanere sempre in zona come facevo fino alla settimana scorsa quando, il tempo di accompagnarli, fare la spesa e poco altro era già tempo di andarli a riprendere, perchè rimanevano  al nido giusto fin dopo pranzavano e basta e poi via subito a casa. Oggi no, aspettiamo fino alle due e mezza che dormano o meno, e così me ne sono andata a vagabondare in centro. La scusa era giocare d'anticipo per cercare i regali di Natale ma, come mi avevano detto, ma io non ci avevo proprio creduto, vedrai che poi con i bimbi pensi prima a loro e poi, se capita, anche a te. Ma come, affetta da shoppingmania come ero, non è possibile che quei due nanetti mi passino avanti, mi ero detta. E invece sì. Finchè non ho comprato loro qualcosa (e sempre di qualcosa hanno bisogno) non ho potuto ritenermi soddisfatta e non sono partita con i regali per gli altri e per me. Però che bello avere le mani libere, senza dover spingere il passeggino e anche se con loro in giro mi diverto sempre tanto, ogni tanto c'è bisogno di ritrovare la propria solitudine, i propri ritmi, il vagabondaggio senza orari.... ah ecco, è già l'ora di andarli a riprendere.
Venerdì 30: ieri sera gemella Mina aveva la febbre, per questo questa mattina non sono andati al nido entrambi, perchè anche se lei aveva la febbre, quello che sta peggio è lui, senza febbre ma con un'uggia addosso che non si capisce. Non vuol stare da nessuna parte, nè in terra e neppure in braccio, non mangia e non vuole gli abbracci, non accetta distrazioni nè si fa tentare dalla finestra, che sempre lo cattura molto il mondo là fuori visto in braccio alla sua mamma. Me lo avevano detto: vedrai quando piangono e non sai cosa hanno... Visto che fino ad adesso non era mai successo, pensavo che fosse un'altra leggenda metropolitana da sfatare, e invece, saggezza popolare! Andiamo dalla pediatra e scopriamo che lui è sano come un pesce, nè tosse preoccupante nè mal d'orecchie sospettata, mentre lei ha la sesta malattia! E' tutta a pallini sulla schiena e la febbre è dovuta da questa forma virale. Ehi Martino, noi ti abbiamo fatto un bel regalo per il tuo compleanno, invece te guarda cosa ci hai passato! Poi la sera con il babboneGangster, preoccupatissimo per la salute del suo babbo, siamo andati a farci due risate allo spettacolo di Panariello. E di nuovo, al nostro ritorno, la piccola aveva la febbre.
Sabato 1 dicembre: giro il calendario e spero che questo mese passi il più lentamente possibile. E' l'ultimo mese con l'orario ridotto al lavoro per il doppio allattamento. Non so come farò e non so come faremo. Impensabile essere la mattina alle 8 al nido e al lavoro. Forse iniziando i preparativi di notte...
Domenica 2: Dovevo uscire a tutti i costi, un altro giorno in casa sarebbe stato troppo. Così via uscire tutti, anche se fuori un po' pioviscola, e usiamo per la prima volta quelle coperture di cellophan sopra i sedili del passaggino, che hanno reso perplessi i bimbi. Lei ha pianto per tutto il tempo (questa notte ha vomitato e adesso ha tutti i pallini della sesta malattia anche su viso) lui buonissimo quasi preoccupante, che quando non sono vivaci vuol dire che non hanno la forza per esserlo, e qua sta covando qualcosa... aspettiamo la sesta malattia anche per lui? Intanto ci siamo regalati un panchettino decorato con tanti disegni fatto dalle signore con i capelli argento che frequentano un centro diurno e che si dilettano in pittura. Che ci servirà per quando disegneremo anche noi.

sabato 1 dicembre 2012

Come se lo sentissero

Oggi brutte notizie bambini miei: il nonno del mare ha una brutta malattia che sicuramente debellerà, perchè insieme con il vostro babbone sono entrambi già pronti al combattimento.
E intanto oggi pomeriggio, in un altro pomeriggio di pioggia che ci vede ancora una volta confinati in casa, con voi che non stata proprio bene, mogi mogi da non sembrare più voi, con Emino che ha ripreso a piangere per tutto, come ai vecchi tempi, e con la Mina che chiede di stare in braccio come non ha mai fatto, ecco che a sorpresa sono venuti a trovarci i nonni del piano di sotto, che vengono solo se sono invitati, ma questa volta forse sono venuti senza invito perchè sentivano che dovevano un po' fare i nonni col supplemento. 
I nonni del piano di sotto sono i miei genitori, la nonnità li ha colti in età avanzata, con tutta la mancanza di forze e di concentrazione tipica della loro età, ma questi bimbi hanno fatto ritrovare loro delle forze insperate, un bene che è esondato dal loro cuore, una passione e una pazienza che solo i nonni possono avere. 
Mentre raccontavo loro del nonno del mare, Emino è voluto salire  in collo al mio babbo, come mai è stato in vita sua perchè come lo prendi in braccio si irrigidisce per tornare in terra, appena lo metti in terra piange per essere preso in braccio, in un moto senza quiete che fa innervosire lui e gli altri, mentre oggi invece gli si e messo di fronte, con le gambe larghe e la testina appoggiata alla pancia del nonno e, rilassato come non mai, chiudeva gli occhi dal sonno e da quella spossatezza dovuta a non si sa quale acciacco, e in quella posizione cantava al nonno le sue melodie con la aaaaa che Emino intona sempre mentre si spenge. Mentre Gemella Mina, che anche lei raramente vuol stare in braccio ferma, oggi si arrampicava alle gambe della mia mamma, che l'ha presa in collo e tenuta quasi sdraiata, con la Mina che ciucciava beata il ciuccio e guardava lenta il fermaciuccio fatto ad elefante con le orecchie che scricchiolano. 
Mai i due erano stati tanto tranquilli in braccio a qualcuno. Inutile dire che ci siamo commossi tutti. 
Io, per futura memoria, ho immortalato la scena con delle foto, che serviranno ad evocare questi momenti, il giorno in cui i nonni ci benediranno dal cielo.

venerdì 30 novembre 2012

Ultimo mesiversario

Undici mesi oggi,  e quindi ultimo mesiversario. Il prossimo sarà già compleanno, il primo.
Si sono rincorsi i giorni e si sono rincorsi i mesi, composti da momenti interminabili, lampi di tempo, lente ore che non passavano mai, brevi sonni troppo corti, lunghi pomeriggi che peccato che è già sera, splendide giornate sempre insieme.
Io non tornerei indietro per nulla al mondo. I primi mesi sono stati una grande sorpresa e non sempre bella. Era bello vedere i due piccoli che crescevano, ma era anche faticoso e poco gratificante passare il tempo a cambiare i pannolini, preparare il biberon, tentare di farli dormire, in un ritmo incessante che ti lava il cervello. Poi sono arrivati i primi sorrisi, la testa che si fa dritta e basta stare là buttati come due sacchi di patate, sono arrivati i primi tentativi di girarsi, il dormire a pancia sotto scoperto e non più abbandonato, la lallazione con le prime vocali melodiate, il dedede di lui, il mamama di lei, il pappappa di entrambi. Poi abbiamo iniziato a scavalcare i recinti, a non rimanere più dove venivano lasciati e a muoversi per il mondo, fosse solo una stanza. Adesso lei sta spesso e volentieri in piedi, si alza in un lampo e scende con cautela, fa i primi passi laterali perchè stando sempre attaccata al divano penso che pensi che si cammini in quel modo a gambero, invece che in avanti. Lui ha iniziato da pochi giorni ad alzarsi in ginocchio, si attacca alle scatole e ai gradini e si tira su, felice di poter vedere il mondo da quell'altezza. Ha pure smesso di cangureggiare, come dicevo io, perchè quando lo tenevo dritto da sotto le ascelle per farlo stare in piedi piegava le ginocchia e si metteva a fare i saltelli, pensando che quello fosse il vero motivo per cui lo sorreggevo, neanche sfiorato dall'idea che poteva stare dritto e godersi un'altra prospettiva. Adesso che la nuova prospettiva eratta se l'è conquistata, ride felice quando, in piedi in posti alti tipo il fasciatoio, riesce a guardarmi negli occhi, cosa mai successa. Lei ha iniziato a gattorere in agosto, prima si fermava quando finiva la stanza, cauta, adesso no ha più limiti e paure e passa dal salotto alla cucina in un attimo, tanto che quando andiamo a cena lei mi segue come un cagnolino e si alza in piedi quando arriva al suo seggiolone. Rischia molto, ma cade e si rialza, piangendo a volte e solo quando si fa veramente male con i lacrimoni. Ma basta che mi veda tranquilla che subito le passa. Adesso che hanno entrambi scoperto il moto, pare che l'unica loro meta sia arrampicarsi su di me, tipo due scimmiette sull'albero. Io, che come al solito ho due mani e due bambini, faccio quel che posso, tento di tenerli e contenerli, di far posto ad entrambi ma tanto loro sanno che faccio quel che si posso. E chissà come sarà da ora in poi.

giovedì 29 novembre 2012

Fiorellino bianco

Lei ride spesso e volentieri anzi, ultimamente ride soltanto. Quando la mattina entro in camerina sua  mi accorgo che è già sveglia  perchè la vedo giocare paziente con i bordi del suo pigiamino, oppure osserva le luci e le ombre del mattino, oppure è riuscita a prendere, non si sa come, alcuni giochi che ripongo nel tavolino vicino al suo letto. Come mi sente aprire la porta fa un balzo tipo doppio carpiato con avvitamento che fa immaginare che abbia degli addominali di ferro (che tiene ben nascosti sotto sua bella pancetta). Zap, in un attimo si alza ed è subito pronta a sorridere anzi, a ridere proprio. Si sveglia felice, dispensa a tutti sorrisi quasi sdentati (due incisivi  sotto e sopra e basta) e ride con tutta se stessa: con la bocca aperta, con gli occhi che fanno scintille, con la voce, con quel dondolio di gioia che mette di buon umore tutti e non solo la sua mamma. Prosegue felice la sua giornata, quando arriva al nido dispensa sorrisi fin dall'ingresso, alle altre mamme, agli altri bambini, alle maestre tutte e anzi, ci rimane male se qualcuno del personale del nido, nella fretta di fare, non si ferma a salutarla. Si guarda allo specchio e ride, mi vede andar via e ride, mi vede arrivare e ride. Tutta il suo babbo.
Di risate grasse ne fa invece poche, ne regala solo quando ha voglia e mai per lo stesso motivo: a volte le piace il solletico sulla pancia, altre volte le piace che le soffi sul collo, altre che le massaggi i piedi, altre volte le piace che io saltelli da un bimbo ad un altro. Ride quando ha il singhiozzo e soprattutto dopo aver starnutito, che le sembra di aver fatto la cosa più buffa del mondo. Le piace sempre che le canti e soprattutto, come questa sera, mentre aspettava paziente e sfinita sul seggiolone che io preparassi la sua cena, le piace che le faccia i discorsi da grande. Si incanta ad ascoltarmi, come se mi capisse - e sicuramente mi capisce - quando dal cuore la ringrazio ad alta voce per essere sempre brava e paziente, per essere meglio di quella che io mi sarei mai immaginata, per essere arrivata, che era tanto che l'aspettavo, per essere un fiorellino bianco, proprio come volevo.  E concludo dicendo che sono proprio innamorata di te, amore mio fiorellino bianco.

mercoledì 28 novembre 2012

Cappellaio matto

Gemello Emino ride al bisogno: quando incontra una bella bionda, preferibilmente dai due anni in su (sì, le coetanee non lo intrigano), quando lo salvi dal lettino a cancelli, quando vede la sorella sempre, quando vede me solo la mattina appena sveglio (durante la giornata non gli procuro più poi tutta quella grande gioia, a parte quando sparisco per ore e allora è come se fosse di nuovo mattina). 
Ma c'è una cosa che lo fa schiantare dal ridere, proprio si sbellica con risate grasse come se fosse un adulto, tanto che la prima volta che l'ho sentito ridere così mi sono stupita che lui, così piccolo, facesse risate da così grande. Gli succede quando vede la sorella con un cappello. Proprio non sa trattenersi, la guarda e si sporge pure per guardarla meglio, per accertarsi che non sia frutto della sua immaginazione e gli ridono prima gli occhi e poi via, parte con singulti del riso. Proprio non riesce a capacitarsi di come Mina sia così ridicola, credo che voglia dire. In effetti la prima volta che è successo stavo provando a lei un cappello di lui (povero Emino, se pensi che lei sia ridicola con il cappello con le orecchie e i baffetti da orsetto, immaginati come ti vedrai, quando lo indosserai), la volta successiva stavo riordinando l'armadio e ho provato a Mina un cappellino lezioso rosa di lana con i fiorellini applicati. Niente di ridicolo, solo un cappellino da femmina. Emino proprio non resiste, gli sobbalza la pancia quando la vede con quella buffa cosa in testa, e le va vicino, prima per accertarsi che sia proprio vero quel che vede, poi tenta di levarglielo, quasi a difesa per la propria salute, che non può resistere a ridere così a lungo! 
Questa mattina pioveva tutta la pioggia del mondo, che mi ha fatto pure pensare ma chi me lo fa fare di portarli al nido, magari invento una bugia e stiamo tutti a casa al calduccio. Ma ci aspettava la sfida "dormire dopo pranzo al nido" e così via, mi sono fatta il solito coraggio e ho organizzato estemporaneamente come salire e scendere tutti dall'auto bagnandosi il meno possibile. Ovviamente l'ombrello è bandito (non mi bastano le mani) così ho incappucciato i gemelli e mi sono incappucciata. Ossignore non l'avessi mai fatto. Vedermi con il cappuccio del piumino rosso ben calzato in testa ha reso il Gemello Emino perplesso, quando lo tenevo in braccio per scendere le scale mi si distanziava dal corpo per guardarmi bene, aveva le sopracciglia alzate, mi guardava come dire mi sembra che tu assomigli alla mia mamma ma non ne sono così sicuro, quando poi gli ho parlato, per tentare di farmi riconoscere, ecco che è partita la risata: con la voce gli ho fugato qualsiasi dubbio  e così, sicuro della mia identità, ha iniziato a sbellicarsi dal ridere, colpito di nuovo da quella cosa ridicola in testa agli altri.  Anche se poi, con me, ha concluso con uno sguardo severo come a dire: dalla matta di mia sorella mi aspetto di tutto, ma te no, eh mamma!