lunedì 31 marzo 2014

Due e tre

Ultimamente vi guardo e mi stupisco, perché i moti di indipendenza, che adesso sono molto di più dei moti di dipendenza, hanno fatto sì che mi ritrovi  davanti due bambini grandi, come piace ripetere a voi (perché per gratificarvi io vi ripeto che dovete fare così e cosà come fanno i bimbi grandi).
L’esercizio delle parole adesso si è trasformato in frasi e pure in espressioni astratte, tipo in cielo ci sta il sole ma anche la luna, l’aereo, l’elicottero e le nuvole. Oppure si usano le parole per ricordare, sempre per raggruppamenti omogenei, i compagni di nido ma anche gli insegnanti di musica e quello che hanno fatto, perché il ricordare adesso è una attività che piace molto, forse proprio perché è una nuova scoperta oppure perché si è capito la ricchezza del ricordo.
Continua la cortina di ferro del mio e tuo, in quel loro fulmineo modo di spartirsi le cose non appena le vedono, che diventano indelebilmente e irrimediabilmente dell’uno o dell’altra e guai a metterlo in discussione. Però quello che è buffo è che quando una cosa è dell’altro, ma si vorrebbe tanto usarla, chi non ne è proprietario invoca “insieme” per aggirare la proprietà privata, male accolto da lei e per niente accettato da lui.
C’è da dire che lui è molto più spigoloso di lei, da maschio prepotente usa la forza per farsi valere, mentre lei invece usa la gentilezza, tanto che se trova da qualche parte i giochi di entrambi, prende il proprio per sé e porta al fratello quello di lui.
Però lei quando si sveglia la notte per i suo incubi, non chiama mamma come faceva prima, ma chiama Mele, come chiama lei il fratello (mentre per sé lei si chiama Ptita), e lui prontamente le risponde con un Marche rassicurante, come a dire ci sono, tranquilla e poi si riaddormentano entrambi.
Adesso inzuppano il biscotto nel mio tè al mattino, con un gesto delicato neanche si trattasse dell’elisir più prezioso al mondo e anzi, quando l’ultima volta ho permesso loro di tenere anche la mia tazza per il manico, sembrava la conquista più grande che potessero fare.
Anche mettere le loro posate nella lavastoviglie dà loro la vertigine, perché con quella scusa possono estrarre i carrelli delle posate e aprire e chiudere lo sportello, cosa proibita in altri momenti. Invece quando capitano in zona e io sto togliendo le stoviglie dalla lavastoviglie appena terminata, loro velocissimi tolgono tutto in un lampo, tanto che io stento a riparare a prendere le cose, in quella loro gara ad essere i più bravi e a dimostrare di avere capito prima dell’altro.
I rituali piacciono molto e veder infrangere le regole lo vivono come una minaccia e un affronto illogico. Ricordo che una volta mi sono messa gli stivali in piedi, mentre camminavo, e Emino mi ha urlato spaventato “no mamma no, qui”, battendo sulla sedia dove normalmente mi siedo per calzarmi gli stivali. Anche aver spaiato i giubbotti è stato fonte di dramma. In genere viaggiano paralleli con piumino pesante lui e piumino pesante lei, piumino leggero lui e piumino leggero lei, impermeabile lui impermeabile lei, ma quando ho dovuto lavare il piumino leggero di lei e quindi ho messo il piumino leggero a lui ma quello pensante a lei, lei non voleva assolutamente metterselo, cercando disperata il suo piumino leggero. E lo stesso è successo a lui, quando ho lavato il suo piumino giallo leggero e si è dovuto mettere l’impermeabile mentre lei aveva il piumino leggero, disperato si è buttato in terra e diceva giallo, no, giallo. 
Però dicono anche buongiorno quando entrano nei negozi o vedono le persone, buttano i baci e salutano sempre quando andiamo via e questo fa di loro due bimbi preziosamente educati. E anche sempre belli e profumati, visto che quando la doccia gliela faccio io, permetto loro di usare l’erogatore della doccia da soli, e come ci tengono a lavarsi bene!
Ecco come siamo diventati a due anni e tre mesi.


domenica 30 marzo 2014

Diario della settimana (dal 24 al 30 marzo)

Lunedì 24 - Questa mattina decido di non andare al lavoro perché troppo raffreddata. E' che poi in fondo non sto così male, per questo ne approfitto per fare un sacco di cose in casa, con l'aiuto del Gangster che oggi ha accompagnato e ripreso i piccoli dal nido e, oltre che aiutarmi un po' in casa, mi ha offerto pure un bel pranzetto. E abbiamo sì spostato la lavatrice e tolto le tende, ma abbiamo anche parlato un po' dei nostri piani futuri. Quando i nanetti sono tornati a casa abbiamo passato il nostro  tempo a leggere i libri e fare le capriole, perché adesso ci piacciono tanto i giochi di "caduta", tanto che nel lettino Emino addirittura mi chiedeva che lo spingessi per buttarsi a peso morto sul materasso, e farsi poi grasse risate.
Martedì 25 - Anche oggi rimango a casa, perché al raffreddore si è unito di nuovo il terribile virus intestinale. Faccio 4 lavatrici e mi sfinisco, visto che proprio non mi sento bene, ma almeno sono riuscita a fare quello che non riesco  mai a fare. Arriva l'ora che il Gangster vada a prendere i piccoli e io sono affranta sul divano per la spossatezza, ma quando li vedo salire le scale da soli, baldanzosi, brandendo un disegno arrotolato infiocchettato, e loro mi dicono regalo, io mi sciolgo e quasi mi passa tutto. Quasi, perché sfruttando il filone disegno, metto il tavolino dalla camera in salotto e tiro fuori i pennarelli. Loro iniziano subito a disegnare contenti, Emino fa prima un sole e poi un altro sole, e mi dice fiero due soli, mentre Mina fa un treno blu. Poi la concentrazione passa e iniziano a disegnare direttamente sul coprivano e così via, i disegni fatti vengono messi  come regalo sulla scrivania del babbo e noi passiamo ad altro. Adesso piace molto far finta di cadere dalle poltroncine, i salti e le cadute li fanno divertire anche se mi frastornano. Ma mi frastornano molto di più le urla disperata, oggi di nuovo come ieri sera, che fa Mina al momento della cena, quando non ne vuol saper di mangiare se non la prendo in collo. Io le dico no, la ignoro, la metto in castigo, ma niente, non vuole mangiare e mi fracassa un timpano dalle urla. Solo dopo un bel po', quando esce dal castigo e mi si avvicina, io, lo so, sbagliando, mi commuovo, la prendo seduta sulle mie gambe e la imbocco come se fosse una bimba piccola, e lei, mascalzona, subito mangia. Speriamo che passi, questo vizio non va bene proprio. E la sera cinemino classico con LGP, ma ormai, per non rinunciare a questo appuntamento irrinunciabile, cediamo ad un film terribilmente insulso dal titolo "Non buttiamoci giù" che già dai primi 5 minuti ti faceva capire che era pessimo e che non poteva migliorare e difatti così è stato. Ossignore che lotta con il sonno, i crampi e la disperazione per perdere tutto quel tempo prezioso.
Mercoledì 26 - Prendo un altro giorno di malattia oggi, perché non in sento ancora bene. Approfitto per riordinare la libreria e una parte del mio armadio, liberare qualche mobile da cose inutili e si fa presto ad arrivare all'ora in cui rincasa il Gangster, per fortuna un po' prima dell'ora in cui deve andare a prendere i piccoli al nido e riusciamo così a passare un po' di tempo in relax. Quando i due tornano a casa intavolano subito una partita a calcio con il babbone, che passa la palla ad un Emino ancora molto imbranato come calciatore (sono più le volte che manca il pallone che quando lo prende) ma il ragazzo ci mente entusiasmo e passione e questo vale di più di qualsiasi altra dote, mentre Mina è una calciatrice niente male, esulta quando fa gol, è solo che, per carattere, desiste dopo poco, mentre Emino è molto più tenace.
Giovedì 27 - Rimango a casa anche oggi, troppo debole per fare qualcosa di utile. E quando scendo dalla camera per prendere i bimbi e portarli a prendere il latte, apro la porta di cameretta loro e, nella penombra, vedo i due ma non capisco. Rimango da prima perplessa sulla porta, poi mi sforzo di capire cosa c'è che non va e quando capisco non riesco a capire: Emino nel letto di Mina e Mina nel letto di Emino. Ma come hanno fatto? Sono ancora a dormire nei lettini con i cancelli! Chiedo loro a lungo come abbiano fatto, se mi fanno vedere come ci sono riusciti, poi ho il dubbio che sia entrato qualcuno nella notte, chiedo pure al Gangster se per caso ieri sera, rincasato tardi, abbia preso in braccio i bimbi per carezzarli e poi magari si fosse sbagliato nel rimetterli a posto. Boh, con quel dubbi cosmico e anche con un bel brivido freddo sulla schiena, li porto in cucina. Poi, preso il latte, come sempre li rimettiamo nei loro lettini mentre prepariamo prima l'uno e poi l'altra e lì vedo come hanno fatto: Emino allunga il braccio e tira a sè il letto della sorella, poi salta i cancellini neanche fosse un ginnasta olimpionico, e zap, è nel letto di lei. Come lei sia riuscita a fare altrettanto  non lo so, forse nello stesso modo, anche se lei non è così forzuta e atletica come il fratello, e quindi sospetto che lui, toro di casa, una volta nel letto di lei, l'abbia spinta dal sedere per ribaltarla nell'altro letto. Inutile dire che passo il giorno a rimuginarci su e a pensare con terrore, di nuovo, all'avvicinarsi del tempo in cui i cancellini non li fermeranno più e avrò due esseri terribili per casa. Al ritorno dal nido poi il Gangster è malatissimo e ci lascia soli mentre lui va un po' a letto. Da lì ci sente leggere il libro di Biancaneve, che i due hanno per la prima volta ascoltato assorti, e sono fortemente colpiti dai nanetti e dai loro nomi. Poi facciamo i puzzle che ci sono in alcune pagine dei un libro, che a Mina riescono sorprendentemente bene mentre Emino è più imbranato in quello, e poi le solite corse per casa. Oggi sembravano dei bimbi perfetti. Peccato che poi, salutato il Gangster che aveva un irrimandabile impegno di lavoro, si sia scatenato l'inferno: cena no, entrambi sono voluti venire in collo per cenare, quando  ho preso prima lui a lei gi si è scatenato un attacco isterico, quando poi ho rimesso a posto lui e ho preso lei, lui mi ha lanciato cucchiaio con minestra e scodella, prendendomi in pieno. Lì non ci ho visto più e via, tutti a letto. E, ovviamente, non appena li ho messi a letto tutti lavati e puliti........ un certo odorino mi ha fatto capire che avevano fatto la cacca entrambi e quindi via, di nuovo sul fasciatoio a cambiarli tutti e due.
Venerdì 28 - Torno al lavoro questa mattina, pentendomi da subito di questa mia decisione, abituata come ero a starmene tranquillamente a casa a godermi i miei giorni e poi, in effetti, non mi sento neanche un gran che in forma ancora... Comunque poi sono andata a prendere i bimbi al nido che avevo un forte mal di tesa, ma ho stretto i denti e via, con l'aiuto di Lily siamo stati ai giochini dell'Orticoltura dove i bimbi si sono divertiti con lo scivolo, altalena, passaggio dei treni e poi, al solito, Mina ha puntato una bici abbandonata da un bimbo e ci è salita sopra. Il fratello ha pensato bene di spingerla da dietro, ma è catapultato con il viso in avanti facendo sì che gli uscisse un sacco di sangue dal naso. Sangue che si è sparso bene su tutto il mio piumino mentre tentavo di consolarlo tendono in braccio, poi ha accettato di farsi pulire e abbiamo iniziato a tamponagli l'emorragia con vari fazzoletti bagnati. Nel mentre, la sorella e l'amichetta Greta, che assistevano alla scena, hanno iniziato ad imitarlo, tamponandosi anche loro il naso con il fazzoletto bagnato, però loro sembravano due lady alle corse di trotto. In fondo, anche nella paura di tutto quel sangue, riusciamo sempre a ridere un po'. Mentre torno a casa mi scoppia un fortissimo mal di denti che mi fa vedere doppio e mi fa chiedere al Gangster di rincasare prima. Arriva lui, fa la doccia ai due e io mi sparo un antidolorifico sperando che passi presto.
Sabato 29 - La mattina scappo velocemente a fare la spesa lasciando i piccoli con mia sorella e penso che non vedo l'ora di lasciarli soli in casa perché grandi. Sì, questi sono i pensieri di quando si è troppo stanchi. Andiamo a musica che ci piace sempre di più e che ci permette di passare la mattinata in maniera produttiva, dopo pranzo i due dormono fin dopo le 15.30 tanto che sono costretta a svegliarli, per paura che poi siano troppo riposati per la notte. Andiamo alla serra dell'Orticoltura dove ci raggiungono, finalmente, dopo 10 giorni di lontananza, Martins e Vale. Stiamo lì tranquilli a goderci questa bella giornata e questo sole tiepido, mentre i bimbi giocano fra loro. Al ritorno a casa invece mi ritorna il mal di denti fortissimo che non ce la faccio a fare niente, anche se invece faccio tutto: cena a loro, messi a letto, spazzato e lavato il pavimento in cucina, lavastoviglie, lavatrice, e sono già in pensiero per affrontare un'altra intera giornata domani con loro.
Domenica 30 - C'è l'ora legale oggi, e penso che sia una ganzata visto che i piccoli, abituati a svegliarsi presto, "non daranno così nell'occhio" perché zag, metto l'ora legale e sembrerà più tardi. Invece, come succede sempre, fanno tutto il contrario di quello che prevedo e oggi dormono tantissimo, in più c'è da aggiungervi un'ora.... Usciamo con il passeggino, che ormai è da abbandonare perché fanno una confusione là sopra: lui si vuol buttare di sotto, lei tenta di slegarsi.. sono finiti i tempi delle giratine tranquille tanto loro sono legati lì sopra... Andiamo ai giardini vicino casa, non c'è quasi nessuno e io sono sola con loro. Ma non è un problema perché i piccoli si comportano benissimo, tanto che riesco pure a starmene un po' tranquilla sulla panchina, a guardarli fare. Eh sì, ormai vanno avanti e indietro da soli, senza paure e senza bisogno del mio aiuto. Al momento però di andare a letto per il riposino, Mina mi pianta una grana incredibile: si contorce tutta, piange disperata, è tutta rossa perché non vuol dormire e non si capisice che cosa abbia. Io tengo duro e chiudi la porta con una bimba congestionata dal pianto e il mio cuore infranto. Per fortuna, come prevedevo, smette dopo poco perchè era solo tanto sonno. Ovviamente anche oggi dormono tantissimo, tanto che sono costretta a svegliarli perché avevo fissato ai giardini con la baby sitter. Arriviamo che fa un caldo incredibile, per la bella giornata e perché, grazie all'ora legale, è un'ora prima. Ci raggiungono anche Martins e Vale e lasciamo i bimbi in balìa di Lily, che legge loro un libro al fresco di un albero, mentre io e Valeria ci godiamo un po' il sole. Ovviamente non dura molto ma, abituata al peggio, come mi aspetto sempre quando sono il we sola con i piccoli, mi basta questo per farmi felice. Poi iniziano le escursioni per i giardini, ormai i nostri nanetti si fanno grandi e sono curiosi di esplorare, così ci spostiamo nei prati vicini ad aspettare il treno e più che altro a guardare gli innamorati baciarsi (sì Emino si è proprio fermato davanti a due che si baciavano e si è accovacciato pure per guardare meglio), poi un po' di sassi nella fontana e poi, evviva, si torna a casa. Ma oggi sono stata proprio bene con loro e con questo bel sole.

venerdì 28 marzo 2014

Il lungo, il corto e la ricciolina

Vi ho tenuto d’occhio voi tre, sapete?
Sembravate il lungo, il corto e il pacioccone… ma no, la ricciolina.
In questi giorni in cui sono stata malata, il Gangster si è accollato volentieri il compito di occuparsi dei bambini, portarli e riprenderli dal nido. E io tenevo d’occhio tutti.
Ho visto dei bimbi fiduciosi andarsene di casa con il loro babbone, che al ritorno raccontava, come fa sempre lui, che era andato tutto bene. Poi, invece, cuore tenero di babbo racchiuso in un corpo alto e forte, si chiedeva ad alta voce chissà come stava la Mimma, che aveva lasciato così arrabbiata al nido perché non voleva stare con il supplente… e ci ha pensato e ripensato per tutta la mattina. 
Invece quando è arrivato tardi a riprendervi, il nido doveva chiudere assolutamente e voi gli scappavate dappertutto, lui si è visto costretto a brontolarvi in malo modo per convincervi a salire in auto, e questo lo ha così mortificato.
Ma ti capisco sai grande Gangster, anche a me succede di partire sempre bene intenzionata con i bimbi e poi, a volte, rimanere delusa perché non sono amorosi come ti aspetteresti o sono birboni e ti fanno passare tutta la poesia che ci metti. Ma sono cose che capitano con i bambini e va tenuto in conto che a volte non ti ripagano con la stessa moneta, come invece, molto spesso, ti ripagano molto più di quanto ti meriti, e questo compensa tutto.
Però il momento migliore per me, di questi vostri momenti, è stato quando vi aspettavo in silenzio sul divano e sentivo il rombo della nostra auto che arrivava da lontano e che frenava sotto casa. Mi affacciavo di nascosto alla finestra per vedere il Gangster che faceva scendere Emino e poi si tuffava di nuovo dentro l’auto a chiacchierare con Mina mentre la slegava da seggiolino per farla uscire. E io provavo un’emozione simile a quella di un primo appuntamento quando sentivo le vostre voci per le scale, scintillanti e allegre, affrontare insieme la salita e ci voleva proprio il coraggio del vostro babbone per permettere a Emino di salire da solo, ma proprio solo, le intere rampe di scale, lasciandolo anche indietro senza controllare se metteva  i piedi al posto giusto (sì lo so, queste sono apprensioni tipiche di mamma) mentre il Gangster saliva per mano al suo fiorellino bianco.

Poi purtroppo l’influenza è passata da me al Gangster e così lui ha potuto giocare con noi in casa solo un giorno, facendo una partitella a pallone con entrambi i bimbi, che non  riuscivano a stargli dietro e anzi, a stento riuscivano a centrare il pallone con i calci, perché poi già dal secondo giorno lui è dovuto mettersi a letto affranto dalla febbre. Però mi ha confessato di averci ascoltato volentieri mentre leggevamo per la prima volta il libro di Biancaneve, cogliendo anche lui, dal piano di sopra, l’interesse che subito i bimbi hanno riposto in quella favola, soprattutto per i nomi dei sette nani e per quella frase che si ripeteva con costanza : “specchio specchio delle mie brame….”

domenica 23 marzo 2014

Diario della settimana (dal 17 al 23 marzo)

Lunedì 17 – Ovviamente questa mattina bisogna svegliarli i piccoli, per andare al nido, invece che farci svegliare da loro all’alba come fanno nel fine settimana (grrrr). Ai giardini, dopo il nido, però li vedo rallentati, mentre ci ritroviamo davanti alla serra dell’Orticoltura a goderci un bel sole, insieme agli inossidabili Martins e Vale. Le attività sono: andare a vedere passare il treno sopra i binari e a giocare con il cellulare. Di più oggi non se la sono sentita di fare, dalla stanchezza. Per questo che poi a casa erano spaventosamente agitati,  così ho visto la scodella della minestra in testa a Mina, minestra ovunque da parte di Emino, la doccia no non volevano…. Per questo  alle 7,20 sono stati messi a letto senza alcuna protesta da parte loro. La stanchezza è una brutta cosa. La sera a cena fuori con il Gangster, e scappando in motorino con questa bella arietta primaverile ci siamo sentiti  festosi e gioiosi.
Martedì 18 – La mattina Emino esordisce con un “Nido dopo, ora giardini con Martino” facendomi tremare all’idea che, già al nido, abbia voglia di fare forca per godersi il giorno ai giardini! Ai giardini ci andiamo dopo il nido, al solito posto con la stessa compagnia. Subito a vedere passare i treni e poi Emino con mia sorella a raccogliere le margherite da quei prati bellissimi tutti bianchi di fiori e  poi me li portava facendomi felice, fiori poi che venivano raccolti diligentemente dalla sorella in un bel mazzetto ordinato, tipico suo.

La sera al cinema con LGP a vedere un lentissimo Lei che mi è sembrato lungo 12 ore per come non scorreva. Per fortuna che con Laura ci facciamo pre e post risate.
Mercoledì 19 - Festa del papà oggi. E visto che lo vediamo solo di primo mattino, lo cogliamo di sorpresa mentre sta mettendo le scarpe a Mina. Arriviamo io e Emino con il regalo in mano e gli cantiamo la canzoncina "Perché è un bravo ragazzo... e un babbo così è special" che lo commuove, sia per il pensiero, che per il regalo, che per vedersi circondato da tutti quei bimbi che lo festeggiano. Al lavoro mi chiedo perché devo condividere la mia energia con persone senza energia, e mi prende un po' di tristezza. In più oggi è una bellissima giornata ma io avevo deciso di tornare a casa con i piccoli, dopo il nido, perché ho raggruppato due colloqui con due diverse baby sitter per vedere se riesco a trovarne almeno una decente. I bimbi sono nervosi, specie Mina che piange disperata per tutto il tempo e Emino che  ne approfitta per picchiarla ben bene. Questo ovviamente davanti alla prima baby sitter, che è una bella ragazza allegra, mezza ungherese e mezza americana, che parla benissimo italiano e che brontola subito Emino per come si comporta male. Questo mi piace, più che tante finte coccole di cui i bimbi non hanno bisogno. Abita pure vicino all'Orticoltura.. è solo che se ne tornerà a casa i primi di giugno e io ho il groppo allo stomaco a pensare di far abituare i bimbi a lei e poi, dopo due mesi, doverla salutare.... Per cui punto sul secondo appuntamento.  Che arriva in ritardo senza avvertire, è svizzera tedesca e è addormentata come tutti gli svizzeri, anche se ai bimbi piace. Diversamente dalla precedente, che ignoravano beatamente, con questo pesce lesso ci scherzano un po' e la chiamano per nome. Ma a me non piace e così ciao. Io, quando spreco tempo così e ripongo tante speranze deluse, provo una tristezza... Ma dico, esisterà mai una baby sitter che fa per noi? Boh, intanto i prossimi giorni, proveremo la prima di oggi.
Giovedì 20 - La giornata inizia con risate a crepapelle fra i tre membri della famiglia, io esclusa, e mi godo beata il sentire le risate grasse di quei tre che stanno diventandti proprio amici. Per questo dopo il nido il Gangster ci raggiunge ai giardini, davanti alla serra, in una giornata di sole caldissimo. Il rito ormai suo è quello di prendere Emino per mano e andare loro due insieme a comprare il gelato per tutti. Coppetta grande alla crema che i tre, ovviamente Martino incluso, si mangiano seduti sulla panchina. Poi qualche passaggio di palla con il babbone e via tutti a casa, perché inizia Fiorentina-juventus e la città si blocca. A casa i bimbi mi fanno arrabbiare perché di nuovo schifano la cena che io ho preparato loro (che, ovviamente, assaggiata da me, faceva indubbiamente schifo) e così li metto a letto senza coccole.
Venerdì 21 - Vado a prendere i due al nido e mi dicono che Mina ha un graffio sulla tempia che hanno dovuto disinfettare, perché quando oggi sono usciti in giardino, lei si è andata a nascondere in una siepe. Ho rassicurato le maestre e ho raccontato loro che questo è il gioco che i gemelli e Martino fanno sempre quando andiamo ai giardini: nascondersi nelle siepi e perdersi dentro a studiare le piante. Piccoli futuri giardinieri crescono. Intanto oggi ai giardini ci aspettava, oltre ai soliti Martins e Vale, Lily, nuova baby sitter nata a Budapest e cresciuta a NY che, con l'ostinazione slava, non si è lasciata demoralizzare da due bimbi che non la volevano e non la cercavano (ovviamente, è una persona nuova e in più tenta di distoglierli da me) e piano piano si è messa a giocare con Mina a riempire i secchielli con i sassolini, tanto che ha attirato pure l'attenzione di Martino e poi anche quella di Emino. E poi, al momento di fare le bolle, Mina ha pure accettato di sedersi vicino a lei e farsi tenere da lei il flaconcino, mentre Mina soffiava. Emino invece non ne ha voluto sapere del suo aiuto, però è andato a raccogliere le margherite e ne ha portata una anche a lei, oltre che a sua sorella, a Vale e a me. Però poi quando siamo tornati a casa Mina ha fatto delle scene isteriche, non voleva sedersi sul seggiolino a tavola per cena e non voleva farsi lavare poi. E credo che questo sia dovuto sì alla stanchezza, ma anche all'emozione di aver dovuto condividere dei suoi momenti importanti di gioco con una estranea.
Sabato 22 - A musica, con una Mina sorprendentemente lanciata che oggi si offre volontaria per fare un percorso musicale e per suonare il tamburo. Mentre Emino è come sempre partecipe e voglioso di fare come gli altri: batte il tempo sulle gambe, batte le mani sfregandole, si tappa la bocca quando è il momento del silenzio e balla e saluta divertito alla canzone finale dei saluti.  Il pomeriggi andiamo al compleanno di Cosimo, compagno di ombrellone del mare che abita anche lui a Firenze. La casa è nuova, loro li vediamo solo ad agosto e tutti gli altri invitati sono sconosciuti, ma i gemelli hanno solo un iniziale timore, poi assalgono i giochi e, come al solito, il tavolo del buffet. 
Domenica 23 - Piove dalla notte, ed era preannunciato, per questo abbiamo deciso, come tutte le domeniche di pioggia, di andare dalla nonna del mare. Ci fermiamo a trovare una famiglia amica, piena di ragazze, che corteggiano i gemelli e li fanno divertire con pennarelli e palloncini. Inutile dire che i due diventano matti dalla gioia e io penso che in fondo allora le baby sitter ideali esistono. Peccato che loro abitano lontano. Dalla nonna i gemelli giocano con il cane e si fanno di nuovo ammirare per come sono bravi e cresciuti, peccato che il forte vento impedisca di uscire e così i due passano tutto il giorno in casa, in più con la televisione sempre accesa, come usa in quella casa. E quando torniamo a casa io volo a letto diretta perché mi sento che sta arrivando una botta di raffreddore!

giovedì 20 marzo 2014

Oggi cucino io, ma meglio di no

Vi ho messo a letto arrabbiata, senza coccole né sorrisi, perché anche questa sera avete fatto boccacce nel vedere la cena che vi avevo preparato e, al solito quando non vi piace, l'avete lanciata in giro per la cucina. Oggi no, non ci ho visto più e mi sono arrabbiata. Ma come, bambini che muoiono di fame e i miei due signorini rifiutano il cavolfiore gratinato fatto con la prima besciamelle fatta nella mia vita? Che non succeda più! 
Che non succeda più l'avevo detto anche ieri sera, quando si è inaugurato il mio nuovo trip "cucino io". Ieri sera il menu prevedeva falafel. Prima di andare  a prendere  i bimbi al nido mi ero ingegnata a frullare i ceci, farne polpettine, impanarle e disporle sulla teglia da forno pronto per essere acceso al nostro ritorno dai giardini. All'ora di cena le polpette si sono dorate e, messe nel piatto dei due, Mina ha esordito con un "no, non vuole" (perché parla di sì alla terza persona) mentre Emino, vinto dalla fame, qualcuna l'ha mangiata, ma insisteva che la condissi con l'olio. Intristita da quei rifiuti, mi sono detta ma perché buttare via tutto questo ben di Dio e ne ho mangiata una. Iiiiiiih, bleah, ho ammirato il povero Emino che se ne era ingollata qualcuna: con il mio buon proposito che fino ai tre anni non si mangiano dolci e non si mangia salato, ecco che quelle polpette di ceci erano una mappazza terribile. 
Oggi invece mi è venuto in mente che potevo fregare i due ben bene: avrei avvolto il cavolfiore, che fa così bene, in un bel manto di besciamelle, l'avrei gratinato in forno e i due, ero sicurissima, se lo sarebbero mangiati felici, così mantecato. Ho acceso il computer, l'ho portato in cucina e ho seguito on line la procedura per fare la mia prima besciamelle. Ovviamente ho fatto un po' a occhio, ovviamente mi stava fatica tirare fuori la bilancia, ovviamente non ho salato niente, né besciamelle né cavolo. Ovviamente al momento di presentarlo in tavola, Mina ha di nuovo detto "no, non vuole" e non si è nemmeno provata ad assaggiarlo, mentre Emino l'ha assaggiato, l'ha sputato e anche un po' lanciato in giro. Al che mi sono arrabbiata, offesa perché i miei bimbi non mangiano quello che hanno nel piatto e li ho lavati e preparati per la notte serissima, senza scherzare con loro come faccio sempre, senza carezzarli prima di dormire come faccio sempre. Poi mi sono detta: ma quel delizioso sformato di cavolo è caldo, perché non approfittarne.... e me ne sono mangiata due pezzi.... piccoli. Il resto l'ho volato nel cestino e mi sono dovuta "rifare la bocca" con un po' di salame, tanto era cattivo e insipido. Poveri piccoli, che mamma vi è toccata! Tanto brava in tanto eh, allegra, inventiva, propositiva, instancabile, artefice di giri e giardini continui, ma forse sarebbe meglio se si fermasse lì, perché volendo esagerare, e volendo cimentarsi in un campo che non è notoriamente il suo, e cioè quello della cucina......... vi impone dei supplizi!
Portate pazienza, tanto per domani sono di nuovo previsti ravioli ricotta e spinaci (comprati già fatti) conditi con il sugo fatto..... da mia sorella. Un nostro classico, direi.

mercoledì 19 marzo 2014

Dad, che vuol dire...

"Perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo perché è un bravo ragazzooooo e un babbo così è special"
Così ti cantavamo questa mattina mentre ti davamo il nostro regalo, caro babbone nostro.
Il regalo erano  una maglietta con scritto Dad e la spiegazione di tale parola: è il babbone, il mio migliore amico, il mio bancomat, il mio accomodatore di giocattoli, il mio fornitore di abbracci caldi.
Magliette verdi uguali per il babbone e per il piccoletto maschio, mentre per la Mimma una maglietta rosa con la scritta Mamma e relativa spiegazione …. Per par conditio? No, perché non ho trovato per lei maglietta uguale a loro, così ho approfittato e le ho comprato a sconto una della festa della mamma di anno scorso.
Della dicitura prestampata della maglietta noi vorremo aggiungere:

Dad = il nostro eroe, la radice di questa famiglia, il più alto, il più giocoso, l’entusiasta, il nostro primo fan, quello che se anche se non c’è di quello che facciamo è sempre contento e vuol essere partecipe con i nostri racconti, l’inventore di giochi, il rimettiaposto di casa, colui che gli basta vederci contenti tutti per dimenticarsi tutto, anche i no che a volte i bimbi gli dicono.

domenica 16 marzo 2014

Diario della settimana (dal 10 al marzo)

Lunedì 10 - Al nido tutti, anche se Mina, che piange quando tossisce (suppongo perché abbia un forte mal di gola) si sarebbe meritata un bel giorno di casa.  Ma tanto sta al caldo anche al nido e poi torniamo a casa diretti nel pomeriggio, perché il tempo è grigio e perché avevo fissato un appuntamento per conoscere un'altra baby sitter che si è rivelata di nuovo un flop. E io mi sono proprio stancata di stare a perdere tempo con queste ragazze che pensano che fare la baby sitter sia qualcosa di improvvisato e si mettono tranquille sul divano a guardare i bimbi giocare. Ma sarà mai possibile incontrare qualcuna che ha voglia di lavorare?
La sera mi consolo con LGP e il nostro cinerino. E' solo che ci vediamo un bello, ma tristissimo: Allacciate le cinture, che mi fa attorcigliare il cuore con la pancia.
Martedì 11 - Dopo il nido ce ne andiamo ai giardini vicino casa in auto. Fa un po' freschino, benché ci sia il sole, ma a noi non importa, naso e guance  rosse e c'è anche Martino e quindi è festa. C'è pure Paula, che tenta di nuovo con il suo approccio in lingua spagnola, ma i bimbi sono distratti e, più che altro.... ora sono grandi! Tanto che mi chiedo se abbia ancora bisogno di una baby sitter con me o meno. Per ora mi arrangio alla giornata e vediamo e intanto continuo a prendere contatti con qualche nuova ragazza volenterosa . I pochi bimbi oggi presenti ai giardini hanno fatto sì che potessi prendere dalla macchina anche i due nuovi monopattini. Mina si è incollata sopra e, con cautela, si è messa alla guida e ha fatto concentrata tutti i suoi giretti, Emino invece ha condiviso il monopattino con Martino, che ha apprezzato molto, ma poi glielo ha anche lasciato, perché Mina è la motociclista di casa mentre Emino, per le due ruote,  non ha proprio una gran passione. Preferiva farsi i suoi giretti nell'erba, il contadino del kibuz.
Mercoledì 12 - Il giorno è bellissimo, di sole caldo e così non ci lasciamo sfuggire l'occasione per andare ai giardini. Oggi Orticultura, alla serra, con ormai l'immancabile capatina sopra i binari per vedere passare il treno, che fa gridare di gioia Emino e impaurire Mina. Poi i tre, ovviamente con Martino, si sono radunati in un piccolo recinto laterale alla serra e lì stavano fra loro come se fossero in una casetta, laboriosi come degli scoiattoli indaffarati  nel loro mondo segreto. Ma la parte più divertente è stata quando due bimbi sconosciuti si sono avvicinati ai vari giochi abbandonati in terra. Mina è corsa subito a recuperare la sua palla e ha poi messo in salvo quella del fratello, portandogliela. E mentre vedeva che quei due bimbi stavano giocando con la palla di Martino, lo ha chiamato per avvisarlo. Che ridere che ci ha fatto: quella proprio non sopporta l'ingiustizia e ha uno spiccato senso della proprietà.
Giovedì 13 - Mina inizia a chiamare Mele alle 6,30 e Mele risponde, pimpante. Noi molto meno, cerchiamo di protrarre il tempo della sveglia ma poi, alle 7,30, dobbiamo cedere e alzarci, anche se oggi avremmo potuto dormire tutti molto di più. Non importa, via, voi al nido felici e io dall'osteopata a farmi scricchiolare di nuovo, per il torcicollo che abita costantemente con me e che è dovuto ad un blocco delle catene muscolari, come dice lui. Poi, continuando a riflettere e a manipolarmi, aggiunge un saggio: lei è stanchissima ma non molla. Sante parole, questo è il riassunto della mia vita attuale. Dopo di lì mi godo la giornata di arietta primaverile e inciampo in un negozio Benetton che svuota tutto e così ha i saldi al 70% e faccio incetta di pigiami, costumi e abiti da mare per Mina, visto che per maschio non era rimasto più niente. Affaroni, ovviamente! In più, mentre proseguo, inciampo anche nel regalo per la prossima festa del papà, e anche per quella della mamma, e continuo a volteggiare felice fino ad arrivare all'ora di pranzo per incontrare il Gangster e pranzare con lui dal Fagioli, ristorante tipico dove assaporo le polpette come faceva la zia Maria.  Poi, ovviamente, vado a prendere i piccoli con mia sorella e ce ne andiamo all'orticoltura, dove portiamo i monopattini e dove troviamo Martins con la bici. La novità delle "due ruote" affascina solo Mina, come da prevedere, l'unica centaura del gruppo, che si tiene stretta il suo monopattino portandoselo ovunque, anche quando stavano giocando a nascondino fra i cespugli. E poi ha fatto la guardiana ostinata a quel suo mezzo e ha difeso anche quello del fratello quando ha visto da lontano avvicinarsi pericolosamente dei bambini estranei. La proprietà privata è un concetto che ha fatto già suo. E oggi, ad onor del vero, va detto che i tre bimbi sono stati bravissimi, a giocare fra di loro con i sassini e con le siepi dove si nascondevano, facendoci ben sperare in una futura ottima riuscita negli scout.
Venerdì 14 - Quando vado a prendere i bimbi al nido vedo Mina che quasi dorme sul tavolo mentre Emino è vestito diverso da questa mattina perché ha vomitato. Così mi ripropongo di stare poco tempo ai giardini, giusto una giratina per godersi questa bellissima giornata. E' che poi alla serra si sta così bene, c'è Martins e pure Greta e Giacomo, così il poco diventa tanto ma non mi sembra che i bimbi ne soffrano, anzi. Sono contenti quanto lo sono io. E alla sera sono stanchi quanto lo sono io.
Sabato 15 - Alle 6,20 lui chiama lei, che prontamente risponde. Io credevo di sognare e invece era tutto vero. Anche scendere alle 7, costretta dai pianti, e iniziare la giornata a quell'ora. Inutile dire che alle 8,15 eravamo già fuori, a prendere il caffè al bar,  a comprare il pane e a vedere le paperine nel fiume. Poi finalmente si è fatta l'ora di andare a musica dove Mina ha pianto per tutto il tempo, penso per un mix stanchezza, mal di qualcosa (sbava di continuo, quindi gola o denti). Anche il pisolino pomeridiano è durato poco, quindi di nuovo tutti fuori presto. Siamo andati ai giardini vicino casa, con i monopattini (ignorati, a parte qualche giro Mina) e con le bolle di sapone che l'hanno fatta da protagonista. Però c'è stato anche lo scivolo dei grandi ad emulare Martino e la scoperta delle formiche sull'albero, attentamente studiate da Emino. Ma oggi non era più così tanta primavera...
Domenica 16 - Finalmente tutti insieme, finalmente tutta la famiglia a passare una bella giornata ricca. Ovviamente la giornata inizia presto, con sveglia di Emino alle 6,03 che chiama invano la sorella ma che sveglia me.  Resistiamo fino alle 7,45 poi sono costretta a scendere e via, iniziamo a preparaci e partenza per Lucca! Niente passeggino e passeggiamo così con i bimbi per mano (per mano si fa per dire, perché adesso siamo in pieno periodo "mano no" come dicono loro dopo poco, e così bisogna guardarli a vista, in quella loro nuova indipendenza) A pranzo al ristorante sono bravissimi, ormai da Giulio in Pelleria ci conoscono e riconoscono e si stupiscono di quanto siano cresciuti i gemelli, che adesso mangiano composti a tavola e chiamano le cameriere per ordinare. Poi ci fermiamo un po' ai giochini in un giardino lì vicino e scopriamo che Emino si arrampica, senza fatica e senza paura, su di un gioco fatto di corde intrecciate a quadrati, tipo allenamento militare. Incredibile, tanto che gli ho fatto anche la ripresa, proprio per presentare le prove quando lo racconterò e nessuno ci crederà! Dopo di che montiamo in auto, dove i due subito dormono, e ci dirigiamo a Quercianella, dove controlliamo gli ultimi lavoretti a casa e andiamo infine sulla spiaggia, dove non c'è proprio quel caldo incredibile ma, quel poco che riusciamo a resistere, i bimbi se lo godono a pieno, lì a guardare gli schizzi del mare e a giocare con sabbia e legnetti portati dalle maree. Ultima tappa: a Livorno a mangiare torta di ceci e pizza. I bimbi seduti a tavola con noi come i grandi, lì non ci sono i seggiolini, che si sono fatti una  mangiata di pizza! Bravi e composti, chiamavano il cameriere per ordinare ancora pizza, dal successo che aveva avuto! Felici e soddisfatti ce ne torniamo a casa, complimentandoci con questi due duenni bravi e responsabili, simpatici e curiosi che ci regalano sempre belle sorprese. Ultima di oggi: durante il viaggio di ritorno Emino non ha mai smesso di parlare: cantava, raccontava, guardava la luna e i gabbiani, chiamava la sorella e il babbo, me ... in un incessante chiacchiera che ha fatto venire il mal di testa al Gangster e mi ha fatto morir dal ridere, specie quando, chiamando la sorella anche lei sfinita da quella chiacchiera del fratello che, per cercare di limitarlo, faceva finta di non sentirlo e non gli rispondeva,  allora lui, per niente scoraggiato, l'ha chiamata  patatona  e, con questa uscita, ci ha fatto passare la stanchezza a tutti, per le risate.
Dopo un'intera giornata passata con loro, cosa che il Gangster non è assolutamente abituato a fare, l'ho sorpreso la sera a rinchiudersi al buio a guardare la tv senza proferir parola, sfinito. Sì caro, ti capisco, proprio quello che faccio io dopo averli messi a letto: mi ritiro al buio e in silenzio per riuscire a rientrare in me.

martedì 11 marzo 2014

Diario della settimana (dal 3 al 9 marzo)

Lunedì 3 - Quando vado a prendere i gemelli al nido, Emino ha una felpa diversa e la maestra mi dice che è perché ha vomitato catarro, dalla tosse che ha. Inizio a preoccuparmi. Stiamo in casa e, più passa il tempo, più il bimbo diventa mogio mogio, ha gli occhi rossi, è rallentato e vuole starmi in braccio, dove appoggia la testa sulla mia spalla, spossato. Gli provo la febbre e ha un iniziale 37,5 che diventa presto 38. Cena a base di latte, perché proprio vedo che non ce la fa neanche a mangiare,  la febbre si è già alzata, lui barcolla e canta come quando delira  e così tachipirina e Bentelan e a letto senza lamentarsi. La curiosità di oggi è che, per dosare la tachipirina, devo sapere quanto pesa esattamente il bimbo, così colgo l'occasione e metto entrambi i bimbi sulla bilancia e, con mia grande sorpresa, pesano entrambi 11,8! Incredibile, non per l'uguaglianza gemella ma per il fatto che, presi in braccio, lui sembra molto molto più peso di lei!
Martedì 4 - Accompagno una Mina piangente al nido, non si dà pace di andarci da sola e veder il suo Mele rimanere a casa. Piange per tutto il tragitto e si butta affranta fra le braccia della maestra, non degnandomi di uno sguardo quando la saluto. Inutile dire quanto mi senta male ad andarmene così. Il piccolo malaticcio invece è in quasi perfetta forma, la mattina niente febbre, ha solo delle occhiaie di spossatezza anche se verso le 11 cede e mi vuol venire un po' in braccio, si appoggia a me tipo koala e  si lascia coccolare, proprio come quando è malato. Passiamo la mattina e il pomeriggio a leggere librini e a fare e disfare dei mini puzzle che un libriccino contiene, ma approfittiamo anche di questo nostro idillio a due per fare cose che quando siamo tutti non è possibile fare: mi aiuta a fare il minestrone passandomi le carote e gli spinaci, mi aiuta a stendere gli abiti passandomeli dalla lavatrice, mi aiuta a spazzare con una concentrazione unica. E di nuovo penso che chi ha un solo bimbo che non si lamenti.... si possono fare così tante cose in più con uno solo! Certo è che senza Mina non è la stessa e quando vado a prenderla al nido e Emino la vede tornare, le si avvicina raggiante, se l'abbraccia tutta anche se lei non vuole. 
La sera poi accade il delirio: cena con salmone al cartoccio che i due gradiscono ma che si spalmano su tutto il viso, capelli compresi, quindi è obbligatoria una bella doccia completa e, mentre andiamo in bagno solo con il pannolino in dosso, il pavimento è bagnato perché è entrata la pioggia da una finestra e vedo che Mina scivola preoccupantemente con una gamba a destra e una a sinistra, Emino la imita subito dietro e io mi sento male perché non so più che fare. Per fortuna che c'è mia sorella in casa che può correre da noi a darci una mano. E la sera quando torna il Gangster gli urlo tutta la mia stanchezza e preoccupazione nel dover sempre star da sola a fronteggiare qualsiasi evenienza.
Mercoledì 5 - Oggi Mina va al nido da sola molto più tranquilla e Mele invece, che ha avuto di nuovo la febbre alta nella notte e che si sveglia con una tosse soffocante, rimane a casa e ogni tanto chiede di Marche, come la chiama lui, e ripete, subito di seguito, Marche bimbi Mele malato. Andiamo dalla pediatra, dopo tantissimo tempo che non ci vedeva e fa dei sinceri complimenti al bimbo, per come è cresciuto e per come è bello (ed è vero che lei mi aveva sempre detto, quando erano piccolissimi, vedrà come verranno belli, signora) e trova a Emino una gola infiammatissima per cui si parte con l'antibiotico. Dopo pranzo lui e io dormiamo tanto, ma quando lui supera le 3,45 mi vedo costretta a svegliarlo perché  devo andare a prendere la sorella al nido. Con Mina ci attardiamo, mano nella mano, a passeggiare un po' (anche se è solo andare in farmacia a prendere le medicine per il fratello), ma un po' di tempo per noi ci voleva e poi li lascio entrambi con mia sorella Anna e io me ne vado a fare un giretto e a comprare i monopattini per i due, perché anche io ho bisogno di avere la mia ora d'aria. La sera di nuovo delirio: come tento di dare l'antibiotico a Emino, lui vomita tutto, cena e antibiotico. Tento di ridarglielo  quando lo porto in camera e lui di nuovo lo vomita e vomita anche quel poco altro che gli era rimasto in pancia. Nel frattempo Mina fa la cacca e la casa diventa irrespirabile. Agghiacciata non perdo la calma, metto sotto la doccia lui, viene cambiata lei e poi spalanco tutte le finestre per arieggiare gli ambienti  mentre pulisco tutto e partono le solite lavatrici e la stessa telefonata di lamenti al Gangster! Cercasi urgentemente bambinaia per aiuto alla mamma. Poi, come mi fermo, controllo gli annunci e contatto qualche persona, sperando che siano persone in gamba
Giovedì 6 – Oggi entambi al nido, anche se Emino era da tenere a casa anche oggi. Ma non è possibile  perché oggi c'era in programma l’imperdibile "Ospite a sorpresa" per loro, e non potevamo mancare. L’ospite sarei io:verso le 11 devo andare al nido, dove i bimbi non mi aspettano, per pranzare con loro. Mentre aspetto di andare sono emozionata neanche fosse un mio primo appuntamento, mi immagino come sarà, sento l’emozione di quello che proverò, ho l’ansia da prestazione. Invece è tutto molto naturale. Trovo i bimbi in un piccolo gruppo che giocano con la sabbia e dei pupazzetti del Play Mobile, che dice che a loro piace tanto. La maestra mi dice che quello non è il gioco di travasi, anche se c'è la sabbia, ma è il primo inizio del gioco di ruolo unito con esperienze tattili. Il problema è che come mi vedono smettono di giocare, perché inizia la loro solita gara a volermi stare in braccio e a contendersi questa unica mamma. Ormai è andata così e a me piace tanto lo stesso, anche se la mestra non approva, perché vorrebbe che loro continuassero a giocare come se non ci fossi (come se non ci fossi, ma ci sono!) e che io li osservassi nel loro operato. Ci spostiamo in aula riunendoci a tutti gli altri e i bimbi vanno a turno a lavarsi le mani mentre tutti noi stiamo in cerchio a cantare le canzoncine e mi fa una così grande tenerezza vedere che Emino le sa tutte, conosce le parole e anche i gesti che devono accompagnare la canzone e è carino tutto lì seduto serio e concentrato a cantare. Mentre Mina mi stupisce perché si alza e balla in mezzo al cerchio, dove c’è Joshua che sembre balla ma è l’unico che lo fa. Invece Mina, che è sempre vergognosa, ballando sicura, mi fa capire che quello è proprio il suo ambiente e lei là è proprio tranquilla. Andiamo anche noi a lavarci le mani e poi a tavola, dove scopro che i bimbi mangiano in autonomia quasi senza aiuto (cosa che a casa invece non è proprio così) e che a Emino, per principio, danno sempre doppia razione di tutto, sicuri che gradisca. E, pranzando lì, capisco anche il perché: oggi c’era passato di verdure e sformato di patate e io ho pensato che fosse un menu triste, invece era tutto così buono! E ci credo che mangiano tutto e tanto, in confronto a quello che cucino loro io, devono approfittare di quelle prelibatezze, perché a casa certo non li aspettano tali manicaretti. Dopo pranzo siamo venuti via tutti insieme, perché con la mamma lì con loro poi sarebbe stato brutto salutarsi di nuovo, e così via,  tutti a casa.
Il pomeriggio lo passiamo tranqiuilli in casa, visto che Emino ancora non sta tanto bene, e ci raggiunge presto anche il babbone, con il quale abbiamo programmato una pizza tutti insieme per cena. L’errore però è che ho messo a tavola i bimbi quando ancora la pizza era in forno, loro erano affamati e sentivano il profumino, vedevano la pizza e io non gliela davo (ci credo, doveva cuocere) e così si sono innervositi. Poi quella novità del Gangster a cena è stata un’emozione in più per loro, che avevano la pizza che bruciava e il Gangster che gliela dava e così si sono messi a urlare e a piangere, sconvolgendo il Gangster. Io mortificata che pensavo che fosse un avvenimento carino che invece si è rivelato di gran nervosismo, ma l’importante è non demordere e non farsi avvilire.
Venerdì 7 -  Lascio Emino a casa anche oggi e insieme approfittiamo di questa bellissima mattinata calda per scappare subito fuori. Colazione insieme, un po’ di spesa e poi via subito ai giardini al sole! E oggi, per la prima volta, Emino ha giocato al pallone con i piedi, smettendo finalmente di prendere con le mani la palla che gli calciavo e così abbiamo  fatto oggi la nostra prima partita di calcio, e che soddisfazione per entrambi!. Poi ci siamo riposati un po’ su di una panchina al sole, a farci le coccole vicini vicini come due grandi innamorati e quel primo sole ha subito dorato di nuovo la pella a quel mio bambino marinaio e poi, quando lui mi ha chiesto di andare a vedere il gattino, che vuol dire scendere da una discesa ripida per andare alla rete di recinzione sottostante, a me stava un po’ fatica accompagnarlo, stavo così bene seduta a quel solicino… e così gli ho detto vai da solo, sicura che non l’avrebbe fatto. Invece il piccolo ha affrontato quella ripida discesa con la sua tipica ostinazione, ha iniziato a scendere a passi piccoli piccoli, per prendere confidenza con quel pericolo e, senza paura alcuna, è arrivato così cautamente fino in fondo. Ha chiamato il gattino alla rete e poi è risalito da me, mi ha chiesto “Gattino ancola?” e io sì, gli ho risposto, vai ancora da solo e lui via, di nuovo, in quel suo incessante bisogno di provare e riprovare finchè non gli riesce. E ogni volta andava meglio e ogni volta era più sicuro. Quanto è bello vederti crescere, amore mio piccino! E grazie per questa bellissima mattinata indimenticabile.
Il pomeriggio andiamo a prendere Mina al nido e tutti insieme andiamo a casa di Giacomo, dove ci sono tanti invitati e tutti insieme creiamo una gran confusione, ma meglio così che stare da soli.
Sabato 8 – La mattina andiamo alla nostra lezione di musica e nella cartoleria vicina ci compriamo anche due palloni perché voglio provare di nuovo l’ebrezza della partita di calcio, da replicare oggi pomeriggio ai giardini. E’ solo che Mina non è in forma, dorme poco e piange tanto e così ai giardini giochiamo appena con la palla, vedo che lei si siede volentieri e si sdraia pure, così decidiamo di starci poco e andiamo dal mio parrucchiere a tagliare i capelli a Emino, che ha un cesto di ricci biondi che lo fanno sembrare uno scienziato pazzo. Esce da lì invece con una testa rasatissima, castana perché il biondo del mare è stato tagliato via, e un piccolo ciuffo sfilato e dritto a cresta sul davanti, come proprio un ragazzo moderno. E’ però un grande cambiamento, sembra più grande e più serio e, soprattutto, mi ha fatto fare un tuffo al cuore perché ho rivisto il mio bimbio appena nato, quello senza capelli con quegli occhioni tondi che mi guardavano perplessi.
Domenica 9 - Mi sveglio con il pensiero della mattinata da trascorrere da sola con i bimbi, tanto che mi chiedo se rimanere in casa, protetta. Ma si sa che io in casa ci sto proprio malvolentieri e così, di nuovo, forza e coraggio e via ai giardini, anche se da sola con loro. Il tempo è bello e non si può sprecare una mattina così per paura. Ai giardini per fortuna ci sono poche persone e, per fortuna ulteriore (è proprio vero che la fortuna arride agli audaci) c'è pura un'altra mamma di gemelli che conosco, così insieme passiamo il tempo con le nostre chiacchiere - ovviamente riguardanti i gemelli - e i bimbi si comportano benissimo, fra rincorrere il pallone, le bolle di sapone e i loro interminabili giri sullo scivolo. Nel pomeriggio invece ci ritroviamo al giardino dell'Orticoltura con il babbo Gangster e il Frafratello, i quali strapazzano i bimbi con partitelle a pallone, salti mortali, giostre umane e cavalluccio che fanno tanto ridere tutti, grandi e piccoli e io sono al settimo cielo, a trascorrere una domenica all'aria aperta in un prato di margherite con tanti giochi spericolati che fanno arrossare le guance e il naso. Non avrei potuto chiedere di meglio e non vorrei niente altro.

mercoledì 5 marzo 2014

Due più due

Siete due nanetti grandi, anche se bassi 90 centimetri. Vi rincorrete un po' nella crescita, a volte guadagna qualche centimetro lei, a volte sembra più alto lui. La differenza però è minima, quasi impercettibile. E' che lei adesso sta diventando sempre più femmina: lunghe gambe tornite, sedeino brasiliano, carni soffici da sbaciucchiare. Lui invece è forte e muscoloso: ha quadricipiti neanche fosse un maratoneta e larghe spalle che annullano il collo. Quando vi prendo per mano entrambi nello stesso momento, sento la mano di lui grande e forte e sempre calda, mentre di lei tengo una mano leggiadra, soffice e delicata.
Adesso siete più che mai una banda, che a volte si trasforma in associazione a delinquere. Le mani forti di lui ormai spostano con facilità il lettino di lei e lo potano vicino al suo, in modo che, quando io non vi vedo e voi siete svegli, potete giocare vicini vicini e, soprattuto, lui può comodamente continuare a picchiare lei, suo ultimo hobby questo. Sì, dà spesso a lei botte in capo o libri in testa, così, senza motivo, e lei, incredibilmente, non si ribella anzi, quel suo Mele amato è sempre il primo dei suoi pensieri. Certo che poi urla, con quelle sue urla acute che rompono i timpani, e a volte quando è proprio arrabbiatissima, fa il gesto di morderlo, ma benché lei sappia che deve soccombere a quel toro di fratello, lo cerca e lo adora.
Lui quando si sveglia le vuole fare cara, ma lei non vuole molte smancerie, e quando lui la picchia e viene brontolato da me, le chiede subito scusa e la bacia in quel modo tenero che fanno loro, con delle bocche a pesce in fuori, unendo quelle boccucce umide e bavose in un bacio sulla bocca liquido. Anche se dopo quella pace fatta, è lei che dice grazie. Inutile dire però che, quando io sgrido lui, lei proprio se la gode, e mi fa il verso sgridandolo subito dopo di me, ma quando lui viene messo in punizione e si mette a piangere, lei va a salvarlo perché proprio non lo può sentire piangere, quel suo fratello caro.
Lui però le legge i libri. Li scorgo spesso, quando sono soli in una stanza, che lui apre un libro e lo legge a voce alta (a modo suo lo legge, nel senso che dice i nomi delle figure) e lei subito gli si avvicina e sta lì attenta come a dire fammi un po' sentire come va a finire questa storia.
Lui è un tipo preciso che quando si toglie le scarpe le va a mettere  ordinatamente nello stesso posto, brontolandola se la sorella non lo fa, e questa cosa mi ricorda tanto io e il loro babbo, uomo metodico e orribilmente ordinato che è costretto a convivere con una disordinata indisciplinata.
Lui conta fino a dieci, saltando ostinatamente il sei, lei non conta ma sa farlo perché, come in tutte le cose, lui impara e vuole imparare, e ti sfinisce se non gli insegni o se non gli risenti "la lezione". Lei sembra che non sappia niente al confronto, ma non è che non sa, è che lei impara subito e non ha bisogno di ripetere, come adesso con  i numeri come fa lui perché lei li sa e basta.
Lui parla e parla, dice tutto e ripete tutto, lei parla poco ma vive nel suo mondo, del quale lascia uscire discorsi con parole senza senso, lunghe litanie di suoni, che però si capisce bene che siano discorsi molto più articolati di quelle mille parole del fratello. Come a dire lui sa bene quel che dice, ma lei dice male milioni di cose in più che non dice.

lunedì 3 marzo 2014

Minni compresa

Sai piccolo testone testardo che quando sei malato sei bellissimo? 
Sai che in questo periodo stai sfidando la mia autorità tantissimo, e ti ingegni per come disobbedirmi e farmi vedere quanto sei ribelle ad ogni mia regola, tanto che spesso ti busso sulla testa per chiederti che cosa ci sia dentro, sicura che quello che ti insegno vola al vento, anche se so che invece, proprio perché ti insegno, tu non fai volare al vento niente, ma anzi, usi quelle mie regole per fare il grande e contravvenirle.
Sai piccolo biondino dalla testa grande, dai capelli ricci con le punte bionde, con quelle spalle larghe che sembri un rugbista, anche se il babbo Gangster che questa sera era a Londra non è riuscito a trovarti una maglietta da rugbista della tua misura, perché pare che i piccoletti come te non siano rugbisti  ma solo monelli, sai che oggi ti insegnavo a correre in avanti e pure indietro senza girarti, e che tu hai visto che tua sorella lo faceva subito benissimo mentre te, impedito da troppa potenza muscolare, non ci riuscivi tanto bene e così ti ho sorpreso ha provarci e riprovarci, quando noi ormai avevamo smesso, perché in quella tua testa sei testardo e non vuoi non sapere, neanche se si tratta di non sapere fare?
Sai che a volte sei sgarbato anche se so che tu non sai che cosa sia, ma il tuo essere maschio fa sì che non hai pietà di tua sorella per esempio quando piange e anzi, le dici Marche shh, come a dire smetti subito che mi disturbi e basta, senza chiederti perché pianga e senza sentire il bisogno di aiutarla, come invece fa lei con te quando ti sente piangere? 
Sai che sei basso e pure imbranato nei movimenti, che ancora non sai scendere gli scalini alti ma ti arrangi tanto nel salirli e che hai due occhi da bambino grande birbone? Quegli occhi neri che preannunciano i guai in cui ti e ci metterai tutti? Che non senti ormai ragioni se vuoi fare una certa cosa e soprattutto se è no la mia risposta, quella cosa deve essere assolutamente fatta?
Sai che raccontato così sembrerebbe che hai esaurito la mia panzienza e che sei riuscito a sfinirmi?
Invece sai che se tu mi sfidi io accetto questa sfida più di te? Sai che io di te farò un bambino bravo ed educato? E sai che tutti i tuoi no che mi dici non sono niente in confronto al volere solo me sopra tutto e sopra tutti?
Sai che questa sera che avevi la febbre, come ormai non avevi avuto più da tanto tempo, ti ho visto tranquillo e buono e ti ho riconosciuto? Sì perché di te appare all'esterno solo il bambino birbone, ma io invece, che ti conosco bene, so quanto sei dolce e amoroso, so quanto hai il cuore tenero dentro quel gran torace forte, so che in fondo sei come il tuo babbone: due uomini grandi, di altezze diverse, che non sarebbero nulla senza questa donna qui. Come io non saprei che fare nella vita senza voi due che mi fate ammattire.
Sai che questa sera quando la febbre ti tramortiva e tu volevi solo starmi in braccio, e hai appoggiato la tua testa sulla mia spalla, come facevi da piccolo quando sapevi che ti mettevo a letto e allora ti appoggiavi tutto a me, come per goderti il nostro ultimo contatto, sai che lì ho sentito e ricordato il mio bimbo bello, quello che ho amato dal primo momento, quello che tenevo in braccio quando era all'ospedale e quello che ho fatto dormire nel mio letto quando è venuto a casa la prima notte? Sai che sei il mio testone testardo? e che siamo condannati ad avere bisogno l'uno nell'altro, anche se, per carattere forse simile, cerchiamo di liberarci l'uno dall'altra?
Ti voglio tanto bene, caro il mio chiacchierino, ti voglio tanto bene proprio come ti ho insegnato a dire adesso a tutte le persone care, Minni compresa.

domenica 2 marzo 2014

Diario di due settimane (dal 17 febbraio al 2 marzo)

Lunedì 17 - Tempo incerto così approfittiamo per invitare a casa Martino e Valeria e provare con loro il nostro nuovo acquisto di ieri: un kit da musicista composto da tamburello, flauto, armonica, maracas e manine che sbattono. Mettiamo così su un'orchiestrina niente male, con i piccoli seduti sulle poltroncine e sullo sgabello, a battere i piedi a tempo e a suonare ognuno uno strumento, mente Emino si è pure esibito in uno dei suoi balli scatenati. Che bei momenti!
Martedì 18 – La mattina andiamo con il Gangster a visitare la scuola materna ebraica. I bimbi non ci sono perché sono usciti per una gita, ma ci fanno vedere i locali e parliamo con la Presidente della Comunità Ebraica. Ci piace tanto, soprattutto per la valenza educativa che è molto simile alla nostra: tanta aria aperta, orto da coltivare, gite, regole, clima internazionale. Nel primo pomeriggio poi andiamo anche a visitare un’altra scuola pubblica vicino casa, gentilmente aperta per noi anche in orario di lezione, ed abbiamo così modo di vedere, in diretta, queste enormi classi di bambini, che quando non sono in classe stanno rinchiusi in un corridoio o in un piccolo giardino che affaccia su un bel viale trafficato e poi le maestre che hanno tutte delle facce amareggiate. E pensare che avevo puntato anche su quella perché ci avevo fatto le elementari io e me la ricordavo augusta e imponente. Adesso invece è tutta un’altra cosa.
Nel pomeriggio poi ai bimbi iniziano i “martedì in spagnolo”. Ho chiesto alla loro baby sitter spagnola di venire un giorno la settimana (ormai il suo unico pomeriggio libero) per stare a casa con i bimbi e rimanere lì da sola con loro e giocarci parlando solo in spagnolo. Quando sono tornata ho trovato i bimbi che mi hanno salutato con Hola e Emino aveva anche imparato a dire guapeton. In effetti pensavo peggio, invece credo che la tecnica funzioni. La sera poi cinema con LGP ma il film è brutto, Vijay, un finto comico noioso.
Mercoledì 19 – Dopo il nido andiamo a far fare ai bimbi le fototessera, necessarie per l’iscrizione alla materna ebraica e poi a casa, a vedere un po’ di Peppa dai nonni e giochetti vari a casa nostra.
Giovedì 20 – Piove ininterrottamente dalla mattina alla sera. Io lascio i bimbi al nido e me ne vado dal dentista, dall’osteopata e pure ad iscrivere i gemelli alla materna ebraica. Quando sono lì mi fanno andare a vedere i bimbi che stanno mangiando e a conoscere le maestre. Il clima che trovo è quello allegro e caotico della festa dell’Unità, applausi a chi ha finito di mangiare e poi i bimbi che si servono da soli mettendo il cibo nel loro piatto dal vassoio. Parlo con le maestre che mi confermano che fanno passare tanto tempo all’aria aperta, facendoli correre (cosa che ormai non è permessa più a nessun bambino), raccolta olive, pomodori dell’orto, in bagno da soli, si assaggia tutto quello che c’è nel piatto. Bello eh, è solo che oggi, giorno di superpioggia, per arrivarci, visto la distanza, ci ho messo 50 minuti! Nel pomeriggio poi, presi i bimbi dal nido, andiamo insieme a loro e al Gangster, a visitare un’altra materna privata che c’è sulla collina vicino casa. E’ famosa, ma visitandola non si capisce come mai e quali meriti possa avere, visto che mi sembra solo tanto tanto triste. Scartata anche quella.
Venerdì 21 – La mattina telefono alla scuola pubblica carina che mi era piaciuta tanto e che era sempre la migliore fra quelle che ho visto. Mi dicono che i gemelli sono già scivolati in lista d’attesa e quindi, probabilmentissimamente, non avranno il posto. Mi prende un colpo. Adesso c’è da decidere
Sabato 22 - La mattina andiamo a musica ma non c'è il corso, sostituito dal concerto aperto a tutti. Ci sono in più gli strumenti, che invece durante il corso non ci sono, ma c'è troppa gente e si perde l'intimità di quel bel corso. Pazienza, tanto è solo per questa volta. Il pomeriggio, causa pioggia, ci vede spazientirci in casa così decido di uscire lo stesso e, essendoci l'Ospedalino pediatrico Meyer aperto per i suoi annuali festeggiamenti, ho la malaugurata idea di andarci con i piccoli. Un caldo pazzesco, una folla pazzesca e, in più, ormai più nessuna attività né animazione, a parte due poveri cani della per therapy presi d'assalto dai bimbi. Quindi ritorniamo a casa con solo due palloncini ma con il pomeriggio passato.
Domenica 23 - La mattina ce ne andiamo ai giardini con il passeggino, strumento che non usiamo più da tanto ormai, e difatti Emino non ci vuole salire e poi non si chiudono più le cinture di sicurezza, visto che i bimbi sono ormai tanto cresciuti. Ai giardini ci aspetta Paula e un bel sole, i bimbi si estenuano con i giri sullo scivolo, uno dietro all'altro da stancarsi solo a vederli e poi a buttarsi giù nell'erba bagnata e di corsa a giocare con la palla. Inutile dire che dopo pranzo sono crollati in un sonno profondo. Peccato che ci fosse la festa di carnevale, così mi è toccato svegliarli e vestirli di corsa: Mina vestita da Sirenetta, con un bell'abito rosa con il tutù e la sirenetta stampata davanti, calze rosa e nei capelli extencion rosse (visto che la parrucca che le avevo comprato proprio non e la voleva mettere anzi, non la voleva nemmeno veder avvicinare). Emino invece tuta da cane dalmata, anche lui però senza cappello a forma di testa di cane, assolutamente da non voler vedersi nemmeno avvicinare. Però carini lo stesso, anche se lei, all'inizio, non voleva che le si facessero i complimenti.
Poi alla festa anche gli altri bambini erano divertentissimi: Martino il più originale di tutti, con un vestito fatto in casa da Peter Pan, Greta buffissima vestita da Ape, con tanto di parrucca con i riccioli e poi gli altri bimbi che hanno tenuto poco, o per niente, i loro vestiti da carnevale. La festa è stata tanto piacevole, volutamente con pochi invitati, cosa che ha favorito la tranquillità e le chiacchiere. Ovviamente l'argomento principale di questo periodo è la scuola materna.
Lunedì 24 - Quando esco dal lavoro vado di corsa a vedere una scuola materna comunale vicino casa, gentilmente apertami da una maestra che porta il suo bimbo al nido con i miei. Quell'asilo è tanto carino, festoso e gioioso ma è inutile che mi piaccia perché non è nella mia zona e i bambini iscritti riempiono già i posti disponibili, così di nuovo peccato. Poi vado pure a vedere un'altra materna privata, questa volta gestita dalle suore che, mamma mia, mi fanno scappare subito: una suora vestita di nero mi accoglie, di quelle cattive e austere e io penso che sarebbe proprio l'ultima cosa al mondo il mandarci i miei bimbi lì. Poi vado a prender i piccoli al nido e li porto a casa dove stanno con le mie sorelle, visto che io devo tornare al nido per una riunione. La riunione è noiosa, inconcludente ma che si deve fare, ormai ci sono e bisogna andarci. Torno a casa con la sensazione di aver solo perso tempo e i bimbi, quando è l'ora di cena, sono nervosissimi e odiosamente capricciosi, come succedere regolarmente dopo che sono stati con mia sorella più grande.
Martedì 25 - Dopo una notte insonne, colpita dai mille dubbi sulla scuola materna, dominata da quei pensieri che escono solo di notte, che ti fanno vedere tutto nero e difficile, arriva finalmente il mattino, le nebbie scure si diradano, parlo di nuovo con il Gangster chiedendo lui conferma se la decisione presa sia quella giusta, concordiamo su quanto deciso e così accompagno i bimbi al nido e io vado dal parrucchiere. Poi i bimbi stanno con Paula, per il loro martedì di spagnolo mentre io vado a fare la spesa e quando torno li sento, mentre salgo le scale, che dicono i nomi degli animali in spagnolo e quando apro la porta li trovo tutti e tre seduti a terra a leggere i libri degli animali. I bimbi sono calmissimi con Paula, è solo che, non appena mi vedono, si alzano e le dicono ciao, come a dire guarda, ora è tornata la mamma, ecco, te ne puoi pure andare. Difatti come torno io l'attenzione verso i libri e lei si annulla e ci salutiamo.
Mercoledì 26 - Portiamo i bimbi al nido e io e il Gangster partiamo per Roma, dove staremo due giorni giusto per festeggiare oggi i nostri 5 anni di matrimonio e domani il mio compleanno. Abbiamo scelto quella città perché è l'unica che si raggiunge brevemente e che ci poteva così permettere questa brevissima vacanzina. La città ci accoglie con un bel sole, ce la giriamo tutta a piedi tanto da non sentirli più, ci fermiamo solo per pranzare con un bel piatto di formaggi che sono la mia passione da Beppe e i suoi formaggi e per cena nel ristorante consigliato e consigliato bene che è Il tempio di Iside, dove mangiamo un pesce buonissimo. Nel mezzo, oltre che a camminare e a girellare, e a prenderci pure un bel temporale, chiacchieriamo anche molto, ci baciamo e ci godiamo questa pace assoluta senza i bimbi, che ci permette di ricentrarci come coppia e come amici inossidabili. Inutile dire che ricordiamo anche il tanto che abbiamo fatto negli ultimi 5 anni di questo nostro matrimonio, da quella palapa in Belize dove ci siamo sposati, al Cairo dell'anno dopo, a Gerusalemme di quello successivo, a Virginia ti cucina di quello successivo ancora, a di nuovo a Roma anno scorso, ma solo un giorno perché il babbo del Gangster stava già molto male, ad oggi, con due bimbi bellissimi e due cuori che si ritovano.
Giovedì 27 - Mio compleanno. Mi sveglio e guardo l'ora: le 8.07 e già quello mi sembra un bellissimo regalo! Faccimo un giretto per Trastevere, dove abbiamo il nostro caro e orami collaudato albergo dove facciamo colazione in terrazza con vista tetti di Roma e  poi ci perdiamo di nuovo per la città, anche se la mattina è breve, pranziamo da Roscioli e corriamo a prendere il treno perché dobbiamo essere a casa giusto per andare a prendere i bimbi al nido. Dal nido ci spostiamo nuovamente da Wendy, dove avevo affittato la stanza per festeggiare ancora il mio compleanno con i bimbi e i loro amici e le loro mamme mie amiche. I piccoli li ho di nuovo vestiti in maschera, perchè erano così carini. Abbiamo un po' giocato e chiacchierato con le mamme, poi alle 6 sono andata prender la pizza al forno vicino e abbiamo messo tutti i bimbi a tavola e abbiamo cenato con pizza e focaccia. Poi è arrivata la torta con le candeline e i bimbi che mi hanno aiutato a soffiarci sopra che mi sembrava un sogno, avere due paggetti (anzi tre, visto che Martino faceva parte del gruppo) che mi aiutavano a soffiare le candeline. Poi a casa, doccia e a letto. E io esausta, ma felice. Che bel giorno, passato con le persone a me più care.
Venerdì 28 - La mattina sono stanca morta, tanto che sono tentata di prendere un giorno di ferie e starmene a casa a riposare, ma non lo faccio perché le ferie sono preziose e così, al solito, stringo i denti e via. I gemelli al nido e io esco prima dal lavoro per andare a ritirare l'iscrizione alla materna pubblica dove avevo saputo che non eravamo rientrati in graduatoria, per questo ormai avevo pure fatto l'iscrizione alla materna ebraica che, essendo paritaria, mi obbligava a ritirare la domanda a quella pubblica. Invece scopro che, causa la non riconferma di due bimbi grandi, i posti sono di più e quindi ci rientrano anche i gemelli. Mi prende un colpo. Non so se sono felice o meno, visto che orami quella materna era stata accantonata per cadere nel vortice delle private. Ma faccio in fretta due conti (che non sono quelli economici, anche se il prezzo della materna ebraica avrebbe fatto la sua bella differenza) e decido di accettare per la vicinanza a casa, per non avere le doppie festività che l'ebraica mi imponeva e per entrare a far parte di quella scuolina, che sembra di campagna, dove c'è la possibilità di proseguire anche con l'elementare che ha sempre pochi iscritti. Certo rinunciare alla materna ebraica è uno smacco: avremmo regalato ai bimbi tante relazioni cosmopolite, esperienze notevoli, libertà e giocosità in mezzo alla natura. Ma nella vita bisogna scegliere e io, dopo varie telefonate al Gangster, scelgo.  Nel pomeriggio per fortuna vengono a trovarci Valeria e Martino, riparliamo della materna mentre in nostri bimbi ripetono gli stessi giochi che fanno sempre in questa casa: si nascondono in camera e fanno cucù in salotto, poi cantano sempre la stessa canzoncina suonando vari strumenti e oggi hanno pure concluso con un super giro della mia casa, che permette un percorso circolare che va dalla cucina al terrazzo, alla camera dei piccoli all'ingresso, per rientrare in cucina e via. La sera, come se non bastasse, cena a casa nostra con le mie sorelle e relativi consorti. Per fortuna che abbiamo concordato un menu pizza da asporto che mi ha evitato di cucinare ma io ero così stanca che non vedevo l'ora che si alzassero e se ne andassero via e poi, soprattutto, non sopporto le ingerenze dei miei parenti nelle scelte che faccio per i miei piccoli.
Sabato 1 - La mattina piove, io sono sempre imbambolata di stanchezza ma anche di titubanze per la scelta fatta della materna, non so ancora bene se abbiamo fatto bene a rinunciare a quel sogno che era la materna ebraica, comunque vado a musica con i bimbi solo perché è venuta mia sorella con me, perché io quando piove  non ce la faccio proprio a gestire piggia, bimbi ombrelli. All'ora del pisolino dopo pranzo poi, messi a letto loro, mi sono messa a letto anche io e confesso di averli sentiti piangere, quando si sono svegliati, ma di essere rimasta a letto ancora mezz'ora, dormendo di nuovo, lasciando i piccoli in balia di se stessi (anche se poi si fanno compagnia e non sono mai abbandonati) dormendo così più di un'ora. Nel pomeriggio poi siamo andati a trovare la mia anziana zia che abita in centro, visto che è tutto il giorno che piove o quasi ed era impossibile fare qualcos'altro che andare di casa in casa.
Domenica 2 - Oggi mando i gemelli con il Gangster a casa della nonna del mare, perché io voglio partecipare al convegno "Archeologia viva" che si tiene ogni due anni qua a Firenze e al quale ormai partecipiamo da varie edizioni io e LGP. La giornata di super sole all'inizio mi fa un po' pentire di questa scelta, ma poi il programma del convegno è così divertente che il giorno mi passa in fretta e bene e torno felice a casa dove torve due piccoli frastornati dalla giornata. Così presto presto li facci cenare e via a letto prestissimo, come ai vecchi tempi, e loro non si lamentano per niente anzi, zitti zitti domino subito volentieri.