venerdì 28 marzo 2014

Il lungo, il corto e la ricciolina

Vi ho tenuto d’occhio voi tre, sapete?
Sembravate il lungo, il corto e il pacioccone… ma no, la ricciolina.
In questi giorni in cui sono stata malata, il Gangster si è accollato volentieri il compito di occuparsi dei bambini, portarli e riprenderli dal nido. E io tenevo d’occhio tutti.
Ho visto dei bimbi fiduciosi andarsene di casa con il loro babbone, che al ritorno raccontava, come fa sempre lui, che era andato tutto bene. Poi, invece, cuore tenero di babbo racchiuso in un corpo alto e forte, si chiedeva ad alta voce chissà come stava la Mimma, che aveva lasciato così arrabbiata al nido perché non voleva stare con il supplente… e ci ha pensato e ripensato per tutta la mattina. 
Invece quando è arrivato tardi a riprendervi, il nido doveva chiudere assolutamente e voi gli scappavate dappertutto, lui si è visto costretto a brontolarvi in malo modo per convincervi a salire in auto, e questo lo ha così mortificato.
Ma ti capisco sai grande Gangster, anche a me succede di partire sempre bene intenzionata con i bimbi e poi, a volte, rimanere delusa perché non sono amorosi come ti aspetteresti o sono birboni e ti fanno passare tutta la poesia che ci metti. Ma sono cose che capitano con i bambini e va tenuto in conto che a volte non ti ripagano con la stessa moneta, come invece, molto spesso, ti ripagano molto più di quanto ti meriti, e questo compensa tutto.
Però il momento migliore per me, di questi vostri momenti, è stato quando vi aspettavo in silenzio sul divano e sentivo il rombo della nostra auto che arrivava da lontano e che frenava sotto casa. Mi affacciavo di nascosto alla finestra per vedere il Gangster che faceva scendere Emino e poi si tuffava di nuovo dentro l’auto a chiacchierare con Mina mentre la slegava da seggiolino per farla uscire. E io provavo un’emozione simile a quella di un primo appuntamento quando sentivo le vostre voci per le scale, scintillanti e allegre, affrontare insieme la salita e ci voleva proprio il coraggio del vostro babbone per permettere a Emino di salire da solo, ma proprio solo, le intere rampe di scale, lasciandolo anche indietro senza controllare se metteva  i piedi al posto giusto (sì lo so, queste sono apprensioni tipiche di mamma) mentre il Gangster saliva per mano al suo fiorellino bianco.

Poi purtroppo l’influenza è passata da me al Gangster e così lui ha potuto giocare con noi in casa solo un giorno, facendo una partitella a pallone con entrambi i bimbi, che non  riuscivano a stargli dietro e anzi, a stento riuscivano a centrare il pallone con i calci, perché poi già dal secondo giorno lui è dovuto mettersi a letto affranto dalla febbre. Però mi ha confessato di averci ascoltato volentieri mentre leggevamo per la prima volta il libro di Biancaneve, cogliendo anche lui, dal piano di sopra, l’interesse che subito i bimbi hanno riposto in quella favola, soprattutto per i nomi dei sette nani e per quella frase che si ripeteva con costanza : “specchio specchio delle mie brame….”

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