mercoledì 30 ottobre 2013

Ventidue

Ventidue:  ovvero la fine dei bimbi piccoli. 
Adesso siete due bimbi grandi. Grandi, come ora dite quando vedete passare l'autobus oppure un camion. Perchè adesso parlate, riconoscete appunto la differenza fra grande e piccolo, fra mio e della mamma, esprimete concetti astratti, desideri pure. Sono solo parole, ancora non sono discorsi complessi, ma questo fa pensare che dentro la vostra testa ormai la grammatica si stia organizzando e che quindi prima o poi prenderà possesso delle vostre parole.
Vi piace appunto fare i grandi, perchè non volete proprio più sentirvi piccoli. Con felicità vi sedete sulle sedie a tavola, come i grandi appunto, e nel farlo vi escono sorrisi raggianti dalla vostra bocca e dai vostri occhi nerissimi. 
Adesso vi piace esser investiti di un ruolo di responsabilità. Prendere la borsa da portare fuori, indicare alla mamma quale sia il giubbotto di ciascuno compreso il mio, e pure la buona educazione sta attecchendo su di voi. Salutate sempre quando andate via, proprio come vi ho insegnato, e adesso  ci aggiungete  anche un bacio buttato, con quel gesto di battere sulla bocca e inviarlo, anche se per ora il lancio  è più in battere che in levare, ma non importa, l'importante è sempre salutare bene.
Però, indubbiamente, quello che contraddistigue i 22 mesi di oggi, è quel nuovo rito del dopo cena. Finita la pappa vi dico di togliervi i bavaglietti e voi  lo fate in sincronia, poi mi passate le vostre posate e i piatti da mettere in lavastoviglie e dopo dite cici che è il verso onomatopeico del mio spruzzare sul tavolo il detergente e passarci poi la spugna. Poi vi dico mani in alto e voi mi aiutate così a togliervi le magliette, scendete dai seggiolini e vi appoggiate con le mani sulla sedia e alzate prima una gamba e poi l'altra per aiutarmi a togliervi i pantaloni e il body. Arrivati a questo punto arriva il vostro aiuto attivo e, in un attimo, raccogliete i vostri vestiti e li portare nella lavatrice, che voi chiamate gira, per metterli con gran concentrazine dentro,  pure spingendoli un po' con forza se la lavatrice è già piena. Vi  tirate via il pannolino e andate a buttarlo nella spazzatura urlando viaaaa. E tutti nudi in quel modo, con Mina tutta proporzionata con quel suo sederino brasiliano e Emino con quel suo sederino stretto e quelle spalle larghe da ragbyista, unito ad una bella pancetta da cummenda, vi dirigete nel bagno per fare la doccia oppure una breve lavata nel lavandino. Ovviamente mi aiutate a lavarvi, strofinandovi la pancia con le manine vostre. Due piccoli soldatini ubbidienti, siete, oppure meglio, due api laboriose.
Fate lo scivolo da soli, pure scendete le scale da soli, con il solo aiuto dell'appiglio alla ringhiera ma guai a tendervi la mano. Perchè adesso, il moto di indipendenza è molto ampio, tanto da aver paura che presto finirà pure la fase passeggino. Per ora solo Mina piange disperata perchè vuol camminare a piedi invece che stare là sopra, ma come sempre, cara cucciola, siete in due, e io proprio non ce la faccio a portarvi fuori per mano, ancora. 
Forse sarà questo il prossimo traguardo dell'ultimo mese prima dei vostri due anni.

domenica 27 ottobre 2013

Diario della settimana (dal 21 al 27 ottobre)

Lunedì 21 - Quello che è successo la mattina l'ho già raccontato ed è da dimenticare. Quello che è successo oggi, che non vorrei si dimenticasse, è che la doccia finalmente montata nuovamente nel bagno dei bimbi ha fatto sì che il fasciatoio, che stava lì dentro, adesso sia stato spostato in cameretta dei piccoli. Adesso è sotto il quadro che incornicia il Budda di Patan. Mina vede quella figura nuova e fa subito bau, io le dico, ridendo, che quello non è un cane, allora lei pronta fa miao, perchè nella sua testa, quello che non è un cane è un gatto. E mi fa morir dal ridere.
Martedì 22 - Oggi avevo bisogno di una giornata tutta mia, piena solo di cose che mi piace fare. Per questo ho disdetto l'appuntamento con il dentista e, accompagnati i bimbi al nido, che hanno visto un'uscita di casa con sorpesa, visto che Mina, davanti alle scale da scendere, mi ha detto mamma no, rifiutando la mia mano di aiuto, ed è voluta scendere da sola, arreggendosi solo alla ringhiera. Ok, se lo chiedi te, vuol dire che ti senti pronta! Io me ne sono andata in centro, ho fatto tutti i miei giretti con calma e ho pure comprato il regalo per il prossimo compleanno di Martino. Con l'occasione ho comprato anche un regaluccio a Mina. Poi il Gangster, come ciliegina sulla torta, si è liberato da un impegno e ha pranzato con me al ristorante ebraico. Così insieme ci siamo goduti questa bella giornata di sole, abbiamo fatto una bella passeggiata in centro, abbiamo fatto degli acquisti per lui e ci siamo ripromessi di trovare più tempo per noi, come abbiamo fatto oggi. Poi arriva il momento di andare a prendere i piccoli al nido e vado insieme a mia sorella Anna, che è la loro beniamina solo perchè con lei non ci sono divieti ed è facile così conquistare il cuore dei due. Quando ci vedono insieme vanno entrambi da lei, non cercandomi per niente, e anche quando stiamo un po' ai giardini, i gemelli si contendono le sue attenzioni, come prima invece facevano con me. Inutile dire che mi prende un colpo, che sono mortificata e anche impaurita per essermi giocata il loro affetto, dopo la giornata di super nervosismo di ieri. Stringo i denti, sopporto, e non appena mia sorella è andata via, io entro in camera dei piccoli e parlo a loro. Li chiamo e spiego ad entrambi che io sono innamorata di loro, che voglio a tutti e due un bene dell'anima e che mi scusavo per la brutta giornata di ieri, ma che quell'evento non poteva pregiudicare il nostro bene. E con la morte nel cuore lascio il piccoli addormentati al Gangster, al quale non ho nemmeno il tempo di raccontare l'accaduto, e me ne vado al cinema con LGP a vederci un brutto "Gloria" anche se il film è stato rallegrato dai commenti di Paolo Poli seduto accanto a noi. Quando torno a casa e ho uno scatto di nervi incredibile verso il Gangster, non appena racconto quanto è accaduto con i piccoli il pomeriggio, grazie ad un suo commento ironico. Benchè mi abbia aiutato tantissimo ieri e oggi, con la sua comprensione, i suoi consigli e la sua compagnia, non doveva ironizzare su una cosa che mi preoccupa tantissimo.
Mercoledì 23 - Accompagno i piccoli al nido con un clima diverso: tutti e tre siamo più sereni e fra me e loro sembra tornato l'amore. Confermato anche ai giardini dell'Orticultura nel dopo nido, dove mi accompagna mia sorella Grazia e dove ci sono le altre mamme amiche con le quali faccio le nostre chiacchiere di soliti argomenti da mamma che a noi fanno proprio tanto bene e vedo i bimbi sereni che giocano ad aspettare il treno, a far finta di andare a cavallo su un cordolo di cemento con impugnature di ferro, oppure a rubarsi triciclo e altalena per il solo gusto di veder piangere l'altro. Ma oggi tutto questo mi ha dato solo felicità, invece che nervosismo. La sera poi mi sono messa bassa sui loro lettini e ho raccontato loro di quanto fossi felice con loro.
Giovedì 24 - Piove a dirotto questa mattina quando usciamo e così metto dei giubbottini impermeabili ai gemelli con tanto di cappuccio. I due ridono a crepapelle quando si vedono, l'uno con l'altro, con il cappuccio in testa e non se lo vogliono più togliere, neanche per scendere le scale, anche se la loro visuale è molto limitata, da quel coso in capo. Arrivati, li scendo di auto a turno, come ai vecchi tempi, portandoli in braccio sotto l'ombrello, oggetto che entrambi osservano con enorme curiosità! In effetti basta così poco per affascinarli! Nel pomeriggio c'è il sole ma Paula la baby sitter non può venire ai giardini così decido di andare a prendere i gemelli al nido con il passeggino e, passando davanti a dei piccoli giardini pubblici, sulla strada per casa, vedo che entrambe le altalene sono libere e così ci metto i bimbi. Non l'avessi mai fatto! Lei urlava perchè non ci voleva stare, ma non voleva neanche scendere o starmi in braccio, lui non voleva cedere il posto a lei nel tentativo di vedere se andando sull'altra altalena lei si fosse placata: insomma, tre minuti di inferno. Quando poi ho detto via, basta scene simili e li ho messi sul passeggino per tornare a casa, l'inferno si è raddoppiato: lui che non voleva starci e mi si buttava di sotto, lei che batteva la testa e urlava con tutta la sua voce e ha urlato per tutto il tragitto fino a casa! Per fortuna che mi sono fermata a casa dei miei genitori dove i piccoli si sono calmati e si sono messi, come fanno al solito lì, a tirare fuori tutte le pentole dai mobili  e a riempirle con le mollette per il bucato, news di oggi. Doccia con il babbone che arriva in tempo e Mina si cementa nella sua nuova attività che è quella di mettere i suoi vestiti sporchi in lavatrice, gridando gira e correndo tutta nuda fino alla lavatrice, che lei appunto chiama gira. La sera il Gangster e io andiamo al Teatro di Rifredi, per movimentare la settimana con qualcosa di diverso.
Venerdì 25 - Oggi una giornata incredibilmente calda che sembra primavera, così mi rifiuto di saltare i giardini, benchè anche oggi non ci sia baby sitter disponibile e nessun  altra amica, anche se ho telefonato al mondo intero. Pazienza, la fortuna arride agli audaci e fisso all'Orticultura con Valeria, che, da buona amica, mi dice che mi aiuterà lei con i gemelli, insieme a Martino. E difatti è un successo: i tre moschettieri giocano con i sassi da buttare nella vasca, nel cestino dell'immondizia, con il pallone e con il passeggino e qualche cane che passa.
Sabato 26 - Si svegliano entrambi alle 6,30 benchè sia un sabato silenzioso. Capisco subito, quindi, che la giornata non sarà per niente facile, visto che il buongiorno si vede dal mattino. Difatti, come li carico in auto per raggiungere il Gangster che è dalla nonna del mare con il Frafratello, i due si levano entrambi le cinture dei seggiolini, quelle che bloccano loro le spalle e così si sporgono l'uno verso l'altro tirandosi i capelli e strappandosi le cose di mano. Ovviamente il tutto come unico sottofondo, oltre la mia preoccupazione, i loro pianti urlanti. Mi lavano la testa, riesco a guidare a stento, vado pianissimo perchè non so che faccio, e dopo un'ora e mezzo inizio ad urlare, a dire loro basta, state zitti, smetteteeeeee. I due si zittiscono impauriti, sento i singhiozzi muti di chi piange ma non vuol farsi sentire, vedo i loro occhi perplessi dallo specchietto. Fermo l'auto in una piazzuola, risistemo i due e dò loro i ciucci, nel tentativo che si addormentino un po', finalmente, ma l'effetto è opposto. Quando mi vedono risalire in auto e allontanarmi così da loro, riprendono a piangere e ad urlare ancora più forte. Telefono al Gangster disperata, gli chiedo di venirmi a prendere perchè non ce la faccio. Avrei voglia di consegnargli i bambini e tornarmene a casa, per fortuna che non lo faccio. Lasciamo i bimbi con il fratello, nonna e zia e io e il Gangster ce ne andiamo a farci una camminata di 4 ore in riva al mare, fra la macchia mediterranea e un cielo terso che ci fa sudare. Mangiamo un panino in spiaggia, facciamo un pisolino, parliamo un po' ma molto camminiamo in silenzio, e questo mi aiuta a rimettermi in pace con il mondo. Torniamo dai bimbi che sono ubriachi di stanchezza, visto che dalla nonna non dormono per il pisolino, così facciamo loro il bagno, pigiama e via, si torna a casa dove si cena giusto con un po' di latte e poi via a letto, che oggi è stata di nuovo una giornata difficile.
Domenica 27 - Ero preparata al peggio, oggi, vista l'ora legale che ci lascia in mano ad una sveglia viene posticipata. I bimbi hanno dormito, a parte una piccola pausa per cena, da ieri alle 17,30 fino alle 7 di oggi, compreso il cambio dell'ora! Così, anche se era presto, li ho lavati e vestiti, colazionati e usciti. Per fortuna che oggi c'è mia sorella Grazia che mi dà una gran mano: due giardini diversi per la  mattina e il pomeriggio, con una breve incursione finale a casa dell'altra mia sorella. Cena presto perchè questo cambio dell'ora ci scombussola tutti. Ma non importa, fa bene dormire e domani riprende la settimana lavorativa.

mercoledì 23 ottobre 2013

A tutti e due

Sappiate che se sono stata stanca e nervosa è solo perchè tanti giorni senza riposo minano i nervi di chiunque. 
Starvi dietro da quasi due anni è stata una prova  di forza, di stanchezza e di tenacia, oltre che fisica da farti dolere le ossa.
Ma sappiate che le vostre manine che si tendono verso di me, unite alla vostra vocina che dice mamma, non mi fa sentire nessuna stanchezza nel tenervi in braccio, che il pianto del mattino, unito al vostro reclamare "latte" non può darmi risveglio più sferzante per venirvi ad abbracciare caldi di sonno, che nessuna coccola mi basta mai, specie se unita alle vostre risate. 
Che i vostri occhi sono così neri che mi ci perdo dentro, anche se nei miei occhi neri vi siete già persi dentro. 
Non vedo l'ora che riusciate a dirmi mamma ho capito, quando vi parlo a lungo di come mi sento e del bene che vi voglio. Per ora ogni tanto alzate la testa e mi guardate negli occhi sorridendo. Come a dire ancora non sappiamo dirti, ma sappiamo sentire. E per adesso è giusto che sia così.

martedì 22 ottobre 2013

Racconto di un lunedì nero

Niente nido ieri mattina, al massimo posso portare i bimbi alle 12,30 quando finisce l'assemblea sindacale per i dipendenti che lavorano lì. 
Così i gemelli sono a casa con me. Dalle 4 di notte piove a dirotto, bombe d'acqua vere e proprie da spaventare, così è impensabile anche solo uscire per montare in auto e andare a fare un giro al chiuso. In più poi dobbiamo aspettare gli idraulici perchè ci devono venire a montare la doccia nel bagnetto dei gemelli. Dovevano arrivare alle 8 ma di loro, ovviamente, nessuna traccia per tutta la mattina. 
In più il Gangster esce di casa alle 6,30 ed è indelicato nel muoversi tanto che sveglia Emino. 
Ecco, è da quell'ora che i due iniziano a piangere e non finiscono per tutto il giorno.
A quell'ora del mattino, con fuori un temporale che rende tutto ancora più buio  il buio, mi chiedo già come fare a passare la mattinata. Lascio piangere i due per un po' ma poi vado a dare loro il latte e io mi metto a fare colazione con loro dividendo i miei biscotti con i piccoli.  Però adesso entrambi, quando sono sul seggiolino al tavolo, mi mostrano con sfida come si alzano in piedi sui seggiolini, potendo precipitare di sotto da un momento all'altro. 
Io inizio ad urlare a loro da quel momento. E non smetto per tutta la mattina.
Già quindi con i nervi alterati che non sono le 8, mi accascio sul divano sperando che i due giochino tranquillamente davanti a me con i loro giochini. Niente da fare: il loro gioco preferito adesso è contendersi qualsiasi cosa, soprattutto me. Quindi è un continuo venirmi addosso, spingere l'altro, calpestarlo pure ma non importa, mamma mia o mia mamma è l'unica variazione sul tema.
Alle 9 sono già sfinita e tento una carta impossibile: accendere la televisione e mettere i cartoni animati. C'è la Pimpa che cattura la loro attenzione per massimo 10 minuti, poi Mina scivola giù dal divano e riprende la sfida fra i due: ognuno un libro che devo leggere io, ognuno a rubare quello dell'altro, entrambi a piangere e urlare. Mi lavano il cervello. Scendo a casa dai miei per tentare di diversificare un po' questo delirio, Mina si lascia catturare da qualcosa da fare in quella casa, mentre Emino mi prende la mano e mi tira verso le scale: non ne vuol saper di far niente lì, vuole solo tornare a casa. Lo accontento e salgo in casa mia con lui e ci mettiamo seduti nel buio del divano: per fortuna lui si addormenta subito su di me e io mi riposo un attimo al caldo del suo corpicino. Ma il sonno è breve e Mina da sola dai miei genitori mi dà pensiero, così quando il maschietto si sveglia (massimo dopo un quarto d'ora) vado a chiamare anche Mina e insieme iniziamo a cucinare. Sono stanchi morti entrambi, per questo a tavola inizia il delirio di no, teste che si girano in segno di rifiuto e piatti che volano in terra con il mangiare dentro. Tento di calmarli prendendo Mina in braccio, per vedere se almeno mangia così, ma Emino inizia a strillare geloso e Mina fa le urla isteriche. 
Non ci ho più visto: ho scosso forte Emino urlandogli di smettere e ho strizzato alla vita Mina forte, di rabbia. Lui si è messo a piangere disperato, lei si è girata verso di me guardandomi perplessa, così stupita che la sua mamma le facesse male! Ho pianto e chiesto scusa loro, ho detto ad entrambi che dovevano fare i bravi perchè io non ce la facevo, e mi hanno guardato con le lacrime agli occhi, stupidi di vedere la loro mamma piangere. 
Poi ho telefonato al Gangster che venisse subito perchè io ero troppo alterata per continuare. 
Quando lui è arrivato Mina gli è corsa incontro abbracciandolo forte alle gambe, lui dice come se volesse dirgli liberami da questa matta. Sono andati tutti e tre al nido che apriva alle 12,30 e io sono andata al lavoro. Agitata e delusa come non mai.
Per fortuna che dopo il nido avevamo musica, dove eravamo in tre e dove i bimbi mi saltavano addosso come se niente fosse successo, dove si sdraiavano in terra rilassati per sentire meglio la musica, dove forse le tempeste del cuore le continuavo a sentire solo io, e non loro. 
Non mi era mai successo di perdere la testa così.

domenica 20 ottobre 2013

Diario della settimana (dal 14 al 20 ottobre)

Lunedì 14 - Nido con le scarpe nuove da inverno per loro, che li hanno resi felicissimi. Mina è andata a farsele vedere dal suo babbo sgambettando e indicandole felice urlando scarpeeeee. Che gioia vederli felici con così poco. A lavoro io scopro che fra poco mi cambieranno di stanza, senza che io lo abbia chiesto. Come dice il Gangster la sera, quando glielo racconto, sono come una farfalla: più mi avvicino al sole e più mi brucio. Eh sì, più vorrei fare cosa mi piace e più me lo impediscono. Un giorno capirò il senso e riuscirò a sciogliere questo nodo del mio karma. Dopo il nido andiamo a musica, che alla fine ci piace, anche senza canzoncine ma solo con melodie vocali. E uscite dal corso ci fermiamo sul marciapiedi lì davanti con Vale e lasciamo i bimbi giocare a buttare gli aghi di pino dentro un bandone chiuso, e io e lei facciamo le nostre chiacchiere varie.
Martedì 15 - Accompagno i nanetti al nido e io me ne torno a casa a cercare di dare un senso a quello che sta dentro casa, che è diventato veramente tanto. Il proposito è troppo per risolversi in una mattina, a così decido di affrontare l'obiettivo a pezzetti: oggi armadio. Mi provo tutto quello che di invernale ho messo dentro, e per metà regalo alla nonna del mare, che da quando il nonno del mare è mancato pesa pochissimo e riesce ad entrare dentro ai miei abiti di quando io pesavo pochissimo. Quello che salvo poi lo stiro addirittura e lo ripongo ordinatemente nell'armadio. Poi vado a prendere i piccoli al nido e li consegno a mia sorella a casa dei miei genitori, mentre io concludo parte dell'opera di riassetto casa. Vado poi a riprenderli e li trovo che giocano con i tappi delle bottiglie: come ormai è noto, sono gli oggetti quotidiani più che i giocattoli a interessarli e a far volare la fantasia. E al momento della doccia in camera mia, Emino Forrest batte la mano sul letto e dice babbo e mamma fa la nanna qui. Ma dico, a te chi ti ha insegnato a parlare e comporre un pensiero logico astratti?
Mercoledì 16 - La mattina piove che sembra notte, mentre poi nel pomeriggio esce un bel sole caldo che ci fa correre ai giardini dell'Orticultura, subito dopo il nido. C'è un bel pantano ma ci sono anche varie mamme amiche e così quell'ora passa lieve.
Giovedì 17 - Dopo il nido ce ne andiamo ai giardini vicino casa con Paula e Vale e Martino. Anche quei giardini sono fangosi ma per fortuna c'è lo scivolo dal quale ormai i gemelli si buttano senza più l'aiuto delle mie mani e salgono pure da soli. Ossignore come vi fate grandi e indipendenti. La sera torna Paula perchè io e il Gangster abbiamo una cena e quando le chiedo della sua mamma lei risponde se muriò. Le chiedo e mi dice che è morta di cancro 4 anni fa quando lei aveva 21 anni e suo fratello 13. Povera piccola dolce spagnola. Da adesso le voglio un bene speciale, a quella brava ragazza.
Venerdì 18  - La mattina presto presto telefono al nido per sapere se oggi possiamo portare i bimbi visto che è stato indetto uno sciopero. Risposta negativa: non c'è praticamente nessuno. Così chiamo mia sorella Anna e io me ne vado al lavoro. Quando torno lei mi racconta che Mina non ha mai dormito. Così li monto in auto e ce ne andiamo a trovare la mia amica Gabry, peccato che come parcheggio l'auto Mina si addormenti esausta, quindi con la Gabry e Emino stiamo sul marciapiede su e giù a vedere passare i treni della stazione di CdM. Poi arriva l'ora di andare al Centro Gioco lì vicino per fare una lezione di presentazione di giocomusica al quale partecipano, oltre che ai soliti Martino e Giacomo, pure Cosimo e Corso, bimbi nostri vicini di ombrellone. Che buffo rivedersi vestiti dopo una lunga estate in costume.
E in giornate come queste, quando riesco a riunire amici cari come oggi pomeriggio, torno a casa, metto a letto i piccoli e penso che sono stanca ma felice, perchè grazie a loro la vita è bella.
Sabato 19 - Concerto per bimbi, questa mattina. Cogliamo al volo l'occasione e ce lo andiamo a sentire, insieme a Vale e Martins. I gemelli e Martino ma, sopratutto, le loro mamme, sono contentissime di questa nuova possibilità di fare musica, e così decidiamo di frequentare anche questo corso di sabato mattina. Anche se, con Emino sveglio dalle 6,30 che ha attaccato a cantare da appena sveglio, penso che forse tutto questo eccesso di muisca lo faccia sentire troppo uccellino canterino. Anche quando poi usciamo il pomeriggio in passeggino, Emino non fa altro che parlarmi nella sua lingua strana. Per tutto il tempo mi chiama e mi dice papatatappataeta e io devo capire cosa intenda dire, che se sbaglio mi guarda con aria delusa. Ce ne andiamo a comprare gli stivali da pioggia che servono soprattuto, più che per i giorni piovosi durante i quali stiamo possibilimente in casa, per i giorni post piovosi, quando i giardini sono fangosi e le scarpe si appiccicano. Con quelli invece suppongo un successo garantito. Il problema è che loro non ne vogliono saper di ternerli ai piedi. Dicono no disperati scalciando e tentando di levarseli. Così desisto, anche se ai giardini vado ugualmente insieme a Laura. Mina continua a non volerla vedere, quella mia cara amica, e tutte le volte che lei le si avvicina fa finta di dormire oppure si nasconde fra le mie gambe. Emino invece le prende subito la mano e la porta a vedere come adesso sale e scivola pure da solo dallo scivolo. E oggi di nuovo un colpo da 10 anni di meno: mentre davo ai bimbi merenda, li ho lasciati nei seggiolini al tavolo per andare in bagno e ho sentito che Emino rideva a crepapelle come mai lo avevo sentito e poi un silenzio stranissimo. Sono tornata in cucina a vedere e ho trovato Mina in piedi sul tavolo che buttava giù delle cartoline che ho alla parete: mi si è ghiacciato il cuore. Ho fatto una partaccia ad entrambi (perchè nel frattempo anche Emino stava tentando di alzarsi in piedi sul seggiolino per imitare la sorella) e per un po' si sono impauriti, anche se so bene che ormai, visto che l'hanno fatto, lo rifaranno di sicuro.
Domenica 20 - La mattina ce ne andiamo a fare shopping per rimpinguare l'armadio esonerato da tanti abiti vetusti (e, più che altro, che non mi stavano più) e così, sempre mantenendo un Pennyblack style, ringiovanisco un po' il mio modo di vestire. I bimbi sono lì con me e con mia sorella, stanno un po' a guardare dal passeggino ma  dopo però siamo costretti a liberarli e nel negozio iniziano a nascondersi dietro le tende dei camerini e a svuotare gli scaffali: via tutti subito! Finiamo la mattina ai giardini e a casa a mangiare e dormire. Poi, anche se la giornata è sempre bigia, ce ne andiamo di nuovo ai giardini, questa volta dell'Orticultura, dove saremo stati in massimo in 5, visto che c'è la partita Fiorentina-Juve. Passiamo tranquilli qualche ora lì e poi sentiamo improvvisamente un boato da gol. E poi un altro e poi un altro e poi un altro. Increduli capiamo che la Fiorentina ha rimontato, con 4 gol in 15 minuti, una sconfitta di 2 goal. Insegno così ai bimbi ad esultare e ce ne andiamo poi per la strada a vedere passare tutti i motorini che suonano il clacson e sventolano bandiere. Emino è curioso e saluta tutti i motorini dicendo pipipi come se volesse suonare il clacson anche lui, mentre Mina è completamente disinteressata a tutto quel fracasso. Mi piace che mi facciano compagnia in questa esultanza, che possa stare insieme a loro a veder passare questo carosello di esultanza. Poi doccia e a letto senza nemmeno due coccole, da come sono loro e sono io stanchi tutti. In più oggi, contro le più nefaste aspettative, i piccoli hanno accettato di buon grado di tenersi tutto il giorno gli stivali di gomma che, messi dalla mattina, li hanno visti entusiasti. Peccato però che siano ingombranti e che ci camminino male, ma si sa, ormai, le scarpe nuove per loro sono una felicità a prescindere.

domenica 13 ottobre 2013

Diario della settimana ( dal 7 al 13 ottobre)

Lunedì 7 - Piove e, con gli impermeabilini rosso e verde, andiamo al nido. Mentre io sono al lavoro, e penso a come passare questa giornata bigia, mi accorgo che oggi pomeriggio inizia un corso di musica per i bimbi. Via, contatti presi, oggi si fa la lezione prova. Ovviamente con l'immancabile Martino e Valeria, con i quali ci ritroviamo giusto in tempo (neanche avessimo fissato il minuto preciso) per salire tutti insieme con l'ascensore, cosa che ai bambini piace tantissimo e a noi ci ha emozionato, vederli ormai così grandicelli. Il corso è Musicainfasce, diverso dal nostro Music Together di anno scorso, ma è propedeutico per l'apprendimento della musica. Emino mi è stato abbracciato tutto il tempo, che a lui le cose nuove ancora lo intimoriscono, mentre Mina invece era incuriositissima. E via, abbiamo trovato il nostro corso e abbiamo un giorno fisso già organizzato. Tornata a casa però mi sono accorta di aver lasciato i loro ciucci, che ormai sono diventati il loro oggetto di culto,  al nido e scoppia il pandemonio al momento della nanna, quando si accorgono di non avere il loro oggetto consolatorio. Non so che fare se non tentare di spiegar loro quello che era successo, ma il solo risultato è che piangono affannati e disperati per un'ora e mezzo. E io avevo pure fissato il cinemino con l'amica LGP. Vado comunque al cinema a vedere  Diana ma ho il cuore strizzato. Il Gangster racconta, al mio ritorno, che come sono uscita io di casa loro hanno smesso magicamente di piangere, come se sentissero il mio odore.
Martedì 8 - La mattina la passo a cercare due ciucci uguali a quelli dei bimbi e, soprattutto, i fermaciucci, che ormai l'elefante per Emino è su il feticcio inseparbile. Per vedere se mi riesce bluffare e lasciare una ciuccio al nido e averne un altro uguale a casa per entrambi, senza dover aver l'incubo di portarli e riportarli con il pericolo che me ne dimentichi di nuovo. Poi scopro che Paula baby sitter parte oggi per la Spagna dove rimarrà una settimana e così rimango spiazzata e impossibilitata ad andare ai giardini con i piccoli, anche se il tempo è ancora incerto. Decido così di andarli a prendere a piedi con il passeggino e insieme ce ne torniamo lentamente a casa, passando da qualche negozio per qualche acquistuccio (i collant per Mina, per esempio) e in questo nostro vagabondare mi accorgo che Emino parla! Mi dice treno quando passa il treno e mani toccandosi le mani. E a casa per due volte mi dice cacca e poi la fa nel pannolino. Ossignore ma è di nuovo come Forrest Gump: o niente o tutto insieme. Lasciamo poi i bimbi a dormire vegliati da mia sorella e con il Gangster ce ne andiamo a mangiar la pizza e al cinema a vedere un deludente Anni felici.
Mercoledì 9 - Anche oggi prosegue la linea adottata questa settimana: io mi alzo per scaldare il latte ai bimbi, li metto nei seggiolini a tavola e li lascio che prendono il biberon mentre io vado a lavarmi e vestirmi. Quando loro finiscono di bere il latte arriva il Gangster che li veste e li lava, mentre io proseguo la mia preparazione. Poi lui si veste e si lava con calma mente noi usciamo per andare al nido. In questo modo riesco ad arrivare al lavoro quasi in orario e, soprattutto, a far fare qualcosa al Gangster. Anche oggi vado a prendere i piccoli al nido con il passeggino, facciamo un giro breve perchè sono tanto stanchi che cenano appena e zap, crollano dal sonno. E oggi mi sono di nuovo resa conto di quanto Emino sia prepotente con la sorella: le ruba tutto quello che lei prende e, soprattutto, lei gli cede tutto impaurita. Devo capire come far finire questa cosa.
Giovedì 10 - Oggi cambio dell'armadio, il mio. Ormai finiti i tempi delle uscite e dei cambi abito ogni giorno, con ricerca di abbinamenti sempre diversi, ho ormai ripiegato su giovanili e comodi abiti coprifianchi morbidi. Risultato: armadio pieno di cose che furono che difficilmente rimetterò. Pazienza. Il pomeriggio piove e telefono a Valeria per lamentarmi di questo tempo. Insieme però decidiamo lo stesso di vederci e l'idea è comunque vincente. Con i nostri bimbi usciti dal nido, ci ritroviamo per fare un giretto con loro nel passeggino e comprare dei pigiamini, e chiacchierare noi. Ci voleva proprio rivedersi. La sera cena al ristorante greco con il Gangster, ristorante che mette allegria perchè ci ricorda la Grecia ma la cucina è molto scaduta rispetto a come ce la ricordavamo.
Venerdì 11 - Vado a prenderli al nido con il passeggino, oggi finalmente si rivede il sole e lì la maestra mi regala il loro primo disegno. Ho però la pessima idea di andare con loro a fare la spesa alla Coop dove mi hanno piantato una grana incredibile perchè volevano la schiacciata. Scappo via e ci fermiamo a casa dei miei dove di nuovo loro aprono gli sportelli della cucina e tirano fuori tutte le pentole dandole alla mia mamma dicendo pappa, in un gioco incessante di finta cucina. Poi hanno giocato a rincorrersi  e trovarsi facendo il giro inverso della casa e quando si scontravano urlavano di misto gioia e sorpresa. A cena poi Emino mi ha di nuovo stupito dicendo banana. Smack piccolo grande Forrest canterino.
Sabato 12 - Dalla nonna del mare, partendo con tempo piovoso mentre là troviamo anche un po' di sole ma le temperature si sono abbassate. Il giorno passa così in casa, anche se io e il Gangster ci defiliamo per una passeggiata a Baratti triste e solitaria. E non capisco a chi piace il mare d'inverno. La sera per fortuna, tornati a casa, ritroviamo un po' di serenità parlando a lungo.
Domenica 13 - Andiamo a Lucca dove i piccoli si comportano benissimo: adesso che bello scenderli dal passeggino e camminare per strada con loro per mano (anche se ci vogliono ore per fare brevi tratti..) Poi ce ne andiamo a finire il pomeriggio al compleanno di Arianna, fatto ai giardini che sono molto appiccicosi vista la pioggia dei giorni precedenti. I gemelli si cimentano (come al solito) in supermangiate di schiacciata e quando arriva la torta si mettono seduti in prima fila e se ne fanno fuori due piatti ciascuno.

mercoledì 9 ottobre 2013

Nido, l'anno prima e l'anno dopo, che poi è quest'anno

Il nido è ripreso ormai da un mese. Dopo tanto mare pensavo che si fossero dimenticati di quel luogo e, invece, proprio un mese fa, non appena i gemelli hanno visto il vialetto d'ingresso,  hanno gridato bimbi e sono corsi dentro. Cosa che continuano a fare tutte le mattine. 
E così io penso che quella casetta rossa fra gli alberi, che non poteva avere nome più azzeccato di nido, sia il regalo più bello che io potessi fare ai miei bimbi e che quel loro nido potesse fare a me. 
E ho ripensato ad anno scorso, quando ce li ho portati la prima volta, e non sapevo come sentirmi e non sapevo come mi sarei sentita. 
Loro, i miei bambini, anche quella volta, hanno insegnato a me a stare tranquilla e a non preoccuparmi troppo per loro, perchè  nella vita, me lo hanno dimostrato da subito, se la sanno cavare proprio bene, a volte meglio di me. 
Per questo vorrei riportare qui quello che ho scritto anno scorso altrove e che vorrei che adesso stesse qua, per ricordarlo insieme e che racconta di come io e il Gangster abbiamo affrontato l'inserimento al nido: io chiedendomi se facevo bene a mandarli lì da soli, lui guardando l'orologio perchè il tempo passava e il suo appuntamento si avvicinava.
Ovviamente aveva ragione lui, anche se il cuore di mamma è giusto che ce l'abbia io.


GIOVEDÌ, 4 OTTOBRE 2012

NOI li abbiamo abituati

Non che non voglia loro bene, per carità, vedo come li guarda e come li brama (quelle tante volte che non c’è) perchè in fondo, ma nemmeno tanto in fondo, direi parimerito mio, è il babbo dei gemelli, ma a volte il Gangster ,rispetto ai suoi piccoli, non so se mi fa ridere o venir voglia di strozzarlo, diciamo che spesso mi lascia allibita.
Oggi colloquio individuale con la maestra del nido, in previsione dell’inserimento dei due che inizierà lunedì prossimo. Già per doverci venire ha brontolato, e ci ha pure provato a non venire, facendomi chiedere all’insegnante se potevo andare da sola o se era necessario che mi accompagnasse anche il marito. Ovviamente la risposta è stata sarebbe meglio se veniste insieme. Bene, andiamo e, come arriviamo davanti alla struttura, il Gangster che non si era minimamente interessato in quale nido i due sarebbero andati, limitandosi ad ascoltare   svogliato i miei racconti su tutte le indagini e le visite che avevo fatto in precedenza nei vari nidi, le valutazioni che ne avevo tratto, la decisione poi di scegliere quello per primo, dice: ma qua li mandiamo?? Dandomi il primo tuffo al cuore, oltre che obbligandomi a trattenere la mano per non infliggergli una coltellata nella giugulare (dico, nei giorni dei nidi aperti giravano tutti in coppia a visitarli, io ero sempre quella sola, ed ora mi vieni a dire che non ti piaceee???) Ci accomodiamo e dobbiamo raccontare dei piccoli, gli orari che hanno, cosa mangiano, se hanno il peluche preferito, che carattere hanno. Inizio io ma ovviamente si inserisce subito lui, dicendo che i gemelli, NOI li abbiamo abituati a mangiare tutto, che loro non vanno in giro eccessivamente vestiti perchè NOI riteniamo che debbano abituarsi a non stare troppo coperti, motivo per cui non si ammalano quasi mai, che NOI li mettiamo a letto dopo la loro cena e dormono fino al mattino, che  NOI  li abbiamo abituati a stare con la gente, NOI li portiamo sempre in giro e ai giardini NOI li portiamo quotidianamente. Anzi, le dirò di più, aggiunge ormai preso dall’entusiasmo, un giorno (e vorrei sottolineare un giorno, non due, quattro, dieci, mille) li ho presi da solo e li ho portati dai miei genitori al mare, lasciando lei a riposarsi (ripeto, UN giorno). Conclude dicendo, e tagliando brevemente la conversazione (perchè ovviamente quell’appuntamento a metà giornata gli ha scombussolato l’agenda e quindi ha una fretta maledetta) vedrà che i bimbi non avranno problemi di ambientamento (come dire non provare a rimandarmeli a casa perchè IO non posso starci dietro).
Io sarei stata tentata di chiedergli chi erano quelle persone che componevano il NOI, perchè io mi ci sono rivista e quindi potrei essere sicura di dire che una di quel noi ero io, ma l’altro?????????????
P.S. Ti amo Gangster, non ci fossi te a farmi ridere!!!!


domenica 6 ottobre 2013

Diario della settimana (dal 30 settembre al 6 ottobre)

Lunedì 30  - Niente nido oggi perchè i bimbi sono stati e sono febbricitanti da ieri. La differenza però è che ieri erano mogi mogi per la febbre, oggi invece sono solo tanto uggiosi per la febbrucola. Piove pure e quindi siamo rinchiusi in casa per tutto il giorno. La mattina è da impazzire, con Emino che non vuole lasciarmi per un minuto e quando non mi sta in braccio si muove solo se lo tengo per mano, se no piange disperato. E, ovviamente, tutto questo eccesso di attenzioni verso di lui fa piangere disperata anche Mina, che proprio non accetta di essere da meno. Da uscire di testa. Dormono pure poco dopo pranzo e io non so come fare ad arrivare a sera. Per fortuna che c'è mia sorella Grazia che condivide con me la prigionia e spostiamo i gemelli da casa mia alla sua per tentare di distrarli un po' e lasciare che la nuova signora delle pulizie riesca a pulire casa. Arriviamo alle 17 che non siappiamo che altro fare se non far il bagnetto ai gemelli, mettere loro il pigiamino e preparare la loro cena. I due sono così distrutti e di nuovo febbricitanti che vanno a letto alle 18. E io tiro un sospiro di sollievo.
Martedì 1 - I piccoli stanno meglio tanto che questa mattina li chiudo nelle felpe e li porto fuori: solita colazione da Caffè d'Orzo che se non ci fosse non sarebbe una santa colazione. Lì ormai abbiamo gli amici che ci hanno visto crescere e oggi c'era pure un bimbo piccolo che mi ha fatto ricordare quado portavo lì i miei bimbi piccoli come lui. Poi giretti in passeggino che i due hanno accettato di buon grado, visto che sono ancora spossati per la post febbre. Poi hanno dormito tanto nel pomeriggio e alle 4 siamo andati all'Orticultura dove ci ha raggiunto il babbo Gangster e avevamo pure la compagnia di Martino e Greta con le rispettive mamme. Niente giochini tipo scivolo o altalena perchè invasi dal fango, ma siamo stati in zona vasca a giocare prevalentemente con i sassolini e sotto quegli alberi già con le foglie d'autunno. Abbiamo passato un pomeriggi o d'incanto tanto che m ha ricordato i vecchi tempi quando tenevamo i bimbi sulla coperta sul prato lì vicino. E poi a casa con il Gangster e la sua doccia ai bimbi.
Mercoledì 2 - Vi tengo ancora a casa oggi, perchè avete troppa troppa tosse per essere presentabili al nido. La mattina ce ne andiamo a fare i nostri giretti, grazie anche ad un bel sole, ma il pomeriggio Emino non dorme quasi niente e diventa il peggior Emino dei suoi momenti no. Riesce ad irritarmi così tanto con quella testardaggine e quei capricci! Così chiamo in soccorso mia sorella Anna, mollo a lei i due che li tiene in giardino e io riordino l'armadio dei bimbi: via i pantaloni corti, avanti alle cose meno estive. E rimango perplessa dal fatto che comunque ai due continuano a stare anche le cose di primavera, per cui adesso hanno un superarmadio gremito: le cose vecchie unite alle cose nuove che sono tantissime ugualmente, e tutto sta là ad incombere tutte le volte che apro le ante. Divido il brutto che butto, il piccolo che regalo, e me ne vado da sola al negozio vicino casa che vende varie cose per i bimbi, dove ormai con i proprietari siamo amici,  e invece che godermi quella mezz'ora libera, la passo a cullare la loro bimba piccola e a giocare con il bimbo più grande. Sono proprio shampata! Torno a casa con un carrellino della spesa giocattolo e trovo i piccoli ugualmente uggiosi e assonnati. Così cena presto e a letto presto e lascio che facciano tutto le mie sorelle: io oggi sono così arrabbiata con i due capricciosi che, credo per la prima volta nella loro vita, neanche mi affaccio in camera per metterli a letto o salutarli. Oggi è stata proprio una giornata da dimenticare.
Giovedì 3 - Oggi si torna al nido, loro volentierissimo, io con i sensi di colpa per aver perso la pazienza ieri. Li vado a prendere con il passeggino e ce ne torniamo lentamente a casa, fermandoci a trovare gli amici del negozio di bimbi sulla strada di casa. I proprietari, ignari, mi chiedono di far scendere i gemelli dal passeggino e lasciarli liberi nel negozio.... I gemelli e il loro bimbo liberi in un negozio di giocattoli! Un pandemonio. In più il loro bimbo, più grande di un anno dei miei, era un bimbo solare e allegro fino a quando non ha iniziato la scuola materna: da allora è diventato aggressivo e ha per tutto il tempo tallonato i gemelli, fino a quando non ha spito forte Mina e io sono dovouta intervenire. Risultato: tutti via, ognuno a casa propria. E a casa i piccoli risentivano della stanchezza della giornata al nido e così sono andati a letto presto, passando dalla doccia del babbo che ci ha fatto la sorpresa di tornare prima a casa.
Venerdì 4 - Nel pomeriggio prendo i gemelli di corsa dal nido per lasciarli a casa con mia sorella, visto che io voglio andare alla presentazione del corso Musicainfasce che si terrà vicino casa. Mi ero informata prima, leggendo e guardando dei video, e mi era piaciuto tantissimo, questo approccio alla muisca. Peccato che l'insegnante sia emotivamente negata. Per niente empatica, ha risolutamente negato lo spostamento di inizio corso ad un orario più consono per dei bambini piccoli, a me a questionato circa il rapporto bimbo-adulto di riferimento perchè sarei sola con due bimbi e questo la spaventava. Io le ho ribattuto che i gemelli hanno il loro rapporto bimbo-adulto di riferimento con me anche se io sono una e loro due,  che son ben abituati a farsi bastare la loro mamma e che la nostra storia e questa. Lei non ascoltava niente e nessuno ed era evidentemente alterata. Per questo sono tornata a casa amareggiata di aver perso un'opportunità di fare un corso di musica che mi piace vicino casa, ma non mi sono data per vinta e ho fatto altre ricerche e trovato altre possibilità. Vedremo.
Sabato 5 - La mattina presto piove spaventosamente tanto che si spezza pure un ramo dell'alberone che abbiamo davanti casa, ma poi la mattina rimane umida ma non piovosa e ci permette così di uscire. Andiamo con mia sorella Grazia e i gemelli a trovare la nostra anziana zia che abita in centro. Il pomeriggio però riprende a piovere e ci vede costretti in casa anche se io mi concedo un salto dal parrucchiere e alla vendita del campionario Benetton mentre i gemelli fanno il pisolino, vegliati da mia sorella. Al mio ritorno nel salotto di casa sembra scoppiata una bomba di giocattoli: giochi ovunque da far spavento. Così riprendo la situazione in mano: con l'aiuto dei gemelli, facendolo sembrare loro un gioco, ordino i giocattoli in scatole a tema, levo tante cose inutili e sposto altri giochi dove non possono essere utilizzati, lasciandone per l'uso solo pochi, che poi farò ruotare con il tempo. Perchè averne tanti a disposizione fa sì che si perda l'interesse per tutti. L'uggiosa giornata poi finalmente finisce. Uuuu come è bello quando c'è il sole e si può uscire!
Domenica 6 - La mattina c'è il compleanno per i due anni di Giacomo, fatto in un centro gioco già attrezzato per ospitare i piccoli. E questa è una gran fortuna, visto che passiamo la mattina lì fra carrelli della spesa giocattolo, scivoli, automobiline e alci che dondolano, il tutto senza ovviamente perdersi niente dal buffet. Dopo pranzo piove e così andiamo a trovare mia zia Lucia. Mina è uno spettacolo di simpatia, Emino uno strazio di capricci. Passerà eh, piccolo, questo periodo no. Ci ritroviamo a sera e penso, come tutte le domeniche senza Gangster, e in più piovose, che anche oggi è andata.


martedì 1 ottobre 2013

Ventuno

Ventuno mesi, coincisi con il saluto al mare e alla fine della libertà della spiaggia. 
Di passi da gigante nella crescita ne avevate fatti tanti lì, in quei mesi di sole e di mare e di spiaggia e di mamma tutta per voi. Adesso di nuovo ci perdiamo di vista durante il giorno per ritrovarsi solo nel pomeriggio. 
Adesso di nuovo che avete conquistato? Salite e scendete le scale di casa tenendovi aggrappati alla ringhiera e da qualche giorno neanche gradite più tanto darmi l'altra mano per essere aiutati.
Salite da soli lo scivolo ma, maggiore conquista, è che lo scendete da soli senza aspettare il mio aiuto.
Adesso volete fare tutto e bene quel che vi dico: prendete le felpe in mano dicendo felpa e tentate di mettervele, se mi dimentico qualcosa me lo ricordate quasi irritati, come a dire che disattenta che sei, e adesso, come non mai, mi guardate innamorati. 
Fate occhio bello e il suo fratello, la chiesina e il campanello a chiunque si avvicini, ricordate situazioni e persone e proprietà di cose, di chi sono e come si chiamano. Se dico andiamo dal nonno vi avvicinate alla porta, se dico mettilo sul tavolo lo fate, se dico no, non si fa, mi fate il verso e disobbidite ridendo.
Adesso vi tenete continuamente d'occhio ma non per imparare l'uno dall'altro, come avete fatto fino ad ora, ma per controllare che l'altro non abbia o faccia più di lui, in una lotta perenne per strappare un privilegio o per far dispetto all'altro. 
Adesso vi esprimete per frasi complesse. Emino la mattina quando si sveglia e mi chiama, non si limita a dire mamma, ma dice - di seguito - mamma dammi latte gnam gnam. Poi si incaglia in discorsi in giapponese stretto il cui significato sa solo lui, ma a  quanto pare devono esprimere concetti  lunghi e complessi, visto con quanta dedizione si applica a raccontare a lungo. Emino anche mi racconta  cosa gli è accaduto: un classico è la paura avuta del cane vicino casa al mare, che gli ha abbaiato forte quando lui passava di là. Per fortuna che era in braccio al suo babbone che lo teneva stretto e lo rassicurava. Così Emino, quando sente un abbaio forte, mi dice bau bau no, no, babbooo che vuol dire cane no no, non mi fai paura, c' il babbo che mi difende. E lo ripete all'infinito. Lei invece è ostinatamente ferma a dire mio, e quando è particolarmente suo, dice mimio, come a dire supermio e non si tratta. Ha anche imparato a dire ohiohi quando si fa male, e dove si è fatta male, anche molti giorni prima, si tocca e fa di nuovo ohiohi, anche se non le fa più male,  per ricordare quel male sentito e quella medaglia al merito che sono le sue ginocchia sbucciate.
Lei ha il corpo slanciato della sua mamma, è ricciola e ha gli occhi neri e furbi proprio come i miei. Se ne inventa sotto terra per far dannare lui, che è tozzo e forte come il suo babbo. Quel che fa lei con lui è molto simile a quello che io faccio con il Gangster: da buona tradizione di famiglia le donne fanno dannare gli uomini, che da buona tradizione di famiglia, subiscono brontolando ma in fondo, che importa, ci vogliono così bene.