domenica 20 ottobre 2013

Diario della settimana (dal 14 al 20 ottobre)

Lunedì 14 - Nido con le scarpe nuove da inverno per loro, che li hanno resi felicissimi. Mina è andata a farsele vedere dal suo babbo sgambettando e indicandole felice urlando scarpeeeee. Che gioia vederli felici con così poco. A lavoro io scopro che fra poco mi cambieranno di stanza, senza che io lo abbia chiesto. Come dice il Gangster la sera, quando glielo racconto, sono come una farfalla: più mi avvicino al sole e più mi brucio. Eh sì, più vorrei fare cosa mi piace e più me lo impediscono. Un giorno capirò il senso e riuscirò a sciogliere questo nodo del mio karma. Dopo il nido andiamo a musica, che alla fine ci piace, anche senza canzoncine ma solo con melodie vocali. E uscite dal corso ci fermiamo sul marciapiedi lì davanti con Vale e lasciamo i bimbi giocare a buttare gli aghi di pino dentro un bandone chiuso, e io e lei facciamo le nostre chiacchiere varie.
Martedì 15 - Accompagno i nanetti al nido e io me ne torno a casa a cercare di dare un senso a quello che sta dentro casa, che è diventato veramente tanto. Il proposito è troppo per risolversi in una mattina, a così decido di affrontare l'obiettivo a pezzetti: oggi armadio. Mi provo tutto quello che di invernale ho messo dentro, e per metà regalo alla nonna del mare, che da quando il nonno del mare è mancato pesa pochissimo e riesce ad entrare dentro ai miei abiti di quando io pesavo pochissimo. Quello che salvo poi lo stiro addirittura e lo ripongo ordinatemente nell'armadio. Poi vado a prendere i piccoli al nido e li consegno a mia sorella a casa dei miei genitori, mentre io concludo parte dell'opera di riassetto casa. Vado poi a riprenderli e li trovo che giocano con i tappi delle bottiglie: come ormai è noto, sono gli oggetti quotidiani più che i giocattoli a interessarli e a far volare la fantasia. E al momento della doccia in camera mia, Emino Forrest batte la mano sul letto e dice babbo e mamma fa la nanna qui. Ma dico, a te chi ti ha insegnato a parlare e comporre un pensiero logico astratti?
Mercoledì 16 - La mattina piove che sembra notte, mentre poi nel pomeriggio esce un bel sole caldo che ci fa correre ai giardini dell'Orticultura, subito dopo il nido. C'è un bel pantano ma ci sono anche varie mamme amiche e così quell'ora passa lieve.
Giovedì 17 - Dopo il nido ce ne andiamo ai giardini vicino casa con Paula e Vale e Martino. Anche quei giardini sono fangosi ma per fortuna c'è lo scivolo dal quale ormai i gemelli si buttano senza più l'aiuto delle mie mani e salgono pure da soli. Ossignore come vi fate grandi e indipendenti. La sera torna Paula perchè io e il Gangster abbiamo una cena e quando le chiedo della sua mamma lei risponde se muriò. Le chiedo e mi dice che è morta di cancro 4 anni fa quando lei aveva 21 anni e suo fratello 13. Povera piccola dolce spagnola. Da adesso le voglio un bene speciale, a quella brava ragazza.
Venerdì 18  - La mattina presto presto telefono al nido per sapere se oggi possiamo portare i bimbi visto che è stato indetto uno sciopero. Risposta negativa: non c'è praticamente nessuno. Così chiamo mia sorella Anna e io me ne vado al lavoro. Quando torno lei mi racconta che Mina non ha mai dormito. Così li monto in auto e ce ne andiamo a trovare la mia amica Gabry, peccato che come parcheggio l'auto Mina si addormenti esausta, quindi con la Gabry e Emino stiamo sul marciapiede su e giù a vedere passare i treni della stazione di CdM. Poi arriva l'ora di andare al Centro Gioco lì vicino per fare una lezione di presentazione di giocomusica al quale partecipano, oltre che ai soliti Martino e Giacomo, pure Cosimo e Corso, bimbi nostri vicini di ombrellone. Che buffo rivedersi vestiti dopo una lunga estate in costume.
E in giornate come queste, quando riesco a riunire amici cari come oggi pomeriggio, torno a casa, metto a letto i piccoli e penso che sono stanca ma felice, perchè grazie a loro la vita è bella.
Sabato 19 - Concerto per bimbi, questa mattina. Cogliamo al volo l'occasione e ce lo andiamo a sentire, insieme a Vale e Martins. I gemelli e Martino ma, sopratutto, le loro mamme, sono contentissime di questa nuova possibilità di fare musica, e così decidiamo di frequentare anche questo corso di sabato mattina. Anche se, con Emino sveglio dalle 6,30 che ha attaccato a cantare da appena sveglio, penso che forse tutto questo eccesso di muisca lo faccia sentire troppo uccellino canterino. Anche quando poi usciamo il pomeriggio in passeggino, Emino non fa altro che parlarmi nella sua lingua strana. Per tutto il tempo mi chiama e mi dice papatatappataeta e io devo capire cosa intenda dire, che se sbaglio mi guarda con aria delusa. Ce ne andiamo a comprare gli stivali da pioggia che servono soprattuto, più che per i giorni piovosi durante i quali stiamo possibilimente in casa, per i giorni post piovosi, quando i giardini sono fangosi e le scarpe si appiccicano. Con quelli invece suppongo un successo garantito. Il problema è che loro non ne vogliono saper di ternerli ai piedi. Dicono no disperati scalciando e tentando di levarseli. Così desisto, anche se ai giardini vado ugualmente insieme a Laura. Mina continua a non volerla vedere, quella mia cara amica, e tutte le volte che lei le si avvicina fa finta di dormire oppure si nasconde fra le mie gambe. Emino invece le prende subito la mano e la porta a vedere come adesso sale e scivola pure da solo dallo scivolo. E oggi di nuovo un colpo da 10 anni di meno: mentre davo ai bimbi merenda, li ho lasciati nei seggiolini al tavolo per andare in bagno e ho sentito che Emino rideva a crepapelle come mai lo avevo sentito e poi un silenzio stranissimo. Sono tornata in cucina a vedere e ho trovato Mina in piedi sul tavolo che buttava giù delle cartoline che ho alla parete: mi si è ghiacciato il cuore. Ho fatto una partaccia ad entrambi (perchè nel frattempo anche Emino stava tentando di alzarsi in piedi sul seggiolino per imitare la sorella) e per un po' si sono impauriti, anche se so bene che ormai, visto che l'hanno fatto, lo rifaranno di sicuro.
Domenica 20 - La mattina ce ne andiamo a fare shopping per rimpinguare l'armadio esonerato da tanti abiti vetusti (e, più che altro, che non mi stavano più) e così, sempre mantenendo un Pennyblack style, ringiovanisco un po' il mio modo di vestire. I bimbi sono lì con me e con mia sorella, stanno un po' a guardare dal passeggino ma  dopo però siamo costretti a liberarli e nel negozio iniziano a nascondersi dietro le tende dei camerini e a svuotare gli scaffali: via tutti subito! Finiamo la mattina ai giardini e a casa a mangiare e dormire. Poi, anche se la giornata è sempre bigia, ce ne andiamo di nuovo ai giardini, questa volta dell'Orticultura, dove saremo stati in massimo in 5, visto che c'è la partita Fiorentina-Juve. Passiamo tranquilli qualche ora lì e poi sentiamo improvvisamente un boato da gol. E poi un altro e poi un altro e poi un altro. Increduli capiamo che la Fiorentina ha rimontato, con 4 gol in 15 minuti, una sconfitta di 2 goal. Insegno così ai bimbi ad esultare e ce ne andiamo poi per la strada a vedere passare tutti i motorini che suonano il clacson e sventolano bandiere. Emino è curioso e saluta tutti i motorini dicendo pipipi come se volesse suonare il clacson anche lui, mentre Mina è completamente disinteressata a tutto quel fracasso. Mi piace che mi facciano compagnia in questa esultanza, che possa stare insieme a loro a veder passare questo carosello di esultanza. Poi doccia e a letto senza nemmeno due coccole, da come sono loro e sono io stanchi tutti. In più oggi, contro le più nefaste aspettative, i piccoli hanno accettato di buon grado di tenersi tutto il giorno gli stivali di gomma che, messi dalla mattina, li hanno visti entusiasti. Peccato però che siano ingombranti e che ci camminino male, ma si sa, ormai, le scarpe nuove per loro sono una felicità a prescindere.

Nessun commento:

Posta un commento