lunedì 31 dicembre 2018

7 anni

7 anni arrivati.
C'è chi a 7 anni (e anche a 7 e mezzo) va in prima elementare, invece voi, a 7 anni, avete già affrontato la seconda elementare e pure le divisioni a due cifre che si fanno in terza.
Io dico sempre che siete di rincorsa, con quel compleanno fatto il 30 dicembre che si può pensare che vi penalizzi invece, guardando il bicchiere mezzo pieno, vi ha dato un'opportunità: l'opportunità di essere sempre di rincorsa. E alla fine ce la fate sempre.
Vi ho voluto con il cuore e con l'anima, da 7 anni a questa parte la notte fra il 29 e 30 dicembre non dormo mai, come a rivivere quella notte che ha preceduto la vostra nascita, notte di incertezze, di misto di felicità per vedervi, finalmente, e di preoccupazione, con quel cesareo programmato di rincorsa, appunto.
Ce l'avete fatta fin dal primo giorno, e insieme abbiamo affrontato il mondo. Con voi è stato tutto facile.
Ieri abbiamo festeggiato i 7 anni, con abbracci stretti nel lettone di prima mattina, con quei vostri passi veloci nel voler essere i miei aiutanti per un giorno, con quei regali da scartare, con quel bravi che siete sempre a seguire il mio ritmo veloce: andiamo, facciamo, su bisogna andare.
C'è stata la festa di compleanno, questa volta in uno studio d'arte, a fare in 3D i vostri amati Capitan Mutanda e Mery Poppins. Quel che ricordo è la felicità di una bugia, quando gli amici che fanno calcio in una squadra super organizzata mi hanno chiesto conferma che Ema facesse calcio e se avesse le scarpe con i tacchetti. Io risposto sì mentendo, e Ema mi ha guardato felice, orgoglioso che la sua mamma avesse mentito per lui, perchè calcio sì che lo fa ma non ha le scarpe con i tacchetti.
Poi Marghe, regina al tavolo in mezzo alle amiche che se la contendvano, gentile e disponibile a mettersi vicino a chi glielo chiedeva, felice che l'aiutassi a fare di nuovo il fiocchetto di Mary Poppins, dolce come sempre, grande come mai.
Siete il traguardo della mia vita, siete la linfa che scorre nel mio corpo, che mi permette di fare mille cose per voi, per me, per noi insieme.
Grandi e felici 7 anni, amori miei. Vi auguro di rincorrere la vita con passione, educazione, stupore, come siete voi, miei due angioletti.

mercoledì 19 dicembre 2018

Prime emozioni e gioie

Saggio di ginnastica artistica.
A fare ginnastica artistica sei capitata per caso, opportunamente piazzata lì per comodità, perchè il corso coincideva con il corso di calcio di tuo fratello: una fortuna insperata, due attività diverse lo stesso giorno, alla stessa ora, a 10 metri di distanza.
Impossibile non farlo, in più in compagnia della tua amica dell'asilo. All'inizio però lo stesso hai pianto e ti sei ribellata: non volevi andarci, tutte le bambine avevano la coda e i capelli lisci, tu non le conoscevi ed erano troppe tutte insieme. Ma io so come sei fatta: dici no ma vai incoraggiata. Per questo ti ho comprata con la promessa di un regalo, ti ho portato e riportato fino a quando non hai capito che era una bella attività, che riuscivi e ti piaceva e alla fine è diventato uno dei tuoi appuntamenti preferiti. Ovviamente ci sono sempre scogli da superare, il tuo riserbo è stato sfidato ulteriormente con il saggio di Natale. Mi hai confidato, qualche giorno prima, durante le nostre chiacchierate nel tuo letto, prima che ti addormenti, che questa prova ti faceva preoccupare. Però sei andata, sei stata brava e serena, mi hai detto che hai anche sbagliato ma hai recuperato. Io ti ho solo visto svolazzante, pronta a fare le capriole e a salire sull'asse d'equilibrio, a presentarti e a salutare.
Alla fine ti abbiamo pure portato i fiori, i tuoi primi fiori. Eri emozionata e felice. Mi hai chiesto come mai quei fiori e ti ho spiegato che io ho avuto l'idea, babbo te li ha comprati e Ema te li ha regalati.
Questa filastrocca ti è piaciuta e te la sei ripetuta per tutta la sera... mamma ha avuto l'idea, babbo li ha comprati e Ema me li ha regalati..... Emozioni e gioie della vita.

martedì 11 dicembre 2018

Mary Poppins nel lettone

Mi piace andare al cinema e mi piacciono i film in generale. La vita familiare non favorisce questa mia passione, per andare al cinema bisogna organizzare il turno marito oppure chiamare la baby sitter, per guardare un film in tv bisogna che i gemelli dormano  e  che la giornata non sia stata estenuante e mi faccia avere ancora voglia di guardare un film intero senza dormire.
Per questo ho usato la resilienza come risorsa e mi sono inventata i film nel lettone: ogni fine settimana prendo in biblioteca dei dvd da bambini e ce li spariamo sotto le coperte del letto grande. Siamo passati da Pinguini alla riscossa, a Oceania, a Superman , a Paddinton, appassionandoci ogni volta alla storia che veniva proposta. Ma quando è arrivata Mary Poppins ha sbaragliato tutti. Marghe entusiasta, Emino rapito. Ci credo, averne di Mary Poppins nella vita! Il complimento più bello di fatti  è stato quando hanno detto che assomiglia a me, il momento più bello è stato quando, facendo un trekking di famiglia, si è alzato vento e Marghe ha detto, con gli occhi che gli si illuminavano, che quello era il vento dell'Est, quello che fa arrivare Mary Poppins!

mercoledì 31 ottobre 2018

Gli scogli della vita

Tu che sei di solito taciturna e riservata,  mi hai chiamato agitata. Eri a letto e non riuscivi a dormire. Mi sono stesa vicino a te ed hai iniziato a raccontarmi. La voce era d'angoscia. Due tue compagne di classe, le uniche due femmine che rimangono al post scuola con te, ti escludono. Una delle due è nuova, e tu mi dici che non doveva proprio venire in classe tua. L'altra, con la scusa che la bambina è nuova, gioca in esclusiva con lei, dicendo che tu non puoi giocare con loro. Non ti ho mai sentito raccontare tanto di te, non ti ho mai visto così tanto preoccupata. Cerco di aiutarti, il cuore mi si stringe e ho voglia di intervenire in classe, con la mamma della bambina, con tutto quanto potrei fare. Invece capisco che è uno scoglio della vita e non te lo posso risolvere io, ti devo aiutare ad affrontarlo. Ti consiglio su cosa dire alle amiche, per cercare di annullare questa distanza che hanno messo. Allo stesso tempo di rafforzo nel farti capire che sei fortunata comunque, in alternativa a loro hai un fratello che ti fa giocare con i suoi amici. Ovviamente giocare con i maschi non è proprio la stessa cosa. Continui a sfogarti dicendo che le due bimbe non le vuoi al compleanno, che sono cattive, ma ripassi poi i il discorsetto che ti ho consigliato di fare il giorno dopo alle amiche, e cerchi di dormire. Provi a chiudere gli occhi e mi dici che proprio non riesci a non pensare a quella cosa, però mi ringrazi per averti aiutato.
La sera dopo mi chiami di nuovo. In tutto il giorno non ne hai fatto parola, forse perchè aspetti proprio la sera, quando c'è silenzio e siamo vicine nel tuo letto, per raccontarmi che il discorso lo hai fatto alle bambine, ma che loro hanno continuato a non farti giocare.
Piccolo mio fiorellino profumato, scalerei le montagne a mani nude, attraverserei deserti senza bere, lotterei con i leoni pur di farti e vederti felice. Perchè so quanto sia importante avere amici e sentirsi accolti. Perchè so quanto sei delicata e timorosa e che davanti ad un no non sai reagire.
Per questo sto ad ascoltarti ma non intervengo, perchè devi trovare da sola gli strumenti per affrontare la vita. So che tutto quanto è lontano da quel tuo letto dove io e te stiamo sdraiate a parlare nel buio può essere doloroso, nuovo e difficile, ma la vita è tua e devi imparare a giocartela.
Io ci sono ad ascoltarti, consolarti e a consigliarti.

venerdì 19 ottobre 2018

Calcio fuori dagli schemi

Ti sono capitata io come mamma, o meglio, mi hai scelto tu, seguendo il ciclo delle rincarnazioni.
Comunque sia ci hanno messo insieme e insieme siamo un bel mix elettrico. Tu che di calcio non ci capisci, io che di calcio non voglio vivere, tu che hai tutti gli amici che vanno a calcio, io che non ignoro questo bisogno ma che non ti mando in squadra con loro, tu che mi dici che a calcio si suda e che bisogna fare una pausa, io che ti ho trovato un campino in una piazza dove non ci sono maglie da mettersi nè scarpe da comprare, tu che mi dici che tutti i tuoi amici giocano altrove, io che ti dico prova, tu che ti affidi a me e hai provato. Hai iniziato ieri e ti ho visto in mezzo a persone che non conosci, maestri di calcio sconosciuti e bambini mai visti, sederti in cerchio tranquillo, tentare di giocare anche se proprio non è il tuo sport, ti ho visto scherzare con una bambina e difenderti dal bambino cretino che tanto ovunque si trova. Ti ho lasciato là da solo e ti sono tornata a vedere, comunque sia andata è stato questo il successo: che ci hai provato e che hai accettato la sfida senza battere occhio.
Grande il mio pulcino che sa fare tutto, sei un grande Grande Ema!

giovedì 11 ottobre 2018

Capitan Mutanda

Trallallàààààà. Ormai questo è il nostro motto: il grido eroico di Capitan Mutanda.
Consigliato dalla maestra di matematica come lettura per l'estate,  Capitan Mutanda è diventato  parte della famiglia.
Abbiamo tutti i libri che leggiamo a rotazione più volte al giorno,  abbiamo il dvd che viene visto così spesso sa saperlo a memoria, sognamo case sull'albero e ridiamo agli scherzi babbei.
Ieri è arrivato a casa l'ultimo libro uscito. Un silenzio assoluto regnava in casa: niente cena, niente tv: Harold e George vengono per primi.
Io adoro la passione con cui i miei bambini divorano i libri, soprattutto te, piccolo pezzetto spesso arrabbiato, lo so che ameresti avere una casa sull'albero dove rifugiarti con il tuo amico del cuore. Per ora non hai nè casa sull'albero nè amico del cuore, viaggi a vista alla ricerca di gioia e allegria, proprio perchè ti piace ridere e scherzare. Sai, piccolo grande Ema, che da piccola anche io avevo un pezzo di cuore libero che anelavo riempire con grandi amicizie. Come te ho dovuto aspettare, come te, nell'attesa divoravo libri e sognavo di essere Jo di Piccole Donne. Io intanto ti tengo d'occhio e tifo per te. E grazie anche a Capitan Mutanda, che ci riempie i vuoti e ci porta passione e allegria.

giovedì 4 ottobre 2018

La chiave che apre al mondo

Siamo stati il fine settimana a Rimini. I gemelli sono stati benissimo, in compagnia di Guenda, la loro ex storica baby sitter che ora vive e lavora lì.
E io ho avuto l'occasione di rivedere l'albergo dove andavo in estate con la mia mamma. Me la sono rivista, immaginandomela, seduta sulle sedie del cortile dell'albergo, a parlare con gli altri, mentre io facevo le prime prove di indipendenza.
Perchè i posti conservano la loro storia, le persone continuano ad emanare energia anche se non ci sono fisicamente, il cuore ricorda tutto. L'agenzia di viaggio che ci ha venduto il viaggio a San Marino, e che mi ha aperto le porte al mondo, la strada per raggiungere l'albergo stretta stretta, contrariamente ai miei ricordi, la spensieratezza di altri tempi, l'impegno della mia mamma che portava da sola in vacanza una ragazzina che si affacciava al mondo.
Grazie mamma ancora una volta, ricordo tutto. Sei stata la chiave che mi ha aperto alla vita.
Spero di essere ricordata anche io, dai miei due pulcini entusiasti, come una mamma che li ha aiutati a sperimentare molto.

mercoledì 26 settembre 2018

Brava, grazie

Ci sono parole che scaldano il cuore
Emino mio viene da me e, con voce emozionata, mi dice mamma non capisco cosa mi è successo, leggevo un libro dove un bambino diceva mamma e io ... non capisco cosa mi è successo.
Ho capito io, gli ho risposto, ti sei emozionato perchè quel bambino aveva bisogno di chiamare in aiuto la sua mamma. Gli si sono illuminati gli occhi, già umidi per l'emozione che non capiva di provare, e mi ha detto sì, che era proprio così. Il mio tenero bambino birbone, che non può vedere soffire nessuno.
Questa mattina vedo il Gangster che segue con gli occhi il percorso dei una scatola di pizzette. Lo anticipo e gli spiego che sono per la merenda del post piscina che inizia oggi. Lui ci legge dietro tutto lo studio e l'organizzazione che faccio per rendere tutto questo grande ingranaggio che è la famiglia  oliato a puntino e mi dice che sono una brava mamma.
Ecco, mi bastano queste due brevi azioni a farmi alleggerire tutto il peso dalle spalle

lunedì 17 settembre 2018

Seconda elementare

E da questa mattina siete ufficialmente in seconda elementare.
Pensavo che l'emozione del primo giorno riguardasse solo la prima elementare, invece anche questa mattina eravamo tutti con il cuoricino che batteva. Siamo tornati ieri dal mare e ieri sera non riuscivate ad addormentarvi. Questa mattina ci siamo svegliati presto, tutta la famiglia pronta per il nuovo anno scolastico, e quando vi siete rivisti con gli amici che non vedevate da tutta un'estate, l'emozione ha prevalso sulle manifestazioni di affetto, tutti eravate come increduli, bloccati. Poi in classe ci sono state le corse per stare vicino al compagno preferito, Marghe con l'amica Marghe, felici di essersi ritrovate e Ema con gli amici più caciaroni. Io vi auguro che anche quest'anno sia bello e divertente andare a scuola, per scoprire nuove cose, condividere con gli amici esperienze e giorni, perchè imparare in allegria e serenità è la cosa più bella che possa capitare.
Buon secondo anno di elementari, amori miei.

venerdì 7 settembre 2018

Amora Margherita

Ti guardo crescere, con quei denti nuovi da grande e quelle gambe che diventano sempre più lunghe e forti, quei piedi che puntano in avanti e si rifiutano di entrare nelle scarpe.
Corri saltellando come sempre, ma mi fai ridere quando usi le mani come una donna per spostarti i capelli e dirmi che fa un caldo..... Sei sempre ubbidiente e sempre rispondi sì mamma certo mamma, anche se ogni tanto ti ribelli e io te lo lascio fare, assecondando questa tua nuova voglia di essere indipendente. Con la prima elementare ti sei esaltata a frequentare bambine più grandi di te, che ti hanno fatto crescere e staccare da tuo fratello, anche se lui continua ad essere il tuo riferimento e la tua voce. Continui ad essere timida e paurosa, si vede che hai voglia di avere amiche ma che non sai come fare per farti coraggio e affrontare una nuova amicizia. Quando ti stimolo, a volte anche con molta insistenza e anche in malo modo, mi rispondi che non ce la fai proprio e allora ti aiuto e cerco di insegnarti come fare facendotelo vedere.Riusciamo poco a stare insieme da sole, noi due, con tuo fratello che è sempre il protagonista che ti ruba la scena e ti parla sopra, e questo è un mio grande cruccio, vederti crescere da sola e arrangiarti. Per fortuna adesso abbiamo questo progetto insieme, quello di andare in bici solo noi due, visto che ancora Emino si rifiuta di imparare, e questo, anche se non so se proprio si realizzerà, è un progetto che ci fa fantasticare.
La cosa che mi ha lasciato stupita più di tutti è il fatto che sei legata a me in maniera incredibile, molto più di quanto immaginassi, visto che vivi e cresci apparentemente in autonomia. Da un po' di tempo piangi se vai a dormire dalla nonna o dalla zia e piangi anche ai centri estivi, dove mi racconti, disperata, che non ce la fai a stare tanto tempo senza di me.
Sappi amore mio grande che di questa cosa ne sono onorata, che questa cosa ti fa onore e ti prometto che di questa tua richiesta terrò conto, cercando di tenerti al sicuro con me più che posso, finchè non ti sentirai libera e forte per andare e stare da sola.
Sei la cosa più bella della mia vita, mia cara amora Margherita

Ultima settimana di quiete

Tornati a Firenze per una settimana, io dovevo farmi rivedere al lavoro mentre per i gemelli avevo organizzato una settimana di centri estivi multisport, da affrontare insieme a due amici. Con alti e bassi ce l'abbiamo fatta. Ma da domani torniamo al mare per l'ultima settimana. Ci sono i compiti da finire, si prevede un sole caldissimo, al mare saremo in pochissimi mentre in città torneranno in molti.
Tanto a breve entreremo di nuovo nel tunnel: svegliarsi presto, fare di fretta, buttarsi nel traffico, impegni di lavoro, poi di nuovo a casa, state fermi state buoni, via a cena, via a letto.
Me la merito l'ultima settimana di pace, ce la meritiamo insieme, cari i miei pulcini.

martedì 28 agosto 2018

Siamo fatti per stare insieme

Camminato in montagna, anche molto direi, con quelle gambette magre vi ho visto procedere fiduciosi per lunghi sentieri in mezzo al niente, guidato solo dalla nostra volontà di andare e dalla vostra voglia di conquistarvi una spilla del rifugio. Abbiamo pernottato in un rifugio, ne abbiamo conquistato un'altro, siamo tornati indietro camminando 8 ore, vi ho visto sedervi stanchi per terra ma anche pronti per ripartire, brontolando ma senza mai demordere.
Poi sono arrivati gli amici e la vacanza si è addolcita, Marge e l'amica a camminare per mano chiacchierando, lui è stato bravo a sopportare. Ci è piaciuta così tanto quella vacanza in montagna che abbiamo deciso, il prossimo anno, di esagerare con la montagna.
Poi sono arrivati i giorni del mare, con un nuovo amico che vi ha stimolato a seguirlo in mare alto e così è finito il nostro ruolo di accompagnatori: avete adesso una sicurezza in acqua tale che non importa neanche più stare a guardarvi, per questo io sono riscita pure a leggere un libro sulla spiaggia. Poi Maghe è stata costretta da me a farsi coraggio e a fare amicizia con una bambina della sua età, e l'ho vista felice di avere finamlmente una femmina con cui condividere il tempo.
Siamo stati tutti molto tranquilli, il tempo, quando hai cose belle da fare, scorre sempre veloce, ma anche quelli passati insieme sono giorni che legano tanto, per questo quando ci siamo dovuti dividere, per mandarvi dalla nonna  io tornare a lavorare, vi ho visto sighiozzare forte che mi si spezzava il cuore, per questo ieri, quando mi sono trovata sola a Firenze, avevo una malinconia che mi si spaccava il cuore.
Noi siamo fatti per stare insieme.

venerdì 27 luglio 2018

Calciatore, bici, castelli, monti e mare

E' un'estate rocambolesca (va be', nei limiti di una tranquilla vita di famiglia). I gemelli sono dalla nonna e Emino la mattina va al campetto di calcio vicino a casa a fare un campo solare che di calcio forse ha poco, ma l'importante è che stia bene. Lì ha un amico che si chiama Gemels, che sicuramente sarà lo storpiamento di qualche altro nome, giocano molto ad altro e poco a calcio, a volte vuole rimanere oltre l'orario di chiusura, un giorno invece si è fatto accompagnare a casa prima perchè si annoiava, ma con oggi si conclude e tutto serve. Lei intanto ha imparto ad andare in bici, lui ha detto che non ci pensa nemmeno, visto che il compito della settimana era calcio. Noi genitori qui a Firenze abbiamo messo su un castello che poi si è smontato, e non dico altro per scaramanzia. Domani partiamo per la montagna, poi al mare, poi abbiamo ancora rivisto il piano ferie perchè abbiamo deciso di stare una settimana alternati al mare, i centri estivi di settembre forse saranno diversi da quelli previsti... insomma, inutile programmare, la vita spinge, la vita è una sorpresa.
Buona estate

venerdì 13 luglio 2018

Godiamocela

Abbiamo fatto una settimana al mare, vi ho visto felici e indipendenti ad esplorare la vita con gli amici, anche se ancora è nel piccolo, anche se per ora vuol dire bagno, ping pong, giro di scogli, giardinetti di Quercianella. Siamo tornati poi una settimana in città, voi di nuovo ai centri estivi in piscina, vi ho  di nuovo lasciati tristi di dover star lì tutte le mattina e arrabbiati perchè vi venivo a prendere il pomeriggio, perchè se la mattina non vi volevate staccare da me, dopo una giornata con gli amici non vi volevate staccare da loro.
Adesso ripartiamo per il mare, questa volta con gli zaini pieni dei libri dei compiti, perchè fino ad adesso è stata estate libera.
Certo è che crescete a vista d'occhio, adesso siete ancora più simpatici e più di compagnia di sempre.
Godiamocela.

venerdì 29 giugno 2018

Centri estivi con il mal di mare

Settimana di centri estivi. Stesso centro estivo dello scorso anno. Pensavo che ormai i gemelli non facessero una piega, invece hanno piagnucolato. Il primo giorno Emino perchè gli era toccato giocare con le femmine, visto che i maschi che giocano a calcio non lo facevano giocare.  A  metà settimana è toccato a lei  inventarsi un fragoroso mal di pancia, subitamente dimenticato davanti a 4 bignè al cioccolato. Trovo, in tutto questo, che chiudere le scuole per 3 mesi e non chiudere in contemporanea il lavoro dei genitori sia assolutamente contro natura. Quando li consolavo e cercavo di trovare il modo per lasciali tranquilli ai centri estivi per poter scappare al lavoro, mi sono chiesta che senso avesse dovermeli strappare dalle braccia per consegnarli ad una insegnante di nuoto sconosciuta. Certo, sono i primi approcci della vita, certo che anche stare sempre inseme non va bene, certo che prima o poi bisogna diventare indipendenti, certo è che non è questo il modo: scuole chiuse e genitori al lavoro, qual è il senso? E io che sono fortunata nel poter sare con loro quasi tutta l'estate.....

martedì 19 giugno 2018

Quando sarà il momento giusto

Al ritorno dall'Isola d'Elba vi abbiamo lasciati dalla nonna. Solo per pochi giorni. Ieri sera Emino telefona e ci chiede, con la sua voce da ragioniere, quando li andiamo a prendere. Chiede poi se possiamo andare prima. Perchè? Chiediamo noi. Mi passa allora una Marge piangente e singhiozzante che dice che vuole me. A me si attorciglia il cuore a sentirla così, ma anche mi si scalda il cuore a sapere che il suo fratellino vuole salvarla da quel pianto. Sono due ciliegie legate dallo stesso gambo. E poi certo che lui la capisce, lui che non può vedermi allontanare, lui che se mi allontano troppo, piuttosto smette di giocare ma mi segue, e se lo brontolo o lo rassicuro che sono vicino e torno subito, lui non demorde, si nasconde e mi spia e quando mi vede tornare gli brillano gli occhi come se non mi vedesse da una vita, anche se sono passati solo due minuti.
E come se vi capisco entrambi, anche io provavo lo stesso verso la mia mamma. Per questo vi lascio fare, per questo vi tengo con me, perchè ancora non è il tempo di divisioni, ma di stare insieme per sentirsi tranquilli. Solo facendo così ve ne andrete sicuri nel mondo. Quando sarà il momento giusto.

mercoledì 13 giugno 2018

Perchè la scuola è finita mentre il lavoro no?

Scuola finita. Lui continua a svegliarsi sempre presto, benchè la sera abbiamo iniziato a fare tardi. Lo saluto per andare al lavoro e lui mi chiede come mai la scuola sia finita mentre il lavoro no.
Ci sono domande alle quali non so rispondere oppure alle quali è meglio non rispondere.
Sicuramente però alla fine della scuola ci si abitua subito e bene. Per fortuna per un po' sono finite le corse, il muovetevi è tardi, il rincorrere tutto e tutti. Keep calm.

venerdì 8 giugno 2018

Prima elementare sullo skateboard

Oggi ultimo giorno di prima elementare. Ieri ho fatto loro un discorsetto, ringraziandoli per quanto sono stati bravi e volenterosi, sempre contenti di fare i compiti, vogliosi di fare bene. Per questo ho detto loro che si meritavano proprio un bel premio e che avevano ieri e oggi di tempo per sceglierlo. Due minuti dopo (al massimo) era già deciso che entrabi volevano uno skatebord. E skateboard sia! Oggi lo andremo a comprare, perchè è stato un anno bello e producente, che ha portato bei risultati (Emino mio la maestra lo ha chiamato in quarta per farlo leggere davanti ai bambini grandi, perchè lui legge meglio di loro!)
Non so se i primi giorni ci avrei scommesso, su questi risultati. Diciamo che avevo un piano in mente che ho applicato con perseveranza e volontà e cghe ha portato i risultati sperati. Forse solo un poì per  il mio rigore ma soprattutto per il terreno fertile che ho trovato nella voglia di imparare dei miei bambini.
I primi giorni di scuola  ero molto spaventata, un ritmo nuovo da imparare e da mettere in pratica, ci voleva molto più tempo di quanto avessi previsto nello stare a fare i compiti, il gruppo classe era nuovo e non avevo riferimenti. Abbiamo rinunciato a molte attività, a volte anche alla compagnia di qualcuno, ma l'importante, pensavo, era dar loro un metodo di elaborazione e rielaborazione e che capissero che, nella scala dei valori, al primo posto ci sono i compiti da fare. La voglia di far bene che hanno dimostrato non è merito mio, è una loro prerogativa, Marge è una bambina precisa e ben inquadrata che preferisce che tutto sia fatto in ordine, Emino invece è un volenteroso ostinato che se si prefigge un obiettivo ci arriva a tutti i costi.
Per questo dei 9 1/2 che trovo nel registro io di merito mi prendo solo il mezzo, solo perchè ho insegnato loro a non rassegnarsi nella difficoltà ma nell'andare avanti e provare.
Che la gioia di apprendere vi accompagni sempre e che dei nostri pomeriggi con i libri sul tavolo di cucina vi ricordiate la fucina di menti che stavamo producendo. Il resto non importa, non vorrei vedere bei voti che accompagnano bambini tristi, ma bambini allegri che hanno voglia di fare e per questo riescono a fare.


venerdì 1 giugno 2018

Uniti anche nelle punizioni

Lui le rompe un gioco perchè era arrabbiato con lei perchè era stata scelta dal babbo per accompagnarlo in scooter. Lui viene messo in punizione in cameretta, e non importa quanto pianga, lì deve stare perchè ha fatto veramente una cosa brutta. E' l'ora di cena e lei chiede  come lui farà a mangiare se deve stare in punizione in camera. Non cena, è la risposta degli adulti. Lei allora piange disperata perchè non vuol stare senza il suo fratellino, piuttosto non cena neanche lei ma non può vederlo da solo. Dice anche che non le importa se lui le ha rotto un gioco, vuole il suo fratellino. Patteggiamo che lui possa cenare con noi ma zitto muto come se non ci fosse. Lui mangia e piange in silenzio (e il silenzio per lui, grande chiacchierone, è il massimo della punizione). Lei non approfitta del fatto che potrebbe essere la protagonista assoluta della cena, ma parla solo per chiedere quanto e come sarà la punizione del fratello. Le viene risposto che dopo la cena lui non guarderà i cartoni ma starà in cameretta a leggere. Lei si dispera (e anche lui), ribadisce che la rottura del suo gioco non è importante ma che è importante il fratellino suo. Mangiano tristi entrambi e meditano. Lei finisce la cena dicendo che non guarderà la televisione neanche lei, ma che starà con lui in cameretta a leggere. Lui si alza e l'abbraccia, lei lo riabbraccia dicendo fratellino mio caro. Inutile, sono gemelli, uniti anche nelle punizioni.

martedì 29 maggio 2018

Resiliente senza rancore

Caro il mio ometto piccolo,
tu dalle gambe magre e dagli occhi che ridono, dalla chiacchiera continua  e dalla lettura indomita, cuore d'oro appasionato, che difendi i deboli, proteggi i piccoli e non puoi vedere tua sorella piangere. Sappi che ieri ti avrei strappato dal mondo e rimesso in pancia per proteggerti. Quando eravamo in Piazza d'Azeglio dopo la scuola, con Marge che giocava con la sua amica e te sei rimasto solo circodato da bambini piccoli, pensando di farti un favore ti ho mandato a giocare con dei tuoi coetanei sconosciuti che giocavano a calcio. Ceffi sudati per niente rassicuranti, ti hanno accolto solo dopo mia insistenza. Ti hanno messo, insieme ad un altro bambino, ritto in piedi, in disparte, a fare l'arbitro. Ti vedevo pazientare, tirare il pallone solo quando sbatteva sulle tue gambe. Poi ti ho visto gentile chiedere se per favore di facevano qualche passaggio, poi ancora aspettare seduto, poi ti ho visto infine venire via, arrivare da me con la bocca in giù che stava per piangere e dirmi che quei bambini erano proprio antipatici perchè non ti facevano mai giocare. Lì ti avrei rimesso in pancia al sicuro, ti avrei tanto voluto proteggere dal mondo in qualche modo,  ma non si può. Ti ho abbracciato stretto e cercato di consolare, non dando troppo peso alla tua delusione. Perchè tutte queste esperienze servono da lezione, nel bene e nel male, fortificano il carattere e aiutano a trovare delle soluzioni alternative, la famosa resilienza. Ti ho visto però finire la giornata in quei giardini salutando i nuovi amici antipatici per nome, perchè sei così, non porti rancore mai a nessuno e tutti i bambini sono tuoi amici, anche quelli antipatici. E chi non ti vuole amico non sa quel che si perde, perchè lo vorrei aver avuto io un amico come te, senza mai un'ombra di rancore nel cuore.

mercoledì 23 maggio 2018

Insegnanti e genitori

Per lavoro, ho contatti con dei professionisti che entrano nelle classi per realizzare alcuni progetti di vario genere. In una relazione leggo questo:
"Inoltre l'atteggiamento di molti genitori non favorisce, e questo non tanto per i casi limite di aggressione verbale o fisica così spesso riportati dai mass media, quanto per la strisciante e immotivata sfiducia nel confronti del corpo insegnante.Critiche incoerenti e spesso assurde rivolte ad un personale scolastico, in genere preparato, attento e scruposo, non aiutano il corretto rapporto scuola-famiglia e danneggiano fortemente i bambini. Si nota in loro una soglia di frustrazione bassissima, un forte atteggiamento di onnipotenza, una richiesta di attenzione costante come se il senso del limite imposto dal vivere in comunità si fosse molto attenuato."
Conosco chi me lo ha scritto e le rispondo: 
"Grazie O. per la relazione dettagliata.
Anche per le considerazioni finali, con le quali concordo professionalmente e personalmente. L'importante è continuare, con il nostro lavoro, a lavorare per migliorare sempre qualcosa. E questa voglia di fare, e fare bene, viene da una convinzione civica personale, che trasmetto ai miei bimbi, che stanno facendo la prima elementare e che gioiscono quando devono fare i compiti, sordi ai lamenti di tutti quelli che dicono che sono troppi, che le maestre non sono capaci, che il Dirigente scolastico dovrebbe fare in un altro modo, che l'orario di classe non va bene.... li vedo giocare felici ai giardini (dove sono una delle poche che insiste ad andare e ad invitare le altre mamme, cercando di staccare quei bimbi da calcio, hip hop, minbasket, coro di voci bianche e altri mille contenitori dove le mamme ridepositano i bimbi dopo la scuola), li vedo subire ingiustizie, li vedo sporcarsi e fare i birboni, li vedo organizzare il loro tempo in costruzione di capanne e giochi di ruolo e dico loro che la scuola è un bel regalo, con quella potenza che ti dà nel sapere e nell'imparare sempre.
Buona giornata"

lunedì 21 maggio 2018

Un we perfettamente riuscito

Ci sono stati molti fine settimana in cui mi sono trovata sola con i gemelli a dover pensare, preoccupata: e ora come faccio?
Adesso invece, se capita che il fine settimana siamo solo noi tre, senza il Gangster, mi sento forte come un leone, organizzo tutto come piace a me, pianifico incontri all'aria aperta e divesifico i giardini, metto su un calendario allegro e varegato e sono  felice di accompagnare i bimbi dai  vari amici.
Sabato e domenica passati è stato uno di questi fine settimana pienamenti riusciti. Sabato siamo andati ai giardini di Piazza D'Azeglio fissando con una bimba che era all'asilo con i gemelli, e della cui mamma sono amica (particolare non da poco, visto che è importante che si divertano loro ma anche io) e lì abbiamo pure incontrato altri due bimbi dell'asilo, con una gioia infinita di tutti. Ema sprizzava felicità, era sovreccitato da quegli incontri e da quegli amici, si respirava un clima di gioia totale che mi ha fatto stare benissimo.
Domenica mattina avevamo fissato al campo di MC, la mia ex collega che mi ha seguito con i bimbi in tutti questi anni, accogliendoci sempre quando le chiedo ospitalità in quel suo giardino bellissimo, fonte di scoperte per i bimbi. Ieri raccolta di baccelli, ciliegie prese direttamente dall'albero, papaveri da usare come timbri, e tiro al bersaglio con i sassi. I bambini impazzisconi lì.
Il pomeriggio, dopo due giorni di piena estate, avevamo fissato con la mia cara amica Vale e il suo Martino all'Orticoltura, doveva esserci un'altra nostra amica con la bimba, ma è iniziato a piovere e lei non è venuta, mentre noi due mamme pazze.... certo che siamo andate lo stesso ai giardini! I bimbi a cercare riparo dalla pioggia sotto il tetto dei vari giochi, noi a chiacchierare come se nulla fosse sotto una panchina riparata da un albero... ma la voglia di stare fuori e insieme era superiore ad ogni imprevisto atmosferico.
In tutto questo non va dimenticato che i bimbi hanno fatto pure un sacco di compiti, nei vari momenti liberi tra un'uscita e l'altra, senza mai lamentarsi.
Tanto che ieri ho fatto un discorsetto ad entrambi: li ho ringraziati per quanto bravi siano e per quanta compagnia che mi fanno accompagnandomi in tutto, anche se tutto gira intorno a loro per me è una gioia vererli sempre pronti ad uscire, incontrare e venire con me ovunque

lunedì 14 maggio 2018

Altra festa della mamma, altro Lago, io e te insieme

Forse per caso, ma a quanto pare abbiamo iniziato una tradizione: festa della mamma da trascorrere su di un Lago.
Anno scorso Lago di Garda, quest'anno Lago di Como.
Mappa del lago da studiare, pianificazione dei traghetti da stabilire, sali scendi, visite e soste, risate a cena per degli indovinelli impossibili inventati da Marge, sana stanchezza infinita la sera.
Poi ieri, dopo un sabato passato su e giù per il Lago di Como, abbiamo dirottato su Leolandia.
Mai vista Marge così felice quando si sono aperti i cancelli d'ingresso. Lei che è sempre contenuta, lei che si arrangia da sola e mai chiede, lei che alla fine viene sempre oscurata dalla dirompenza del fratello, aveva gli occhi felici di emozione. E devo dire che mai giorno è stato più bello soprattutto perchè mi cercava ad ogni gioco, voleva che su ogni giostra stessi accanto a lei e la facessi con lei. Io e lei sempre insieme come raramente riusciamo a fare. Questo sì che è stato il regalo più bello della festa della mamma di ieri. Io e te sempre vicine, fiorellino mio felice!
L'altra metà dei gemelli, ovvero lui, ieri era stanco e a mala pena parlava. Anche lui emozionatissimo quando si sono aperti i cancelli di Leolandia che lo dovevo trascinare dentro per entrare, piantato com'era per l'emozione, ha passato il giorno con il suo babbo, tutto silenzioso come mai sta, tanto che, durante il viaggio di ritorno, gli abbiamo chiesto come mai fosse stato un giorno intero senza parlare.... lui un po' ci ha pensato, ha farfugliato che lui aveva parlato, ma poi ha chiuso gli occhi e si è addormentato stecchito. Gli uomini sono così fin da piccoli: non reggono!

giovedì 10 maggio 2018

Fai buona palestra

Non è da tutti uscire di casa, dopo la frenesia della sveglia, colazione, lavarsi, prendete lo zaino e oggi vi accompagna babbo, io vado, ciao ciao e sentirsi dire, perchè anche se leggeva sul divano ha sentito lo stesso la conversazione di noi genitori, allora mamma fai buona palestra.
Il mio piccolo, grande ingegnere esploratore.

giovedì 3 maggio 2018

Angioletto mio indipendente

Sei un angioletto, di forma e di carattere. Hai riccioli morbidi che ti incoronano il viso, lineamenti delicati e minuti. Sei leggera come una farfalla e fresca come un fiorellino di campo e nome non ti poteva stare meglio di quello che hai. Sei brava, diligente e accomodante e tutti ti cercano perchè, come amica, per te va sempre tutto bene, che siano giochi da maschi o da femmine, da grandi o da piccoli. Con me sei indipendente e ti piace fare da sola, per esempio uscire di nascosto dalla doccia tutta bagnata e non aspettare che io ti dia l'accappatoio, ma ti piace asciugarti con l'asciugamano, prima che io arrivi. Ieri sera avevi la febbre alta e non ti sei lamentata e quando me ne sono accorta ho visto i tuoi occhioni lucidi e ti ho chiesto come stavi. Come sempre hai detto bene mamma, perchè per te va sempre tutto bene. Perchè di te io serberò sempre nel cuore quella tua risposta ricorrente che dai ad ogni mia richiesta che è: va bene mamma. Frase che mi concilia con il mondo e con il tuo cuore. Per questo quando ieri sera ti ho messo a letto febbricitante e ti ho detto Marghe, se domani sei malata rimani a casa con la zia Anna, tu mi hai rispoto no, nè con zia Anna nè con zia Grazia, io voglio rimanere a casa con te, mamma e certo che sì, fiorellino mio, che altro potevo risponderti che sì certo, e ne sono onorata di prendermi un giorno per rimanere tutta sola con te. Ma  stamani invece eri guarita, fresca e felice di poter andare a scuola. Perchè te sei così, risolvi tutto da sola e non vuoi dare noia a nessuno. La mia bella bambina indipendente, che la buena sorte ti accompagni sempre.

mercoledì 2 maggio 2018

Giochi da tavolo

Avete scoperto i giochi da tavolo: siamo partiti dal gioco dell'oca, passati da mangiaippo, e arrivati, per ora, al gioco della dama. Non avete malizie e capacità di essere cattivi, per cui non avete strategie anzi, scendete a compromessi con le regole pur di vincere anche se, se vince lei va tutto bene, mentre se perde apriti cielo. Per fortuna c'è lui che è un grande incassatore e anche un gran generoso, che pur di non vederla piangere o infelice, accetta che la sorellina infranga le regole più ferree.
Come sempre stringete patti e alleanze fra di voi e, in questa fase della vostra vita, anche un libro delle fiabe diventa un torneo da affrontare. Ieri che pioveva avete affrontato un piovoso viaggio dal mare ai monti leggendovi a turno un libro di favole, in quel tacito patto che le 500 pagine andavano lette tutte, a costo di sacrificare pure un bel pisolino.
In questi giorni di vacanza io e il Gangster vi abbiamo guardati felici affrontare la piscina delle terme, le onde del mare freddo di aprile, i palleggi immancabili con il pallone, i mille compiti di scuola che fate con piacere, l'adattamento a tutto come grande scoperta. E che il Cielo vi lasci sempre così, felici di tutto, anche in quella vostra cantilena che adesso avete nel chiedere, per ogni cosa, quanto ci mettiano?

venerdì 27 aprile 2018

Tutta la famiglia ad allenarlo

La mission adesso è "sgrinzare" Emino sul il gioco del calcio.
Tutta la famiglia è coalizzata nell'allenamento duro. Comprato un pallone serio (basta Pigiamask o Elsa) a turno ci mettiamo davanti a lui a fare i tiri, i passaggi, i rigori, le parate. Il piccolo non molla, continua a non capirci niente ma si presta a questo allenamento intensivo. La sera si accascia, sudato e polveroso,  dove trova. Anche un po' incredulo che il calcio sia proprio questo, uno spoco lavoro di passaggi su passaggi.

venerdì 20 aprile 2018

La tua voce nel mondo

Colloqui con le maestre. Eravamo già preparati, tanto come sono i miei bimbi lo vedo. Lui, come sempre, ruba la scena e fioccano aneddoti nei suoi riguardi. Ci hanno confermato che Emino è sempre birbone ma che è molto migliorato, è più competente e più inquadrato, è sempre un bel personaggino ma tutte le maestre concordano sul fatto che ci sorprenderà per la sua passione per lo studio. Abbiamo parlato anche del fatto che comunque è il più piccolo anche se lui non si scoraggia davanti a niente anzi, ha trovato nella lettura e nell'eccellere nello studio uno strumento per essere più grande degli altri.
Poi si parla di Marge, che è sempre brava che è competente, ma anche per lei tutte le maestre sono concordi nel dire che non parla, non si espone, non alza la mano. Eppure è preparata, ma è così timida e riservata che  perde delle occasione per valorizzarsi oppure anche solo la possibilità di mettersi in gioco, per il rischio di sbagliare.
Per questo trovo che adesso la mission sia aiutarla a trovare la sua voce, ovvero il suo posto nel mondo. Perchè anche se sei brava e compentente, ma non lo fai sapere, è quasi tutto vano. Ma non perchè il fine di tutto sia che gli altri lo sappiano, il fine è che la propria voce è importante e farla sentire forte e chiara è ancora più importante.
Così ieri sera a cena abbiamo fatto le prove di racconto. Ha dovuto raccontare la sua giornata con voce chiara (e non quel filino di voce da bambina che in genere usa) elencando tutti i particolare.  E l'ho sforzata nel provare ad alzare la mano ben decisa e a tirare fuori la voce per dire la risposta.
Grande fiorellino mio, faccio tutto questo per te, perchè anche io da piccola ero brava ma zitta e mi sono persa un sacco di occasioni, che magari avessi avuto qualcuno che mi faceva capire quanto importante fosse la mia voce.

lunedì 16 aprile 2018

La palla è tonda e lui non l'azzecca mai

Festa di compleanno all'aperto, non importa quale fosse il tema e la location... perchè appena appare un pallone, il gruppo dei maschi sparisce e non c'è più storia. Giocano intinterrottamente fino a quando noi, solo a guardarli, non ne potevamo più. A forza abbiamo dovuto prendere il pallone e farli smettere. E questo non sarebbe niente di nuovo e niente da raccontare, solo che, l'Emino mio, che ho scoperto i compagni di classe chiamano Laluelino, non sa proprio giocare. Anzi, non è che non sa giocare nel senso che non conosce tattiche e calciate, non azzecca proprio il pallone! Per questo finisce quasi sempre in porta (dove si annoia, si siede e dove, per questo gli fanno gol) oppure viene chiamato in squadra solo dall'amico del cuore come forte prova di amicizia anche se, l'amico del cuore, poi si lamenta con Emino perchè proprio sbaglia tutto. Io l'ho osservato, il mio bimbo cuor di leone. Non si scoraggia, è evidente (secondo me anche a se stesso) che proprio non ci azzecca niente, che tutti gli amici, scuola di calcio o meno, sono più bravi di lui, ma lui continua a stare in campo. Per fortuna che fra i genitori c'era un babbo che se l'è preso a cuore, gli buttava il pallone al momento giusto (che Ema non prenderva regolarmente) oppure, pur di fargli fare un passaggio, se lo prendeva in braccio e lo trascinava a fare gol, giusto per farlo esultare qualche volta. Alla fine della lunga partita ho ringraziato questo babbo e lui mi ha detto che  Emino è così imbranato perchè è più piccolo degli altri. Quando gli ho risposto che era della stessa età di tutti, mi ha detto allora, scoraggiato: "Mandalo a scuola di calcio, non ne azzecca una!" Per questo da oggi la nuova missione è: una scuola di calcio per calciatori negati.

martedì 10 aprile 2018

Un bacio e via

E' dall'inizio dell'anno scolastico che Emino mio mi racconta che un bambino, in classe, lo prende in giro dicendogli che  è piccolo e che dovrebbe fare l'asilo. Quando la cosa è divenuta costante e importante, ne ho parlato con le maestre, che mi hanno detto che non si erano accorte di niente, che Emino è un tipo tosto e che difficilmente si fa mettere i piedi in capo ma che comunque avrebbero monitorato. Poi, con il passare del tempo, sembrava che i rapporti fra i due bambini fossero migliorati, fra alti e bassi. 
Fino a venerdì quando, all'uscita di scuola, Emino mio mi ha detto: "mamma mi cambi scuola? qua non voglio più venire". E mi ha raccontato che per tutto il pomeriggio quel bambino, alleandosi anche con altri compagni, hanno preso in giro Emino mio, gli hanno rotto la matita della Fiorentina, buttato lo zaino sull'armadio, e ripetutamente apostrofato in coro con un Ema buuuuu. Allora, non avendolo mai visto così, il mio piccolo leonicino dal cuore d'oro, ho telefonato alla mamma di questo bambino e le ho raccontato tutto, per la prima volta dall'inizio dell'anno scolastico, cosa che non avevo fatto prima perchè pensavo che fossero cose che andavano risolte in classe, in primis fra bambini e poi, magari, con la supervisione delle insegnanti che vedono quello che succede in classe.
La mamma era molto dispiaciuta, mi ha raccontato i motivi per cui il suo bambino si comporta così e abbiamo deciso di affrontare il problema facendo incontrare i bimbi da soli dopo la scuola a casa del bimbo.
Alla notizia che si sarebbero visti, erano entrambi imbarazzati. Emino perchè mi diceva che l'altro bimbo non lo avrebbe voltuo  a casa sua perchè non era suo amico, l'altro bimbo perchè colto in flagrante sulla marachella fatta. Quindi li ho accompagnati a casa del bimbo, progettando un discorsetto e un azione di pacificazione invece, come si vedono, si appartano in cameretta e via a giocare tutto il pomeriggio come dei vecchi amici senza alcuna ruggine. Io e l'altra mamma ci siamo guardate perplesse e sollevate, neanche troppo soprese che per i bimbi fosse tutto molto più semplice. Poi, quando ci siamo salutati (ovviamente i due poi non volevano dividersi) ho chiesto come fosse andata e Emino mi ha raccontato che il bambino, quando erano soli in camera, gli ha pure dato spontaneamente un bacino.
Pace fatta.

giovedì 5 aprile 2018

Calciatore per entusiasmo

Che non ci capivi niente a calcio l'abbiamo capito subito. Corri come Pinocchio e raramente, davanti ad un pallone, riesci a calciarlo. Ma ti piacciono gli amici e stare in gruppo. Per questo, nonostante tutto, come fai sempre te, predomina l'entusiasmo rispetto alla prestazione e adesso non pensi che al calcio. Sei diventato fifoso della Fiorentina benchè in casa non si parli di calcio e benchè il tuo babbo tifi tutt'altra squadra. Ti appassioni all'album delle figurine dei calciatori benchè tu non sappia distinguere un portiere da un allenatore, ma non importa, gli amici giocano e calcio, tifano Fiorentina e fanno la raccolta di figurine, per questo anche te sei coninvolto a tutto tondo.
Vai in giro raccontando a tutti che farai i centri estivi di calcio, prometti alle zie che invierai loro le foto di quei centri estivi, chiedi ripetutamente allo zio di Piombino se è disponibile ad accomagnarlo al campo di calcio in estate e anche la sorella, stanca di quella litania, mi ha detto che ormai lo ha raccontato a tutti gli amici che farà i centri estivi di calcio.
Poi succede che, in questi giorni di vacanze pasquali, avvistato un pallone abbandonato nel giardino della casa al mare, iniziamo un torneo familiare di calcio. Squadre, gol, torneo incorciato fra maschie e femmine, tutti contro babbo, fratello contro sorella. E si vede subito che, inutile negare l'evidenza, la Marge è notevolmente più brava di te. Il mio piccolo campione appassionato che va avanti malgrado tutto e malgrado tutti.

giovedì 29 marzo 2018

Un sogno chiamato Frecce tricolori


Ieri siamo andata a vedere le Frecce tricolori che passavano sopra il Piazzale Michelangelo. Ho preso i bimbi prima a scuola, ho affrontato le stradine strette laterali, unico accesso possibile ad un Piazzale Michelangelo chiuso dalla mattina e, con quelle due manine calde e fiduciose nelle mie mani, me li sono tirata dietro saltellando. Le frecce tricolori che ci arrivavano dirette sulla testa, con quella scia color bandiera, con quel rombo forte e allegro, con quella precisione impossibile, mi ha fatto pensare alla mia Marge che dice sempre che da grande farà la pilota d'aerei. Lei così distratta, lei che inciampa senza motivo, lei che si sporca e non sai come ha fatto... ha un sogno di precisione e di concretezza da realizzare. Per questo, quando ho letto questa frase:
 "Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile" San Francesco
 ho pensato che da qualche parte bisogna iniziare, per permettere ad un sogno di avverarsi. Io ho iniziato nel portarla a vederle, lei contenta a casa ha fatto subito un disegno perfetto dello schieramento aereo e così diamo tempo al tempo.

lunedì 26 marzo 2018

Lui Lego, lei legge io leggo

Non voglio dare l'impressione di essere una famiglia da romanzo rosa. Non tutto è perfetto anzi, a volte è anche tutto molto faticoso. Sono faticosi i weekend in cui il Gangster non c'è e io mi trovo sola con i bambi, da mattina a sera, ad inventarmi cosa fare e a gestire due tempeste di bambini.
Però ci sono momenti che ripagano delle urla e della pazienza che vacilla. Tipo quando, tutti in salotto, con Ema che è seduto al tavolo a fare le sue infinite variazioni con il Lego, e io e Marge siamo sedute vicine vicine sul divano a leggere ognuno il suo libro. Lei che cerca di leggere a bassa voce, io che cerco di non essere distratta dalla sua vocina, lei che mi chiede come faccia a leggere senza far sentire la voce, lui che, mentre fa il Lego ascolta quello che legge la sorella e si alza per vedere la figura della pagina del libro che sta leggendo. In quei momenti c'è un Angelo con noi, o forse solo la mia mamma.

mercoledì 21 marzo 2018

Viaggio di primavera

"Viaggiare non vuol dire soltanto attraversare il cuore segreto dei continenti. Viaggiare è anche l'uscita dall'infanzia, l'inizio di un'amicizia, la rottura di un legame che credevamo non potesse finire mai. Perché è quando si va altrove che le cose importanti cominciano ad accadere, quando la vita ci mette alla prova e ci svela una parte di noi che prima non conoscevamo."
Oggi inizia la primavera. Oggi andavate in gita al Giardino di Boboli, emozionati come doveste affrontare un lungo viaggio.
Bambini miei, vi ringrazio per farmi sentire sempre una regina, la vostra stella polare, il fiore più bello di un giardino di primavera. Io prometto che sarò per voi l'ombelico, ma che lascerò le vostre gambe andare, anche lontano, e i vostri cuori emozionarsi, la vostra fantasia volare, per permettervi di essere felici e essere voi stessi.
Buona primavera e buon viaggio.


martedì 20 marzo 2018

Me la sento tutta

Ci sono giorni in cui mi sento più fragile, come se non riuscissi a tenere tutto sotto controllo.
Ci sono giorni in cui non ruggisco come un leone, non affronto tutto sicura di vincere comunque, anche se perdo e non riesco a volgere al meglio gli eventi.
C'è stato l'ultimo fine settimana in cui tutti voi eravate dalla nonna, e io sono rimasta sola in una casa circondata dalla pioggia battente. E ho sentito il mio cuore battere lento, forse anche un po' impaurito da tutto quel silenzio.
Ho ricordato i momenti bui della mia vita, quelli tristi in cui quel silenzio regnanva. Ed è stato brutto, potrei dire utile, per apprezzare quello che ho, ma brutto perchè il silenzio nel cuore è brutto comunque, anche se è solo un ricordo.
E siete tornati poi voi nella notte, tutti e tre, i miei tre moschettieri, ed è tornata la luce e la vita.
Anche se la paura un po' è rimasta e il timore di non farcela continua ad esserci, perchè sono umana anche se sono la vostra mamma. Perchè essere mamma e moglie è una gran responsabilità, che io mi sento tutta.

giovedì 15 marzo 2018

Settimana bianca, la seconda

Fatta la seconda settimana bianca della nostra vita. Come anno scorso, stessa settimana, stesso residence, stesso tutto. Solo che quest'anno la scuola di sci era più impegnativa: lunghi tragitti da risalire con lo skilift, valli nuove da raggiungere con il pullmino, orari più lunghi con rientro pomeridiano. Praticamente una festa. Loro che si ricordavano bene come sciare, entusiasti dell'esperienza, freschi e rossi per stare sempre all'aria aperta, accaldati, nonostante il freddo, dall'attività continua, felici di condividere con gli amici, felici di dimostrare al loro babbo quanto sapessero sciare, vogliosi di sciare sempre. Ma sono stata contenta anche del fatto che abbiano fatto amicizia con bimbi nuovi, scoperto lo slittino e le pallate di neve e tutta quest'aria ossigenata che ci stordiva. Abbiamo condiviso passeggiate mano nella mano per lungo il paese, le chiacchiere per tornare a casa, la cioccolata calda obbligatoria di prendere tutti i pomeriggi prima del nostro rientro, i giochi in casa, la vostra indipendenza nel muovervi in un posto che ormai avete già fatto vostro, il vedervi sempre pronti a tutto, anche a quella gara finale che creava un po' di ansia, ma che è stata superata a pieni voti. Io ringrazio voi per il tanto che mi date, la voglia di fare, l'energia e la curiosità che ci contagia a vicenda. E abbiamo già prenotato per il prossimo anno!

lunedì 26 febbraio 2018

Me lo avessero detto

Questa mattina vi accompagnavo a scuola e, siccome il fine settimana non ci siamo visti perchè eravate dalla nonna, durante il tragitto in auto mi parlavate di quello che avevate fatto, che vi hanno insegnato a giocare a carte, che alla tv avete visto che sta per uscire un nuovo film al cinema, che nevicava. Sentivo quel vostro cinguettare, vedevo i fiocchi di neve che cadevano e pensavo: se me lo avessero detto non ci avrei creduto. Perchè se 9 anni fa, il 26 febbraio, giorno del matrimonio con il vostro babbone, mi avessero detto guarda, adesso sei qua a San Pedro, ti stai per sposare con l'amore grande della tua vita, è tutto perfetto, c'è il sole, il mare Mar dei Caraibi, gli ibiscus e i frangipane, la torta con il cappello e la palapa, è tantissimo ma avrai di più.... Il di più che sono  due uccellini che ti cinguettano alle 7.30 di mattina, nel freddo siberiano, nel traffico, due esserini che vivono di te e per te e con te, più il loro babbo che ci accudisce tutti e ci tiene sott'occhio tutti, che è un marito presente anche se non sembra, che ti lascia libera di essere quello che vuoi, anche la mamma che vuoi e la moglie che ti senti. Avrei detto impossibile avere tanto, invece eccoci qua, a fare famiglia e ad essere una famiglia.

martedì 13 febbraio 2018

Carnevale, ogni vestito vale, basta essere felici

Ultimo di carnevale oggi, e oggi i bambini potevano andare a scuola vestiti in maschera.
Ieri sera abbiamo scelto i vestiti: Rapunzel lei, Capitan Fulmine lui. Ma questa mattina sentivo strani movimenti in cameretta, prima che fosse l'ora di alzarci. Era Marghe che cercava il suo vecchio vestito di Cenerentola, perchè nella notte aveva deciso di cambiare e mettersi quello. Bene, via, come non detto, cambio veloce: da tutta viola a tutta celeste. Però le spalle con il tulle di quel vestito non la convincevano e aveva il visino triste per quello. Quindi via tutto e siamo passati al vestito rosso fuoco di Vastì. In tutto questo frenetico cambio (avvenuto nella mezz'ora di tempo che abbiamo la mattina per vestirci e uscire di casa) lui ha notato questi vari movimenti (e soprattutto le attenzioni che davo a lei) e ha deciso che anche lui voleva cambiare il vestito. Improvvisamente aveva scelto di indossare la tuta da pilota di Saetta Mcqueen. Ho lasciato la casa che sembrava frutto di una bomba di vestiti espolosi, ma come non farlo? Come non mandarli alla festa di Carnevale felici? Già la settimana scorsa, alla prima festa di Carnevale di quest'anno, Marghe si è messa un divertentissimo vestito di Dory, felice di essere buffa. Peccato che, arrivati alla festa, tutte le bimbe fossero vestite da principesse e, anche se Marghe ha incassato il colpo con elenganza, divertendosi lo stesso e meritandosi il premio di maschera più divertente, poi la sera a casa, al momento di guardare la tv prima di dormire, è andata nella sua cesta dei travestimenti e si è indossata il vestito di Cenerentola sopra il pigiama, come a dire anche io ho il vestito da principessa. Mentre lui, a quella festa, aveva inizialmente scelto il vestito da clown, che lo faceva bello e colorato, ma poi ha optatoper  quello da pirata perchè così poteva avere la spada del corsaro.
Ma perchè non farli felici assecondandoli?

lunedì 5 febbraio 2018

Nel dormire e nell'abbracciarci

Piccolo fiorellino bianco mio, che mi stai crescendo a vista d'occhio, anche se io me ne accorgo solo dai pantaloni che non ti entrano più, che ti strizzano ovunque, quando prima ti stavano grandi.
Sei bella e indipendente, solo che la sera hai bisogno di me per addormentarti, al momento di andare a letto mi chiedi speranzosa di dormire un po' con te, perchè il sonno, quando sei sola, non ti viene subito. Io un po' brontolo e molto spesso accetto, mi sdraio con te e ti abbraccio, calduccia e soffice come sei, con i tuoi capelli voluminosi che mi pizzicano il volto, con quell'abbraccio che cerchiamo che mi fa sentire il tuo cuore che batte, con quel tuo fiato caldo che mi fa capire quando ti addormenti. Stiamo abbracciate a dirci quanto ci adoriamo, spesso stiamo in silenzio perchè quello che conta è stare così vicine, sei delicata e leggera, sei una farfallina che la sera riposa.
Mentre tu, guerriero della parola, che vive in un corpo senza riposo, perennemente in cerca di fare e di risposte a quel che vede, quando ti addormenti non hai bisogno di me, perchè come ti stendi precipiti immediatemente in un sonno fragoroso, che ti vede sudare e russare come se tu avessi combattuto tutto il giorno. Però la mattina ti svegli prestissimo, e come ti svegli sei subito in azione, sali le scale per venire in camera da me e ti tuffi nel mio letto. Inizi a parlare subito, anche se è ancora notte, come se dovessi risolvere sempre qualche quesito cosmico, e finchè non hai la risposta non smetti. Poi un poco ti plachi, cerchi il mio abbraccio strizzandomi forte, mi baci con passione, felice per essere accolto e ascoltato, mi stai appiccicato come se tu fossi il mio innamorato.
Da dove venite non lo so, anime che mi avete aspettato vite per essere i miei bimbi e perchè io fossi la vostra mamma. Sicuramente ancora avete un po' di coscienza delle vostre vite precedenti, che erano unite alla mia, sicuramente il bene che ci vogliamo viene da lontano, da dei conti che dobbiamo pareggiare, da quegli abbracci che indicano che siamo legati fra di noi da tempi lontani, da quando il cosmo è nato, da quando la vita è stata scoperta. Siete stati mia madre o mio marito, siete stati un grande amore che doveva continuare a vivere, sono stata per voi un nodo importante della vita, tanto che ancora abbiamo abbracci da darci e amore da dichiarare. Grazie ancora per avermi scelto.

lunedì 29 gennaio 2018

Dalla nuvoletta ma anche in casa

Saresti stata fiera di me, ne sono sicura.
Anche se sono sicura che sei fiera di me, anche se, dalla nuvoletta dove sei, non puoi dirmelo.
Ma io ti vedo passare davanti agli specchi e nasconderti dietro alle porte aperte, sento che ogni tanto affacci il tuo spirito dentro casa mia, come a controllare. Sento che mi senti quando ti parlo nella notte e ti chiedo di aiutarmi.
Cara mamma, ieri era il tuo compleanno e mi hai donato una bella giornata di sole, da passare al mare con la mia bella famiglia, con quei due bimbi che sono lo specchio di come li avresti voluti vedere: semplici, liberi e felici.
Ogni tanto loro mi chiedono se mi manchi la mia mamma, ogni tanto Emanuele ti disegna per alleviare il mio dolore, ogni tanto Margherita si ricorda di te e dei tuoi capelli bianchi.
Mi sarebbe tanto piaciuto che tu mi dicessi che sono brava. Non hai fatto in tempo a dirmelo. E forse è proprio questo che mi spinge sempre a fare e a fare bene, per dimostrarti quanto mi hai insegnanto capendomi, sempre e comunque, sia quando era facile che quando era difficile farlo.
Con Margherita usiamo il nostro stesso linguaggio, ci parliamo con gli occhi e non importa parlarci per capirci. Con Emanuele, per sua natura, parlare è importante, per questo gli dico sempre sapessi quanto ti capisco.
Proprio come hai sempre fatto tu con me, e quelle parole mi hanno sempre tanto rassicurato, perchè avere qualcuno al mondo che ti capisce sempre, è un bellissimo regalo.
Grazie mammetta mia, di tutto.

lunedì 22 gennaio 2018

Tempo libero per gioco libero

Sabato mattina abbiamo riconsegnato il violino e il violoncello. Anche se le insegnanti parlavano di grandi progressi, anche se i bambini dicevano che piaceva loro andare a lezione deli loro strumenti.
La mamma ha sempre ragione, e la mamma ha deciso che non si può perdere tempo facendo qualcosa che distoglie da quello che si deve fare a 6 anni: giocare liberamente.
Eravamo già scesi al compromesso che andavamo a lezione di strumento senza provare a casa mai (cosa che non ha senso), adesso siamo arrivati alla risoluzione finale: fine del percorso.
Avevo anche ipotizzato la sostituzione dello studio dello strumento con l'introduzione di un inserimento nel coro della scuola di musica. Sabato siamo andati a provare anche coro e Emino si addormentava sulla sedia, non perchè la lezione fosse noiosa, ma perchè non ne poteva più dalla stanchezza e dal vai, fai, corri, su veloce, adesso attento... Per di più, la stessa mattina, nell'ora che hanno di lezione collettiva di musica, quella dove imparano le note e i tempi, un bambino si era messo a piangere perchè non riconosceva una nota. La maestra allora ha detto che se i bimbi piangono per quello, lei smette di insegnare. Perchè per i bambini deve essere una gioia andare a lezione e non una pressione sul riuscire o meno. Quelle parole sono state l'ennesimo segno, quelle parole mi hanno confermato che quella lezione di musica è un'opportunità che i bimbi hanno, non un impegno nè una pressione ulteriore. Per questo adesso ci godremo i giochi liberi nei momenti liberi che avremo. E tutti saremo più felici, anche senza sapere bene tutte le note sopra e sotto il pentagramma, che sia di chiave di violino o chiave di basso.

venerdì 19 gennaio 2018

Cose che succedono in famiglia

Cose che succedono in famiglia in questi giorni:
Sabato mattina, tranquilla colazione con latte e biscotti. Ema mentre mangia i biscotti mi chiede se quelli siano senza olio di palma. Poi prosegue chiedendo se fossero prodotti con una nuova ricetta. Io rimango perplessa, mi chiedo che figlio gourmet che mi sia capitato, che ha un gusto così fine da sentire l'esclusione dell'olio di palma... chiedo spiegazioni e lui mi dice che l'ha letto sulla busta. Ah ecco, già... adesso sa leggere, e io ancora questa attitudine non l'ho memorizzata.
Giovedì notte, alle 4 sento dei passi di bambino che vanno dalla camera alla cucina, sento soffiare il naso e tornare a letto. Poi silenzio. Sicuramente è Marghe e mi stupisce (ma nemmeno troppo, perchè da lei i moti di indipendenza me li aspetto) che si sia alzata da sola,  risolto il suo problema raffreddore andando in cucina e prendendo uno scottex e poi, zitta, sia ritornata a letto come se nulla fosse, nel pieno della notte, senza chiamarmi mai.
La mattina dopo lui, il pauroso del buio che mai si sposta di camera se non è ben accompagnato e finchè non vai a prenderlo chiama a più non posso, sento che scende le scale del suo letto a castello, affronta da solo il salotto buio con una super corsa, sale le scale di camera nostra e zap, si infila nel mio letto senza mai chiamare. Perchè a volte le cose cambiano e i bimbi diventano indipendenti in un giorno.
Ieri sera, zuppa dell'orto nel piatto. I due guardano il piatto con aria perplessa e si guardano a vicenda chiedendosi conforto nella condivisione che quel cibo proprio non piacesse a nessuno dei due. Io capto lo sguardo complice e prevengo, dichiaro che tutto quello che c'è nel piatto va finito. Lei iniza a mangiare con una lentezza disarmante, lui mangia più per fame che per piacere e riesce a finire la scodella. Lei è ancora al secondo cucchiaio e si vede che non ce la fa proprio a mandare giù quello che c'è nel piatto. Allora lei lo guarda, lui capisce cosa le sta chiedendo con solo quello sguardo e si batte una mano sulla fronte, come a dire noooooo, ma invece che dire no dice che quella zuppa è buonissima e ne vorrebbe ancora, indicando il piatto colmo della sorella. Io sto al gioco, anche se faccio finta di non aver capito, e travaso la zuppa di lei nel piatto di lui. Che inizia a mangiarla, solo per liberare la sorella dall'obbligo di mangiare una cosa che non le va, che per fame. Dopo due cucchiai lui dice che è buonissima, ma che due piatti di sera proprio non ce la fa a mangiarli. E io lo premio per la generosità con cui lui si è immolato per salvare la sorella.

giovedì 11 gennaio 2018

Ostinato, nel bene e nel male

Il mercoledì vado sempre un po' prima a prendere i bimbi a scuola, perchè dobbiamo correre in piscina e anche 5/10 minuti di anticipo mi servono. Per questo ho un contatto diverso con le maestre, non li consegnano e via ma ho la possibilità di parlarci un attimo. Ormai però capisco, dalla faccia della maestra, come è andata la giornata... ieri era palesemente un giorno no, ho visto la maestra che accigliata e che mi ha subito dato volentieri Emino come a liberarsene, dicendomi che aveva avuto una giornata impossibile, che non aveva voluto assolutamente lavorare. Per fortuna passava di lì l'altra maestra, quella di italiano, alla quale ha chiesto conferma su come si fosse comportato Ema con lei. L'altra maestra (che a me piace tanto) ha risposto che lei la temono e che con il bimbo non aveva avuto problemi. Anzi, ha detto che di  Emino non c'è da lamentarsi perchè legge benissimo, e anche Marghe è brava e che sono intelligenti in maniera diversa. Mi si è aperto il cuore che prima mi si era strizzato. So bene tutto, so bene che quando per Ema è il giorno no è no totale, non si entra dentro, non si viene a patti, non si ragiona con lui, bisogna solo aspettare che passi. So bene però anche che se è interessato e valorizzato, se vuole ottenere una cosa, se è incuriosito e decide che quello deve fare, non ci sono ostacoli per  lui. Per questo la mattina di ieri era già partita strana, con segnale che fosse giorno no dalla sveglia alle 5,30 di mattina, con lui che non aveva più sonno perchè doveva chiedermi se la nonna Carla fosse la mamma del nonno o la moglie, mi doveva anche dire che adesso che sapeva disegnare il collo avrebbe fatto un altro ritratto della nonna, e che siccome la nonna aveva i capelli bianchi, li avrebbe solo disegnati ma non colorati.
Ugualmente, anche se in materie diverse, l'aver imparato a leggere da solo rispecchia questa sua ostinazione progettuale. Quando lui ha capito il meccanismo del leggere, non l'ha fermato nessuno, neanche la maestra che insegnava loro una lettera per volta, neanche il fatto che, appunto, non fosse padrone di tutto l'alfabeto intero. Lui si è messo a studiare il libro deducendo dalla figura quale fosse il suono della lettera iniziale e lì  ha imparato tutte le consonanti e vocali  e le ha utilizzate per leggere perchè lui vuole e deve sapere cosa c'è scritto ovunque. Confessa pure il suo unico ostacolo, la d di dodo, perchè dodo proprio lui non lo conosceva come un animale, ma quando io gliel''ho insegnato bang, l'alfabeto era completo.
Questa sua ostinazione, questa sua forza di volontà è un limite nella disciplina e nel rispetto delle regole, perchè se lui ha in mente altro non farà mai quello che invece gli dice di fare la maestra. Invece è un pregio quando, malgrado tutto, lui vuole e riesce a capire e a fare una cosa.
Ema, ci farai dannare lo so, perchè già lo fai, ma come dice la maestra Gilda di italiano, ci darai anche tante soddisfazioni.

lunedì 8 gennaio 2018

Riprende la scuola, mi mancherete

Oggi è ripresa la scuola dopo le vacanze natalizie.
Come sempre il primo giorno di vacanza mi preoccupo perchè sono lunghissime e perchè chissà che faremo, come sempre, come succede oggi, mi dispiace che siano finite perchè mi sono goduta voi e abbiamo condiviso tanto bel tempo insieme.
Gli ultimi giorni li abbiamo nuovamente passati a Quercianella, a festeggiare la Befana al bar del paese a giocare a biliardino, attività che avete imparato ad amare ai centri invernali. Marghe, per bilanciarsi con Emino che aveva visto Babbo Natale uscire di corsa da casa nostra, ha dichiarato di aver visto la Befana che entrava in casa e lasciava la calza. Ha detto che non aveva le scarpe rotte, ma se l'era comprate nuove.
La benedizione è che state bene ovunque state, anche questa mattina eravate felici di tornare a scuola, come siete stati felici di fare i centri invernali. Mi mancherete piccoli amici miei, splendidi compagni di avventura. Buon inizio di nuovo anno

venerdì 5 gennaio 2018

6 anni

6 anni compiuti.Tanta roba!
Siete diventati indipendenti e simpatici, arguti e ingegnosi. Sapete leggere e scrivere, e pure fare le somme e sottrazioni, contare fino a mille e cantare intonati.
Ma quello che conta veremente è la gioia che avete nel fare le cose. Dove vi porto e dove state, dove andiamo è sempre una bella scoperta, ogni film un evento, ogni storia un'avventura, ogni esperenza un ricordo. Vi ho visto allontanarvi piano piano da me, vi vedo però contiunare a darmi la mano quando camminiamo, anche se io non ve la chiedo, vi sento chiacchierare e vi vedo giocare, i quaderni e i libri sono la vostra gioia, gli amici il vostro mondo, la famiglia la vostra sicurezza.
Dei sei anni questa è solo la prima settimana, arrivate sempre a fare il compleanno quando gli altri stanno ripartendo per compiere già il nuovo anno, ma non vi siete persi niente, non rimanete indietro mai. Sognate felici, guardate curiosi, inventate con voracità, siete amici per la pelle, negli abbracci e nelle botte.
Siete i miei bambini bellissimi, che tanta gioia vi accompagni sempre.

mercoledì 3 gennaio 2018

Io che odiavo il Natale

Quest'anno le vacanze di Natale sono e sono state una gran festa.
Finalmente grandi da far compagnia, finalmente indipendenti da non sentivi più, per fortuna ancora piccoli da credere ancora a Babbo Natale,abbiamo passato giorni indimenticabili, che servono a costruire la nostra famiglia.
Come di rito, il 24 pomeriggio avete preparato il vassoio per Babbo Natale e le renne, da lasciare davanti alla porta di casa, poi siamo usciti per lasciare la possibilità, a Babbo Natale, di mettere con calma i doni sotto l'albero. Al nostro ritorno a casa, Emino ha addiritttura visto, insieme a me, Babbo Natale che usciva di casa di corsa con la slitta e se ne andava via verso le nuvole. I regali sono stati scartati, i desideri esauditi, il giorno dopo Natale fatto a casa degli zii a Massa Marittima, pattinato sul ghiaccio il pomeriggio... un classico ormai. La scoperta vera, di quest'anno, è stata la pace della casa di Quercianella in inverno, casetta calda e accogliente che ci ha accolto per tanti giorni, dove abbiamo fatto i compiti, incontrato amici, guardato le foto della casa nuova, dormito e goduto la grande pace che c'è. Tanto che quando poi è stato il vostro compleanno, festeggiato quest'anno al Planetario, ci siamo diretti sì, come previsto, a Santa Fiora per vedere lo spettacolo delle pire di legno che bruciano per le strade, abbiamo dormito lì per una sola notte in un freddo agriturismo tutti insieme in un letto per riscaldarci, ma abbiamo anche deciso di non prolungare quella vacanza ma di convertila in.... altri giorni nella nostra casetta di Quercianella, dove abbiamo passato il primo ultimo dell'anno tutti svegli insieme, in pigiama, a fare il trenino ballando, a cenare, a guardare il dvd di Tarzan, a fare le stelline infuocate sul terrazzo e, con grande sorpresa, a goderci, sempre da quel terrazzo, spettacolari fuochi d'artificio fatti dalle ville delle colline vicine. Neanche fossimo stati a Montecarlo! Felici tutti insieme. E venerdì ci torneremo per farci gli ultimi giorni di vacanza, finire i compiti, mentre questa settimana la passate ai Centri Invernali in piscina, altro posto incantato.
E io che odiavo il Natale e questi lunghi giorni di festa!