venerdì 30 ottobre 2015

5 minuti d'amore



Amore mio bambino grande
Ultimamente siete spesso affidati alla baby sitter, che vi sveglia la mattina e vi porta all’asilo e poi vi viene a prendere e rimane con voi fino a mettervi a letto. Io, in questo periodo, ho impegni di lavoro che mi costringono a delegare a lei, spesso, tutto le vostre giornate. Sono serena perché so che con lei state bene e vi divertite, sono serena perché sto facendo un lavoro che mi piace tanto e che non mi permette di  sentire il peso di questa nostra lontananza, ma succede che, in questo clima di serenità, la lontananza e la mancanza della mamma si senta comunque.
Per questo ieri Marghe ha piantato una grana a Guenda urlando che voleva la mamma perché le faceva male un orecchio. Dolore del quale questa mattina non  c’era più traccia. Per questo ieri sera, rincasata di corsa avuta questa notizia, vi ho trovati già a letto e, quando ho provato ad entrare, Marghe dormiva beata ma te, mio piccolo ometto diventato grande, nel buio della cameretta, quando mi hai visto entrare, ti si sono illuminati gli occhi di felicità tanto che, nel silenzio, sentivo il tuo cuoricino che batteva forte forte per l’emozione della sorpresa di avermi lì.
Sei rimasto sdraiato a letto, ti ho accarezzato e ti ho parlato. Mi hai chiesto se c’era anche il babbo e se io rimanevo. Certo che rimango amore mio, ti ho detto, dormi tranquillo che anche io vado a letto adesso. Mi hai chiesto se prima facevo la doccia, mi hai fatto sentire che profumavi perché avevi fatto anche te la doccia e mi hai preso la mano e me l’hai baciata tutta. Ti ho detto che quando non ci sei mi manchi e che ti penso tanto, tu hai fatto gli occhi emozionati e vergognosi, felici di questo complimento e mi hai risposto che anche a te manco tanto e che anche tu mi vuoi tanto bene. Ti ho chiesto della sorella, del suo mal di orecchie e mi hai raccontato, serio, che aveva  preso la medicina. Poi hai voluto sapere domani cosa avremmo fatto e sei di nuovo stato felice di sentire quante cose avevamo programmato per il giorno dopo, ti sei ricordato che l’ultima volta che siamo stati allo Stibbert c’erano solo paperine femmine e, quando ci siamo salutati hai detto buonanotte anche a te mamma e mi hai chiesto di tenere la porta aperta, perché a te dormire con tutto buio proprio non piace. Sono stati cinque minuti di amore, amore sincero, quello puro dei cuori puri come il tuo. Quello che dà senza limiti, come è il mio amore per te e il tuo amore per me. Sono stati i cinque minuti più belli degli ultimi giorni. Grazie mio piccolo grande amore innamorato

martedì 27 ottobre 2015

Un Corteggiatore con la C maiuscola



All’inizio l’ho sorpreso  appartato in un angolo di casa che telefonava con il suo cellulare giocattolo. L’atteggiamento era proprio quello di una telefonata riservata per la quale si sente il bisogno di intimità. Che cosa nella sua mente sentiva, con quei dialoghi che sembravano veri, non so, quello che so è che telefonava a Greta, sua coetanea, con la cui mamma siamo amiche fin dai tempi del corso preparto e con le quali ci continuiamo a frequentare sia ai giardini che al corso di circo.
Poi ho sentito, un’altra volta, che telefonava alla mamma di Greta, con la quale Emanuele ha imbastito una lunga paziente trattativa che si è conclusa con un “per adesso no” che ancora non sappiamo a  cosa sia dovuto.
Poi è andato via Martino, trasferito in un’altra città e io così ho dato spazio agli appuntamenti con Greta e la sua mamma Antonella, che mi sta proprio tanto simpatica. Abbiamo iniziato a fissare nella piazza davanti alla loro casa. Sentivo Emanuele trepidante per quegli appuntamenti, mentre andavamo una volta mi ha detto che sapeva che Greta piangeva piano di notte, perché non ha fratelli, e per quello lui era disposto ad andare a dormire con lei, ma non mi immaginavo che cosa covava nel cuore. Ad uno di quegli appuntamenti  Greta aveva portato dall’asilo un libriccino che doveva leggere nel fine settimana. Mi è stato consegnato perché lo leggessi a voce alta e ho scoperto un Emino serio e posato che se ne stava seduto tranquillo sulla panchina accanto a Greta a sentire la mamma che leggeva la storia: mai avrei sperato tanto da quel mio bambino agitato, mai mi sarei aspettata questo risultato. Però da lì ho capito che, per amore di una bimba, quel mio bimbo bello, dagli occhi che ridono e dai riccioli d’oro che troneggiano un corpo muscoloso, aveva un cuore che batteva per quella bimba. Ovviamente però lei non lo ricambiava anzi, pensando di non essere sentita da noi mamme, quando Ema gli si sedeva vicino, lei gli faceva delle pernacchie silenziose come a dire io a te ti schifo proprio. Emino, animo di ferro, non è lasciato certo intimorire.
Ci siamo ritrovati poi delle domeniche mattina a fare un corso di pony games. E lì è partito il corteggiamento stretto ed esplicito che ha sorpreso noi mamme. Dentro il recinto dei pony, con i bimbi tutti seduti vicino, nel momento in cui dovevano andare a coppie a pulire il cavallo, Ema propone subito a Greta di andare insieme a lui. Lei, di rito, risponde no e lui va con la sorella. Ma non demorde. Nel momento del disegno, si accorge che lei ha preso dalla cesta solo i pennarelli blu, di lei colore preferito, e così lui scatta subito a prendere tutti gli altri pennarelli blu che sono rimasti, portandoglieli in dono. Poi inizia a buttare in terra tutte le sedie che circondano il tavolo dove è rimasta seduta Greta e un altro bimbo. Io temo che sia il solito suo spazientirsi e bisogno di fare qualcosa che assomigli a un guaio, invece presto capiamo che butta in terra tutte le sedi per impedire a chiunque di sedersi vicino a Greta e, quando ha finito, si siede sopra al tavolo vicino a lei, come a dire io qua ci sono, baby.  Infine, nel momento conclusivo dei giochi, lui corre verso lei manifestando proprio l’intenzione di baciarla, lei se ne accorge e si gira di schiena. Lui, carattere testardo, non demorde e la bacia sulla schiena. Facendoci sognare noi mamme, emozionate da quel corteggiatore di nemmeno quattro anni che vorremmo tutte avere avuto.
La storia prende una pausa di una settimana. Di Greta in casa non si parla più, cosa che invece prima era quasi quotidiana, io chiedo spiegazioni ad Ema e lui risponde che Greta è piccola, per questo non lo bacia, perché le bimbe grandi invece lo fanno. E qui mi si apre un mondo. Collego immagini e situazioni e mi ricordo di aver sorpreso Emino, una volta che sono andata a prenderlo all’asilo, seduto felice ad un tavolino imbandito, circondato dalle bimbe grandi (grandi di 5 anni, eh) che lo servivano e riverivano e lui lì che se la godeva. Così ho capito che forse le ragazze grandi (sì sempre quelle grandi di 5 anni eh) probabilmente qualche bacio glielo allungavano.
Così andiamo di nuovo ai pony games con Greta. Lei continua a non volerlo seduto vicino, lui continua a non demordere e sposta la sedia dietro di lei, allontanandosi sì, ma non così tanto. Forse un po’ inizia a ignorarla, forse un po’ lei inizia a sentire che lo sta perdendo…. Per questo lei, che fino a un minuto prima non lo voleva vicino, quando sono tutti insieme nel recinto, al momento di scegliere di portare il pony  a coppie, scatta verso di lui, gli prende la mano e via, senza dire nulla, eccoli insieme. Sì, lei che sceglie lui, l’ho proprio visto con i miei occhi, come ho visto come lui l’accompagnava nel portare il cavallo, come un vero cavaliere. Tanto più che quel mio bimbo bello aveva dei pantaloni blu aderenti e gli stivali di gomma blu e una camicia a quadri che sembrava veramente lo stalliere che accompagna la principessa.
Primi approcci di un futuro che mi sa che è già arrivato

martedì 13 ottobre 2015

Tali e quali



Tale madre tali figli? Forse.
C’è da dire che a me fare i corsi di vario genere mi è sempre piaciuto, ho spaziato da grafologia a spagnolo, a ceramica, a disegno, a arte etrusca, a voce dell’anima e via, tutto quello che c’era da “annusare” come dico io, lo annusavo, perché capire, sapere, conoscere, provare fa parte della mia crescita, che non finisce mai.
Adesso che ho i bimbi beh, non è che mi potevo trasformare e di colpo diventare un’altra persona. Questa mia voglia di esperienze adesso la trasmetto ai bambini, che non posso vedere “ignoranti” nel senso che ignorano ciò che devono conoscere e quindi via, da subito corso di musica, da quando possibile circo, poi avvicinamento agli animali, cavalcate sul pony, ultimamente anche prova di Piccoli Mozart al quale abbiamo dovuto rinunciare per spropositata richiesta economica ….. insomma, un vortice pieno che fa sì che questi miei cuccioli abbiano un’agenda fitta.
Ma tale madre tali figli.

mercoledì 7 ottobre 2015

Il destino appartiene a me



E’ ricominciata scuola di circo. Stessi insegnanti, qualche bambino amico, qualcuno di nuovo.
Ema si butta e va, felice di poter saltare di nuovo, Marghe mi sta in braccio dicendo che no, lei vuole stare  vicina a me e basta. Insisto, niente. Insisto ancora e lei mi stringe di più. Dopo un bel po’ riesco a convincerla ad andare, e accetta solo a patto che stia vicina al fratello, il quale fratello ha da fare e la guarda appena. Lei così perde il posto vicino a lui e rimane là nel mezzo intirizzita a non far niente, si stropiccia solo gli occhi di pianto. Io, cuore di mamma irremovibile, la guardo ma non cedo. Poi viene fatta una pausa per bere, i bimbi tornano dalle mamme per prendere l'acqua e, ovviamente, Marghe non ne vuole sapere di  separarsi di nuovo da me. La vedo che piange, la vedo che mi guarda impaurita, la sento che mi dice non essere arrabbiata con me, la sento singhiozzare, la vedo quasi disperata, ma io continuo con la linea dura: Marghe, vai là nel mezzo a fare la lezione.
Io sorda e dura a tutto e su tutto.
Ma bambina mia, l’ho fatto per te. A costo di sembrare spietata, a costo di vederti piangere e avere il cuore che mi piangeva, non posso e non voglio accettare che tu neanche ci provi. Alla fine, dopo minacce e viso duro, lei ha accettato di tornare con gli altri bambini, è salita sulla palla in equilibrio e si è messa subito a ridere, dimenticando in un attimo la disperazione.
Io lo sapevo che ti sarebbe piaciuto, ma non è per questo che sono stata spietata: hai tante capacità, bimba mia, che non posso accettare tu non le usi per timidezza, per paura, per non provarci nemmeno.
E questo te l’ho spiegato quando poi abbiamo cenato insieme: mai ti voglio vedere rinunciare prima di provarci, rinunciare per paura o per poca fiducia. Sei una bimba intelligentissima e bravissima, devi imparare a farcela, e farcela da sola. Come dice Principessa Elsa, la tua preferita: il destino appartiene a me.