venerdì 28 giugno 2013

Ciliegina grande

Ciliegina mia
sappi che a vederti grande mi si illumina il cuore e non di orgoglio materno per quanto tu sia brava, ma di orgoglio personale perche tu mi hai scelto come mamma. 
Ti  ho scoperta cresciuta all'improvviso, te che grande sei sempre stata, e in questo tuo cambiamento apprezzo ancora di più la tua indipendenza, il tuo voler sperimentare tutto senza paura e senza accettare la sconfitta, quel tuo provare e riprovare fino a sbucciarsi le mani, le ginocchia e il naso, ma non importa, la tua meta è quella e va raggiunta. 
Sei ostinata in senso positivo, sei perseverante con allegria, sei una bimba tosta con il sorriso. Fin quando eri in pancia ti facevi intendere e facevi capire che eri una bimba libera e curiosa, fin da piccola hai pianto per rivendicare il tuo diritto ad essere ascoltata e fin da piccola sei stata responsabile e coscienziosa, anche se vivace. E quel sorriso bellissimo che hai, che illumina il tuo volto a partire dagli occhi fino al naso che si arriccia, che fa sì che tutti ti vogliano bene da subito, dal primo sguardo che ricevi, ed è il tuo passaporto nella vita, la tua presentazione, il tuo lasciapassare. 
Piccola farfallina mia, sappi che ti ammiro perchè quando cadi non piangi e perchè quando vuoi qualcosa la ottieni, anche se devi indetreggiare di un passo, ma sai che quella è solo strategia per aspettare il momento giusto e aggiudicarti la vittoria. Ma anche ti ammiro perchè sei la mia piccola  bambina grande, sei bella come un fiore,  sei soffice come il pane,  sei profumata come il latte e  sei raggiante come il sole e io alla vita non avrei potuto chiedere di meglio.

domenica 23 giugno 2013

Diario della settimana (dal 17 al 23 giugno)

Lunedì 17 -  Le zie avevano raccontato di un Emino abbattuto da vomito e diarrea, che voleva stare sempre in braccio e con il ciuccio e che non era lui. Così questa mattina l'ho tenuto a casa e io con lui. Siamo stati a far la spesa e ai giardini, che la mattina sono tristi tristi e in questi giorni caldissimi. Di diarrea e vomito nemmeno l'ombra, del ciuccio sì ma che sarà, lo stare in braccio pure. Quindi falso allarme, domani si vola al nido. Anche perchè lì adesso stanno benissimo: questa mattina quando sono andata ad accompagnare Mina, erano già tutti in giardino e lei era ben felice di raggiungerli in quella selva. Il pomeriggio ai giardini con Vale e Marti e Paula, ma il  caldo è rovente tanto da chiedersi se faccia meglio stare ai giardini o a casa (in effetti in giro ci sono pochi bimbi). Ma si sa che siamo morse dalla tarantola dello stare in giro, così ci andiamo lo stesso pur cercando. E Mina fa i primi "lanci" senza mani, si stacca un po' per un passo o due e con Valeria ci emozioniamo.
Martedì 18 - Fa già caldo di mattina e io lo subisco nella strenua ricerca di pantaloni corti femminili per Mina che, come succede di solito, ha mille altre cose ma non quelle che servono mentre, come risuccede di solito, Emino ha mille pantaloni corti ma niente canottiere. Insomma, affronto l'afa di Firenze alla ricerca dell'abbigliamento giusto per i due. Quando li vado a riprendere li trovo con i cambi ormai non più adatti (pantaloni lunghi e maglie pesanti) e la supplente mi fa il cazziatone che i cambi freschi devono essere disponibili prima, non al momento in cui li vengo a prendere quando (ho preso l'abitudine solo da un paio di giorni) porto loro un cambio fresco e pulito e pure i sandali e li risistemo  prima di andare ai giardini. In più oggi sono doppiamente accaldati perchè non funziona l'aria condizionata al nido, quandi hanno dormito tuttii al caldo. Poveri piccoli! Non che portarli ai giardini sia melgio eh! Però oggi avevamo fissato più tardi con Paula e la coppia Marti/Vale, ed era pure nuvoloso (per eccesso di calore, non per imminente pioggia) e la Vale ha pensato bene di far fare al trio i giochi con l'acqua: risultato secchielli di acqua direttamente rovesciati sui pantaloni e sui sandali. Ovviamente mischiati con la terra. Ecco, risultato: tre piccoli zingari ai giardini. Torno a casa e sono esausta: ne ho preso troppo di caldo oggi, così mi fiondo sul divano con le gambe in alto e non ci sono più per nessuno. Però ripenso ai nostri bimbi felici ai giardini (dove questa settimana non c'è nessuno, forse perchè è la settimana del mare o forse perchè nessuno osa portare fuori i piccoli con 37 gradi..) e che grandi mamme che siamo. Meno male che ho incontrato la Vale, un'altra matta come me!
Mercoledì 19 - Ancora tanto caldo oggi, si raggiungono i 40 gradi, così al lavoro ho il cuore stretto a sapervi al nido a cuocere. Per questo vi vengo a prendere presto presto, quando ancora i cancelli sono chiusi, intrattenendomi con altre mamme, ovviamente a parlare del prossimo passaggio all'asilo. E piano piano l'orizzonte scuola materna mi si fa più chiaro. Come entro in classe vostra, la maestra Gianna mi dice che Emino ha avuto 4 scariche di diarrea e che ha mangiato ben poco. Così me lo prendo in braccio da una parte e Mina per mano, camminando lei, dall'altra. Il mio "quasi"sogno di avervi entrambi per mano e camminare così fino all'auto. Per ora cammina solo Mina, ma Emino lo aspettiamo presto. Ci rinchiudiamo in casa, oggi niente giardino per eccesso di caldo e per malattia. Facciamo i nostri vecchi giochi in salotto, al fresco dell'aria condizionata e, non appena arriva l'ora di cena, Emino si vomita tutto il pranzo addosso. Ma non disdegna di mangiarsi, successivamente una bella pasta al sugo. Bagno (e ci credo!) e a letto solo con il body, che già il pigiamino leggero mi sembra troppo peso.
Giovedì 20 - Mi taglio i capelli e corro a prendere i gemelli alle 12.30, oggi non ho voglia di lasciarli a dormire al nido con questo caldo infernale. Arrivo che i bimbi sono tutti nella stanzetta da letto, tutti nervosi e sudati e, ovviamente, tutti piangenti. Capisco, come non avevo purtroppo capito prima, che forno è il nido con l'aria condizionata rotta. Così  torno a casa, metto a letto i due e mi attacco a telefono indignata. Chiamo la segreteria dell'Assessore all'Istruzione, competente per i nidi comunali, e racconto scandalizzata che sono 4 giorni di allerta meteo per l'eccesso di calore che un nido comunale ha l'aria condizionata che nessuno si preoccupa di accomodare. Sentono l'ufficio competente e mi dicono che ben 15 nidi sono nella stessa condizione. Il mal comune mezzo gaudio non mi tranquillizza e così mi indigno ancora di più, soprattutto per il fatto che nessuno si è preoccupato di collaudare prima l'impianto di condizionamento nè che abbia chiamato per segnalare il guasto. Eppure l'ondata di calore (si parla di 45 gradi in città) era stata prevista. Dico anche che so che tutto si può fare, tipo riparazione d'urgenza, se l'Assessore interviene. Mi assicurano che ne parleranno con lei e mi faranno sapere. Intanto chiamo la mamma di Emma, che è al nido con i piccoli miei, e lei chiama in segreteria del Sindaco, dove le danno delle risposte assurde e ridicole e anche offensive. I piccoli si svegliano e stiamo a giocare al fresco dell'aria condizionata della nostra casa,. Emino oggi ha il momento musicista:  si mette una scatola di latta fra le gambe e suona il bongo. Chiamano poi dalla segreteria dell'Assessore per dirmi che il danno è consistente ma rimediabile e che domani porteranno dei condizionatori d'emergenza in attesa di riparare il guasto, si spera in questo fine settimana. Meno male! Intanto la sera Mina non ne vuol sapere di dormire (forse ha dormito troppo oggi dopo pranzo) e così mi tocca prenderla e riprenderla varia volte in braccio e infine affidarla sveglia alla zia Aci che viene a casa nostra per farci uscire e andare a far l'aperitivo alla Sinagoga, che tutti i giovedì è aperta con apericena e qualche evento. Carino tanto!
Venerdì 21 - Già il calore oggi si è affievolito (è solo un caldo estivo normale) e così, al ritorno dal nido, ce ne andiamo a farci un giro con il passeggino, giusto per passare un'ora all'aria aperta facendo cose diverse. Poi arriva Paula che deve guardare i due mentre dormono e io e il Gangster ce ne andiamo a Fiesole per lo spettacolo di apertura dell'Estate Fiesolana all'anfiteatro romano, dove c'è Niccolò Fabi che canta il White album dei Beatles. Il concerto è divertente, peccato che a cena con il Gangster abbiamo litigato per il suo eccesso di nervosismo  e così ci siamo goduti ben poco . E io la notte vedo le stelle per il grande mal di denti che ho. Meno male che, non appena tornata a casa, i piccoli si sono svegliati e volevano starmi entrambi in braccio così io li ho messi entrambi sulle loro poltroncine ai piedi dei lettini e io di fronte a loro nella poltrona grande. I due così battevano i piedi a terra a tempo come vedevano fare a me e si schiantavano dal ridere, poi hanno iniziato a battere la testa al muro per scherzo e si rischiantavano dalle risate, che ci hanno messi tutti di buon umore! Meno male che ci siete voi, piccoli pagliacci!
Sabato 22 - La mattina con sole e vento che si sta benissimo. Così ce ne andiamo a fare un giretto con il passeggino  per i negozi amci e rientriamo per far tagliare di nuovo i capelli ad Emino, che oggi non ha pianto. Pisolone di quasi tre ore (e pure io tento di riposarmi visto la notte intera passata con il mal di denti) e tutta dolorante e cionca vado con i bimbi al Giardino dell'Orticultura dove ci aspetta Valentina baby sitter e dove i due camminano di qua e di là curiosi, salutano il treno quando passa e Emino si siede in gruppo con i bambini grandi volendo stare con loro che mi fa una gran tenerezza, mentre Mina mi viene incontro facendo qualche passo senza tenersi. Ossignore quante cose a questa Orticultura benedetta! Adoro quel bel giardino.
Domenica 23 - Wow, iniziano i saldi "segreti", solo per le clienti affezionate. E io che sono stata una cliente affezionata, vengo invitata per un'apertura straordinaria del negozio (per me addirittura con orario anticipato) e lì ho modo di parlare con la commessa preferita che mi dice che anche lei c'è passata, dal buco nero del "sempre in disordine" per noi che eravamo sempre in ordine prima di essere mamme. Mi dice che questo non sentirsi non perfette non passerà mai, ma che anche la maternità ci ha dato dei super poteri: da donne ragazze adesso siamo passate a donne super! Ed è verissimo! Come è vero che il corpo cambia, che non tornerà più quello di prima, che adesso ingrassano le braccia e la schiena come non era pensabile che ci accadesse, che toniche non torneremo più però, che dire, felici sì. E anche felice di comprarmi una montagna di bei vestiti non più attillati, ma che modellano il corpo senza fasciarlo. Facciamo buon viso a cattivo gioco. Dopo pranzo i piccoli però non dormono quasi nulla, così io con di nuovo il mal di denti, vado fuori di testa, mi arrabbio per telefono con il Gangster urlandogli che in queste condizioni non mi doveva lasciare sola a casa e Emino sente tutto il mio malessere e piange ininterrottamente per tutto il pomeriggio. Per fortuna che all'Orticultura c'è il compleanno n. 2 anni di Andrea e così ci ritroviamo con le altre mamme e con i bimbi. I gemelli mi fanno fare la solita brutta figura di stare fissi ad abbuffarsi davanti ai vassoi di cibo che sembrano due affamati e che bizze se impedivo loro di cacciarsi la roba in bocca fino a soffocarsi, però a chiacchierare con le altre mamme mi è passata la nevrastenia del giorno. E poi sì, sarà il cuore di mamma, ma i miei bimbi sono i più belli e simpatici di tutti!

martedì 18 giugno 2013

I bimbi vanno dove la mamma li porta

Nel lungo romantico weekend parigino appena passato, con il Gangster abbiamo un po' indugiato con il "ti ricordi" ed ecco che abbiamo ricordato i vari anni, i vari 14 giugno e in particolare il primo ma anche l'ultimo, quello di anno scorso quando ci siamo sposati in Chiesa e abbiamo anche battezzato i piccoli, ovviamente a Quercianella di fronte al mare.
Ci siamo anche ricordati che poi, un paio di giorni dopo, passati in compagnia degli amici che erano venuti da lontano per il matrimonio/battesimo, siamo partiti per il nostro "viaggio di nozze", due con due. E ci siamo ricordati di come i piccoli si siano sempre comportati bene in quel viaggio che, se si vuole, era per loro un vero strapazzo. E un po' continuano a fare lo stesso adesso, come dico io: dove li metti dove stanno. Oppure come mi disse la psicologa infantile, incontrata ad uno di questi incontri che si fanno per i genitori, "i bimbi vanno dove la mamma li porta". Frase che mi è rimasta tatuata nel cuore, nella mente e che userei volentieri se avessi uno stemma.
Intanto, per non perdere quello che è stato, e che ho scritto altrove ma che vorrei rimanesse anche qui, ecco il racconto di anno scorso di quel viaggio.


LUNEDÌ, 2 LUGLIO 2012

Piccoli viaggiatori

E se ne andarono in viaggio di nozze in Puglia.
Due grandi e due piccoli, finiti i festeggiamenti, salutato gli amici venuti apposta per loro da diverse città , caricato il super passeggino rosso che sembra una limousine in auto, viaaaa, con il vento in poppa sono scappati a raggiungere la prima terra lontana dei gemelli.
Prima prova del fuoco, più che altro per il caldo, fortunatamente molto mitigato dal vento, i due piccoli figli di Perla  durante il loro primo viaggio serio si sono comportati da veri viaggiatori: dormivano mentre viaggiavamo, aspettavano pazienti al ristorante, guardavano incuriositi il panorama mentre visitavamo luoghi e mari diversi dalla solita Quercianella.
E una notte magica, con Puffetta e Puffetto  e il grande Gangster, abbiamo dormito in un trullo. I piccoli la sera erano esausti e hanno dormito stecchito fino alle 5 del mattino, quando si sono magicamente svegliati  e ci hanno svegliato giusto per godersi lo spettacolo della luce dell’alba che filtrava dal tetto a cono del trullo, che illuminava le pietre a secco che lo compongono e che facevano un gioco di luci e di magia che non potevamo che condividere con i piccoli. Così ce li siamo messi in mezzo nel lettone e tutti e quattro siamo stati a lungo a guardare da sdraiati quel tetto di trullo che ci sovrastava, quelle pietre secolari dalle quali filtrava la luce, quel silenzio e quella magia di quella forma e quella situazione  che ci ha reso tutti silenziosi e concentrati, reverenzialmente intimoriti e appagati. Che i piccoli sappiano che nel mondo ci sono posti che portano energia e ai quali bisogna rendere omaggio.

lunedì 17 giugno 2013

Diario della settimana (dal 10 al 16 giugno)

Lunedì 10 - Oggi niente nido per Emino, che rantola per il catarro. Rimane a casa con la zia Anna, io ho il dentista e mi attardo a portare Mina al nido, accompagnandola, proprio come piace a lei, dentro le varie classi, fiera di farmi vedere e farsi vedere con me. E nel pomeriggio, mentre Emino dorme tantissimo nella sua beata solitudine del suo lettino, io ho una strana angoscia che mi attanaglia, derivante ancora dai brutti sogni che faccio. Mi passa solo quando è ora di andare a prendere Mina. Oggi c'è Gabry con noi, con lei e con Emino andiamo al nido, prendiamo Mina che non è per niente contenta di vedere il fralello e tutti insieme ci fermiamo ai giardini di fianco al nido, per passare un'ora scalmanata. Mi dispiace che con i bimbi non ho tempo per parlare con Gabry,  perchè non è comodo intavolare un discorso spingendo i bimbi sull'altalena o facendo fare loro lo scivolo, ma anche perchè adesso le nostre vite sono nettamente separate, anche se ci rmane l'affetto della nostra amicizia, e io in questo momento  devo pensare a che i gemelli non caschino mentre lei deve pensare all'università dei suoi figli. Attività che per ora non convergono.
Martedì 11 - Loro nido, io camminata in collina: Cercina da parte a parte con un'ora di salita e un'ora di discesa. Che proprio ci voleva, per sgranchire le gambe e il cervello e irradiare occhi e polmoni con l'aria e i colori della natura. Poi giardini vicino casa, con Martino e Valeria e le nostre chiacchiere e la preoccupazione di passare un'estate separate. Adesso Emino inizia a camminare attaccato ad una sola mano, mentre Mina lo fa già da tempo. Si stanno rinforzando sempre di più e incuriosendo di tutto. Mina adesso è una spugna per imparare: memorizza tutto in un attimo e non lo perde più e si vede che ha proprio voglia di imparare.
Mercoledì 12 - Visita dei 18 mesi dalla pediatra: sono entrambi "alti" 80 cm e Emino pesa più mezzo chilo della sorella e ha pure un'ernia inguinale. La pediatra fa le domande di rito: se sanno il verso degli animali, se al nido le maestre sono soddisfatte, se  chiedendo loro qualcosa la eseguono... io rispondo che Mina sì lo fa, mentre Emino invece mai. Lei allora mi dice che non c'è da preoccuparsi, lui non risponde alle sollecitazioni perchè è disobbediente di natura. Al nido e poi all'ultima lezione di Music Together, ma all'ultima ultima proprio, perchè al momento della festicciola conclusiva l'insegnante Deborah ci annuncia che se ne torna a New York e che il prossimo anno non si sa se ci sarà un sostituto e quindi se ci sarà il corso. Ossignore! Già era difficile interrompere quel bellissimo corso per l'estate, sapere poi che non ci vedremo proprio più è tristissimo. E poi oggi è stata un'altra lezione carinissima, con canzoni a richiesta che spaziavano nei vari tre corsi fatti, e così con Valeria ripensavamo alla prima lezione di settembre, quando i nostri bimbi piansero impauriti per tutto il tempo, a sentire quei suoni! Adesso invece sanno e fanno i gesti con le mani che accompagnano ogni canzone. Ciao Ciao Music Together, a presto, speriamo, e grazie di tutto.
Giovedì 13 - Questa mattina, al momento biberon di latte, con la famiglia tutta riunita, il Gangster ed io ci scambiamo i regali, in anticipo di un giorno, per il nostro decimo anniversario di domani. Emino è catturato dall'orologio che riceve il Gangster, Mina invece è incuriositissima dalla scatoletta a scrigno che racchiude il nuovo anello, questa volta un cerchietto di brillanti neri con uno bianco al centro. Penso che ognuno di noi si è fatto un bimbo a sua immagine e somiglianza. Poi al nido solo mezza giornata oggi, chiusura anticipata per festa del nido. Così subito dopo pranzo vi vengo a prendere e vi trovo tutti sporchi di sabbia e di  terra: bene, vuol dire che avete passato la mattina in giardino! Dormite tanto tanto nel vostro lettino, tanto che alle 4 vi devo svegliare perchè la festa inizia poco dopo. Fa un caldo incredibile e il ritrovo è a Villa Solaria, sotto l'ombra di un bell'albero ma non c'è un filo di vendo e si soffoca di caldo. I bimbi sono attratti dagli innumerevoli picnic sull'erba, Mina vaga di coperta in coperta e le brillano gli occhi per le prelibatezze che sono finalmente a sua portata di mano. Emino tiene in mano stretti, per tutto il tempo, due incredibili pezzi di schiacciata. Si cantano tutti insieme le canzoni che i bimbi cantano al nido, vedo con piacere che i gemelli le conoscono e ridono felici di fare i versi giusti e farmeli vedere. Il Gangster ci saluta e noi rimaniamo giusto per dare i regali alle maestre e tornarcene a casa, dove ovviamenti i due vogliono mangiare nulla e non hanno neanche intenzione di dormire. E nella loro cameretta sento che si parlano a lungo, come a racconarsi di oggi
Venerdì 14 - La mattina noi partiamo prestissimo per Parigi e, come se lo sentissero, i bimbi si svegliano anche loro alle 5 e così abbiamo modo di salutarli dando loro il primo biberon di latte. Poi li lasciamo alle zie che li portano al nido, li vanno a riprendere, li fanno giocare un po' ai giardini vicino al nido e poi a casa, cena e buonanotte. Noi invece arriviamo in una Parigi baciata dal sole, andiamo a cercare l'ultimo ristorantino che ci era piaciuto quando eravamo stati lì l'ultima volta, e la posto della Fromagerie, troviamo un divertente ristorante spagnolo dove mangiamo il nostro adorato pata negra, chorizo, pan y tomate e molto altro, accompagnati da ottimi vini spagnoli e da tanta passione. Pomeriggio a scambiarci gli anelli in Place de Vosges, sdraiati sul prato in mezzo  a tanti bimbi che giocano. Ci voleva per festeggiare degnamente questa giornata memorabile: dieci anni!
Sabato 15 - Parigi noi, dove mi accorgo che è una città comodissima per i bambini anche se io sogno di affittare un appartamento per un periodo d'estate e stare lì con loro quando saranno più grandi,  perchè è una città adorabile da scoprire con dei ragazzi. I  bimbi sono invece al caldo di Firenze, dove le zie li portano fuori appena, rientrando per il troppo calore e facendo passare loro il giorno nella nuova casetta nel giardino di zia Aci. Emino pare che abbia vomitato e ha pure la diarrea. Le solite notizie .....
Domenica 16 - Ancora sole a Parigi, pranzo con ostriche e rientro a casa in tarda serata. Dove troviamo i bimbi svegli (o quasi, Mina dormiva ma è stata svegliata da noi perchè non potevamo non salutarla) e dove trovo un Emino diventato grande che mi fa impressione: Ossignore, che sia cresciuto così in soli tre giorni?

giovedì 13 giugno 2013

Dieci 14 giugno

Quest'anno fanno dieci, di 14 giugno, data del primo appuntamento mio e del Gangster, data scelta per il nostro anniversario, perchè tutto iniziò quel giorno, anche se poi concretamente sarebbe iniziato tutto  dopo. Ma non ci sarebbe stato un dopo senza quel 14 giugno. 
Ancora lo ricordiamo con tenerezza quel giorno e io negli anni ho sempre scritto qualcosa, raccontando dei nostri anniversari e di come lo abbiamo sempre festeggiato. Manca il racconto del 2011, in cui ero troppo elettrizzata per scrivere, perchè la prigionia nella torre buia finiva e i piccoli erano già nella mia pancia. Forse solo quella volta non abbiamo fatto un viaggio per festeggiare, ma era solo per non compromettere niente di quel bel dono che avevo in pancia. Però siamo andati a cena al ristorante all'aperto a Cercina, che ci piaceva sempre tanto. Ed è stato un modo semplice, ma adatto a quel momento: come a dire silenzio, incrociamo le dita e tratteniamo il respiro. E il regalo è arrivato il giorno dopo, con la prima ecografia, dove abbiamo avuto la conferma che erano due gemelli.
Qua di seguito ci sono raccolti i racconti dei vari anniversari, scritti altrove ma raggruppati qua, in questo due con due.



VENERDÌ, 23 GIUGNO 2006
Era giugno del 2003, l’estate caldissima, e già a metà giugno eravamo tutti già infuocati. Per questo in nostro amore ha preso fuoco subito? No, non credo, perché tu mi hai sedato, più che eccitato. Mi hai conosciuto che ero su di giri, agitata anche su una sedia e parlavo, parlavo, parlavo e tu pensavi che fossi pazza. Però, dici, che hai sentito subito che ero la donna giusta per te, subito, appena mi hai visto, anche se pensavi che fossi pazza. Io di te mi chiedevo perché proprio non mi filavi, ti camminavo vicino, parlavo parlavo ma tu ti limitavi a rispondere educatamente alle mie domande. Però continuavi ad essere fermamente convinto che fossi io quella giusta, le altre non esistevano più. Poi, in un ora di noia, ti ho ancora camminato intorno e ti ho stupito rispondendo bene alle domande di chi vuol essere milionario. Quell’occasione di aver trovato qualcosa in comune ha fatto  scattare l’invito a cena, dopo molti giri di parole, cercando strenuamente entrambi di dare l’impressione che non fosse importate quell’appuntamento rimediato all’ultimo, che era solo perché era sabato sera ed eravamo rimasti soli….. Il ristorante dove mi hai portato era su una delle più belle colline nei dintorni di Firenze, con il tavolo all’aperto nella terrazza panoramica su vallate di ulivi. Il cameriere è venuto a prendere l’ordinazione e non si è più visto per le tre ore successive. Non esagero: hanno perso tutte le ordinazioni e hanno lasciato tutti gli avventori senza portare alcunché per le tre ore successive. Intorno a noi il panico di chi non ha niente più da dirsi dopo tanto tempo, noi neanche ce ne siamo accorti. Abbiamo parlato di tutto, su tutto eravamo affini, su tutti gli interessi l’altro aveva da aggiungere qualcosa, la conversazione non era ostentazione di noi ma un dolce scambio di parole, parole che fluivano e accarezzavano l’altro, lo stupivano perché sembravamo amici da sempre. Ci siamo lasciati con il mio abbraccio di ringraziamento che ti ha stupito e con le mie malinconiche parole che ti dicevano che avrei volentieri fatto una vacanza con te, anche se praticamente ci eravamo conosciuto bene quella sera per la prima volta. Per te quella sera è stata la prova che era vero che io ero la donna della tua vita. Per me quella sera era la malinconia di aver trovato un amico e non un amore. Era il 14 giugno 2003.
Da allora è iniziato il tuo corteggiamento d’altri tempi, che merita un’altra storia, e poco dopo sei venuto a trovarmi al mare, facendomi piangere quando mi hai detto che  volevi un figlio da me. E da quella sera ho capito che eri un grande amico ma che eri anche la persona con cui volevo fare una famiglia. Da allora hai mancato tante promesse, ma non c’è stato giorno in cui non mi sei stato accanto e non c’è stata volta in cui tu abbia desistito. Tu dici che se stiamo insieme e grazie alla mia pazienza. Io dico che se stiamo insieme e grazie alla tua tenacia, tu che dal primo giorno, quando sono entrata da quella porta, mi hai visto e mi hai riconosciuto.

VENERDÌ, 15 GIUGNO 2007
Aveva da recuperare e non poco, perché durante un litigio furioso (furioso da parte mia) lui aveva alzato la voce con me, e io questo non lo permetto a nessuno, figuriamoci a lui. Broncio storico, il mio, neanche smorzato da quei fiori che manda sempre quando litighiamo. Salgo in macchina e lo vedo tutto bello, tutto blu, mentre io ero tutta bianca e oro, in più con il mio nuovo ciuffo relax tutto sugli occhi, ultimo regalo del mio parrucchiere. Sembrava che andassimo a sposarci, invece andavamo solo a festeggiare un altro anno d’amore conquistato, nella buona e nella cattiva sorte. Il ristorante è il nostro preferito, a Quercianella  direttamente sul mare, massimo tre tavoli apparecchiati ma quasi sempre siamo solo noi due, pesce solo quello che il pescatore pesca, che ti passa in bocca ancora il sapore di mare, di scoglio. Tornare dove tutto è cominciato, quella sera d’estate in cui venne a trovarmi a Quercianella e mi disse che non c’era scampo, ero la donna della sua vita. Quella sera in cui mi fece piangere, per il tanto che mi diceva e quando tirò fuori il fazzoletto per asciugarmi gli occhi, fece anche il gesto di pulirmi il naso. Io lo fermai perché quello che stava pulendo era il ferretto del piercing che ho sulla narice e che passa anche dentro. Lui sollevato mi disse: “Ah, ecco, e io che mi dicevo sempre ma guarda un po’ che naso caccoloso che ha sempre quella!” Lì capii che lui sarebbe stato mio, mio per sempre: dico, in un momento romantico così, il livornese che c’è in lui se n’è uscito con quella frase! Zap, lo amato e lo amo da allora, da quella sera a Quercianella, grazie al ferretto del piercing che sta sempre dentro al mio naso. Così gli ho dato il mio regalo: un buono per andare a farsi fare un tatuaggio. E’ rimasto più che allibito. Mi ha dato il suo regalo e io sono rimasta più che allibita: la prossima settimana non lavora e possiamo partire.  Ho iniziato a sparare Cina, Grecia, Spagna, tutti troppo lontani (??) ma insomma al massimo dove possiamo arrivare, chiedo? Da qualche parte in macchina e vicino alla Svizzera, fonte di guai sicuri, per i gangster da cuore tenero come lui. Così pare che andremo a Saint Tropez. A volte ci sono regali che ti colpiscono per la sorpresa che scono!

VENERDÌ, 20 GIUGNO 2008
Pantaloni bianchi, camicetta d’oro, costume d’argento, abito nero, bikini con perluzze, pantaloni gessati, tacchi alti, orecchini preziosi….. mmmmm, che bello fare la valigia così. Abituata a buttare dentro il peggio dell’armadio, quando in genere parto per luoghi lontani che non richiedono approfondimenti mondani, ma solo comode magliette e spartani pantaloni, ecco che ieri sera godevo nel fare la valigia, nel vedermi le creme comodamente allineate nel bagno dell’albergo, quasi come a casa, gli abiti appesi nell’armadio, la comoda colazione sotto gli ulivi, il profumo di lavanda che sale dal balcone e che ti dà il buongiorno la mattina. Ma sono quisquiglie in confronto alla settimana che mi aspetta a Cannes, insieme al Gangster, per festeggiare degnamente il nostro anniversario.  Abbiamo fatto già una cenetta estemporanea, con tanto di frittata  e tortellini in bianco (si capisce che cucinavo io?), nel giorno del nostro anniversario vero, dove ho sbagliato il regalo che gli ho fatto (che gentilmente neanche ha preso, chiarendo subito che, grazie alla nostra confidenza, preferiva essere sincero), scambiato subito però con questo bel regalo: coccolati in Costa Azzurra, a coccolarci. Che tanti anniversari che si rincorrono così negli anni, non sono certo roba da poco anzi, vanno festeggiati, questione proprio di scaramanzia e di rendere grazia al Cielo, che ci ha regalato tanto.

MERCOLEDÌ, 17 GIUGNO 2009
Parigi ci si è presentata  tutta pulita e rassettata, finalmente un salotto buono tenuto bene, che culla noi turisti e incornicia quei parigini che sono dei veri personaggi. Da subito ho adorato quella loro  bella abitudine di popolare i bar e, a qualsiasi ora, trovarli là fuori su quelle sedie di vimini, a mattine intere, per ritrovarsi in un appuntamento galante che dura una lunga colazione, o a chiacchierare con le amiche o a lavorare al computer o in veri e propri incontri di lavoro. Così mi immaginavo divertente: per gli appuntamenti dell’agenda, prego rivolgersi  al barista.
Guidano come matti, agli  incroci sono così indisciplinati che ricordano le città arabe, e come automobilisti sono irosi e prepotenti come quel buon vino francese che circola ovunque, anche se è lo champagne che fa da padrone a qualsiasi ora, colazione compresa.
Quando ai tassisti chiedi di portati che so, al Beaubourg o a Montmartre (e quindi tutti posti famosi, non in via della calzetta sporca) ti guardano perplessi come dire ma, intanto andiamo, che poi scoprirò dove è questo posto.
La mia passione per Burberry mi ha fatto adorare quel tempo variabile, che obbliga i parigini ad un perenne impermeabile (stranamente tutti Burberry, loro così francorgogliosi) che le parigine indossano su sandali con tacchi vertiginosi (anche se piove) da dove spuntano una uniformità di piedini curatissimi, particolare che io adoro sempre.
E quel delirio di formaggi buonissimi, che io adoro e dei quali mi sono nutrita a quantità industriali, perché non c’è niente che mi mette più di buon umore dell’arrivo del carrello dei formaggi, in un ristorante francese.
Ce la siamo girata tutta a piedi, quella città bellissima, e il parigino Gangster, che quella città c’è stato volte e volte, abitandoci pure, mi ha trascinato da un punto all’altro, in un meticoloso lavoro di perlustrazione, regalandomi parti della città che non conoscevo, e facendomi scoprire luoghi che mi hanno tanto emozionato per la bellezza. Fra tutti ricordo il primo giorno, stordita dalle vetrate enormi e iridescenti della St. Chapel. Fino alla cena sulla torre Eiffel, dove il sole non riusciva a tramontare fino alle 22, e così Parigi ci ha regalato un tramonto lungo come una lunga cena, dove ho bevuto uno dei vini più buoni che ho assaggiato nella mia vita,  che serviva a festeggiare  quel nostro anniversario, e anche il quadro che ci eravamo comprati di regalo proprio quel pomeriggio, dal titolo significativo di Always you.

MARTEDÌ, 15 GIUGNO 2010
Sette sono gli anni passati con il Gangster. Festeggiati lungamente a Fuerteventura, dove il vento spazza tutto, ragnatele nel cervello, ombre dal cuore, dune dalla spiaggia. Ci siamo rifugiati qualche giorno in quell’isola che parla spagnolo ma che guarda il Marocco, dove nell’interno ancora funzionano i mulini a vento e  il terreno è un deserto di roccia, mentre sulla costa sei abbagliato da dune di sabbia bianche e mare azzurro, incessantemente battuto dal vento, che ha fatto sì che i serfisti eleggessero questa isola a capitale del loro sport, insieme a quegli orribili inglesi e tedeschi che aerei catapultano in massa a passare là una settimana tutto compreso, compreso pure la solita birra e big burger che mangiano tutto l’anno e che anche là alla fine ritrovano. Noi invece abbiamo cercato i sapori più veri, scappando lontano dalle comodità e dal menu a prezzo fisso, conquistandoci l’interno con i suoi paesaggi lunari e le spiagge più inaccessibili, riparandoci dietro quei buffi muretti che permettono di isolarti sulla spiaggia e darti un po’ di tregua da quel vento che fa volare le vele. Abbiamo trovato così il tempo che non avevamo più, chiacchierando tanto, ricordando il bene e il male di questi sette anni, rivedendo un po’ i progetti futuri. Sette sono tanti, se li devo “vedere” immagino i sette nani vicino a Biancaneve che sembravano proprio tanti, là tutti stretti alle sue gonne, oppure i sette peccati capitali, che un po’ abbiamo peccato in questi anni, anche se mai con intenzione, perchè a volte da un amore così grande un po’ ti devi anche difendere. Però se devo proprio proprio riassumerli, direi che perfetto sta il titolo “Sette anni in Tibet” perchè io, da quando sono uscita quella prima sera del 14 giugno 2003 con il Gangster, è un po’ come se mi fossi rifugiata da qualche parte in alto e molto lontano, isolata da tutto quello che passava nella mia vita, perchè prioritario da quel giorno è stato quel Tibet: scalarlo, raggiungerlo e farne poi la mia prigione.

LUNEDÌ, 25 GIUGNO 2012
Nove anni fa, il 14 giugno un irriconoscibile Gangster invitò un’annoiata Perla a cena, giusto così, per non cenare soli quel sabato sera. Si scoprirono amici, intrigati l’uno dall’altra, felici di stare a parlare per ore. Mai avrebbero detto che nove anni dopo, non a caso proprio il 14 giugno, per commemorare proprio quella data, un felice Gangster e una raggiante Perla si sono sposati di nuovo, questa volta in Chiesa, e hanno pure battezzato i loro due piccoli gemelli, tenendoli sempre in braccio, scambiandosi i voti e le fedi con i due piccoli fra le mani.
E’ successo a Quercianella, il 14 giugno 2012, con un totale di 27 persone invitate, Perla vestita di bianco e il Gangster vestito di azzurro come un vero Principe Azzurro, sono arrivati in Chiesa non con la carrozza ma spingendo la carrozzina, attraversando l’Aurelia a piedi spingendo il doppio passeggino rosso con i due piccoli puffi dentro. Puffetta vestita di bianco come la mamma, Grande Puffo vestito da ometto come il babbo.
Poi ci siamo fatti le foto sulla spiaggia di Quercianella, mentre salutavamo il mare e gli invitati con un aperitivo di fronte al mare, e chi è voluto rimanere ha cenato con noi sempre davanti al mare, con la musica dal vivo  di sottofondo in perfetto Quercianella style, ovvero full immersion anni ‘60 che neanche alla Bussola se lo sognavano. Poi il Gangster ha cantato a Perla “Amori grandi amori immensi”, poi Perla e Puffetta hanno ballato “la notte è piccola per noi” come le nuove sorelle Kessler, poi Perla, davanti ad una torta a tre piani piena di margherite, ha fatto un lungo discorso, ha ringraziato uno ad uno gli invitati, regalando ad ognuno parole preziose e ha scoperto il Gangster accanto a lei con le lacrime agli occhi. Poi il piccolo Grande Puffo si è svegliato, pensava che fosse mattina mentre erano le una di notte, e ha iniziato a ridere sdentato a tutti, felice di vedere tanta gente che gli prestava attenzione. Poi tutti sono andati via, ma noi quattro siamo rimasti. Abbiamo preso una camera sulla locanda di fronte al mare di Quercianella e abbiamo passato la nostra prima notte da famiglia consacrata di fronte al mare, dormendo un poco, abbracciandosi molto tutti.
Grazie per questa importante giornata, caro nono 14 giugno.

martedì 11 giugno 2013

Il giorno dei tigli

C'è un giorno speciale, sempre intorno al 10 giugno, in cui i tigli esplodono. Esplodono i loro fiori che rilasciano quell'aroma particolare che invade le vie, che viene portato dal vento, che inebria fra cemento e asfalto. 
C'è un giorno particolare, che avviene in genere sempre intorno al 10 giugno, in cui ti chiedi dove sei, se in città o in campagna e ti accorgi che l'estate è arrivata e che di lei non se ne può proprio fare a meno. 
Quel giorno particolare è oggi, 11 giugno, arrivato con un giorno di ritardo, mentre spesso arriva con qualche giorno di anticipo, in cui ai giardini ho sentito odore di tigli e mi sono detta: è arrivata l'estate, le piogge a questo servivano, il sole ha fatto schiudere i bocci e i tigli ci stanno inebriando. 
Oggi ho sentito quella nuvola di profumo che aleggiava intorno alla mia  testa, oggi mi sono fermata ad annusare felice. 
Ho detto al mio fiorellino bianco senti senti che profumo. Lei ha spalancato i suoi occhioni neri e a guardato nell'aria, a cercare cosa sentire, volando la testa a destra e a sinistra. Mentre il fratello si è improvvisamente svegliato dal suo torpore e ha guardato in alto, ha alzato le braccia a cercare qualcosa, che forse ha trovato, perche si è annusato poi le mani come a voler assaggiare quell'aroma di tiglio.
Che oggi stordisce.

domenica 9 giugno 2013

Diario della settimana (dal 3 al 9 giugno)

Lunedì 3 - Non ho dormito quasi per niente, questa notte, per questo questa mattina proprio non ce l'ho fatta ad alzarmi prima delle 8, ora in cui dovevo essere al lavoro. Così ho dato il biberon ai due, insieme al Gangster, e poi ho preso una decisione epocale: lasciare i piccoli al loro babbo, che li avrebbe dovuti lavare e vestire e portare al nido mentre  io sono scappata al lavoro a piedi. Ho indugiato un po', mi si è stretto il cuore a salutarli, ma poi via, la decisione egoistica andava presa. Alle 10 però non ho resistito e ho chiamato il Gangster per accertarmi che li avesse portati entrambi, senza dimenticarsene nemmeno uno. Pare che tutto sia filato liscio. Non è filato liscio il pomeriggio, quando sono andata a prendere i bimbi al nido con Anna e, causa temporale pazzesco venuto qualche ora prima che aveva reso ogni giardino un pantano, sono stata costretta a portare i bimbi a casa. Ci siamo fermati a casa dei miei e già lì è iniziato il delirio, con Mina che fa tutto senza limiti in braccio a sua zia e si crede così scevra da regole, con Emino che stava tranquillo sul letto dei miei insieme a me, che mi saltava addosso e mi rideva felice ma che veniva continaumente sovrastimolato dai miei nel volerlo vedere camminare, fare quel gioco, accendere la luce, tanto che ad un certo punto Emino si è attaccato alla porta di uscita come a dire portami via di qua. E per cena non è andata meglio, con Anna che permette a Mina di non mangiare quel che non le va, prende in braccio Emino se piange, insomma, l'anarchia completa, tanto che Mina mi guardava pure a sfida come a dire hai visto con la zia posso fare cosa voglio. Così ho liquidato mia sorella, ho rimesso in riga i due al momento del bagnetto e mi sono ripromessa (di nuovo, e per l'ennesima volta) che non devo più permettere invasioni di competenza con i due. La sera ero stanca sconvolta, da non riuscire a fare niente se non vaneggiare sul divano e, ovviamente, innervosirmi con il Gangster.
Martedì 4 - Vi porto al nido sempre puliti e profumati e soprattutto in tinta, con i pantaloni che stanno bene con la maglietta e, potendo, anche ognuno dei due di colori che non stonano con quelli dell'altro. Vi vengo a prendere e siete sporchi come un bastone da pollaio, con i vestiti di ricambio che spesso scambiano fra di voi, e che poi sono sempre gli stessi e mi fanno uggia solo a vederli.  E oggi è uno di quei giorni d'uggia, uscite vestiti brutti come non vi meritare, mannaggia! In più dopo il nido abbiamo i giardini dove sì, vi sporcate nuovamente, ma che importa, vorrei farvi vedere in mia compagnia tutti belli colorati come vi faccio uscire la mattina. Oggi tocca ai giardini vicino casa con Paula e Martins e Vale, la novità è che vi siedete in terra insieme ad altri bimbi a colorare con i gessetti. Uuuh che sogno quando passerete il pomeriggio a far disegni! E poi adesso state seduti sulla panchina quando dovete bere, come dei veri bambini grandi. Altra cosa da menzionare, ai giardini ci ha raggiunto anche Emma, che ha avuto la pancia con me e ha un bimbo della vostra età, che ha annunciato di aspettarne un'altro, di bambino. Sinceramente invidia zero anzi, poveretta rincominciare con il tunnel. Certo che, se avessi meno anni, se avessi la casa più grande, se avessi una situazione economica super eccellente, allora sì, che mi sarebbe piaciuto avere anche Stella e Duccio e magari pure Maddalena e Dario. Ma ho voi e non posso chiedere di più!
Mercoledì 5 - Il babbone è in Svizzera e noi iniziamo la giornata da soli e la proseguiamo pure, da soli, visto che anche a Music together non c'è Martino e Valeria, impegnati con la loro festa al nido. L'ora di musica passa bene, eravamo pochi e così c'era molta calma. Adesso siete proprio bravi nel muovere le mani a tempo di musica e fare i gesti che le canzoncine richiedono.
Giovedì 6 - Via accompagno al nido e mi attardo un po' nella stanza perchè ho voglia di vedervi là dentro, come vivete quel luogo e quel tempo e mi tranquillizzo, vedendovi sereni e sorridenti. Poi parto per Quercianella, con la scusa di dare un'occhiata ai lavori della casa, che procedono benissimo tanto che la prossima settimana se ne prevede la fine, e scappo sulla spiaggia per godermi il giorno di sole, finamente. Passo tre ore sdraiata sul lettino di fronte al mare, a non fare niente e mi rimetto in viaggio di ritorno giusto per venirvi a prendere al nido, portarvi a casa dove vi aspetta vostra zia Anna e io me ne riscappo al nido dove c'è la riunione di fine anno. Che è molto emozionante. E giovedì prossimo ci sarà la festa.
Venerdì 7 - Sono da sola con voi anche questa mattina, perchè il Gangster è in Svizzera e, come da immaginarsi, senza di lui facciamo tutto incredibilmente veloce e riesco a portarvi presto presto al nido. Dove di nuovo mi attardo con voi, che siete i primi arrivati. Mina mi porta in giro per le stanze, fiera di mostrarmi i suoi luoghi e di avere la mamma a sua disposizione. Emino invece ride felice di vedermi camminare lì dentro. Che cuore grande mi fate diventare! Al lavoro lavoro troppo, esco di corsa, parrucchiere e spesa in un lampo e via, è ora di venirvi a prendere che abbiamo fissato all'Orticultura, come tutti i venerdì. Tempo di mettervi in auto e scoppia un temporale fragoroso, da far paura. Di nuovo una bomba d'acqua che si schianta sulla città. Non so che fare, impossibile scendere, così continuo a fare dei giri in auto, mi avvicino speranzosa all'Orticultura ma il tempo non miglora. Ci telefoniamo con Valeria, incredule di tanto brutto tempo e, nella speranza che poi tutta quella pioggia piano piano passi, ci mettiamo a chiacchierare al telefono e magicamente il peggio passa. Così ci facciamo ospitare da Giacomo e dalla sua mamma, e riusciamo a risolvere così anche questo pomeriggio. Certo che è una gran fatica fare tutto questo, con un tempo così umido e voi spossati che non avete dormito al nido perchè avete una tosse stizzosa. Ma anche oggi ce l'abbiamo fatta, come dico sempre. E a volte va meglio e a volte va peggio. Oggi poteva andare malissimo e invece ce la siamo cavucchiata.
Sabato 8 - La mattina ce ne andiamo a scegliere il mio regalo per il prossimo decimo anniversario d'amore mio e del Gangster. E visto che siamo in giro (ormai rimasti in pochi, di sabato in città) compriamo pure i regali per le maestre del nido, per darglieli loro alla festa di giovedì. I bimbi stanno bene e si godono il giretto in centro con me. Ma dopo un po' che fanno il sonnellino pomeridiano, si svegliano per la tosse e non c'è modo che riprendano il sonno. Così ce ne stiamo un po' in salotto a fare i vecchi giochini, per aspettare che arrivi l'ora della merenda e dei giardini. Come li monto in auto per andare all'Orticultura, Emino ha un eccesso di tosse incredibile, lo vedo dallo specchietto che nel tentativo di respirare, strozzato da un grumo di catarro, si mette le dita in gola a cercare aria e vomita. Io tutto questo lo vedo in un lampo dallo specchietto, e credo di aver perso 10 anni di vita nel vederlo soffocare. Per fortuna che in quel momento telefona il Gangster al quale chiedo subito di telefonare all'ospedale pediatrico, io torno indietro e chiamo la baby sitter per dirle di non andare ai giardini ma di venire a casa. Sistemo Emino lavandolo tutto e cambiandolo e vedo che ha tanto sonno, così riesco a rimetterlo a letto e io, ormai la baby sitter è arrivata, la lascio sola con Mina e me ne vado in camera a farmi una doccia e stendermi un attimo sul letto. Sono scossa dalla paura. Porto Emino all'ospedale, per fortuna di turno c'era la nostra pediatra che dice che succede che i bimbi tentino di respirare mettendosi le dita in gola, ci prescrive cortisone e antistaminico e ce ne torniamo  a casa. Dove Mina sta cenando con la baby sitter. Ma al momento di essere messa a letto reclama la sua parte di attenzioni, oggi totalmente assenti da parte mia. Così metto a letto Emino e riprendo lei urlante dal suo lettino, dove mi aspettava perchè le avevo detto che avevo da sistemare il fratello ma sarei tornata (piccola, mi capisce proprio quella bimba!) e insieme ce ne stiamo tanto tanto abbracciate sul divano a guardare le foglie dell'albero che ondeggiano al vento. La tengo stretta, le carezzo i piedini e la schiena e le canto delle canzoncine e sento che lei fa dei sospironi come dire il peggio è passato, meno male che adesso ci sei. Piccola mia, certo che ci sono per te e sapessi quante cose ti vorrei dire in questi momenti, ma a volte è più bello così, strette strette abbracciate ad aspettare sera.
Domenica 9 - Raggiungiamo il babbone al mare oggi, dove ci aspetta pure il Frafratello, oltre che la nonna del mare e tutto il parentado che sempre invade quella casa. Pensavo che il giorno di riunione fra fratelli, che non si incontrano mai se non per le feste comandate, quindi massimo 4/5 volte l'anno, fosse una bella occasione per loro, specie per il fratello grande, che ha la capacità di capire la fratellanza, ma invece vedo che lui vive quei momenti di raduno con gelosia, fa i gesti di tornare bambino, tutti i parenti lo assecondano in questo pensando di fargli un torto a non farlo bere reggendogli il bicchiere come si deve fare con i fratellini di un anno e mezzo, protesta perchè i due sono messi con i seggiolini a capotavola, nasconde la schiacciata per paura che gliela mangino loro, si difende standosene in disparte. Io in lui vedo tutto quello che i gemelli hanno la fortuna di aver evitato: dover passare le vacanze dai nonni al mare, essere assecondato in tutti i capricci mangerecci del non voler mangiare questo e quello (oggi ho visto la nonna mettere tre pentole per tre tipi di pasta diversi!), starsene in solitudine perchè non ha fratelli da frequentare e con i quali imparare la sofferenza e la ricchezza del condividere e, sinceramente, vedo in lui un bimbo che non è ascoltato o meglio, a cui non hanno dato la forza di farsi ascoltare, tappandogli la bocca con il viziarlo. Tutto questo volendogli il bene più grande del mondo, ma in lui vedo come in uno specchio quanto è vero che ad assecondare i capricci si fa peggio che meglio. Cari gemelli, spero che un giorno capirete quanto non vi è andata male ad avere una mamma con il tempo libero, spirito di organizzazione, rigore da caserma e un babbo che torna da voi tutte le sere. Cose che a Francesco sono mancate.

giovedì 6 giugno 2013

Ci voleva

Ci voleva la riunione al nido di oggi pomeriggio. Ci voleva perchè sono potuta entrare in punta di piedi in quella quotidianità dei piccoli. Ci hanno fatto vedere dei video che riprendevano i piccoli nel fare varie attività come la manipolazione ed altri nella sala della psicomotricità. Siamo rimasti tutti sorpresi di come i nostri piccoli abbiano esplorato seri quei loro vassoi pieni di pangrattato e couscosu e abbiano usato gli strumenti forniti, che nient'altro erano se non bicchieri, piccole ciotole e cucchiai, per travasare quel materiale. Se ne stavano tutti seri e concentrati compostamente seduti intorno al tavolo, ognuno a guardare e toccare il proprio vassoio e a travasarne il contenuto, come se stessero elaborando i massimi sistemi. Nella stanza della psicomotricità invece siamo rimasti tutti stupiti dal silenzio che ci fosse benchè i bimbi si muovessero a loro piacimento scalando scale morbide, scivolando dai dislivelli, cercando di afferrare le palle e coprendosi la testa con i foulard. Come se quello fosse un laboratorio scientifico della presa di coscienza delle varie leggi fisiche. 
E poi ci hanno fornito "perle" di saggezza, tipo dirci che fare le costruzioni, ma prima ancora abbatterle, è un gioco di estrema importanza, perchè favorisce gli schemi del linguaggio. Per questo sono stati apprezzati i "compiti per le vacanze" e cioè le maestre ci hanno chiesto di non stare troppo addosso ai bimbi. Qualsiasi problematica, qualsiasi conflitto incontreranno nei due mesi in cui i piccoli non andranno al nido, ci hanno chiesto di non intervenire ma lasciare che se la sbrighino da soli. Questo perchè hanno riscontrato che i nostri bimbi, nel conflitto, non sono capaci di trovare una loro soluzione, ma se ne stanno fermi a guardare le maestre, abituati come sono al fatto che un adulto sempre risolve le questioni. E questo non è una buona educazione. 
Poi ci hanno dato i librini personali dei bambini, con le foto effettuate durante tutto il percorso e con i commenti e descrizioni vicine. Lì ci siamo commosse tutte (e lo dico al femminile perchè è successo alle mamme e non ai babbi) anche nel vedere come erano piccoli i nostri cuccioli nella foto del primo giorno di nido e quanta strada hanno fatto invece fino ad oggi. Ci hanno detto che non dobbiamo sottovalutare quanto sono piccoli i nostri bimbi per il tanto che sperimentano in un giorno di nido: la condivisione degli spazi e delle cose, delle persone adulte, il mangiare e dormire in ambienti non familiari, quanto tutto questo è emozionante e pesante per loro da rielaborare, oltre che da vivere.
Così ci siamo tutti abbracciati commossi e io ho raccontato di quanto mi ci voleva questa giornata, a partire dalla mattina in cui mi sono attardata nella stanza dei bimbi perchè avevo voglia di capire che cosa facessero, come vivevano stare lì con altri bimbi, se li subivano o meno, se stavano insieme o in disparte. Ho visto invece il mio Emino che rideva divertito giocando con altri due bimbi che si nascondevano dietro le tende e  Mina che si sente a suo agio in quella stanza spaziando libera da un posto ad un altro. E mi ci voleva anche vedere i filmati, sentire i racconti e quanta attenzione abbiano le maestre nei confronti di tutti, conoscendone ormai inclinazioni e caratteri di ognuno. Perchè ultimamente non facevo che sognare che picchiavano i miei bambini, che li trascuravano, che me li portavano via con il pulmino, e tutto questo avveniva sempre nel sogno quando i bimbi erano al nido. Forse derivava proprio dal fatto che io spesso mi sono chiesta cosa facessero fare tutto il giorno a quei miei cuccioli, preoccupata che il nido non fosse nient'altro che un parcheggio dove i piccoli non fossero seguiti abbastanza, nè tutelati. Invece oggi ho scoperto un mondo incantato dove li  accompagno tutti i giorni  che, non a caso, si chiama nido.

domenica 2 giugno 2013

Diario della settimana (dal 27 maggio al 2 giugno)

Lunedì 27 -  Questa mattina bisogna svegliarli i gemelli, tanto ormai si sono abituati a dormire profondamente fino a tardi. Ma il nido e il lavoro ci aspettano e così via. Questa mattina telefono ad una collega che manda i bimbi all'asilo ebraico, pur non essendo nessuno ebreo in casa loro.  Mi racconta della scelta fatta per scappare dall'asilo pubblico e regalare ai suoi bimbi una bellissima esperienza bucolica in quell'asilo dove al massimo sono 15 bimbi con due maestre, dove i bimbi cantano le canzoncine ai piccoli del nido e vanno a servire ai tavoli degli ospiti dell'ospizio, dove studiano il Vecchio testamento e dove i compagni di classe non hanno la tv a casa, dove coltivano l'orto e fanno il pane, dove festeggiano le feste della natura come insegna la loro religione e dove appaiono spesso bimbi stranieri momentaneamente provenienti da altri Paesi. Io me ne innamoro anche senza vederlo, quell'asilo, il Gangster invece contesta la retta stratosferica e questa cosa porta ad adombrarci. Il pomeriggio andiamo ai giardini vicino casa, anche se capisco, non appena vado a prendere i gemelli al nido, che i piccoli sono stanchi, ma ormai abbiamo fissato ai giardini con Paula e Martino e Valeria e non possiamo tornare indietro. Tanto poi, tenerli a casa quando sono stanchi è anche peggio che portarli ai giardini. In effetti Emino vuole stare spesso in collo mentre Mina non si risparmia nei suoi vagabondaggi in esplorazione del territorio. La cena è una lotta di sfinimento, perchè quando sono stanchi i due piangono per tutta la cena e lanciano la minestra in cielo. Io allora mi fermo e guardo nel vuoto, aspettando che la bufera passi. Dopo un po' i due, attanagliati dalla fame, aprono bocca e aspettano con ansia la minestra contestata fino ad un attimo prima. E la cena si conclude al meglio.
Martedì 28 . Ho sognato che non riuscivo a trovarvi, questa notte. Vi avevano spostato in un altro nido dove non si vedeva dentro e stavate tutti chiusi dalle tende scuse. Io quando arrivavo urlavo alle maestre che erano matte ma  loro dicevano che io ero la matta, a lasciare loro i bimbi tutto quel tempo. Così dalle 4 di notte non sono riuscita più a dormire, e ho pure svegliato il Gangster per raccontargli il brutto sogno e per rimbambire pure lui di sonno. Un po' per questo un po' perchè di nuovo piove, oggi sono infinitamente triste e non vedo l'ora di venirvi a prendere al nido perchè siete  la mia grande gioia. Oggi rimaniamo ai giardini accanto al nido, insieme ad Anna e ho modo di vedere che bella flora e fauna frequenta la zona. Inutile dire che il quartiere è più che popolare e che i discorsi dei genitori lo sono altrettanto (ricorre spesso "vieni qua o ti gonfio di botte, se ti picchia ridagliele, poi il babbo ti mazzola bene..") e io mi chiedo se devo mischiare i miei fiorellini a cotanti bulli. Boh, si vedrà. Sicuramente avete e avrete tutte le risorse per affrontare tutto, ma non so se io ho voglia di buttarvi proprio nella mischia.... Tanto che, al momento del bagnetto e pigiamino, vi coccolo ben bene, che vi meritare il mio amore e io ho bisogno del vostro amore. La sera poi vado ad un corso estemporaneo di autobiografia, che è carino ma bah, come dire, come tutto di questi tempi: molto improvvisato.
Mercoledì 29 - Appena lasciati i bimbi al nido, con il Gangster ci fermiamo nella pasticceria vicina per fare colazione e gli racconto dei giardini di ieri e in pasto a chi rischia di andare la mia caramellina e il mio scoiattolino. Il Gangster allora cede subito e dice che asilo ebraico sia. In più al lavoro continuano le telefonate con la collega che già  manda lì i suoi e mi convinco sempre più. Anche se, all'uscita del nido, fermandomi volenitieri a parlare con altre mamme, tutte mi dicono aspettare il prossimo anno per  decidere. Ok, per ora mi fermo nelle elucubrazioni. Oggi ovviamente Music Together dove i due sono stati più bravi dell'ultima volta.  Mina sta in piedi da sola e Emino è rapito dalla musica. Quando poi viene cantato da tutti "pettirosso corvo vola via.." di due sono felicissimi di saper fare i gesti con le mani. Per cena bracioline alla pizzaiola che sono state molto gradite.
Giovedì 30 - Tanto per cambiare piove e fa pure freddo. Per questo non avevo fissato con nessuno ai giardini e, rischiando sotto un cielo grigio, sono andata a prendere i gemelli al nido a piedi con il passeggino. La fortuna arride agli audaci, così la scelta è stata vincente: non è piovuto e ci siamo goduti un'ora d'aria. Ci siamo anche un po' fatti ospitare dal negozio di cose da bambini usate vicino casa, dove ormai siamo di famiglia, abbiamo giocato a rincorrere il loro bambino con il passeggino, e abbiamo trovato l'ora di cena gemellare (che si distanzia di un paio di ore da quella genitoriale). Polpette per loro e pizza per noi, che ospitiamo questa sera mia sorella Anna e mio cognato, che hanno portato pazienza in una sera in cui la pizzeria vicino casa era inaspettatamente chiusa e il Gangster è dovuto tornare, praticamente con il boccone in bocca, urgentemente e imprevedibilmente al lavoro.
Venerdì 31 -  Da menzionare oggi il babbo Gangster che è libero nel pomeriggio e che viene con me a prendere i piccoli al nido. Andiamo insieme al giardino dell'Orticultura, con un vento freddo che sembra finita l'estate, invece che la fine di maggio, e dove ci aspetta Martino e Valeria. Diciamo che il Gangster si è un po' adagiato come baby sitter, preferendo le chiacchiere fra me e Valeria che guardare i bimbi, ma poi, pressato, ha preso Emino e ha passato del bel tempo con lui a "pescare" sulla vasca, mentre Mina metteva i sassolini nel secchiello che voleva fosse tenuto solo da me. Cena ghiotta vedendo come hanno mangiato di gusto un'intera confenzione di formaggio raveggiolo con pane integrale. Tutti la loro mamma: adoriamo i picnic, anche fatti in casa.
Sabato 1 - Dormite fino dopo le nove, e io quasi trattengo il respiro per non farvi svegliare, che stiamo bene tutti quando voi dormite tanto. Andiamo a Music Together e siamo solo noi, così Deborah ci fa tutte le canzoni a richiesta e aspetta che i gemelli seguano con i gesti i testi delle canzoni e dà ascolto alle loro intonazioni. Torniamo a casa giusto per un estemporaneo taglio di capelli ad Emino, visto che siamo arrivati insieme alla parrucchiera che va dalla mia mamma, e dopo il pisolino tutti ai giardini dell'Orticultura, con un bel caldo e con un bel gruppo di amici: Greta con mamma Antonella, che sono sempre carine e simpatiche, Emma compagna di nido con mamma Alice e i classici e inimitabili Martino e Valeria. Il solito delirio di chi scappa di qui chi corre di là, ma in compagnia passa tutto e quando torniamo a casa, il pensiero è lo stesso; anche per oggi è andata.
Domenica 2 - Accennate a svegliarvi alla vostra ora mattiniera, ma io faccio finta di niente e, nel silenzio del giorno festivo, vi riaddormentate fino alle 10! Evvai! Così stiamo un po' in casa e aspettiamo Anna per scendere in giardino a provare la casetta  di plastica nuova, anche se vi pacciono di più i vasi da fiore con i fiori dentro. Nel pomeriggio ce ne andiamo all'Orticultura con Valeria e Martino e la baby sitter Valentina. Oggi fa un caldo incredibile e a stento vi convinciamo a stare all'ombra degli alberi ad aspettare i treni che passano, perchè per voi il gioco è spaziare da una parte all'altra. Poi voi a letto e io e il Gangster andiamo al compleanno di Laura Gommapane, organizzato in un giardino vicino casa.

sabato 1 giugno 2013

Quando lo seppi

Era il 1 giugno 2011. Voi c'eravate già ma non lo sapevamo. Per scoprire la vostra vita, il babbo Gangster mi ha accompagnato quella mattina presto in scooter a farmi gli analisi del sangue nell'Istituto di analisi privato dove non devi aspettare e dove ti inviano i risultati per mail in tempo reale.
Mi dissero che verso le 14 avrei avuto la risposta. La risposta che svelava se voi c'eravate veramente o meno.
Io in quel tempo ero prigioniera in una torre buia insieme a persone cattive, anche se qualche raggio di sole ogni tanto spuntava, in quell'ultimo mese di reclusione (che poi era solo il mio lavoro di allora), e la fine pena vicina mi rendeva meno triste che nei mesi precedenti. Ho aspettato quella mail lì, nella mia cella buia, tenendo la mia posta elettronica sempre aperta, sicura che, con l'approssimarsi del termine di invio, sarei stata così nevosa da non riuscire a digitare correttamente la password.
Per questo ho visto in diretta l'arrivo in largo anticipo della risposta degli esami. Tremando tutta ho aperto il messaggio e ho tentato di capire cosa volessero dire quei valori lì riportati, che andavano letti in base ad una certa tabella. Tremando tutta ho stampato la mail, ho cercato di mantenere la calma, mi sono alzata e con quella stampa sono scesa di un piano e ho telefonato alla ginecologa. La quale, in genere, non risponde mai al cellulare. Quella mattina invece ha risposto subito. Le ho detto che mi doveva aiutare a capire cosa volesse dire quella cifra riportata di fianco al valore del sangue analizzato. Lei ha detto "Ossignore Paola", con voce mesta, e io ho subito pensato no, è andata male anche questa volta. Lei ha proseguito aggiungendo, al Ossignore Paola, sono gemelli. E io allora ho detto noooo, ma non no ai gemelli, no al fatto che non era possibile che finalmente fossi incinta, e quando lei a sentire il mio no mi ha chiesto se non fossi contenta, io le ho risposto che il no voleva era di incredulità perchè  non avevo mai avuto un sì come risposta alle mille volte in cui speravo che qualche test mi dicesse che ero rimasta finalmente incinta. Così ci siamo salutate, io avevo i razzi che esplodevano impazziti nel mio corpo anche se rimanevo di pietra. Ho mantenuto i nervi saldi, ho pensato in un attimo come fare a dirlo al Ganngser in un modo carino che non fosse una telefonata, ho fatto un piano veloce e l'ho  chiamato inventandogli una scusa e anticipando il nostro incontro dell'ora di pranzo, quando avevamo deciso di vederci per aspettare insieme i risultati per mail. Lui un po' controvoglia ha accettato di fare colazione con me invece che pranzare, e ci siamo dati appuntamento al caffè storico Revoire dopo 15 minuti. Io ho timbrato e sono uscita dal lavoro con una scusa, sono corsa al caffè e ho organizzato l'accoglienza. 
Revoire ha una sala laterale molto elegante dove ci sono i tavoli che danno direttamente su Piazza Signoria e dove sognavo, se mi fossi sposata in Palazzo Vecchio, di festeggiare lì il mio matrimonio con un cappuccino insieme al marito e ai due soli testimoni. Invece è stata un'altra l'occasione da festeggiare in quella sala. In più questa volta ho avuto, non so per quale caso fortuito o segno del cielo, tutta la stanza libera per me (stranamente, cosa più unica che rara, nella sala non c'era nessun avventore) e ho chiesto che portassero al tavolino davanti al vetro che dà su Palazzo Vecchio, due flute di champagne e delle tartine. Io mi sono messa lì appiccicata al vetro a scrutare l'arrivo del Gangster, con un cuore che andava a duemila. Quando l'ho visto avvicinarsi gli sono andata incontro sulla porta, l'ho preso per mano e l'ho portato nella saletta appartata davanti ai due bicchieri di champagne, l'ho guardato dritto negli occhi e gli ho detto "Ciao babbo" e raccontato dell'esito degli analisi. Ci siamo abbracciati esultando, ci siamo tenuti stretti confondendo le lacrime di gioia, ci siamo baciati e ancora abbracciati con un impeto bellissimo che non è sfuggito neanche ai camerieri che servono ai tavolini esterni, che si sono fermati a guardare ridendo la nostra gioia. E lì abbiamo fatto il brindisi, abbiamo vaneggiato su di voi, sulla possibilità o meno che foste veramente gemelli, su tutto quello che poteva succedere che non ci importava, bastava che il sogno si avverasse.
Questo ricordo di quel giorno di due anni fa, della delicatezza con cui poi pensavo a voi e alla mia pancia, della cura che avevo nel toccarla e nel sapere che dentro veniva custodito un bene prezioso.
Per questo poi, per tornare a casa, quel giorno ho preso un taxi.