lunedì 18 dicembre 2017

Che mi serva da lezione

Siamo sempre di corsa, sempre a fare e a girare, benchè mi fossi imposta di fare il meno possibile per poter fare tutto con calma. Niente, questo è un mondo tritacarne e per ora ci sono in mezzo.
Premetto tutto questo forse per giustificarmi di qualcosa di ingiustificabile: aver trattato male i miei bambini adorati. Bravi come sono sempre entrambi, dove li metti e dove stanno, cosa dico loro di fare e cosa fanno, ieri era domenica, era un giorno tutto per noi ma niente, mi sono trovata strangolata dal dover fare ed è scattato il nervosismo. Dovevamo scrivere la lettera a Babbo Natale perchè eravamo in super ritardo, e mi sono  arrabbiata perchè scrivevano male e non rispettavano gli spazi (sanno scrivere da nemmeno un mese!) poi ci siamo concessi di fare l'albero di Natale, esclusiva che avevo io e che ho ceduto, solo dopo anni, a loro. Gioia incontenibile nel vedere che permettevo a loro di fare e addobbare il MIO albero, quello che per loro è sempre stato inavvicinabile... Ce la siamo goduta, ci siamo divertiti ma dovevamo poi studiare una poesia per il giorno dopo. Era tardo pomeriggio, ne avevamo già fatte abbastanza, eravamo tutto il pomeriggio chiusi in casa...... dovevo mettere in conto che non sarebbe stato facile memorizzarla di corsa prima di cena. No, mi sono innervosita, ho impaurito i bimbi dicendo che erano degli asini e che il giorno dopo a scuola la maestra li avrebbe brontolati, ho visto lei impaurita e lui testardo scappare a prendere il quaderno per imparala da solo, ho visto lui che mi veniva vicino e mi chiedeva perchè gli stavo dicendo quelle cose brutte, ho sentito lei che piangeva al buio perchè aveva paura di essere brontolata dalla maestra il giorno dopo. Ho cercato allora di recuperare, ho chiesto scusa a lui e abbracciato lei, ma la notte non ho dormito ricordandomi la faccia impaurita di lui, che mi chiedeva piangendo perchè.
Amore mio grande, perchè sono una gran sciocca a farmi prendere la mano da una vita che non voglio, da una foga di fare che non voglio più sia parte della mia vita, se deve trasformarmi in una mamma che non sa essere alleta dei miei bimbi. Mi sono sentita pessima. Stamani la prima cosa che avete fatto è stata recitare la poesia, che sapevate poi benissimo, ma io non mi sono rallegrata di questa vostra capacità, ma rattristata di quanto, ottenere questo risultato, sia costato in stima e fiducia.
Che mi serva da lezione e il tanto male che sto dentro è la giusta punizione per quello che ho fatto.

martedì 12 dicembre 2017

Il martedì, e guai a chi me lo tocca

Ci siamo conosciute che avevamo i bimbi in pancia, da allora ci hanno diviso solo due anni passati, da lei, a Varese.  Sempre in linea, quando eravamo vicine e lontane, sempre in contatto e, soprattutto,  in continua progettazione.
L'esilio è finito questa estate, il destino ha voluto che non fosse possibile mandare i nostri bimbi in classe insieme ma non importa, noi una soluzione la troviamo sempre, pur di stare inseme.
Per questo abbiamo indiviudato nel martedì il nostro appuntamento fisso: i nostri bimbi, provenienti da  scuole diverse, il martedì escono alle 14.30 e noi ci vediamo, obbligatoriamente, al giardino dell'Orticolutra. I bimbi a giocare da soli, in un parco che a quell'ora è tutto per loro, noi a sedere su di una panchina a chiacchierare fitto fitto di tutte le nostre cose.
Il martedì è diventato, con quel giorno fisso, giorno di boccata d'aria per l'anima. Ci sono cose che neanche i mariti possono capire, ci sono cose, per noi fondamentali, che agli occhi degli altri sembrano piccolezze. Ci sono cose che per noi, condividerle, diventa vitale. Per questo martedì scorso, quando sono andata a prendere i bimbi a scuola e ho trovato Marge in una stanzina da sola, seduta triste su di una sedia perchè si era fatta la pipì addosso, non ho demorso, ho messo la bimba  in auto seduta sopra una busta di plastica e ho iniziato a pensare. Impossibile rinunciare all'appuntamento del martedì, difficile anche passare prima da casa per cambiare Marge e poi andare al giardino, sarebbe stato troppo tardi quindi,..... lungo la strada, ho parcheggiato la macchina in doppia fila, ho sceso di corsa i bimbi e siamo entrati in un negozio e abbiamo comprato calzini, mutande e pantaloni puliti, ho fatto cambiare il mio fiorellino nel camerino e, con solo qualche minuto di ritardo, mi sono presentata all'appuntamento del martedì. Per questo oggi, martedì, che piove fisso dalla mattina e ci vede costrette a rinunciare al nostro appuntamento, questa pioggia mi rattrista come non mai, per questo quando guardo le previsioni del tempo mi accerto sempre delle condizioni meteo del martedì, per questo il martedì adesso è un giorno imprenscindibile. Grazie Vale, come sempre!

lunedì 4 dicembre 2017

Violinista per obbligo

Da quando gattonavate abbiamo frequentato corsi di musica, sempre divertendoci.
Con il tempo alle canzoncine abbiamo sostituito le note, sempre sotto forma di gioco, e il pentagramma per voi, già dallo scorso anno, non aveva più segreti. Per questo, seguendo il naturale andamento della scuola musicale che frequentiamo, da quest'anno abbiamo iniziato uno strumento. Violoncello per lui, violino per lei.
All'inizio è stato entusiasmante, con concerti stonati che animavano la casa. Poi sono arrivati i compiti e le esercitazioni serie da fare: arco dritto, gomito lungo e non piegato, polso mobile, arco lungo. Gli esercizi di musica, da fare a casa, hanno iniziato a rappresentare la parte più brutta della giornata. Tanto che, da esercitarsi tutti i giorni, siamo passati ad esercitarsi due volte la settimana, urlando (io) e piangendo (te).
Fino a quando, venerdì scorso, ti ho vista singiozzare come mai ti ho sentito, dopo che ti avevo brontolato così forte come  non l'avevo mai fatto. Mi sono fermata, mi sono ricomposta e mi sono presa un po' di tempo (sentendo sempre te che piangevi forte a calde lacrime).
E poi mi sono detta:"ma chi ce lo fa fare?" Ovviamente la scelta dello strumento forse non era così libera e spontanea, ma guidata da un susseguirsi di eventi, forse la scelta del violino per te non è stata così libera , ma come si fa a sapere se le scelte che fa un bambino di 5 anni sono razionali e ponderate? Forse sì ci tenevo, più perchè mi sembravate pronti che per avere una bimba violinista. Tutto questo però non poteva giustificare le tue lacrime e quel clima infelice che si crea in casa ogni volta che dico dobbiamo fare gli esercizi di strumento. Fate i compiti di scuola volentierissimo, dove vi porto e dove state, anno scorso siamo rimasti imbrigliati in quel corso di altletica che vi ha visto in pista con un freddo polare senza battere ciglio, ogni cosa che decido la fate senza brontolare, no, non poteva esistere che io caldeggiassi un momento così triste.
Per questo, mio fiorellino bianco, ho preso una decisione, ti ho avvicinato a me, mi sono abbassata per guardarti negli occhi e ti ho chiesto se ti piacesse suonare violino oppure se volessi smettere. Ho visto i tuoi polmoni rilassarsi, ti ho sentito prendere fiato e diventare leggera, finalmente sollevata da questo peso. Mai, per carattere, ti  saresti ribellata a me, ma proprio per questo dovevo essere io a fornirti una soluzione che non sapevi trovare: alle cose che ci fanno male deve avere la forza dire no.
Mi hai detto che tu avresti voluto suonare pianoforte, che violino non ti piaceva perchè troppo faticoso, che preferivi cantare nel coro, mi abbracciavi felice di potermi dire quello che pensavi.
La mattina dopo, arrivati a scuola di musica, per quella che pensavo fosse la tua ultima lezione di violino, tu ci hai stupito entrando a lezione senza di me, facendo lezione con la maestra e, decidendo con lei, di continuare violino, ma senza fare i compiti a casa.
Se son rose fioriranno, se sei violinista dentro vedremo.

lunedì 27 novembre 2017

Ingegnere della tramvia

Ci sono giorni che iniziano con "mamma puzzona" e non possono che proseguire peggio. I tuoi famosi giorni no, in cui i no si sprecano e le punizioni fioccano.
Ieri era uno di quelli, a un certo punto ti ho intimato di stare in cameretta tua da solo e in silenzio.
Mi sembrava strano che tu eseguissi quanto richiesto, così dopo un po' che non sentivo niente, mi sono affacciata in camera e ..... eri lì tutto intento ad ultimare una super pista treno che aveva del miracoloso: hai usato il coperchio verde della scatola per fare il prato, hai allineato le mucche nel recinto, fatto passare la pista da sopra le montagne e programmato scambi e stazioni. Tutto da solo, tutto in un batter d'occhio. Dandomi le prove che è vero quando affermi con assoluta certezza, a non ancora 6 anni, che da grande farai l'ingegnere della tramvia!

venerdì 24 novembre 2017

Primi colloqui individuali con le maestre

Primi colloqui individuali con le maestre.
Sono tre le maestre principali, anche se alla fine ho incontrato anche quella di inglese, che sta solo un'ora con i bambini. Tutte ugualmente in linea. Tutte dicono sono gemelli ma non sembrano.
Iniziano a parlarmi di Marge, bambina brava e educata, parla solo se interrogata ma quando le si chiede qualcosa dà sempre la risposta giusta. Tiene il quaderno in ordine e si gestisce il tempo. Una delle maestre mi confida, addirittura, che è la sua preferita, che vorrebbe entrare in classe e abbracciarla ma non lo fa, anche se l'abbraccia con lo sguardo e mi dice che Marge questo lo sa (in effetti, quando poi a casa glielo racconto, lei mi dice sì è vero)
Poi passano a lui e lì il tono della voce cambia. Gli vogliono cambiare banco per metterlo più vicino alle maestre, lui è uno spirito libero che quando non vuole non vuole, che ama gli amici più di tutto, c'è chi mi dice che è piccolo, chi mi chiede come facciamo a casa, chi invece mi dice che è così sicuro di quel che fa che non ascolta neanche quel che dice la maestra, chi mi dice che sì, è monello ma che ci darà grandi soddisfazioni.
Io racconto che entrambi sono contentissimi di questa nuova esperienza, che a casa abbiamo addirittura un quaderno nostro per continuare a fare i compiti, visto che quelli che danno le maestre non sempre sono sufficienti per appagare la voglia di fare che hanno. Che la mattina i bimbi vanno a scuola con gioia e che hanno l'entusiamo di imparare.Racconto loro della felicità che hanno nell'aver scoperto il meccanismo per leggere e anche sapere che si puà scrivere in stampatello ma anche in corsivo, come se fossero due lingue. Che adorano le parole nuove di inglese e quei numeri infiniti che si possono mischiare, sommare e sottrarre. Che non c'è giorno in cui non guardiamo i quaderni e non c'è scusa valida per non fare i compiti, anche se è tardi, anche se non ci sono da fare per il giorno dopo, anche se. Niente, si litiga per levare ad entrambi i quaderni dalle mani. E non mi sembra poco. Per ora che siano curiosi di quel che fanno e di quel che impareranno mi sembra il massimo che si può avere, poi verranno i quaderni in ordine e l'eloquio fluido.

mercoledì 22 novembre 2017

Grande mia Marge

Dobbiamo fare tanti compiti, ieri c'erano 6 pagine in 3 libri diversi. C'è da esercitarsi per violino, c'è da mantenere una certa vita sociale e c'è da mandarvi a letto alle 20.30 perchè oltre la mattina non ce la fate a svegliarvi. C'è da cenare, fare la doccia e guardare un po' di tv. E' sempre tutto di corsa, è sempre tutto cronometrato e ieri, quando tu, mi piccolo grande fiorellino bianco, hai finito prima di tuo fratello i compiti di scuola, ti ho detto dai Marge, vai a fare pure quello che vuoi. E tu mi hai detto che quello che volevi fare era giocare con me. Con la morte nel cuore ti ho risposto che proprio no, era come sempre tardi e io avevo da stirare e preparare la cena. Tu, come sempre buona, mi hai allora detto:"Mamma, ti ricordi quella volta che siamo state sole io e te e abbiamo giocato......a cosa abbiamo giocato che non mi ricordo?" E lì mi è arrivata ancora più a fondo la coltellata al cuore. Perchè mai siamo state sole io  e te e per questo che non ti ricordavi a che cosa avevamo giocato, perchè non avevamo giocato mai a niente, noi due da sole. Allora ti ho detto guarda Marge ti prometto che un pomeriggio stiamo da sole, intanto usa questo tempo libero per pensare a cosa vorresti giocare con me quel giorno. Tu come al solito, saggia più che mai, mi hai detto che non lo sai quel giorno a cosa vorrai giocare, e sei andata via. E lì ho pensato che in fondo hai imparato a leggere da sola, visto che io sono molto spesso a seguire tuo fratello piuttosto che te che sei sempre brava, che sai dipingere bene perchè usi quel mezzo per avere dei momenti tuoi, che ti sai organizzare e cavarti dai guai senza che nessuno te lo abbia insegnato, perchè spesso ti trovi a dover fare tutto da sola. Il Gangster dice che questo ti aiuterà nella vita, io invece dico che questo ti segnerà per la vita. Ma quando ieri sera, dopo la cena, mi hai appoggiato la tua testa sulle gambe e ho visto delle strane macchioline sulla nuca e dietro alle orecchie..... mi si è gelato il sangue: pidocchi! E io che pensavo che quelle bollicine fossero perchè hai tanti capelli ricci, che fossero sudore, che fossero graffi... invece tu zitta ti sei tenuta quelle strani irritazioni senza lamentarti mai. Ho telefonato sconfortata al Gangster, l'ho fatto volare in farmacia, ma lo smacco più grande non è stato scoprirti i pidocchi ma non sentirti mai lamentare. Per questo ieri sera, prima di dormire, abbiamo giocato a sasso carta e forbice per cercare di recuperare un po' di tempo per noi e per questo questa mattina ti ho ripetuto mille volte quanto bene ti voglio, mio fiorellino mio e tu con quegli occhioni dolci mi hai detto lo so mamma. Grande Marge mia!

venerdì 3 novembre 2017

Grandi che il giorno prima non lo eravate

Tanto tanto tanto senza scrivere di voi.
In effetti tante cose sono cambiate da quando ho voi, non ho più l'esigenza di scrivere, non ho più la necessità di leggere, non ho più la voglia di inventare storie. Adesso la nostra storia ce la scriviamo tutti i giorni, le storie nascono da sole e la vita che scorre l'accompagnamo volentieri, a volte addirittura spingendola in avanti.
Si sono sommate tante sorprese, in questo lungo tempo.
Abbiamo passato un'estate sfrenata, fatta di mare su mare, un'acquaticità che è venuta naturale ma, soprattutto, un gruppo di amici pari età che vi ha fatto diventare più indipendenti, ingegnarvi a starmi lontano per godervi la scoperta di questa nuova libertà, di questi amici del cuore da condividere e con i quali condividere giochi inventati, incursioni, camminate sugli scogli, bagni in mare ma, soprattutto, cene in spiaggia e ore piccole mai fatte prima.
Poi è arrivata la scuola elementare. Il primo giorno che ci ha visto emozionati, che vi ha visto con zaini grandi pieni di quaderni e, per fortuna, un classe piccola formata da 13 bambini. Le maestre, gli amici nuovi, prendere lo scuolabus la mattina, fare i compiti a casa, andare ai compleanni, scambiarsi le matite e le gomme, perdere gli appuntalapis, e trovare  nuovi amici del cuore.
E, come se non bastasse, adesso abbiamo pure violino e violoncello da suonare, una grande sfida e, sinceramente, anche un grande impegno.
Poi, nei giorni e nei discorsi, al solito, mi sorprendete per come vi trovo grandi, grandi che il giorno primia non lo eravate.

mercoledì 26 luglio 2017

Alcune fini e alcuni inizi, una nuova estate e tante avventure ancora

Ne sono successe di cose, in questo lungo periodo senza scrivere.
E' finito l'asilo, con grande emozione mia per dover salutare un posto che li ha accolti in serenità, dove sono cresciuti fra pochi amici e in un ambiente rassicurante.
Sono stati affrontati i primi centri estivi della loro vita, quelli fatti dalla piscina che tanto amano, con quei loro occhioni splancati e quelle braccia che mi tenevano strette le gambe, chiedendomi di non andare. Per poi trovarli gioiosi, quando sono andata a prenderli, come era prevedibile.
Sono iniziate le lunghe vacanze al mare, dove ho scoperto due bimbi birboni che non mi ubbediscono più, che scappano in mare da soli e che vogliono che vada sempre più al largo per farli nuotare.
Questa sarà l'estate degli amici, le bimbe grandi per lei e gli amici per lui, che adesso lo chiamano capo e lui, tutte le volte che si sente chiamato così, diventa più alto 20 cm per l'orgoglio.
Domani sarà da provare la prima settimana in montagna in estate, con le camminate e il posto nuovo da affontare.
In spiaggia abbiamo già letto Pinocchio e ci sono molti altri libri che ci aspettano.
C'è già l'elenco dei nomi dei bambini che comporranno la loro classe, uno zaino c'è già e l'altro e da comprare, abbiamo già i diari e i grembiuli per lei, ma sono certa che ce la faremo.
Voi mi dite che mi adorate e io sono orgogliosa di due bambini così belli, belli fuori e belli dentro.
Che le avventure dell'estate continuino!

martedì 6 giugno 2017

Violino per lei, violoncello per lui

Ieri ero emozionata come se stessi facendo una cosa molto importante. Ma in effetti ho fatto una cosa molto importante: iscritti entrambi al prossimo corso di strumento musicale, che inizierà da settembre. Mi sono tenuta il pomeriggio libero, volevo essere la prima invece ho trovato una fila incredibile di genitori vogliosi di essere anche loro i primi. Mentre andavo mi batteva forte il cuore: perchè iscrivere il mio fiorellino bianco a violino e il mio scienziato pazzo a violoncello era un emozione non da poco. Ormai anche quel dado è tratto. Da settembre saà strumento, diverso per entrambi (come suggerito dal direttore della scuola di musica, perchè comunque ci sarebbe stato uno più bravo e uno meno bravo). Violino per lei, con la maestra bionda che tanto le piaceva e violoncello per lui, strumento che si abbraccia e che è molto più statico del violino, con la maestra pazza che fa ballare mentre si suona. Sarà un'altra esperienza, sarà un altro regalo della vita. Io di nuovo ce la metto tutta.

lunedì 15 maggio 2017

Tenda di Topo Tip

Mi avevate chiesto di andare a dormire in tenda. Io e il Gangster, che amiamo le comodità anche se abbiamo avuto brevi trascorsi da campeggiatori, abbiamo rabbrividito a tale richiesta. Però come non soddisfare una così bella curiosità. Per questo mi sono ingegnata e ho scoperto il Glamping, che è un campeggiare glamour. Visto e preso! Il passato we abbiamo soggiornato per due notti in una meravigliosa tenda attrezzata sul Lago di Garda, dotata di letti, due camerette, cucina e terrazza. Ovviamente tutto già pronto per l'uso. L'abbiamo chiamata la tenda di Topo Tip. Quando stavamo per cercare il campeggio, sentivo dietro di me due cuoricini che battevano trepidanti, tanto che vi ho chiesto se foste emozionati nello scoprire come fosse questa tenda che ci aspettava. Mi avete risposto certo che siamo emozionati, chiedendo poi cosa volesse dire essere emozionati. Marghe ci ha pensato e ha risposto che emozionati vuol dire aspettare una cosa che ci piace, e mai più definizione è stata giusta. Quando siamo arrivati ci siamo andati a cercare la tenda sulla mappa del campeggio, abbiamo scoperto che la porta si apriva con una cerniera e che le pareti erano di stoffa. Vi ho chiesto se vi piacesse e Ema ha detto:  "Non mi piace, io l'adoro!" e la sera è stata dura mettervi a letto, con quell'emozione e quella libertà che dava quella nuova esperienza. Il giorno dopo siamo andati a giro per i paesini del Lago, usando il battello come mezzo per spostarci. Eravate felici e disciplinati, contenti di ogni traghetto che prendevamo e di ogni fila per salire che facevamo. Ogni paese una scoperta, ogni viaggio una gioia. Proprio come piace a me: vi siete dimostrati due viaggiatori felici!
La sera eravate stremati  e anche un po' puzzolenti, proprio come due bimbi da campeggio. La domenica poi ci siamo regalati una mattina tranquilla, con tuffi nella piscina gelida che era tutta per noi, visto che in quel campeggio, per fortuna, non c'era ancora nessuno. Vi  ho lasciati liberi di trovare le strade interne di quel gran campeggio, vi ho sfidato ad orientarvi nei percorsi che ci sono all'interno, vi ho lasciati tranquilli a giocare fuori, di pranzare in terrazza e di scoprire le chiocciole e le formiche. Al momento di andare via avete voluto la rassicurazione che saremmo tornati e avete salutato la tenda dandole ciascuno un bel bacio sulla porta.

mercoledì 26 aprile 2017

Nuova passione: i Puffi

Abbiamo passato la fase dei treni: lunghi pomeriggi alla stazione a vedere passare Frecciarossa, Italo, Regionale veloce, Vivalto, treno merci, ecc.. tutti prontamente riconosciuti e catalogati. Prima di dormire poi, dovevo cantare anche la buonanotte ai treni, e guai se ne saltavo uno.
Poi siamo passati alla passione per i nani di Biancaneve: ognuno aveva le sue caratteristiche, ognuno aveva la sua storia, la passione si estendeva anche per le miniere in generale. Tanto che, in ritardo ormai di un anno, in questi giorni siamo andati a visitare le miniere del parco minerario di San Silvestro, e Ema chiedeva a tutti quelli che lavoravano lì, quale nano fossero. Mi ha anche raccontato che, come se fosse una cosa incredibile,  due amici dell'asilo gli hanno detto che i nani di Biancaneve non esistono. Lui ha prontamente risposto loro che esistono e ne ha le prove: ha visto la porta della loro casa e ora stava proprio visitando, finalmente, la miniera dei suo amici nani.
Però le cose si evolvono e i nani sono ormai stati rimpiazzati dalla nuova passione: i Puffi. La scoperta dei puffi è  stato subito amore, anche se la visione del film è stata terribile, con quella Puffetta che muore e con Ema e Marghe che mi si sono messi a piangere disperati in sala. Per fortuna invece gli episodi alla tv sono molto carini e, soprattutto, pieni di Puffi da conoscere. Anche io da piccola amavo i Puffi però adesso sono un po' arrugginita sui loro nomi e attitudini. Peccato però che la sera Ema, al momento di addormentarsi, voglia sapere tutti i nomi dei Puffi e cosa fanno. Ieri sera c'è stata una sua lunga dissertazione sulle differenze che ci sono fra Puffo sapiente (che non esiste, lo avevo solo inventato io per dare un nome al peluche di un Puffo anonimo che ha e che usa per dormire) e Puffo Quattrocchi. Entrambi sanno tutto, entrabi leggono i libri, l'unica differenza, per fortuna dopo molto l'ha trovata, è data dagli occhiali. Questo l'ha fatto dormire in pace, bisognoso com'è, quel mio bambini preciso, di catalogare tutto e mettere tutto nel posto giusto, Puffi compresi.

martedì 18 aprile 2017

London hippy e Testimone di Geova

Abbiamo passato i giorni di Pasqua al mare, un nostro classico ormai. Vi siamo venuti a prendere dalla nonna, dalla quale siete rimasti quasi una settimana, venerdì e vi ho trovato i grandi e chiacchierini, felici di vedermi tanto che mi parlavate l'uno sull'altra, come gli uccellini la mattina nel nido, vogliosi di dirmi tutto quello che era successo, tutto quello che non mi avevate detto. Siamo andati mano nella mano a comprare l'uovo di Pasqua, come vi avevo promesso per telefono nei giorni di lontananza, quello che avevate scelto, senza cioccolata, solo con soprese, e vi siete sorpresi che conoscessi una scorciatoia, benchè fossimo dalla nonna, e che vi abbia portati a piedi in un posto dove voi andavate sempre in auto. Avevo paura che, dopo tanti giorni, non mi voleste più bene, invece, dopo tanti giorni di lontananza, ce ne vogliamo anche di più.
A Quercianella ci siamo dati il tempo di annusarci di nuovo, e quei giorni di festa hanno dato forma ad un altro pezzo della vostra vita da ricordare: Emino ha conquistato un borsa frigo rosa con Puffetta sopra e l'ha eletta sua borsa delle meraviglie. L'ha riempita di cose preziose (fra cui il libro delle storia che leggevo loro annno scorso nelle ore calde della spiaggia) e ha passato questi giorni tenendola a tracolla sempre, tanto che sembrava un testimone di Geova pronto a diffondere Verbo e dispense. Marghe invece ha riconquistato i suoi riccioli morbidi, che dalla nonna sembravano sgonfiati, ha indossato una maglietta che le avevo comprato tempo fa, con la bandiera inglese e la scritta "I wonna live, love e laught in London" e ha svolazzato libera e felice come una ragazza selvaggia di Carnaby street.  Abbiamo condiviso la Pasqua con un'altra famiglia felice, che  come la nostra ha  voglia  di stare bene, con loro abbiamo fatto il barbecue e pranzato all'aperto e ringraziato il cielo per quello che abbiamo.

venerdì 7 aprile 2017

Senza

Siamo arrivati alle lunghe vacanze di Pesach. Da questa mattina niente più asilo. Da questa mattina inizia la settimana in cui vado al lavoro da sola, con voi gemelli sistemati qua e là. Questa mattina ho avuto un tuffo al cuore, nel lasciarvi a casa a giocare, nel passare davanti ad un glicine senza che voi indovinaste il nome di quella pianta, senza fermarmi dal fornaio a comprare l'occorrente per la vostra merenda. Questa mattina mi avete dato un bacio frettoloso e vi siete rituffati nei vostri giochi.
Questa sentire la vostra mancanza mi fa male al cuore ma mi fa felice nel vedervi diventare indipendenti. Anche se, ormai, senza di voi non ci so stare. Vi voglio benissimo, amori miei grandi!

giovedì 30 marzo 2017

Emozioni di acqua alta

Stelle marine più, per questo da ieri piscina grande. E l'accompagnava un'emozione non da poco. Ema che da subito ha detto che non ci voleva andare, Marghe che all'ultimo ha iniziato anche lei a sussurrare che prorio non ci voleva andare, in acqua alta. Io ho mentito spudoratamente, dicendo che non andavano sempre in acqua alta, avrebbero continuato ad andare un po' in acqua alta e un po' in acqua bassa. Fatto sta che ieri è stata dura convincerli e, anche quando sono scesi in piscina, ho visto Ema che piangeva. E' stato consolato, per fortuna aveva la sorella e l'amichetto vicino, per fortuna era insieme ad un bambino che ha pianto per tutto il corso, così si è sentito in dovere di consolarlo e subito è passato tutto. Certo è che anche io ero emozionata, certo è che sono, anche queste, prove della vita. Le prime di tante, e per fortuna adesso possiamo ancora tutti accompagnarci, consolandoci e rassicurandoci a vicenda. Per questo il risultato è comunque vincente. Alla prossima

giovedì 23 marzo 2017

Indimenticabile mercoledì

Il mercoledì è giorno di piscina. Si sta concludendo l'ennesimo corso e siamo arrivati ad essere Stella marina più, il che vuol dire che, un anno prima rispetto ai sei anni richiesti, i gemelli faranno da ora in poi i corsi in acqua alta. Ovviamente grande orgoglio il mio e grande preoccupazione la loro, che non potranno più vagare per la piscina bassa ma dovranno stazionare al bordo della piscina con l'acqua ad aspettare il loro turno.
Ma ieri si vedeva che era un giorno speciale, perchè mentre eravamo in auto, diretti alla piscina, scopro che Emanuele non era voluto andare alla lezione di Talmut Torà che si tiene il mercoledì pomeriggio all'asilo. Gli chiedo spiegazioni, sopratutto stupita dal fatto che proprio lui, fervente religioso, si sia rifiutato di andare a quella lezione. Mi dice che non vuole andare perchè si vergogna, e poi si chiude in un ostinato silenzio. Inizio ad indagare, piano piano riesco di nuovo a farlo parlare, mi dice che la parte dove imparano le canzoni gli piace, ma quando poi devono disegnare lì non vuole più andare, perchè gli amici lo prendono tutti in giro per come disegna. In effetti lui ancora non sa colorare preciso dentro ai bordi, e anche i suo disegni liberi sono più primitivi rispetto agli altri bambini, anche se hanno uno stile tutto suo. Mi si stringe il cuore, a sentire quelle parole di sconforto e cerco una soluzione con lui. La sera a cena ne parliamo anche con il Gangster, il quale consiglia Ema di non rinunciare ad andare ma anzi, di ribellarsi alle prese in giro degli amici. Si instaura un bel clima confidenziale, Ema canticchia la nuova canzoncina di Pinocchio che gli piace tanto e allora il Gangster, mentre stiamo finendo la cena, ci mette un po' di canzoni in sottofondo. Scatta subito il ballo, Ema si esibisce cantando anche in inglese, e il clima diventa incredibilmente rilassato e felice. Direi che ieri sera è stata una delle cene indimenticabili, quelle che, se non le vivi, non le puoi capire. Anche se per cena c'era la mortadella, anche se avevamo affrontato tante emozioni, anche se affrontare lo spogliatoio della piscina con due gemelli non è uno scherzo, anche se io il mercoledì non vedo l'ora che finisca presto.

mercoledì 15 marzo 2017

Amicizia sincera e spassionata

Sono arrivati quest'anno, in classe con i gemelli, due fratellini russi. Non conosco la loro storia, so che hanno una mamma solare e con il cuore che palpita quando li vede e loro sono due bambini adorabili, curiosi di tutte queste grandi novità che stanno vivendo. Emanuele è il loro migliore amico, sono sempre insieme, sempre felici, sempre in grande sintonia.  Hanno energie da maschio da vendere, curiosità da appagare, amore da elargire. Io mi prendo sempre un po' di tempo per salutarli con calma, farmi raccontare, rispondere alle domande, godermeli tutti in quella loro bellissima amicizia. Ieri, il fratellino biondo, mi voleva dire qualcosa che io prorpio non riuscivo a capire, benchè mi sforzassi molto. Ho visto la delusione negli occhi del bimbo, per non riuscire a comunicarmi quella cosa importantissima che doveva dirmi. Ema ha colto quella difficioltà dell'amico ed è prontamente intervenuto dicendomi:"Mamma, lo capisco io, ti vuole dire che...." e mi ha spiegato bene cosa l'altro voleva dirmi, vedendo così illuminarsi di felicità gli occhi dell'amico.  Vivono un'amicizia sincera, quasi quotidianamente si scambiano regali, quelli che, al momento del saluto da scuola si promettono di portarsi il giorno dopo, felici di donare all'amico anche qualcosa di importante. Ricordo, per esempio, che al compleanno dei gemelli, quando Ema ha spento le candeline della sua torta con sopra i personaggi dei Paw Patrol, la prima cosa che ha fatto è stata cercare l'amico biondo per regalargli, per primo, il suo personaggio preferito, poi ha chiamato il di lui fratello per regalargli un altro personaggio e poi via via tutti gli altri amici, privandosi così lui di tutti i giocattolini senza batter ciglio. Quando gli chiedevo, all'inizio di questo loro amore, se non gli dispiacesse privarsi dei propri giocattoli, forse anche un po' pensando che fosse un prezzo che Ema si sentiva di pagare per avere l'amicizia del bambino, lui mi ha risposto sincero che era felice di donare qualcosa all'amico e che non gli importava di privarsi di qualcosa se quella qualcosa faceva felice l'amico. La risposta era visibilmente sincera e appassionata che mi ha colpito, colpito per aver colto, così piccolo, il vero valore delle cose e dell'amicizia. Tanto che, quando domenica c'è stata la recita all'asilo e alla conclusione i bimbi dovevano ballare,  è stato naturale, per i due amici Ema e il fratellino biondo, scegliersi per ballare un abbracciatissimo valzer.

martedì 14 marzo 2017

Prima settimana bianca

Fatta la nostra prima settimana bianca. Prima per me, che amo il caldo e che solo l'amore di mamma per i suoi cuccioli poteva convincermi a prendere ferie per andare a cercare la neve invece che il sole e prima anche per i gemelli, ovviamente. Il Gangster invece è uno sciatore navigato. Siamo partiti tutti molto ansiosi, io per la situazione nuova che rimaneva tutta in mano mia da gestire, i bimbi perchè era il loro primo viaggio, considerato che le vacanze se le passano tutte al mare nella nostra casa di Quercianella, il Gangster perchè doveva condividere la compagnia di altre due famiglie amiche, che hanno bimbi piccoli come noi, con le quali condividiamo un po' di agosto al mare e niente più. E' andato tutto molto bene, dalla compagnia con le altre famiglie alla scuola di sci che ha visto, in cinque mattine, traformare i piccoli in provetti sciatori.
Ovviamente l'approccio allo sci è stato diverso: Marghe seguiva attentamente le indicazioni impartite dal bravissimo maestro Daniel, la vedevo sciare concentrata e assorta e, quando era in fila in attesa del suo turno, la vedevo un po' provare quello che avrebbe poi dovuto fare. Lui non ha seguito mai nessuna spiegazione, si buttava a sci uniti in tutta velocità ridendo, sicuro che alla fine qualcuno lo avrebbe fermato e, quando aspettava il proprio turno, ingannava il tempo dando le botte sul casco degli altri bambini. Ad onor del vero va detto che, se ero certa che lui non avesse imparato o, per lo meno avrebbe fatto male la garetta finale nella quale dovevano esibirsi nelle cose che avevano imparato a fare (spazzaneve, frenare, curvare) alla fine ha stupito tutti dimostrando che, benchè non fosse mai stato attento a nessuna spiegazione, ha sentito tutto e, durante la gara, ha applicato tutto quanto gli è stato insegnato. Lei invece ha dimostrato indipendenza (sapeva mettersi e levarsi gli sci e insisteva anche a portarli in braccio da sola, mentre lui me li mollava malamente), competenza e doti atletiche che le vanno riconosciute. Io ho visto nei loro occhi la felicità che mettono nel provare, unita a quel battito dei cuoricini che battono emozionati e che forse sento solo io. C'è da dire che aiutarli nell'affrontare le prove che venivano chieste loro, tutte nuove,  da camminare con gli scarponi a sciare, a prendere lo sklift, appoggiarli e incoraggiarli in tutto, mi ha reso partecipe a questa loro bella esperienza, che abbiamo concluso sì con la gara vinta da tutti, con una medaglia che ci ha resi tutti fieri, ma anche con l'ultima cioccolata con panna, in tazza piccola, presa l'ultimo pomeriggio, tutta la famiglia insieme, seduta all'aperto perchè ormai il freddo non lo sentivamo più, che ci ha fatto promettere di tornare ancora e ancora.

mercoledì 22 febbraio 2017

Si prevedono pomeriggi di fuoco



E finalmente è arrivata anche l’accettazione nella scuola richiesta, quella nella quale eravamo stati smistati dalla prima scelta. Ieri sera abbiamo ufficialmente brindato alla fine delle scuole private.
Tutto bene, tutto come il destino ha deciso, è solo che, giusto il giorno prima, il pomeriggio, tornati a casa dopo l’asilo, mi sono detta ma perché non approfittare di questo tempo libero per far fare i compiti di musica ai gemelli? Avevo preventivato giusto una mezz’oretta di tempo e dedizione, prevedendo una cosa veloce e intensa e…. invece lo scenario che mi si è presentato è stato di tutt’altro genere.
Ci mettiamo sul tavolo di cucina (nella sana mia illusione di poter, intanto che loro facevano i compiti, preparare la cena). Entrambi ai lati opposti, si fronteggiavano da lontano. Lei subito pronta, si posiziona con il foglio davanti e i pennarelli pronti (andava disegnata la scala a colori delle note prendendo, come riferimento, il disegno dell’omino della musica). Lei inizia, sceglie i colori e colora i cerchi, che rappresentano le note, dei colori giusti. Lui invece non ne vuol sapere di sedersi,  scappa, va richiamato e ricattato. Quando inizia, disegna così veloce da andare fuori dal cerchio e disegnare oltre i bordi. Lei, da lontano, gli dà una rapida occhiata e gli dice:”Brutto Ema, ma quanti scarabocchi fai!”. Lui, ovviamente, si offende e, con il broncio e quasi pronto a piangere, si alza e se ne va via. Allora io brontolo lei, le dico di pensare a quello che fa e di non guardare e criticare il fratello. Tento, a lungo, di recuperare lui che, alla fine, si fa convincere e torna. Intanto lei ha già finito, intanto lui fa così di fretta da sbagliare i colori. Glielo dico, lui si offende di nuovo e io decido di non essere indulgente: a settembre andrà alle elementari e che si plachi! Deve sforzarsi di concentrarsi su quel che fa. Intanto con lei cerchiamo di fare la chiave di violino (che non è certo uno scherzo!). Lui allora ricomincia dall’inizio e alla fine ci riesce. Passiamo allora a scrivere le note sul pentagramma. Lui si ricorda tutto della lezione di musica di sabato scorso e, senza indugio, posiziona le note nel posto giusto del pentagramma. Lei invece ha bisogno di studiarle di nuovo, prima di posizionarle deve ripetersele mentalmente, prendendosi dei secondi per decidere, cosa che permette a lui di suggerirle subito come fare. Ovviamente lei si umilia di questa sua lentezza che poi lentezza non è, deve solo studiare come facciamo tutti e non è necessario ricordare tutto sempre come fa lui. Per questo i ruoli si scambiano, adesso piange lei e lui la deride.
Alla fine riusciamo a scrivere le note giuste sul pentagramma e anche a leggere uno spartito semplice già scritto. Certo, ad onor del vero lui legge cantando il suono delle note, avendo già memorizzato tutto da tempo, mentre lei riesce a leggere lo spartito con un monotono. Io guardo l’orologio e mi accorgo che la mezz’oretta prevista… si è trasformata in un’ora abbondante, piena di scene madri, di fatica, di richiami e di un gran mal di testa. Tento di fare una cena veloce e, mentre sfornello vedo sconfortata come saranno i nostri pomeriggi del prossimo anno scolastico, quando i due andranno alle elementari e dovranno fare i compiti quotidianamente a casa  (per scelta mia di far fare loro il tempo corto). Si prevedono pomeriggi di fuoco, si annullano tutti gli appuntamenti, e si incrociano le dita.
Certo che, tornato a casa il Gangster, gli ho raccontato sconfortata l’accaduto, ma anche ho mostrato orgogliosa come i due leggessero senza indugio lo spartito.

mercoledì 15 febbraio 2017

Scuola primaria

E alle 12.08 e alle 12.15 ci hanno smistato in un'altra scuola. Il dato è tratto, il destino segnanto.
Le iscrizioni alla scuola primaria vengono fatte esclusivamente on line, anche se le telefonate non sono mancate, open day fatti, informazioni tipo 007 prese e anche carpite, stilato lista di pro e contro di ogni scuola possibile da scegliere, cronometrato orari e percosi, eventuali attività secondarie da incastrare, sentito umori e mormorii sui probabili docenti, ho pure una lista segreta, nel cassetto al lavoro, dei possibili bimbi avversari, quelli più papabili per rubarci il posto. E così è stato: 31 richieste per 25 posti disponibili nella scuola di nostra prima scelta. Noi, a punteggio zero perchè siamo ampliamente fuori dalla zonizzazione della scuola, siamo stati fra quelli esclusi e smistati. Smistati alla mia seconda scelta, altra scuolina pubblica di campagna, dove pare che la prima classe si formerà con soli 15 bambini, anche lì tempo corto, con due soli pomeriggi a scuola gli altri a casa con la mamma a fare i compiti, scuola su di una collina di Firenze, forse la più prestigiosa, uccellini che cinguettano, tutti si conoscono ad eccezione della futura insegnante, che dovrà essere di nuova nomina, con tutte le conseguenze del caso. Ma ormai il dado è tratto, il destino segnato e lassù andremo! Perchè nell'aria c'è già odore di scuola elementare anzi no, ops, scuola primaria, come si chiama adesso.

martedì 14 febbraio 2017

Buon San Valentino

A quanto pare mi ascolti attenta, anche se, svagata come sei, non sembra. Così, quando ti scoppia il cuore per il tanto amore che provi per me, sento che cerchi di ricordare e ripeti quello che ti dico sempre io, quando, ugualmente, mi scoppia il cuore di amore per te. Così ti ritrovi a dirmi, dopo che un "Mamma ti adoro" non ti basta più un: "Mamma, sono così orgogliosa di te" proprio perchè te lo dico sempre io. E io, per non essere da meno, una mattina in cui ce ne stavamo cinguettando amore e complimenti, ti ho detto: " Marghe, sono così innamorata di te. "E lì tu mi hai femato. Mi hai detto: "Eh no mamma, mi dispiace, ormai sei sposata con il babbo." E mi hai fatto ridere!
Buon San Valentino piccola apetta amorosa mia.

mercoledì 8 febbraio 2017

Grazie per la compagnia che mi hai fatto

Gemelli colpiti dall'influenza. Stiamo a casa tutti insieme per qualche giorno. Vista la febbre e la spossatezza che dà, la giornata era organizzata così: fino alle 11 noi tre rimanevamo  nel lettone in pigiama a guardarci Cartoonito, poi doccia ritemprante e rinfrescante, spremuta, vestiti e un po' di disegni. Pranzetto, lettura libri tutti abbracciati sul divano e poi tornava la febbre, che vedeva Ema stramazzare in un sonno profondo sul divano per tutto il pomeriggio, mentre Marghe, con la stessa febbre, si accomodava tranquilla nel suo lettino con il tablet sulle ginocchia, a cercare un po' di video che le piacevano. E in quello strano silenzio della casa, in quella strana quiete, li ho osservati, ho visto una bimba che mi sembrava un'adolescente, lì in cameretta sua da sola  con il tablet,  mentre  lui caldo di febbre e di sonno, mi ricordava tanto quando da piccolo si addormentava, nella stessa posizione, sul divano. Io che adoro alzarmi presto, mi sono goduta invece quelle lunghe mattine passate sotto le coperte tutti insieme, lì ad annusarci e a coccolarci. Tanto che quando la pediatra ci ha detto che sarebbero duvuti rimanere a casa per tutta la settimana, la decisione di portarli dalla nonna è stata sì inevitabile, perchè io, oltre al martedì, non potevo più rimanere a casa con loro. Però mi sono fatta triste, li ho salutati ieri sera, quando il loro babbo li ha accompagnati dalla nonna, con abbracci stretti e non potevo non dire loro che quello che ho detto ad entrambi mentre li abbracciavo uno ad uno: "grazie per la compagnia che mi hai fatto in questi giorni". Sono stati momenti magici.

lunedì 30 gennaio 2017

Se la chiami lei viene

Sabato sarebbe stato il tuo compleanno. Per fortuna non me lo sono ricordato. Ci ho pensato solo questa notte, in uno dei momenti in cui penso a te. Forse perchè ieri sera sembrava che anche il babbo stesse male, e io, anche se mi difendo molto da tutti questi dolori, sono dentro a te e a lui fino al collo.
Per il tuo compleanno, cara mammina mia, vorrei raccontarti di Marghe, di quando siamo andati un pomeriggio al cinema a vedere Oceania, lei vicina a me a chiedermi spiegazioni per una cosa che non capiva. Mi chiedeva come fosse possibile che la nonna di Vaiana, morta prima che lei partisse per oltrepassare la barriera, comparisse di nuovo a quella sua nipote coraggiosa, proprio in una notte in cui la ragazza il coraggio lo aveva perso. Le dico che  se anche  le persone care muoiono, come è morta la nonna Carla, se uno ha bisogno di lei può sempre chiamarla e sicuramente la nonna, dalla nuvoletta, scende in nostro aiuto. Marghe rimane silenziosa, forse incredula e il film continua. Poi entriamo in auto, il fratello, scosso dalle troppe paure avute durante il film, si addormenta di colpo russando e noi ce ne stiamo un po' in silenzio. In quel silenzio sento che Marghe chiama:"Nonna Carla" a voce alta, forse per provare se da vero, chiamando la nonna, l'avrebbe finalmente rivista.
Io mi sono emozionata, ma emozionata con tenerezza, senza tristezza, sicura che anche la mia mamma se la sarebbe risa di cuore. Sicura anche che la mia mamma, chiamata, sia venuta subito dalla nostra amata e dolce Marghe e abbia fatto il viaggio verso casa lì con noi, seduta fra la sua nipote riccia e il nipote russante.

venerdì 27 gennaio 2017

Nel corpo e nel cuore

I tempi degli amori, per voi, sono ancora lonatani. Ma io ogni tanto mi imbatto in qualche pensiero.
Quando ho visto al cinema  Capitan Fantastic sono rimasta colpita dal saluto del padre al figlio, che se ne andava nel mondo, che gli raccomanda, quando avrebbe trovato una donna, di amarla con rispetto. E questo è quello che vorrei insegnati a te, amore mio piccolo e maschio, che mi brami, mi stringi, mi baci con amore, con una fisicità, un trasporto e una passione che ti insegnano a confrontarti con un'amore, seppur adesso solo quello assoluto verso la tua mamma. Io penso che, lasciandoti gioire, coltivando questa tua emozione, chiamandoti amore e dicendoti quanto ti voglio bene anche io, ti insegni che l'amore, che prima o poi amplierà lo sguardo oltre di me, è fatto di emozione, di trepidazione di cuore, anche di trasporto fisico urgente che non ti farà ragionare, ma che deve rimanere collegato al cuore, in ogni tua scelta. Vorrei che con le donne tu fossi un gentiluomo, che tu non le ingannassi ma le rispettassi, orgoglioso di mostrarti forte e anche debole, onorato di fare il primo passo e anche di fermarti ad aspettarla, se lei ne avrà bisogno. Guardala negli occhi, attraverso il suo sguardo arrivale al cuore, prendila per mano e avanza insieme a lei. Spero ti sappia portare, spero che vi accomagnerete, spero che sia emozionante, spero che l'allegria sia del corpo e della mente, dell'andare e dello stare, di fare sul serio e di scherzare. Spero che in lei tu trovi l'emozione di buttarti, spero che lei sappia donarti l'emozione di riconfermarle l'amore tutti i giorni. Spero che lei sia una di molte, perchè nella vita si cambia, si prova e ci si esalta. Spero che poi, con Lei, tu ti fermi e costruisca. Ometto solido come sei, che ami regalare per il gusto di veder l'altro felice
Per te invece, mia farfallina che mi somiglia tanto, vorrei  attrezzarti ad avere con un carattere forte, che sappia affrontare le tempeste del cuore, che sicurmente ti capiteranno, così simile a me come sei da conoscere già quante lacrime e delusioni ti coglieranno Ti auguro di amare appassionata, di non cadere nella trappola delle prime promesse impossibili da mantenere, di gioire di quel che provi, nel fisico e nel cuore, nell'andare oltre a quello che si aspettano da te, in genere che tu sia brava, fedele e rassicurante. Una Donna non è quasi mai così, ha bisogno di provare, strappare e rinascere per essere felice. Ostinati a provare amore anche se fosse solo per una notte, ostinati a pretendere il meglio per te, anche se fosse solo per un mese, ostinati a cercare l'amore, perchè quello deve essere per tutta la vita. Non con il primo, con con il secondo, non con il millesimo, ma con quello che saprà leggere il tuo cuore, rispettarlo, lasciarlo libero come lo sono i tuoi capelli, adorarti nel tuo bel corpo e nelle tue risate, regalandoti  vicino  una persona calma che ti permetta per poter inciampare senza paura. Pretendete entrabi di essere felici.

giovedì 19 gennaio 2017

Separati ma infelici

Ieri giornata di gemelli separati. Emanuele aveva in programma una visita dal foniatra che lo e mi bloccavano a casa tutta la mattina, quindi Marghe è andata all'asilo da sola. L'ho accompagnata io, lasciando Emino a casa con il babbo. Io e lei da sole abbiamo chiacchierato in auto, con tutto il tempo e il silenzio a disposizione, senza quell'Ema che parla di continuo. Ci siamo anche concesse una colazione al bar, io e lei, sedute a tavolino come due amiche. Poi siamo andate all'asilo correndo e saltando, mano nella mano rosse di freddo e felici. Torno a casa e prendo Ema, ce ne andiamo insieme a fare la spesa, ce ne andiamo alla visita a piedi, pranziamo con la pizza nel nostro posto preferito. Poi a casa, stanchi e infreddoliti entrambi, ci siamo un po' guardati la tv insieme. Ma dopo avanzava ancora del tempo e Ema, sconsolato, mi chiede quando saremo andati a prendere Marghe. Le ho chiesto se le mancasse e lui ha detto sì, con gli occhi luminosi, pensando alla sua compagna di giochi. Gli ho chiesto se voleva fare qualcosa con me, approfittando di questa nostra solitudine, mi ha detto sì ma senza entusiasmo, più per far contenta me che lui. Quando siamo arrivati poi all'asilo, Marghe è corsa incontro al fratello e lo ha abbracciato forte forte, dimostrando così che per loro la lontananza è davvero un vuoto. Anche la sera, dopo la piscina, dopo la cena, prima di andare a letto, lei se l'è ancora abbracciato dicendo che le era mancato tanto quel suo fratellino. E lui le ha risposto con gli occhi e con un abbraccio ancora più stretto. E io che pensavo di aver regalato loro dei momenti felici da passare con me! Ma meglio così, sicuramente!

lunedì 16 gennaio 2017

Suonare i campanelli

Porto i gemelli ai corsi di musica da quando gattonavano. Penso che la musica sia allegria per l'anima e nutrimento per il cervello. Adesso, con l'inizio dello studio delle note, dobbiamo iniziare a scegliere lo strumento da suonare, ormai il prossimo anno.
Mentre sabato stiamo andando al corso, chiedo:
"Marghe, ma te cosa vorresti suonare?"
Lei risponde: "I campanelli"
Ah, ecco.

martedì 3 gennaio 2017

Odori segreti, amicizie deluse, prove delle vita

Ieri pomeriggio siamo rimasti a casa soli io e te, mentre Marghe era a fare la spesa con il babbo. Come sempre, quando siamo da soli, vuoi aiutarmi a fare qualcosa,  era il momento di stirare così mi hai aiutato a portare i vestiti stirati in camera. Li tenevi stretti ben in equilibrio, poggiandoci la testa sopra per non farli cascare. Poi,  quando li hai lasciati, come sempre ti sei annusato le mani. Questa volta però mi hai chiamato e mi hai detto che mi volevi dire un segreto, forse forte del fatto che eravamo soli io e te. All'orecchio, per paura che questo tuo segreto venisse sentito da qualcuno, anche se nessuno c'era oltre noi, mi hai detto: "Sai mamma che io sento gli odori? Sento i profumi e i puzzi, ma li sento tanto." E io ti ho rassicurato, dicendo che lo sapevo, che me ne ero accorta (come fare a non accorgersene, dopo ogni cosa che fai ti  annusi sempre le mani) e che era un dono speciale quello che avevi. Hai tirato un sospiro di sollievo, felice di avermi  potuto confessare quel tuo "potenziale", felice che qualcuno accogliesse quelle tue perprlessità.
Forse per questo, questa mattina, quando stavamo percorrendo il vialetto che porta alla piscina, per la seconda mattina dei centri invernali in piscina,  mi hai chiesto come si fa a diventare amico di qualcuno. Io ti ho detto che per  prima cosa bisogna chiedere il nome dell'amico, poi dire il proprio e chiedere se vuole diventare tuo amico. Hai ascoltato, come sempre, quando la cosa non ti torna mi chiedi ripetere per darti tempo di capire meglio e poi mi hai chiesto come fare se quell'amico non vuole essere tuo amico. In quel momento allora Marghe, che stava sentendo tutto, mi ha chiesto cosa lei doveva fare se un bambino non voleva essere amico del suo fratello oppure se litigava con suo fratello. Lì ho capito che non erano teorie quello che i due mi chiedevano, ma mi stavano chiedendo spiegazioni di qualcosa che hanno vissuto, forse proprio in piscina o forse con altri amici, e ovviamente, io ho risposto che devono cercare di trovare un accordo con l'ipotetico amico oppure cercare di fare la pace e dire amici come prima.
Tutto questo per raccontare quanto tu, mio ometto, sia impegnato a  capire il mondo, le delusioni, le perplessità, le modalità della vita e di come la sua sorellina ti tenga d'occhio.

lunedì 2 gennaio 2017

Compleanno numero 5

Abbiamo festeggiato i 5 anni al sole d'inverno, in un giardino freddo ma accogliente,  il 30 dicembre di mattina quando ancora tutti gli altri bimbi erano in casa. Ma la fortuna arride agli audaci, io sapevo che per il compleanno dei miei bambini ci sarebbe stato il sole, che l'avremmo festeggiato all'aperto come piace a me, che sarebbe andato tutto bene, come è stato. I bambini invitati erano solo gli amici stretti, 12 in tutto, il clown che ci ha animato la festa era uno sconosciuto consigliatissimo dagli altri clown che conosco bene e in effetti ci ha fatto morir dal ridere. Emanuele mentre si prestava a fare gli spettacoli con lui si schiantava dal ridere e Marghe che non ha voluto partecipare, se non alla fine in compagnia delle sue amiche,  si schiantava dal ridere a vedere il fratello. Tanto che quei video che ho fatto, che riprendeono i pezzi di spettacolo con Emanuele protagonista, li uso nei momenti di tristezza per strapparmi un  sorriso e li ho mandati agli amici più cari,come biglietto di auguri per un nuovo anno felice.
Di questo quinto compleanno ricordo il sole e le risate, ma ricodo anche la mattina presto, quando Ema è venuto nel lettone e io gli ho detto buon compleanno, stringendomelo forte a me e ho sentito quel suo corpicino magro che fremema dalla felicità, emozionato come fa lui che spalanca la bocca senza emettere suono e sprigiona gioia dagli occhi. Come ricordo Marghe che mi ha detto che quello era stato il giorno più bello della sua vita, lei che aveva criticato l'assoldamento di un clown per il suo compleanno, mentre invece adesso insisite che Giulivo venga tutti gli anni. Come ricorderò la felicità nei loro occhi quando hanno visto quelle torte che tanto volevano entrambi, ognuno con i prorpi personaggi preferiti e, anche, la gioia di vedere Ema che, appena finito di spengere le candeline, distribuisce spontaneamente i pupazzi dei Paw Patrol che aveva sulla torta, con generosità ad ogni amico, chiamandolo uno per uno mentre per contro (ad onor del vero va detto), Marghe ha insisitito a voler scegliere la fetta di torta con la sua Wings preferita, Stella, forte del fatto che la festeggiata fosse lei, lasciando poi che le altre bimbe scegliessero le preferite ma dopo di lei.
Io il giorno del compleanno dei gemelli mi emoziono ogni volta e ogni volta ripercorro quel giorno della loro nascita, quando sono venuti al mondo e forse, quella più spaesata e impreparata ero io. Poi, come sempre fanno, loro, i piccoli, mi hanno guidato e mi hanno aiutato a farli crescere, insegnando loro a me come fare. Grazie per questo  bel compleanno a voi, amori miei.