martedì 3 gennaio 2017

Odori segreti, amicizie deluse, prove delle vita

Ieri pomeriggio siamo rimasti a casa soli io e te, mentre Marghe era a fare la spesa con il babbo. Come sempre, quando siamo da soli, vuoi aiutarmi a fare qualcosa,  era il momento di stirare così mi hai aiutato a portare i vestiti stirati in camera. Li tenevi stretti ben in equilibrio, poggiandoci la testa sopra per non farli cascare. Poi,  quando li hai lasciati, come sempre ti sei annusato le mani. Questa volta però mi hai chiamato e mi hai detto che mi volevi dire un segreto, forse forte del fatto che eravamo soli io e te. All'orecchio, per paura che questo tuo segreto venisse sentito da qualcuno, anche se nessuno c'era oltre noi, mi hai detto: "Sai mamma che io sento gli odori? Sento i profumi e i puzzi, ma li sento tanto." E io ti ho rassicurato, dicendo che lo sapevo, che me ne ero accorta (come fare a non accorgersene, dopo ogni cosa che fai ti  annusi sempre le mani) e che era un dono speciale quello che avevi. Hai tirato un sospiro di sollievo, felice di avermi  potuto confessare quel tuo "potenziale", felice che qualcuno accogliesse quelle tue perprlessità.
Forse per questo, questa mattina, quando stavamo percorrendo il vialetto che porta alla piscina, per la seconda mattina dei centri invernali in piscina,  mi hai chiesto come si fa a diventare amico di qualcuno. Io ti ho detto che per  prima cosa bisogna chiedere il nome dell'amico, poi dire il proprio e chiedere se vuole diventare tuo amico. Hai ascoltato, come sempre, quando la cosa non ti torna mi chiedi ripetere per darti tempo di capire meglio e poi mi hai chiesto come fare se quell'amico non vuole essere tuo amico. In quel momento allora Marghe, che stava sentendo tutto, mi ha chiesto cosa lei doveva fare se un bambino non voleva essere amico del suo fratello oppure se litigava con suo fratello. Lì ho capito che non erano teorie quello che i due mi chiedevano, ma mi stavano chiedendo spiegazioni di qualcosa che hanno vissuto, forse proprio in piscina o forse con altri amici, e ovviamente, io ho risposto che devono cercare di trovare un accordo con l'ipotetico amico oppure cercare di fare la pace e dire amici come prima.
Tutto questo per raccontare quanto tu, mio ometto, sia impegnato a  capire il mondo, le delusioni, le perplessità, le modalità della vita e di come la sua sorellina ti tenga d'occhio.

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