lunedì 4 dicembre 2017

Violinista per obbligo

Da quando gattonavate abbiamo frequentato corsi di musica, sempre divertendoci.
Con il tempo alle canzoncine abbiamo sostituito le note, sempre sotto forma di gioco, e il pentagramma per voi, già dallo scorso anno, non aveva più segreti. Per questo, seguendo il naturale andamento della scuola musicale che frequentiamo, da quest'anno abbiamo iniziato uno strumento. Violoncello per lui, violino per lei.
All'inizio è stato entusiasmante, con concerti stonati che animavano la casa. Poi sono arrivati i compiti e le esercitazioni serie da fare: arco dritto, gomito lungo e non piegato, polso mobile, arco lungo. Gli esercizi di musica, da fare a casa, hanno iniziato a rappresentare la parte più brutta della giornata. Tanto che, da esercitarsi tutti i giorni, siamo passati ad esercitarsi due volte la settimana, urlando (io) e piangendo (te).
Fino a quando, venerdì scorso, ti ho vista singiozzare come mai ti ho sentito, dopo che ti avevo brontolato così forte come  non l'avevo mai fatto. Mi sono fermata, mi sono ricomposta e mi sono presa un po' di tempo (sentendo sempre te che piangevi forte a calde lacrime).
E poi mi sono detta:"ma chi ce lo fa fare?" Ovviamente la scelta dello strumento forse non era così libera e spontanea, ma guidata da un susseguirsi di eventi, forse la scelta del violino per te non è stata così libera , ma come si fa a sapere se le scelte che fa un bambino di 5 anni sono razionali e ponderate? Forse sì ci tenevo, più perchè mi sembravate pronti che per avere una bimba violinista. Tutto questo però non poteva giustificare le tue lacrime e quel clima infelice che si crea in casa ogni volta che dico dobbiamo fare gli esercizi di strumento. Fate i compiti di scuola volentierissimo, dove vi porto e dove state, anno scorso siamo rimasti imbrigliati in quel corso di altletica che vi ha visto in pista con un freddo polare senza battere ciglio, ogni cosa che decido la fate senza brontolare, no, non poteva esistere che io caldeggiassi un momento così triste.
Per questo, mio fiorellino bianco, ho preso una decisione, ti ho avvicinato a me, mi sono abbassata per guardarti negli occhi e ti ho chiesto se ti piacesse suonare violino oppure se volessi smettere. Ho visto i tuoi polmoni rilassarsi, ti ho sentito prendere fiato e diventare leggera, finalmente sollevata da questo peso. Mai, per carattere, ti  saresti ribellata a me, ma proprio per questo dovevo essere io a fornirti una soluzione che non sapevi trovare: alle cose che ci fanno male deve avere la forza dire no.
Mi hai detto che tu avresti voluto suonare pianoforte, che violino non ti piaceva perchè troppo faticoso, che preferivi cantare nel coro, mi abbracciavi felice di potermi dire quello che pensavi.
La mattina dopo, arrivati a scuola di musica, per quella che pensavo fosse la tua ultima lezione di violino, tu ci hai stupito entrando a lezione senza di me, facendo lezione con la maestra e, decidendo con lei, di continuare violino, ma senza fare i compiti a casa.
Se son rose fioriranno, se sei violinista dentro vedremo.

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