giovedì 11 gennaio 2018

Ostinato, nel bene e nel male

Il mercoledì vado sempre un po' prima a prendere i bimbi a scuola, perchè dobbiamo correre in piscina e anche 5/10 minuti di anticipo mi servono. Per questo ho un contatto diverso con le maestre, non li consegnano e via ma ho la possibilità di parlarci un attimo. Ormai però capisco, dalla faccia della maestra, come è andata la giornata... ieri era palesemente un giorno no, ho visto la maestra che accigliata e che mi ha subito dato volentieri Emino come a liberarsene, dicendomi che aveva avuto una giornata impossibile, che non aveva voluto assolutamente lavorare. Per fortuna passava di lì l'altra maestra, quella di italiano, alla quale ha chiesto conferma su come si fosse comportato Ema con lei. L'altra maestra (che a me piace tanto) ha risposto che lei la temono e che con il bimbo non aveva avuto problemi. Anzi, ha detto che di  Emino non c'è da lamentarsi perchè legge benissimo, e anche Marghe è brava e che sono intelligenti in maniera diversa. Mi si è aperto il cuore che prima mi si era strizzato. So bene tutto, so bene che quando per Ema è il giorno no è no totale, non si entra dentro, non si viene a patti, non si ragiona con lui, bisogna solo aspettare che passi. So bene però anche che se è interessato e valorizzato, se vuole ottenere una cosa, se è incuriosito e decide che quello deve fare, non ci sono ostacoli per  lui. Per questo la mattina di ieri era già partita strana, con segnale che fosse giorno no dalla sveglia alle 5,30 di mattina, con lui che non aveva più sonno perchè doveva chiedermi se la nonna Carla fosse la mamma del nonno o la moglie, mi doveva anche dire che adesso che sapeva disegnare il collo avrebbe fatto un altro ritratto della nonna, e che siccome la nonna aveva i capelli bianchi, li avrebbe solo disegnati ma non colorati.
Ugualmente, anche se in materie diverse, l'aver imparato a leggere da solo rispecchia questa sua ostinazione progettuale. Quando lui ha capito il meccanismo del leggere, non l'ha fermato nessuno, neanche la maestra che insegnava loro una lettera per volta, neanche il fatto che, appunto, non fosse padrone di tutto l'alfabeto intero. Lui si è messo a studiare il libro deducendo dalla figura quale fosse il suono della lettera iniziale e lì  ha imparato tutte le consonanti e vocali  e le ha utilizzate per leggere perchè lui vuole e deve sapere cosa c'è scritto ovunque. Confessa pure il suo unico ostacolo, la d di dodo, perchè dodo proprio lui non lo conosceva come un animale, ma quando io gliel''ho insegnato bang, l'alfabeto era completo.
Questa sua ostinazione, questa sua forza di volontà è un limite nella disciplina e nel rispetto delle regole, perchè se lui ha in mente altro non farà mai quello che invece gli dice di fare la maestra. Invece è un pregio quando, malgrado tutto, lui vuole e riesce a capire e a fare una cosa.
Ema, ci farai dannare lo so, perchè già lo fai, ma come dice la maestra Gilda di italiano, ci darai anche tante soddisfazioni.

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