lunedì 17 dicembre 2012

Mangiare

Quando i gemelli sono nati sono rimasti all'ospedale oltre la mia dimissione perchè, con il parto prematuro, ancora non avevano sviluppato l'istinto di suzione, per questo non riuscivano a prendere il latte dal biberon. Veniva supplito a questo  sparando loro il latte direttamente in pancia con un sondino.
Quei giorni, che mi sembravano interminabili, li ho passati andando all'ospedale a trovarli per tutto il tempo che mi era permesso, per dare io loro il latte ad ogni poppata e per sorvegliare i loro pasti. Ogni poppata era un terno al lotto, ogni 4 ore era tutte le volte un trattenere il fiato sperando che almeno quel biberon lo succhiassero. Spesso andava male, a volte iniziavano a succhiare ma poi si addormentavano e così le infermiere, per completare la loro alimentazione, passavano al nutrimento forzato con il sondino. Io subivo perplessa questo mistero e chiedevo a tutti informazioni su come e quando avrebbero iniziato a mangiare normalmente, sicura che quella scorciatoia del proporgli subito il latte in pancia non li aiutasse a progredire. I medici mi rispondevano pazienti: vedrà che prima o poi iniziano a succhiare, non si può insegnarglielo, devono arrivarci da soli, e questo solo il tempo può farlo. E a me quei 13 e 16 giorni in cui sono rimasti all'ospedale solo per quel motivo, mi sembravano interminabili, mi sembrava che quel tempo non passasse mai e che loro non sarebbero  mai riusciti a prendere un biberon da soli. E invece avvenne, iniziò la bimba a mangiare tutti i suoi biberon, per questo fu dimessa prima, e poi a ruota lui, che tornò a casa tre giorni dopo.
Da allora non hanno più smesso di mangiare. Quegli uccellini con il becco pigolante, che appena nati erano così frastornati da non sapere neanche mangiare, hanno poi magicamente iniziato a finirsi tutto il latte con regolarità, aumentando la dose e crescendo a vista d'occhio. Ancora ricordo come un incubo quell'incessante riempire e svuotare i biberon ogni 3 ore e mezzo, notte e giorno, con quell'estenuante  monotono ritmo mangia, pannolino, sonnellino e via, di nuovo biberon, pannolino, sonnellino, a ruota continua.
Fino a quando non è arrivato il momento dello svezzamento. Io un po' mi ero ancorata a quel loro essere nati prematuri, anche se solo di un mese, per ritenerli sempre piccoli per provare così nuove esperienze, come mi sollecitava di fare la pediatra, che non voleva starmi a sentire quando le ripetevo che sì, lo svezzamento si deve iniziare a 5 mesi e mezzo ma loro di età corretta sarebbe di un mese meno quindi..... Grrr mi ruggiva lei, non c'entra nulla, inizi e basta. Allora io ho iniziato intimorita, quei due scriccioli mi sembravano ancora così imberbi per il cucchiaino che.... gemella Mina appena lo ha visto la prima volta me l'ha strappato di mano con voracità e si è entusiasmata talmente tanto al primo omogeniezzato di frutta che se l'era spalmanto tutto sul viso (e per fortuna che ho una bellissima foto che immortala il momento). Gemello Emino invece al primo alimento semisolido ha storto  la bocca, faceva le smorfie come a dire questo schifo proprio non lo voglio, che mi fece capitolare e rimandare le merende a base di frutta di un mese. Insistere mi sembrava di fargli un dispetto (ma quelli erano i momenti in cui gemello Emino mi dominava, adesso che ho capito la sua strategia non lo rifarei). 
Dopo questa pausa siamo ripartiti con lo svezzamento (solo perchè mi vergognavo davanti alle altre mamme  che ormai avevano già iniziato tutte, e perchè non avrei saputo cosa inventare alla pediatra alla vicina visita di controllo) anche se con il solito ritardo dovuto al fatto che bisognava passare alle pappe in momenti tranquilli e invece nel mezzo c'era il matrimonio/battesimo con relativo viaggio di nozze, e certo non potevo iniziare in albergo!  Ed eccoci così al primo fine settimana di luglio, eravamo al mare quando ho fatto il primo brodo di verdure, loro che  mangiavano solo una parte, sputandone molta altra e io che avevo il cuore stretto perchè avevo paura che non riuscissero a mangiare abbastanza. Ma non mi sono persa d'animo, ho iniziato a fare le mie interviste alle altre mamme della spiaggia, e ho captato rassicuranti non ti preoccupare vedrai che mangeranno e dritte sul fare il minestrone in grandi quantità con la pentola a pressione e poi surgelarlo, sul non stare dietro a dosi e quantitativi, sul fare ad occhio e senza preoccupazione, che tanto prima o poi tutti abbiamo mangiato. 
Così  il cucchiaino non ci ha fatto più paura e dalle prime sbobbe risputate, non so più nemmeno quando, siamo passati a voraci piatti di semolino e verdure con omogeneizzato di carne, finite in un batter d'occhio tanto che venivano anche dagli ombrelloni più lontani a vedere la proverbiale voracità dei gemelli. 
Io nel frattempo ero diventata altamente indipendente, uscivo di casa la mattina con due thermos belli carichi di minestrone caldo e con tutto il kit occorrente per la costruzione istantanea sulla spiaggia delle pappe, così potevo permettermi di fare fuori sia il pranzo che la cena e godermi l'intera giornata al mare.
Adesso, con i primi denti, siamo passati al cantuccio di pane da sgranocchiare per far rodare appunto quei bei dentini aguzzi e dal semolino ormai siamo arrivati da tempo alla pastina, con pesce vero dentro tutto sminuzzato ma neanche troppo e poi alla banana fatta a pezzi che rigorosamente ora entrambi vogliono solo in mano, che basta essere imboccati, per arrivare alla prima fetta di prosciutto cotto fatta a pezzetti che si sono mangiati questa sera come se fossero dei grandi. Ma che siano già diventati grandi? Sì proprio quei pezzettini che non riuscivano a bersi il latte.

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