martedì 25 dicembre 2012

Adesso sì che è Natale

Abbiamo iniziato Natale con calma, i gemelli si sono svegliati molto più tardi del  solito e già questo doveva insospettire, che loro ancora non fanno regali di Natale concedendoci qualche ora in più i giorni di festa. Difatti Mina aveva vomitato di nuovo nella notte e quando l'ho  trovata questa mattina con il vomito secco nei capelli e sul viso l'ho pure bonariamente sgridata, dicendole che lei è troppo accomodante, non si lamenta mai, e invece quando si sente male la deve chiamare la sua mamma, invece che fare da sola. 
Emino invece respirava male, tanto catarro e tanta spossatezza che non si svegliava con niente, lui che è il gallo della casa.
Ho dato il latte ai due e sono pure tornata a letto, tanto erano abbattuti che si sono rimessi a dormire volentieri entrambi, e io in quel lettone ho detto al babbo Gangster che quello era il Natale più bello della mia vita, pur con il vomito e i pannolini puzzolenti, ma avere quei tre bei regali non aveva paragoni. Così io e lui ci siamo scambiati i regali prima che arrivassero tutti, ci siamo abbracciati e ci siamo concessi la colazione in pasticceria. Ma mentre il marito Gangster andava a prendere l'altro suo figlio, fratellone di 10 anni dei gemelli,  mi sono accorta che Emino respirava proprio male, con affanno costante tanto da preoccuparmi, io che per la loro salute mi preoccupo sempre poco, pronta come sono a temprarli alle sfide della vita. Così ho  telefonato all'ospedale pediatrico Meyer, per fissare un appuntamento con la guardia medica, ma dalle informazioni ricevute per telefono ho ritenuto opportuno non aspettare il pomeriggio, quando mi avevano dato appuntamento, e ho portato Emino subito al Pronto Soccorso. 
Codice giallo,  ci hanno quindi fatto passare subito. Con puf di aerosol mirati e costanti lo hanno rimesso in sesto, anche se la febbre era arrivata a 39, ci hanno dimesso 3 ore dopo con antibiotici e cortisone da continuare a casa e io e il mio ometto abbiamo passato il pranzo di Natale digiunando al Meyer, ma abbracciati stretti l'uno all'altra, con un Emino remissivo che mi si addormentava in braccio e che accettava tutto quello che gli facevano, arreso alle braccia della sua mamma. 
Inutile dire che, se non fosse stato per la Mina che era rimasta sola a casa con la nonna del mare, il fratellone Fra e il babbo Gangster, quello è stato il pranzo di Natale più bello della mia vita, io e il mio cucciolo a cantare farfallina e guli guli, senza mangiare entrambi, ma stretti stretti al calduccio dei nostri corpi. Non ero mai stata da sola così tanto tempo con il mio Emi, io e lui, come un primo appuntamento, come il vero regalo di Natale. 
Siamo tornati a casa e io mi sono mangiata le lasagne riscaldate, il cucciolo è stato messo un po' a letto e, senza di lui, come ormai succede sempre nei momenti cruciali (durante il battesimo si addormentò così profondamente che abbiamo fatto tutte le foto senza di lui...) abbiamo aperto i regali per tutti, con Mina che voleva solo stare in braccio a me, forse spaventata per essere stata lasciata sola tutto quel tempo, forse perchè voleva anche lei il suo Natale speciale con me. 
Abbiamo animato il momento regali con tanti scherzi, con regali incrociati e inaspettati e, ovviamente, la bimba ha apprezzato soprattutto ... la carta regalo e i fiocchi dei pacchetti, che i giochi contenuti in essi insomma, sono meno divertenti che il rumore che fa la carta da strappare. 
Poi Emino è risorto, felice di incontrare finalmente il suo Frafratello e tutti e tre hanno giocato fra di loro, felici di quella triangolazione strana, che si ricongiunge pochissimo. 
E intanto Mina, sempre e solo in braccio a me, aveva la febbre. Quindi di nuovo tutti a letto con la tachipirina e con Emino che cantava nel suo lettino proprio perchè quella tachipirina lo aveva fatto tornare in forma e voleva la sua dose di attenzioni, annullate da un pomeriggio passato a dormire per ritemprarsi. 
Oggi è stato faticoso e preoccupante, ma non ho mai avuto paura, solo dispiacere per vedere i piccoli malaticci e fare il classico pranzo di Natale  standard sarebbe in effetti stato molto più noioso di come l'ho passato io. 
In effetti ero molto più preoccupata per loro il  Natale di anno scorso, quando incoscientemente aspettai di aprire i regali e  fare il pranzo di Natale per poi andare solo dopo all'accettazione della maternità per farmi vedere, che  era un paio di giorni che non mi sentivo per niente bene, con quella panciona piena di gemelli. E difatti, vista e presa: neanche mi mandarono a casa a prendere le cose per l'ospedale, mi ricoverarono direttamente e anzi, appena ebbi il letto, mi ritrovai l'anestesista ai piedi del letto a farmi la classica intervista per l'anestesia e io lì preoccupata da quel frastuono, da quel passare dal sentirsi sempre bene  al ritrovarmi la sera di Natale per la prima volta ricoverata in un ospedale, le dicevo no, io non faccio i gemelli questa sera, non sono pronta, loro sono troppo piccoli per nascere e io non sono preparata per accettare tutto questo, loro dovrebbero nascere fra un mese e vedrà che li faccio allora. L'anestesista mi salutò scrollando la testa e dicendomi che ci saremmo viste dopo in sala parto. Io ebbi la fortuna di capitare in un turno medici ragionevoli, che forse furono commossi da quel mio "non essere pronta", forse furono consigliati dal mio ginecologo privato, insomma, mi dettero un'altra possibilità e mi fecero fare accertamenti e analisi durante tutta la notte. I valori rientrarono, la mia pressione divenne più stabile e mi fu programmato il cesareo... giusto qualche giorno dopo, ma quei 5 giorni in più mi fecero venire a patti con la realtà e con quel parto che andava fatto.
E anno scorso appunto non mi sarei immaginata che sareste nati proprio come vi volevo: entrambi simpatici, che belli si sa che è inutile dirlo, tanto ogni bimbo è bello per la sua mamma!
Buon Natale e grazie di tutto, bellissimi bimbi miei, adesso sì che è Natale!!!

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