sabato 27 luglio 2013

Vai, e torna quando vuoi

Mi sono accorta che ce la facevi perché una mattina, uscendo dalla casa al mare, ognuno di voi per mano a me, tua sorella si è liberata dalla mia mano ed è scappata nel vialetto. Istintivamente ti ho lasciato la mano per andarla a prendere e mi sono accorta che eri rimasto in piedi da solo, brontolando di paura, ma che ce la facevi, a stare in equilibrio senza nessun appiglio. Poi siamo andati in spiaggia e tu, seduto sulla sabbia, ti sei messo a quattro gambe e ti sei alzato da solo in piedi, cascando subito dopo, ma stavi comunque ritto in piedi in equilibrio, senza alcun appiglio. Quando me ne sono accorta ho avuto un tuffo al cuore di gioia, ti ho incitato e applaudito, e tu felice provavi e riprovavi, elettrizzato dalla novità e anche dalla mia felicità. Ho visto la contentezza pura sul tuo volto, l’estasi di riuscirci da solo. Credo proprio che si elettrizzante il brivido dello staccarsi e del rimanere in piedi da solo.
Il giorno dopo poi ti ho lasciato in piedi sulla spiaggia senza più la mia mano di sostegno  e io mi sono spostata di qualche passo e tu mi sei venuto incontro felice, forse più felice di prendermi le gambe che di camminare, ma eri felice di vedermi così felice, emozionata come ero nel vederti muovere da solo.
Oggi poi quando abbiamo fatto il bagno in mare vedevi due bambini più grandi che si schizzavano e tu ridevi felice di quel gioco che volevi fare anche tu, con loro, e non te n'è più importato di sentire la mia mano, hai iniziato a camminare nell'acqua da solo per andare incontro a quei tuoi amichetti, a quegli scherzi con l'acqua che ti elettrizzavano, per la voglia di stare con altri bimbi, ma che mamma e mamma ormai!
Sai piccolino mio, tu sei quello che fa le cose sempre dopo, o per lo meno questo pensiamo ormai di te, anche se sei un bambino sveglio e intelligente, propositivo e birbone, ma ormai sei il bimbino piccolo che piange piano e tanto, quello che ha bisogno di maggiori giorni, quello che dall’ecografia signora non so se lui ce la farà. Eccome se cel’hai fatta e ce la fai. Ce la fai e molto bene, come questa volta nel camminare, anche se hai quasi 19 mesi.
Paperino mio biondo, tutto abbronzato come sei in questi giorni di mare, con quei capelli corti corti color del sole, con quegli occhi neri innamorati della tua mamma, con quel nasino a ricciolo sempre imperlato di sudore, con quei muscoletti torniti, con quella tua voglia di acqua e di mare, con quei tuoi piedini a paperino, con quelle tue manoni forti, con quel tuo bisogno di essere preso in braccio, con quella tua felicità per il tuo ciuccio con l’elefante, con quella tua vocetta a trombetta quando fai il verso del cane, con la contentezza di sentire e vedere le moto e quel tuo imitare, con le mani, la sgassata dei motorini, con quel tuo salutare il treno e aspettare che finisca per dire più mettendo  le manine con i palmi rivolti verso l’alto e la testa piegata, con la felicità per la schiacciata, con quel tuo profumo di bambino di latte umido di sudore, con quei tuoi occhi che mi guardano e si illuminano quando io riguardo. Sei il mio piccolo ometto bello, come ti chiamo io in questi giorni. Buoni passi nella vita amore mio pulcino, la tua mamma ti aspetterà sempre per prenderti fra le braccia, ma solo quando tornerai da lei, che adesso che cammini è giusto e santo che tu le vada lontano.  

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