lunedì 2 marzo 2015

Londra noi, scarlattina lei, futuro aereo insieme a lui

Giovedì 26 febbraio mattina, nonché sesto anniversario del loro matrimonio in Belize, i genitori dei gemelli, di cui i sono la moglie mamma, nonché il Gangster che è il marito babbo, se ne partirono per Londra, per festeggiare quel giorno, il giorno successivo che era il di lei compleanno (che poi sarebbe il mio) e, visto che c'erano, si sono trattenuti anche per il weekend, rientrando a casa la domenica. I gemelli esclusi da tutto ciò (se no che vacanza sarebbe stata per noi?) tanto loro avevano l'asilo per due giorni nonché grandi piani, nel we, con la baby sitter Guendalina. 
Giovedì tutto tace, i genitori che, per l'occasione, si consideravano solo marito e moglie che si ritrovavano insieme, a festeggiare quel giorno che li vide sposarsi sulla spiaggia del Belize, all'ora del tramonto, a piedi nudi, sotto due palme che incorniciavano il mar dei Caribi, loro due soli, sono atterrati a Londra, dove andavano regolarmente prima di avere i gemelli, vivendo quella città come meta usuale per i weekend che in qualche modo dovevano passare da qualche parte e, mano nella mano, hanno scorrazzato in su e in giù per la città, cercando di evitare il temporale battente che imperversava, scoprendo una parte del British Museum che non ricordavo, quella del palazzo Assiro ricostruito là dentro, che mi ha emozionato come quando ho visitato il Pergamom Museum a Berlino, finendo a festeggiare nello spettacolare ristorante con vista mozzafiato sul Tower bridge, che va tanto di moda adesso, che si chiama Aquashard. Si addormentano poi beati e dormono stecchiti fino al mattino dopo, ignorando pure quel telefono che squillava presto.... sicuramente di qualche scocciatore. Purtorppo lo scocciatore altri non era che Guendalina, che ci voleva informare che Marghe aveva 37.8 di febbre, che comunque, non sapendo che fare (visto che noi non rispondevamo) ha portato entrambi i bimbi all'asilo, con preghiera, alle maestre, di chiamarla caso mai la bimba peggiorasse. Zap, cuore stretto. E' pure il mio compleanno. Via, che mai sarà, un po' di febbre. Cuore in pace, Andiamo a visitare Greenwich, ridente cittadina con famoso meridiano e pranziamo con empanadas argentine al mercatino del posto, come piace fare tanto a me quando siamo fuori, sfruttando un sole splendente che è raro in questo periodo a Londra. Ho l'occasione di ripensare ai miei vari compleanni nel mondo, a quella volta in cui al Cairo pranzammo in un orrendo posto sporco che ci faceva morir dal ridere, prima di ritrovarci a piangere per l'emozione, la sera, nell'assistere allo spettacolo di luci e suoni alle Piramidi, a quando a Gerusalemme pranzammo all'aperto in un caldo febbraio, prima di andare al Muro del Pianto, a quando ho visitato la Grotta di Pindaya, forse il regalo più bello ricevuto per il mio compleanno dal mondo e nel mondo, con quella torta Trazzina che poi mi aspettava la sera sul lago Inle. Quando ero tornata da un giorno dal Rajasthan e festeggiammo, con il Gangster, in una Quercianella deserta, unici al ristorante che sembrava prenotato tutto per noi, con davanti quel mio mare. E via e via, ecco che arriviamo a Brik lane, ci fermiamo a festeggiare in un locale divertentissimo, esageriamo con i centrifugati e.... arrivano notizie da casa che i gemelli sono stati presi prima dall'asilo e potrai a casa perché Marghe ha oltre 38 di febbre. Via di tachipirina e speriamo bene. Chiamo la pediatra che mi dice che il primo giorno di febbre non si vede nulla, non rimane che aspettare. Andiamo a cena, siamo un po' stanchi e io sono preoccupata perché so che di notte a Marghe la febbre sale molto.... La mattina chiamiamo per primi, Guenda mi dice che di notte si è svegliata per fare gli impacchi freddi alla bimba, che aveva la febbre alta e che di mattina aveva di nuovo 38. Cuore stretto, andiamo a Notting Hill e poi decidiamo di andare a visitare Canterbury, visto che di nuovo pioveva tanto. Prendiamo un trenino lentissimo, scendiamo sotto la pioggia, visitiamo la splendida cattedrale, troviamo riparo in un pub e facciamo la videochiamata classica ai bimbi e uuuuuu, vedo la Marghe tutta rossa paonazza! Mi spavento e sento anche Guenda preoccupata. Non so che fare così da lontano, vorrei vedere con i miei occhi quella mia bimba e allora penso alla sola persona della quale mi posso fidare, un'altra me praticamente, e chiedo a Valeria di passare da casa per controllare lei la situazione. Quando arriva decide di chiamare la Guardia Medica, che non è proprio eccellente visto che prima diagnostica la scarlattina ma poi ci ripensa e mi richiama (io sempre rinchiusa in un pub) e mi dice che potrebbe essere anche mononucleosi. Be, sia quel che sia almeno l'ha vista un dottore e inizia a prendere delle medicine. Decidiamo così di cenare lì, alle 6 del pomeriggio, con un ottimo piatto di maiale cotto nella birra accompagnato da una divertente birra alle ciliegie. Il giorno dopo però di nuovo videochiamata e vedo Marghe tutta gonfia. Di nuovo un colpo! Così mando Guendalina con entrambi i bimbi al pronto soccorso pediatrico, dove confermano la scarlattina per lei e lui boh, sul contagio non è dato sapere. Noi ce ne andiamo a Camden Town, c'è di nuovo il sole e per fortuna che nel pomeriggio torniamo a casa. Arriviamo e ci aspetta una tavola imbandita, con striscione di buon compleanno e i bimbi che mi aspettano davanti ad una torta con le candeline accese. Le spengiamo insieme, ceniamo con pizza e torta di mele, prima però Marghe si  apparta in un grande pianto, che ha interrotto solo perché io l'ho presa in braccio e tenuta in collo tutta la cena, povera piccina che finalmente sfogava il suo disagio per essere stata malata senza mamma. E poi, dopo averli messi a letto, pensando che dormissero già, sono entrata in camera loro come faccio sempre per controllarli e Ema si è svegliato all'improvviso, mi ha visto e mi ha fatto un sorriso bellissimo, di felicità, che mai scorderò, felicissimo di avermi ritrovato e, un po' nel sonno, mi ha detto Mamma andiamo insieme a Londra con l'aereo? Marche e il babbo poi vengono in un altro aereo. Certo bimbo mio, sapessi come sarò contenta quel giorno in cui viaggeremo insieme.

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