Ohibò, canti con il tuo babbo.
Ohibò mi dico io adesso,
guardandoti stupita.
Hai iniziato ad essere
ragionevole da domenica mattina, quando hai lasciato salire tua sorella sul
posto davanti del passeggino, dicendo “aspetta davanti, io dopo” che mi ha
fatto capire che capivi il senso della turnazione e dell’aspettare.
Mi hai fatto stupire quando,
davanti al laghetto dello Stibbert, dopo che il giorno prima avevi lanciato il
tuo ciuccio dentro, mi hai chiesto “un pochino, un pochino solo il ciuccio,
mamma” e io ti ho detto no, il ciuccio ai giardini non si tiene più, solo in
auto e per la nanna. E tu hai un po’ pianto ma poi ti sei fatto serio e hai
detto “aspetta ciuccio, a dopo”.
Perché alle cose adesso parli,
soprattutto le inviti ad aspettare quando non le puoi avere.
Adesso chiedi anche scusa. Prima
picchi, sempre, che il non picchiare ancora non ti è entrato in testa, però lo
abbini, subito dopo, ad un cambio di voce e ad un “scusa” dolce e remissivo che
scalda il cuore e che ti fa perdonare tutto.
Ancora sei serio e responsabile,
paladino dell’ordine e della disciplina. Un po’ mi dispiace di questo, perché
già dobbiamo sopportare i deliri di ordine del Gangster, che se ti ci metti
anche te… però, d’altra parte, vivere con una mamma disordinata come la tua, e
una sorella che sicuramente, almeno per ora, sul fronte ordine promette proprio
male… ecco che ti devi ancorare al rispetto dell’ordine per stare tranquillo.
Allinei le tue scarpe quando te le togli e torni indietro a verificare che tua
sorella abbia fatto altrettanto. E visto che lei proprio altrettanto non fa
mai, ti concentri e ti impegni per proseguire l’allineamento scarpe mamma,
scarpe Mele, scarpe Petita, e guai se escono dalla riga. Questa mattina poi sei
venuto da noi inorridito perché avevi trovato per terra un pelo e sei corso a
buttarlo via subito, facendo ridere tutti.
Anche quando vedi tua sorella
disobbedire proprio non vuoi e non riesci a capire perché lo faccia. Le urli
Marghe no, come un fratello maggiore, e lei, buffa, si adegua all’ordine oppure
continua a disobbedirti, proprio come si fa ad un fratello maggiore.
Anche però hai sempre il sorriso
pronto, l’entusiasmo di fare le cose che conosci e la tenacia di imparare a
fare quello che non riesci. Adesso piangi molto meno e ridi tantisismo, adesso
non ti devo più chiamare per chiederti un abbraccio forte forte, ma ti vedo che
mi cerchi per darmelo, stringendomi come se mi volessi stritolare e quando hai
finito mi guardi negli occhi innamorato, pensando quello che sicuramente anche
io penso di te: sei il più bello del mondo.
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