Confabulate molto fra di voi e io
non sono più il centro della vostra attenzione. Preferite star da soli e,
soprattutto, far da soli. Chiamate gabbia i vostri lettini a cancelli, come in
effetti vi sentite in gabbia a stare là dentro, ormai pronti ad esplorare il mondo da
soli.
C’è stato un momento in
particolare in cui ho capito che ormai vi eravate fatti proprio grandi, che è
stato quando, tornati a casa, io sono andata in cucina a preparare la cena
mentre voi siete scappati in salotto, dove non vi ho più sentito. Insospettita,
mi affaccio e vi vedo tranquilli seduti sul divano, a giocare con la trottola,
pronti ad aspettare il proprio turno per passarvela fra di voi. Lì ho capito
che ormai i moti di indipendenza vi hanno portato ad organizzarvi come meglio
credete.
Come quando vi ascolto in
camerina vostra, che vi siete appena svegliati oppure quando è il momento di
dormire, che cantate da soli le vostre canzonicine o le canzoni che io canto e
le ripetete tutte benissimo, con tanto di parole, strofe, ritornelli, come due
cantanti affermati. Capisco così che memorizzate tutto, e quello stare sempre
attenti fa parte di questa vostra grande voglia di imparare.
Adesso dite sempre più spesso no, perché adesso non volete veramente fare quella cosa, e non più per capriccio ma per
volontà ed è sempre più difficile convincervi. Adesso sempre più vi allontanate
per esplorare, dite mamma via e vi cercate fra di voi per farvi compagnia e combinare i
vostri guai.
Io, ora, quando mi chiedono di
voi, dico che siete diventati grandi e anche birboni, ma non sono difetti, sono
due complimenti.
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