venerdì 30 maggio 2014

Due e cinque


Confabulate molto fra di voi e io non sono più il centro della vostra attenzione. Preferite star da soli e, soprattutto, far da soli. Chiamate gabbia i vostri lettini a cancelli, come in effetti vi sentite in gabbia a stare là dentro, ormai pronti ad esplorare il mondo da soli.
C’è stato un momento in particolare in cui ho capito che ormai vi eravate fatti proprio grandi, che è stato quando, tornati a casa, io sono andata in cucina a preparare la cena mentre voi siete scappati in salotto, dove non vi ho più sentito. Insospettita, mi affaccio e vi vedo tranquilli seduti sul divano, a giocare con la trottola, pronti ad aspettare il proprio turno per passarvela fra di voi. Lì ho capito che ormai i moti di indipendenza vi hanno portato ad organizzarvi come meglio credete.
Come quando vi ascolto in camerina vostra, che vi siete appena svegliati oppure quando è il momento di dormire, che cantate da soli le vostre canzonicine o le canzoni che io canto e le ripetete tutte benissimo, con tanto di parole, strofe, ritornelli, come due cantanti affermati. Capisco così che memorizzate tutto, e quello stare sempre attenti fa parte di questa vostra grande voglia di imparare.
Adesso dite sempre più spesso no, perché adesso non volete veramente fare quella cosa, e non più per capriccio ma per volontà ed è sempre più difficile convincervi. Adesso sempre più vi allontanate per esplorare, dite mamma via e vi cercate fra di voi per farvi compagnia e combinare i vostri guai.

Io, ora, quando mi chiedono di voi, dico che siete diventati grandi e anche birboni, ma non sono difetti, sono due complimenti.

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