giovedì 17 settembre 2015

Uomini e donne, fin da piccoli



Lui piange con la bocca in giù, proprio come fanno i bambini piccoli, non appena vede l’auto che gira nella strada dell’asilo. Lei lo consola dicendogli: dai Ema, vediamo..  Lui allora le chiede rassicurazioni tipo:Marghe che facciamo all’asilo? Lei risponde allegra: giochiamo, andiamo in bici e lui da quelle parole di lei si fa cullare.
Poi patteggiamo preventivamente quanti baci darci al momento dei saluti. Io dico tre e, dopo breve trattativa, concordo cinque baci. Che vengono accuratamente contati al momento dei saluti e ai quali si aggiunge, strappata all’ultimo minuto, una “carezzina a te” che sarebbe appunto una carezza alla mamma data con gli occhi lucidi di rassegnazione all’addio.
Poi vado a prenderli e mi guardano come dire ah, sei già arrivata … perché è chiaro che si sono subito rassegnati e ambientati e che vedermi lì li disturba anche un po’ nel da fare che hanno.
Poi succede come ieri che Marghe mi racconta di aver pianto all’asilo, non perché voleva la sua mamma, ma perché il fratello giocava con una bambina e non la voleva lì con loro. Ho chiesto chiarimenti al bimbo, mi ha detto che lui non sa come si chiama quella bambina, ma che è la bambina con la coda e che la sorella no, non ce la voleva insieme. E credo che, con quella coda, lui voglia un po’ di intimità, escludendo così una sorella disperata che giusto qualche ora prima lo aveva rassicurato per farlo entrare all’asilo tranquillo.
E’ chiaro che a pazienza e la generosità delle donne si costruisce fin da subito. Come l’egoismo maschile di fronte ad una coda che svolazza e per la quale si rinnega anche l’affetto più caro.

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