Sono cresciuta passando le estati
in una casa in campagna che avevamo. Piccolo paese di pietra, circondato da
boschi e da prati, pieno di bambini di ogni età, le giornate di quei lunghi tre
mesi estivi passavano alla scoperta del mondo, soprattutto del mondo della
natura. Nel gruppo dei bambini, che scorrazzava libero dove lo portava il
vento, il più grande guardava il più piccolo, i genitori rimanevano a casa
mentre tutti i bambini in branco, organizzavano giochi e escursioni, seguendo
le dure leggi della natura: i più grandi comandavano, i più piccoli seguivano,
gli animali morivano, anche ammazzati, i conigli venivano spellati dai
contadini, alle galline veniva tirato il collo, l’ortica bucava, le vipere
erano un pericolo del quale eravamo tutti a conoscenza ma la cosa non limitava
niente e nessuno, a casa dalla mamma tornavi solo alle cinque del pomeriggio
per fare merenda. Ovviamente tornavamo anche per il pranzo e la cena e pure per
una sana doccia, che doveva lavare via la terra dalle unghie e dalle ginocchia.
E la sera dopo cena via, di nuovo tutti fuori a giocare a nascondino al buio e
guai a chi aveva paura.
Io così sono cresciuta credendo
che le lucciole ci fossero ovunque, che le notti fossero buie ovunque e che il
manto stellato fosse patrimonio di tutti, che le formiche si ammazzavano senza
pietà come pure le lucertole e che i conigli e i polli che vedevo morire
davanti a me non fossero incarnazioni di esseri viventi ma semplicemente il
componente principale di un bel futuro piatto fumante. Ho creduto anche per
tanto tempo che il bagno non si facesse in mare ma nel fiume, che le mamme non
ti dovevano proteggere dai pericoli che la vita ti mette davanti ma che dovevi
cavartela molto da sola, aguzzando l’ingegno, l’orientamento e affidandosi
molto alla buona stella.
Per questo adesso mi sembra tutto
così enormemente ridicolo portare i bambini ai giardini e sentire quelle frasi
tipo non correre se no sudi oppure non andare lì se no ti sporchi. Oppure
vedere quei genitori che sorvegliano a vista i bambini e li difendono dagli
altri mentre giocano.
Per questo ai miei bimbi tocca l’unico giardino pubblico dove non ci
sono scivoli e altalene ma dove c’è un bel laghetto nascosto da un bosco e dove
gli alberi hanno un nome che io sto loro insegnando e la natura ha profumi e
pericoli e sorprese che sto loro facendo scoprire. Per questo adesso ci siamo
affiliati a quel posto scoperto da poco, che è l’Accademia Cinofila fiorentina,
dove una veterinaria in gamba ha creato
un oasi in città piena di animali ai quali si può dare da mangiare senza paura
e piena di coltivazioni che possiamo assaggiare. Per questo anche ieri ho di
nuovo portato i miei bimbi in un terreno di una mia collega, dove ci sono
alberi e frutti, lucertole da catturare e soffioni da soffiare, susine aspre da
cogliere dall’albero e cacca da fare nel prato. Ragni che ti pizzicano, profumo
di erba e capriole da fare in quei prati profumati. Per questo quando la sera i
due si spogliano e li vedo sporchi tanto, io dico bene, più sporchi sono più si
sono divertiti
Nessun commento:
Posta un commento