giovedì 7 maggio 2015

Sporchi e felici



Sono cresciuta passando le estati in una casa in campagna che avevamo. Piccolo paese di pietra, circondato da boschi e da prati, pieno di bambini di ogni età, le giornate di quei lunghi tre mesi estivi passavano alla scoperta del mondo, soprattutto del mondo della natura. Nel gruppo dei bambini, che scorrazzava libero dove lo portava il vento, il più grande guardava il più piccolo, i genitori rimanevano a casa mentre tutti i bambini in branco, organizzavano giochi e escursioni, seguendo le dure leggi della natura: i più grandi comandavano, i più piccoli seguivano, gli animali morivano, anche ammazzati, i conigli venivano spellati dai contadini, alle galline veniva tirato il collo, l’ortica bucava, le vipere erano un pericolo del quale eravamo tutti a conoscenza ma la cosa non limitava niente e nessuno, a casa dalla mamma tornavi solo alle cinque del pomeriggio per fare merenda. Ovviamente tornavamo anche per il pranzo e la cena e pure per una sana doccia, che doveva lavare via la terra dalle unghie e dalle ginocchia. E la sera dopo cena via, di nuovo tutti fuori a giocare a nascondino al buio e guai a chi aveva paura.
Io così sono cresciuta credendo che le lucciole ci fossero ovunque, che le notti fossero buie ovunque e che il manto stellato fosse patrimonio di tutti, che le formiche si ammazzavano senza pietà come pure le lucertole e che i conigli e i polli che vedevo morire davanti a me non fossero incarnazioni di esseri viventi ma semplicemente il componente principale di un bel futuro piatto fumante. Ho creduto anche per tanto tempo che il bagno non si facesse in mare ma nel fiume, che le mamme non ti dovevano proteggere dai pericoli che la vita ti mette davanti ma che dovevi cavartela molto da sola, aguzzando l’ingegno, l’orientamento e affidandosi molto alla buona stella.
Per questo adesso mi sembra tutto così enormemente ridicolo portare i bambini ai giardini e sentire quelle frasi tipo non correre se no sudi oppure non andare lì se no ti sporchi. Oppure vedere quei genitori che sorvegliano a vista i bambini e li difendono dagli altri mentre giocano.
Per questo ai miei bimbi tocca l’unico giardino pubblico dove non ci sono scivoli e altalene ma dove c’è un bel laghetto nascosto da un bosco e dove gli alberi hanno un nome che io sto loro insegnando e la natura ha profumi e pericoli e sorprese che sto loro facendo scoprire. Per questo adesso ci siamo affiliati a quel posto scoperto da poco, che è l’Accademia Cinofila fiorentina, dove una veterinaria in gamba  ha creato un oasi in città piena di animali ai quali si può dare da mangiare senza paura e piena di coltivazioni che possiamo assaggiare. Per questo anche ieri ho di nuovo portato i miei bimbi in un terreno di una mia collega, dove ci sono alberi e frutti, lucertole da catturare e soffioni da soffiare, susine aspre da cogliere dall’albero e cacca da fare nel prato. Ragni che ti pizzicano, profumo di erba e capriole da fare in quei prati profumati. Per questo quando la sera i due si spogliano e li vedo sporchi tanto, io dico bene, più sporchi sono più si sono divertiti

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