giovedì 19 giugno 2014

Cronaca di una giornata sgangherata

Mandando ieri il Gangster a prendere i piccoli al nido, mi perdo una comunicazione importante che è quella che oggi c'è sciopero. 
Così questa mattina arrivo davanti alla porta del nido e trovo tutto chiuso: l'unica dipendente che si è presentata in servizio mi dice che forse alle 8.45 arriverà una supplente part time e quindi, forse, potranno prendere massimo 6 bambini fino alle 12,30.
Mi prende un colpo. Già ieri sera sono andata a letto disperata dal mal di testa e da dolori diffusi similinfluenza, già questa mattina mi sono svegliata con gli occhi preoccupantemente gonfi tanto che dal sinistro non ci vedevo, già che questa mattina quando ho aperto la porta della loro camera ho trovato Emino completamente nudo, che si era tolto anche il pannolino spandendo la cacca ovunque, che sognavo di tirare il fiato facendo lo sforzo di pulire tutto e preparare i piccoli e consegnarli al nido e poi via, tornarmene a letto... ecco che ogni sogno svanisce.
Non mi dò per vinta, con i bimbi in auto proseguo e vado a fare colazione in una buona pasticceria lì vicino. I piccoli stanno seduti a tavolino tranquilli, aspettano dei pezzi di brioches mentre guardano incantati le auto che si fanno la doccia nell'autolavaggio là davanti. Arriviamo così alle 8.20. 
Rimonto i bimbi in macchina e ritorno davanti al nido, dove trovo già un bimbo che aspetta e dove scopro che, essendo i terzi, ci rientriamo ad essere presi. Dopo noi tre non arriva più nessuno, per cui i bimbi stanno da soli insieme all'amichetto tutta la mattina, io torno frastornata a casa e in un attimo arriva l'ora di andarli a riprendere.
Devono pranzare, ma per fortuna, passando davanti a casa dei miei genitori, mio padre ci invita ad entrare per pranzare con loro: io non ho fame ma i piccoli corrono a prendere il loro tavolino e le loro sedie e, concentrati, si fanno fuori una piattata di patatine fritte dicendo buoneeeee (e ci credo, sono le loro prime patatine fritte della loro vita, io non gliele faccio certo!)
Poi cedono al sonno e nel pomeriggio, con il Giardino Stibbert chiuso per turno settimanale, Valeria e Martino all'Elba, siamo orfani di tutto e di tutti, quindi decido di sperimentare un giardino nuovo, quello dei Partigiani, come lo chiamo io, anche se invece avrebbe tutt'altro nome. E' spoglio e brullo, pieno solo di "partigiane" signore anziane sulle panchine a discorrere e a giocare a carte. Noi ci arrangiamo un po' inventando qualche gioco: i due raccolgono susine selvatiche, riuniscono i ramoscelli per fare il fuoco, grattano le panchine con un sasso. Ma dopo un po' non sappiamo più che fare, quindi andiamo via. E' ancora presto per tornare a casa, così decido di andare a fare cena nel negozio di alimentari vicino casa: ci sediamo a tavolino e i gemelli si mangiano schiacciata con mortadella e succo con la cannuccia, io schiacciata con le verdure. Quando inzia a scatenarsi l'infermo anche lì, torniamo a casa, qualche gioco nervoso sul divano tipo tirarsi dietro tutti i libri e poi via, finalmente a letto.
Finalmente oggi è finita, finalmente un altro giorno è passato che ci avvicina a farvi grandi. Perché così piccoli, in giornate come queste, siete proprio impegnativi.

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