venerdì 27 giugno 2014

Mamma andiamo da Gianna?

Questa mattina ho accompagnato i gemelli al nido per il loro ultimo giorno di Madama Dorè. Ho percorso quel viale alberato che introduce al nido, sapendo che sarebbe stata l'ultima mattina dopo due anni passati là. Come sempre, appena lasciato il viale alberato e vedendo sullo sfondo, da lontano, il giardino del nido, i bimbi hanno esclamato "Mamma Gianna" felici. Perché loro non vanno al nido la mattina, ma vanno da Gianna, la loro maestra di riferimento. E tutte le mattine, questa compresa, sono stati stupiti e felici di ritrovare quel posto. 
Ma è stato quando sono andata a prenderli,  che mi sono veramente emozionata. Sono entrata e ho trovato i bimbi nell'ingresso insieme agli amici rimasti, tutti seduti a cantare una canzoncina con Gianna. Come sempre mi sono corsi incontro felici saltandomi addosso, ma  oggi però dovevo andare a prendere i loro vestiti di cambio, così li ho lasciati ancora un attimo lì e mi sono addentrata velocemente nelle stanze dove hanno passato questi anni. 
In quel breve tratto e in quei pochi minuti, mi è arrivato forte tutto il profumo e l'energia che i bambini hanno lasciato lì, in quelle stanze e in quegli oggetti. E ho avuto un tuffo al cuore. 
Come quando, usciti, ci sono stati i saluti con le altre mamme, anche con quelle degli altri gruppi, ormai tutti diventati una grande famiglia, che mi hanno fatto emozionare quando mi ricordavano  come fossero passati veloci questi anni, che sembra ieri che mi vedevano correre nel vialetto d'ingresso su e giù perché prima portavo un bimbo e poi subito correvo a prendere l'altro lasciato in auto. 
Due anni sono niente in una vita, ma tantissimo in quella breve di questi miei bimbi di due anni e mezzo. Tanti viali alberati sono stati percorsi e tanti vialetti d'ingresso sono stati varcati, prima di corsa e poi per mano e poi di corsa da soli.
Ricordando quei primi momenti, attacco qui sotto una cosa scritta in quei giorni, per riunire i ricordi di un prima e di un dopo.
Intanto concludo questo percorso con un  grazie tante Madama Dorè e grazie a Gianna, Paola, Chiara grande, Chiara piccola, Joshua, Elia, Milo, Emanuele Rapicavoli, Tobia, Andrea, Giorgia, Margherita Pampaloni, Emma, Silvia, Lorenzo, Sara e Silvia. Siete stati tutti ottimi amici e educatrici, siete stati la famiglia e la compagnia con cui varcare la soglia dell'infanzia. Siete stati tanto e ci avete regalato tanto tanto.

MARTEDÌ, 4 SETTEMBRE 2012

Se me lo avessero detto non ci avrei creduto

A volte, anni fa, quando la furia dei pensieri mi dominava e mi impediva di ragionare, oppure quando la noia dei giorni sempre uguali mi ammuffiva il cervello, aprivo la porta di casa e via, giro a piedi nei dintorni, senza una precisa meta ma alla ricerca di una calma che solo camminando mi arrivava o alla ricerca di qualche stimolo che solo andando trovavo.Questo succedeva anni fa.Ieri ho percorso le stesse strade di allora, quelle dietro casa, che comprendono quel bel viale alberato dove sempre andavo a finire in quei giorni degli anni passati, per andare  invece, questa volta, all’incontro con il personale del nido dove i gemelli inizieranno ad andare da ottobre.Se me lo avessero detto allora, quando la furia mi spettinava il cervello o quando la polvere me lo otturava, che presto sarebbero arrivati due piccoli a farmi passare di là, non ci avrei creduto.Ieri però non ci ho creduto a dover poi lasciare i bimbi al nido, a parlare di inserimento, a rendermi conto che altre persone daranno la pappa ai piccoli, che i piccoli si affezioneranno a loro, che dormiranno in un posto che non conoscono, che si vedranno strappare i giochi di mano da altre manine, che ce la faranno anche senza di me, anche se questo mi sembra già che avvenga: hanno una mamma che sta loro tanto simpatica me che volentieri lasciano andare via, senza mai fare una lacrima, contenti di aver comunque qualcosa da fare, studiare i giochi, studiare il mondo, imparare nuove cose. Poi, quando la mamma torna, sì, le vengono regalati sorrisi sdentati a profusione, ma la scoperta del mondo deve continuare e così via, subito  si rimettono al lavoro per  studiare le manine, il pavimento, le gambe della sedia, le foglie che si muovono attraverso la finestra.Se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto.

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