mercoledì 10 aprile 2013

Lui, lei, l'altra e l'altro, e anche i due.

Quando ci siamo conosciuti il Gangster aveva un bambino di 10 mesi che adesso ha 10 anni.
Per quel figlio abbiamo aspettato molto ad andare a vivere insieme, cercando di rispettare i tempi e le sensibilità di tutti, compresa quella della  mamma del bimbo che si è vista un Gangster, ovviamente non innamorato di lei, andarsene con una donna della quale si era improvvisamente innamorato pazzamente e della quale non poteva più fare a meno dal primo giorno in cui l'ha vista. 
A volte questa  situazione ci è sfuggita di mano, l'impeto del nostro amore era così forte che indubbiamente il bimbo ne ha risentito, avendo il babbo strappato da lui da questo amore invincibile. Indubbiamente, come in tutto, potevamo fare meglio, ma abbiamo fatto il nostro meglio, e questo ci fa stare mediamente tranquilli. 
Ormai abbiamo messo il giusto tempo in mezzo e, essendo già passati dieci anni,  pensavo che la vita, unita al tempo, attenuasse molte cose, compreso,  il rancore della mamma del bimbo nei miei confronti. Che invece non è calato di un millimetro. Non ci siamo mai viste, parliamo, ormai per abitudine, l'una male dell'altra, cercando però, almeno, di non mettere i figli nel mezzo. Che per non stare nel mezzo, non si frequentano. 
Diciamo che l'ago della bilancia che abbiamo (il Gangster, appunto) non è, a mio avviso, dei più acuti. Lui  dovrebbe dirimere le gelosie e le invidie di noi due donne ma, nel tentativo di pacificare tutto, getta, almeno per quello che mi riguarda, un fitto alone di mistero su quello che succede e su quello che prova per la mamma del suo primo bimbo. E, a quanto deduco dal rancore ancora pungente di lei, diciamo che con l'altra non è riuscito a fare  meglio visto che, da come si comporta, ancora lei pensa che il Gangster sia il capofamiglia della sua famiglia, non  tenendo conto che ormai è il marito di un'altra e che ha addirittura due gemelli. 
Diciamo che viviamo tutti in un armistizio precario che non salta solo perchè abbiamo un minimo di ragionevolezza, non certo perchè il Gangster sia un grande stratega. 
Per questo non mi vergogno a dire del grande piacere che mi ha fatto la telefonata del Gangster di oggi, che mi ha chiamato inondandomi di complimenti perchè mi voleva dire che era ogni giorno più convinto di aver fatto la scelta giusta nello stare con me, che sono una donna brava e pratica, che è stupito positivamente da come mi so organizzare con i bimbi e il lavoro, con il mio tempo libero e con l'educazione dei piccoli. Specie quando ho capito che mi diceva tutto questo confrontando  come si comporta la mamma di suo figlio per il bimbo, paragonato a quanto riesco a fare io con i gemelli. 
Con questo non voglio dire che lei non sia una buona madre anzi, ha cresciuto un figlio nella difficoltà di non avere un compagno in casa, ed è riuscita a far diventare il bambino un ragazzo educato e tranquillo. Certo che non ha investito su quel bambino, rendendolo così timido, insicuro e senza ambizioni per la sua vita. Ha cresciuto il figlio senza fargli frequentare altri bimbi che non fossero i due cugini, lasciandolo sempre così al sicuro della famiglia, tenendolo sempre in compagnia di adulti che l'hanno illuso di essere un bimbo invincibile e perfetto, come fanno, sbagliando, tutti gli adulti adulando e viziando i bambini, credendo così di risparmare le sconfitte della vita che prima o poi suoneranno il campanello di casa e che troveranno il bimbo privo degli strumenti per affrontarle, se non quello dello scappare via lontano dalle frustrazioni, cosa che è stata insegnata a fare a lui fino ad ora, impedendo  così a lui di sperimentare nuovi modi di pensare e comportarsi, raffrontare varie tipologie di vita e ambientamento. Non ha stimolato il bimbo alla lettura nè alla passione dei viaggi e del conoscere lingue nuove per viaggiare, non ha buttato il bimbo nella mischia di uno sport dove si deve imparare il gioco di squadra, il sacrificio e la sconfitta, proteggendolo ancora una volta nel risparmiargli ogni momento di sconfitta ritirandolo dal gioco o addirittura assecondando la volontà del bimbo di non provare attività nuove, come invece è giusto che faccia un bimbo di quell'età, anche se, ovviamente, all'inizio dirà che preferirebbe stare a guardare la tv a casa invece che andare a camminare con un gruppo sconosciuto di  scout.
Io invece, che ne ho due di figli insieme e un marito ugualmente inesistente, mi spacco la schiena nel non risparmiare ai bimbi nessuna attività formativa e aggregante che serva a loro per crescere imparando, non mi risparmio di caricarli in auto e portarli nelle varie case del gruppo di mamme che abbiamo creato per stare insieme anche quando il tempo non permette di andare ai giardini, non mi risparmio di tenere vivi i rapporti con le altre mamme, chiamarle e scrivere loro per fare in mondo che i bimbi abbiamo un gruppo di loro pari con i quali confrontarsi sia nei giochi strappati di mano come nelle risate di gruppo. Io non mi risparmio accendendo la tv e parcheggiando i bimbi lì davanti ma anzi,  la televisione l'avranno vista accesa quattro volte  quando sono con me,  e invece ho comprato ai bimbi tanti librini colorati che leggiamo insieme, anche al rovescio e dalla fine all'inizio, tanto per imparare il gusto di star seduti a vedere cosa succede nella pagina successiva di un libro. Io non mi risparmio nel cercare di far stare i bimbi all'aria aperta, in compagnia, e nell'essere pronti e fiduciosi nell'affrontare l'imprevisto, come poi la vita chiederà di fare loro con un gruppo nuovo di sport da conoscere o con i nuovi compagni di campus estivo o di vacanza all'estero.
Tutto questo non per denigrare il fratello grande dei gemelli, che ha come unica colpa quella di avere dei genitori che pensano di farlo crescere felice risparmiandogli i colpi della vita e libero di scegliere di non studiare inglese o imparare a cavalcare, quando poi sarà la vita che selezionerà chi ha resistito a ginocchia nude con gli scout in inverno e chi è padrone dell'inglese e anche del cinese, ormai, ma per appendermi oggi, cosa che non faccio spesso, una piccola medaglia al merito per non risparmiarmi nell'attrezzare i bimbi ad affrontare la vita, senza farne dei piccoli geni, assolutamente, ma dei bambini liberi e curiosi e per questo felici.

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